A differenza di altre Amministrazioni, che lo noteranno soltanto nei prossimi mesi, i lavoratori del Ministero dell’Ambiente hanno avuto il dubbio "privilegio" di essere i primi a pagare di tasca i costi della crisi. Già da questo mese, infatti, dalla busta paga dei dipendenti di questo Ministero è sparita l'Indennità di Ente, in media circa 70 Euro netti, in attuazione di quanto previsto dalla legge 133/08 circa il taglio per il 2009 del salario accessorio legato a leggi speciali.
A fronte di un contratto, ancora non applicato, che prevede aumenti per circa 40 Euro netti mensili, si decurtano 70 Euro mensili con un conguaglio di fine anno di ulteriori 350 Euro, per un totale di 1.200 Euro annui che determinerà un saldo negativo rispetto al reddito dell’anno precedente.
“Per i lavoratori delle altre Amministrazioni interessate dai tagli della legge 133 questa decurtazione è soltanto rimandata nel tempo, viste le diverse modalità di erogazione del salario accessorio. Ma lo slittamento di qualche mese comunque non metterà al sicuro il salario di nessuno, perché quei tagli sono già nelle casse di Tremonti”, precisa Giuliano Greggi, della Direzione Nazionale RdB-CUB P.I..
“Comincia così a concretizzarsi la scellerata scelta di questo governo di far pagare la crisi ai lavoratori – prosegue Greggi - con effetti devastanti sulle condizioni salariali dei dipendenti pubblici. A questo punto sorge spontaneo un interrogativo: non sarà che con questo attacco al salario si intende accelerare il processo già in atto di smantellamento della Pubblica Amministrazione? Infatti, quando diminuisce la retribuzione, dovrebbero parimenti diminuire anche le prestazioni”, conclude il dirigente RdB-CUB P.I..
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