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Porto di Ortona: lavoratore colpito e ucciso dal gancio di una gru. Introdurre subito il reato di omicidio sul lavoro

Ortona,

La morte di un lavoratore sul posto di lavoro non è e non deve essere fatto passare per una casualità, le responsabilità ci sono sempre, che siano dirette o indirette e vanno ricercate per il rispetto che si deve al lavoratore.

L’ennesima morte sul posto di lavoro, avvenuta al porto di Ortona nella mattina dell’8 novembre, è l’ennesimo caso della strage silenziosa in corso giornalmente nel nostro paese. Non è mai una casualità, le responsabilità sono di tanti e molteplici: la carenza di personale negli enti di controllo, ridotti all’osso, la superficialità con cui si continua ad affrontare questa “strage giornaliera”, l’ipocrisia sindacale di CGIL, CISL e UIL che chiedono più sicurezza a livello mediatico ma poco fanno per contrastarla realmente, la mancanza nella legislazione di un reato che inchiodi le imprese ad una vera prevenzione sulla sicurezza...

USB insieme a Rete Iside Onlus da anni chiede l’introduzione del “reato di omicidio sul lavoro” e attraverso il gruppo parlamentare Manifesta, nella legislatura appena terminata, aveva anche presentato in Parlamento una proposta di legge che i nostri politici si sono ben guardati dal discutere. 

La formazione in materia di sicurezza è insufficiente e comunque non basta ad evitare questi drammi vista la dilagante precarietà del lavoro che rende sempre più deboli i lavoratori.

Ci aspettiamo vera giustizia per il 41enne lavoratore di origine filippina, colpito dal gancio di un cavo di una gru di movimentazione carichi mentre era su un’imbarcazione, ma purtroppo sappiamo che così non sarà.

Il caso di Luana D’Orazio, morta schiacciata da un macchinario non in sicurezza, è esemplare della conclusione che trovano queste orribili situazioni: i responsabili se la sono cavata con una pena ridicola, se paragonata alla morte di una giovane mamma di soli 22 anni.

L’Abruzzo è una regione dove ci sono troppi morti per lavoro, già oltre 10 nell’anno su un totale di quasi 1000 in tutta Italia: occorre urgentemente intervenire per intensificare i controlli e l’organico degli enti preposti a farli.

Il governo nazionale non ha più scusanti e deve affrontare questa emergenza ancor prima delle altre emergenze perché la vita dei lavoratori, come di qualsiasi cittadino, viene prima di ogni altra cosa: vogliamo l’introduzione di pene severe per queste drammatiche morti e l’introduzione per legge di un reato specifico.

 

Pescara, 08.11.2022

USB Lavoro Privato Federazione Abruzzo e Molise