USB Lavoro Privato ha inoltrato una richiesta di incontro al Ministero di Economia e Finanza per ribadire la preoccupazione dei lavoratori della filiera SDA riguardo le conseguenze occupazionali derivanti dal processo di innovazione in atto nell’indotto di Poste Italiane Spa, che ne controlla il 100%.
Da qualche anno Poste Italiane (al momento controllata al 29,7% dal MEF , ma, attraverso il 35% di Cassa Depositi e Prestiti, ancora per il 65% a partecipazione statale) ha iniziato un piano di innovazione che punta alla leadership nazionale nella consegna pacchi.
Il Piano Deliver 2022 (2,8 miliardi di investimento) si sta sviluppando, nello specifico, attraverso accordi di collaborazione con aziende italiane ed internazionali nei settori logistica e ultimo miglio oltre ad acquisizioni di piattaforme o aziende già operanti, con un impegno previsto di 200 milioni di euro.
Tra gli esempi più indicativi ci sono: la partnership con Sennder (trasporto a lungo raggio) del 2019, l’acquisizione di Milkman con la creazione di MLK Deliveries, oltre all’acquisto della relativa piattaforma tecnologica (20 milioni di euro), fino all’internalizzazione dei servizi e delle strutture di Nexive nel 2021 (34 milioni di euro).
All’interno di questo quadro, stanno emergendo da tempo preoccupazioni relativamente alla marginalizzazione dei volumi d’affari e conseguentemente alla tenuta occupazionale del comparto SDA, fino a poco tempo fa unica azienda del gruppo impegnata nel settore della consegna pacchi.
Probabilmente anche a causa di queste nuove acquisizioni stiamo assistendo, infatti, ad un progressivo svuotamento dei magazzini di SDA a favore dei nuovi soggetti, all’interno delle cui filiere molto spesso non vengono rispettate le previsioni normative, a partire dall’applicazione dei Ccnl.
Tale situazione, oltre a comportare evidenti fenomeni di dumping contrattuale all’interno della più estesa rete affiliata a Poste Italiane, si ripercuote sui lavoratori, diretti ed indiretti, attraverso le aperture di licenziamenti collettivi da parte delle aziende fornitrici di SDA, oltre alla sempre più frequente richiesta di accesso ad ammortizzatori sociali da parte degli stessi, a causa della mancanza di spedizioni, mancanza, è bene ribadire, non imputabile ad una flessione del mercato, ma unicamente ad una diversa ripartizione della merce tra i soggetti coinvolti, ripartizione che punta probabilmente a saturare i nuovi investimenti in soggetti dal costo del lavoro inferiore a causa della assoluta mancanza di sindacalizzazione, a discapito della filiera di SDA.
Si rischia di rappresentare l’ennesimo caso di privatizzazione dei profitti e collettivizzazione dei costi sociali, sulle spalle dei lavoratori.
Pertanto, stante la reiterata indisponibilità al confronto da parte di Poste Italiane, a cui negli ultimi tempi ha fatto seguito quella della controllata SDA Express Courier Spa, USB Lavoro Privato ha richiesto un incontro al MEF per esporre tali preoccupazioni e richiedere un intervento istituzionale sulla controllata Poste italiane Spa, che possa rendere più chiaro il quadro generale e fornire garanzie dal punto di vista occupazionale.
USB invita tutti i lavoratori della filiera SDA a partecipare al presidio organizzato presso il MEF, in via XX Settembre a Roma, martedì 18 aprile alle ore 10.
USB Lavoro Privato