Liberazione
di Daniele Nalbone
Roma - Hic manebimus optimae. Qui staremo benissimo. Così recita lo striscione appeso dal balcone del primo appartamento occupato dagli inquilini di via Pincherle: «E’ un passaggio di testimone» racconta Marisa del Comitato Colli Portuensi 187 «visto che questo è stato il motto della nostra protesta. Noi siamo riusciti, con l’impegno dei movimenti, dei sindacati e delle istituzioni, ad affermare il nostro diritto alla casa con il felice esito della vicenda » relativa alla cartolarizzazione del Fondo Pensioni della ex Cassa di Risparmio di Trieste (ora Unicredit) con l’acquisto dell’immobile da parte dell’Ater. «Ora portiamo la nostra solidarietà e il nostro striscione agli "inquilini resistenti" di via Pincherle 153/169» dove, da ieri, siamo alla "seconda fase" della lotta: sciopero dell’affitto e occupazione simbolica degli immobili. «Volevamo una ragionevole conclusione: l’acquisto da parte dell’Ater dello stabile» dichiara Roberta, presidente del Comitato inquilini «ma Fata Assicurazioni, le Generali Spa e Giacomazzi Immobiliare stanno commettendo un vero e proprio crimine sociale come dimostra l’ultimo rifiuto da parte di Giacomazzi dell’offerta di acquisto della Regione Lazio. Per questo la situazione impone l’uso della forza. Per questo smetteremo di pagare l’affitto e ci dichiariamo "occupanti" delle nostre case». Ma non finisce qui. Gli inquilini, tramite il sindacato AS.I.A. RdB e l’avvocato Perticaro, sporgeranno denuncia contro Fata, Generali e Giacomazzi «perché è inammissibile che una società come Area Mestre (attuale proprietaria dell’immobile di via Pincherle), una s.r.l. con un patrimonio di appena 115mila euro, abbia la possibilità di fare operazioni immobiliari garantite per 43 milioni di euro grazie al sostegno che i soliti speculatori possono avere dalle solite banche, in questo caso la popolare di Novara e quella di Lodi». Potremmo definirlo un "miracolo all’italiana" quello che si è verificato a via Pincherle: Area Mestre, una società della Giacomazzi, con un bilancio depositato presso la Camera di Commercio in passivo di 27mila euro e una solvibilità classificata come "Rosso D" (per la quale non si può ottenere un mutuo superiore a 5mila euro) è riuscita a mettere a segno un acquisto di tale portata grazie a un prestito di 43 milioni. Poche ore dopo l’occupazione, Area Mestre ha chiesto l’intervento in loco della polizia e ha inviato una volante di vigilantes privati per controllare la sua proprietà «come ulteriore segno della propria arrogante politica speculativa» dichiara Angelo Fascetti di ASIA RdB «si scherano uomini armati sotto un palazzo abitato da persone semplici che qualcuno vorrebbe far passare per delinquenti». Gli "occupanti" di via Pincherle 153/169, però, non sono soli nella loro lotta: al loro fianco si schierano, ancora una volta, diversi rappresentanti istituzionali, dai consiglieri comunali Alzetta e Azuni, a quelli regionali Peduzzi e Carapella fino ad arrivare al presidente del Municipio XI , Andrea Catarci. Della maggioranza comunale, invece, neppure l’ombra. «Evidentemente sono ancora sotto shock per quanto accaduto giovedì al tavolo sull’emergenza abitativa» scherza qualcuno riferendosi alla rottura delle trattative durante l’incontro tenutosi in Campidoglio al quale hanno preso parte, fra gli altri, l’assessore alla Casa, Antoniozzi e i movimenti romani per il diritto all’abitare in cui i rappresentanti dell’amministrazione hanno presentato il Piano Casa del comune. «Un piano che abbiamo giudicato inadeguato» spiegano in una nota i movimenti «perché fatto di dismissioni, visto che a parte i nuovi finanziamenti in arrivo dalla regione Lazio e i 49 milioni di euro provenienti dai cambi di destinazione d’uso prodotti dalla precedente giunta, il bilancio del comune prevede per l’emergenza abitativa lo stanziamento di soli 100 milioni di euro, per di più legati alla dismissione di 8mila alloggi pubblici e di altro patrimonio disponibile. Un paradosso inaccettabile se si pensa che dalla vendita di tre appartamenti si ricaveranno risorse forse appena sufficienti per costruirne uno». Se a questo aggiungiamo che esponenti della maggioranza hanno presentato dentro Casa Pound una proposta di delibera per il mutuo sociale che dovrebbe essere approvata entro marzo da finanziare ancora una volta con il ricavato del patrimonio pubblico per l’acquisto a costo zero di alloggi da assegnare secondo criteri di accesso che «oltre al limite del reddito previsto per l’Erp introducono il requisito della romanità, in contrasto con tutte le leggi europee » è chiaro il motivo per cui i movimenti hanno giudicato «irresponsabile l’atteggiamento del comune e comunicato la ripresa immediata delle mobilitazioni» a partire da un’assemblea generale per il diritto all’abitare il 12 marzo alle ore 17 presso l’ex cinema Volturno occupato, passando per la manifestazione del 13 marzo a sostegno degli "inquilini resistenti" di via Pincherle alle 16,30 sotto la Regione Lazio, fino ad arrivare a un presidio in Campidoglio per il 19 marzo, in occasione del dibattito sul bilancio comunale. E’ iniziata una nuova fase della lotta «che ci porterà alla manifestazione nazionale del 28 marzo per la riunione, a Roma, dei ministri del Welfare del G14 in cui urleremo come la casa è uno dei pezzi principali del welfare mancante».
EPolis Roma
Emergenza casa. Braccio di ferro tra la proprietà che ha venduto 98 appartamenti e gli inquilini
Via Pincherle, occupati gli alloggi
Roma - Alla fine, in serata, è arrivata anche la polizia: dopo una giornata infuocata nel braccio di ferro tra la proprietà di via Pincherle e gli inquilini, Area Mestre ha messo la vigilanza privata a controllare gli appartamenti. Durante la mattinata, il comitato degli inquilini ha occupato uno degli undici appartamenti vuoti del palazzo (in vendita a 268mila euro): tutti gli altri, per protesta, hanno affisso sulla porta di casa l'adesivo con la scritta "Alloggio occupato". «Dallo sciopero della fame della fame - spiega Angelo Fascetti dell'Asia Rdb - agli inquilini resistenti con lo sciopero dell'affitto a partire dal 1 aprile». «Questo - aggiunge un'inquilina - non vuol dire che non pagheremo l'affitto: verseremo la quota in un conto corrente intestato al comitato e quando conosceremo la proprietà delle nostre case, daremo loro i soldi». «Questa iniziativa - prosegue Fascetti - è la prima che ci porta alla manifestazione del 13 marzo: per quella data vogliamo coinvolgere tutti gli inquilini romani in difficoltà per fermare questa nuova speculazione». L'atteggiamento della proprietà, che ha annunciato di aver venduto già 98 appartamenti su 116, «porta all'inasprimento sociale della vicenda», conclude il sindacalista.(R.M.)
L'Unità 8 marzo '09
La rabbia di via Pinvcherle: auto-occupiamo le nostre case
di Michela Bevere
(in allegato)