Ventuno morti, due dei quali bambini, e 18 feriti sono il bilancio dell’assurdo incidente di martedì sera che ha visto un pullman precipitare a Mestre dal cavalcavia Vempa. Tra le vittime l’autista Alberto Rizzotto, 40 anni, residente in provincia di Treviso.
Rizzotto era un dipendente della Martini Bus srl che aveva noleggiato il mezzo alla società “La Linea” per il trasporto da e per Venezia dei turisti ospiti del campeggio HU (l’ex Jolly), del gruppo fiorentino Human Company.
La dinamica dell’incidente è ancora avvolta da mille interrogativi ma non possiamo accontentarci della solita banalizzazione che ha già sfornato il verdetto: malore del conducente, errore umano.
Queste società private sono ben conosciute per le modalità organizzative del lavoro, con turni massacranti e straordinari. Vogliamo sapere da quanto tempo guidava il conducente, vogliamo sapere se aveva fatto il riposo settimanale, vogliamo sapere le modalità di manutenzione e controllo della vettura e se sono state rispettate tutte le normative riguardanti il trasporto di persone.
Per ora siamo testimoni di un nuovo omicidio sul lavoro che, questa volta, ha tragicamente coinvolto tutti coloro che al servizio si erano affidati. Ventuno morti sono tanti, troppi, come troppi sono i 2 bambini deceduti ed i 18 feriti; c’è la necessità di andare a fondo, sia sul rispetto delle normative di sicurezza del mezzo, sia sull’organizzazione del lavoro degli addetti alla guida, sia sulla idoneità delle barriere guardrail installate sul cavalcavia della strage.
Come non evidenziare, per l’ennesima volta, che a settembre abbiamo contato 4 lavoratori morti al giorno, e che con Alberto Rizzotto le vittime del lavoro nel 2023 sono salite a 907? Ribadiamo la necessità di una legge che introduca il reato di omicidio sul lavoro e lesioni gravissime sul lavoro in grado, a fronte di un servizio di interesse pubblico, di tutelare i cittadini tutti. USB e Rete Iside sono tra le promotrici, insieme ad altri soggetti politici e sociali, di una legge di iniziativa popolare per introdurre la nuova fattispecie di reato: è possibile firmare ai banchetti e online (tutte le informazioni su leggeomicidiosullavoro.it)
Un tema, quello della sicurezza che sta particolarmente a cuore a tutti gli autoferrotranvieri; un tema che è al centro delle mobilitazioni di sciopero, quelle che il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini, preferisce combattere a colpi di precettazione, invece di mettere in sicurezza il vasto mondo dei trasporti.
Anche per questi 21 omicidi di Mestre, legati comunque al mondo del lavoro, saremo più determinati e compatti allo sciopero nazionale di 24 ore del 9 ottobre 2023 rivendicando il diritto a lavorare in sicurezza, il diritto di scioperare e ad avere un salario dignitoso.
9 ottobre 2023 sciopero nazionale di 24 ore
del Trasporto Pubblico Locale
USB Lavoro Privato, Coordinamento Nazionale Settore TPL