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Patto di Base telecomunicazioni

TELECOM ITALIA: NON PAGHEREMO NOI LA VOSTRA CRISI. Sciopero nazionale il 13 marzo

Nazionale,

In allegato il volantino

Dividendi e prebende per azionisti e dirigenti, Ancora tagli e disagi per le lavoratrici e i lavoratori!!


Nella prossima assemblea sociale di aprile Bernabè alla fine porterà agli azionisti il dividendo di 5 centesimi per azione (6,1 centesimi per le azioni di risparmio). Una flessione rispetto ai dividendi passati ma sempre un buon incasso considerato l’attuale valore di 0,87 euro per le azioni ordinarie (listino del 3/03/09) e 0,70 euro per quelle di risparmio e, per una azienda che dichiara che l’indebitamento finanziario netto al 31 dicembre 2008 è pari a 34.039 milioni di euro, non è certamente male!


Già perché tanto il conto degli interessi degli “investitori” della holding Telco (Generali, Mediobanca, Intesa Sanpaolo, Benetton e Telefonica), nient'affatto disposti a perdersi la ricca cedola di dividendi in un periodo di crisi, lo pagheranno sempre e comunque le lavoratrici e i lavoratori.


Dopo aver incassato nel settembre 2008, dai sindacati confederali e autonomi, già 5.000 licenziamenti “volontari” a “costo zero”, lo scorso dicembre Bernabè ha presentato, nel piano 2009-2011, un programma di “lacrime e sangue”:
• Un’ulteriore riduzione di personale per 4.350 unità (100 in network, 500 Sales e distribution; 700 aree di Staff, 100 Information Technology, 2.150 Customer Care, 800 Delivery e Assurance);
• Nuove dismissioni di aziende/rami di azienda, tra le quali Sparkle;
• Chiusura delle sedi del Customer Care in 22 città con relativa mobilità territoriale (Bergamo, Torino sede di Corso Bramante, Monza, Pavia, Novara, Rimini sede di Via Michelangelo Tonti, Pesaro, Trento, Mantova, Padova sedi di via Giuliani e via Dalmati, Vicenza, Parma, Pescara sedi di via Conte di Ruvo e via Cincinnato, Perugia sede di via Tudente, Macerata, Rieti, Acilia, Taranto sede di via Pirro, Siracusa, Benevento, Salerno, Brindisi);
• Possibile cassa integrazione per i colleghi del 1254;
• Massiccia mobilità professionale;
• Nuove gare di appalto per le attività cedute in passato, senza nessuna garanzia occupazionale per i colleghi esternalizzati.


Le OO.SS. confederali e autonome che a settembre hanno voluto siglare a tutti i costi gli accordi per la mobilità cosiddetta “volontaria” (mentre tutt’ora continuano le pressioni aziendali per “convincere” colleghi e colleghe al collocamento in mobilità) per 5.000 presunti esuberi, hanno fatto indubbiamente una scelta scellerata, privando di fatto tutti i lavoratori e le lavoratrici di Telecom Italia di un possibile spazio di trattativa.


Infatti, nel corso degli incontri precedenti la sigla dell’accordo per la mobilità del 19 settembre 2008, i rappresentanti di Telecom Italia hanno sempre affermato di non poter prendere impegni che escludessero nuovi esuberi, mobilità territoriali o esternalizzazioni come invece era stato richiesto nella piattaforma alla base dello sciopero nazionale del 4 luglio 2008. Tant’è, che la mobilità è stata accompagnata da un altro accordo (scritto in perfetto “sindacalese”) siglato da Fistel/Cisl Uilcom e Ugl, sulle “linee strategiche del piano industriale”, dove è assente qualsiasi impegno aziendale in merito a tali questioni.


Speriamo soltanto che nessuna organizzazione sindacale intenda ancora perseverare nel fare nuovi regali all’Azienda!!


Per questo la mobilitazione di tutti i lavoratori e le lavoratrici del Gruppo Telecom Italia deve essere determinata e compatta, attorno a una chiara piattaforma rivendicativa che rimandi totalmente al mittente i piani di ristrutturazione:
• No a licenziamenti, mobilità e cassaintegrazione;
• No alla chiusura delle sedi del Customer Operation e a qualsiasi forma di mobilità territoriale;
• No a qualsiasi forma di demansionamento;
• Tutte le attività e i lavoratori esternalizzati devono essere internalizzate dentro Telecom Italia;

• Riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario per mantenere i posti di lavoro;
• Per la pubblicizzazione delle telecomunicazioni.


Il problema di Telecom Italia non sono le lavoratrici e i lavoratori che da anni continuano a fare sacrifici e garantire utili a questa Azienda, ma il debito derivante da una scellerata privatizzazione all’insegna del saccheggio di un patrimonio pubblico.

 

Venerdì 13 marzo
sciopero nazionale
intero turno per tutti i lavoratori e le lavoratrici
del Gruppo Telecom Italia
A Roma presidio a Corso Italia dalle ore 9.00

 

Roma, 5 marzo 2009

 

Cobas del lavoro Privato, settore telecomunicazioni:
Tel. 0677591926, Fax 0677206060, E-mail tlc@cobas.it
FLMUniti/CUB:
Tel. 0676968412, Fax 0676983007, E-mail flmuniti@tin.it