A seguito della nostra richiesta, siamo stati ricevuti dall’Azienda alla quale abbiamo ribadito nel merito le nostre contrarietà al progetto di “spezzatino”:
- una rete integrata negli anni con i servizi spezzettata in diverse società darebbe luogo a entità societarie dalla vita breve;
- la comunità finanziaria stessa, nel corso dell’ultima presentazione dei risultati finanziari, ha mostrato netta contrarietà a questo miope piano industriale;
- il Governo non appare compatto nell’appoggiare tale scelta;
- il “bando Colao” nell’ambito del decreto concorrenza presenta molte opacità nella gestione unitaria dello sviluppo della larga banda in Italia, soprattutto in termini di proprietà delle reti e di omogeneità tecnologica;
- l’AGCOM non ha dato alcun parere, neanche ufficioso ma assolutamente necessario, data l’importanza strategica di un settore come quello delle Telecomunicazioni;
L’Azienda ha ribadito che occorre attendere il 7 luglio per poter avere tutti gli elementi per giudicare la bontà del piano.
USB, tuttavia, ritiene improbabile che in quella data verranno presentati dettagli così rilevanti da far cambiare la nostra valutazione sul piano.
USB ha ribadito i motivi della sua opposizione al piano industriale proposto, richiedendo un radicale ripensamento del progetto per un vero rilancio dell’azienda.
L’unica strada da percorrere per garantire l’interesse generale, la democrazia nella rete e l’indipendenza della politica industriale è che TIM sia unica e nazionalizzata.