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Trasporto ferroviario // Contratti

USB Attività Ferroviarie su rinnovo CCNL.: valutazione negativa. Vogliamo referendum e rinnovo rappresentanze nel gruppo FSI

Nazionale,

La struttura USB Lavoro Privato delle Attività Ferroviare si è riunita il 26 maggio per una valutazione di quanto sottoscritto nell'ipotesi di rinnovo del CCNL A.F. del 22 maggio scorso e del successo dello sciopero del 23 maggio.

Un contratto valutato negativamente

Dopo una prima visione dei testi contrattuali, in attesa di fornire una visione più completa analizzato il corpo degli accordi, USB conferma la propria valutazione fortemente negativa dei contenuti dell'ipotesi del nuovo CCNL A.F.
Il dato economico è incontestabile e vede un aumento medio annuo nei tre anni di vigenza del nuovo CCNL di poco sotto l'8% a fronte di un dato di inflazione del 18%. Allo stesso tempo, la parte normativa non recepisce nessuna delle istanze elaborate dal basso. Anzi, sale forte la preoccupazione della possibile introduzione dell'agente "solissimo" nel trasporto merci in recepimento distorto di regolamentazioni europee.

Le lotte portate avanti dai ferrovieri da un anno e mezzo hanno migliorato il risultato economico rispetto altre categorie dei trasporti, attestate a valori inferiori, ma ciò non basta affatto!
Infatti, il risultato di questo rinnovo del contratto è che un ferroviere lavorerà per un orario uguale se non peggiore a prima ma in cambio di un salario ridotto del 10% rispetto l'aumento del costo della vita.
Per USB la questione dovrebbe essere ribaltata: o si rivedono gli aumenti per adeguarli a quello che spetta oppure per meno salario si lavora di meno.

Alla luce di quanto sopra, assume ancora più rilievo la questione del lavoro usurante e del mancato recepimento delle istanze in questo senso da parte delle Istituzioni.

Vogliamo il referendum!

Per rimettere in discussione quanto sottoscritto, considerato il forte dissenso nella categorie emerso in occasione dello sciopero del 23 maggio, USB ritiene che quanto siglato debba essere sottoposto al referendum per la sua valutazione da parte dei ferrovieri.
Chiediamo con forza che tale referendum sia aperto alla partecipazione di tutte le forze sindacali e di quei movimenti che hanno da mesi lottato per un contratto migliore e che venga articolato tra le diverse categorie.

La convocazione del referendum non è scontata, dovrebbe essere fatta dalle sigle firmatarie che però lo hanno negato nei recenti rinnovi contrattuali dei marittimi, dei porti, della logistica e degli autoferrotranvieri. Ma chiedere di partecipare al referendum l’8 e 9 giugno mentre si nega il medesimo diritto ai ferrovieri sarebbe incomprensibile quanto inaccettabile per gli stessi lavoratori.

Un sistema di rappresentanza da rinnovare dopo 7 anni di decadenza

Inoltre, dentro il contratto siglato c’è la parte aziendale del Gruppo FSI, firmata alla presenza di RSU non rinnovate da 7 anni, così come i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza, nonostante i proclami del Governo. A nostro avviso questa condizione non è solo vergognosa, considerato che esiste nella principale azienda ferroviaria di proprietà pubblica, ma renderebbe irregolare il rinnovo di un contratto aziendale in base agli accordi interconfederali.
Devono essere convocate le elezioni degli RSU e RLS del Gruppo FSI che dovrebbero essere quelle che decidono il contratto aziendale.

Chiediamo inoltre che venga rivisto il regolamento aziendale tutto teso a ridurre lo spazio di manovra dei rappresentanti e tutto sbilanciato a favore delle segreterie delle OO/SS firmatarie.

Infine, proprio in questi giorni emerge il problema del sistema di revoca e iscrizione sindacale dei lavoratori dentro il Gruppo FSI, il quale è farraginoso e discriminatorio ai danni delle OO/SS non firmatarie.

Inizia adesso un percorso di confronto accompagnato da momenti di incontro e assembleari ma senza abbandonare la lotta, a partire dallo sciopero generale del 20 giugno.