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ACCORDO POSIZIONI SUPER UNO SPIRAGLIO NEL MURO DI GOMMA?

Roma,

Il 10 maggio abbiamo sottoscritto l’accordo relativo ai nuovi bandi per le posizioni super dei lavoratori del Dipartimento Politiche Fiscali e delle Commissioni Tributarie.

Non intendiamo in questa sede soffermarci inutilmente sui dettagli tecnici relativi al suddetto accordo perché comunque continuiamo a non condividere il “meccanismo perverso” delle posizioni super che, utilizzando le risorse del FUA di tutti i lavoratori, premia solo determinate qualifiche funzionali discriminandone altre.

Quello che invece vogliamo evidenziare è l’elemento fondamentale che ha portato questa O.S. a firmare l’ accordo: tra i criteri per la formazione del punteggio di accesso alle procedure per l’ attribuzione delle posizioni super non figura la “valutazione del Dirigente”. Già nel precedente incontro del 27 marzo avevamo chiesto una modifica in tal senso alla proposta iniziale dell’ Amministrazione, ponendola come pregiudiziale alla chiusura dell’ accordo. E la delegazione di parte pubblica ha rinunciato inaspettatamente a tale criterio stralciandolo nella stesura definitiva dell’accordo.

Inutile dire che si tratta di un passaggio di importanza sostanziale: mentre i lavoratori del pubblico impiego sono perennemente attaccati da campagne di stampa tanto denigratorie quanto strettamente funzionali a creare un movimento di opinione che  criminalizzi i “fannulloni”; mentre già si cominciano a vedere gli effetti devastanti del Memorandum sul pubblico impiego nel quale produttività e valutazione individuale del lavoratore vanno di pari passo con la progressione economica e di carriera; mentre ci raccontano che  la “valutazione del Dirigente” è l’ unico strumento che può garantire l’ efficienza e l’ efficacia della prestazione lavorativa finalizzata al raggiungimento degli obiettivi di produttività prefissati, i lavoratori del Dipartimento Politiche Fiscali e delle Commissioni Tributarie si vedranno attribuire le posizioni super in base unicamente a criteri oggettivi quali l’ anzianità di servizio (e la conseguente esperienza professionale acquisita), il titolo di studio e la formazione professionale.

Questo è solo il primo passo. Continueremo a contrastare in ogni occasione la “valutazione del Dirigente” in quanto elemento discriminatorio dei diritti dei lavoratori,: perché non eliminarla, ad esempio, dall’accordo per la distribuzione delle risorse del FUA degli Uffici Centrali del Dipartimento Politiche Fiscali?