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comunicati USB CRI

CROCE ROSSA ITALIANA: Ente inutile o cantonata agostana del Ministro dell'Economia?

Roma,

Da quanto si apprende da alcune notizie di agenzia di fine agosto, riprese con vario risalto da alcuni organi di stampa (Italia Oggi, Sole 24 Ore, Corriere della Sera, ecc.), il neo Ministro dell’Economia, Tommaso Padoa Schioppa, avrebbe dato mandato alla Ragioneria Generale dello Stato di stilare un elenco degli Enti pubblici non economici ormai inutili, indicando per ciascuno di essi la soluzione più adeguata tra soppressione, fusione o privatizzazione.
In cima a tale elenco di Enti inutili vi sarebbe la CROCE ROSSA ITALIANA, nei cui confronti il dicastero di Padoa Schioppa parrebbe propendere verso la privatizzazione.
Qualora tale notizia si rivelasse attendibile (la RdB-CUB ha immediatamente chiesto un incontro chiarificatore al Sottosegretario competente), sarebbe ancora una volta confermata la tradizione delle dichiarazioni estive ispirate più dall’eccessiva calura che dalla competenza.

SOLO CHI NON CONOSCE LA REALTA’ E LA STORIA CENTENARIA DELLA CROCE ROSSA ITALIANA PUO’ INFATTI DEFINIRE TALE ISTITUZIONE UN…"ENTE INUTILE"!!!

E’ vero che negli ultimi anni si sarebbero riscontrate irregolarità amministrative e contabili, non risulta però che sia stata avviata alcuna azione giudiziaria nei confronti dei responsabili (invischiati anche in scandali a luci rosse) che, fino a pochi mesi fa, continuavano a percepire i loro lauti stipendi.
Le uniche vittime di tali irregolarità risultano oggi essere i lavoratori dell’Ente, fissi e precari, che non hanno percepito i compensi spettanti e per questo motivo hanno dato vita allo stato di agitazione tuttora in atto.
Stupisce invece che a favore dell’ipotetica privatizzazione si schieri l’attuale Presidente CRI, Massimo Barra (che, a differenza del Ministro, la Croce Rossa dovrebbe conoscere bene e a fondo), tanto da far sorgere il dubbio che tale sbilanciamento sia suggerito più dalla necessità di mantenere la poltrona che da autentico convincimento.
Chi conosce la Croce Rossa Italiana sa che si tratta di un’istituzione preziosa ed insostituibile di cui lo Stato Italiano può andar fiero e per la quale ogni giorno danno il proprio prezioso contributo di tempo, capacità e professionalità migliaia tra volontari, dipendenti fissi e precari, medici e militari.
Queste persone si aspettano dal Governo di centrosinistra di essere apprezzate e valorizzate anche attraverso l’attribuzione alla Croce Rossa, in via permanente ed esclusiva, di tutte quelle attività legate all’emergenza ed al soccorso che sono invece oggi sottoposte alla stipula di vergognose "convenzioni" (spesso al ribasso) che, oltre a fornire servizi scadenti, alimentano pratiche di sottogoverno locale e sottraggono sicurezza, benessere e dignità ai lavoratori.
Altro che sentirsi definire INUTILI…

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riportiamo uno degli articoli citati:

Italia Oggi del 23 agosto 2006

Nel mirino del Ministero dell’economia funzioni, costi ed efficienza di alcuni organismi pubblici
Croce Rossa ed Enea tra gli enti inutili
Alla ragioneria la scelta su privatizzazione e accorpamento

di Alessandra Ricciardi 

Ci hanno provato in tanti, da almeno un ventennio, a sopprimere gli enti pubblici inutili. La partita, per tutti i governi che si sono susseguiti, è stata quanto mai ardua, e ha ottenuto ben pochi risultati.La resistenza sulle poltrone di consiglieri, presidenti e direttori, e delle rispettive cordate, è sempre stata ad oltranza. Ora ci riprova il ministro dell’economia, Tommaso Padoa Schioppa, a rimettere mano alla galassia degli organismi pubblici.La prossima legge finanziaria dovrà prevedere la soppressione definitiva di molte di queste strutture arrivate al capolinea della propria mission, la privatizzazione di altre oppure il loro accorpamento, dove possibile. La parola d’ordine è razionalizzare risparmiare. E così, se da un lato la Ragioneria generale dello stato ha ricevuto dal sottosegretario all’economia competente in materia, Paolo Cento, il mandato a verificare la reale necessità di comitati e commissioni ministeriali in eccesso, come prevede la manovrina Visco-Bersani, dall’altro dovrà anche stilare l’elenco dei vari enti pubblici non economici da rivedere. Indicando la soluzione, tra eliminazione, fusione e privatizzazione.In primo piano c’è la Croce Rossa Italiana, finita sugli altari della cronaca per presunte irregolarità nella gestione amministrativa e contabile, per il periodo che va dal 2002 al 2005.L’accertamento avviato dal ministero dell’economia ufficialmente non è ancora concluso. Probabilmente, qualche risultato, però, sul tavolo del ragioniere generale dello stato, Mario Canzio, è già arrivato. Dal nutrito pacchetto di documenti (si veda Italia Oggi dell’8 giugno scorso) era possibile stimare un buco nei bilanci dell’ente presieduto da Massimo Barra di circa 60 milioni di euro. Cifre, del resto, ritenute attendibili anche da Maurizio Scelli, commissario straordinario Cri per il periodo sotto esame. Scoperchiato il pentolone della Croce rossa, il dicastero guidato da Padoa Schioppa pare propendere per una privatizzazione della struttura, oggi ente pubblico non economico.L’istituto uscirebbe così dall’alveo del governo per ricadere in una gestione privatistica, al pari di quanto avviene negli altri paesi. " La Cri non può essere, come invece purtroppo è, un ente pubblico non economico, soggetta al controllo di tanti ministeri ", dice Barra, favorevole alla privatizzazione, che spiega: " Il balletto dei controlli dei tanti ministeri le è stato fatale. Sarebbe stata più efficiente una verifica affidata a società di revisione privata ".L’operazione di privatizzazione si accompagnerebbe anche a una sanatoria dei disordini contabili e amministrativi oggi registrati. Ancora da decidere la conferma dell’attuale vertice o il suo commissariamento.Nel mirino della Rgs. Ci sono anche i vari enti di ricerca. Per esempio l’Enea, l’ente per le nuove tecnologie, l’energia e l’ambiente, e l’istituto di ricerche applicate al mare, che potrebbero essere accorpati al Cnr.Gestione unica, dunque, via la duplicazione dei vertici e della strutture di supporto burocratico e informatico. Un indubbio beneficio economico che però deve essere conciliato con le scelte di politica energetica e scientifica. Il ministro dell’università, Fabio Mussi, per esempio, ha annunciato in controtendenza che tornerà ad avere vita autonoma l’istituto per la fisica materiale che era stato accorpato. La partita degli enti, insomma, non si gioca solo al tavolo dell’economia. Fusione allo studio anche per l’istituto nazionale per l’innovazione e la ricerca educativa e l’istituto nazionale di valutazione. Entrambi dipendenti dal ministero dell’istruzione, svolgono ruoli abbastanza affini e potrebbero confluire in un soggetto unico.

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