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Lazio

IL S.CAMILLO-FORLANINI ESTERNALIZZA LE PRESTAZIONI SANITARIE E LE AFFIDA AD UN CENTRO NON ACCREDITATO

Roma,

In allegato il comunicato impaginato

Da oltre un anno alcuni pazienti in lista di attesa per prestazioni specialistiche ambulatoriali e diagnostiche sono stati indirizzati dall’Azienda Ospedaliera S. Camillo Forlanini presso la sede dell’Associazione per lo Sviluppo della Medicina Preventiva di Via Pomponazzi, 8.


Dagli atti deliberativi aziendali risulterebbe che l’Associazione  non è accreditata e per questo motivo aveva già in corso con l’Azienda Ospedaliera una convenzione per l’esercizio dell’attività libero professionale. L’A.O. ha liquidato all’ASMEP oltre 85.000,00 euro, ma i tempi di attesa per le prestazioni effettuate sono aumentati anche di 60 giorni. L’indirizzo dell’Associazione coincide con una storica Camera del Lavoro territoriale della CGIL e il suo presidente ha lo stesso nome di uno storico dirigente regionale CGIL. Si tratta di una fortuita coincidenza e di un caso di omonimia?



Il Consigliere Regionale dei Verdi Giuseppe Mariani raccogliendo la denuncia della RdB ha presentato oggi una interrogazione al consiglio regionale perché vengano riaffermati criteri di trasparenza e legittimità, irrinunciabili per il sistema sanitario laziale devastato dagli sprechi e dalle esternalizzazioni.



Ancora una volta, dopo i libri bianchi sugli appalti del S. Camillo, del S. Spirito e della ASL RmB, tutti all’attenzione dell’autorità giudiziaria e contabile, la RdB Sanità regionale è impegnata in una denuncia che mette in evidenza i veri sprechi della sanità pubblica.

 

“Prima ancora del suo fallimento, avevamo dichiarato che il piano di rientro dal deficit non avrebbe potuto determinare risparmio, perché non colpiva i veri sprechi, ma tagliava salari e assistenza portando il sistema al collasso, motivi per cui i lavoratori del S. Camillo e dalla sanità regionale scioperano il prossimo 9 novembre” dichiara Maria Teresa Pascucci del Coordinamento Regionale RdB/CUB “Con il libro bianco sulla ASL RMB avevamo rilevato che il 60% dei costi delle aziende sanitarie sono determinati dagli acquisti per servizi sanitari e non sanitari, quasi sempre inappropriati. La convenzione del S. Camillo con l’ASMEP ne è un chiaro esempio, sia in termini economici che di conformità alla legge e dimostra ancora una volta che la Regione non ha il controllo dell’operato dei Direttori Generali. La RdB/CUB presenterà tanto la odierna denuncia, che quelle già pubblicate anche all’Alto Commissario Serra”.