La frammentarietà implicita nella condizione di precarietà, la specificità delle varie realtà di precariato, devono essere superate da una norma che si propone di risolvere il problema precariato nel pubblico impiego. Altrimenti saremmo al paradosso per cui la precarietà stessa impedisce ad una norma di stabilizzazione di essere efficace. Se stabilizzazione deve essere che lo sia per tutti, senza distinzioni e senza cavilli, altrimenti invece di un’opportunità rischia di diventare un danno per coloro, e non sono pochi, che resteranno esclusi dalla norma Madia.
Il diritto alla stabilizzazione non può essere determinato da una tipologia contrattuale o da un sistema di pagamento. Se il precariato è un sopruso e va sanato, tutti i precari hanno diritto ad essere stabilizzati.
Il diritto o è o non è!
La norma Madia, proprio in funzione di una sua reale efficacia, deve essere modificata nel senso dell’inclusione di tutte le tipologie di precariato nel percorso di stabilizzazione e per rendere utilizzabili perle assunzioni tutte le risorse disponibili.
STABILIZZAZIONE PER TUTTI I PRECARI DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE!
Questa è l'unica parola d'ordine che conosciamo!
Dalla Sanità agli Enti Locali, dalla Ricerca all’Università, passando per i ministeri e vigili del fuoco, i lavoratori precari sono fondamentali per il funzionamento del settore pubblico e sono garanzia per l'erogazione dei servizi ai cittadini. Stabilizzarli è quindi fondamentale per riconoscere a loro il più che legittimo diritto al futuro e assicurare ai cittadini la continuità dei servizi, già malmessi a causa dei continui tagli che i governi
praticano senza soluzione di continuità.
È il momento di rivendicare la propria funzione e pretendere che questa sia riconosciuta con la stabilizzazione.
È il tempo di prendere in mano il proprio futuro e determinare il proprio destino, come
hanno fatto le educatrici dei nidi e i ricercatori dell'Istituto Superiore di Sanità...
...La stabilizzazione si conquista con le lotte!