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Editoriali

Miracolo italiano, l’occupazione aumenta nonostante l’economia rimanga stazionaria e la produzione sia in calo. Con i dati dell’ISTAT i conti non tornano

Roma,

Con sistematica puntualità l’ISTAT continua a sfornare dati sull’andamento positivo dell’occupazione, registrando un aumento di 75mila occupati nel primo trimestre di quest’anno e di 394mila rispetto al primo trimestre dell’anno scorso. Dati che ovviamente vengono colti dalla Ministra Calderone come una dimostrazione di buon governo.

Abbiamo già avuto modo di commentare come questi dati siano il frutto di una modalità di calcolo assai discutibile, con la quale si ricomprendono nella categoria di occupate persone che hanno svolto una qualsivoglia attività nella settimana precedente alla rilevazione, con o senza contratto, anche per una sola ora.

Una prima contraddizione sta nel fatto che l’ISTAT registri contemporaneamente un aumento del tasso di inattività per le persone tra i 15 e i 64 anni, che sarebbe salito al 33,1% nel primo trimestre del 2024. Per Eurostat il tasso degli inattivi in Italia è in realtà più alto e già nel 2023 superava il 34,5%, collocando il nostro Paese al primo posto nella UE per tasso di inattività.

Chi sono gli inattivi per l’ISTAT? Sono quelli che non hanno un impiego né lo stanno cercando e pertanto vengono collocati fuori dal calcolo della forza lavoro (occupati + disoccupati). Tra questi sicuramente c’è una larga fetta impiegata stabilmente in attività sommerse, lavoro nero, e che pertanto non risulta dalle rilevazioni.

Ma la contraddizione più evidente, rispetto ai dati apparentemente positivi sull’occupazione, è la situazione della nostra economia. È sempre l’ISTAT a stimare una crescita dell’1% nel 2024 (la Commissione europea si attesta più in basso a 0,9%) e dell’1,1% per il 2025. La produzione industriale è invece addirittura in calo del 2,9%, sempre su base annua (ultimo dato ISTAT del 10 giugno).

Questi dati certificano una stagnazione sostanziale del nostro sistema economico. Difficile dare credito, in queste condizioni, alla notizia che in Italia gli occupati siano in aumento: con una economia in stato depressivo, l’unico lavoro che rimane è quello povero e decontrattualizzato. Questo sì in vertiginoso aumento, il resto è solo fumo negli occhi.