Il prossimo 21 luglio è previsto un incontro, probabilmente conclusivo, per giungere alla definizione di un accordo sull’orario di lavoro della direzione regionale.
Nel frattempo la stessa direzione ha emanato in data 2 luglio una comunicazione di servizio, rendendo esplicite le reali intenzioni sottese a quella che possiamo chiamare: operazione “accordo-pilota”; vi si annuncia, infatti, che l’intesa, da sottoscrivere per il solo personale della direzione regionale, in realtà sarà estesa a tutte le sedi della regione.
I colleghi ricorderanno certamente che la RdB si era già opposta con successo all’ipotesi di fare un accordo-quadro sull’orario di lavoro a livello regionale, perché contraria alle disposizioni contrattuali, che affidano la definizione dell’orario di lavoro a livello di singola sede, mentre è al livello nazionale che compete la predisposizione di un accordo-quadro.
Con la stessa determinazione ci opponiamo a questo cosiddetto “accordo-pilota”, che diventerà il grimaldello per aprire la strada ad una modifica degli orari in tutte le sedi.
Come abbiamo avuto modo di denunciare in altre occasioni, siamo di fronte ai “frutti avvelenati” della riorganizzazione, che vengono “serviti” ai lavoratori della regione, in quanto “clienti interni”. L’accentramento della gestione delle risorse umane presso la direzione regionale sta causando infiniti problemi nelle sedi, per la pretesa del Direttore Saltalamacchia di uniformare l’applicazione delle disposizioni sull’orario di lavoro, al di là di quanto previsto dagli accordi locali, ignorandone le specificità e pretendendo di estendere a tutti le “pratiche peggiori”.
Siamo costretti pertanto a dire no a questo accordo, la cui preannunciata estensione è una palese violazione del dettato contrattuale, pur riconoscendo che alcuni singoli punti contenuti nella bozza di accordo sono condivisibili, come ad esempio la timbratura automatica per chi non esce dalla sede per la pausa pranzo, (misura che sanerebbe evidenti disparità di trattamento tra lavoratori, visto che vige da anni presso altre sedi).
Non condividiamo inoltre l’introduzione di una fascia oraria di presidio dalle 8.30 alle 17.30, che nelle intenzioni della direzione è un primo passo verso un nuovo orario di sportello prolungato senza interruzione, dal lunedì al venerdì, da estendere in tutte le sedi.
Si tratta a nostro avviso non solo di un aggravio insostenibile per i colleghi, pressati da ritmi di lavoro eccessivi e costretti a colmare deficit organizzativi e di personale, ma incomprensibile nell’era della “multicanalità” tanto decantata dall’Amministrazione; “multicanalità” che, se correttamente utilizzata, dovrebbe in realtà diminuire l’affluenza degli utenti presso i nostri sportelli e portare semmai ad una riduzione degli orari di apertura!
A questo proposito facciamo notare, per inciso, che i lavoratori della Lombardia, i soli probabilmente in casa INPS, sono ancora privi per la maggior parte dell’autorizzazione ad accedere ad internet ed utilizzare la posta elettronica con gli utenti.
Non possiamo infine esimerci dal sottolineare l’atteggiamento contraddittorio dei rappresentanti regionali di Cgil Cisl Uil e Cisal, che non solo continuano ad ignorare la richiesta emersa durante le assemblee unitarie di ritirare la firma dall’accordo regionale sulla riorganizzazione, che RdB non ha sottoscritto, ma ne invocano addirittura l’applicazione immediata con una nota consegnata brevi manu al Presidente-Commissario, e si apprestano con tutta probabilità a peggiorare la situazione, se daranno il loro consenso all’operazione “accordo-pilota”.
Coordinamento regionale RdB-USB INPS Lombardia