Com’era facile prevedere, la visita estemporanea in quel di Frosinone da parte della troika appositamente inviata dalla sede regionale per controllare da vicino il lavoro svolto dalla task force (e per far sentire il fiato sul collo agli interinali) ha sortito, in assenza del direttore provinciale e della responsabile dell’agenzia interna, un monitoraggio impietoso.
52 comunicazioni emanate in soli 6 mesi, in pratica una ogni 2 giorni, non sono del resto bastate a fare chiarezza, ma hanno alimentato il caos nella sfortunata sede ciociara ed esasperato il clima ambientale, che possiamo così fotografare:
· percorso formativo ancora carente, con una sola giornata di formazione prevista per i parasubordinati e nessuna per gli autonomi;
· il tanto decantato budget integrativo messo a disposizione dalla direzione regionale non ha comunque consentito di indennizzare le già risicate ore di lavoro straordinario finora effettuate. Senza sostanziali adesioni e con buona pace delle autorizzazioni in deroga;
· dall’evidenza aziende si vede ancora poco, nonostante venga aggiornata due volte al mese. In alto mare lo smaltimento previsto degli arretrati. Non ci vuole molto a comprendere che, in generale, la produzione della sede sta andando definitivamente a picco;
· responsabilità degli uffici irresponsabilmente assegnate con superficialità e poi modificate in corso d’opera da un giorno all’altro. Ma effettivamente senza punti di riferimento il personale si auto gestisce e lavora meglio;
· nella più evidente improvvisazione, saltano i compiti e le assegnazioni da attribuire in via formale all’ultima dirigente giunta in sede 20 giorni fa;
· spese folli del tutto ingiustificate, per movimenti di personale seguiti da continui aggiustamenti. Pensare che la riorganizzazione era stata almeno inizialmente ammantata da logiche stringenti di risparmio ed economia!!!
· per quanto riguarda le invalidità civili, nessuno sta seguendo di fatto gli adempimenti che in questo modo vengono svolti dagli interinali più volte;
· patetico pure il tentativo di riorganizzare in qualche modo l’attività legale della sede secondo le direttive emanate dalla circolare 102/09 e, dunque, in maniera palesemente illegale;
· se poi si tiene nel debito conto il fatto che, specie in questi ultimi giorni del mese, tutte le procedure hanno subito dei rallentamenti oggettivi che sono stati puntualmente verificati, il quadro può definirsi completo.
Su questa base, le “indicazioni” richieste dal direttore generale nel corso della video conferenza del 21 luglio scorso (con l’Osservatorio sulla sperimentazione mai convocato) per saggiare il terreno circa la implementazione del modello ad altre sedi appaiono quanto meno fuori luogo e comunque ai confini della realtà. A grandi passi e con la solita sfrontatezza si va verso un fallimento annunciato, alla disperata ricerca di numeri inesistenti che possano giustificare, sia pure in parte, l’estendersi di questa corbelleria spacciata per riorganizzazione.
Coordinamento regionale RdB-USB INPS Lazio