Icona Facebook Icona Twitter Icona Instagram Icona Telegram Icona Youtube Icona Rss

Tematica

Riceviamo e volentieri pubblichiamo...

Cagliari,

Alla Federazione sindacale RdB-CUB Sardegna

 

Ho molto apprezzato la vostra presa di posizione sulla campagna di “consultazione”, promossa da CGIL, CISL e UIL, dell'8-10 Ottobre sull’accordo per lo “stato sociale”, sottoscritto il 23 luglio scorso.

Vorrei essere chiaro, in che misura funziona la democrazia? Una democrazia funzionante presuppone una relativa uguaglianza sul piano dell'accesso alle risorse materiali e soprattutto conoscitive, affinché gli individui siano in grado di partecipare alla vita della sfera pubblica,  senza interferenze illegittime da parte di concentrazioni di potere. Così non è!

Diciamo pure che la democrazia rappresentativa, insomma la “democrazia reale”,  come noi la conosciamo e la viviamo, e che è attualmente egemone, non è la democrazia. È una finzione.

La truffa insita in questo “referendum” consiste fondamentalmente nel fatto che: quelli che oggi vogliono consultare i lavoratori sono gli stessi che hanno già firmato l’accordo di luglio come tanti altri contratti bidone, gli stessi scippatori del TFR; oggi, i padroni del sindacato fanno lezioni di democrazia attraverso un “referendum” dalle carte truccate e che darà i risultati già “concordati” alle spalle dei lavoratori.

Non si può più continuare a fare le comparse in un film dal finale già visto. Non si può più continuare a far finta di decidere quando tutto e’ già stato deciso.

Invece di inseguire improbabili visibilità mediatiche, invece di tentare di tenere in vita un arido orticello politico-sindacale con pompose, quanto disertate, indizioni verticistiche, autoreferenziali e di testimonianza, bisognerebbe andare alla sostanza del problema: superare il corporativismo della vertenzialità e costruire momenti di lotta unificanti che si pongano direttamente sul terreno del recupero salariale e della battaglia contro la precarietà.

Mi rammarico del fatto che D'Annunzio non ci sia più, avrebbe potuto cantare con le sue immaginifiche parole la transumanza di pastori, pecore e mucche da una pastura all'altra.

Riuscire a capire cosa sia esattamente la virtù e a cosa corrisponda l'errore, direi che è un’impresa alquanto ardua, tuttavia, vediamo ogni giorno questo nostro mondo diviso in vincitori e vinti, dove i primi sono tre e i secondi tre miliardi. Come si può essere ottimisti?

“Il coraggio intellettuale della verità e la pratica politica sono due cose inconciliabili in Italia” diceva Pier Paolo Pasolini. D’altro canto difendere i diritti individuali e collettivi di uno Stato moderno senza definire poteri e controllo dei sistemi comunicativi è ormai divenuta una contraddizione lancinante. Questo, impone un cambiamento!

L'esercizio della propaganda è infatti ormai totalmente connesso alle dinamiche di una comunicazione che si muove attraverso media potentissimi, raffinati, che molto spesso camuffano messaggi informativi e li mescolano con programmi di intrattenimento, pubblicità e svago. I confini tra queste cose sono diventati oramai impercettibili e quindi l'informazione e la comunicazione diventano strumenti assolutamente cruciali nella manipolazione delle masse. Si assiste, ormai,  alla creazione di valori o disvalori che diventano dominanti e vengono automaticamente assunti da tante persone.

Mi pare che, a seguito del de profundis della “sovranità popolare”, stia per entrare in azione l'assolutismo, seppure sotto la veste di scialuppa di salvataggio

Cordiali saluti.

G. M.