Da anni i lavoratori e le lavoratrici della vigilanza privata si pongono la stessa domanda:
“Ma quale riposo?”
Il famigerato sistema 5+1 (cinque giorni di lavoro e uno di riposo a scalare), imposto e blindato dalla contrattazione collettiva di comodo, ha devastato la vita di decine di migliaia di guardie giurate e addetti alla sicurezza.
Un meccanismo costruito su misura per garantire alle imprese la massima disponibilità dei dipendenti, sacrificando diritti fondamentali e salute.
Cinque giorni di lavoro con turni massacranti, riposi giornalieri compressi (già denunciati in più occasioni), straordinari fuori controllo e un solo giorno di “riposo” dopo settimane di 60, 70 ore di servizio effettivo.
Un giorno appena, dopo settimane intere in cui la vita personale viene completamente annientata.
E anche su quel giorno di riposo, la domanda resta:
il lavoratore può davvero godere delle 11 ore giornaliere consecutive previste per legge e delle 35 consecutive per quello settimanale?
La risposta è sempre la stessa: dipende.
Dipende da un CCNL vergognoso, firmato da organizzazioni che si autoproclamano rappresentative ma che non rappresentano affatto i bisogni reali della categoria.
Un contratto costruito come un labirinto di regole e deroghe, in cui ogni diritto viene subito smontato dall’eccezione successiva.
RIPOSO GIORNALIERO
L’art. 72 del CCNL stabilisce formalmente 11 ore consecutive di riposo ogni 24 ore.
Ma nello stesso articolo introduce la deroga: fino a 12 volte l’anno (e in passato fino a 48 volte l’anno, praticamente ogni settimana!) il riposo può essere ridotto a 9 ore consecutive.
Una compressione inaccettabile, giustificata con la solita scusa dell’“esigenza di non esporre a rischi i beni vigilati”.
Come se la tutela dei beni valesse più della salute delle persone che li difendono.
Ancora una volta, il lavoro essenziale viene usato come pretesto per togliere diritti.
RIPOSO SETTIMANALE
L’art. 73 peggiora ulteriormente la situazione.
Sulla carta il lavoratore avrebbe diritto a un giorno di riposo settimanale, da sommare al riposo giornaliero, per un totale di 35 ore consecutive.
Anche qui, però, arriva la solita deroga: per “esigenze di servizio”, il riposo può essere ridotto o spostato, fino a cancellarlo di fatto.
Regola e deroga nello stesso articolo: tutto e il contrario di tutto, sempre e solo a favore dell’impresa. Mai del lavoratore.
Questo contratto è l’ennesima dimostrazione di come la contrattazione di comodo serva solo a mantenere il settore in condizioni di sfruttamento permanente.
È per questo che USB denuncia da anni, senza sosta, le porcherie nascoste dietro ogni articolo del CCNL vigilanza.
Un contratto che va azzerato e riscritto da chi lavora davvero nei siti, nei supermercati, nei porti, nelle stazioni, negli aeroporti, davanti le banche, sui furgoni portavalori, davanti ai cancelli e nei servizi pubblici.
Chi ha indossato una divisa sa bene cosa significa non riposare, perdere il sonno, la salute e spesso anche la famiglia.
Chi firma contratti del genere, evidentemente, una guardia non lo è mai stata, ma si arroga il diritto di determinarne la vita.
USB RIPARTE DAI LUOGHI DI LAVORO
Per questo come USB rilanciamo una stagione di assemblee e confronto diretto nei posti di lavoro, per costruire insieme una piattaforma contrattuale che integri l’attuale contratto, scritta dai lavoratori e per i lavoratori.
Le nostre priorità sono sui punti RIPOSO E ORARIO DI LAVORO sono chiare:
- Limiti certi e inderogabili all’orario di lavoro
- Riposi giornalieri e settimanali pieni, non comprimibili e non derogabili
- Tutela della salute e della sicurezza reale, non sulla carta
Nelle prossime settimane presenteremo i punti della nuova piattaforma in assemblea.
Perché solo la volontà collettiva dei lavoratori può essere la base di una vera contrattazione. Non gli accordi firmati nelle stanze chiuse da chi rappresenta interessi ben lontani dai luoghi di lavoro.
USB - Coordinamento Vigilanza Privata