COMUNICATO STAMPA - Noi operatori della sanità abbiamo raccolto la storia di un anno e oltre di battaglie, a difesa dei diritti civili negati, in particolare quello al lavoro, fotografando una situazione immutabile e sorda a qualsiasi critica. Un invalicabile muro di gomma verso le nostre rivendicazioni e i sacrifici dei contribuenti.
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descrive la estenuante, e infruttuosa, lotta per rivendicare il diritto al lavoro, costituzionalmente tutelato, ma negato dalla supremazia dell’interesse privato, nella gestione delle risorse pubbliche.
Denuncia la condizione di chi, ad onta del superamento di numerosi concorsi, vede mortificata qualsiasi speranza di esercitare il proprio diritto al lavoro, essendo i posti realmente disponibili, trattenuti dalle amministrazioni locali, e gestiti con logica privatistica, contro ogni principio di diritto costituzionale e comunitario. Coloro che colpiscono, impedendo l'accesso agli idonei, sono gli stessi che dispensano protezioni nella direzione delle agenzie interinali. Inutile rallegrarsi sui cambi al vertice nazionali, se non si pone alcun limite all'arbitrio delle amministrazioni periferiche.
Le vicende narrate, che si riferiscono principalmente ai concorsi per Operatore Socio Sanitario del Sud Sardegna, si ripetono in perfetta similitudine, presso tutte le PP.AA. della nazione.
In Italia siamo 100.000 in graduatoria con un turn-over di 25.000 l’anno (in uscita per scadenza di graduatorie e in entrata per espletamento di nuove procedure concorsuali).
Se proiettiamo sulla realtà nazionale i dati economici emergenti dalla gestione delle Aziende Sanitarie a noi vicine, possiamo stimare (e solo di IVA!), sprechi annuali dell’ordine di una manovra finanziaria, funzionali al solo mantenimento dei privilegi di quella fetta di imprenditoria privata prossima alla classe dirigente.
Tutto ciò avviene oramai alla luce del sole, con una perfetta sinergia tra classe politica, vertici aziendali e OO.SS. che, in assoluta unanimità di comportamenti, e senza attriti tra opposte fazioni, creano e mantengono due specie di precari (idonei e interinali) in aperto conflitto, in una guerra tra poveri, non risolvibile senza il massacro di una delle parti.
Ci opponiamo alla sistematica violazione del diritto al lavoro di quanti, avendo superato uno o più pubblici concorsi (anche 6!), si sono collocati nelle graduatorie di idonei, a vantaggio dei servigi delle agenzie interinali, tanto più costosi per il contribuente quanto meno qualificati ed efficienti.