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Dimissioni dei vertici? Sì, meglio subito!

Nazionale,

A chi si domanda come sia possibile che la conflittualità per questioni relative a concorsi e selezioni di vario livello nell'ISPRA sia così elevata, la risposta è giunta in modo lampante mercoledì scorso, giorno dell'ultima seduta del CdA.

Da ciò che si evince dal resoconto pervenuto a tutti dal membro del CdA eletto dal personale sulla nomina del direttore del dipartimento GEO, la commissione "principe", formata dal top management dell'Istituto quella che da regolamento doveva fornire la short list dei candidati ammessi al colloquio col Presidente Laporta ha commesso un errore colossale: ha escluso alcuni candidati in conseguenza dell’applicazione di un limite percentuale abrogato da ben 4 anni dal Testo Unico del Pubblico Impiego (D.Lgs. 165/2001).

L'accaduto è gravissimo e non solo perché l'amministrazione aveva preparato la strada per l’ennesima nomina di una persona con preparazione esclusivamente giuridico-amministrativa a un incarico importantissimo con una connotazione prevalentemente tecnico-scientifica. L’amministrazione, infatti, ha dato dimostrazione, nelle figure che ricoprono ruoli di vertice, di non poter essere credibile di fronte agli scenari concreti della vita dell'Ente, che non sono vetrine comunicative.

Come fa un ricercatore o un tecnologo a credere ora alla lettura amministrativa di quanto costa un passaggio di livello? Come fa un tecnico o amministrativo ad accettare la scelta di restare immobili rispetto alla possibilità di scorrimento delle graduatorie art. 53 e 54? Come fa a non arrabbiarsi un precario che vede una cantonata di questo genere dopo essere stato obbligato a fare il concorso "comma 2" (o a sperare di farlo) quando avrebbe potuto non farlo con il comma 1 del D.Lgs “Madia”assolutamente vigente? E un TD con tre anni di anzianità escluso da un nuovo concorso? O gli esclusi dai concorsi per il triennio alternativo al dottorato svolto in una ARPA? E i sottoinquadrati, a cui fu cancellata la selezione art.22 o a cui sono stati soffocati i diritti ad una riserva dei posti? Infine, come possiamo accettare di essere valutati sulle performance (comunque inique e controproducenti) da chi ha orchestrato la procedura di valutazione e meriterebbe “zero” come valutazione e “zero” come incentivo per il conseguimento degli obiettivi?

Tutte interpretazioni di chi sta dimostrando la propria inadeguatezza nella guida amministrativa dell'ISPRA e che stavolta ha sbagliato in modo troppo evidente e clamoroso di fronte al CdA, di fronte agli organi di controllo, ma soprattutto, di fronte al personale tutto.

Tutto ciò, non ci distoglie poi dalla gravità della situazione finanziaria, in particolare proprio ora che è in arrivo la scadenza di Presidente e CdA. La previsione di bilancio 2026 è tremenda. Ci sono 17 milioni da recuperare e siamo in mano a chi non riesce a gestire neanche l’avvicendamento di un capo dipartimento.

La nostra valutazione delle performance dell’accoppiata Siclari-Lazzarini è amaramente facile: un completo fallimento che esige IMMEDIATE DIMISSIONI! Sì, mancano pochi mesi alla scadenza naturale dei loro incarichi, ma viste le condizioni in cui è stato ridotto l’ISPRA, è meglio un cambio dei vertici nei tempi più stretti possibili.

USB parla chiaro, unico sindacato che rompe il muro del silenzio per riportare al centro dell’attenzione le rivendicazioni di lavoratrici e lavoratori e il futuro del nostro Istituto.

Il coordinamento USB PI ISPRA