L'incontro avvenuto settimana scorsa a Roma al tavolo dell' acciaio tra le istituzioni ha determinato l'aggiornamento del bando di gara per l’ingresso di un nuovo partner industriale in ILVA, fissando la totale decarbonizzazione come condizione vincolante.
Un obiettivo che riteniamo necessario a Taranto e che USB ha sempre sostenuto: il futuro della siderurgia deve essere compatibile con la salute e l’ambiente.
Ma su questo non può reggere l’ennesima narrazione che riduce tutto a una partita industriale, senza affrontare la questione sociale.
Nessuna parola su quanti posti di lavoro saranno salvaguardati o su quali saranno gli strumenti straordinari si intendono attivare per gestire la transizione e proteggere il reddito delle persone coinvolte.
A Taranto il dibattito appare monco e pericoloso: si ragiona di soluzioni “A, B o C” senza chiarire cosa realmente comportano sul piano occupazionale e industriale. Così si lascia campo libero a chi pensa che la transizione sia solo una questione di tecnologia e non di diritti, dignità e futuro delle persone Dirette e indirette.
Che fine faranno gli operai Sanac?
Quale è il piano nazionale per tutte quelle ditte, tantissime come Sanac che vivono grazie all' acciaierie di Taranto?
Quale è il futuro dell'indotto dell' acciaio?
Come USB crediamo che la presenza dello Stato è condizione imprescindibile in tutta questa operazione. Non come semplice arbitro, ma come soggetto attivo e garante di una strategia industriale di lungo periodo che coinvolga anche SANAC!
La siderurgia è un settore strategico per il Paese: non può essere lasciata alla logica del massimo profitto di un singolo operatore privato.
Serve un piano nazionale per la siderurgia, integrato nella strategia di politica industriale, che indichi investimenti, tempi e strumenti per una transizione ecologica giusta e socialmente sostenibile.
A livello nazionale è urgente definire degli strumenti straordinari, i piani straordinari, per la tutela dell'occupazione, la protezione del reddito per i lavoratori, pensando anche a un futuro “oltre la fabbrica” per chi non potrà essere ricollocato all’interno degli impianti in un processo sacrosanto di decarbonizzazione e tutela ambientale.
Crediamo sia inoltre vergognoso che a fronte di quanto sta emergendo dai tavoli romani, nessuno delle forze istituzionali e politiche locali e presenti al governo apra bocca.
I lavoratori SANAC vivono oggi l' ennesima incertezza lavorativa, con lo spettro della cassa integrazione che aleggia nuovamente dopo 10 anni di sacrifici e a livello nazionale si continua a non prenderli in considerazione.
Dove sono oggi i vari Andrea Barabotti , Alessandro Amorese , Francesco Persiani - Sindaco di Massa e Riccardo Ricciardi che negli anni si sono riempiti la bocca di essere al fianco degli Operai Sanac?
Addirittura qualcuno di questi personaggi sosteneva addirittura di aver trovato una soluzione a questa vertenza promettendo mare e monti sui giornali locali.
Oggi scopriamo invece che il loro governo è pronto a sacrificare decine di lavoratori della nostra città senza garanzie e tutele di alcun tipo.
Come USB siamo pronti a dare battaglia e lo faremo coinvolgendo tutti i poli dell' acciaio italiano.
Unione Sindacale di Base - Massa Carrara
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Aderente
alla FSM