E’ di ieri la notizia di un provvedimento, inserito nel decreto “milleproroghe” approvato per il momento in Commissione affari costituzionali del Senato, che prevede un’ulteriore riduzione degli organici delle amministrazioni pubbliche di almeno il 10%.
Il decreto ora approderà in aula per la discussione parlamentare, ma la proposta preoccupa e sconcerta. Di questo passo saranno messi in seria crisi di funzionamento enti come l’INPS, che hanno organici ormai ridotti all’osso e che faticano a garantire, in alcune zone del Paese, quella presenza capillare sul territorio che è vanto dell’Ente, a garanzia di un rapporto di prossimità con i cittadini utenti.
Ridurre nuovamente l’organico significa, inoltre, avere meno margini per la crescita professionale dei lavoratori dell’Ente, minori possibilità di effettuare nuove assunzioni, sicuro incremento dei carichi di lavoro. A forza di tirare la corda degli organici, questa potrebbe arrivare al punto di rottura ed alimentare una crisi di funzionamento dell’Ente.
Ma è probabile che il governo, e forse anche qualcuno all’interno dell’Istituto, pensi che ci siano ancora margini per diminuire gli organici; questo lo si può pensare solo se si ha in mente un processo di destrutturazione dell’Ente e di cessione di alcune sue funzioni.
Non è casuale che nelle nostre denunce mettiamo insieme progetto del governo e riorganizzazione dell’Istituto: tutti e due vanno nella direzione di un ridimensionamento del ruolo e delle funzioni dell’INPS. In pratica, fanno parte di un medesimo disegno, al quale ci stiamo opponendo con caparbietà e convinzione.
Anche nelle sedi i lavoratori, le RSU, i delegati sindacali, cominciano ad avvertire cosa significhi realmente la realizzazione del progetto di nuova organizzazione dell’Istituto e danno vita a primi momenti di mobilitazione assolutamente trasversali, ai quali partecipano anche delegati di quelle organizzazioni sindacali che a livello nazionale hanno accettato il nuovo modello organizzativo e lo stanno sostenendo, segno che quando i problemi li guardi da vicino e ti riguardano direttamente cerchi di capire quale sia la soluzione più giusta, indipendentemente da quello che dice o fa la tua organizzazione sindacale a livello nazionale.
Siamo sicuri che è una mobilitazione destinata a crescere ed a diffondersi, man mano che saranno sempre più chiari gli effetti di questa riorganizzazione. Non ci sarà bisogno di soffiare sul fuoco, anche perché nei momenti cruciali i lavoratori sanno distinguere l’opportunità dalla fregatura e questa è un’opportunità per pochi ed una fregatura per molti.
Noi continueremo a denunciare il disegno complessivo di radicale cambiamento e svendita dello Stato Sociale, disegno che investe in pieno anche l’INPS. Porteremo la nostra denuncia anche all’esterno, non limitandoci ad un dibattito e ad iniziative interne all’ente. Siamo sicuri che una migliore conoscenza di quanto sta avvenendo possa indurre molti ad intervenire per respingere questo attacco allo Stato Sociale e quest’ondata reazionaria contro la pubblica amministrazione.