Mobilitazione riuscita, nonostante tutte le difficoltà, in tanti delegati e delegate USB Lavoro Privato del settore delle telecomunicazioni hanno raggiunto il presidio di Roma presso la sede di TIM di Corso d’Italia, per un rinnovo contrattuale che non sia solo di elemosine, ma di salari adeguati in base al costo della vita reale.
Tanti gli interventi in cui abbiamo rivendicato:
- La richiesta di 300 euro netti di aumento subito con l’introduzione di un meccanismo di riparametrazione automatica del salario mensile o trimestrale basato sull’inflazione reale.
- Fissare a 35 ore l’orario di lavoro a parità di salario, garantendo che i minimi contrattuali siano mensilizzati sulla base del nuovo orario convenzionale.
- L’aumento salariale previsto non dovrà essere assorbito dai superminimi individuali e aziendali.
- Contro appalti e subappalti al massimo ribasso, particolarmente pesanti nei Call Center e nelle aziende della filiera delle installazioni, sono causa del dumping salariale.
- Nell’ambito dell’applicazione del CCNL TLC, deve essere espressamente vietato ed escluso il ricorso al sub-appalto in tutto il settore.
- Contro la SEPARAZIONE DELLA RETE, che a nostro avviso mette a rischio il futuro occupazionale non solo i dipendenti del Gruppo TIM e del suo indotto.
- Per la NAZIONALIZZAZIONE DELLE TLC, sotto il controllo dello Stato in quanto asset strategico per l’intero Paese, come motore per il rilancio e il riassetto del settore.
Sono questi i veri valori che sono emersi in piazza, per un rinnovo contrattuale che non sia solo di elemosine, ma di salari adeguati in base a un costo della vita reale.
USB Telecomunicazioni