Martedì 24, come Asia USB Torino, eravamo a sostenere il Comitato Teleriscaldati della Città Metropolitana di Torino, in diretta su Morning News (clicca qui per rivedere il servizio), nel denunciare ancora una volta gli aumenti del teleriscaldamento.
Mentre Iren non perde un’occasione per fare (falsa) pubblicità sui media del suo misero bonus, dipingendosi come un lauto benefattore, i cittadini teleriscaldati rilanciano la lotta, autosospendendo i pagamenti delle bollette fino a che non ci sarà una calmierazione dei prezzi e chiamando mobilitazione il 30 settembre.
In questi mesi con la petizione, nelle assemblee di quartiere e durante le mobilitazioni, il governo Draghi – e tutti i partiti che lo hanno sostenuto, dalla destra al centro-sinistra, e che oggi per la campagna elettorale si ritrovano a promettere tetti al prezzo del gas, salvo poi aver fatto tutto il contrario quando governavano –, il Comune di Torino (PD), di Grugliasco (PD) e la Regione Piemonte (FI) hanno dimostrato da che lato della barricata stare.
Quello delle multiutility che speculano indisturbate sui diritti sociali, fatturando 219 milioni di extraprofitti come nel caso di Iren o 7 miliardi come Eni. E non quello dei lavoratori, dei precari, dei pensionati e disoccupati che, con l’aumento generalizzato dei prezzi e i salari a cui sono costretti, non riescono a pagare le bollette o non sono più disposti a regalare quel poco di reddito che gli è rimasto.
Mentre sui portoni di diversi condomini di Torino e Grugliasco sono già iniziati a comparire i primi avvisi di Iren di distacco del teleriscaldamento per morosità, nemmeno un centesimo continua ad essere messo in campo per milioni di utenti di teleriscaldamento in tutto il Paese che, in un solo anno, si sono visti arrivare ogni mese, perfino in quelli estivi quando il riscaldamento non è in funzione, bollette triplicate o quadruplicate.
Di fronte ad un aumento annuo oltre il 150% di teleriscaldamento e alle dichiarazioni di Arera che prospetta un ulteriore incremento dei prezzi energetici del 100% per l’autunno, è evidente che il fantomatico bonus una tantum di Iren, se già prima escludeva ampie fasce di lavoratori e lavoratrici ed era completamente insufficiente – anche da un punto di vista temporale dato che non è ancora stato erogato a nessuno –, ora si polverizza totalmente.
Sono aumentate le bollette, sono aumentati gli affitti (+2,2% a Torino), sono aumentati i finanziamenti alle spese militari, sono aumentati i profitti fatti dalle aziende energetiche, sono aumentati gli stipendi dei sindaci e dei dirigenti di Iren. Solo i salari dei lavoratori e le pensioni continuano invece a rimanere bloccati e bassi.
È chiaro allora che la lotta contro gli aumenti del teleriscaldamento è la lotta contro il carobollette e il carovita, per la redistribuzione della ricchezza che le multiutility private si sono intascate ai danni delle classi popolari. Gli extraprofitti vanno tassati ed usati per calmierare le bollette, rimettendo nelle mani del pubblico e della collettività i servizi energetici.
Il 30 settembre scadrà il tempo che Arera si è data per valutare la necessità di istituire una tariffa specifica per il teleriscaldamento o se le multiutility potranno continuare ad agganciare il prezzo alle fluttuazioni del gas naturale.
Come Asia Usb, il 30 settembre scenderemo ancora in piazza al fianco dei cittadini teleriscaldati a sostenere la lotta!
#stopaumenti
ASIA USB Torino
Aderente
alla FSM