Sono trascorsi poco più di due anni da quando in TMHMI di Bologna si faceva il record di carrelli prodotti, in un contesto di crescita costante dei volumi produttivi. Questo grazie all'apporto determinante delle lavoratrici e dei lavoratori.
Ma la situazione è drasticamente cambiata. Nei mesi scorsi, a fronte di una contrazione significativa di ordini e volumi, negli stabilimenti di Bologna e Ostellato c'è stata una riduzione del perimetro degli occupati. In LTE ad Ostellato si farà anche ricorso alla cassa integrazione a partire da settembre.
Nonostante Toyota abbia comunque confermato tutti gli investimenti previsti, in sinergia con le istituzioni pubbliche, la situazione desta preoccupazione, in quanto riteniamo che ad oggi non sia stata messa in campo in maniera efficace una strategia industriale in grado di fronteggiare l'ingresso delle produzioni cinesi concorrenziali che producendo e vendendo prodotti a basso costo stanno mettendo a dura prova la capacità produttiva delle aziende del settore di riferimento.
Di conseguenza, anche il lancio di nuovi prodotti sul mercato da parte di Toyota rischia di non essere sufficiente ad invertire la tendenza, se non accompagnato da una strategia nell'immediato ma anche a medio e lungo termine. A ciò va aggiunta l'inadeguatezza e la non volontà di Governo, Istituzioni locali e da parte di chi rappresenta le imprese e Confindustria di affrontare questa situazione di instabilità a livello internazionale, le cui conseguenze vengono totalmente scaricate sulle lavoratrici ed i lavoratori.
Per queste ragioni, occorre alzare il livello della mobilitazione, a partire dal proprio luogo di lavoro. E in occasione del Comitato Aziendale Europeo del Gruppo Toyota CAE (costituito da rappresentanti aziendali e sindacali a livello europeo) che si è tenuto il 2 settembre a Bologna riteniamo fondamentale aver dato un segnale di lotta a tutela dell'occupazione e dei diritti delle Lavoratrici e dei lavoratori.
USB Bologna