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Radiotelevisione // Sciopero generale

USB Rai: altissime adesioni al centro di produzione di Milano allo sciopero generale del 22 settembre

Milano,

“[…] Abbiamo ancora negli occhi l’entusiasmo di migliaia di giovani e la voglia di riscatto di operai, facchini, autisti, infermieri, commesse, impiegati, giovani a partita iva, precari, occupanti di case, migranti. Il mondo del lavoro che è tornato protagonista e che chiama la cittadinanza, tutta la cittadinanza, ad alzarsi in piedi. Non lo fa per un rinnovo contrattuale ma per chiedere giustizia per un popolo lontano e martoriato. In questa epoca di egoismi e individualismi sembra qualcosa di impensabile. E invece no, la solidarietà tra i popoli, la fratellanza al di là dei confini, non sono valori morti e sepolti, anzi sono vivi e forti. C’era solo bisogno che una soggettività organizzata li valorizzasse e li riportasse alla ribalta. Che una qualche organizzazione avesse il coraggio, contro tutti e tutto, di rimetterli al centro.

Quando questo è successo ed ha incontrato il coraggio di un gruppo di volontari, la Global Sumud Flotilla, e lo spirito indomito dei portuali di Genova

la miscela si è innescata e il motore si è acceso.

Ora che un popolo si è alzato tutto è destinato a cambiare.

Come dice qualcuno, quando il dentifricio è uscito dal tubetto è impossibile farcelo rientrare.

Il 22 settembre è cominciata un’altra storia. Una storia tutta da scrivere.”

Queste le parole a caldo dal comunicato di USB riguardo allo sciopero di lunedì 22 Settembre.

Le rilanciamo con l’obiettivo di esprimere la grande soddisfazione che ci ha viste/i coinvolte/i in questo risultato, e per ringraziare tutte le persone del Centro di

Produzione di Milano che hanno aderito, contribuendo a bloccare di fatto la messa in onda della maggior parte delle trasmissioni: “Milano è nel panico”.

I numeri milanesi di questo sciopero sono stati altissimi: decine e decine di persone hanno aderito, bloccando la messa in onda di rubriche, telegiornali e trasmissioni quotidiane.

Non abbiamo avuto paura di schierarci, per un popolo, per un’idea di mondo e di futuro che saranno i nostri. Anche e soprattutto come lavoratrici e lavoratori, consapevoli dei diritti di tutti. Da quelli della Palestina a quelli che il nostro governo sta lentamente alienando alla classe lavoratrice.

Solo uniti si vince, solo così sapremo dare una svolta al corso della Storia.

Non abbiamo intenzione di essere meri esecutori della propaganda sionista del governo, né in Rai né come cittadine/i.

Nella speranza che questa giornata possa aver segnato il solco per un precedente indelebile, per cui fermare tutto è possibile. Perché possa essere così anche per le lotte future: se noi ci fermiamo, si ferma tutto.

Lo sciopero non è un fine, ma un mezzo. Questo è solo l’inizio, avanti tutta.

 

Solidarietà al Popolo Palestinese e a tutti i popoli in lotta.

Solidarietà alla Global Sumud Flotilla.

Ora e sempre resistenza.