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13 SETTEMBRE CHIUSI I BENI CULTURALI A MILANO

Milano,

COMUNICATO STAMPA

Oggi 13 settembre 2007, la Pinacoteca di Brera, il Cenacolo Vinciano, la Biblioteca Braidense, l’Archivio di Stato e tutti gli Istituti del Ministero Beni Culturali a Milano saranno chiusi al pubblico dalle 17.30.

I siti museali, le aree archeologiche, gli archivi e le biblioteche del Ministero Beni ed Attività Culturali sono aperti grazie alla presenza di 2147 precari, di cui 631 part-time, che prestano servizio da almeno 9 anni (alcuni di loro da 16 anni!).

A Brera e al Cenacolo rappresentano oltre il 50% del personale in servizio.

La Finanziaria 2007 con la successiva Direttiva “Nicolais” prevedono la possibilità di assumere in ruolo i precari della Pubblica Amministrazione che abbiano almeno 3 anni di servizio continuativi, e che siano stati assunti attraverso prove selettive, tipo concorsuali.

Quindi non ci sarebbero problemi per gli “anziani” precari dei Beni Culturali: hanno tutte le carte in regola!

Invece a distanza di 6 mesi dall’entrata in vigore della Finanziaria: la legge c’è, i soldi ci sono, ma l’assunzione non si vede, e si adducono, per una parte (gli Assistenti Tecnici Museali) problemi di pianta organica, per altri (i Giubilari) problemi di procedure.

Il rischio è che le assunzioni slittino addirittura al prossimo anno, e che non siano tutte full time.

In realtà quello che manca è uno strumento tecnico: le assunzioni, già autorizzate da Padoa Schioppa, devono essere collocate all’interno di uno strumento tecnico di distribuzione funzionale del personale, che è la nuova pianta organica. La maniera più veloce per renderla operativa è inserire la nuova pianta organica nel decreto di riforma del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, la cui approvazione in Consiglio dei Ministri sembrava in dirittura d’arrivo, ma di cui, al momento, non si conoscono i tempi di definizione.

la protesta è finalizzata a chiedere al Ministro tempi certi e garanzie certe per l’assunzione dei nostri precari, perché è un loro diritto e perché la stabilizzazione del personale significa anche garanzia del servizio pubblico offerto all’utenza.

La vicenda si inquadra nella più complessiva denuncia della dismissione dell’intervento pubblico nel settore.

La scelte della finanziaria hanno imposto il taglio alle spese per i consumi intermedi, determinando un ulteriore taglio alle spese di funzionamento, costringendo gli Istituti a sottrarre risorse destinate agli interventi di restauro, per poter far fronte alle aperture al pubblico.

Nulla si è previsto per le spaventose carenze di personale tecnico scientifico, amministrativo e di vigilanza, carenza che a livello nazionale ammonta ad 8.000 unità: infatti, neanche la stabilizzazione dei precari storici risolve il problema, poiché i musei, gli archivi e le biblioteche sono in grave emergenza.

Grave è la carenza dell’organico in Lombardia, ormai ridotto a meno della metà di quanto previsto dalle piante organiche: strutture ridotte all’osso con poche decine di funzionari e che fronteggiano la reale impossibilità di svolgere l’attività di salvaguardia, tutela e gestione dei beni culturali, ma soprattutto la minaccia quotidiana di riduzione dei servizi aperti al pubblico.

Ad aggravare la situazione della Lombardia contribuisce in modo determinante la poco lungimirante gestione del personale del Direttore Regionale della Lombardia che, nonostante la possibilità di acquisire personale da altri Ministeri, ignora l’emergenza maggiore, i servizi pubblici, indirizzando i suoi sforzi verso una politica di autopromozione e di immagine, e apre così la strada alla forzata dismissione del servizio pubblico.

 

UIL - CGIL - RDB esprimono forte dissenso in merito alla costituzione di fondazioni che, come nel caso del Museo Egizio di Torino, non offrono alcuna garanzia di tutela economica nei confronti del personale, scaricano costi di gestione sull’utenza attraverso i rincari dei biglietti d’ingresso senza però rinunciare al ricorso economico pubblico in quanto non è, al momento e nel futuro, ipotizzabile una loro autonomia economica.

In particolare, con riferimento alle recenti dichiarazioni del Ministro Rutelli, relativamente alla nascita della Cittadella della Cultura a Milano presso Palazzo Litta, non possiamo non evidenziare come queste siano ispirate ad una politica dell’immagine più che della sostanza:

non arrivano fondi per far funzionare gli uffici ed i musei, con grave danno per l’azione di tutela e restauro, non si affronta il problema degli organici,

ma mentre si apre il dibattito sull’effettiva utilità dell’iniziativa, è necessario osservare che al momento essa è riuscita a catalizzare un’ingente mole di fondi, destinati alla ristrutturazione, a scapito di altri interventi di ristrutturazione sul territorio;

e che singolare appare l’intenzione di proporre, presso la sede di Palazzo Litta, un momento di accoglienza nella complessiva visita al Cenacolo Vinciano, soluzione che obbligherebbe 2000 turisti al giorno a spostarsi per i cinquecento metri di corso Magenta, che separano i due istituti, in un circuito che non appare agevole e virtuoso, ma che soprattutto potrebbe essere evitato, utilizzando razionalmente gli spazi che nel complesso monumentale Cenacolo sono presenti ed attualmente utilizzati con funzioni di rappresentanza oppure abitative non funzionali alla struttura, ma che potrebbero, queste sì, essere agevolmente trasferite presso Palazzo Litta.


Milano, 13 settembre 2007

Coordinamento precari Beni Culturali Lombardia

Uil-Beni Attività Culturali – Milano Misia Fasano cell 3387906529

Cgil Fp – Milano Adriano Sgrò cell 3355842052

Rdb Cub - Milano Marina Zetti cell 3383301442