
Acciaierie d'Italia, gli impianti sono pericolosi ma non ci sono i DPI
Nonostante l'incidente avvenuto in Afo1 una decina di giorni fa, fortunatamente senza conseguenze per i lavoratori, Acciaierie D'Italia ha tentato di far ripartire il forno andando incontro ancora una volta ad una anomalia nel funzionamento di una tubiera. La scorsa volta si è verificata un'esplosione con fuoriuscita di ghisa liquida. In questo caso la particolare attenzione di un lavoratore ha portato a riconoscere sin da subito l'anomalia, e a dare quindi l'allarme, mettendo in azione il piano di emergenza, e provocando l’apertura della valvola snort e la depressione del forno.
L'allarme tempestivo ha evitato l'esplosione ma non lo sversamento di materiale incandescente. Afo 1, come molti altri impianti, è pericoloso. Le tubiere sono fortemente indebolite. A questo si aggiunge la mancanza nella fabbrica di prodotti per la sicurezza dei lavoratori come guanti, carta, tute e altri DPI, mancanza che compromette il regolare e sicuro svolgimento dell'attività lavorativa.
Ancora, torniamo a segnalare gli insostenibili ritardi nel pagamento delle aziende dell'appalto e dei fornitori da parte di Acciaierie D'Italia. È questa la gestione che il Governo intende portare avanti ancora?
Domani, in occasione dell'incontro previsto presso il Ministero dello Sviluppo Economico, USB darà un ultimatum. Tempi certi e passi decisi nella direzione della messa in sicurezza della fabbrica e della garanzia del reddito: continua ad essere questa la nostra richiesta, passaggio obbligato per evitare che si porti a termine quello che sta già in parte accadendo: la dismissione della fabbrica sulle spalle dei lavoratori. Domani al Mise, la presenza degli Enti Locali è occasione per ribadire che va intrapresa senza ulteriori indugi la strada dell'Accordo di programma.
Franco Rizzo
Coordinatore provinciale USB Taranto
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