
Braccianti, non si sconfigge il caporalato se non si spezza la dittatura della GDO
Ogni notizia che racconti iniziative di contrasto al caporalato e allo sfruttamento dei lavoratori dovrebbe ricevere il nostro plauso, ma se da una parte ci rallegriamo per ogni azione tesa al rispetto dei diritti, dall'altra non possiamo non evidenziare quanto i numeri e i fatti riportati siano poca cosa rispetto alla realtà raccontata dai braccianti che si spezzano quotidianamente la schiena nelle nostre campagne.
Questi racconti disegnano una stagione agrumicola che, alle piaghe storiche (lavoro nero per gli irregolari, lavoro grigio per chi invece ha un contratto, paga a cassetta oppure a 35€, in media, al giorno) e alla crisi pandemica, aggiunge il pagamento del dazio anche alla crisi delle clementine. A pagare il maggior prezzo rischiano di essere, come al solito, braccianti, contadini e piccoli produttori.
Non si può pensare di sconfiggere il caporalato se non si stravolge il sistema agroindustriale, se non si spezza la dittatura della GDO, se non si cambiano le regole della PAC, al momento fortemente rivolte a sostenere latifondisti e grandi aziende, se non costruiamo una filiera agricola giusta e sostenibile.
Qui puoi leggere la notizia: https://www.reggiotoday.it/.../piana-controlli-anti...
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