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Contratto Integrativo INPS, il pacco dei progetti locali

Nazionale,

FREGATURE SEMPRE NUOVE PER I LAVORATORI DELL’INPS

IL PACCO DEI PROGETTI LOCALI

(21/23) La bozza di contratto integrativo 2022-23 presentata dall’Amministrazione per la trattativa di ieri, mercoledì 19 aprile 2023, è da valutare nel complesso negativamente.

C’è il tentativo di attribuire un ruolo centrale alle pagelle, c’è l’inserimento dell’indice di giacenza per conseguire l’incentivo ordinario e l’irricevibile proposta di dare punteggio alle posizioni organizzative per l’attribuzione dei differenziali stipendiali.

Per quanto riguarda la forma biennale del CCNI non ci sono preclusioni da parte di USB, sono i contenuti ad essere dirimenti. In via generale l’obiettivo è quello di sottoscrivere i contratti integrativi anno per anno e, soprattutto, tempestivamente ad inizio anno. Nella situazione di grave ritardo con cui parte la trattativa 2022, la scelta biennale è certamente il male minore. Ricordiamo ancora una volta che la biennalità era stata proposta da USB come strumento per garantire passaggi orizzontali per tutti, con due diverse decorrenze, in occasione dell’accordo di ottobre 2022 che portò al 67% dei passaggi poi ridotti al 50%.

La proposta venne bocciata con motivazioni inconsistenti dalla Cisl e dall’Amministrazione.

La discussione è partita dallo scottante tema dei progetti locali, lo strumento tanto sbandierato da CGIL CISL e UIL (ma accettato anche da tutti gli altri) per “valorizzare le RSU”, a cui viene demandata la trattativa per un progetto di sede da collegare al 20% delle risorse dell’incentivo speciale.

Si tratta di un vero e proprio “PACCO”,

UNA FREGATURA TOTALE PER I LAVORATORI DELL’INPS.

Ci sarà lavoro in più da fare ma nemmeno un euro in più nelle loro tasche. Semmai un ulteriore fattore di rischio di taglio della retribuzione, in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi di sede. Il famigerato cruscotto qualità e i progetti di miglioramento non scompariranno, semplicemente verranno pagati di meno.

Non è difficile immaginare i tanti problemi che deriveranno da trattative di sede, che verranno spostate direttamente al tavolo nazionale in caso di esito negativo.

Incerta la realizzazione dei progetti e la connessa retribuzione, certissimi l’aumento della pressione, dello stress e del carico di lavoro.

USB è stata l’unica organizzazione al tavolo a chiedere lo stralcio della relativa sezione dal CCNI, rimandando la discussione sui progetti locali al 2024, considerando anche la peculiarità della situazione attuale con grandi movimenti di personale per assunzioni e mobilità. È vero che sono previsti dal contratto nazionale (firmato sotto ricatto anche dalla USB, lo diciamo prima che ce lo ricordi la CISL) ma è anche vero che l’applicazione non è tassativa, come dimostra il fatto che, pur già prevista, non sia finora avvenuta.

La nostra richiesta di stralcio non è stata raccolta da nessuno anche se ci sarebbe ancora tempo. Se e quando riceverete il pacco, saprete quindi chi ringraziare.

Con apposito volantino commenteremo la discussione relativa ai differenziali stipendiali.