Il governo Meloni, nonostante sia insediato da poco tempo, sta già dimostrando di voler portare avanti l’economia di guerra portatrice di danni e conseguenze disastrose per tutti i lavoratori e le rispettive famiglie.
E’ ormai universalmente noto come l’inflazione sia tornata al livello degli anni ’80, con i ben noti aumenti delle tariffe energetiche.
I lavoratori pubblici, che sono quelli che in Europa percepiscono i salari più bassi, stanno subendo quotidianamente un attacco al salario, accompagnato dalla solita beffa di un contratto firmato già scaduto e con aumenti medi di 50 euro netti che a poco servono contro l’inflazione galoppante.
Come se ciò non bastasse, dopo la truffa del taglio del cuneo fiscale, nella manovra economica non vi è nessuno stanziamento per i rinnovi dei contratti del Pubblico Impiego.
L’ultimo escamotage del governo Meloni per eludere l’emergenza salariale che attraversa anche il settore pubblico, è la previsione di un bonus inflazione dell’1,5 percento dello stipendio lordo: l’ennesima elemosina, un provvedimento iniquo e sperequativo perché l’aumento fisso in percentuale garantirà cifre superiori ai redditi più alti, ovvero quelli dei dirigenti.
Per i redditi “normali” ciò si traduce in circa 21 euro lordi mensili.
Ma l’attacco al pubblico impiego non è solo economico: decenni di blocco del turn over da parte di TUTTI i governi, hanno depauperato gli organici, cosa ancor più vera nel nostro ministero, ove nelle prefetture si assiste ad una desertificazione degli uffici, con conseguente aumento dei carichi lavorativi sul personale, e negli uffici di PS ad una progressiva diminuzione del personale dell’Amministrazione civile, spesso sostituito da personale della Polizia di Stato, adibito pertanto a svolgere compiti che non gli competono con notevole aggravio di spesa per la macchina statale.
Dinanzi a tutto questo, è necessario uno scatto d’orgoglio e dignità per contrastare le manovre del governo, restituendo alla PA il ruolo che le spetta.
Lo sciopero generale indetto dalla USB e dai sindacati di base per il 2 dicembre, va in questa direzione.
- Rinnovo dei CCNL già scaduti e aumento dei salari con adeguamento automatico al costo della vita e recupero dell’inflazione reale.
- Adeguamento del valore del buono pasto al costo della vita (almeno 10 €) e copertura delle spese per chi lavora in smart working.
- Inserimento della 14ma mensilità nella retribuzione
- Massiccio piano di assunzioni a partire dalla stabilizzazione di precari e interinali e scorrimento delle graduatorie in essere.
USB PI – Coordinamento Nazionale Ministero Interno