Icona Facebook Icona Twitter Icona Instagram Icona Telegram Icona Youtube Icona Rss

Cub

Le notizie CUB della settimana 2 - 8 marzo 2009

Nazionale,

Le notizie pubblicate dai media sulla CUB e sulle organizzazioni della CUB

La Rassegna aggiornata ad oggi la trovi cliccando qui

L'Archivio delle notizie dal 2002 lo trovi cliccando qui

 

 

 

 

 

 

 

 



8 marzo 2009 - Corriere di Bologna

Cortei «Bifo» e Monteventi anticipano la protesta, sit-in senza preavviso
Cobas e Rdb, sfida al prefetto
«Tutti in piazza sabato 21, no al divieto di sfilare in centro»
Betti, leader del sindacato di base: «Manifesteremo anche se la Questura dirà no e impugneremo la direttiva di piazza Roosevelt»
di Alessandro Mantovani Silvia Saracino

Bologna - La battaglia contro il divieto di manifestare in centro è cominciata ieri. Verso le 15, un'ora dopo l'entrata in vigore della misura che ieri scattava dalle 14, i candidati di «Bologna città libera» hanno improvvisato un sit-in in piazza Maggiore con megafoni, striscioni e volantini inneggianti all'articolo 17 della Costituzione che tutela il diritto di riunione in luogo pubblico. «Torneremo ogni sabato, finché quest'ordinanza fascista non sarà ritirata», annuncia il candidato sindaco di Bcl Valerio Monteventi attaccando il provvedimento adottato dal prefetto in applicazione della direttiva del ministro del-l'Interno Roberto Maroni. Monteventi se la prende anche con il Pd che in Comune ha rinunciato a chiederne il ritiro. In piazza erano una sessantina ma sono raddoppiati con i passanti e i curiosi, al megafono si sono alternati Franco Berardi «Bifo», i consiglieri Roberto Panzacchi e Serafino D'Onofrio e l'ex segretario cittadino del Prc Tiziano Loreti. Protestavano anche contro la Doxa che l'altro giorno ha chiamato «Bifo» facendo domande su tutti i candidati a sindaco tranne Monteventi: «Vogliono cancellarci ». Probabilmente saranno denunciati per manifestazione non preavvisata, il che può comportare l'arresto fino a sei mesi e un'ammenda fino a 413 euro: «Stiamo valutando come procedere », dicono in Questura.
Intanto il divieto prefettizio ha colpito la manifestazione delle donne, anticipata a ieri sera perché l'8 marzo cade di domenica: erano un centinaio e invece di arrivare al Nettuno si sono fermate in piazza Verdi.
Ma ora tocca ai Cobas e alle Rappresentanze di Base che hanno diffuso un appello per ritrovarsi sabato 21 marzo alle 15.30 in piazza del Nettuno «per una manifestazione in difesa delle libertà democratiche, che arrivi fin sotto le finestre del Palazzo del Governo». Il testo è firmato da oltre cento lavoratori e delegati delle Rsu della scuola, della sanità, delle cooperative, di Atc, Acer, Hera, Telecom, polizia municipale e altri settori. Danno appuntamento per un'assemblea giovedì 12 alle 21 a Palazzo d'Accursio.
Per sabato 21 il preavviso depositato in Questura dalle Rdb indica un percorso breve ma in palese contrasto con il provvedimento prefettizio che vieta, nel week end, le strade della «T» (via Ugo Bassi, via Rizzoli e il tratto centrale di via Indipendenza), piazza Maggiore, piazza Re Enzo, piazza del Nettuno e piazza Santo Stefano. Dal Nettuno la manifestazione dovrebbe infatti imboccare via Ugo Bassi, quindi girare in via Testoni per raggiungere la Prefettura. «Non ci hanno fatto ancora sapere niente — spiega Massimo Betti delle Rdb — ma in caso di divieto andremo ugualmente».
In quel caso rischierebbero l'arresto fino a un anno e l'ammenda fino a 413 euro, ovvero le sanzioni previste dall'articolo 18 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza (Tulps) che spesso però rimangono virtuali perché la prescrizione arriva prima delle condanne. Ma l'obiettivo è un altro: «Siamo pronti ad impugnare l'eventuale divieto», aggiunge Betti. Se ne occuperà l'avvocato Massimo Camplese: «Ricorreremo al Tar — spiega il legale — anche per l'annullamento dell'ordinanza prefettizia e della direttiva Maroni, che contrastano con l'articolo 2 del Tulps che ammette certi provvedimenti solo in caso di urgenza e di grave necessità, nonché con l'articolo 17 della Costituzione secondo il quale le manifestazioni possono essere vietate solo per comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica».


8 marzo 2009 - Brescia Oggi

LA PROTESTA. Esponenti dei sindacati di base, specialmente dei trasporti, in piazza per contestare il disegno di legge delega per la riforma dell’astensione dal lavoro
«Limiti» agli scioperi: i Cobas in prefettura

Brescia - In maggioranza trasportatori ma anche lavoratori della scuola e del pubblico impiego. Cub, Confederazione Cobas e Sdl intercategoriale hanno protestato nella mattinata di ieri davanti alla Prefettura di Brescia contro il disegno di legge delega per la riforma al diritto di sciopero. Il malumore nasce dal settore trasporti - il primo che potrebbe essere interessato dal provvedimento - ma dilaga un pò in tutte le categorie. Il ddl approvato pochi giorni fa dal Consiglio dei ministri sembra infatti lasciare aperte molte finestre verso l’estensione delle limitazioni al diritto di sciopero anche in altri settori. «Scioperare diverrà, se il provvedimento sarà convertito in legge, un percorso ad ostacoli» grida nel megafono Maurizio Murari, Rsu Trasporti Brescia.
Murari ricorda come il disegno di legge sia stato forgiato basandosi sul numero degli scioperi a livello nazionale «cosa che però non ha senso fare oggi visto la grave crisi economica che l’Italia sta attraversando e che si è trascinata dietro oltre 9 mila licenziamenti, senza parlare poi del caso Alitalia - continua -. Una situazione che è difficile e che ha portato e porta con sé inevitabili esigenze di mobilitazione». «Il settore trasporti di Brescia invece - conclude - ha indetto quattro scioperi in un anno».
Intorno alle 11.30 il capo di gabinetto della prefettura, Anna Aida Bruzzese, ha accolto una delegazione di manifestanti che avevano chiesto un incontro con i vertici.
«È stato un colloquio a senso unico - riporta Pino Giampietro, dei Cobas - .Abbiamo esposto tutte le ragioni delle nostre criticità e Anna Aida Bruzzese si è sostanzialmente limitata ad ascoltare e a garantire la comunicazione a chi di competenza». Durante la breve audizione il capo di gabinetto ha sottolineato come le nuove norme siano ancora in gestazione e aperte a discussioni e cambiamenti.(S.GHI.)


8 marzo 2009 - Il Centro

Precari Asl, tempo di sciopero
Domani corteo da via Paolini per chiedere stabilità
di Flavia Buccilli

PESCARA - I precari delle Asl abruzzesi scioperano e scendono in piazza. Domani, a partire dalle 9.30, si ritroveranno tutti a Pescara davanti agli uffici della direzione generale della Asl, in via Paolini, per manifestare pubblicamente e far sentire la propria voce. Poi, con ogni probabilità, un corteo di protesta sfilerà fino a via Conte di Ruvo, dove si trovano gli uffici dell’assessore regionale alla Sanità, Lanfranco Venturoni, e del commissario Gino Redigolo. Il grido di allarme di questi lavoratori è rivolto proprio alla Regione che sul fronte sanitario è alle prese con un buco senza fine. I precari non vogliono pagare le conseguenze del disastro economico, non vogliono essere mandati a casa alla scadenza dei contratti di lavoro.
«All’assessore e a Redigolo», spiega Mario Frittelli (Rdb), uno dei promotori dello sciopero e della manifestazione, «chiederemo il rinnovo dei contratti in scadenza nonché la stabilizzazione per ha chi accumulato i requisiti». I fondi necessari per queste operazioni potrebbero essere individuati, suggerisce Frittelli, «attraverso un percorso virtuoso e cioè eliminando gli sperperi che si registrano per altre voci. Di certo non riconosciamo il valore e il peso del deficit, perché non è stato causato dai lavoratori. In passato sarebbe stato necessario fare più attenzione agli sprechi, regolamentare meglio i rapporti coi privati ed evitare le esternalizzazioni dei servizi, che costano molto di più alle casse pubbliche».
Di precari ce ne sono dappertutto, in ogni Asl, ma la situazione «più preoccupante» è quella di Pescara, dove se ne contano circa 200 e nei giorni scorsi, a fine febbraio, sono tornati a casa 48 Edp. «A Chieti», ricorda Frittelli, «i 130 precari storici hanno perso il posto di lavoro e alla Asl di Avezzano-Sulmona il precariato si registra anche tra gli autisti del 118. La strategia seguita dalle Asl è di fare a meno di questo personale perché non ci sono soldi a sufficienza, ma le conseguenze sono disastrose perché mano a mano che gli addetti diminuiscono i «disservizi aumentano. Già oggi ci sono problemi evidenti ma nei prossimi mesi, man mano che scadranno altri contratti, rischiamo davvero la Caporetto della sanità dal punto di vista assistenziale, osserva Frittelli. Lo abbiamo fatto notare e ci siamo sentiti rispondere che ci sono delle graduatorie aperte, per cui si attingerà da quelle ma è difficile che esista una graduatoria di 200 persone, per cui ritengo che si debba pensare ad una soluzione. E la Regione dovrebbe dirci se ha in mente un piano di emergenza per fronteggiare le carenze assistenziali».


8 marzo 2009 - Il Gazzettino

Venezia. Già la crisi morde la coda di moltissime aziende...

Venezia - Già la crisi morde la coda di moltissime aziende del territorio, perché aggiungere altre difficoltà quando si potrebbe farne a meno? Danilo Scattolin, del sindacato autonomo Cub, lancia l’allarme per Brusutti e per i suoi 45 dipendenti. L’azienda, che ha sede a Tessera vicino all’aeroporto, si occupa di servizi di noleggio e gestisce un parcheggio usato dai passeggeri del Marco Polo, con i pullman porta i ragazzi in gita in montagna, assicura servizi di linea per Canazei, San Martino di Castrozza, Falcade, preleva e porta i passeggeri delle navi crociera alla Marittima e infine copre la linea Treviso-Venezia-Aeroporto in pool con Atvo. Atvo, l’Azienda trasporti veneto orientale, ha acquistato tempo fa il 67% delle quote della Brusutti e ne ha il controllo: «Ora che il bilancio è in rosso, Atvo ha cambiato consiglio di amministrazione dell’azienda veneziana e ha esautorato Bruno Brusutti che rimane presidente onorario - dice Scattolin -. Il problema è che i vertici hanno elaborato un piano per risparmiare che secondo noi mette a rischio la qualità dei servizi offerti, ma soprattutto l’occupazione».
Il sindacalista di Cub Trasporti si riferisce al taglio di un servizio per il porto e all’automatizzazione del parcheggio di Tessera: «Da molti anni l’azienda lavora con Gulliver e Oasis che seguono Costa Crociere. Oasis non era molto puntuale con i pagamenti, per cui Atvo chiede il pagamento nei tempi dovuti e ha rimesso in discussione i due contratti che portano in cassa dai 600 ai 700 mila euro l’anno - conclude Scattolin -. Quanto all’automazione del parcheggio, può anche andare bene, ma bisogna stare attenti perché lì ci sono 11 o 12 persone che lavorano, inoltre l’automazione rischia di scontentare i clienti che erano abituati ad arrivare anche all’ultimo minuto e lasciare auto e bagagli, tanto ci avrebbe pensato il personale».


8 marzo 2009 - La Nuova Venezia

SERPELLONI DEL CENTRO NAZIONALE PER LE DIPENDENZE
«In questo tipo di mestiere è in gioco la vita della gente»

Se, come dicono le statistiche in materia, l’uso di alcol e stupefacenti è molto diffuso in tutte le classi sociali e nelle fasce d’età più giovani, l’imminente campagna di test preventivi, anche a Venezia, per i lavoratori «a rischio» del settore trasporti, finirà per creare non pochi problemi. In difficoltà non sarà solo chi dovrà sottoporsi per obbligo di legge agli esami periodici di urine e sangue, ma anche per le aziende che dovranno organizzare l’effettuazione di questi test per assicurare sempre del personale «idoneo» alla conduzione i automezzi. Giampietro Antonini, responsabile nazionale del sindacato Cub-Trasporti, precisa che la legge potrà essere applicata «solo dopo l’emanazione delle linee guida della Regione e con le opportune garanzie che non saranno commessi abusi». «Si tratta di una questione molto delicata - dice Antonini -, i test debbono essere equilibrare la garanzia della sicurezza per gli utenti e i diritti individuali dell’autista prevedendo. Come ho già segnalato alla Regione Veneto, i test dovranno non solo prendere in considerazione i risultati delle analisi di urine o sangue, ma anche lo stato psico-fisico al momento del servizio. In ogni caso, le aziende dovranno attendere le procedure attuative della nostra Regione e concordare tempi e modi dei test con i rappresentanti dei lavoratori». A tutt’oggi solo due regioni hanno emanato «Linee guida» per l’attuazione della legge 81 del 2008 - Emilia Romagna e Toscana -, mentre la Regione Veneto ha messo al lavoro due apposite commissioni che dovrebbe predisporre il testo entro questo mese, con la definizione dei criteri e delle strutture (laboratori) che dovranno eseguire le analisi e le terapie di recupero.
Per il medico veronese Giovanni Serpelloni, direttore del Dipartimento nazionale antidroga, «già oggi le aziende che, in caso di un incidente stradale provocato da un loro autista, commettono un reato di omissione se risulterà che quel lavoratore non è stato sottoposto ai test preventivi già previsti dai due atti di cui si compone la legge già pubblicata in Gazzetta Ufficiale».
Per Serpelloni la legge e la sua applicazione «sono doverosi per chi fa mestieri che mettono a repentaglio l’incolumità di altre persone», ciò vale per chi consuma «alcol o stupefacenti di ogni tipo e senza distinzione alcuna tra le impropriamente dette droghe leggere e pesanti». «Questo tipo di controlli - aggiunge Serpelloni che ha lavorato a lungo con le sperimentazioni dei test, anche su strada, al fianco del sottosegretario Govanardi - sono il frutto di trent’anni di studi e sono già applicati in altri stati europei».(g.fav.)


8 marzo 2009 - La Stampa

VETROTEX SAINT GOBAIN
Protestano i lavoratori "Stipendi in ritardo"

Gli stipendi arrivano in ritardo, così che un paio di dipendenti della Vetrotex Saint Gobain hanno promosso una petizione, che è stata inviata non solo all’azienda ma anche al sindaco Carlo Giacobbe, ai sindacati e agli organi di informazione. Una raccolta che arriva a poche settimane dall’attuazione del piano organizzativo «Sinfony» e del licenziamento di due impiegate che hanno rifiutato il trasferimento nella sede milanese di Saint Gobain.
«Chiediamo – si legge nella nota – che gli stipendi siano pagati entro il 27 di ogni mese. Eventuali ritardi creano a ciascuno di noi una serie di problemi per il rispetto delle scadenze di pagamento come bollette di luce, gas e acqua e pagamento di rate di eventuali mutui casa e affitti, ritardi per i quali potremmo pagare pesanti penali».
Intanto, a Milano, la Cub denuncia il licenziamento delle «due mamme-lavoratrici» e annuncia un presidio a lunedì, dalle 12 alle 14, davanti a una delle sedi del gruppo


7 marzo 2009 - La Repubblica

La manifestazione
Presidio dei Cobas "Sciopero nel mirino"

Genova - I lavoratori aderenti ai Cobas hanno manifestato ieri davanti alla sede della Prefettura a Genova per protestare "contro il Governo che vuole abolire il diritto di sciopero". L´iniziativa vuole denunciare il fatto che "il Governo, con l´assenso di Cgil, Cisl e Uil, vuole cancellare le libertà e i diritti sindacali costituzionalmente tutelati".


7 marzo 2009 - Liberazione

Cento firme per l’appello a sfilare in città - in centro - sabato 21 marzo
Bologna, lavoratori schierati contro la direttiva Maroni
di Benedetta Aledda

Bologna - A Bologna 100 lavoratori e lavoratrici hanno deciso di non rassegnarsi a quella che definiscono «una svolta autoritaria» e hanno scritto un appello per una «mobilitazione in difesa delle libertà democratiche ». Parteciperanno alla manifestazione nazionale indetta dal sindacalismo di base per il 28 marzo a Roma. Prima, però, manifesteranno nella loro città, unendo la contestazione al disegno di legge delega sugli scioperi nei trasporti con la contestazione all’ordinanza con cui il prefetto di Bologna vieta le manifestazioni nelle principali vie e piazze del centro, dal sabato pomeriggio alla domenica. «Siamo lavoratrici e lavoratori che stanno subendo come tanti altri gli effetti di questa profonda crisi economica», scrivono nell’appello i 100 firmatari. Lavorano nella scuola pubblica, nel settore dei trasporti, nel "privato sociale", nelle fabbriche, nella sanità, nelle comunicazioni; molti sono Rsu eletti nelle liste dei sindacati di base. Si rivolgono «a tutte le forze sociali, a quelle politiche, ai singoli lavoratori, ai singoli cittadini » per costruire «un percorso comune di opposizione». Danno appuntamento in piazza Nettuno alle 15,30 di sabato 21 marzo e vogliono arrivare in corteo fino a piazza Roosvelt, attraversando anche alcuni tratti che l’ordinanza prefettizia vieta alle manifestazioni che non siano celebrative, religiose o storiche. Anzi, chiedono un incontro col prefetto Angelo Tranfaglia, autore dell’ordinanza che, d’intesa col sindaco Sergio Cofferati, applica la direttiva Maroni sulle manifestazioni nei centri urbani. Se verrà vietato il percorso che hanno già comunicato alla Questura, decideranno il da farsi in un’assemblea convocata per il 12 marzo alle ore 21 nella sede del Comune. RdBCub, Cobas e Sdl non escludono di ricorrere alle vie legali contro un divieto che, da subito, hanno definito anticostituzionale. L’appello è stato distribuito ieri pomeriggio durante un presidio contro le riforme del governo sul diritto di sciopero, definite «un attacco alla democrazia».

Gli inquilini non pagheranno l’affitto, la società manda la polizia
Roma, case sfitte via Pincherle occupata
di Daniela Nalbone

Roma - Hic manebimus optimae. Qui staremo benissimo. Così recita lo striscione appeso dal balcone del primo appartamento occupato dagli inquilini di via Pincherle: «E’ un passaggio di testimone» racconta Marisa del Comitato Colli Portuensi 187 «visto che questo è stato il motto della nostra protesta. Noi siamo riusciti, con l’impegno dei movimenti, dei sindacati e delle istituzioni, ad affermare il nostro diritto alla casa con il felice esito della vicenda » relativa alla cartolarizzazione del Fondo Pensioni della ex Cassa di Risparmio di Trieste (ora Unicredit) con l’acquisto dell’immobile da parte dell’Ater. «Ora portiamo la nostra solidarietà e il nostro striscione agli "inquilini resistenti" di via Pincherle 153/169» dove, da ieri, siamo alla "seconda fase" della lotta: sciopero dell’affitto e occupazione simbolica degli immobili. «Volevamo una ragionevole conclusione: l’acquisto da parte dell’Ater dello stabile» dichiara Roberta, presidente del Comitato inquilini «ma Fata Assicurazioni, le Generali Spa e Giacomazzi Immobiliare stanno commettendo un vero e proprio crimine sociale come dimostra l’ultimo rifiuto da parte di Giacomazzi dell’offerta di acquisto della Regione Lazio. Per questo la situazione impone l’uso della forza. Per questo smetteremo di pagare l’affitto e ci dichiariamo "occupanti" delle nostre case». Ma non finisce qui. Gli inquilini, tramite il sindacato AS.I.A. RdB e l’avvocato Perticaro, sporgeranno denuncia contro Fata, Generali e Giacomazzi «perché è inammissibile che una società come Area Mestre (attuale proprietaria dell’immobile di via Pincherle), una s.r.l. con un patrimonio di appena 115mila euro, abbia la possibilità di fare operazioni immobiliari garantite per 43 milioni di euro grazie al sostegno che i soliti speculatori possono avere dalle solite banche, in questo caso la popolare di Novara e quella di Lodi». Potremmo definirlo un "miracolo all’italiana" quello che si è verificato a via Pincherle: Area Mestre, una società della Giacomazzi, con un bilancio depositato presso la Camera di Commercio in passivo di 27mila euro e una solvibilità classificata come "Rosso D" (per la quale non si può ottenere un mutuo superiore a 5mila euro) è riuscita a mettere a segno un acquisto di tale portata grazie a un prestito di 43 milioni. Poche ore dopo l’occupazione, Area Mestre ha chiesto l’intervento in loco della polizia e ha inviato una volante di vigilantes privati per controllare la sua proprietà «come ulteriore segno della propria arrogante politica speculativa» dichiara Angelo Fascetti di ASIA RdB «si scherano uomini armati sotto un palazzo abitato da persone semplici che qualcuno vorrebbe far passare per delinquenti». Gli "occupanti" di via Pincherle 153/169, però, non sono soli nella loro lotta: al loro fianco si schierano, ancora una volta, diversi rappresentanti istituzionali, dai consiglieri comunali Alzetta e Azuni, a quelli regionali Peduzzi e Carapella fino ad arrivare al presidente del Municipio XI , Andrea Catarci. Della maggioranza comunale, invece, neppure l’ombra. «Evidentemente sono ancora sotto shock per quanto accaduto giovedì al tavolo sull’emergenza abitativa» scherza qualcuno riferendosi alla rottura delle trattative durante l’incontro tenutosi in Campidoglio al quale hanno preso parte, fra gli altri, l’assessore alla Casa, Antoniozzi e i movimenti romani per il diritto all’abitare in cui i rappresentanti dell’amministrazione hanno presentato il Piano Casa del comune. «Un piano che abbiamo giudicato inadeguato» spiegano in una nota i movimenti «perché fatto di dismissioni, visto che a parte i nuovi finanziamenti in arrivo dalla regione Lazio e i 49 milioni di euro provenienti dai cambi di destinazione d’uso prodotti dalla precedente giunta, il bilancio del comune prevede per l’emergenza abitativa lo stanziamento di soli 100 milioni di euro, per di più legati alla dismissione di 8mila alloggi pubblici e di altro patrimonio disponibile. Un paradosso inaccettabile se si pensa che dalla vendita di tre appartamenti si ricaveranno risorse forse appena sufficienti per costruirne uno». Se a questo aggiungiamo che esponenti della maggioranza hanno presentato dentro Casa Pound una proposta di delibera per il mutuo sociale che dovrebbe essere approvata entro marzo da finanziare ancora una volta con il ricavato del patrimonio pubblico per l’acquisto a costo zero di alloggi da assegnare secondo criteri di accesso che «oltre al limite del reddito previsto per l’Erp introducono il requisito della romanità, in contrasto con tutte le leggi europee » è chiaro il motivo per cui i movimenti hanno giudicato «irresponsabile l’atteggiamento del comune e comunicato la ripresa immediata delle mobilitazioni» a partire da un’assemblea generale per il diritto all’abitare il 12 marzo alle ore 17 presso l’ex cinema Volturno occupato, passando per la manifestazione del 13 marzo a sostegno degli "inquilini resistenti" di via Pincherle alle 16,30 sotto la Regione Lazio, fino ad arrivare a un presidio in Campidoglio per il 19 marzo, in occasione del dibattito sul bilancio comunale. E’ iniziata una nuova fase della lotta «che ci porterà alla manifestazione nazionale del 28 marzo per la riunione, a Roma, dei ministri del Welfare del G14 in cui urleremo come la casa è uno dei pezzi principali del welfare mancante».


7 marzo 2009 - La Nuova Ferrara

La Digos in Comune per diffamazione
Veleni con i sindacati «Noi indagati e interrogati dalla polizia politica»

COMACCHIO - Veleni e ancora veleni, a Comacchio in Comune. Dopo lo scandalo Cinti con tutti gli strascichi possibili, ecco che una coda di quei fatti torna d’attualità con un volantino che è stato affisso in bacheca dalle rappresentanze sindacali di base. Nel volantino si stigmatizza l’intervento della Digos, intervenuta giorni fa per normali e banali accertamenti. Ma nel volantino invece, si carica la questione con toni e significati allarmati. «Se è grave che una questione di carattere sindacale venga spostata sul piano giudiziario, diventa di estremo allarme il fatto che sia stata coinvolta la polizia politica (la Digos, ndr) per indagare e interrogare tutti gli eletti Rsu della Rdb». I fatti, tuttavia, sono molto semplici. Come lo stesso volantino spiega, tutto nasce dalla denuncia per diffamazione fatta da una dirigente del Comune (non citata, ma identificabile) contro un volantino della stessa Rdb che poi era stato divulgato da un quotidiano locale non il nostro. La querela ha fatto il suo percorso giudiziario, ed è arrivato all’iter degli accertamenti: la Digos ha avuto delega diretta dalla procura di Bologna (competente solo e soltanto perché come prevede la legge sulla stampa deve indagare la magistratura in cui ha sede la stamperia di un giornale) e giovedì scorso gli ispettori della Digos si sono recati a Comacchio per ascoltare le persone in merito ed eseguire l’identificazione, normale procedura per una qualsiasi querela per diffamazione. Il retroscena è che gli ispettori avrebbero chiesto massima discrezione, applicata con l’affissione del volantino in bacheca.


7 marzo 2009 - Corriere della Sera

Evento Intitolato al Santo Padre centro d'assistenza per giovani
«Emozione e un po' paura per la visita di Ratzinger»
Alemanno: ringrazierò il Papa per ciò che fa
di Ernesto Menicucci

Roma - Il primo cittadino annuncia: «Entro la fine del mio mandato saranno 15 le nuove parrocchie che sorgeranno»
«C'è una certa emozione, ma anche un po' di paura». Così, in un'intervista a Radio Vaticana, Gianni Alemanno ha commentato la visita del Papa Benedetto XVI in Campidoglio, lunedì prossimo. Un evento atteso da tempo, per il quale le segreterie del Comune e quella del Vaticano stanno lavorando da tempo. A Palazzo Senatorio ci sono lavori febbrili: sono state verniciate le porte (anche quella principale, che dà sulla Loggia), cambiati i tappeti. «Sono undici anni - ha detto il sindaco che il Santo Padre non viene in Campidoglio (l'ultima volta toccò a Giovanni Paolo II, nel '98, ndr), per cui si tratta di un vero evento, non di una visita normale. Stiamo cercando di predisporre al meglio tutta la struttura, per far sì che sia un profondo appuntamento cittadino». Alemanno ha anche ricordato che «alla fine del mandato saranno 15 le nuove parrocchie realizzate in tutta la città». Un'iniziativa non solo religiosa, ma anche sociale: «Ci sono quartieri in cui tutto ruota intorno alle parrocchie. Per questo, lunedì ringrazierò il Papa per quello che la Chiesa fa nelle zone più difficili della città. Spesso le parrocchie si sostituiscono all'amministrazione pubblica ma questo non è un fatto che ci dispiace, perché noi crediamo nel principio di sussidiarietà e siamo convinti che debba essere la società civile a dare delle risposte ai problemi».
Alemanno sta lavorando sul discorso da pronunciare in occasione della visita di Ratzinger: «Il mio messaggio di benvenuto - ha proseguito il primo cittadino - ruoterà intorno a tre parole. La prima è la vita, perché Roma sia la città della vita che nasce, della vita in tutte le sue manifestazioni. E poi sul fatto che la capitale deve essere la città della speranza e della libertà religiosa, perché questa è anche la libertà di avere speranza».
Ci sono anche delle polemiche. La Rdb-Cub del Comune, tramite una lettera recapitata a mezzo della Prefettura della Santa Sede, si è rivolta al Papa «per evidenziare gli aspetti più controversi della gestione Alemanno rispetto ai problemi della cittadinanza» e «le criticità insite nelle recenti decisioni in materia di sicurezza, che stanno trasformando Roma da città aperta a città intollerante».
Roberto Betti, dirigente sindacale della Rdb, insiste: «Siamo indignati dal constatare che questa amministrazione calpesta quotidianamente i diritti degli ultimi. A preoccuparci è il grave deficit di democrazia, non solo sindacale che sta attraversando tutto il paese. Ci rivolgiamo al Pontefice per far sì che induca a una riflessione gli amministratori locali».
In merito al regalo al Papa, Alemanno ha spiegato: «È un terreno che deve diventare un grande centro di formazione professionale per italiani e non italiani, intitolato proprio a Benedetto XVI». E l'ufficio stampa del Comune dichiara: «La Santa Sede è stata citata in maniera inesatta ed impropria non avendo nessun ruolo in questa iniziativa. Il sindaco non donerà al Santo Padre un terreno sulla via Cassia, ma intitolerà a Benedetto XVI un centro che si occuperà di formazione ed assistenza ai ragazzi disagiati. Non sarà Don Giovanni D'Ercole a gestire il centro per conto del Vaticano. Sarà il Campidoglio a coordinare le associazioni laiche e cattoliche impegnate nel lavoro di sostegno alle nuove generazioni».


7 marzo 2009 - Il Resto del Carlino

Fiera, il cda slitta al 31 marzo Cauta apertura dei sindacati

Bologna - NON il 5% ma il 4: questa la quota stabilitata dalla Regione per entrare nel capitale della Fiera. L'accordo di acquisto delle quote dal Comune e dalla Provincia (2% ciascuno) è stato raggiunto ieri. Slitta però al 31 marzo il cda della Fiera, che doveva tenersi lunedì, per «maggiori approfondimenti sui contenuti del piano industriale» e probabilmente, in particolare sull'aumento di capitale proposto dall'ad Federico Minoli. Intanto da Cgil, Cisl ed Rdb arriva una cauta apertura. I sindacati infatti notano la «netta discontinuità» con il passato e la presa in considerazione della «crisi economica e produttiva del territorio bolognese». Anche sull'ipotesi di risparmi sul personale, sulla quale si regge in parte il piano di Minoli, si lasciano spiragli al dialogo: «Siamo contrari spiegano se consiste in un attacco ai diritti contrattuali dei lavoratori ma disponibili ad intervenire su disorganizzazioni, inefficienze e diseconomie spesso create dalla direzione aziendale». Per il resto è promosso il rafforzamento della Fiera nel rapporto col territorio, l'abbandono dell'idea dello scorporo societario, gli investimenti su nuove fiere, la proposta di aumento di capitale per 15 milioni di euro. «Da approfondire invece le previsioni di risparmio, in particolare la ragione che ha portato dal 2004 ad oggi ad una vera impennata dei costi».


7 marzo 2009 - EPolis Roma

Emergenza casa. Braccio di ferro tra la proprietà che ha venduto 98 appartamenti e gli inquilini
Via Pincherle, occupati gli alloggi

Roma - Alla fine, in serata, è arrivata anche la polizia: dopo una giornata infuocata nel braccio di ferro tra la proprietà di via Pincherle e gli inquilini, Area Mestre ha messo la vigilanza privata a controllare gli appartamenti. Durante la mattinata, il comitato degli inquilini ha occupato uno degli undici appartamenti vuoti del palazzo (in vendita a 268mila euro): tutti gli altri, per protesta, hanno affisso sulla porta di casa l'adesivo con la scritta "Alloggio occupato". «Dallo sciopero della fame della fame - spiega Angelo Fascetti dell'Asia Rdb - agli inquilini resistenti con lo sciopero dell'affitto a partire dal 1 aprile». «Questo - aggiunge un'inquilina - non vuol dire che non pagheremo l'affitto: verseremo la quota in un conto corrente intestato al comitato e quando conosceremo la proprietà delle nostre case, daremo loro i soldi». «Questa iniziativa - prosegue Fascetti - è la prima che ci porta alla manifestazione del 13 marzo: per quella data vogliamo coinvolgere tutti gli inquilini romani in difficoltà per fermare questa nuova speculazione». L'atteggiamento della proprietà, che ha annunciato di aver venduto già 98 appartamenti su 116, «porta all'inasprimento sociale della vicenda», conclude il sindacalista.(R.M.)


7 marzo 2009 - Corriere di Bologna

Expò A Mastrococco e Loop il bando per lo stand di Bologna a Shanghai 2010
Fiera, la Regione verso il 4%. Altolà dei sindacati sui tagli

Bologna - Iscritta al libro soci della Fiera nello scorso consiglio d'amministrazione, ora la Regione sta per salire al 4 per cento nell'azionariato di via Michelino. Lo hanno annunciato ieri sia l'assessore regionale, e consigliere dell'expò, Duccio Campagnoli che la presidente della Provincia Beatrice Draghetti.
Saranno proprio Palazzo Malvezzi e il Comune a cedere un 2 per cento a testa a viale Aldo Moro (e non più un 2,5 per cento, come annunciato in precedenza), secondo uno schema preparato da mesi ma attuato solo ora che la Regione è già entrata nella compagine — dopo la cessione di quote dalla Finanziaria Bologna Metropolitana — e non c'è più il rischio che qualche socio privato eserciti il diritto di prelazione. «Abbiamo dato corso alle procedure per la vendita di azioni alla Regione», ha detto Draghetti, che incassera (così come il Comune) circa tre milioni di euro. Le tre istituzioni hanno pronti anche 5 milioni di euro complessivi per sottoscrivere la loro quota dell'aumento di capitale chiesto dall'amministratore delegato Federico Minoli (15 milioni in tutto). Il tema è ora al vaglio anche dei soci privati, più cauti, e toccherà direttamente al cda del 31 marzo discuterlo (quello previsto per lunedì è stato annullato), insieme all'approvazione definitiva del piano industriale. Il programma di sviluppo 2009-2011 dell'expò firmato dall'ex Mister Ducati prevede, tra le altre cose risparmi per 8 milioni tra fornitori e costo del personale. Un nodo, quest'ultimo, sul quale mettono le mani avanti i sindacati. Cgil, Cisl e Rdb hanno dato ieri un sostanziale via libera al piano, sottolineando la «netta discontinuità» col passato. Ma, hanno proseguito, «affermiamo la nostra contrarietà » se la voce risparmi «consiste in un attacco ai diritti contrattuali dei lavoratori».
Intanto, ieri è stato selezionato il progetto vincitore per realizzare lo stand della città di Bologna all'expò di Shanghai 2010. La giuria selezionata dal Comitato guida presieduto dal sindaco ha scelto il progetto di Antonio Mastrorocco, in collaborazione con Consorzio creativo library e Loop creazioni multimediali di Bologna.(Si.Sa.)


7 marzo 2009 - Corriere Fiorentino

Il ministro della Funzione pubblica
Per Brunetta invece fischi (e una porta secondaria)

Firenze - In tanti hanno partecipato al presidio anti-Brunetta, ieri davanti alla prefettura in Palazzo Medici Riccardi. Occasione, la presenza del ministro per la pubblica amministrazione all'inauguarazione della mostra sui 150 anni de La Nazione (visitata in precedenza dal presidente Napolitano). Fischi, slogan, cartelli ironici per il ministro che ha preferito evitare ogni contatto con i manifestanti, entrando nel palazzo da una porta secondaria.
La manifestazione è stata organizzata dalla Cgil-Funzione pubblica per protestare contro la volontà del governo di innalzare l'età pensionabile delle donne del pubblico impiego e ha visto partecipare 200 persone secondo le forze dell'ordine e il doppio secondo gli organizzatori. Accanto alle bandiere della Cgil, quelle dei Cobas, di Sinistra Democratica, i consiglieri di Palazzo Vecchio del gruppo La Sinistra, molte donne. I manifestanti hanno sventolanto bandiere e striscioni, scandendo slogan come «Brunetta vai a lavorare», mentre molti mostravano il cartello «abbiamo già dato». Il presidio, cui hanno preso parte anche alcuni ragazzi del coordinamento degli studenti medi di Firenze (che in realtà non protestavano contro le pensioni agli statali ma a proposito dei provvedimenti governativi sull'immigrazione) è iniziato verso le 17 (il ministro era atetso per le 18) e si è poi sciolto dopo circa due ore senza incidenti e senza che i manifestanti venissero in contatto con il ministro Brunetta, che così ha evitato di sentire i fischi. Oggetto degli slogan, non solo il «decisionista» Brunetta, anche il ministro Sacconi, il premier Berlusconi e la «casta», intesa come casta dei politici.
La giornata di Renato Brunetta a Firenze è iniziata all'assemblea nazionale dei giovani di Confartigianato, in calendario ieri mattina. «Lunedì partirà un'analisi sugli atipici nel pubblico impiego, per capire quanti sono, chi li ha presi e come. Questo perchè gran parte di loro sono stati presi a chiamata diretta, e queste sono marchette», ha detto. Aggiungendo «i dipendenti pubblici in Italia sono oltre 3,6 milioni, negli anni si è bloccato il turn over e si è ricorso agli atipici. Adesso si vorrebbero trasformare tutti in contratti a tempo indeterminato, ma trasformando tutti in cavalieri, senza un concorso o una selezione quanto si risparmia?. Un pò di rischio - ha concluso fa bene alla produttività ma bisogna anche evitare che l'atipico rimanga tale per tutta la vita». E sul tema pensioni ed età pensionabile ha spiegato: «Tutto quello che si risparmia dall'innalzamento dell'età pensionabile femminile, deve andare ai salari delle donne, alle loro carriere, agli asili». Secondo Brunetta, occorre che le risorse risparmiate vengano «marchiate all'orecchio », per «poterle rintracciare e destinare in maniera specifica senza che finiscano nel calderone».
Il ministro per la pubblica amministrazione, infine, ha sostenuto: «Se metti il bancomat degli ammortizzatori sociali come qualcuno ha proposto, tu induci la distruzione delle imprese: se un'impresa sta poco bene e tu le dai il modo per mettere in cassa integrazione, l'impresa chiude e basta».(M.B.)


7 marzo 2009 - TRC Giornale

Rdb Cub: "Sospendete Lombardi!"

Civitavecchia - La difesa a spada tratta delle aziende municipalizzate da parte dell'Udc non va giù alle Rdb Cub, che sottolineano che per quanto riguarda l'Etm è stato l'amministratore unico Massimo Lombardi a definirla sull'orlo del fallimento in una riunione ufficiale con i sindacati di categoria. Da qui l'invito alle forze politiche presenti in consiglio comunale ed a tutte le organizzazioni sindacali cittadine di stringersi attorno ai lavoratori e di chiedere con forza al sindaco, proprietario unico delle aziende municipalizzate, di adottare la sospensione cautelativa di Lombardi e dei dirigenti fautori di questa situazione per evitare la consegna dei libri contabili in tribunale per fallimento.


7 marzo 2009 - Il Giorno

Pulizie, contestati i nuovi turni
NERVIANO PRESIDIO DI NOVE LAVORATORI ALLA "ACTAVIS ITALY"
di LUCA DI FALCO

NERVIANO - NOVE ADDETTI ALLE PULIZIE hanno effettuato ieri mattina, con il sostegno della Flaica Uniti-Cub, un presidio davanti ai cancelli della "Actavis Italy Spa" lamentando la modifica degli orari di lavoro a seguito del rinnovo della gara d'appalto per le pulizie all'interno dello stabilimento che ha sede in via Pasteur a Nerviano. «I lavoratori devono essere presenti soltanto dalle ore 6 alle 8 e dalle 18 alle 22», si legge nel volatino distribuito durante il presidio. Alla protesta, che per il momento non è stata commentata dalla Actavis, hanno partecipato anche il responsabile di zona dei Cub, Giuseppe Tampanella, e quello di Rho, Cesare Calati. La riorganizzazione dell'orario di lavoro interessa nove dipendenti (7 donne e 2 uomini). «La modifica dell'orario sta condizionando in maniera inaccettabile la vita dei lavoratori - hanno spiegato i sindacalisti del Cub -. Sono stati obbligati ad accettare gli orari imposti dall'azienda che ha vinto l'appalto, la Vivaldi&Cardino Spa, completamente differenti da quelli applicati in passato. Per raggiungere il monte ore giornaliero, gli addetti devono rimanere impegnati per circa 16 ore al giorno». Sono, quindi, peggiorati in maniera drastica la qualità di vita e di lavoro durante la giornata e per questo i lavoratori chiedono di avviare una trattativa così da conciliare le proprie esigenze con quelle dell'azienda. «IL DISAGIO è comprensibile - ha commentato un lavoratore -. Non si riesce a comprendere come un lavoratore che effettui le pulizie possa interferire con l'attività produttiva, visto che in passato non si sono mai verificati problemi. La Actavis è un'azienda a ciclo continuo, quindi che fastidio possono dare nove "formiche" ad un "gigante"?». Della questione, il sindacato ha già coinvolto nella vicenda l'Ufficio provinciale del Lavoro e il consigliere regionale per le Pari opportunità dal momento che il maggior numero dei lavoratori sono donne e devono gestire anche la famiglia.


7 marzo 2009 - La Provincia di Como

Un dibattito sul postino investito

PARÈ - Ad un anno di distanza dalla tragedia del 10 marzo 2008, quando Roberto Scavo perse la vita 19 anni mentre faceva il "giro" con lo scooter aziendale per consegnare la posta, martedì verrà organizzata un'assemblea pubblica per ricordarlo e sensibilizzare l'opinione pubblica sul tema della sicurezza sui posti di lavoro.
Al cinema Gloria a Como, dalle 17,30, si terrà il dibattito sul tema: Lavoro precario, sicurezza precaria. L'incontro è organizzato dai lavoratori, i cobas di pt cub, dal circolo di poste di Rifondazione "Gennaro Messina" e dai giovani comunisti di Como. Interverranno i genitori di Roberto Scavo e, al termine, in suo ricordo si terrà anche un concerto live di gruppi locali alternativi.


7 marzo 2009 - La Provincia di Varese

La crisi di Hupac come termometro di una situazione più complessa
di Valeria Arini

La crisi di Hupac come termometro di una situazione più complessa. Se tra i lavoratori, dopo l'annuncio della cassa integrazione da aprile, e della durata di un anno, per 100 dipendenti sul totale di 250), c'è ancora una certa tranquillità, a preoccuparsi sono le amministrazioni locali e la politica. Da destra a sinistra il pensiero è lo stesso: «Se lo scalo intermodale movimenta meno merci significa che la produzione delle aziende in generale è calata».
La speranza di tutti è che, come ha promesso l'azienda, l'ammortizzatore sociale sia solo uno strumento temporaneo per dare il tempo alla società di ripartire. Poche settimane fa il sindacato di base Al Cobas Cub trasporti aveva lanciato l'allarme per il licenziamento di tre dipendenti assunti a tempo determinato e il non rinnovo del contratto per una ventina di lavoratori a termine.
COMPROMESSO
Il timore che questo primo sentore di crisi potesse poi ampliarsi ora ha trovato conferme. «I posti di lavoro per il momento sono salvi e questo per noi è una garanzia ? spiega un delegato delle Rsu Al Cobas ? In azienda non c'è un allarmismo esteso, siamo giunti a un compromesso e confidiamo in una ripresa per un ritorno alla normalità. Purtroppo il calo degli ordini è visibile a tutti». Hupac conferma gli investimenti dell'area check-in e nuove iniziative imprenditoriali per rilanciarsi, dopo la crisi del cargo di Malpensa, tra le cause principali del calo degli ordinativi pari al 25 per cento. Il sindaco di Gallarate Nicola Mucci non intende però lasciare da sole aziende e lavoratori del suo territorio e annuncia misure che arriveranno presto: «Hupac è lo specchio di una situazione che sta colpendo numerose aziende e l'attenzione da parte dell'amministrazione deve rimanere alta. Gran parte delle nostre risorse sono dedicate ai servizi sociali con investimenti pari a 2 milioni di euro ? spiega il primo cittadino ? è in programma un monitoraggio insieme al terzo settore per avere un quadro delle famiglie in difficoltà sul territorio e di conseguenza vedremo come agire».
Il comune di Busto Arsizio, che ha istituito una commissione dedicata alla crisi, ha previsto in bilancio 200mila euro da destinare a chi ha perso il lavoro in questo ultimo periodo: «Nella graduatoria potranno rientrare anche i cassaintegrati ? spiega l'assessore ai servizi sociali, Mario Crespi ? e la cifra stabilita dovrà essere approvata in consiglio comunale ed eventualmente potenziata. La cassa integrazione alla Hupac, azienda che ha sempre dimostrato solidità, è l'ulteriore conferma che la crisi è di portata considerevole».
NUOVE RISORSE
L'assessorato ha inoltre proposto di devolvere il 5 per mille ai servizi sociali del Comune per creare un fondo ulteriore. Mario Aspesi, capogruppo del Pd in Provincia di Varese e sindaco di Cardano, accusa invece la giunta di «avere sottovalutato fino ad oggi la crisi» e richiama all'«unità». «Nel breve periodo ? puntualizza ? è necessario intervenire con sostegni a quelle persone che non hanno ricevuto alcuna forma di ammortizzatore sociale, che in Provincia sono 7mila, tra precari e dipendenti di microaziende. I soldi si devono trovare tra chi ce li ha. A medio termine è fondamentale ridurre gli sprechi e ripensare a un nuovo modello di sviluppo andando a cercare nuovi mercati, investendo in risorse e sviluppo». Come sindaco di Cardano al Campo, Mario Aspesi ha stanziato 50mila euro in bilancio per le famiglie in crisi, senza avere ridotto i servizi per il Comune.


7 marzo 2009 - Il Vostro Giornale

Madri in aspettativa o che perdono il posto: storie a confronto

Savona - Madri con bimbi piccoli che perdono il posto di lavoro, donne in difficoltà a conciliare la loro attività lavorativa per la mancanza di strutture e asili nido. Problematiche diverse, ma a loro modo un pò simili, e che vedono ancora una volta registrare situazioni di disagio nell’universo femminile. Per la prima situazione possiamo citare il caso di due mamme-lavoratrici impiegate part-time alla Saint Gobain di Vado Ligure, una con due bimbi l’altra con uno, licenziate solo perchè hanno rifiutato il trasferimento dalla sede vadese a quella di Milano, che di fatto avrebbe loro impedito una presenza forte nelle rispettive famiglie. "Abbiamo chiesto l’intervento delle consigliere di parità di Savona e di Milano e abbiamo chiesto anche l’intervento del prefetto di Savona per convocare le parti". Il Cub afferma che "solo alle due lavoratrici-madri, impiegate part-time, è stato richiesto il trasferimento dalla Liguria alla Lombardia". Nel secondo caso è di questi giorni la denuncia del Cav-i ingauno e di Federvita Liguria per la mancanza di asilo nido comunali in Provincia di Savona, solo 21 comuni su 69 possono offrire questo servizio alle numerose madri lavoratrici. Non solo: gli asili nido comunali non accettano iscrizioni fino al terzo mese di vita, costringendo molte madri a chiedere la maternità facoltativa, con uno stipendio ridotto al 30% e conseguenti ristrettezze economiche. "Non si capisce per quale ragionevole motivazione alcuni ssili nido statali offrano sulla carta il servizio già dal 3° mese di vita del bambino (solo due comuni, Albenga e Savona), mentre altri a partire dal 9° mese, altri dal 12° mese, altri dal 15° mese, altri dal 18° mese, altri ancora infine dal 24°mese fino a l compimento del 3° anno di vita del bimbo - afferma il presidente di Federvita Liguria Eraldo Ciangherotti -. Non si può trascurare che, oltre il terzo mese di vita del bambino, subentrano ragioni economiche che colpiscono le donne in aspettativa, perché si fa sentire drasticamente la riduzione dello stipendio".


6 marzo 2009 - Ami

In 300 hanno partecipato al corteo romano
Cub, Cobas e Sdl manifestano in difesa del diritto di sciopero
Manifestazioni e presidi a Roma e in altre città
guarda il servizio

Roma - I sindacati di base Cub, Cobas e Sdl intercategoriale hanno manifestato contro il governo e la riforma della legge sullo sciopero. A roma il corteo si è fermato davanti la sede della Cisl, dove è stato steso lo striscione "Chiuso per eccesso di ribasso", in segno di forte polemica con questo sindacato. Manifestazioni e presidi, a Roma e in molte altre città, in difesa del diritto di sciopero. Sindacati di base Cub, Cobas e Sdl intercategoriale hanno invitato a partecipare alla giornata di mobilitazione perchè, si legge in una nota, «il governo, in accordo con la Confindustria, intende predisporre una legislazione autoritaria per poter meglio reprimere le risposte dei lavoratori al tentativo di far pagare loro il costo della attuale crisi economica». «Oltre al diritto di sciopero che rappresenta la principale arma di chi lavora -si legge ancora nel comunicato- è infatti in corso anche una criminalizzazione delle altre forme di protesta attuate da chi un lavoro non ha, lo ha perso, o non l'ha mai avuto». Il corteo romano, diretto dalla Commissione di Garanzia dell'attuazione della legge sullo sciopero, si è fermato di davanti la sede della Cisl, dove è stato steso lo striscione "Chiuso per eccesso di ribasso", in forte polemica con questo sindacato e col governo. Determinata - affermano Cub, Cobas e Sdl Intercategoriale - la partecipazione di delegati e lavoratori, scesi in piazza per impedire che venga definito il progetto del governo teso ad aggredire diritti sindacali costituzionalmente tutelati. Il prossimo 28 marzo, in occasione dell'incontro fra i ministri del Lavoro e delle Politiche Sociali del G14, è stata promossa una manifestazione nazionale a Roma, a cui seguirà un grande sciopero generale per il 23 aprile.


6 marzo 2009 - Ansa

SCIOPERI: MOBILITAZIONE CUB, COBAS, SDL IN DIFESA DIRITTO

(ANSA) - ROMA, 6 MAR - Manifestazioni e presidi, oggi in molte citta' italiane, in difesa del diritto di sciopero. A indirli, i sindacati di base Cub. Cobas e Sdl Intercategoriale. ''Dietro il dichiarato intervento per il solo settore Trasporti, gia' in se' inaccettabile e assolutamente illegittimo - scrivono i sindacati in una nota - il governo, in accordo con la Confindustria, intende predisporre una legislazione autoritaria per poter meglio reprimere le risposte dei lavoratori al tentativo di far pagare loro il costo della attuale crisi economica. Il sindacalismo di base ha invitato a partecipare alla giornata di mobilitazione anche i movimenti sociali, le organizzazioni dei disoccupati, dei senza casa, le reti per il reddito - si legge ancora nel comunicato -. Oltre al diritto di sciopero, che rappresenta la principale arma di chi lavora, e' infatti in corso anche una criminalizzazione delle altre forme di protesta attuate da chi un lavoro non ha, lo ha perso, o non l'ha mai avuto''. Le iniziative odierne ''rappresentano una prima risposta a questo progetto di imposizione per legge della pace sociale'', ricordano i sindacati, annunciando che per il prossimo 28 marzo, in occasione dell'incontro fra i ministri del Lavoro e delle Politiche sociali del G14, e' stata promossa una manifestazione nazionale a Roma, a cui seguira' un grande sciopero generale per il 23 aprile. Il corteo di Roma, a cui hanno preso parte oltre 300 manifestanti, diretto alla Commissione di Garanzia dell'attuazione della legge sullo sciopero, si e' fermato davanti alla sede della Cisl, dove sul portone e' stato steso lo striscione 'Chiuso per eccesso di ribasso', in forte polemica con questo sindacato e col governo. Grande presenza poi - riferisce una nota dei sindacati - a tutte le iniziative organizzate nei principali capoluoghi italiani per questa prima giornata di mobilitazione contro l'attacco al diritto di sciopero. Determinata - affermano Cub, Cobas e Sdl Intercategoriale - la partecipazione di delegati e lavoratori, scesi in piazza per impedire che venga definito il progetto del governo teso ad aggredire diritti sindacali costituzionalmente tutelati.

SCIOPERI: PRESIDIO CUB-COBAS-SDL DAVANTI PREFETTURA MILANO

(ANSA) - MILANO, 6 MAR - «L'attacco al diritto di sciopero è un attacco alla democrazia»: questo, in sintesi, lo slogan di circa 200 fra sindacalisti e lavoratori che oggi hanno preso parte a un presidio di protesta, davanti alla Prefettura di Milano, contro il ddl del Governo per modificare la regolamentazione dello sciopero nei trasporti. L' iniziativa rientra in una più generale mobilitazione in tutta Italia. Dalle 12 alle 14 i manifestanti, con fischietti, cartelli, megafoni, hanno denunciato «la deriva autoritaria del Governo Berlusconi: questa nuova legislazione - è stato affermato - serve per poter ridimensionare il diritto a lottare da parte dei lavoratori soprattutto in un momento di fortissima crisi economica utilizzata come strumento per licenziare senza freni da parte delle aziende». Al presidio ha preso parte anche il consigliere lombardo del Prc, Luciano Muhlbauer.

DOMANI IN LOMBARDIA

(ANSA) - MILANO, 6 MAR - AVVENIMENTI PREVISTI PER DOMANI, SABATO 7 MARZO, IN LOMBARDIA:...
BRESCIA - davanti Prefettura Preisidio Cub 'No all'abolizione del diritto di scioperò (ore 10.30)...

DOMANI NEL LAZIO

(ANSA) - ROMA, 5 MAR - ....
13:00 - Roma, spazio autogestito, via Pincherle, 167. Conferenza stampa del Comitato inquilini di via Pincherle ed Asia Rdb....


6 marzo 2009 - Asca

SCIOPERI: CUB PRESIDIA PREFETTURA MILANO CONTRO DDL SACCONI

(ASCA) - Milano, 6 mar - Il sindacalismo di base ribadisce il suo dissenso nei confronti del ddl Sacconi sulla riforma del diritto di sciopero nel settore dei trasporti organizzando un presidio davanti alla Prefettura di Milano per dire no a una ''normativa liberticida'' che per la Cub ''va a minare il principio di liberta' sindacale e lo stesso diritto di espressione dei lavoratori''. La Cub non esita a parlare di ''un attentato'' a suo giudizio ''destinato a diventare regola anche in tutti gli altri ambiti lavorativi''. Al termine del presidio, i rappresentanti delle tre sigle del sindacalismo di base sono state ricevute da rappresentanti della Prefettura che si sono impegnati a riferire al governo le loro richieste. ''Questo e' solo un inizio - assicura Walter Montagnoli della Cub - in previsione di un altro presidio, previsto per il 24 di questo mese davanti alla Regione Lombardia, perche' le autorita' devono capire che con questa legge che loro chiamano riforma non si va da nessuna parte''. Il sindacalismo di base ha gia' indetto una manifestazione nazionale a Roma, prevista per il 28 marzo, e uno sciopero generale per il 23 aprile.


6 marzo 2009 - Agi

DIRITTO SCIOPERO: SIT-IN COBAS ED RDB-CUB STASERA A CAGLIARI

(AGI) - Cagliari, 6 mar. - Cobas e Rdb-Cub hanno promosso per stasera dalle 17 alle 20 un presidio in piazza Costituzione a Cagliari, in concomitanza con sit-in in altre citta’ italiane, per protestare contro il disegno di legge che limita il diritto di sciopero nei trasporti e nei servizi pubblici essenziali. L’appuntamento, organizzato assieme all’Sdl-Sindacato dei lavoratori Intercategoriale, e’ di fronte al Bastione Saint Remy.


6 marzo 2009 - Adnkronos

LAZIO: RDB-CUB, LOTTA RENDE POSSIBILE ASSEGNO PER DISOCCUPATI E PRECARI

Roma, 6 mar. - (Adnkronos) - «L'introduzione di un reddito di 530 euro al mese per disoccupati, inoccupati e precari del Lazio con reddito inferiore a 8.000 euro, è un primo e significativo risultato della lotta per l'istituzione della legge sul reddito sociale minimo sostenuta della Rete per il reddito e dal sindacalismo di base». Lo comunica Rdb-Cub. «Sicuramente la crisi in atto ha contribuito ad accelerare l'approvazione della legge regionale, ma la proposta per il reddito e il percorso di lotta per la sua approvazione è iniziato 2 anni fa, è stato sostenuto dalle forze sociali e sindacali di base con la convinzione che il reddito minimo sia un diritto universale e uno strumento necessario a contrastare il ricatto del precariato introdotto dalle politiche liberiste nel mercato del lavoro», prosegue. Secondo la Rdb-Cub sarà però «necessario un consistente incremento del fondo, finanziato dalla Regione Lazio con 20 milioni di euro per il 2009 e con impegno a incrementare la spesa per gli anni 2010/2011, per rispondere adeguatamente alle necessità di tutela sociale e al diritto al reddito di una più ampia platea di disoccupati e precari». «Platea che, se non si interviene subito anche con la stabilizzazione dei precari presenti nel territorio regionale, è destinata a crescere nell'immediato futuro», conclude Rdb-Cub.

ROMA: ASIA RDB, INQUILINI VIA PINCHERLE PASSANO A OCCUPAZIONE ALLOGGI

Roma, 6 mar. - (Adnkronos) - Gli inquilini degli stabili di via Pincherle, nel XI Municipio di Roma sospendono lo sciopero della fame e passano all'occupazione degli alloggi e allo sciopero dell'affitto a partire dal mese di aprile. La decisione, come riporta il sindacato Asia Rdb in una nota, è stata annunciata oggi in una conferenza stampa convocata dagli inquilini e da Asia Rdb cui hanno partecipato anche il presidente del XI Municipio di Roma, Andrea Catarci, i consiglieri al comune di Roma, Andrea Alzetta (Sa) e Maria Gemma Azuni (Sd) e i consiglieri alla regione Lazio Ivano Peduzzi (Prc) e Giovanni Carapella (Pd), presidente della commissione Lavori pubblici e Politiche per la casa alla Pisana. Con questa decisione, spiegano nella nota, si contesta il tentativo di Giacomazzi, Area Mestre, Fata e Generali di sottrarsi alla trattativa aperta dalla regione Lazio prima, e sostenuta successivamente dal Prefetto di Roma. L'avvocato Vincenzo Perticaro nel corso dell'incontro ha illustrato i termini della denuncia che gli inquilini stanno per depositare alla Procura della Repubblica. Si vuole vedere chiaro - spiega Asia Rdb - sull'ormai palese intento speculativo messo in moto dalle citate società assicurative e immobiliari e sui legami con le banche, ritenute responsabili, anche dagli interventi degli amministratori presenti, del disastro sociale che interessa migliaia di cittadini. Non è chiaro, continua la nota del sindacato, soprattutto come due banche, la popolare di Lodi e quella di Novara, abbiano potuto concedere prestiti per 43 milioni di euro a una società ,l' Area Mestre che nasce nel 2007 con una perdita in bilancio di 27 mila euro e con un capitale sociale di 115 mila euro. Bisognerà chiarire poi anche come sia possibile che Giacomazzi possa pretendere in un solo mese di realizzare sulla rivendita degli alloggi appena acquistati da Fata una plusvalenza di 9 milioni di euro, rifiutando il già lauto guadagno del 10% concesso dalla regione Lazio. Sia il presidente Catarci che i consiglieri presenti, riferisce ASi Rdb, hanno stigmatizzato fortemente il comportamento di queste società, giudicando inaccettabile consentire a chi ha creato la crisi ulteriori possibilità di guadagnare sulla pelle dei cittadini, assicurando piena solidarietà e sostegno alle iniziative di lotta che gli inquilini decideranno di praticare. Al termine della conferenza stampa, gli inquilini hanno occupato uno degli alloggi vuoti di via Pincherle 153/169 e hanno lanciato la mobilitazione del 13 marzo prevista per le 16.30 da piazza Oderico da Pordenone, davanti alla Regione Lazio. Alla manifestazione hanno già aderito i movimenti romani per il diritto all'abitare. Tutti, conclude il sindacato, riconoscono infatti la centralità della resistenza degli inquilini di via Pincherle per la città di Roma nella battaglia contro le dismissioni che riguarderà 17mila alloggi Enasarco e 6mila Empam.

ROMA: RDB SCRIVE AL PAPA, CON ALEMANNO DEFICIT DEMOCRAZIA

Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Con una lettera recapitata questa mattina a mezzo della Prefettura della Casa Pontificia, la RdB-CUB del Comune di Roma si è rivolta al Papa «per evidenziare gli aspetti più controversi della gestione Alemanno rispetto ai problemi della cittadinanza» e «le criticità insite nelle recenti decisioni in materia di sicurezza, che stanno trasformando Roma da città aperta a città intollerante». «Siamo indignati dal constatare che questa amministrazione calpesta quotidianamente i diritti degli ultimi, non avendo alcun rispetto per il dialogo con RdB che questo pezzo di società rappresenta - dichiara Roberto Betti, dirigente sindacale della RdB-CUB al Comune di Roma - La mancanza di segni concreti di disponibilità al dialogo e al confronto non fa altro che inasprire gli animi in un momento di grave crisi economica per tutti i cittadini». «A preoccuparci maggiormente è il grave deficit di democrazia, non solo sindacale, che sta attraversando tutto il paese. Rivolgendoci al Pontefice per far sì che induca a una riflessione gli amministratori locali, abbiamo voluto affidarci al valore che le sue parole possono rappresentare per milioni di fedeli e di cittadini», conclude Betti.


6 marzo 2009 - Apcom

Papa/ Rdb-Cub: Campidoglio calpesta diritti degli ultimi
"Il pontefice induca a una riflessione gli amministratori locali"

Roma, 6 mar. (Apcom) - L'amministrazione comunale di Roma "calpesta quotidianamente i diritti degli ultimi". E' il messaggio inviato con una lettera dalla Rdb-Cub al pontefice, in vista della visita di Benedetto XVI di lunedì in Campidoglio. "Siamo indignati Roberto Betti, dirigente della sigla sindacale - dal constatare che questa amministrazione calpesta quotidianamente i diritti degli ultimi, non avendo alcun rispetto per il dialogo con RdB, che questo pezzo di società rappresenta. La mancanza - prosegue - di segni concreti di disponibilità al dialogo e al confronto non fa altro che inasprire gli animi in un momento di grave crisi economica per tutti i cittadini. A preoccuparci maggiormente - continua - è il grave deficit di democrazia, non solo sindacale, che sta attraversando tutto il paese". "Rivolgendoci al pontefice - spiega Betti - per far sì che induca a una riflessione gli amministratori locali, abbiamo voluto affidarci al valore che le sue parole possono rappresentare per milioni di fedeli e di cittadini".


6 marzo 2009 - Omniroma

REDDITO MINIMO, RDB-CUB: «SIGNIFICATIVO RISULTATO NOSTRE LOTTE»

(OMNIROMA) Roma, 06 mar - «L'introduzione di un reddito di 530 euro al mese per disoccupati, inoccupati e precari del Lazio con reddito inferiore a 8.000 euro, è un primo e significativo risultato della lotta per l'istituzione della legge sul reddito sociale minimo sostenuta della Rete per il reddito e dal sindacalismo di base. Sicuramente la crisi in atto ha contribuito ad accelerare l'approvazione della legge regionale, ma la proposta per il reddito e il percorso di lotta per la sua approvazione è iniziato 2 anni fa, è stato sostenuto dalle forze sociali e sindacali di base con la convinzione che il reddito minimo sia un diritto universale e uno strumento necessario a contrastare il ricatto del precariato introdotto dalle politiche liberiste nel mercato del lavoro. Secondo la RdB-CUB sarà però necessario un consistente incremento del fondo, finanziato dalla Regione Lazio con 20 milioni di euro per il 2009 e con impegno ad incrementare la spesa per gli anni 2010/2011, per rispondere adeguatamente alle necessità di tutela sociale e al diritto al reddito di una più ampia platea di disoccupati e precari. Platea che, se non si interviene subito anche con la stabilizzazione dei precari presenti nel territorio regionale, è destinata a crescere nell'immediato futuro». Lo comunica, in una nota, l'Rdb-Cub.

PAPA, RDB-CUB SCRIVE A BENEDETTO XVI:COMUNE CALPESTA DIRITTI ULTIMI

(OMNIROMA) Roma, 06 mar - «Con una lettera recapitata questa mattina a mezzo della Prefettura della Casa Pontificia, la RdB-CUB del Comune di Roma si è rivolta direttamente al Pontefice per evidenziare gli aspetti più controversi della gestione Alemanno rispetto ai problemi della cittadinanza. La nota ha rappresentato al Pontefice le criticità insite nelle recenti decisioni in materia di sicurezza, che stanno trasformando Roma da città aperta a città intollerante. Gli altri temi evidenziati si riferiscono a vere e proprie piaghe sociali come a precarietà lavorativa ed il problema della casa». Lo comunica, in una nota, Rdb-Cub. «Siamo indignati dal constatare che questa Amministrazione calpesta quotidianamente i diritti degli ultimi, non avendo alcun rispetto per il dialogo con RdB che questo pezzo di società rappresenta - dichiara Roberto Betti, dirigente sindacale della RdB-CUB al Comune di Roma - La mancanza di segni concreti di disponibilità al dialogo e al confronto non fa altro che inasprire gli animi in un momento di grave crisi economica per tutti i cittadini. A preoccuparci maggiormente è il grave deficit di democrazia, non solo sindacale, che sta attraversando tutto il paese. Rivolgendoci al Pontefice per far sì che induca a una riflessione gli amministratori locali, abbiamo voluto affidarci al valore che le sue parole possono rappresentare per milioni di fedeli e di cittadini».

VIA PINCHERLE, ASIA: VENDITA INTERO IMMOBILE COMUNICATA DA PROPRIETÀ

(OMNIROMA) Roma, 06 mar - «Gli inquilini di via Pincherle annunciano nuove iniziative di lotta contro la vendita a terzi degli appartamenti e la proprietà invia due delegati accompagnati da guardie giurate, messe a vigilanza di un alloggio occupato oggi »simbolicamente«, e inoltre annunciano che la battaglia è inutile perché è stato venduto ormai tutto. A raccontare l'intera vicenda è Irene di Noto, una sindacalista dell'Asia-Rdb, che da mesi sostiene la battaglia degli inquilini di via Pincherle. »Questa mattina abbiamo indetto una conferenza stampa davanti al palazzo per denunciare il comportamento della proprietà Giacomazzi che, al tavolo della Prefettura, aveva annunciato che aveva già alienato 98 dei 116 appartamenti - ha detto la sindacalista - gli inquilini hanno così deciso di cambiare strategia annunciando la sospensione del pagamento dell'affitto a partire da aprile e di occupare simbolicamente un alloggio vuoto del palazzo. Inoltre, hanno anche interrotto lo sciopero della fame. Decisioni che hanno raccolto la solidarietà dei consiglieri Alzetta, Azuni, Peduzzi, Carapella e del presidente del municipio, Catarci. Nel pomeriggio, invece, si sono presentati due delegati della proprietà insieme ad alcuni vigilantes che sono stati messi a guardia dell'alloggio vuoto. Insieme a loro anche una pattuglia della polizia che dopo aver controllato la situazione, si è allontanata. I delegati hanno subito comunicato agli inquilini che la loro è una battaglia inutile perché ormai tutti e 116 gli appartamenti erano già stati venduti, compresi i negozi sottostanti. Minacciando, peraltro, di tornare in forze già da domani«. Sul posto sta giungendo il mini-sindaco Catarci. Intanto è stata confermata la manifestazione presso la regione Lazio degli inquilini di via Pincherle per il 13 marzo prossimo.


6 marzo 2009 - Dire

FIERA BOLOGNA. MINOLI STRAPPA APERTURA ANCHE AI SINDACATI
CGIL-CISL-RDB: CAMBIO DI PASSO, MA NO A RISPARMI SUL PERSONALE

(DIRE) Bologna, 6 mar. - Cauta apertura di Cgil, Cisl ed Rdb sul piano industriale 2009-2011 messo a punto dall'amministratore delegato della Fiera di Bologna, Federico Minoli, e illustrato ai sindacati lo scorso 27 febbraio. Dando le prime valutazioni "di massima" e lasciando il giudizio definitivo ai lavoratori, i sindacati notano, comunque, la "netta discontinuita'" con il passato e la presa in considerazione nel piano della "crisi economica e produttiva che il territorio bolognese sta attraversando", cosi' come della "condizione organizzativa e finanziaria nella quale e' stata portata l'azienda nella passata gestione". Anche sull'ipotesi di risparmi sul personale, sulla quale si regge in parte il piano di Minoli, la chiusura lascia degli spiragli al dialogo. "Affermiamo la nostra contrarieta'- spiegano i sindacati- se essa consiste in un attacco ai diritti contrattuali dei lavoratori e confermiamo la nostra disponibilita' ad intervenire sulle disorganizzazioni, sulle inefficienze, sulle diseconomie presenti in Fiera, spesso create dalla direzione aziendale". Per il resto Cgil, Cisl ed Rdb giudicano in maniera positiva il rafforzamento della Fiera del rapporto tra la Fiera e il territorio, l'abbandono dell'idea dello scorporo societario, l'esclusione di acquisizioni immobiliari in quartieri all'estero, gli investimenti su nuove fiere, la proposta di aumento di capitale per 15 milioni di euro. "Vanno, invece, approfondite- puntualizzano- le previsioni di risparmio, in particolare va analizzata la ragione che ha portato dal 2004 ad oggi ad una vera impennata dei costi per servizi ed in cosa consista ora il ridimensionamento di questa voce".

CASA. V.PINCHERLE, INQUILINI INDICONO 'SCIOPERO AFFITTO'

(DIRE) Roma, 6 mar. - Niente piu' sciopero della fame e trasformazione da inquilini ad occupanti con sciopero dell'affitto a partire da aprile. Sono queste le forme di lotta decise dagli inquilini di via Pincherle, presentate oggi in una conferenza stampa a cui hanno preso parte il presidente del Municipio XI Andrea Catarci, i consiglieri comunali Andrea Alzetta (Sa) e Gemma Azuni (Sd) e i consiglieri regionali Ivano Peduzzi (Prc) e Giovanni Carapella (Pd). Gli inquilini e AS.I.A. Rdb hanno evidenziato il "tentativo di Giacomazzi, Area Mestre, Fata e Generali di sottrarsi alla trattativa aperta dalla Regione Lazio prima, e sostenuta successivamente dal Prefetto di Roma" e hanno illustrato i termini della denuncia che gli inquilini stanno per depositare alla Procura della Repubblica. "Si vuole vedere chiaro- affermano- sull'ormai palese intento speculativo messo in moto dalle suddette societa' assicurative e immobiliari e sui legami con le banche, ritenute responsabili del disastro sociale che interessa migliaia di cittadini". "Non e' chiaro soprattutto- continuano gli inquilini- come due banche, la popolare di Lodi e quella di Novara, abbiano potuto concedere prestiti per 43 milioni di euro a una societa' - Area Mestre- che nasce nel 2007 con una perdita in bilancio di 27 mila euro e con un capitale sociale di 115 mila euro. Bisognera' chiarire poi anche come sia possibile che Giacomazzi possa pretendere in un solo mese di realizzare sulla rivendita degli alloggi appena acquistati da Fata una plusvalenza di 9 milioni di euro, rifiutando il gia' lauto guadagno del 10% concesso dalla Regione Lazio". Al termine della conferenza stampa, gli inquilini hanno occupato uno degli alloggi vuoti di via Pincherle 153/169 lanciando la mobilitazione per il 13 marzo, con concentramento alle ore 16.30 a Piazza Oderico da Pordenone (davanti alla Regione Lazio) alla quale hanno gia' aderito i movimenti romani per il diritto all'abitare. La vicenda di via Pincherle e' del resto parte della piu' ampia battaglia contro le dismissioni che riguardera' 17mila alloggi Enasarco e 6mila Empam.


6 marzo 2009 - Roma Uno

Emergenza casa: continua la lotta degli inquilini di Via Pincherle

Roma - "Gli inquilini di via Pincherle annunciano nuove iniziative di lotta contro la vendita a terzi degli appartamenti e la proprietà invia due delegati accompagnati da guardie giurate, messe a vigilanza di un alloggio occupato oggi "simbolicamente", e inoltre annunciano che la battaglia è inutile perché è stato venduto ormai tutto. A raccontare l'intera vicenda è Irene di Noto, una sindacalista dell'Asia-Rdb, che da mesi sostiene la battaglia degli inquilini di via Pincherle.


6 marzo 2009 - Il Manifesto

In AGENDA

Roma - DIRITTI Manifestazione organizzata da Cub-Confederazione Cobas-SdlL intercategoriale, appuntamento in largo Ponchielli per protestare davanti alla sede della Commissione di Garanzia e per dire No all'abolizione del diritto di sciopero. Largo Ponchielli, ore 16.30


6 marzo 2009 - La Nuova Sardegna

DIRITTO DI SCIOPERO
Sit-in dei Cobas

CAGLIARI. I Cobas, la Confederazione dei Comitati di base e Rdb-Cub oggi dalle 17 alle 20 terranno un sit in piazza Costituzione per protestare contro il disegno di legge governativo di limitazione del diritto di sciopero.


6 marzo 2009 - Il Piccolo

OGGI ALLE 16.30
Diritto di sciopero Presidio dei Cobas in piazza Unità

Trieste - Un presidio davanti in piazza Unità, alle 16.30 davanti alla prefettura, per protestare «contro il governo che vuole abolire il diritto di sciopero». L’appuntamento organizzato dalla Confederazione Cobas e Sdl Intercategoriale, rivolto a tutti i lavoratori, contesta il governo che «in accordo con la Confindustria e con l’assenso di Cisl, Uil e Ugl, procede nel disegno di cancellare le libertà e i diritti sindacali costituzionalmente tutelati». Secondo i Cobas l’intento è quello «di predisporre una legislazione autoritaria per gestire la fase attuale e futura di grave crisi economica e per poter meglio reprimere le risposte dei lavoratori al tentativo di farne pagare a loro il costo».


6 marzo 2009 - Il Giornale di Brescia

Vigili del fuoco a corto di autisti
Il Ministero: «Mancano i fondi, niente formazione». Così dopo l’emorragia di capisquadra, a Brescia saltano i corsi per le patenti. Rdb: «Da maggio conducenti abilitati insufficienti»
di Gianluca Gallinari

Brescia - IVigili del fuoco di Brescia rischiano a breve di restare senza autisti. L’ennesimo paradosso deriva dal combinato disposto di più circostanze, tra problemi annosi che riguardano le carenze di organico del comando provinciale, e buchi di bilancio a livello ministeriale che hanno inesorabili ripercussioni sulle strutture in prima linea.
«Niente fondi, stop ai corsi»
Il 26 febbraio scorso dal Dipartimento dei Vigili del Fuoco di Roma - di cui dal dicembre scorso è capo l’ex prefetto di Brescia, Francesco Paolo Tronca - è stata emanata una circolare a tutti i comandi provinciali, con la quale li si informa che «in funzione delle prioritarie esigenze formative derivanti da impegni imprescindibili dell’Amministrazione centrale (quali corsi di primo ingresso e di passaggio di qualifica) le attività in programma assorbiranno gran parte dello stanziamento del capitolo di competenza». In altre parole: i fondi non bastano per tutto, perciò si dà priorità ai corsi necessari a garantire la formazione di base alle nuove leve e quelli per i passaggi di livello (da vigile a caposquadra, ecc.). Conseguenze diretta è che i soldi per tutta la formazione restante non ci sono. Di qui l’«invito» alle Direzioni regionali a sospendere le autorizzazioni per corsi di formazione locali ai dipendenti comandi». Tutta la formazione programmata a Brescia, pertanto, viene bloccata. Una dozzina i corsi che erano previsti: si va da quelli per la patente nautica a quelli per la prevenzione incendi, dai corsi (obbligatori) di primo soccorso sanitario sino a quelli per la patente di guida terrestre.
Maggio, tempo di mobilità
La cosa già di per sé tutt’altro che positiva, finisce col farsi ancora più complessa per il fatto che il prossimo maggio è attesa la cosiddetta «mobilità» per i Vvf permanenti. Di fatto, da Brescia se ne andranno vigili destinati ad altri comandi (spesso per avvicinamento alla città di provenienza), altri ne giungeranno dal corso che terminerà in quel mese. E se da un lato a Brescia dovrebbero giungere venti uomini in più - promessi dal Dipartimento a gennaio - verranno a mancare diversi vigili muniti di patente per la guida dei mezzi di soccorso, camion e veicoli speciali per i quali ovviamente la semplice patente B non basta.
Senza autisti: RdB scrive a Roma
Se a tutto questo si aggiunge che molti dei capisquadra che avevano i requisiti necessari per guidare tali mezzi sono stati trasferiti lo scorso 21 dicembre - con un’emorragia di 32 unità, non ancora rimpiazzate -, l’esito non può che essere chiaro. «Abbiamo già da tempo fatto presente - spiega Matteo Angeletti del coordinamento provinciale dell’RdB, sindacato dei Vvf - che da maggio non ci saranno autisti a sufficienza per tutti i turni». Questo peraltro in una situazione che è già al collasso: «I capisquadra stanno facendo turni su turni di straordinario, fino a 280 ore di servizio mensili, esattamente il doppio di quanto prevede l’orario normale. Con tutti i rischi che questo comporta sotto il profilo della sicurezza». Per questo il sindacato si accinge a scrivere a Roma: «Chiederemo al Dipartimento che ci mandi personale già formato», possibilmente già in possesso di requisiti di guida. Altrimenti, si rischia paradossalmente che alcune partenze restino ferme.
Tavolo fermo e «caso» Mazzano
Nel frattempo, dopo l’incontro del 14 gennaio del Tavolo permanente attivato in Prefettura lo scorso gennaio dopo che il numero dei capisquadra - elementi chiamati a coordinare le squadre e dunque fondamentali - era stato di fatto dimezzato, non c’è stato più nessun incontro, nonostante fosse previsto un appuntamento mensile. Di quanto annunciato allora, per ora è giunto solo un funzionario (in luogo di due). E nel frattempo, la penuria di capisquadra si è manifestata in modo eclatante il 15 febbraio, con l’incendio di Mazzano che ha devastato un’azienda di materie plastiche: «La prima partenza - spiega l’RdB - non aveva neppure un caposquadra, è toccato a un vigile assumersi la responsabilità del primo coordinamento».


6 marzo 2009 - Il Centro

Si ricomincia dalla pianta organica
Sindacati polemici dopo il primo incontro con il manager Asl. PRECARI Manifestazione lunedì
di Flavia Buccilli

PESCARA - Il primo incontro tra il nuovo manager della Asl di Pescara, Claudio D’Amario, e i rappresentanti di tutti i sindacati è stato interlocutorio, ma le polemiche non si placano. La riunione si è svolta ieri mattina e al centro c’è stata la questione dei precari, considerato che dal 28 febbraio sono rimasti senza lavoro 45 amministrativi (Edp) e nei prossimi mesi scadranno altri contratti. In prospettiva si annuncia la stabilizzazione di chi ha prestato servizio alla Asl ed è in possesso di determinati requisiti, ma si tratta solo di una piccola parte di addetti. E poi potrebbero essere banditi dei concorsi per consentire ad altre persone di rientrare a lavorare. La prima cosa da fare è, però, la pianta organica che il manager invierà entro il mese alla Regione, dopo verrà tutto il resto. Al momento, quindi, non ci sono certezze e proprio per questo il segretario provinciale della Cgil, Paolo Castellucci, se la prende con la Asl. «Capisco che c’è un nuovo direttore generale», dice, «ma siamo ripartiti da zero, dall’esame della pianta organica, e nel frattempo non è stato fatto nulla per la riorganizzazione. I servizi scivolano sempre più nel degrado e nonostante questo si tagliano e si mettono in discussione solo le spese del personale, che non sono nemmeno il 30 per cento del totale. E per il restante 70 per cento, perché non si effettuano tagli? Perché non si eliminano altre spese? Si ragiona solo in termini astratti e dal commissario regionale Gino Redigolo non abbiamo visto arrivare ipotesi di riordino». La Cgil non ha mandato giù, tra l’altro, le sostituzioni di personale che la Asl ha promosso al Centro unico di prenotazione dopo il licenziamento dei precari, perché «sono stati scelti lavoratori che non hanno professionalità adeguate e ora il Cup rischia di andare in tilt, creando problemi ai cittadini».
Nei prossimi giorni il sindacato denuncerà anche altre «storture» mentre Rdb, Cobas e Comitato precari annunciano per lunedì (ore 9) una manifestazione regionale dei precari delle Asl abruzzesi.
Si incontreranno davanti alla direzione della Asl, in via Paolini, per poi sfilare eventualmente fino all’assessorato regionale alla Sanità. Ieri in riunione c’erano anche queste sigle che chiedono di sapere dalla Asl «chi ha diritto alla stabilizzazione», come spiega Mario Frittelli (Rdb), «e se davvero ci sono 9 milioni in più, inizialmente non considerati nel piano di rientro».


6 marzo 2009 - Settegiorni

NOVACETA. Il 15 marzo è il termine per costituire una nuova società
IL CUB PARTE ALL'ATTACCO: «UNA CRISI PIANIFICATA»

Magenta - «La crisi della Novaceta è stata pianificata. Il lavoratori sono quindi stati lesi e ci stiamo organizzando affinché chi ha perso il posto di lavoro o si è visto diminuire lo stipendio a causa della cassa integrazione si riunisca in un comitato». Sono queste le pesanti accuse che arrivano dal Cub attraverso le parole di Mario De Luca. I sindacati parlano inoltre di interessi immobiliari che starebbero alla base di una simile situazione. Si prospettano dunque azioni legali? Al momento è prematuro affermarlo ma sta di fatto che ad oggi, dei 460 dipendenti che fino qualche anno fa lavoravano nella storica azienda magentina, ne sono rimasti attivi una trentina. Il loro compito è quello di traghettare l'attività nella fase di cessazione industriale che di fatto è già una realtà. «Giovanni Lettieri, attuale amministratore delegato della Novaceta, ha confermato attraverso un portavoce aziendale la volontà di cedere la produzione dell'acetato colorato che a mio avviso è un'altra operazione tecnicamente impossibile perché per produrre il filo occorrono altri reparti – ha premesso De Luca –. La Cub aveva già suggerito alternative per riavviare lo stabilimento come l'allacciamento diretto alla rete energetica e una caldaia a bassa pressione, ma il tavolo tecnico da noi richiesto per discutere queste soluzioni non è mai stato fatto». De Luca con Massimo Lettieri del sindacato di base Cub-Magenta e Paolo Chianura delle Rsu-Cub hanno poi asserito che Giovanni Lettieri non avrebbe nascosto di avere interessi immobiliari sull'area. Complessa la ricostruzione fatta dal sindacato. La zona su cui sorge Novaceta, attraverso un collegamento di aziende, farebbe riferimento all'immobiliare Ligresti, società presente già con l'amministrazione Cimatti (precedente a quella Lettieri). Ligresti era infatti presente in Bembergcell attraverso il gruppo Eurinvest. Lettieri risulta inoltre essere l'amministratore delegato dell'Immobiliare Investimenti e Sviluppo Mediterraneo. «Attraverso un sistema di collegamento tra gruppi aziendali, si nota inoltre che Riccardo Ciardullo, presidente del Cda di Euroinvest Energia e di Euroinvest Investimenti, nonché amministratore delegato di Euroinvest Finanza, risulta membro alla pari di Lettieri in altrettanti Cda di aziende immobiliari» hanno sottolineato i sindacalisti, evidenziando come la speranza per gli immobiliaristi sia quella che, se non con l'amministrazione Del Gobbo (il sindaco ha infatti più volte confermato che mai lui cambierà la destinazione d'uso dell'area) ma eventualmente con quelle che succederanno ad essa, il Pgt venga cambiato a favore dello scioglimento per l'area Novaceta del vincolo industriale. Per i sindacati nella vicenda Novaceta esiste dunque un interesse immobiliare, più che imprenditoriale. Novaceta, con i suoi 220mila metri quadri di terreno, offrirà sbocchi residenziali in un conteso abitativo pregiato? Da cosa è dato allora un simile pregio? Dalla vicinanza al Parco del Ticino e alle vie di comunicazione create per Expo 2015, nonché alla superstrada per raggiungere l'aeroporto di Malpensa e la fiera Rho-Pero. «Il 15 marzo è la data limite per definire i rapporti di cessione con eventuali nuovi partners. Nel frattempo, proprio venerdì 6 marzo, andremo in Provincia a chiedere l'apertura di una nuova procedura di cassa integrazione per cessione dell'attività e chiederemo anche la proroga di 12 mesi della mobilità» ha infine commentato De Luca.


6 marzo 2009 - Il Mattino

Salerno. Saranno più di 1500 i tagli alle cattedre...

Salerno - Saranno più di 1500 i tagli alle cattedre di Salerno e provincia previsti per il prossimo anno scolastico. Un numero raddoppiato se si considera che nel corso di quest'anno si sono registrati circa 900 posti in meno nelle varie classi di concorso. La previsione allarmante viene lanciata direttamente dai membri provinciali dei Cobas Scuola che definiscono "drammatica" la posizione di migliaia di docenti precari e non, presenti nel capoluogo e in provincia. Secondo i Cobas gli effetti della legge Gelmini ricadranno non solo sul mondo del precariato ma anche su quello dei docenti ordinari. "Se infatti i precari sono destinati a scomparire - avverte Alessandro D'Auria, componente provinciale del Comitato di base della scuola - anche i colleghi titolari rischiano seriamente di rimanere senza lavoro". La possibilità di trovare, infatti, in prossimità dell'inizio del nuovo anno scolastico docenti di ruolo in sovrannumero è quantomai concreta. "Ricordiamo a questi insegnanti che in assenza di collocazione si rischia il licenziamento dalla scuola - afferma D'Auria - quindi chi non si è ancora reso conto della gravità della situazione farà bene nei prossimi mesi a mettere in movimento la macchina della mobilitazione". Preoccupazione e forte amarezza: sono stati questi sentimenti a caratterizzare l'assemblea pubblica svoltasi ieri nella sala "Martin Luther King" della parrocchia del Volto Santo a Pastena e organizzata dai Cobas Scuola. A prendere parte all'incontro sono stati genitori, alcuni studenti del liceo classico "F. De Sanctis" guidati dal professore Nello De Bellis e membri del personale della scuola pubblica. Temi caldi: i tagli agli organici previsti per i prossimi mesi e la riduzione del tempo scuola. La discussione ha toccato inevitabilmente la futura introduzione del maestro unico che "porterà alla eliminazione delle compresenze e quindi a una ingente riduzione del corpo docente", riferisce Teresa Vicidomini, componente dell'esecutivo nazionale Cobas Scuola. "La scuola primaria era l'unico ordine di scuola ancora funzionante - chiude Vicidomini - ora col ritorno all'insegnante unico di riferimento il governo ha deciso di metterlo in ginocchio". Si accende intanto la fiamma della protesta dei docenti precari che hanno programmato per il prossimo 28 marzo una manifestazione nazionale a Roma con l'obiettivo di confrontarsi sui temi della crisi che ha inevitabilmente colpito il settore della formazione. Mentre stasera, a partire dalle 17, Cobas, Rdb ed Sdl si riuniranno in un sit in di protesta sotto palazzo Prefettura per rivendicare il diritto allo sciopero: nell'occasione verrà chiesto un incontro col prefetto di Salerno Claudio Meoli.(gia.sol.)


6 marzo 2009 - Gargano press

Cronache Politiche
ORDINE DEL GIORNO DEL COMITATO POLITICO FEDERALE DEL PRC

FOGGIA. Nel nostro territorio, a fronte di un’ultra decennale fallimentare politica di privatizzazioni e di esternalizzazioni dei servizi pubblici, grazie alla forte iniziativa del nostro Partito e del sindacalismo di Base, si è riusciti a far nascere nella ASL FG la società Sanitaservice che ha re – internalizzato numerosi servizi esternalizzati nel settore Sanità tra cui l’importante settore dell’emergenza 118. A riprova che il settore pubblico riesce a garantire importanti servizi a costi inferiori rispetto al privati e con migliori servizi, quella società a permesso la stabilizzazione lavorativa a centinaia di precari, ha coordinato e razionalizzato servizi parcellizzati dati a miriade di Cooperative che a maggioranza non davano ai Lavoratori quanto spettante e mal collegati tra loro e fa svolgere un servizio migliore per gli utenti. In questi giorni da parte di esponenti politici del centro destra e giornali compiacenti c’è stato un grosso attacco nei confronti del sindacalista dell’RdB CUB Santo Mangia, a cui va tutta la nostra solidarietà, e del nostro Partito, le cui colpe sono quelle di richiedere i diritti dei Lavoratori e che si concedano altri servizi esternalizzati alla Sanitàservice. Da parte di settori legati a potentati economici collusi con politici compiacenti, si sta cercando di bloccare l’attività di quella società e soprattutto si fa pressione nei confronti della Giunta Regionale affinchè non permetta la nascita di esperienze tipo la Sanitàservice nelle altre Province pugliesi, nonostante le richieste di migliaia di Lavoratori precari e sfruttati di avere una stabilità lavorativa. Il Comitato Politico Federale del PRC di Foggia nel respingere tutti gli attacchi pretestuosi e interessanti nei confronti del nostro Partito invita la Giunta Regionale a non solo difendere la Sanitàservice di Foggia ma a fare in modo che quell’esperienza foggiana venga esportata nelle altre Provincie così da permettere un più efficace servizio ai cittadini pugliesi.


5 marzo 2009 - Adnkronos

LAVORO: DOMANI CUB, COBAS E SDL IN PIAZZA PER IL DIRITTO DI SCIOPERO
MOBILITAZIONE E PRESIDI IN TUTTA ITALIA

Roma, 5 mar. (Adnkronos/Labitalia) - Si svolgeranno domani in tutta Italia manifestazioni e presidi promossi da Cub, Confederazione Cobas e SdL Intercategoriale per il diritto di sciopero e per i ''diritti sindacali costituzionalmente tutelati e per difendere il diritto al conflitto'', come spiegano le organizzazioni in una nota. A Roma l'appuntamento e' alle 16,30 in largo Ponchielli, con manifestazione davanti alla sede della Commissione di Garanzia. Fra le altre principali manifestazioni: Milano - Assemblea presso la Casa della Cultura (via Borgogna, 3) dalle 9.30 alle 12 e presidio presso la Prefettura (corso Monforte) dalle 12; Torino - Volantinaggi presso le stazioni ferroviarie Porta Nuova e Porta Susa, i depositi GTT di Venaria, Gerbido, San Paolo, Tortona, Nizza, dalle 16; Genova - Presidio presso la Prefettura, in largo Lanfranco dalle 10; Venezia - Presidio presso la Rai, Palazzo Labia dalle 11.30; Trieste - Presidio con volantinaggio in piazza Unita' d'Italia 8 dalle 16.30; Bologna - Presidio presso Cabina ATC (viale Lame angolo via Marconi), dalle 15; Cagliari - Presidio-assemblea in piazza Costituzione dalle 16; Napoli - Presidio in piazza Carita' dalle 17; Salerno - Presidio presso la Prefettura in via Roma dalle 17. ''Le iniziative di domani -si legge nella nota- rappresentano una prima risposta a questo progetto di imposizione per legge della pace sociale. Per il prossimo 28 marzo, in occasione dell'incontro fra i ministri del Lavoro e delle Politiche sociali del G14, CUB Cobas e SdL hanno promosso una manifestazione nazionale a Roma, a cui seguira' un grande sciopero generale per il 23 aprile con manifestazioni articolate sul piano regionale, che vede il diritto di sciopero e la democrazia sindacale fra i punti centrali della sua piattaforma''.


5 marzo 2009 - Omniroma

AGENZIA ENTRATE, RDB-CUB OCCUPA SEDE

(OMNIROMA) Roma, 05 mar - «I membri dell'Esecutivo Nazionale RdB-CUB Agenzie Fiscali hanno da poco occupato la sede dell'Agenzia delle Entrate di Via del Giorgione 159. A poco più di una settimana dall'esclusione dal tavolo di trattativa, avvenuta arbitrariamente e immotivatamente, la RdB-CUB, preso atto del peggioramento delle relazioni sindacali anche a livello regionale, pone al centro di questa protesta il ripristino di corrette relazioni, un accordo-quadro sulla riorganizzazione e garanzie per i precari in scadenza». Così Rdb Cub in una nota. «L'esclusione dalla trattativa - prosegue nel comunicato Stefania Lucchini, dell'Esecutivo Nazionale RdB-CUB - è avvenuta proprio nel momento in cui l'amministrazione ha messo in moto un processo di profonda riorganizzazione, potenzialmente distruttivo dell'attuale macchina fiscale, su cui il nostro sindacato non può consentire che cali il silenzio o, peggio ancora, venga alzata una cortina fumogena fatta di rassicurazioni e disinformazione. Oggi serve un accordo-quadro che dia garanzie ai lavoratori ed al Paese sulla effettiva tenuta dell'azione di contrasto all'evasione e all'elusione fiscale». «Il deficit di democrazia sindacale di per sé nuoce alla salute dei lavoratori - prosegue Lucchini - e in questo momento rischia di danneggiare anche quella del Paese. La macchina fiscale era efficace, efficiente e produttiva, eppure la si sta smontando pezzo dopo pezzo, dopo aver collezionato in meno di un anno il taglio a zero del salario accessorio e la riduzione delle piante organiche. In questo quadro, l'Amministrazione deve spiegarci da che parte intende stare e se vuole ripristinare le corrette relazioni sindacali». «La RdB - conclude la nota - chiede inoltre che si faccia chiarezza sul futuro dei Cfl in attesa di stabilizzazione (oltre milleduecento giovani appesi al filo) e sulla sorte di altri millequattrocento tirocinanti su cui pende il rischio di un taglio di unità del 40%». «Intendiamo ribadire che la risposta migliore alle preoccupazioni dei lavoratori è l'avvio di un confronto sul tema della riorganizzazione, del diritto al lavoro e alla carriera e su quello altrettanto fondamentale della ricostituzione del salario accessorio con RdB al tavolo», conclude la sindacalista RdB.

AGENZIA ENTRATE: RDB-CUB: CONCLUSA OCCUPAZIONE

(OMNIROMA) Roma, 05 mar - «Sono terminati l'occupazione ed il presidio sindacale, attuati da questa mattina alla sede centrale dell'Agenzia delle Entrate di Via del Giorgione a Roma dalla RdB-CUB Agenzie Fiscali». Lo rende noto Rdb Cub. «L'iniziativa - si legge nel comunicato - nata per denunciare la gravità della situazione venutasi a determinare dopo l'esclusione dai tavoli di trattativa delle organizzazioni sindacali non firmatarie del biennio economico, ha suscitato l'interessamento dell'Aran, che ha preannunciato una riunione a breve del direttivo al fine di portare chiarezza sulla materia nel senso auspicato dalla RdB. Per la RdB-CUB, l'esclusione è l'ennesimo danno alla democrazia sindacale nel Paese ed è soprattutto un danno enorme subìto dai lavoratori dell'Agenzia, che sono attualmente interessati da un processo di riorganizzazione dalle pesanti ricadute professionali, salariali e logistiche. L'organizzazione sindacale ha contestato all'Amministrazione la posizione assunta circa l'interpretazione delle circolari Aran in materia di esclusione dai tavoli delle sigle non firmatarie del biennio economico, sottolineando, in particolare, come la riorganizzazione non possa essere considerata materia attinente al biennio economico. L'Agenzia delle Entrate ha preso atto di tali comunicazioni, ed in particolare di quelle provenienti dall'Aran riguardo ad una soluzione positiva della vicenda, e ha dichiarato che è nel suo interesse il buon andamento delle relazioni sindacali ai fini della piena realizzazione del nuovo assetto organizzativo. La RdB-CUB seguirà attentamente nei prossimi giorni l'evolversi della situazione, sia con riferimento agli impegni assunti dall'Aran sia con riguardo alle dichiarazioni ricevute dall'Agenzia delle Entrate e ne valuterà gli sviluppi positivi o negativi per l'adozione dei conseguenti atti».

CASA, MOVIMENTI DIRITTO ABITARE: «PIANO COMUNE INADEGUATO»

(OMNIROMA) Roma, 05 mar - «Si è riunito questa mattina in Campidoglio il tavolo sull'emergenza abitativa, al quale hanno partecipato l'assessore alla Casa e al Patrimonio Antoniozzi, il direttore dell'ufficio Casa Marra, il delegato del sindaco per l'Emergenza abitativa Visconti e i movimenti romani per il diritto all'abitare. Nel corso dell'incontro, i rappresentanti dell'amministrazione hanno presentato il Piano casa del comune, un piano che giudichiamo inadeguato perché non tiene conto della drammatica emergenza abitativa che vive la città di Roma, nonché timido nei confronti sia del Governo - al quale non chiede risorse all'altezza - che dei poteri forti- non costringendoli a rinunciare a un atteggiamento di tipo speculativo». Così una nota congiunta AS.I.A. RdB, Blocchi Precari Metropolitani, Coordinamento cittadino di lotta per la casa, Comitato obiettivo casa, Action. «In realtà - prosegue la nota - quello illustrato oggi è il piano delle dismissioni, visto che a parte i nuovi finanziamenti in arrivo dalla regione Lazio e i 49 milioni di euro provenienti dai cambi di destinazione d'uso prodotti dalla precedente giunta, il bilancio del comune prevede per l'emergenza abitativa lo stanziamento di soli 100 milioni di euro, per di più legati alla dismissione di 8mila alloggi pubblici e di altro patrimonio disponibile. Un paradosso inaccettabile se si pensa che dalla vendita di tre appartamenti si ricaveranno risorse forse appena sufficienti per costruirne uno nuovo e se si tiene presente la richiesta di spazi pubblici per la socialità e la cultura. Tutto questo, senza stabilire misure- come il blocco generalizzato degli sfratti e degli sgomberi- in grado di tamponare il disagio abitativo, fino a quando non verrà garantito il passaggio da casa a casa». «Per di più, esponenti della maggioranza hanno presentato dentro Casa Pound una proposta di delibera per il mutuo sociale che dovrebbe essere approvata entro marzo, un'operazione da finanziare ancora una volta con il ricavato dalla dismissione del patrimonio pubblico per l'acquisto a costo zero di alloggi, stabilendo dei criteri di accesso che oltre al limite di reddito previsto per l'Erp introducono il requisito della romanità - continua la nota - Ci chiediamo, a parte questa proposta disdicevole e irricevibile anche da un punto di vista culturale, quali misure l'amministrazione comunale così attenta ai cittadini romani preveda di prendere a tutela delle decine di migliaia di inquilini alle prese con le dismissioni da via Pincherle, all'Enasarco e all'Enpam. Di fronte al quadro drammatico che è sotto gli occhi di tutti, abbiamo giudicato irresponsabile l'atteggiamento dell'amministrazione comunale, comunicando la ripresa immediata della mobilitazione in assenza di segnali diversi. A quel punto Antoniozzi, Marra e Visconti hanno interrotto il tavolo e preso tempo per recepire le nostre osservazioni. Intanto, i movimenti convocano un'assemblea generale per il diritto all'abitare il 12 marzo alle ore 17 presso l'ex cinema Volturno occupato (in via Volturno 37) e indicono una manifestazione in Campidoglio per il 19 marzo, in occasione del dibattito sul bilancio comunale. I movimenti romani per il diritto all'abitare aderiscono inoltre compatti alla manifestazione del 13 marzo a sostegno degli inquilini di via Pincherle».


5 marzo 2009 - Apcom

Roma, Rdb-Cub occupa sede dell'Agenzia delle Entrate
"Corrette relazioni sindacali,riorganizzazione,garantire precari"

Roma, 5 mar. (Apcom) - I membri dell'esecutivo nazionale 'RdB-CUB Agenzie Fiscali' hanno occupato questa mattina la sede dell'Agenzia delle Entrate di Via del Giorgione 159 a Roma: "A poco più di una settimana dall'esclusione dal tavolo di trattativa, avvenuta arbitrariamente e immotivatamente, la RdB-CUB, preso atto del peggioramento delle relazioni sindacali anche a livello regionale, pone al centro di questa protesta il ripristino di corrette relazioni, un accordo-quadro sulla riorganizzazione e garanzie per i precari in scadenza", si legge in una nota del sindacato. "L'esclusione dalla trattativa è avvenuta proprio nel momento in cui l'Amministrazione ha messo in moto un processo di profonda riorganizzazione, potenzialmente distruttivo dell'attuale macchina fiscale, su cui il nostro sindacato non può consentire che cali il silenzio o, peggio ancora, venga alzata una cortina fumogena fatta di rassicurazioni e disinformazione", spiega Stefania Lucchini, dell'esecutivo nazionale RdB-CUB: "Oggi serve un accordo-quadro che dia garanzie ai lavoratori ed al Paese sulla effettiva tenuta dell'azione di contrasto all'evasione e all'elusione fiscale". "Il deficit di democrazia sindacale di per sé nuoce alla salute dei lavoratori - prosegue Lucchini - e in questo momento rischia di danneggiare anche quella del Paese. La macchina fiscale era efficace, efficiente e produttiva, eppure la si sta smontando pezzo dopo pezzo, dopo aver collezionato in meno di un anno il taglio a zero del salario accessorio e la riduzione delle piante organiche. In questo quadro, l'Amministrazione deve spiegarci da che parte intende stare e se vuole ripristinare le corrette relazioni sindacali". La RdB chiede inoltre che si faccia chiarezza sul futuro dei Cfl in attesa di stabilizzazione (oltre milleduecento giovani appesi al filo) e sulla sorte di altri millequattrocento tirocinanti su cui pende il rischio di un taglio di unità del 40%.

Roma, terminata occupazione RdB-Cub a Agenzia Entrate
Iniziata questa mattina per esclusione sindacato da consultazioni

Roma, 5 mar. (Apcom) - Sono terminati l`occupazione ed il presidio sindacale, in corso da questa mattina, della sede centrale dell'Agenzia delle Entrate di Via del Giorgione a Roma, organizzate dalla 'RdB-Cub Agenzie Fiscali'. "L`iniziativa, nata per denunciare la gravità della situazione venutasi a determinare dopo l'esclusione dai tavoli di trattativa delle organizzazioni sindacali non firmatarie del biennio economico, ha suscitato l`interessamento dell'Aran, che ha preannunciato una riunione a breve del direttivo per portare chiarezza sulla materia nel senso auspicato dalla RdB", spiega il sindacato. Per la RdB-CUB "l'esclusione è l'ennesimo danno alla democrazia sindacale nel Paese ed è soprattutto un danno enorme subìto dai lavoratori dell'Agenzia, che sono attualmente interessati da un processo di riorganizzazione dalle pesanti ricadute professionali, salariali e logistiche. L`organizzazione sindacale ha contestato all'Amministrazione la posizione assunta circa l'interpretazione delle circolari Aran in materia di esclusione dai tavoli delle sigle non firmatarie del biennio economico, sottolineando, in particolare, come la riorganizzazione non possa essere considerata materia attinente al biennio economico". "L'Agenzia delle Entrate ha preso atto di tali comunicazioni, ed in particolare di quelle provenienti dall'Aran riguardo ad una soluzione positiva della vicenda, e ha dichiarato - riferisce il sindacato - che è nel suo interesse il buon andamento delle relazioni sindacali ai fini della piena realizzazione del nuovo assetto organizzativo". La RdB-Cub "seguirà attentamente nei prossimi giorni l'evolversi della situazione, sia con riferimento agli impegni assunti dall'Aran sia con riguardo alle dichiarazioni ricevute dall'Agenzia delle Entrate e ne valuterà gli sviluppi positivi o negativi per l'adozione dei conseguenti atti".


5 marzo 2009 - Agi

STATALI: RDB-CUB OCCUPA SEDE AGENZIA DELLE ENTRATE DI ROMA

(AGI) - Roma, 5 mar. - Chiesto il ripristino delle corrette relazioni sindacali, un accordo-quadro sulla riorganizzazione e garanzie per i precari in scadenza. Queste le richieste dei membri dell'Esecutivo Nazionale RdB-CUB Agenzie Fiscali che hanno occupato la sede dell'Agenzia delle Entrate di Via del Giorgione 159 a Roma. "A poco piu' di una settimana dall'esclusione dal tavolo di trattativa, avvenuta arbitrariamente e immotivatamente, la RdB-CUB spiega una nota, preso atto del peggioramento delle relazioni sindacali anche a livello regionale, pone al centro di questa protesta il ripristino di corrette relazioni, un accordo-quadro sulla riorganizzazione e garanzie per i precari in scadenza. "L'esclusione dalla trattativa e' avvenuta proprio nel momento in cui l'Amministrazione ha messo in moto un processo di profonda riorganizzazione, potenzialmente distruttivo dell'attuale macchina fiscale, su cui il nostro sindacato non puo' consentire che cali il silenzio o, peggio ancora, venga alzata una cortina fumogena fatta di rassicurazioni e disinformazione", spiega Stefania Lucchini, dell'Esecutivo Nazionale RdB-CUB. "Oggi serve un accordo-quadro che dia garanzie ai lavoratori ed al Paese sulla effettiva tenuta dell'azione di contrasto all'evasione e all'elusione fiscale". "Il deficit di democrazia sindacale di per se' nuoce alla salute dei lavoratori - prosegue Lucchini - e in questo momento rischia di danneggiare anche quella del Paese. La macchina fiscale era efficace, efficiente e produttiva, eppure la si sta smontando pezzo dopo pezzo, dopo aver collezionato in meno di un anno il taglio a zero del salario accessorio e la riduzione delle piante organiche. In questo quadro, l'Amministrazione deve spiegarci da che parte intende stare e se vuole ripristinare le corrette relazioni sindacali". La RdB chiede inoltre che si faccia chiarezza sul futuro dei Cfl in attesa di stabilizzazione (oltre milleduecento giovani appesi al filo) e sulla sorte di altri millequattrocento tirocinanti su cui pende il rischio di un taglio di unita' del 40%. "Intendiamo ribadire che la risposta migliore alle preoccupazioni dei lavoratori e' l'avvio di un confronto sul tema della riorganizzazione, del diritto al lavoro e alla carriera e su quello altrettanto fondamentale della ricostituzione del salario accessorio con RdB al tavolo", conclude la sindacalista RdB.


5 marzo 2009 - Ansa

LAVORO: RDB-CUB OCCUPANO SEDE AGENZIA DELLE ENTRATE

(ANSA) - ROMA, 5 MAR - Gli esponenti nazionali del sindacato RdB-Cub Agenzie Fiscali hanno occupato stamani la sede dell'Agenzia delle Entrate, in via del Giorgione, per chiedere di fare chiarezza sul futuro dgli oltre 1.200 giovani precari in attesa di stabilizzazione, e per protestare contro l'esclusione del sindacato dal tavolo di trattativa, che ha portato, secondo loro, ad un peggioramento delle relazioni sindacali. Ad appoggiare l'occupazione vi sono, davanti all'Agenzia delle Entrate, alcune decine di precari, ed aderenti di RdB-Cub, che stanno attuando un presidio.

DOMANI NEL LAZIO

(ANSA) - ROMA, 5 MAR - AVVENIMENTI PREVISTI PER DOMANI NEL LAZIO:...
13:00 - Roma, spazio autogestito, via Pincherle, 167. Conferenza stampa del Comitato inquilini di via Pincherle ed Asia Rdb...
16:30 - Roma, davanti alla sede della commissione di garanzia, largo Ponchielli. Manifestazione nazionale di protesta «No all'abolizione del diritto di sciopero», organizzata da Cub, Confederazione Cobas e Sdl....

DOMANI IN LOMBARDIA

(ANSA) - MILANO, 5 MAR - AVVENIMENTI PREVISTI PER DOMANI, VENERDÌ 6 MARZO, IN LOMBARDIA:...
MILANO - via Borgogna, 3 Assemblea Cub, Cobas e Sdl presso la casa della cultura e alle ore 12.00 presidio davanti alla Prefettura contro 'l'attacco al diritto di scioperò (ore 9.30)....


5 marzo 2009 - Dire

BOLOGNA. APPUNTAMENTI DI VENERDI' 6 MARZO

(DIRE) Bologna, 5 mar. - Questi gli appuntamenti a Bologna e Provincia:...
15.00- Bologna (Cabina Atc/via Lame-via Marconi)- Presidio indetto da Cub Trasporti "Contro il divieto di sciopero"....


5 marzo 2009 - Left

Negli ultimi due mesi i pc sono andati in tilt 31 volte. Eppure per la Rete sono stati spesi 300 milioni
Pensioni a fettine
Una norma applicata male, blocchi informatici, lettere che non arrivano: per un lungo elenco di disguidi l’Inpdap taglia di centinaia di euro gli assegni di 235mila anziani
di Manuele Bonaccorsi

Nessuno è a riparo, coi tempi che corrono. Neanche i fortunati ex dipendenti pubblici, titolari di un assegno pensionistico versato dall’Inpdap, l’ente previdenziale degli impiegati statali. La scorsa settimana 235mila di loro, su 3,5 milioni di titolari, ha ricevuto un’amara sorpresa: un taglio della pensione inaspettato. Sicuri di ricevere come sempre il proprio dignitoso assegno di 1.200 o 1.400 euro, avranno sbarrato gli occhi leggendo, nel proprio conto corrente, un versamento di soli 458,20 euro, il livello delle pensioni minime. È andata ancora peggio ad alcuni lavoratori in servizio che, a quanto denuncia il sindacato Rdb-Cub, hanno avuto uno stipendio pari a zero euro. Migliaia tra questi pensionati e lavoratori si sono raccolti davanti agli sportelli dell’Inpdap per chiedere spiegazioni. E si sono sentiti rispondere che no, non c’era nessun errore, era tutto regolare. Facile immaginare la reazione: grida, spintoni, insulti, in alcune città è stata chiamata a intervenire persino la forza pubblica. Tutto per colpa di una legge, applicata nel peggiore dei modi dalla pubblica amministrazione, a discapito di centinaia di migliaia di incolpevoli pensionati e lavoratori. Il cui reddito, a quanto pare, vale meno di codici e codicilli e delle inefficienza della pubblica amministrazione, sottoposta da anni a tagli indiscriminati. Tutto ha inizio con l’ultima Finanziaria del governo Prodi, votata alla fine del 2007. La legge impone all’Inpdap un controllo a tappeto sulle detrazioni relative ai carichi familiari di pensionati e lavoratori iscritti all’ente previdenziale. A tutti i lavoratori viene chiesto di rispondere a una lettera - ne vengono inviate 3,5 milioni - nella quale si chiede di comunicare il proprio stato di famiglia, l’esistenza o meno di familiari a carico, in modo da poter verificare l’esattezza delle detrazioni. Si tratta di un tentativo dello Stato di recuperare fondi, facendo pulizia di tanti casi di pensionati, con figli magari ormai adulti, che risultavano ancora dipendenti dall’anziano genitore. Per questo delicato intervento, l’Inpdap si appoggia sui Caf, i centri di assistenza fiscale, molto frequentati dagli anziani, che potranno fornire le informazioni al cervellone dell’ente dialogando direttamente col suo sistema informatico. A ottobre del 2008, circa 300mila lavoratori non hanno ancora risposto. L’ente invia una nuova comunicazione. Ma non c’è nulla da fare, ormai. A febbraio l’Inpdap considera le mancate risposte come un via libera al taglio delle detrazioni, in media tra 25 e 50 euro al mese per ogni familiare a carico, tra 300 e 600 euro l’anno. Secondo la Finanziaria le nuove regole sarebbero entrate in vigore dal maggio del 2008, dunque l’ente procede al recupero di 8 mesi di detrazioni, e li sottrae senza alcuna remora dagli assegni pensionistici, limitandosi solo a non scendere sotto il limite della pensione minima. Nei casi in cui il taglio non basta a sanare il debito, si riserva di intervenire sull’assegno del mese seguente, con un interesse (sì, proprio come una banca) dello 0,50 per cento. Ad aggravare la situazione, il fatto che molti pensionati, che pure avevano consegnato la domanda tramite i Caf, vengono cancellati dalla memoria dei computer dell’ente, per un problema di compatibilità tra due diversi sistemi informatici. Nonostante l’Inpdap abbia speso dal 2004, per l’informatizzazione dei suoi dati, qualcosa come 300 milioni di euro, secondo i calcoli fatti dall’Rdb Cub. Soldi spesi male, se è vero, come denuncia il sindacato, che solo negli ultimi due mesi i computer dell’ente sono andati in tilt ben 31 volte. Inoltre, denuncia il sindacato di base, la pianta organica dell’ente, colpita da numerosi tagli, di Finanziaria in Finanziaria, è ormai molto al di sotto del bisogno: mancano all’appello almeno 2.500 lavoratori, escludendo il taglio del 10 per cento operato nell’estate dal decreto Brunetta (legge 133). Ai pensionati inferociti l’Inpdap ha risposto dicendo di aspettare la dichiarazione dei redditi di maggio per avere indietro i soldi ingiustamente sottratti. Per gli altri, invece, non c’è nulla da fare. Come riusciranno a fare la spesa oltre 200mila anziani italiani, è un problema che non toglie il sonno né al governo né ai dirigenti dell’Inpdap. Saranno altri a non dormirci.


5 marzo 2009 - Il Giorno

Call center di Legnano Riassunzione possibile
Apertura del ministro Brunetta, una risposta fra 10 giorni
di SILVIA VIGNATI

LEGNANO (MILANO) ANCORA un viaggio a Roma, il secondo. E un rientro a Legnano con un nuovo scenario: la possibile ripresa del lavoro. Ieri Riccardo Germani (sindacalista delle Rappresentanze di base-Rdb/Cub) si è recato nella capitale insieme a Milena, in rappresentanza delle undici ex operatrici di call center dell'ospedale di Legnano. «Abbiamo incontrato la commissione tecnica del ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta - afferma Germani - In questa settimana nessun nuovo quesito è stato riformulato dall'Azienda ospedaliera e dalla Regione, ma i tecnici del ministero hanno comunque acquisto documentazione sufficiente sulle undici donne. Entro una decina di giorni, la commissione invierà indicazioni all'Azienda ospedaliera di Legnano su come prorogare concretamente i contratti di lavoro alle ragazze. I nostri interlocutori, tra cui la dottoressa Maria Barilà, hanno mostrato autentico interesse al caso». Così lo stato d'animo di Milena: «L'incontro è stato positivo. I tecnici sono molto propensi a collaborare per chiarire i dubbi sulla possibilità di un nostro reinserimento lavorativo: sia alla Regione, sia all'Azienda. Resta ora da verificare la volontà della direzione ospedaliera». Le ex centraliniste scontano una disoccupazione lunga sei mesi, costellata di manifestazioni forti: prima fra tutte un video su YouTube, in cui si mettono all'asta. Il 5 settembre una strip-conferenza al Teatro della Cooperativa di Milano. Poi i presidi davanti all'ospedale di Legnano e al Pirellone. Quindi i passaggi in tv: dalle reti di stato alle private. Intanto i mesi passano, la solidarietà consola ma non sfama e l'assegno di disoccupazione dell'Inps sta per volgere al termine. In febbraio le donne si inventano lo "sciopero del futuro". Tre di loro si recano a Roma e, bende sugli occhi, sostano davanti al Senato e a Palazzo Vidoni (sede della Funzione Pubblica). Si scandalizza la senatrice Giuliana Carlino, dell'Italia dei Valori, nell'ascoltare le loro storie, e promette un'interrogazione parlamentare. Vengono quindi ricevute da una commissione tecnica del ministro Brunetta, ma la genericità dei quesito posto dalla Regione sul precariato non permette una risoluzione rapida. La commissione, però, non perde tempo e fissa loro un secondo incontro: quello di ieri. E fra dieci giorni (ci si augura) arriverà una risposta chiara.


5 marzo 2009 - Il Gazzettino

Il sindacato Rdb Cub ha incontrato l’amministrazione dell’Unità sanitaria sulla situazione dei Centri diurni e del reparto di Medicina dell’ospedale San Bortolo
«No agli esuberi all’Ulss: riassorbire i dipendenti»

Vicenza - "Dobbiamo risolvere il problema degli esuberi e far sì che i dipendenti in servizio siano riassorbiti dalla cooperativa che assumerà la gestione dei Centri diurni dell’Ulss n. 6 di Vicenza. Quanto alla riorganizzazione dei reparti di Medicina occorrerà tenere alta l’attenzione, perché è forte il rischio che nella bassa intensità vi sia un pericoloso abbandono di sorveglianza dei pazienti". Con queste parole Germano Raniero dell’Rdb-Cub commenta l’incontro sindacale con l’amministrazione dell’Ulss n. 6 di Vicenza di martedì scorso. Tre operatori sociosanitari, che lavorano per la cooperativa Il Cigno, potrebbero rimetterci il posto di lavoro. "Non possiamo tollerare – spiega Germano Raniero - che tre operatori sociosanitari perdano il proprio lavoro, tanto più in un periodo di difficoltà economica come quello che stiamo attraversando. La decisione dell’amministrazione sanitaria di ripartire al 50 per cento la gestione dei Centri diurni dell’Ulss n. 6 di Vicenza, con la compartecipazione di pubblico e privato, comporta, infatti, l’esubero di tre operatori sociosanitari, ma anche di quattro educatori alle dipendenze dell’Ulss n. 6 di Vicenza, per i quali la ricollocazione all’interno dell’Azienda sarebbe automatica. L’Rdb-Cub è contrario agli esuberi, pertanto chiede fermamente che tutto il personale venga reimpiegato dalla cooperativa che vincerà l’appalto per la gestione dei Centri diurni". La richiesta non è soltanto verbale, ma prevede che l’Ulss n. 6 di Vicenza si impegni ad inserire una specifica clausola nel contratto, al fine di assicurare il lavoro a tutte le persone attualmente impiegate. "Quanto ai reparti di Medicina del San Bortolo – prosegue Germano Raniero – la riorganizzazione prevede la modifica della turistica nel reparto di Medicina al sesto piano, con una differente distribuzione dei posti letto, divisi in bassa ed alta intensità (attualmente 30 letti in bassa intensità e 25 letti in alta intensità), disponendo 30 letti in alta intensità e 25 letti in bassa intensità, per effetto della chiusura del reparto di Malattie metaboliche". Un’operazione, questa, che comporta un aumento degli operatori sociosanitari in servizio, ma anche la decurtazione di un turno di infermieri. "Nella bassa intensità – precisa Germano Raniero – di notte ci sarà soltanto un turno di infermieri in servizio e due operatori sociosanitari. Ed in caso di emergenza il personale in bassa intensità migrerà immediatamente nell’alta intensità, lasciando sguarnita di sorveglianza la restante area con 25 pazienti". Un rischio che segue le logiche del miglior impiego del personale, i costanti tagli alla sanità e, evidentemente, l’impossibilità ad effettuare nuove assunzioni. "Non possiamo permettere – conclude Germano Raniero – che i pazienti siano abbandonati, pur comprendendo le esigenze della Regione di contenimento della spesa. Ma è inconcepibile tagliare sui servizi al cittadino a scapito della sicurezza".(M.C.)


5 marzo 2009 - Il Giornale di Vicenza

SANITÀ. L’assessore regionale Sandro Sandri torna sul problema delle risorse umane, anche se dal Vicentino si nega che Venezia abbia chiesto numeri precisi
«Poco personale? I dati me li hanno dati i dg»
Blitz di Rdb-Cub a Venezia: gli parlano della centrale di sterilizzazione, della carenza di infermieri e del numero chiuso, dei corsi Oss e dei tagli
di Franco Pepe

Venezia - «I medici e gli infermieri che mancano alla sanità pubblica? I dati me li hanno forniti i dg, non li ho certo inventati io». Sandro Sandri, assessore regionale alla sanità, rilancia la sua battaglia per il personale delle Ulss, anche se non risulta che a tutti i dg, almeno ai vicentini pare proprio di no, siano stati - ufficialmente o ufficiosamente - chiesti numeri e bisogni. Si vede che il responsabile delle risorse umane socio-sanitarie Pietro Stellini ha calcolato a tavolino una media delle possibili carenze, o forse i dati sono giunti solo da una cerchia di dg.
In ogni caso la questione-personale è rimbalzata l'altro ieri a palazzo Balbi per effetto di un improvviso blitz di una trentina di esponenti di Rdb-Cub di Vicenza, Verona, Padova e Treviso, che nella mattinata si erano recati alla questura di Venezia per informare che avrebbero voluto manifestare nella sede delle Regione, ma chiedendo anche ai funzionari della polizia di farsi intermediari per poter parlare con Sandri. «Sì, l'incontro siamo andati a prendercelo» dice Raniero. Così è stato.
Sandri era impegnato in giunta, per cui gli autonomi, in testa i vicentini Germano Raniero, Bonifacio Dal Bianco e Federico Martelletto, sono stati ricevuti dal vice di Stellini, Massimo Marzano, e da un altro dirigente. E sono emersi gli stessi problemi che Raniero e i suoi avevano sollevato dinanzi a Sandri durante la prima e finora unica visita dell'assessore al S. Bortolo in occasione dell'inaugurazione delle sale operatorie di ortopedia: l'"assurdità" del numero chiuso dei corsi di laurea a fronte di una carenza abissale di infermieri; l'anomalia di far pagare i corsi di formazione degli Oss e la necessità di inquadrarli nel ruolo sanitario; i soldi tagliati ai dipendenti dal decreto Brunetta che Rdb chiede alla Regione di integrare per non vanificare il prossimo contratto.
In più Raniero ha riproposto la querelle sulla centrale di sterilizzazione del S.Bortolo: «Dando l'appalto all'esterno si spendono milioni di euro: Con la ristrutturazione interna la spesa si recupera». Sandri, come detto, si è fatto rappresentare, ma, poi, ha dichiarato che «la preoccupazione dei sindacati per la progressiva mancanza di infermieri e operatori sanitari è anche la sua». Sandri ha ribadito che ha già sensibilizzato il ministro Brunetta: «Gli ho mandato una tabella aggiornata che mostra i settori dove il personale è insufficiente, e ho sollecitato un incontro che spero di poter avere entro marzo. Gli chiederò una maggior flessibilità per assumere personale aggiuntivo, risparmiando su altre cose. Penso al controllo rigoroso dell' appropriatezza su farmaci e prescrizioni ambulatoriali. Bisognerà lavorarci alacremente. Proprio di questo insisterò con i dg».
E di questo parleranno anche i 4 dg vicentini in una riunione, voluta dal coordinatore Valerio Alberti, che si terrà al S. Bortolo lunedì 9 alle 14,30. Ci sono da preparare le proposte per tagliare, come chiesto dal governatore Galan, 120 milioni di euro. «Ma il presidente non ha mai detto - spiega Alberti - che dovranno essere le Ulss in attivo ad aiutare quelle con i bilanci in rosso e ad incidere di più sui risparmi. Anzi ha promesso che premierà le più virtuose. L'indicazione è stata di contenere al massimo le spese. No, ognuno agirà sul proprio bilancio, ci confronteremo, valuteremo l'impatto provinciale, e poi, se salterà qualche idea a livello locale, vedremo se si potrà cominciare a fare qualcosa insieme come iniziativa di area vasta. Ma credo che per quest'anno sarà difficile. Più facile nel 2010. Per ciascuna azienda sarà un work in progress che continuerà tutto l'anno».


5 marzo 2009 - Il Resto del Carlino

LE DIPENDENTI PUBBLICHE
Bologna. «E' UN ATTACCO diretto alle donne»...
di Sarah Buono

Bologna - «E' UN ATTACCO diretto alle donne». Patrizia Tega, dipendente comunale, non si trattiene nel commentare l'eventualità di andare in pensione a 65 anni come previsto nella bozza governativa. Incredula continua: «Tutte noi donne abbiamo sempre fatto un secondo lavoro badando ai nostri anziani, crescendo i figli e accudendo i mariti. Ho venticinque anni di contributi e non mi sembrano pochi. Mio figlio ora ha 16 anni, ma quando potrà inserirsi nel mondo del lavoro?». La rabbia delle bolognesi è tanta, come evidenzia Vilma Gabbiani, delegata della Federazione delle RdB: «Sono arrabbiata con Brunetta, davvero. Non credo ci fosse l'urgenza di equiparazione, perché non si pensa a far equivalere gli stipendi delle donne a quelle degli uomini per esempio? La nostra fatica è sempre maggiore, abbiamo svariati ruoli a cui assolviamo quotidianamente. Questa riforma non ci interessa, il governo ha deciso di far pagare la crisi a noi lavoratori e ai pensionati». Unica nella mischia a non essere impensierita è Tiziana Mazzetti, responsabile delle biblioteca dell'istituto Aldrovandi Rubbiani: «Non ho ancora approfondito, ma non mi preoccupa particolarmente. Il lavoro che faccio mi piace e piuttosto che non fare niente sono contenta, anche perché non sono turni particolarmente pesanti, stacco alle 2. Sono single e non ho una famiglia di cui prendermi cura, certo la situazione cambierebbe con un carico sulle spalle». Di diversa opinione invece Rosaria Raimondo, impiegata statale ovviamente: «Le difficoltà per i giovani saranno insormontabili, sono preoccupata per il loro futuro. Forse i politici non si rendono conto visto i soldi che guadagnano e il lavoro che fanno. Molte di noi lavorano per pochi euro, magari sognando altro. Fisicamente noi donne siamo più deboli, anche perché i maschi vengono serviti e riveriti, ovvio che a 65 anni sei ancora in forza». Al liceo Sabin le docenti intervistate preferiscono rimanere anonime ma non in silenzio. L'umore è pessimo e tra i corridoi gli sfoghi sono tanti. «Prendono un problema e per risolverlo ne creano altri» oppure «Mio marito anche se più vecchio andrà in pensione prima di me perché lavora per un'azienda privata». Curiosa l'ipotesi di una bidella: "Per me Brunetta ha problemi con le donne, sua madre deve essere stata molto cattiva».


5 marzo 2009 - on Tuscia

FONDO SOCIALE EUROPEO, DE PAOLA (RdB): "LA PROVINCIA ARROGANTE"
Per il coordinamento RdB in provincia di Viterbo interviene Sergio De Paola

(OnTuscia) – VITERBO – (md) Da anni stiamo sostenendo di voler discutere nel merito obiettivi e metodologie dei progetti finanziati dal Fondo europeo per le politiche del lavoro; da anni sosteniamo che accedere ai fondi europei per il potenziamento dei servizi per l’impiego non è sufficiente, che bisogna saperli spendere bene e rendere stabili gli eventuali risultati raggiunti. Assistiamo da anni, con giunte di destra e sinistra, ad un progetto finanziato con il Fondo sociale europeo che ha consentito la crescita esponenziale di un precariato spesso svincolato dalle attività dei servizi per l’impiego, utilizzato spesso per la preparazione e la partecipazione a convegni autoreferenziali ad uso e consumo della politica. Oppure all’avvio di servizi incapaci di stare stabilmente in piedi ma utili ad essere inseriti negli elenchi del materiale pubblicitario prodotto a tonnellate e giacente negli uffici. In ogni caso sono state avviate iniziative il cui risultato è stato autovalutato senza alcun riscontro degli utenti (clienti come più "modernamente" si definiscono) e dei lavoratori interessati. Con delibera n. 24 del 10/02/09 la giunta provinciale ha dato il via libera al progetto "servizi per il lavoro: adattabilità, occupabilità ed inclusione sociale"; a nulla è valsa la richiesta dei sindacati, dei lavoratori, di alcuni responsabili di discutere nel merito il progetto, gli obiettivi, la distribuzione delle risorse. L’Amministrazione in modo arrogante prosegue a gestire il progetto del Fondo sociale Europeo in completa solitudine, avvalendosi di qualche parere del consulente di turno ma non confrontandosi assolutamente con i destinatari di tali scelte. Un progetto che negli anni ripete le stesse cose, incapace di intervenire nelle politiche del lavoro perché indifferente alle sollecitazioni e al confronto con l’esterno. In tema di valutazione di risultati sarebbe interessante confrontarci pubblicamente sugli apporti forniti dal progetto in termini di occupabilità, occupazione, qualità dei servizi a fronte dei costi sostenuti. A tale proposito, il nostro è un giudizio di efficacia, non di legittimità; rimane però una domanda perché questa ostilità a discutere in modo trasparente del progetto in questione?


5 marzo 2009 - Notiziario Italiano

I SINDACATI TEMONO UN CROLLO
Benevento-Sciopero per diritto salario
di Elisabetta Froncillo

Benevento - Lunedì 9 marzo, a partire dalle 10, la federazione provinciale del sindacato RdB/Cub di Benevento, ha indetto un’assemblea sindacale esterna con presidio e sit-in davanti al Palazzo del Governo al Corso Garibaldi. L’iniziativa è stata organizzata per sostenere il diritto al lavoro e al salario. "Nonostante i numerosi incontri di queste settimane – si legge in una nota - a oggi permane tutta l’incertezza sull’effettiva copertura della restante somma di 260 milioni, utili per lavorare almeno fino al 31 dicembre 2009, e rimangono aperte le procedure di licenziamento ai sensi della legge 223 (licenziamenti collettivi). Il Ministero della Pubblica Istruzione ha informato i Consorzi che in questa settimana riprenderanno gli incontri del Tavolo tecnico composto dai Ministeri della Pubblica Istruzione, dell’Economia, del Lavoro e della Funzione Pubblica, l’unico dal quale dovrebbero arrivare notizie certe sulla copertura economica o meno per proseguire le attività. Solo se emergeranno da quel tavolo certezze sullo stanziamento delle risorse l’incontro programmato per il 9 presso il Miur con le organizzazioni sindacali potrà essere davvero risolutivo. Se questo non avverrà le procedure di licenziamento andranno avanti e già dalla metà mese potrebbero arrivare le lettere ai lavoratori. Riteniamo che in questi giorni sia necessario tenere alta l’attenzione e non lasciarsi prendere da facili ottimismi, ma continuare la mobilitazione".


5 marzo 2009 - Brescia Oggi

SABATO IN PREFETTURA PER DIFENDERE IL DIRITTO DI SCIOPERO
PRESIDIO CUB-SDL

Brescia - Contro il Governo che vuole abolire il diritto di sciopero, Cub, Confederazione Cobas e SdL organizzano presidi in varie città. A Brescia appuntamento per sabato 7 alle 10.30 nel cortile della Prefettura.


5 marzo 2009 - La Provincia di Varese

Malpensa. SDL E GLI ALTRI

In maniera autonoma si sono invece organizzati SdL, Cub e Cobas che hanno indetto per oggi un'assemblea al Cral del terminal 2 di Malpensa dalle 10.30 alle 13.30. Anche per SdL lo sciopero nazionale di ventiquattr'ore dei dipendenti Alitalia e quello di quattro ore dei lavoratori del Gruppo Sea di Malpensa e Linate è stato differito dal ministro Matteoli.


4 marzo 2009 - Dire

ENERGIA. DIGHE, COBAS: USCIRE DA LOGICA EMERGENZA, SERVE PIANO
NECESSARIO TUTELARE SICUREZZA CITTADINI E DIGNITA' LAVORATORI

(DIRE) Roma, 4 mar. - "E' necessario uscire definitivamente dalle logiche emergenziali attribuendo invece somma urgenza ad un piano organico sulla Protezione civile, per tutelare i cittadini in termini economici e di sicurezza, ed i lavoratori pubblici in dignita' e professionalita'". Lo dice la RdB-Cub, commentando l'Ordinanza di Protezione Civile n. 3736, con la quale "il presidente del Consiglio delega ad un unico commissario il coordinamento delle attivita' per la messa in sicurezza di 15 grandi dighe italiane a rischio e per il superamento delle carenze funzionali delle altre dighe italiane". Il commissario "verra' dotato di una struttura centralizzata con piu' ampie deroghe sulle norme specifiche, di ampia capacita' decisionale, con mano libera sulle assunzioni". A giudizio delle Rappresentanze sindacali di base- RdB aderente alla Confederazione unitaria di base- Cub, "fermo restando che in presenza di rischio per la popolazione e' necessario attuare tutti gli interventi necessari, ci si domanda perche' da anni le funzioni di controllo sulle oltre 500 grandi dighe italiane, e sulla conseguente sicurezza dei cittadini a valle, passino di mano in mano, con alterne fasi di commissariamento". Per ricordare solo gli atti piu' recenti, il Registro Italiano Dighe "e' stato soppresso con motivazioni economiche dal governo Prodi- spiega la nota RdB-Cub- che circa due anni fa istitui' presso il ministero delle Infrastrutture la direzione generale per le Dighe". Questa ultima struttura, "come denunciato dai suoi stessi dirigenti, non e' stata messa in condizioni di funzionare in modo efficiente". "Con l'ultima iniziativa dell'attuale governo- spiegano le RdB-Cub- per la direzione generale per le Dighe si pone innanzi tutto il rischio immediato di uno svuotamento di competenze e professionalita'". Infatti, "dopo l'annullamento dei concorsi pubblici gia' banditi per assumere 40 ingegneri geologi e personale di supporto nel ministero delle Infrastrutture per le specifiche funzioni di protezione civile, il nuovo commissario avra' piene deroghe sulla normativa sulle assunzioni potendo reclutare consulenti, esperti, gruppi di studio privati". Il tutto poi si inquadra in una prospettiva che secondo la RdB-Cub Infrastrutture "deve essere assolutamente respinta". Secondo quanto contenuto nell'Allegato Infrastrutture dell'ultimo Dpef, il ministro delle Infrastrutture e trasporti Aletro Matteoli "ipotizza la costituzione di una S.p.A per le dighe, una cura peggiore del male che renderebbe possibile affidare ai privati la gestione di funzioni importantissime per la sicurezza della popolazione ed anche per la gestione di beni fondamentali per la collettivita' come acqua ed energia".


4 marzo 2009 - Adnkronos

ROMA: ASIA RDB, TAVOLO IN PREFETTURA PER VIA PINCHERLE RISERVA NUOVE SORPRESE. VENERDÌ ALLE 13 CONFERENZA STAMPA

Roma, 4 mar. -(Adnkronos) - Si è svolto ieri, martedì 3 marzo, l'incontro convocato dal Prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro con i rappresentanti della proprietà degli immobili di via Pincherle 153/169, Giacomazzi-Area Mestre, subentrata formalmente il 22 dicembre scorso a Fata Assicurazioni del gruppo Generali, con l'assessore alla Casa della Regione Lazio, Mario Di Carlo e con il presidente del XI Municipio di Roma Andrea Catarci. Lo comunica il sindacato Asia-Rdb in una nota. Durante la riunione, fa sapere il sindacato, il delegato della società ligure di trading immobiliare ha comunicato di aver venduto 89 dei 116 appartamenti non opzionati dagli inquilini residenti. A quel punto l'assessore Di Carlo e il Prefetto hanno mostrato il verbale del Tavolo interistituzionale, dove sia Fata che Area Mestre si impegnavano a non vendere a terzi e ad avviare una trattativa con l'Ater e la regione Lazio sugli alloggi invenduti. Il comportamento della Giacomazzi Immobiliare, secondo quanto riferiscono dal sindacato, è stato fortemente stigmatizzato dal Prefetto che ha anche affermato di non avere nessuna intenzione di stare a guardare un dramma sociale che rischia di trasformarsi in un problema di ordine pubblico. Infine l'intera delegazione istituzionale ha chiesto alla proprietà di recedere e di interrompere le procedure di vendita a terzi. Nel pomeriggio si è svolta nello spazio occupato di via Pincherle un'affollata assemblea alla quale ha partecipato anche il presidente Catarci. Dopo tre ore di interventi si è deciso di convocare per venerdì alle 13 una conferenza stampa in via Pincherle, per annunciare le prossime iniziative di lotta. L'Asia/RdB e gli inquilini resistenti di via Pincherle rendono intoltre noto di aver indetto per venerdì 13 marzo una manifestazione-corteo e annunciano l'occupazione di tutti gli alloggi invenduti e, a partire da aprile, lo sciopero dell'affitto. Contestualmente verrà sospeso lo sciopero della fame. Il cambiamento di fase, conclude l'Asia-Rdb nella nota, rende necessaria una diversa qualità della resistenza. Gli inquilini e il sindacato faranno la loro parte organizzandosi per manifestare anche a Genova - dove ha sede Giacomazzi - e per continuare ad indicare nelle Generali e in Fata i principali responsabili della situazione, ma chiedono al Prefetto e al Sindaco, assente nel tavolo in Prefettura, di intervenire in maniera autorevole anche con lo strumento della requisizione. Nel corso della conferenza stampa di venerdì prossimo l'avvocato Vincenzo Perticaro illustrerà i termini della denuncia/querela che gli inquilini e l'Asia stanno per presentare all'autorità giudiziaria.


4 marzo 2009 - Marketpress

VENETO: CARENZA PERSONALE INFERMIERISTICO
E OPERATORI SOCIOSANITARI

Venezia - I problemi relativi alla carenza di personale medico, ma soprattutto infermieristico e di operatori all’assistenza, nelle strutture sanitarie del Veneto sono stati al centro di un incontro che si è tenuto ieri a Palazzo Balbi, sede della Giunta veneta, tra alcuni dirigenti della direzione risorse umane e formazione del servizio sociosanitario regionale e una delegazione delle Rappresentanze sindacali di base della sanità del Veneto-confederazione Unitaria di Base, con sede a Vicenza. I dirigenti regionali hanno ascoltato le posizioni espresse da questi lavoratori in merito, tra l’altro, agli infermieri (dicono no al numero chiuso del corso di laurea), e agli operatori sociosanitari –Oss – (di cui chiedono l’inquadramento nel ruolo sanitario) impegnandosi a riferire i contenuti dell’incontro all’Assessore alle politiche sanitarie Sandro Sandri. L’assessore aveva di recente incontrato i rappresentanti di questo sindacato al San Bortolo di Vicenza, e in relazione all’incontro odierno ha affermato di "condividere la loro preoccupazione, che è anche la mia, per la progressiva mancanza di infermieri e di operatori sanitari che rischia di portare disservizi nel nostro sistema sanitario. E’ una situazione che mi è stata segnalata ripetutamente anche dai direttori generali e dai lavoratori e dagli operatori della sanità nel corso delle mie visite alle Ullss. Mi sono subito attivato - ha aggiunto Sandri - per sensibilizzare il Governo, in particolare il Ministro Brunetta, al quale ho mandato una tabella aggiornata che mostra con chiarezza i settori dove sono presenti le insufficienze di personale, e al quale ho sollecitato un incontro che spero di poter avere entro marzo. Gli chiederò di concedere al Veneto una maggior flessibilità al fine di poter assumere personale aggiuntivo. Mi auguro sia sensibile a questo tema, anche come veneto, perché se vogliamo mantenere l’eccellenza del nostro sistema sanitario la questione del personale è ovviamente fondamentale. Chiederemo di utilizzare risorse aggiuntive all’interno del riparto di risorse finanziarie attribuito alla sanità risparmiando, ad esempio, su voci quali l’appropriatezza delle spese per i farmaci e per le prescrizioni ambulatoriali. Per il resto - ha concluso Sandri - confermo che la nostra programmazione sanitaria per il Veneto sta andando avanti. Negli ultimi dieci anni abbiamo chiuso ospedali, ne abbiamo riconvertiti altri, ne abbiamo inaugurati ed aperti altri ancora. Quest’anno vorremmo spostare risorse sul territorio, rafforzando il ruolo dei distretti sociosanitari, valorizzando di più l’attività dei medici di medicina generale, andando insomma più vicino possibile, come sanità veneta, ai nostri cittadini".


4 marzo 2009 - Il Mattino di Padova

La crisi non molla: persi altri 86 posti di lavoro Nuovi rischi alla Komatsu
di FELICE PADUANO

Padova - Diventa sempre più pesante la crisi dell’economia padovana. I settori più colpiti continuano ad essere il meccanico, il chimico ed il tac (tessile-abbigliamento-calzaturiero). L’ultima brutta notizia arriva da Este, dove Komatsu ha avviato la procedura di mobilità per 40 dei sui 700 lavoratori. Concluse, negativamente, poi, le vertenze all’ex Rexol di Curtarolo ed alla Gatto Display di Ronchi di Villafranca. In leggera ripresa, invece, la produzione alla Ivg Colbachini di Cervarese Santa Croce. Oggi, intanto, si dovrebbe chiarire la vicenda Lofra di Teolo.
KOMATSU. La cassa integrazione a zero ore, iniziata a Natale, è stata prorogata sino all’ultima settimana di marzo. Il Gruppo Komatsu (33.000 lavoratori nel mondo), alla fine del 2008 ha accusato un calo di fatturato del 14% e gli amministratori nipponici hanno già comunicato che il futuro non è roseo. Già oggi i dirigenti incontreranno ad Este i sindacalisti Massimo Sartori (Fim-Cisl) e Giovanni Acco (Fiom-Cgil). I cobas (70 iscritti) saranno ricevuti in un secondo momento. E proprio il leader di RDb/Cub anticipa un’ulteriore drammatica notizia che, peraltro, non è stata confermata ufficialmente. «Abbiamo saputo che, quasi certamente, oltre ai 40 licenziamenti su base volontaria, la Komatsu intenderebbe espellere dallo stabilimento di Este anche altri 60 dipendenti del settore Sviluppo e Progettazione perché sarebbe stato già deciso di trasferire tale reparto alla Komatsu-Hanomag di Hannover, in Germania - sottolinea Stefano Pieretti -. Per questo abbiamo chiesto all’azienda di partecipare anche noi all’incontro programmato con i sindacati confederali».
IVG COLBACHINI. La cassa integrazione ordinaria è terminata. Per un periodo gli oltre 200 dipendenti hanno lavorato a settimane alterne. Adesso la produzione dei tubi è ripresa a regime, ma il futuro resta sempre incerto.
GATTO DISPLAY. L’azienda di Villafranca, filiale della Gatto astucci di Domegge di Cadore (nata 70 anni fa), è diventata oramai solo società commerciale con pochi dipendenti. La produzione è stata delocalizzata in Cina dopo la fusione con il Gruppo Sarno di Barzanò (Lecco). In totale hanno perso il lavoro 17 persone, ai quali sono andati 10.000 euro di buonuscita finale.
RSE ECOLOGIA (EX-REXOL). L’azienda di Curtarolo, che produceva solventi chimici ed antigelo, ha definitivamente chiuso i battenti. Su 41 tra operai ed impiegati i sindacati sono riusciti a salvare 12 persone, che sono state assunte in un’azienda vicina del medesimo settore.
ALMA VIVA FINANCE (EX BANKSIEL). Ieri i sindacalisti Giovanni Acco di Fiom e Daniele Cerato (Fim), sono andati a Roma. L’azienda padovana, che lavora da anni nei servizi per le più note banche italiane, si trova alla Cittadella, Stanga ma è stata incorporata nel Gruppo Alma Viva. Nella capitale i due sindacalisti padovani hanno ribadito la necessità di garantire la continuità produttiva e la tenuta occupazionale.
LOFRA. Oggi, quasi certamente, il nuovo compratore dell’azienda dei Colli (forse sloveno) presenterà ai sindacati ed al sindaco di Teolo, Lino Ravazzolo, il piano industriale. Sembra che il passaggio di mano non sarà indolore.
SONEPAR. Il gruppo siciliano attivo nel commercio e al quale fa capo anche anche l’Elettroingros di Padova, ha licenziato 44 dipendenti nell’isola.


4 marzo 2009 - La Tribuna di Treviso

SANITÀ: INCONTRO REGIONE-SINDACATI

Treviso - I problemi relativi alla carenza in Veneto di personale medico, infermieristico e assistenziale sono stati al centro di un incontro tra i dirigenti delle risorse umane e formazione del servizio sociosanitario regionale e una delegazione dei sindacali di base (Confederazione Unitaria di Base, con sede a Vicenza).


4 marzo 2009 - Il Gazzettino

LIMENA In tribunale la Trivenete Cavi spa di Vicenza che a parole aveva mostrato interesse all’acquisizione della ditta non si è fatta vedere
Cet Eletric, il "salvatore" non si presenta
Il giudice ha concesso un’altra udienza tra due settimane per scongiurare la chiusura ed il licenziamento di 89 dipendenti
di Barbara Turetta

Limena - Ieri mattina la Trivenete Cavi spa di Vicenza non si è presentata davanti al giudice Giovanni Amenduni che esaminava il caso della ditta di cavi elettrici Cet Eletric di Limena, a cui è legato il destino di 89 dipendenti.
E così quella che poteva essere la giornata per scongiurare la chiusura dell’azienda e il licenziamento dei lavoratori, si è invece trasformata in una giornata nera. La mancata presenza della ditta vicentina, che aveva dato segno di essere interessata all’affitto di un ramo delle Cet Eletric, ha aggiunto ulteriori preoccupazioni fra i lavoratori.
La Triveneta Cavi che appariva intenzionata ad assorbire una cinquantina di lavoratori, mentre per gli esuberi si sarebbe dovuto fare ricorso agli ammortizzatori sociali, non ha dato cenno. Lo spettro del fallimento, che sembrava potesse essere allontanato con l’udienza di ieri mattina, si è invece riaffacciato prepotentemente anche dopo che venerdì scorso in Provincia era stato firmato l’accordo fra la Cet Eletric srl, i sindacati Adl Cobas e Cgil, per autorizzare la cassa integrazione speciale fino ad un massimo di 40 dipendenti. Condizione essenziale per procedere alla liquidazione dell’azienda di Limena, possibilità che ora resta al palo.
"E’ un comportamento che appare strano – ha detto Andrea Castagna segretario provinciale e generale Cgil – di acquisizioni ne abbiamo seguite altre e normalmente gli imprenditori con la i maiuscola si comportano in modo trasparente. Non sappiamo le motivazioni per cui la ditta di Vicenza non si sia presentata, ma questa assenza ci lascia preoccupati. Daremo il via alla cassa integrazione straordinaria e seguiremo con grande attenzione questa vicenda".
Ieri mattina il giudice ha comunque concesso un’altra udienza, che si terrà fra un paio di settimane, nel tentativo di offrire un’altra possibilità di salvare la ditta dal fallimento. Tempo risicato per capire le motivazioni per cui la ditta vicentina non si è presentata e per trovare un altro acquirente.
Ieri in azienda si è lavorato, ma di certo non a cuor leggero. Le difficoltà incontrate dalla ditta di Limena non sono legate ad una crisi del settore nel quale lavora, le commesse per la realizzazione dei cavi elettrici non mancato e il lavoro c’è, a mancare è la liquidità per l’acquistare delle materia prime.


4 marzo 2009 - Il Resto del Carlino

COMUNE
«Premio produttività, i criteri ci sono da anni»

Rovigo - «IN COMUNE esiste già un sistema di valutazione in base al quale elargire il premio produttività». Romano Aio, segretario della Uil Fpl, interviene sulla questione del salario accessorio e sulle novità annunciate dagli assessori Milan e Azzalin. «Mai niente nel comune di Rovigo è stato dato a pioggia' puntualizza Aio : se poi l'amministrazione vuole cambiare i criteri questo è un altro discorso». Aio tira le orecchie all'assessore Azzalin anche in merito alla riorganizzazione dell'ente: «Si era impegnato a presentarci il piano a marzo, ma a me sembra che i tempi si allunghino sempre. Quanto al premio produttività per il 2008 aggiunge abbiamo imparato dalla stampa che i soldi ci sono, ma preferiamo che ce ne venga data comunicazione ufficiale da parte dell'assessore». Sulla questione del premio produttività interviene anche Fabio Raule, delle Rdb: «Ricordo che da anni i premi sono distribuiti con criteri di valutazione, mentre ciò che non è stato fatto negli anni è una reale valutazione del raggiungimento dei risultati: ossia spiega Raule ogni anno risulta che tutti abbiano raggiunto i risultati al cento per cento. Come sostiene il presidente Obama, quando una casa minaccia di crollare è inutile dare il bianco alle pareti: bisogna ricominciare dalle fondamenta».


4 marzo 2009 - L'Eco di Bergamo

Sindacati contro il Dap

Bergamo - «Profonda delusione» sull'esito dell'incontro con il capo del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, Franco Ionta. Lo hanno espresso le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl, Uil, Uspp e Rdb, che a Ionta, nominato recentemente anche «commissario straordinario all'edilizia penitenziaria», avevano espresso le preoccupazioni per una situazione, quella delle carceri lombarde, ormai di piena emergenza. Ma l'incontro, sostengono i sindacati, è finito in un nulla di fatto, senza che i rappresentanti dei lavoratori degli istituti di pena lombardi potessero controreplicare.
«L'endemica e costante carenza degli organici - scrivono i sindacati - attestata per la polizia penitenziaria su un numero di circa mille unità, e in misura proporzionalmente maggiore, per quello del comparto ministeri (educatori, assitenti sociali, contabili, operatori amministrativi), ha condotto il sistema a una gestione emergenziale, evitandone il collasso solo grazie all'impegno straordinario di tutto il personale e all'impiego surrettizio dei poliziotti penitenziari in compiti non istituzionali». Ma nel mirino dei sindacati ci sono anche il numero «spropositato» di distacchi di personale (a Bergamo più di 20, ndr) e la grave carenza di personale anche negli Uffici per l'esecuzione penale esterna.


4 marzo 2009 - Caserta 24 Ore

Salerno. Manifestazione a favore del diritto di sciopero

SALERNO - NO ALL’ABOLIZIONE DEL DIRITTO DI SCIOPERO . 6 MARZO: MANIFESTAZIONI IN TUTTO IL PAESE - A SALERNO PRESIDIO DI PROTESTA in via Roma - alle 17.00 davanti alla Prefettura. Contro il Governo che vuole abolire il diritto di sciopero, CUB, Confederazione Cobas e SdL Intercategoriale hanno organizzato per venerdì 6 marzo manifestazioni e presidi in molte città italiane. A Salerno l’appuntamento è alle 17.00 in via Roma, per manifestare davanti alla sede della Prefettura. Il Governo, in accordo con la Confindustria e con l’assenso di Cisl, Uil e Ugl, procede nel disegno di cancellare le libertà e i diritti sindacali costituzionalmente tutelati. Dietro il dichiarato intervento per il solo settore trasporti, già da solo inaccettabile ed assolutamente illegittimo, il Governo vuole predisporre una legislazione autoritaria per gestire la fase attuale e futura di grave crisi economica e per poter meglio reprimere le risposte dei lavoratori al tentativo di farne pagare a loro il costo. Lo scopo del governo è quindi quello di imporre per legge la pace sociale, vietando e criminalizzando il diritto di sciopero. A ciò è indispensabile opporsi in modo netto e senza equivoci. Il sindacalismo di base promuove una manifestazione nazionale a Roma il 28 marzo quando si riuniranno i ministri del Lavoro e politiche sociali del G14 per far pagare la crisi ai salariati e ai settori popolari - e un grande sciopero generale per il 23 aprile, anche per difendere il diritto di sciopero e la democrazia sindacale.


4 marzo 2009 - Corriere di Ragusa

LA CUB TRASPORTI SOLLECITA IL PAGAMENTO DELLE MENSILITA´

«I lavoratori e le lavoratrici hanno fornito esempio di grande senso di responsabilità e civiltà, continuando ad assicurare le attività della «Multiservizi» nonostante non siano stati loro erogati gli stipendi, ma è evidente che la pazienza ha un limite». Termina così il comunicato del coordinatore provinciale della Cub trasporti Pippo Gurrieri. Quest’ultimo, però, non spiega quali siano le reali mansioni di cui si occupano questi dipendenti, cosa facciano quotidianamente e quante ore lavorino in maniera effettiva. Perché il nocciolo sta tutto qua. A fronte di operai che lavorano sodo, ve ne sono altri che, per essere eufemistici, si danno meno da fare. Di esempi se ne potrebbero fare diversi, ma si rischierebbe di discriminare alcune categorie rispetto ad altre. Il dato di fatto è che la «Multiservizi» è in sovrannumero, e i tagli che il comune si appresa ad operare, travalica il problema della mancata erogazione degli acconti, di cui si lamenta Gurrieri. Il comune ha più dipendenti di quanti ne servano. I debiti si sono accumulati negli anni proprio a causa di questo stato di cose. Invece di argomentare su questo punto, il coordinatore provinciale della Cub trasporti sottolinea nella sua nota che «il mancato acconto delle mensilità, a differenza di quanto accaduto per i dipendenti comunali e gli operatori ecologici, alimenta il giusto rancore dei lavoratori bloccati, per quanto riguarda i pagamenti, allo stipendio di ottobre. Con la tredicesima – aggiunge Gurrieri – sono ben cinque le mensilità arretrate che i lavoratori devono percepire. Di questo passo – conclude – la situazione, già tragica, rischia di diventare drammatica per via della disparità di trattamento».


4 marzo 2009 - La Repubblica

Premio-Brunetta per chi non s´ammala
Ateneo, 250 euro ai dipendenti che fanno poche assenze E´ la novità del contratto integrativo firmato ieri che vale 9 milioni e 210 mila euro, il più alto nella storia dell´Alma Mater
di ILARIA VENTURI

Bologna - FORTUNATI coloro che hanno avuto pochi raffreddori. Anche in Ateneo arriva il premio Brunetta e i dipendenti che hanno fatto meno assenze nel 2008 intascheranno sui 250 euro lordi. Un riconoscimento al "presenteismo", lo chiama Paolo Gatta, delegato del rettore alle trattative sindacali. E´ la novità del contratto integrativo firmato ieri l´altro dai confederali (ma non da RdB e UdB) e approvato ieri in consiglio di amministrazione. Un integrativo da 9 milioni e 210 mila euro, il più alto nella storia dell´Alma Mater: così dichiara soddisfatta la Cgil, anche se forse sarà l´ultimo così ricco, visti i tempi che corrono.
La piccola innovazione sta nella parte legata alla produttività: 650 mila euro lordi, distribuiti a chi non ha superato l´anno scorso i venti giorni di malattia (sono esclusi i congedi retribuiti e le malattie gravi) e a chi non ha proventi dall´attività svolta per conto terzi. Il premio andrà a circa due terzi dei tremila amministrativi e tecnici dell´Alma Mater, stima il sindacato. «Un primo passo per poi introdurre riconoscimenti legati al merito», commenta Gatta l´esito della trattativa partita a luglio dell´anno scorso. «Per questo la parte legata alla produttività, prevista per legge, è stata distribuita col criterio delle presenze, come si faceva una volta con tutto il salario accessorio. Non si poteva fare altrimenti, visto che ormai il 2008 è passato. La nostra prossima battaglia sarà per una produttività collettiva misurata sugli obiettivi raggiunti dalle strutture», spiega Davide Valente della Flc-Cgil. L´integrativo prevede 89 euro al mese di indennità mensile accessoria per tutti, altre indennità, un taglio di 40 mila euro nelle ore di straordinario, e progressioni di stipendio all´interno dei livelli, anche se non per tutti. Ed è questo uno dei punti di contrasto con le UdB. «Hanno approvato un contratto che prevede la selettività secondo le presenze al 93%: è rimasto fuori chi ha lavorato comunque tanto», protesta Antonella Zago (UdB) che ieri ha lasciato l´aula del CdA contro la proposta del direttore amministrativo di passare a tempo indeterminato otto dirigenti a contratto, due per anno. Tra i contrari, tra cui i docenti Porzi e Barbiroli, e gli astenuti la proposta è stata bocciata. I dirigenti «assunti» saranno solo due.


4 marzo 2009 - La Nazione

Firenze. L'ASSISTENZA per i pazienti di otorinolaringoiatria a Careggi è a rischio...
di Manuela Plastina

Firenze - L'ASSISTENZA per i pazienti di otorinolaringoiatria a Careggi è a rischio: basta che si ammali un solo infermiere e i 34 degenti potrebbero restare senza nessuno che si occupi di loro. Colpa della carenza di personale e colpa dell'improvviso taglio dei cosiddetti tav', i turni aggiuntivi valorizzati, cioè gli straordinari retribuiti. «Dal primo marzo raccontano infermieri e operatori sociosanitari del reparto la responsabile infermieristica ci ha annunciato che non sarebbero stati più pagati i turni in più che facevamo per sostituire i colleghi mancanti. E noi ci rifiutiamo di rientrare in servizio gratuitamente». Non è una ripicca nei confronti dei pazienti, spiegano gli infermieri, ma una necessità per far capire che la situazione così non può andare. «Finora gli straordinari sono stati l'unico modo per mandare avanti questo reparto ad alta specializzazione, punto di riferimento per tutta la sanità del centro Italia spiegano ancora i lavoratori, supportati dai loro rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl, Uil e Rdb . Dobbiamo gestire i 30 posti letto del nostro reparto oltre a 4 degenti di audiologia che nel fine settimana vengono mandati da noi. Inoltre prendiamo in carico i pazienti che arrivano dal pronto soccorso». UN CARICO di lavoro importante, dunque, visto che l'80% dei degenti sono stati operati di tumore, hanno difficoltà a respirare, rischiano il soffocamento. Eppure il personale è in carenza cronica da sempre. Da qualche settimana, poi, è ancora peggio, con il trasferimento di tre infermieri e uno in malattia a lungo termine. «Il modello assistenziale prevederebbe turni da 5 unità lavorative la mattina, 4 il pomeriggio e tre la notte. Ma non riusciamo mai a coprirli e per dare una corretta assistenza finora abbiamo dovuto lavorare ore e ore in più». Ma da quando hanno saputo che i tav non saranno più retribuiti, i professionisti dell'assistenza sanitaria non intendono regalare altro tempo all'azienda. «I sindacati avevano raggiunto un accordo con Careggi: sarebbero stati tagliati i costosi turni aggiuntivi solo quando fosse arrivato nuovo personale. Invece noi siamo sempre meno e li hanno comunque tagliati d'improvviso». Per protesta gli infermieri non rientreranno a lavoro neanche nell'emergenza. «Ci spiace per i pazienti, ma l'azienda deve capire che sta tagliando a discapito della loro salute». E così può capitare che ci siano turni scoperti. Per tutta la prossima notte, per esempio, è previsto il lavoro di una sola infermiera, senza neanche un operatore sociosanitario di supporto. Qualora si ammalasse, i pazienti resterebbero soli per tutta la nottata. Nonostante sia una delle eccellenze della nostra sanità, pare però che Careggi voglia ridimensionare l'otorinolaringoiatria: il 10 marzo incontrerà i sindacati per valutare un'ipotesi di riorganizzazione del reparto che da un mese è senza primario e la riduzione da 34 a 20 posti letto. Ma medici e infermieri si sono già ribellati. «I pazienti hanno bisogno di questo reparto». Ieri sera il direttore sanitario Mauro Marabini ha promesso una soluzione tampone almeno fino all'incontro del 10 marzo.


3 marzo 2009 - Ansa

SCIOPERI: SINDACATI DI BASE, 6 MARZO PROTESTA CONTRO GOVERNO

(ANSA) - ROMA, 3 MAR - Cub, Confederazione Cobas e Sdl Interregionale proclamano per venerdi' 6 marzo manifestazioni e presidi in molte citta' italiane contro ''il governo che vuole abolite il diritto di sciopero''. A Roma la protesta e' organizzata davanti alla sede della Commissione di garanzia, l'appuntamento e' a Largo Ponchielli alle 16.30. ''Il governo in accordo con Confindustria e con l'assenso di Cisl, Uil e Ugl procede nel disegno di cancellare le liberta' e i diritti sindacali costituzionalmente tutelati'', affermano i sindacati di base in un comunicato congiunto. ''Lo scopo del governo - aggiungono - e' quello di imporre per legge la pace sociale, vietando e criminalizzando il diritto di sciopero''.

Scioperi: Sindacati di base, 6 marzo protesta contro governo
Il disegno e' cancellare diritti costituzionalmente tutelati

(ANSA)- ROMA, 3 MAR - Protesta contro il governo che vuole aboliere il diritto di sciopero. I sindacati proclamano per il 6 marzo manifestazioni in molte citta'. Cub, Confederazione Cobas e Sdl Interregionale sostengono che 'Il governo in accordo con Confindustria e con l'assenso di Cisl, Uil e Ugl procede nel disegno di cancellare le liberta' e i diritti sindacali costituzionalmente tutelati'. 'Lo scopo del governo e' quello di imporre per legge la pace sociale, criminalizzando il diritto di sciopero'.

CRISI: CUB, RAPPRESENTIAMO PRECARI MA GOVERNO NON CI CONVOCA

(ANSA) - ROMA, 3 MAR - La Cub protesta contro la mancata convocazione alla riunione del governo con le parti sociali: ''e' l'ennesima provocazione di questo Governo, che preferisce confrontarsi con quelle organizzazioni che hanno abdicato al ruolo originario del sindacato, piuttosto che con chi mantiene un rapporto concreto con i lavoratori ed e' largamente presente tra i lavoratori precari'' dice l'organizzazione sindacale. Il governo, annuncia tuttavia il coordinatore nazionale, Umberto Fascetti, ''non si faccia illusioni, la questione precarieta' non si liquida con i decreti di Brunetta. Dietro ad ogni precario c'e' una famiglia che il Governo sta gettando in mezzo alla strada ed i lavoratori sapranno rispondere con la giusta determinazione''. Il primo appuntamento sara' il 28 marzo, nella manifestazione nazionale indetta a Roma dal sindacalismo di base, CUB Cobas e SdL, per rappresentare le istanze dei lavoratori, dei precari e dei disoccupati, ''cioe' coloro ai quali si vuol far pagare questa crisi per salvare banche e imprese che, invece, ne sono responsabili''.


3 marzo 2009 - Adnkronos

SCIOPERI: COBAS, NO AD ABOLIZIONE, VENERDI' SIT IN DAVANTI A SEDE GARANTE

Roma, 3 mar. - (Adnkronos) - Cub, Confederazione Cobas e SdL Intercategoriale, insieme, contro il governo che "vuole abolire il diritto allo sciopero". Per questo, venerdi' prossimo 6 marzo, si ritroveranno tutti davanti alla Commissione di Garanzia a Roma, per un sit in di protesta. "Il Governo, in accordo con la Confindustria e con l'assenso di Cisl, Uil e Ugl, procede nel disegno di cancellare le liberta' e i diritti sindacali costituzionalmente tutelati. Dietro il dichiarato intervento per il solo settore trasporti, gia' da solo inaccettabile ed assolutamente illegittimo, il Governo vuole predisporre una legislazione autoritaria per gestire la fase attuale e futura di grave crisi economica e per poter meglio reprimere le risposte dei lavoratori al tentativo di farne pagare a loro il costo", spiega una nota dei sindacati di base secondo i quali il vero scopo del governo "e' quello di imporre per legge la pace sociale, vietando e criminalizzando il diritto di sciopero". Una protesta, quella di venerdi', in vista del "grande sciopero generale" che si terra' il 23 aprile "anche per difendere il diritto di sciopero e la democrazia sindacale".


3 marzo 2009 - Agi

SCIOPERI:CUB-COBAS-SDL, 6 MARZO MANIFESTAZIONI IN TUTTA ITALIA

(AGI) - Roma, 3 mar. - "Contro il Governo che vuole abolire il diritto di sciopero", Cub, Confederazione Cobas e SdL Intercategoriale hanno organizzato per venerdi' 6 marzo manifestazioni e presidi in molte citta' italiane. Lo comunicano gli stessi sindacati di base in una nota. A Roma l'appuntamento e' alle 16.30 in Largo Ponchielli, per manifestare davanti alla sede della Commissione di Garanzia. "Il Governo, in accordo con la Confindustria e con l'assenso di Cisl, Uil e Ugl - si legge nella nota - procede nel disegno di cancellare le liberta' e i diritti sindacali costituzionalmente tutelati. Dietro il dichiarato intervento per il solo settore trasporti, gia' da solo inaccettabile ed assolutamente illegittimo, il Governo vuole predisporre una legislazione autoritaria per gestire la fase attuale e futura di grave crisi economica e per poter meglio reprimere le risposte dei lavoratori al tentativo di farne pagare a loro il costo. Lo scopo del governo e' quindi quello di imporre per legge la pace sociale, vietando e criminalizzando il diritto di sciopero". "A cio' - continuano i sindcati - e' indispensabile opporsi in modo netto e senza equivoci. Il sindacalismo di base promuove una manifestazione nazionale a Roma il 28 marzo - quando si riuniranno i ministri del Lavoro e politiche sociali del G14 per far pagare la crisi ai salariati e ai settori popolari - e un grande sciopero generale per il 23 aprile, anche per difendere il diritto di sciopero e la democrazia sindacale".

SCIOPERI: AUTONOMI, 6 MARZO MANIFESTAZIONI IN TUTTO IL PAESE

(AGI) - Roma, 3 mar. - Contro la riforma degli scioperi, Cub, Confederazione Cobas e SdL Intercategoriale hanno organizzato per venerdi' 6 marzo manifestazioni e presidi in molte citta' italiane. Secondo le sigle degli autonomi, "il Governo, in accordo con la Confindustria e con l'assenso di Cisl, Uil e Ugl, procede nel disegno di cancellare le liberta' e i diritti sindacali costituzionalmente tutelati".


3 marzo 2009 - Iris

CRISI: GOVERNO NON CONVOCA LA CUB

(IRIS) - ROMA, 3 MAR - "La mancata convocazione di domani è l’ennesima provocazione di questo Governo, che preferisce confrontarsi con quelle organizzazioni che hanno abdicato al ruolo originario del sindacato, piuttosto che con chi, come la CUB, mantiene un rapporto concreto con i lavoratori", questo il commento di Umberto Fascetti, Coordinatore Nazionale CUB, alla mancata convocazione della CUB all’incontro tra Governo e parti sociali in materia di crisi. "Tanto più che, a quanto apprendiamo dai giornali, in questa occasione verrà presentato l’ennesimo decreto di Brunetta, con cui si attacca pesantemente i lavoratori precari del pubblico impiego, bloccando le stabilizzazioni". "La CUB - continua Fascetti - oltre che presente al CNEL è largamente rappresentativa tra i lavoratori precari. Lo ha dimostrato in questi anni con le mobilitazioni nazionali che hanno portato in piazza decine di migliaia di precari pubblici, e continua a dimostrarlo ogni giorno sui posti di lavoro, dove è l’unica ad organizzare questi lavoratori". "Comunque non si facciano illusioni – annuncia Fascetti - la questione precarietà non si liquida con i decreti di Brunetta. Dietro ad ogni precario c’è una famiglia che il Governo sta gettando in mezzo alla strada ed i lavoratori sapranno rispondere con la giusta determinazione. Il primo appuntamento sarà il 28 marzo, nella manifestazione nazionale indetta a Roma dal Sindacalismo di Base, CUB Cobas e SdL, per rappresentare le istanze dei lavoratori, dei precari e dei disoccupati, cioè coloro ai quali si vuol far pagare questa crisi per salvare banche e imprese, che invece ne sono responsabili", conclude il Coordinatore Nazionale CUB.


3 marzo 2009 - Omniroma

COMUNE, RDB-CUB: «COLMARE GRAVE DEFICIT DEMOCRAZIA»

(OMNIROMA) Roma, 03 mar - «Dopo le denunce della RdB-CUB circa le trattative fuori dei normali tavoli sindacali fra Comune di Roma e Cgil, Cisl e Uil, a cui è seguito un assoluto immobilismo da parte dell'Amministrazione, nella giornata di ieri i delegati Rsu eletti dai lavoratori comunali si sono recati presso la sede dell'assessorato al personale per perorare l'urgenza di un incontro. A tale sollecitazione l'assessore Cavallari non ha voluto precisare tempi e modi di un eventuale incontro. Dal canto loro, i delegati hanno chiesto che l'Amministrazione provveda ad inoltrare direttamente le convocazioni presso la sede sindacale, intervento che rappresenterebbe un primo passo utile a ripristinare corrette relazioni sindacali. La RdB-CUB ritiene che sia necessario colmare questo grave deficit di democrazia. Pertanto, qualora entro un brevissimo lasso di tempo non emerga alcuna seria disponibilità a riaprire un confronto, attuerà tutte le necessarie iniziative a difesa dei diritti delle lavoratrici dei lavoratori, che sentono fortemente in pericolo la democrazia, non solo sindacale». Lo comunica, in una nota, Rdb-Cub.

PRECARI, DEL BALZO (PDL): «MARRAZZO NON HA LETTO MANIFESTI PD»

(OMNIROMA) Roma, 03 mar - «Il lavoro nobilita, il precariato no: il presidente Marrazzo evidentemente non ha letto i manifesti del Pd, ma i lavoratori precari regionali invece sì ed è facile immaginarne i commenti. La vicenda dei precari regionali si trascina da cinque anni in una incredibile serie di contraddizioni: per anni infatti il presidente ha promesso di sanare il precariato ma non varando il Piano sanitario regionale non ha potuto farlo razionalmente; poi, con il blocco delle assunzioni, ha aumentato la percentuale di precari anziché diminuirla; e quando ha varato delibere, se le è ritrovate bocciate da un Governo a lui amico oltreché dal Consiglio di Stato. Fra le vicende pasticciate la tanto sbandierata riduzione delle consulenze non mediche nelle Asl, che così come pensata da Marrazzo avrebbe invece finito per comprendere anche figure professionali mediche di cui il sistema sanitario ha estremo bisogno: di qui la conseguenza di ospedali letteralmente paralizzati, come il Grassi di Ostia, e di altri che hanno rischiato di esserlo». Lo dichiara, in una nota, Romolo Del Balzo consigliere regionale di FI-Pdl. «Tutto questo non ha fatto bene ai lavoratori e meno che mai ai cittadini, visto che, considerata la percentuale di precari della Sanità nel totale di quelli non assunti, ad essere tenuta in stato di costante tensione è stata una categoria che svolge un lavoro di enorme responsabilità a contatto diretto con i cittadini -prosegue - In compenso questa vicenda ha fatto del Lazio un laboratorio politico nel quale per la prima volta dopo tanto tempo tutti i sindacati si sono ritrovati sulla stessa barricata: non solo la Cgil accanto a Cisl e Uil, ma anche l'Ugl, la Fials, l'Rdb-Cub, l'Anpo, l'Aupi, la Coas, la Cim-Asmd, il Simet, il Sinafo, l'Umsped, l'Unione regionale Confedir per citare solo quelli che negli ultimi mesi hanno stigmatizzato la mancata assunzione dei precari che invece Marrazzo aveva promesso a tutti, nessuno escluso».


3 marzo 2009 - Il Foglietto Usi RdB Ricerca

E' DISPONIBILE, su www.usirdbricerca.it , IL NUMERO 8 - Anno VI
DEL SETTIMANALE on line DI INFORMAZIONE SINDACALE DAL MONDO DELLA RICERCA

In questo numero:

* Fonti energetiche alternative? No, grazie. Per il governo meglio 4 centrali nucleari
* Lo sciopero in Italia? Possibile ma virtuale
* "Anche a me il Cnr ha detto: è tutto o.k."
* "Quel dirigente di ricerca è stato sfortunato"
* Oggi trattativa all'Aran per il 2° biennio economico
* Paoletti: "L'Inaf sottoinquadra e penalizza dodici dipendenti"
* Sul buco nero dei Bpf, rovinoso tonfo del Cnr


3 marzo 2009 - Il Giorno

LE EX CENTRALINISTE DELL'OSPEDALE
Di nuovo in marcia su Roma
Domani ricevute dal Ministero della Funzione Pubblica
di SILVIA VIGNATI

LEGNANO - «ASCOLTANDO domenica l'Angelus del Papa in cui si parlava della crisi occupazionale, e si sottolineava l'importanza di fare tutti la propria parte e di considerare prioritariamente i lavoratori e le loro famiglie, noi ci siamo siamo sentite a posto con la coscienza. Da cinque mesi, infatti, stiamo mettendo al primo posto il lavoro che abbiamo perso, e quello che facciamo, lo stiamo facendo per le nostre famiglie». Così si rivolgono le ex centraliniste dell'azienda ospedaliera di Legnano disoccupate al direttore generale, Carla Dotti. Ieri, una loro rappresentanza è tornata a bendarsi davanti al Civile: continua così lo "sciopero del futuro", proclamato dalle Rappresentanze di base (Rdb-Cub). Connie, Cristiana, Laura hanno voluto testimoniare, con il loro gesto, che dopo tante parole spese le cose certe sono un paio: un licenziamento che non ha prodotto nessun nuovo lavoro, e un assegno di disoccupazione erogato dall'Inps al suo ultimo mese. CON LORO anche Luca Guerra, consigliere provinciale dei Comunisti italiani («Nella ricca Legnano undici persone vengono buttate in strada nel silenzio orribile delle istituzioni»). «Da aprile verrà a mancare l'unica fonte di sostentamento, anche ai nostri figli - continuano le donne -. Per noi questi ultimi mesi sono stati un vero e proprio pellegrinaggio, lo abbiamo chiamato il "giro delle sette chiese", dove tutti quelli che abbiamo incontrato ci hanno rassicurato, dicendoci che per noi c'era una soluzione e che si sarebbero adoperati». E il "giro" prosegue, e speriamo giunga al capolinea con una risposta risolutrice: domani Milena, insieme al sindacalista Riccardo Germani, torneranno a Roma per incontrare di nuovo la commissione tecnica del ministero della Funzione pubblica. «Sembra incredibile, ma ancora ad oggi, non è stato formulato un quesito chiaro e dettagliato, come richiesto dalla commissione romana - spiega Germani -. L'Azienda ospedaliera non lo riformula perché non vuol scavalcare la Regione, e così una cosa semplice diventa un muro invalicabile. Ma proseguire il rapporto di lavoro con l'ospedale, non è impossibile per queste donne! Lo sostengono il decreto legislativo 112/2008, le note interpretative dell'Anci sul ricorso al lavoro flessibile (l'appalto con l'agenzia interinale poteva essere prorogato in attesa di un nuovo appalto). Ma l'azienda può fare di più: inviando all'ufficio di collocamento l'indizione di un avviso per una selezione per centraliniste part time a tempo determinato, e nella selezione far valere gli anni di servizio presso il call center aziendale, oltre ai titoli e ai corsi specifici». Carla Dotti è lapidaria: «È stato fatto un quesito dalla Regione, ci auguriamo che sia fatta chiarezza, con la soddisfazione da parte di tutti».


3 marzo 2009 - La Repubblica

BELPAESE
MEZZI DI SOCCORSO
di ALESSANDRA LONGO

Bologna - 4800 litri d´acqua al minuto «sparati» ad una distanza di 84 metri. Usare il "Dragon" per disperdere eventuali cortei ostili al G8 di luglio in Sardegna è semplicemente «una ipotesi scellerata». Un´ipotesi venuta in mente, ne abbiamo già scritto, ai vigili del fuoco dell´Ugl che hanno offerto questo colosso «dal forte potere estinguente» alle forze di polizia. Risultato: dall´Emilia Romagna, le rappresentanze di base dei pompieri, reagiscono con forza. Dice Ciro Bartolomei, sindacalista: «Il Dragon spazzerebbe via i manifestanti come fuscelli, con imprevedibili conseguenze sul corpo umano. Anche un profano di questioni legate alla sicurezza capirebbe l´insensatezza di tale proposta. Quello che stupisce e fa paura è la volontà di alcuni "personaggi" di voler stravolgere la vera vocazione dei pompieri, che è il soccorso».


3 marzo 2009 - Dazebao

Precari. Il governo ne manda a casa 400 mila
di Anna Maria Bruni

ROMA - 400mila precari del pubblico impiego e della scuola licenziati con un decreto legge del governo. Questo è ciò che si profila stando alle notizie secondo le quali il prossimo consiglio dei ministri, venerdì mattina, dovrebbe licenziare un decreto che conterrebbe lo stop alla stabilizzazione dei precari nella pubblica amministrazione. Il responsabile nazionale settori pubblici della Cgil Michele Gentile lo denuncia senza mezzi termini. "Il governo italiano - dice Gentile - è l’unico al mondo che, di fronte ad un crisi che ogni giorno diventa più drammatica, risponde con il licenziamento dei lavoratori precari nelle Pubbliche Amministrazioni e nella scuola". "Mantenere oggi al lavoro i 200mila precari delle P.A. – prosegue il responsabile Cgil - che il ministro Brunetta vorrebbe licenziare dall’1 luglio 2009 e i 30mila lavoratori della scuola che perderanno il loro lavoro nel solo 2009 non ha alcun costo aggiuntivo, visto che si tratta di lavoratori che già oggi percepiscono una retribuzione". "Ma i licenziamenti - continua -produrranno un doppio effetto negativo: innanzitutto quello dei lavoratori che perderanno il lavoro ed il reddito, ma anche quello dei cittadini che perderanno servizi fondamentali che, a seguito proprio di tali licenziamenti, non potranno più essere offerti dalle amministrazioni, visto che l’80% dei precari lavora presso i servizi degli enti locali e della sanità". Dei 112mila lavoratori a tempo determinato e dei circa 80mila contratti di collaborazione coordinata e continuativa 60mila circa potrebbero perdere il loro lavoro, se quanto previsto già nel ddl 1167 o nel possibile decreto legge fosse approvato, già da luglio 2009 mentre per i rimanenti 40mila a tempo determinato e per tutti i cocopro il licenziamento avverrebbe alla scadenza dei tre anni. Un atto politico , questo, che il segretario di Rifondazione comunista, Paolo Ferrero, definisce "gravissimo", da parte di "un governo che vuole negare il futuro a un numero molto consistente di famiglie italiane scegliendo, come sempre, il modo peggiore per affrontare gli effetti della crisi sulla vita concreta delle persone". Anche Carlo Podda, segretario Fp-Cgil, rileva come la scelta sia insensata sia dal punto di vista del lavoro che dei servizi, ma "tralasciando per un momento il fatto che parliamo di personale che fornisce servizi essenziali ai cittadini - dice - risulta incomprensibile come il Governo si comporti come il peggior datore di lavoro, licenziando nei fatti 60mila lavoratori totalmente sprovvisti di ammortizzatori sociali". E, nel merito, per Podda ancora una volta si pone un problema di democrazia. "Denunciamo come questa sia una scelta sbagliata, centralista ed autoritaria. Per l'ennesima volta - conclude il segretario - si ricorre allo strumento del decreto legge senza nessun coinvolgimento degli enti locali, delle regioni, delle parti sociali e del Parlamento". La Cgil chiede l’attuazione dei processi di stabilizzazione come previsti dalle leggi finanziarie precedenti, la sospensione delle norme che impediscono la prosecuzione del rapporto di lavoro dopo i tre anni di servizio, come previsto dalla legge di recepimento dell’accordo sul Welfare. Un sistema di ammortizzatori sociali anche per i precari "pubblici" nel momento in cui dovessero perdere il lavoro proprio a causa del provvedimento legislativo o del decreto legge, la riconsiderazione del piano Gelmini sulla scuola. La mobilitazione dei lavoratori precari di questi giorni porterà queste richieste all’attenzione del Parlamento e del Governo.
Mobilitazione di cui anche il sindacalismo di base si farà portavoce nei prossimi giorni. La Cub, sindacato largamente presente tra i precari ma in misura direttamente proporzionale ignorato dal governo, si è espressa nel merito per bocca del coordinatore nazionale Umberto Fascetti. "La questione precarietà non si liquida con i decreti di Brunetta. Dietro ad ogni precario - denuncia il responsabile - c'è una famiglia che il Governo sta gettando in mezzo alla strada ed i lavoratori sapranno rispondere con la giusta determinazione". La mobilitazione del sindacalismo di base, Cub, Cobas e Sdl, comincerà il 6 marzo con manifestazioni locali in tutto il territorio, per approdare alla manifestazione nazionale del 28 marzo con lavoratori, precari e disoccupati, "cioè coloro ai quali - conclude Fascetti - si vuol far pagare questa crisi per salvare banche e imprese che, invece, ne sono responsabili".


3 marzo 2009 - La Stampa web

L'Istat e i suoi dati
Un errore dell'Istituto di statistica ha reso più drammatica la situazione economica del governo Prodi, denuncia l'Usi-Rdb
di FLAVIA AMABILE

Che accade al Pil italiano?
E' in picchiata, per la recessione ma non solo, precisa la segreteria dell'Usi/Rdb ricerca. "Dalla lettura dei dati sul Pil 2008, diffusi oggi dall'Istat - spiega - non sarà certo sfuggita la revisione apportata dall'ente statistico ai numeri del 2007 che ripristinano, ahinoi tardivamente, un quadro economico migliore di quello che era emerso il 29 febbraio 2008, alla vigilia delle elezioni politiche.
A distanza di un anno, infatti, l'Istat ha rivisto al rialzo (+0,1) sia il Pil 2007 che gli investimenti fissi lordi (+0,8), determinando una riduzione del rapporto indebitamento netto/Pil dal -1,9% al -1,5%.
Tale ultima rettifica, certamente non di poco conto, trae origine da una clamorosa interpretazione errata da parte dell'Istat (censurata, con apposito parere, da Eurostat il 28 marzo 2008) che aveva inserito nel settore privato Equitalia spa (a totale capitale pubblico (51% in mano all’Agenzia delle Entrate e 49% all’Inps) che, come noto, effettua attività di riscossione delle imposte in regime di convenzione".


3 marzo 2009 - Il Mattino di Padova

CET ELETRIC IN CRISI
Il concordato preventivo dopo la cassa integrazione
L’azienda cerca di evitare il fallimento e oggi si presenta davanti al giudice
di Cristina Genesin

LIMENA - La crisi è nera. E la scorsa settimana Cet Eletric Srl di Limena da una parte, Adl Cobas e Cgil dall’altra, hanno sottoscritto un accordo nella sede della provincia di Padova per autorizzare il ricorso alla cassa integrazione speciale fino a un massimo di 40 dipendenti. Ma qualche creditore si è affrettato a presentare istanza di fallimento. Per scongiurare il peggio, l’azienda ha chiesto l’ammissione al concordato preventivo: oggi è prevista la prima udienza davanti al giudice Giovanni Amenduni. Non sarà una giornata tranquilla. Per stamane, davanti al palazzo di giustizia di Padova, il sindacato Adl Cobas (Associazione lavoratori di base) ha organizzato un sit-in di protesta. L’obiettivo è difendere il posto di lavoro.
La procedura per l’ammissione al concordato preventivo richiede un attento esame: se sarà accertata la sussistenza dei presupposti, la sentenza di omologa verrà pronunciata da un collegio di giudici. In questo modo saranno soddisfatti tutti i creditori privilegiati e, almeno in parte i chirografari. E i dipendenti? Se ci sono commesse, la ditta potrebbe continuare a lavorare. Oppure potrebbe cedere un ramo aziendale o tutto il complesso. L’azienda eviterebbe il crac, ma per i lavoratori ci sarà un futuro?
Attiva da vent’anni e specializzata nella produzione di cavi elettrici d’alta gamma, Cet Eletric, con stabilimento in via Pierobon 82 a Limena, contava 120 dipendenti fino al 2007. Ora ne ha appena 89: per 5 mesi una sessantina è andata in cassintegrazione ordinaria. Un ramo d’azienda è stato dato in affitto alla società partecipata Triveneta Cavi Spa di Vicenza che potrebbe riassorbire circa 50 operai. Venerdì scorso è stato firmato l’accordo per garantire la cassintegrazione straordinaria a una quarantina di lavoratori.
«La crisi di liquidità di Cet Eletric è imputabile a scelte sbagliate dei vertici aziendali. Eppure si vuol farla pagare ai lavoratori - sottolinea Celestino Giacon di Adl Cobas - Inoltre la vertenza con l’impresa è stata condotta dalla Cgil senza la necessaria determinazione: sono stati svuotati i magazzini e non si è avuta la capacità di impedirlo». Giacon è duro: «Denunciamo un attacco antisindacale da parte dell’azienda: alcuni lavoratori si sono iscritti all’Adl Cobas, salvo poi ritirare l’adesione l’indomani. Che cosa è intervenuto? Abbiamo siglato l’accordo in Provincia, ma esigeremo che le liste di lavoratori per la cassa integrazione siano stilate sulla base di criteri chiari».


3 marzo 2009 - Il Centro

Ex precari Asl si presentano al lavoro
Erano senza contratto, scovati negli uffici dalle ronde degli ex colleghi
IL CASO L’equivoco della delibera
di Flavia Buccilli

PESCARA - Alcuni ex lavoratori della Asl di Pescara si sono presentati regolarmente a lavoro, ieri mattina, pur non avendo più il contratto, scaduto sabato scorso. Erano pronti a lavorare come volontari, magari con la speranza di essere riassunti dall’azienda, ma a scovarli ci hanno pensato alcuni ex colleghi che hanno effettuato delle ronde negli uffici.
Subito dopo hanno denunciato tutto al manager della Asl, Claudio D’Amario, invitandolo a rimediare immediatamente a questa situazione incresciosa. Da qualche giorno era nell’aria il progetto di alcuni di lavorare gratuitamente con l’avallo della Asl e a scapito di tutti coloro che sono tornati a casa. Così sono state organizzate delle ronde da Cobas, Rdb e Comitato precari. Le ispezioni hanno consentito di individuare sei o sette volontari che si erano perfino nascosti negli uffici: una volta scoperti hanno inventato delle scuse. Non c’è stato scampo, però: il "caso" è stato segnalato al manager della Asl, il quale ha assicurato di non saperne nulla, e poi al responsabile del personale, Vero Michitelli. «Non è possibile lavorare a titolo di volontari, ha commentato Mario Frittelli (Rdb), e non vogliamo scatenare una guerra nei confronti di chi è andato in ufficio, ma è sicuro che lì non potevano starci, non avevano l’autorizzazione. E poi è una questione di dignità». Tutto sarebbe nato da una presunta delibera della Asl che autorizza il lavoro volontario: quella delibera, che molti avrebbero visto, in realtà non è mai stata firmata e il manager ha assicurato che non la firmerà, prosegue Frittelli». Per evitare altri episodi del genere le tre sigle chiedono all’azienda di emanare una circolare agli uffici e annunciano che «le ronde proseguiranno, senza preavviso». Oggi, poi, i precari saranno a L’Aquila, in Consiglio regionale, per far sentire la propria voce, mentre il 9 marzo ci sarà uno sciopero regionale con manifestazione di protesta. Il caso dei lavoratori-volontari è stato denunciato ieri pomeriggio anche all’assessore regionale alla Sanità, Lanfranco Venturoni, che quasi non ci credeva e ha bollato l’iniziativa come «una stupidaggine». Gli ex precari della Asl, da ieri disoccupati dopo anni di attività all’interno dell’azienda, hanno chiesto garanzie per il futuro e l’assessore ha ribadito che bisogna puntare «o alla stabilizzazione, per chi ha i requisiti, o ai concorsi pubblici». Di soldi ce ne sono pochissimi, e comunque il tetto di spesa è fissato dal piano di rientro del deficit della sanità, ma Venturoni ha assicurato che «un modo per la stabilizzazione si troverà, all’interno della legge, sempre che il piano di stabilizzazione presentato dall’Abruzzo ottenga il via libera dal governo». Per il momento, però, la Regione ha imposto al manager della Asl di Pescara «il blocco delle assunzioni degli amministrativi, mentre è possibile che la Asl faccia altri contratti per infermieri e categorie protette», come denunciano a gran voce Rdb, Cobas e Comitato precari, primo tra tutti Cesare Barboni. Alla Asl è stato anche sollecitato «di chiarire la situazione esistente per i precari».


3 marzo 2009 - Liberazione

L'azienda delocalizza in Polonia. Gli operai bloccano i tir, la valle è solidale con loro
In Val Susa è tornata la lotta. E' quella dei 78 della Cabind
di Maurizio Pagliassotti

Torino - Se qualcuno ha ancora dei dubbi riguardo la determinazione degli imprenditori a cavalcare "la crisi" per trarne beneficio deve venire a fare un giro in val Susa. Da queste parti interessi politici ed economici stanno schiacciando l'acceleratore per rimodellare la società, per abbattere il lavoro ed il sindacato, per allocare il capitale in maniera "migliore".
Lo fanno palesemente e lamentandosi: "chiagni e fotti", come direbbero i napoletani.
E sfondo di tutto la fantomatica Tav, sempre più ambita, bramata e desiderata dai poteri forti. "Apriremo i cantieri nel 2011" diceva Virano trionfante l'altro giorno, " il 2011 sarà l'anno degli scontri" gli ha risposto il segretario del Prc Paolo Ferrero.
Gli ingredienti della vicenda non sono una novità: una fabbrica che produce elettrodomestici, la Cabind di Chiusa san Michele con 78 lavoratori, due soli sindacati presenti Fiom e Cub, il manager americano ed i lavoratori polacchi.
Svolgimento: venerdì venti febbraio i delegati sindacali vengono chiamati dal capo del personale. Poche parole, le solite: la fabbrica chiude, i conti vano male, la situazione non è sostenibile. Niente cassa integrazione, 75 giorni di vita ancora e poi ai cancelli verranno messi i lucchetti. Mobilitazione significa licenziamento. E poi basta, fuori dalle palle, il dado è tratto.
Ci avevano già provato nella primavera del 2008 a chiuderla la Cabind, poi però ci fu un casino, la popolazione della val Susa si mostrò come al solito ultracompatta e determinata, e allora i managers fecero il passo indietro. Trascorrono i mesi, la situazione pare tranquilla, la crisi c'è ma non è quell'uragano di cui si parla in televisione. A conferma della stabilità della situazione giunge anche un alto dirigente dagli Usa che lavora nella casa madre la Eci, una mega multinazionale. Raccontano i lavoratori: «Quell'incontro ci rassicurò molto. I dirigenti ci dissero che la Cabind avrebbe proseguito la produzione anche nel 2010. Furono convincenti anche perché non avevano ragione di darci notizie false. E poi il lavoro non è mai mancato, abbiamo sempre fatto tre turni e persino il sei per sei con sabato lavorativo». E invece a distanza di soli cinque mesi tutto è cambiato e la situazione "non è sostenibile". Il buco nel sacro bilancio 2008 sarebbe di quattro milioni di euro, con delle prospettive ancor più impegnative per il 2009. La perdita economica c'è ma da qua a chiudere tutto ce ne corre. Anche perché la cosa che lascia sempre più perplessi è la determinazione degli imprenditori a non cercare nessuna via d'uscita concordata con i lavoratori. Bon, finito, tutti a casa, questa è la procedura diffusa nelle piccole e medie imprese, dove il sindacato è debole ed i lavoratori ricattabili.
Questo il presente... e indovinate dove sarà invece il futuro della Cabind? «Porteranno tutta la produzione in Polonia, dove un operaio guadagna trecento euro al mese se va bene. Nei mesi passati sono venuti diversi ragazzi polacchi ad osservare lungo le linee» sostengono i lavoratori. Nelle loro parole non c'è nessuna acrimonia verso i loro compagni dell'est, «anche loro devono imparare un mestiere per campare», dicono. Ma fuori da ogni dietrologia la presenza dei giovani polacchi nei mesi passati lungo le linee di produzione italiane è una circostanza diffusa che fa nascere qualche sospetto. Ovvero che gli imprenditori sapessero da tempo della buriana in arrivo, e per tempo si siano preparati per risolvere molti problemi, per chiudere dei conti in sospeso.
Operai ed impiegati Cabind non ci stanno e decidono di lottare. Duramente. La produzione non è sospesa, non viene proclamato nessuno sciopero ma, e qua sta la novità assoluta quantomeno nel panorama piemontese, bloccano l'uscita degli autotreni dallo stabilimento con un picchetto. La fabbrica è presidiata giorno e notte da lavoratori e parenti determinati. L'obiettivo dell'azione è bloccare la produzione delle linee polacche che necessita di alcuni componenti fabbricati alla Cabind. Le scorte in Polonia dovrebbero durare ancora sei settimane, dopo ci sarà un problema di approvvigionamento da risolvere. «Arriviamo alle cinque del mattino e andiamo avanti per turni. La popolazione è solidale e ci porta aiuti di ogni genere». Il sindacato è ovviamente d'accordo, Cub e Fiom si è detto, ed anche i sindaci della bassa val Susa. Presente da subito anche la sezione del Prc di Bussoleno.
Il futuro è nebuloso. Ma il presente è una pietra angolare che potrebbe fungere da esempio per molti altri lavoratori, spesso invogliati da sindacalisti più o meno compiacenti ad avere posizioni più morbide. Sulle spalle dei lavoratori Cabind, e di tutta la popolazione della val Susa che li sostiene con determinazione, c'è la responsabilità di una lotta che potrebbero fare da pericoloso - per i padroni - precedente.


3 marzo 2009 - Il Messaggero

Pescara.Tutti in fila per prenotare la diagnostica...
LUCIANO TROIANO

Pescara - Tutti in fila per prenotare la diagnostica. Peccato che su sette sportelli ne funzionassero appena due. E’ successo ieri al Cup di via Fonte Romana dove la fila era interminabile e gli utenti imbufaliti. Colpa dei contratti scaduti ai Co.co.co. e dei dipendenti effettivi della Asl, pescati da altri uffici e mandati allo sbaraglio dietro uno sportello. E’ anche vero che ci sono operatori Edp assunti anni fa proprio per stare al Cup, ma di loro si è persa traccia all’interno degli uffici più tranquilli, quelli dove non c’è contatto con il pubblico. Ieri, in cinque al Cup hanno marcato visita con un certificato medico e gli altri due volenterosi non sono riusciti a fronteggiare le centinaia di utenti presenti nella struttura. E certo non è colpa loro visto che non hanno nemmeno effettuato un breve corso che gli spiegasse l’utilizzo del software utilizzato nel centro di prenotazione. Insomma, il disagio c’è stato, se ne sono accorti tutti e tutto lascia immaginare che stamattina vada in onda la replica. Ma la cronaca in diretta dall’ospedale non è finita qui. Perché nella mattinata di ieri alcuni ex precari si sono presentati come volontari negli uffici dove prestavano precedentemente servizio. Magari con la speranza di un ricorso al giudice per ottenere la stabilizzazione. Il direttore del personale Vero Michitelli ed il manager Claudio D’Amario, venuti a conoscenza della cosa hanno fatto immediatamente uscire i "volontari" dagli uffici. In verità a scovarli erano state le ronde organizzate dai Cobas. «Avevamo detto che avremmo vigilato sulla storia dei volontari fasulli - ha detto Mario Frittelli di Rdb/Cobas - e così è stato. Poi ci siamo spostati davanti al Cup per un presidio». Nel pomeriggio l’assessore regionale alla sanità Lanfranco Venturoni ha incontrato i Cobas mentre stamani una loro delegazione sarà presente all’Aquila in consiglio regionale; giovedì, infine, si svolgerà il tavolo di concertazione tra azienda sanitaria e sindacati. Quello che deve essere chiaro a tutti è questo: adesso non ci sono possibilità per stabilizzare nessuno a meno che non si faccia una nuova legge regionale e le finanze non lo permettono. Quando il Governo approverà il decreto Redigolo si potrà procedere sulla base delle risorse che al momento non ci sono.


3 marzo 2009 - Il Tempo

Asl Clima sempre più infuocato nella vertenza dei lavoratori ospedalieri. Ieri sono stati individuati alcuni co.co.co ai quali era scaduto il contratto e che erano egualmente al lavoro. «Un fatto immorale»
Precari, ronde a caccia di «volontari»
Nuovo confronto con l'assessore Venturoni. E oggi «blitz» in Consiglio regionale

Pescara - Alessandra Di Filippo Non hanno alcuna intenzione di arrendersi i precari della Asl di Pescara che domani torneranno a far sentire la loro voce e le loro richieste di stabilizzazione nella seduta del Consiglio regionale, in programma all'Aquila. Dopo i presidi davanti all'ospedale, sotto la sede dell'assessorato alla sanità, le occupazioni e persino le catene, ieri divisi in gruppetti, hanno dato vita a delle ronde, durante le quali hanno scoperto che alcuni co.co.co, a cui sabato scorso è scaduto il contratto, erano regolarmente a lavoro, da volontari. Le rappresentanze sindacali di Rdb, Cobas e del Comitato precari hanno, dunque, immediatamente denunciato l'accaduto al neo manager della Asl, Claudio D'Amario, ritenendolo un fatto "immorale", che non deve essere consentito. Sindacati e precari hanno annunciato che continueranno anche nei prossimi giorni ad organizzare ronde. Dopo la mattinata infuocata negli uffici della Asl, nel pomeriggio una delegazione di lavoratori e di rappresentanti sindacali è tornata ad incontrare l'assessore regionale Venturoni che ha sostanzialmente ribadito loro quanto già detto in precedenti occasioni. E cioè che la stabilizzazione riguarderà chi ha i requisiti, e su questo punto si e' impegnato ad andare avanti nell'ambito del piano di rientro, e per gli altri saranno promossi dei concorsi. Venturoni ha annunciato di aver chiesto al manager della Asl di Pescara il blocco delle assunzioni per gli amministrativi. Si è poi soffermato sulla situazione generale della sanità in Abruzzo, sempre più drammatica, sottolineando che sono necessari tagli seri strutturali. L'assessore ha ricordato che mancano 108 milioni per il rispetto del piano di rientro concordato dalla giunta regionale precedente con il governo. Di questa situazione ha riferito che ne discuterà, in un incontro con i direttori generali delle Asl, in programma giovedì prossimo. Per Venturoni occorre sollecitare un piano "vero" di rientro della spesa. A suo dire, non è più possibile autorizzare nuove strutture; vanno venduti gli immobili, come era stato già stabilito, e anche qualche struttura ospedaliera andrebbe chiusa perché gli ospedali devono essere "pochi ma buoni". Da parte loro, i precari hanno ribadito di volere certezze sul loro futuro occupazionale, e hanno confermato per il prossimo 9 marzo lo sciopero che, molto probabilmente, si terrà a Pescara. Dopo i licenziamenti di sabato scorso di 45 Edp, vari infermieri e tecnici di laboratorio e radiologia, entro la fine di marzo toccherà, infatti, a cinque psicologi.


3 marzo 2009 - Il Napoli

TRASPORTI. Agitazione e disservizi
Stop ad autobus e taxi mattina infernale in città
Forti disagi per i cittadini, rimasti per cinque ore senza i pullman e le auto bianche. Traffico in tilt fino alle 14. La Ugl:"Adesione dell'80 per cento dei dipendenti dell'Anm per fermare gli sprechi e la riduzione delle corse"
di Alessandro Migliaccio

Napoli - Traffico in tilt fino alle 14 e forti disagi ieri, a Napoli, per la mattinata di proteste attuata dai conducenti dei bus dell'Anm e dai tassisti. A scendere in piazza, innanzitutto, i dipendenti dell’Azienda Napoletana Mobilità aderenti al sindacato Ugl. Una protesta che ha provocato notevoli disagi al traffico veicolare. E' stata superiore all'80 per cento, secondo l’Ugl, l’adesione allo sciopero. Addirittura, secondo l’Ugl, «l'adesione ha toccato punte del 90% durante il turno delle 12, mentre la media tra i due turni di servizio (10,30-12) ha raggiunto l’80%». Nel deposito di Cavalleggeri d'Aosta l'astensione ha toccato il 93% che, tradotto in cifre, significa che su 113 servizi ben 103 autobus sono rimasti fermi. In altri depositi come quello di piazza Carlo III e del Garittone, la percentuale si è assestata sull'85% circa. «Ci dispiace per i disagi arrecati ai cittadini - commenta il segretario provinciale Ugl di Napoli, Francesco Falco - ma ridimensionare i trasporti pubblici (30% autobus in meno) in una città come Napoli, dove dovrebbero addirittura essere potenziati per scoraggiare il frenetico uso delle vetture private, ci sembra veramente paradossale. Così come - prosegue Falco - è paradossale che l'amministrazione comunale e l’azienda rifiutino di incontrare i sindacati per poi, di fronte allo sciopero, consigliare ai cittadini di restarsene a casa. Ci rendiamo conto che nelle casse comunali mancano le risorse per fare un contratto di servizio decente con l’Anm però - aggiunge il segretario dell'Ugl - ci sono tanti sprechi dove poter incidere e sarebbe logico mettere mano. La grande partecipazione del personale - conclude Falco - è un forte segnale di disagio a cui bisogna prestare molta attenzione». L'Anm, in una nota scritta, fa sapere di rispettare, ma non condividere «le decisioni che assumono talune organizzazioni sindacali, come nel caso dello sciopero». «La nostra azienda, infatti - si legge ancora nella nota - ha un contratto con il Comune di Napoli che ha l’obbligo di rispettare e programma il servizio con questo obiettivo. Pertanto, il dato relativo ai chilometri percorsi indicato dalle organizzazioni sindacali è assolutamente falso». Ieri mattina sono scesi in piazza anche i tassisti. Circa 400 tassinari, alcuni anche con le auto al seguito, hanno attraversato le vie del centro in un corteo di protesta partito da piazza Garibaldi e giunto sotto al Comune in piazza Municipio. L’obiettivo: avere un maggiore coinvolgimento nelle decisioni che, sia dagli enti che dalle cooperative stesse, vengono prese per la categoria. Forti le ripercussioni che si sono registrate, anche in questo caso, sul traffico. In tutta Napoli sono 2400 i tassisti in servizio: molti denunciano i problemi irrisolti, dalla mancanza di parcheggi al regime fiscale, dai turni all'aeroporto alla lotta agli abusivi. Al termine del corteo, nella sede dell’assessorato alla Mobilità del Comune, si è svolto un incontro tra l’assessore Agostino Nuzzolo ed i rappresentanti di due sigle sindacali dei tassisti (Sit e Rdb). Nei prossimi giorni ci sarà un altro incontro con tutte le sigle sindacali.


3 marzo 2009 - Corriere di Ragusa

Modica: quali sono le mansioni degli altri 100 dipendenti della società pubblica?
Modica: alla "Multiservizi" 5 operai per le perdite d´acqua
Centinaia di litri sprecati ogni giormo per l´esiguità del personale a disposizione per riparare i guasti della rete idrica colabrodo
di Massimo Culmone

Sono almeno un centinaio le perdite d’acqua, tra cui quelle più copiose, che sgorgano sotto gli occhi di tutti in zone centrali della città. E’ il caso della perdita di largo Francesco Giardina, dinanzi all’istituto magistrale di corso Umberto I, il salotto buono della città. «E´ da più di un anno – conferma il signor Gianfranco Pluchino, titolare di un esercizio commerciale – che assistiamo a questo continuo flusso incontrollato d´acqua che fuoriesce da un tubo di sfogo posto nella roccia dietro il plesso scolastico, e che percorre tutta la scalinata laterale fino al corso. Ho inoltrato diverse segnalazioni ai competenti uffici comunali – prosegue il commerciante – ma la perdita è ancora lì. Paghiamo l´acqua a peso d’oro, sentiamo parlare di emergenza idrica e poi che cosa fanno gli amministratori? La buttano via, a causa di un rete idrica colabrodo». Il commerciante ha fatto una mano di calcoli, giungendo alla conclusione che, dal tombino, si riversano nella fogna decine di litri d’acqua al giorno. A quanto si arriva in un anno? Gli operai della «Multiservizi» da qualche mese stanno tentando, finora invano, d’individuare da dove parte la perdita. Pare che il guasto sia in una conduttura di via San Benedetto da Norcia. L´esiguità del personale addetto ed il numero pressante e considerevole di richieste d´intervento sono tali da rendere difficile un’attenta analisi ed un completamento dei lavori in tempi ragionevoli. A dispetto degli oltre cento dipendenti della società pubblica, peraltro in odor di tagli al personale, sarebbero appena cinque gli operai addetti alla manutenzione della rete idrica comunale, con una mole di lavoro che, lo scorso anno, ha superato le 800 richieste. Troppe per un personale così ridotto all’osso. Le altre perdite d’acqua più «vistose» si registrano in corso Regina Margherita, in via Agrigento e, a Marina di Modica, in via del Laghetto.
LA CUB TRASPORTI SOLLECITA IL PAGAMENTO DELLE MENSILITA´
«I lavoratori e le lavoratrici hanno fornito esempio di grande senso di responsabilità e civiltà, continuando ad assicurare le attività della «Multiservizi» nonostante non siano stati loro erogati gli stipendi, ma è evidente che la pazienza ha un limite». Termina così il comunicato del coordinatore provinciale della Cub trasporti Pippo Gurrieri. Quest’ultimo, però, non spiega quali siano le reali mansioni di cui si occupano questi dipendenti, cosa facciano quotidianamente e quante ore lavorino in maniera effettiva. Perché il nocciolo sta tutto qua. A fronte di operai che lavorano sodo, ve ne sono altri che, per essere eufemistici, si danno meno da fare. Di esempi se ne potrebbero fare diversi, ma si rischierebbe di discriminare alcune categorie rispetto ad altre. Il dato di fatto è che la «Multiservizi» è in sovrannumero, e i tagli che il comune si appresa ad operare, travalica il problema della mancata erogazione degli acconti, di cui si lamenta Gurrieri. Il comune ha più dipendenti di quanti ne servano. I debiti si sono accumulati negli anni proprio a causa di questo stato di cose. Invece di argomentare su questo punto, il coordinatore provinciale della Cub trasporti sottolinea nella sua nota che «il mancato acconto delle mensilità, a differenza di quanto accaduto per i dipendenti comunali e gli operatori ecologici, alimenta il giusto rancore dei lavoratori bloccati, per quanto riguarda i pagamenti, allo stipendio di ottobre. Con la tredicesima – aggiunge Gurrieri – sono ben cinque le mensilità arretrate che i lavoratori devono percepire. Di questo passo – conclude – la situazione, già tragica, rischia di diventare drammatica per via della disparità di trattamento».


3 marzo 2009 - Il Denaro

trasporti
Taxi in sciopero contro il Comune

Napoli - Una delegazione di tassisti, composta dal portavoce del sindacato Sit, Luigi Giovinco e dal portavoce degli Rdb Luigi De Falco, in sciopero da ieri mattina contro l'ordinanza comunale che "riduce le corse per l'aeroporto di Capodichino" è stata ricevuta al Comune di Napoli dall'assessore alla Mobilità Agostino Nuzzolo. Numerose le auto bianche che sostano davanti a Palazzo Santa Lucia e i tassisti che ieri hanno incrociato le braccia nel giorno in cui era annunciato lo sciopero degli autobus in città "Questa ordinanza ci consente di andare all'aeroporto solo una volta ogni quattro giorni -spiega Giuseppe Sauchelli, dell'Rdb-Sit- E' un provvedimento che andrà in vantaggio degli Ncc, che già oggi sono liberi di parcheggiare in qualunque parte dell'aeroporto. In più -sottolinea- dovremo pagare due euro a testa per esporre gli adesivi in seguito alla modifica della turnazione".


2 marzo 2009 - Adnkronos

NAPOLI: SCIOPERO TASSISTI, DELEGAZIONE RICEVUTA IN COMUNE

Napoli, 2 mar. - (Adnkronos) - Una delegazione di tassisti, composta dal portavoce del sindacato Sit, Luigi Giovinco e dal portavoce degli Rdb Luigi De Falco, in sciopero da questa mattina contro l'ordinanza comunale che «riduce le corse per l'aeroporto di Capodichino» è stata ricevuta al Comune di Napoli dall'assessore alla Mobilità Agostino Nuzzolo. Numerose le auto bianche che sostano davanti a Palazzo Santa Lucia e i tassisti che oggi hanno incrociato le braccia nel giorno in cui era annunciato lo sciopero degli autobus in città. «Questa ordinanza, che entra in vigore da oggi, ci consente di andare all'aeroporto solo una volta ogni quattro giorni -spiega Giuseppe Sauchelli, dell'Rdb-Sit- È un provvedimento che andrà in vantaggio degli Ncc, che già oggi sono liberi di parcheggiare in qualunque parte dell'aeroporto. In più -sottolinea- dovremo pagare due euro a testa per esporre gli adesivi in seguito alla modifica della turnazione. Se si pensa che a Napoli ci sono 2.450 taxi questi due euro in un anno diventano 235 mila euro». Ma l'ordinanza di oggi non è la sola che non va a genio ai tassisti che sono scesi oggi in piazza. «Ogni volta che entriamo in aeroporto siamo costretti a pagare alla Gesac 50 centesimi che non ci vengono rimborsati -spiega ancora Sauchelli- dal momento che la tariffa predeterminata di 12 euro e 50 per l'aeroporto era stata decisa prima del provvedimento che prevedeva questa tassa alla Gesac». «Siamo nelle mani delle cooperative e dei sindacati -aggiunge un altro tassista degli Rdb- che ormai decidono tutto senza chiedere il nostro parere».

NAPOLI: SINDACATO TASSISTI, VENERDÌ INCONTRO IN COMUNE PER RIVEDERE ORDINANZA

Napoli, 2 mar. - (Adnkronos) - «Il Sindacato italiano tassisti porta a conoscenza che a seguito della riunone tenutasi oggi a Palazzo San Giacomo tra l'assessore Nuzzolo e gli esponenti di categoria, nella fattispecie Sit ed Rdb, si è stabilito che il giorno 6 marzo si terrà una nuova riunione dove verranno ridiscusse le decisioni prese nell'ultima ordinanza sindacale». È quanto rende noto il Sindacato italiano tassisti (Sit) in un comunicato stampa in merito allo sciopero di questa mattina contro l'ordinanza del Comune di Napoli riguardante i taxi. «Tale riunione - prosegue il Sit - questa volta vedrà la presenza anche dei sopracitati esponenti sindacali che potranno esprimere così la reale volontà della categoria».


2 marzo 2009 - Ansa

SANITÀ: PRECARI; ALCUNI OGGI A LAVORO SENZA CONTRATTO

(ANSA) - PESCARA, 2 MAR - I rappresentanti sindacali di Rdb, Cobas e del Comitato precari hanno denunciato al manager della Asl di Pescara, Claudio D'Amario la presenza, stamani, di sei-sette ex co.co.co, regolarmente al lavoro, pur essendo loro scaduto il contratto sabato scorso. I lavoratori volontari sono stati individuati durante alcune ronde, effettuate negli uffici della Azienda da ex co.co.co, divisi in gruppetti. I rappresentanti sindacali che nel pomeriggio hanno riproposto le problematiche dei precari delle Asl all'assessore regionale alla Sanità, Lanfranco Venturoni, hanno annunciato che domani la loro protesta si sposterà nell'aula del Consiglio regionale. Per il 9 marzo hanno, inoltre, confermato lo sciopero generale, in programma molto probabilmente a Pescara. L'assessore, intanto, ha ribadito loro che la stabilizzazione riguarderà chi ha i requisiti, per gli altri saranno promossi dei concorsi. Ha poi annunciato che giovedì prossimo incontrerà i manager per parlare con loro del piano di rientro, vista la difficoltà della situazione in materia sanitaria.


2 marzo 2009 - Apcom

Trasporti/ Sciopero taxisti Napoli, incontro con assessore
Nei prossimi giorni nuovo vertice con tutte sigle sindacali

Napoli, 2 mar. (Apcom) - Si è svolto, oggi, presso la sede dell'assessorato alla Mobilità del Comune di Napoli, un incontro tra l'assessore Agostino Nuzzolo e i rappresentanti di due sigle sindacali dei tassisti (Sit e Rdb). L'incontro è stato chiesto dai sindacati a seguito dello sciopero indetto questa mattina, per manifestare il loro disagio su alcune problematiche tra cui la riorganizzazione dei turni di presenza presso l'aereoporto di Capodichino, regolamentata con un'ordinanza della scorsa settimana. Al termine dell'incontro, l'assessore ha deciso di convocare, nei prossimi giorni, un incontro con tutte le sigle sindacali per discutere insieme dei problemi della categoria.


2 marzo 2009 - Il Mattino.it

Delegazione di tassisti ricevuta in Comune

NAPOLI (2 marzo) - Una delegazione di tassisti, composta dal portavoce del sindacato Sit, Luigi Giovinco e dal portavoce degli Rdb Luigi De Falco, in sciopero da questa mattina contro l'ordinanza comunale che «riduce le corse per l'aeroporto di Capodichino» è stata ricevuta al Comune di Napoli dall'assessore alla Mobilità Agostino Nuzzolo. Numerose le auto bianche che sostano davanti a Palazzo Santa Lucia e i tassisti che oggi hanno incrociato le braccia. «Questa ordinanza, che entra in vigore da oggi, ci consente di andare all'aeroporto solo una volta ogni quattro giorni - spiega Giuseppe Sauchelli, dell'Rdb-Sit - È un provvedimento che andrà in vantaggio degli Ncc (noleggio con conducente, ndr), che già oggi sono liberi di parcheggiare in qualunque parte dell'aeroporto. In più - sottolinea - dovremo pagare due euro a testa per esporre gli adesivi in seguito alla modifica della turnazione. Se si pensa che a Napoli ci sono 2.450 taxi questi due euro in un anno diventano 235 mila euro». Ma l'ordinanza di oggi non è la sola che non va a genio ai tassisti che sono scesi oggi in piazza. «Ogni volta che entriamo in aeroporto siamo costretti a pagare alla Gesac 50 centesimi che non ci vengono rimborsati - spiega ancora Sauchelli - dal momento che la tariffa predeterminata di 12 euro e 50 per l'aeroporto era stata decisa prima del provvedimento che prevedeva questa tassa alla Gesac». «Siamo nelle mani delle cooperative e dei sindacati -aggiunge un altro tassista degli Rdb- che ormai decidono tutto senza chiedere il nostro parere».


2 marzo 2009 - Legnano news

NUOVA GIORNATA DI "CIECA" PROTESTA PER LE EX CENTRALINSTE DELL'OSPEDALE

Legnano - Sono tornate a protestare le ex centraliniste dell’ospedale di Legnano, balzate mesi fa agli onori della cronaca nazionale per il loro ormai famoso "soft-spogliarello". Questa mattina, lunedì 2 marzo, le precarie licenziate del call center del nosocomio di via Candiani hanno dato vita ad una nuova giornata di "cieco-presidio". "Ci siamo bendate nuovamente – ha spiegato Ornella Cameran della Rdb/Cub e per tutta la mattinata siamo rimaste a manifestare davanti all'ospedale per denunciare che nonostante le rassicurazioni e le prese di posizioni da parte di tutti ad oggi ancora non si è visto nulla di concreto". Pochi giorni fa, l’assurda vicenda delle ex centraliniste sembrava ormai incanalata sulla via della soluzione e invece le "dee bendate" hanno dovuto fare i conti nuovamente con le solite "parole, parole, soltanto parole". Sembrava imminente la loro riassunzione – ha aggiunto infatti la Cameran - dopo l'incontro tenutosi a Roma al Ministero della Funzione Pubblica con la staff del ministro Brunetta che si è impegnato ad incontrarle nuovamente insieme ai vertici dell'azienda e possibilmente dopo un quesito riformulato dall'ospedale. Invece come sempre ad un problema concreto quello del lavoro abbiamo avuto a tutti i livelli solo risposte evasive, parole. Noi con le promesse non possiamo garantire nulla ai nostri figli. Ed ora, le dieci donne annunciano una nuova azione eclatante a sostegno di tutti i precari, che verrà annunciata dopo l'incontro del 4 marzo a Roma. "Al momento - concludono le ex centraliniste - abbiamo contatti via web con decine di migliaia di precari con cui stiamo lavorando per costruire uno strumento nuovo post-moderno e di lotta per tutti coloro che vivono questa difficile situzione. Dopo il 4 marzo sarà convocata una conferenza stampa per illustrare la nuova eclatante iniziativa. Per ulteriori informazioni sulla nuova forma di protesta on line che le ex centraliniste hanno ideato cliccare su scioperodelfuturo@hotmail.it


2 marzo 2009 - Il Centro

Precari Asl, summit sindacati-Venturoni
Rdb e Cobas chiedono l’assunzione dei 45 amministrativi

PESCARA - In questi giorni, potrebbero arrivare risposte decisive sulla vicenda dei precari Asl. Nel pomeriggio Rdb, Cobas e Comitato dei precari incontreranno l’assessore regionale alla Sanità, Lanfranco Venturoni, per sapere se ci sono concrete possibilità occupazionali per i 45 amministrativi (Edp) che da sabato sono senza contratto dopo anni di servizio alla Asl. Giovedì, invece, Cgil, Cisl e Uil, vedranno il manager della Asl, Claudio D’Amario, e chiederanno di «mettere a punto in tempi strettissimi la pianta organica, in modo da capire quali sono le esigenze reali di personale dell’azienda», spiega il segretario della Cisl, Umberto Coccia, che punta alla stabilizzazione e ai concorsi. E’ certo, dice Coccia, «che se gli ospedali devono rimanere aperti serve il personale. Ci sono ancora 265 precari in servizio, alcuni dei quali svolgono funzioni indispensabili, e per pagarli si potrebbe attingere da altre voci di bilancio: ciclo del calore, consulenze esterne...». Come altri sindacalisti Coccia respinge l’ipotesi del lavoro volontaristico dei precari rimasti senza contratto. «Non si può accettare che ci si sistemi attraverso amici e amici degli amici». Oggi, per scongiurare questa ipotesi, Rdb effettuerà un controllo negli uffici.(f.b.)


2 marzo 2009 - Il Messaggero

Pescara. Le ronde per la sicurezza non c’entrano...

Pescara - Le ronde per la sicurezza non c’entrano. Perchè la ronda che dovrebbe entrare in azione questa mattina assomiglia a un picchettaggio d’altri tempi, visto che ad annunciarla sono state le rappresentanze sindacali Cobas-Rdb decise ad impedire che la Asl spalanchi le porte ad alcuni dei precari appena licenziati per reinserirli negli uffici con la casacca di volontari. Formula che nel giro di qualche tempo potrebbe consentire a questi ex dipendenti di essere reinseriti nell’organico, con un contratto vero stavolta, non appena si creeranno le condizioni. L’escamotage, ovvero il sospetto che questo si riveli tale, ha determinato la levata di scudi del sindacato ed ha costretto la direzione generale a uscire allo scoperto per assicurare che nessuna delibera era stata presa in tal senso: a favore cioè di alcuni ex precari ben "selezionati" e inseriti, secondo qualcuno, nella lista dei salvabili. A scanso di equivoci, come detto, il Cobas-Rdb sarà stamattina di ronda davanti agli uffici della Asl mentre Cgil, Cisl e Uil insistono nel tentare la via della diplomazia pur di salvare il posto ai precari. Per il 9 marzo resta confermato lo sciopero.


2 marzo 2009 - La Provincia di Cremona

Corte Madama. Fissata per sabato 21 marzo
la manifestazione dei comitati, della sinistra radicale e dei sindacati di base
Amianto, corteo anti-discariche
E Torchio: cento sindaci al Pirellone (anche per nucleare e cava)
Pubblicato un giornalino che sarà distribuito capillarmente in zona
di Marco Bazzani

CORTE MADAMA (Castelleone) — Sabato 21 marzo i comitati contro le discariche di amianto previste a Corte Madana e Cingia de’ Botti promuoveranno una manifestazione insieme ai partiti politici della sinistra radicale e ai sindacati extraconfederali. L’iniziativa è stata presa dalle seguenti sigle: Cittadini contro l’amianto della provincia di Cremona, insieme ai cittadini di Cingia de’ Botti e Castelleone, le Federazioni del Partito della Rifondazione comunista, del Partito dei Comunisti Italiani e dei Verdi provinciali, l’Italia dei Valori e i sindacati extraconfederali SdL, CUB, AL Cobas, L’altra Lombardia–SU LA TESTA e il Circolo Bertolt Brecht di Castelleone. Il raduno è previsto per le 10: partenza, poi, alle 10.30 dal centro di Corte Madama fino alla località Retorto, luogo dove si vorrebbe realizzare la discarica di amianto di Cappella Cantone. Va anche detto che questa iniziativa sta facendo storcere il naso a qualcuno, specialmente nel resto dello schieramento centrosinistra. «Questa è una battaglia che avrebbe senso combattere uniti, senza guardare ai propri ritorni elettorali», si fa scappare a denti stretti un noto esponente del territorio Castelleonese. Ma il presidente uscente della provincia Giuseppe Torchio (candidato designato per tentare il ‘bis’) smorza le polemiche. Insomma, è ovvio che nessuno dimentichi l’appuntamento elettorale del 6-7 giugno e curi un po’ il proprio orticello «ma è giusto comunque recuperare la sinistra a questo impegno comune. Sappiamo che su questa battaglia al momento giusto li avremo al nostro fianco. Vuol dire — prosegue — che la prima unificazione la faremo con i sindaci. Puntiamo a portarne cento al Pirellone di Milano mettendo insieme le questioni delle discariche di amianto di Cappella Cantone e Cingia de’ Botti, del nucleare a Viadana e nel vicino Casalasco, della cava a Caravaggio che comprometterebbe la zona dei fontanili dell’alto Cremasco». Non c’è un po’ troppa carne al fuoco? «Il problema non è certo nostro. Nessuna di queste cose l’abbiamo voluta e cercata. Chi governa la Regione Lombardia sa che chi amministra il territorio cremonese — parlo della Provincia, ma anche di tanti Comuni — si è assunto le proprie responsabilità in tema di infrastrutture, predendo decisioni che rischiavano di essere impopolari ad esempio in termini di autostrade. Non si può, però, fare tutto. Ci sono anche delle compatibilità da rispettare. L’agricoltura, ad esempio, pagherà già un dazio importante, con le autostrade, in termini di terreni coltivabili: vogliamo sottrarne altri con le discariche di amianto?». Tornando al 21 marzo, l’obiettivo della manifestazione è «bloccare l l’iter burocratico-amministrativo avviato dalla Regione Lombardia e rivendicare la modifica radicale del PRAL (Piano Regionale Amianto Lombardia) in modo che non si lasci più l’iniziativa di avviare la realizzazione di nuove discariche ai privati. In preparazione della manifestazione — concludono i comitati — abbiamo stampato un giornalino con tutte le nostre ragioni».