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Cub

Le notizie CUB della settimana 23 - 29 marzo 2009

Nazionale,

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29 marzo 2009 - Liberazione

Proteste in tutt’Europa. A Roma Onda e Cobas contro il G14
«No al capitalismo selvaggio» Il movimento torna in piazza

Sindacati, ecologisti, noglobal, pacifisti. Eccoli i nuovi protagonisti di una protesta che ha investito l'Europa e non solo. Per una settimana la scena sarà loro. Al centro delle iniziative un "No" netto a un capitalismo tutto da riformare. Sono cominciate così da Londra le proteste per il summit G20 previsto per giovedì e hanno coinvolto migliaia di persone. A Bruxelles si sono indossate maschere raffiguranti i Venti grandi della terra, a Parigi si è versata sabbia sulla Borsa per simulare i paradisi fiscali.
A Roma, infine, l'Onda degli studenti e i sindacati di base sono scesi in piazza contro la riunione dei ministri del lavoro del G14, in programma da oggi sino a martedì.
«G14 con i responsabili della crisi; noi con i lavoratori, i disoccupati e i precari» è questo lo striscione che ha aperto la manifestazione organizzata da Cub, Cobas e Sdl.
Davanti il Ministero dell'Istruzione in viale Trastevere, gli studenti hanno simulato una battaglia con i cuscini per protestare «con la sola arma dell'ironia contro Brunetta che ci ha dato dei guerriglieri».
La richiesta, echeggiata ovunque, è la stessa: aiuti per i paesi in via di sviluppo e uno stop al capitalismo selvaggio.

Cobas, Rdb e Sdl: «Non più spezzoni separati»
Sindacati di base: «Uniti sulla nostra piattaforma sociale»
di Fabio Sebastiani

«Voi G14 con i responsabili della crisi; noi con i lavoratori, i disoccupati e i precari». Il grande striscione che apre il corteo di Cub, Cobas e Sdl organizzato a Roma per protestare contro i ministri del lavoro del G8 e lanciare la piattaforma sociale contro la crisi economica, ondeggia vistosamente sotto i colpi del vento. Si affaccia qualche innocua goccia di pioggia. E' questa l'unica vera "perturbazione" che disturba il grande e festoso serpentone che si snoda tra piazza della Repubblica e piazza Navona. Il resto? Solo qualche fumogeno e un paio di scritte irriverenti sulle vetrine di banche e agenzie immobiliari. E' lo stesso sindaco Alemanno a fine giornata a dover ammettere che si è trattato di semplici «intemperanze». Le prove generali di unità politica del "patto di base", il raggruppamento di organizzazioni sindacali che che ormai guarda con grandi speranze allo sciopero del 23 aprile, hanno avuto un buon esito. Hanno sfilato insieme precari della pubblica amministrazione, studenti, disoccupati e senza casa. Una "materia sociale" che non solo non ha nessuna intenzione di pagare la crisi ma che indica anche chiaramente le misure per uscire dal tunnel: aumento di salari e pensioni, blocco dei licenziamenti, estensione della cassa integrazione, salario sociale. nazionalizzazione delle banche per un nuovo intervento pubblico e ricoversione ecologica dell'economia. Subito dietro lo striscione di apertura a tenere banco sono i cordoni dei precari: dalla scuola, dalla ricerca, dai comuni dell'hinterland napoletano dove in settemila mandano avanti di fatto la pubblica amministrazione. «Brunetta ci vuole cacciare - dice uno di loro - ma l'ha capito o no che così si ferma tutto?». Molto folto anche il gruppo dei ricercatori dell'Ispra, ente pubblico che dovrebbe occuparsi di ambiente. Il condizionale è d'obbligo, perché il 45% dell'organico è precario e da giugno ogni momento è buono per cacciarli. Tanti i vigili del fuoco e gli autisti dei trasporti locali. Tra gli altri, ci sono anche i ferrovieri dell'Assemblea nazionale dei ferrovieri. «E' una manifestazione importante - sottolinea Dante De Angelis, messo fuori da Trenitalia perché ha denunciato la scarsa sicurezza dei convogli - che dovrebbe agire da stimolo per l'unità del sindacalismo di base». Non si può non notare lo spezzone unitario del mondo della scuola e della formazione, principalmente romano che ribadisce la contrarietà al decreto legge Aprea «che impoverisce la didattica verso gli studenti e blocca il futuro agli attuali precari e a quelli che devono ancora arrivare». Tre manifestanti svestiti da fantasmi: sono gli infermieri precari dell'Asl di Chieti che chiedono la stabilizzazione. «Siamo uniti tutti noi lavoratori perché questa crisi noi non la pagheremo», scandiscono dai megafoni. Tutti molto soddisfatti i tre portavoce di Rdb, Cobas e Sdl, sia per quanto riguarda la partecipazione - a fine giornata gli organizzatori annunciano dal palco circa 50mila presenze - sia la tranquillità con cui si è svolta l'inizitiva e, quindi, la riuscita politica della manifestazione. «Il punto di forza - sottolinea Piero Bernocchi, dei Cobas - è stato aver posto le basi di una grande alleanza sociale tra chi è precario, chi è nella scuola, chi lotta nel territorio, attraverso una piattaforma che va oltre il mondo del lavoro e si presenta come una vera piattaforma sociale anticrisi». Fabrizio Tommaselli sottolinea invece l'"anomalia" rispetto ad iniziative simili negli anni passati. «Le bandiere si sono mischiate e questo ha un grande valore simbolico positivo. I vari spezzoni non sono stati rigidamente divisi». Per Paolo Leonardi, della Rdb, «siamo qui di nuovo in piazza contro chi attacca il diritto di sciopero e di manifestare». Tra i manifestanti anche alcuni politici come il segretario nazionale del Prc Paolo Ferrero, Paolo Cento e il consigliere regionale del Lazio Luigi Nieri. «Ottima manifestazione, che tiene assieme tutti gli strati sociali colpiti dalla crisi: lavoratori ex garantiti, precari, disoccupati, studenti. Quindi molto utile e importante», commenta Ferrero. «Una manifestazione - aggiunge - che chiede al governo di cambiare politica visto che sino ad ora ha fatto solo gli interessi di chi la crisi l'ha provocata e non dei lavoratori che la stanno pagando». Tra gli altri hanno percorso il corteo le bandiere di Sinistra Critica e del Partito comunista dei lavoratori.

Onda, precari, centri sociali beffano il "protocollo", banche "sanzionate" lungo il corteo contro il G14
Il movimento si riprende Roma. E lancia una sfida dentro la crisi
di Anubi D'Avossa Lussurgiu

Comincia ad arrivare anche in Italia: non la crisi, ma il vento della risposta sociale, organizzata, di conflitto e di movimento. Questo è il segnale espresso dalla dimensione più "movimentata", appunto, della giornata di ieri a Roma contro il G14, il summit allargato del G8 sotto la presidenza italiana, su lavoro e welfare, che si svolge oggi nella capitale. Contro il G14, ossia per l'articolazione in piattaforma di rivendicazioni e di pratiche di quel «noi la crisi non la paghiamo» che è stato fatto rimbombare dall'Onda studentesca: ma che ora investe un'intero potenziale di insorgenza sociale. Arriva anche in Italia un certo vento "europeo": e non a caso succede a Roma quel che succede, mentre a Londra una moltitudine blocca la metropoli in vista del G20, il "successore" designato del G8 nella governance della globalizzazione e della sua crisi. E mentre almeno 15mila attiviste ed attivisti bloccano Francoforte e altrettanti Berlino, unendo alla pressione sul G20 il lancio delle mobilitazioni contro il prossimo vertice Nato in Germania e un link esplicito alla protesta contro il G14. Cosa è successo a Roma? Tante cose insieme. Anzitutto, se n'è andato in fumo il tentativo di calare sulla capitale una definitiva cappa repressiva attraverso l'applicazione, tante volte in questi giorni invocata dal sindaco Alemanno e dal suo gruppo di potere nel Pdl a congresso, del famigerato «protocollo». Quello firmato da Comune, Questura, Prefettura ma anche da Cgil Cisl Uil. Quello che renderebbe off limits per cortei e proteste l'intero centro storico - e politico. Proprio in questa fase sociale. Un protocollo che, evidentemente, non dovrebbe riguardare altri che quanti l'hanno voluto sottoscrivere. Ma che invece è stato brandito quale giustificazione delle cariche all'ateneo della Sapienza il 18 scorso, per impedire all'Onda di raggiungere i manifestanti dello sciopero della conoscenza indetto dalla stessa Cgil. Ebbene, ieri il protocollo e tanto più il suo (prevedibilissimo) abuso sono andati in fumo insieme al tentativo, operato da più parti, di dichiarare l'Onda stessa «morta», finita. E di "spaventare" la manifestazione indetta ieri contro il G14 dal "Patto di base", l'unità di Cobas, Cub-Rdb e Sdl. Doveva succedere di tutto: a partire dai «blocchi» indetti prima della partenza del corteo, per raggiungerlo da vari punti vicini a piazza Esedra, dai settori di "movimento". E invece è successo che i blocchi ci sono stati, tutti, e sono andati benissimo. Folto quello fissato alla stazione Tiburtina dai "Blocchi precari metropolitani" («Hate G8, out of control»), partecipato quello a via de Lollis da Action, che entrambi hanno raggiunto il blocco più esposto ai riflettori, quello lanciato da "Sapienza in Onda" sul luogo del delitto delle cariche del 18, a piazzale Aldo Moro. Da dove, alla fine, ci si è mossi in corteo in tanti verso piazza Esedra e ci si è ritrovati in migliaia quando a viale di Castro Pretorio si sono aggiunti la nuova rete degli "Indipendenti" («Che vita sarebbe senza profitto?», «Diffondi cospirazione») e il Coordinamento di lotta per la casa, che il blocco l'avevano mosso da Porta Pia. Blocchi veri e propri, insomma, per quanto mobili: perché l'obiettivo di stravolgere la "normalità" del sabato romano è stato raggiunto in pieno. Senza che il clima agitato dalle parti del Viminale nei giorni precedenti si sia potuto tradurre in azioni repressive di alcun genere. Quando questa composizione di movimento ha raggiunto la manifestazione dei sindacati di base si sono imposte diverse evidenze. La prima, certamente, che l'Onda non è affatto «morta», nonostante certe dichiarazioni anche interne al "dibattito" nelle facoltà e la scelta di alcuni di ritrovarsi direttamente a piazza della Repubblica: tanto più si è rivelata viva, la dinamica dell'Onda, che ieri l'intero composito spezzone di movimento è stato concordemente aperto dallo striscione dei "sapientini", seguiti da delegazioni nazionali, con la scritta «Guerriglieri (virgolettato e dedicato al ministro Brunetta, ndr ) anomali contro il G14 e per un nuovo welfare». Ma quando lo spezzone di "movimento" si è disteso nel corteo unitario, s'è imposta anche un'altra evidenza: che la geografia politica e sociale, l'equilibrio di soggetti di un fronte alternativo di conflitto dentro e oltre la crisi, sono mutati. Tanto, infatti, era il peso di studenti, precari, occupanti di case, attivisti dei centri sociali e delle reti d'azione sul corpo complessivo dei manifestanti. Un peso esercitato sotto un segno comune, rivendicato da tutte le "anime": l'irrapresentabilità, l'indipendenza politica e organizzativa dei movimenti. Un segnale che promette di cresce nelle prossime tappe: per lo sciopero generale indetto dallo stesso "Patto di base" per il 23 aprile, si parla già di «sciopero metropolitano». E stato il corteo stesso a mostrare che il segnale vuol essere inequivoco. Comincia all'inizio di via Cavour: prima banca, un'agenzia Unipol, «sanzionata» o «segnalata» in massa con uova, vernice, fumogeni e petardi. Poi l'agenzia Fata in via Pincherle, a due passi dal Viminale, con funzionari di Ps che perdono la testa, rintuzzati dalla reazione immediata del corteo. Quindi la Pirelli Re e ancora una banca, la Carim, sempre su via Cavour. Di seguito, fumogeni sul blindatissimo Altare della Patria. E a largo di Torre Argentina di nuovo un'Unipol. Infine a corso Vittorio un'agenzia di Banca Intesa. Tanto per chiarire, dopo l'azione del vasto "comitato romano contro il G8" all'Abi giovedì, il who's who della crisi. E per portare in Italia quel certo qual vento europeo.

Nel capoluogo emiliano per l'affitto si spende fino al 70% dello stipendio o della pensione
Sotto sfratto per morosità, tenta il suicidio
Storie ordinarie di emergenza casa a Bologna
di Benedetta Aledda

«Ero disperata, mi sentivo presa in giro e quella notte ho tentato il suicidio, ma non è andata come speravo». Chi parla è una donna di 43 anni di origine marocchina che da 13 vive in Italia. Abita da sola in un bilocale nel centro di Bologna, ma ha ricevuto lo sfratto perché, da quando ha perso il lavoro, non è più riuscita a pagare l'affitto. Il 18 marzo ha cercato di togliersi la vita ingoiando tutti i farmaci che aveva in casa. Era stata dimessa da poco quando, il 27 marzo, l'ufficiale giudiziario si è presentato nella sua abitazione per eseguire lo sfratto, rinviato al 31 di questo mese. «Sono appena tornata dall'ospedale, non tengono conto di come sto», protesta la donna, stanca e incredula di essere trattata ancora una volta con così poca «umanità». Vuole restare anonima, per non farsi cattiva pubblicità con eventuali datori di lavoro.
«Questa persona nel giro di pochi mesi, a causa di problemi socio-sanitari, con una invalidità del 60%, perde il lavoro e accumula morosità», spiega in una nota Asia-RdB. L'associazione di inquilini e assegnatari del sindacato di base venerdì scorso ha sostenuto la donna con un presidio sotto casa sua. Martedì ne farà un altro, anticipato da un sit-in davanti al Comune il 30 marzo, per provare a incontrare gli assessori alla Casa e alle Politiche sociali, a cui il sindacato aveva già chiesto di riconoscere «l'emergenza abitativa» della signora. A metterla alla porta è stato un proprietario che aveva urgenza di tornare in possesso del mini-appartamento, nonostante abbia «52 immobili di cui 31 abitazioni», fa notare il sindacato.
Finora l'unica proposta che la donna ha ricevuto è stata quella di un posto letto a 200 euro al mese in una struttura pubblica, una condizione che «non è adeguata al suo stato psico-fisico, come attestato dai certificati medici», denuncia Asia-RdB. Dal 2000, infatti, è seguita dai medici per una depressione.
Il suo è uno degli «oltre mille casi di sfratto per morosità già passati in giudicato e ora in esecuzione», spiega Lidia Triossi di Asia-RdB. Secondo lo studio presentato la settimana scorsa dal Sunia-Cgil, fra i nuclei familiari che vivono in affitto il 20,5% è composto da una sola persona, una donna nel 58% dei casi. A Bologna, secondo il Sunia, le famiglie con un solo reddito da lavoro dipendente ne spendono fra il 50 e il 70% per l'affitto. In effetti, la protagonista del caso denunciato da Asia racconta: «Con le pulizie guadagnavo non più di 800 euro al mese e 600 servivano a pagare l'affitto». Per questo ha provato a cambiare lavoro. L'occasione sembrava arrivare dalla proposta di fare la governante in un albergo del centro. «Mi sono licenziata dalla ditta di pulizie per cui stavo lavorando e ho accettato il lavoro in albergo, ma, dopo ventuno giorni come governante, la padrona dell'albergo mi ha detto che non avevo superato la prova. Eppure avevo già lavorato per 6 anni come cameriera ai piani. Credo che le abbia dato fastidio il fatto che avevo da ridire su come tenevano la sala della colazione e la cucina, con l'affettatrice sul pavimento». Così la donna ha perso tutto.
Ora vive con una borsa-lavoro del Comune che scade ai primi di aprile e che non è bastata a saldare i conti dell'affitto. Si è sentita dire dall'assistente sociale che deve assumersi le proprie responsabilità per aver lasciato il lavoro nelle pulizie e questo proprio non va giù a chi ha sempre accettato ogni genere di impiego «senza vergogna, anche se ho studiato giurisprudenza, perché sono stati lavori onesti e dovevo cavarmela da sola, perché non sono sposata e mantengo mia madre anziana che vive in Marocco ed è ammalata. Volevo chiedere il ricongiungimento familiare, ma ormai, non ho più un lavoro, una casa...».
I colloqui con l'assistente sociale sono diventati una fonte di stress ulteriore: «Mi ha detto: "Se stai così male, perché non torni al tuo paese, così ti riposi un po'". Come si permette?», si chiede la donna, delusa da una figura da cui si aspettava comprensione. «Lo dicono spesso e non solo agli stranieri», spiega Triossi di Asia e chiarisce: «Con alcuni assistenti sociali riusciamo a collaborare, ma molti si preoccupano di aprire meno casi sociali possibile, perché solo il 15% del patrimonio di edilizia residenziale pubblica è riservato all'emergenza abitativa», una fetta sempre più insufficiente in un periodo in cui gli sfratti per morosità sono destinati a crescere, visto che sono in aumento le famiglie che dedicano al canone mensile buona parte dello stipendio, della pensione o dell'assegno di cassa integrazione.


29 marzo 2009 - Il Manifesto

UNIONE EUROPEA Da Londra a Roma, l'onda anti-crisi va in piazza. Con sindacati di base, centri sociali, movimenti di lotta per la casa, Onda universitaria, precari e disoccupati. Alla prima prova non regge il protocollo Alemanno sulle manifestazioni. Istituti di credito nel mirino
«La crisi pagatela voi» Sfila la risposta al Pdl
In 20 mila nella capitale contro il G14 su welfare e lavoro Tanti i precari e gli studenti. «No al divieto di sciopero»
di Stefano Milani

ROMA - Migliaia di facce, migliaia di storie, un unico problema comune: la crisi. Che attanaglia la fascia «debole» del paese: lavoratori, precari, cassaintegrati, disoccupati, studenti, migranti. C'erano loro ieri a sfilare per le strade di Roma nel corteo nazionale indetto dai tre sindacati di base Cobas, Cub e SdL contro il G14 sul welfare. Una manifestazione per chiedere lavoro, reddito, casa e integrazione. Diritti fondamentali per una democrazia degna di questo nome, ma siamo in Italia. E per ribadire un secco «no» al modello di gestione della crisi economica del governo Berlusconi, per dire che «un nuovo welfare è possibile» e per lanciare una sfida alle leggi «liberticide» sullo sciopero.
«La crisi la paghino banchieri, padroni ed evasori» scandiscono dal megafono gli organizzatori mentre tutti si mettono dietro al grande striscione che apre il corteo: «Voi G14 con i responsabili della crisi; noi con i lavoratori, i disoccupati e i precari». Sono da poco passate le 15 quando lo spezzone sindacale parte da piazza della Repubblica. Dietro gli studenti dell'Onda, appena arrivati dalla Sapienza. Si scende verso via Cavour, poi via dei Fori Imperiali, largo Argentina fino a piazza Navona. In un percorso reso «off-limit» dal protocollo Alemanno sui cortei, ma ieri si è fatta un'eccezione.
Arrivano da tutta Italia: Campania, Lombardia, Emilia Romagna, Sicilia, Abruzzo, la geografia della crisi non conosce confini. Dagli altoparlanti del camioncino che guida i manifestanti la musica si alterna alle parole dei manifestanti. Alle loro storie. Storie di ordinaria disperazione. «Sono una precaria della scuola. Insegno a Roma, ma vivo a Latina. Ogni giorno faccio settanta chilometri ad andare e settanta a tornare. Sono sola con due figli. Prendo 1.100 euro al mese e a giugno sarò in mezzo ad una strada» dice Anna. E poi c'è Luigi, 70 anni, quarantotto dei quali passati nelle ferroviere. Ora è in pensione ma è in piazza accanto al figlio, anche lui ferroviere e con un contratto che scade tra tre mesi. Lo tira fuori dalla tasca e me lo mette davanti agli occhi: «Ho tre bimbi piccoli e un mutuo che scade tra diciotto anni, che devo fare?».
Alle 18 il lungo corteo entra a piazza Navona, dove sul palco allestito accanto alla fontana del Bernini si fanno gli ultimi appelli e il bilancio della giornata. «Una manifestazione importante perché segna la nascita di una grande, nuova alleanza sociale fatta di lavoratori, di precari, di disoccupati, di studenti, dove non c'è spazio per i partiti tradizionali e non ci sono egemonie». Piero Bernocchi non nasconde la sua soddisfazione per «il grosso risultato qualitativo e quantitativo della manifestazione, superiore perfino alle nostre stesse previsioni», 50.000 secondo gli organizzatori.
Quanto alle provocazioni paventate alla vigilia del corteo, il portavoce dei Cobas ribadisce che «qualcuno ha voluto creare un clima di intimidazione e di paura, ma la gente ha risposto bene non lasciandosi scoraggiare e anche le Forze dell'ordine hanno fatto fino in fondo la loro parte. Certo, la provocazione di piazza Venezia di alcuni finanzieri (che presidiavano l'altare della Patria in assetto antisommossa, ndr) poteva essere evitata ma complessivamente la situazione è stata gestita bene». Il prossimo appuntamento è ora quello con lo sciopero generale in programma il 23 aprile, «quando riaffermeremo - spiega Bernocchi - una piattaforma di lotta globale che comprende, tra l'altro, il blocco dei licenziamenti, la riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario, reddito minimo garantito per chi non ha lavoro, continuità del reddito per i lavoratori atipici, un piano di massicci investimenti per la messa in sicurezza dei posti di lavoro e per il reperimento di alloggi popolari, il blocco degli sfratti».
Nel corteo sventolano anche bandiere politiche. Prc, Pdci, Sinistra e libertà, Sinistra critica, Partito comunista dei lavoratori. Militanti e anche qualche esponente. Come il segretario di Rifondazione Paolo Ferrero che giudica «ottima» la manifestazione perché «tiene assieme tutti gli strati sociali colpiti dalla crisi e che chiede al governo di cambiare politica visto che sino ad ora ha fatto solo gli interessi di chi la crisi l'ha provocata e non dei lavoratori che la stanno pagando». Per Luigi Nieri (Sinistra), assessore al Bilancio della regione Lazio «c'è necessità di rafforzare le forme di protesta contro un governo che sta facendo disastri sociali, culturali ed economici».


29 marzo 2009 - Nuova Sardegna, Venezia, Ferrara/Gazzetta Modena, Mantova/Corriere Alpi/Provincia Pavese/Messaggero Veneto/Mattino Padova/Tirreno

Vernice rossa su un gruppo di agenti davanti all’altare della Patria
Lancio di scarpe verso il ministero di Brunetta
Sfilano in 30 mila contro il G8
Cobas e Onda per le strade di Roma tra slogan e fumogeni
di PIETRO CRISCUOLI

ROMA - In trentamila a Roma, lavoratori dei Cobas (comitati di base) e studenti dell’Onda, confluiti da tutta Italia. L’ala dura del sindacato, l’ala durissima dei giovani. Corteo duro, contro il G8 dei ministri del lavoro in programma da oggi a martedì a Roma. «Noi la crisi non la paghiamo», ripetono e scandiscono «fatela pagare a banchieri ed evasori». Qualche momento di tensione, come si dice, ma in realtà solo piccole scintille.
Gli studenti imbrattano le vetrine di una banca e di un’assicurazione: «Case per tutti, ridateci i soldi». E sul muro: «Brucia le banche». Davanti all’altare della Patria lanciano vernice rossa contro un drappello di finanzieri, appena sfiorati. E volano fumogeni sulle aiuole del monumento al Milite Ignoto. Un uovo si spiaccica contro la finestra della sede Udeur di Mastella. In corso Vittorio Emanuele volano scarpe contro il portone del ministero della Funzione pubblica, la tana di Brunetta. Brunetta sfidato dallo striscione dell’Onda: «Guerriglieri anomali contro il G8 per un nuovo welfare». Il corteo è diviso in due e in due si dividerà nei comizi finali. La testa è dei Cobas, con i Cub (comitati unitari di base) e l’Sdl (sindacato dei lavoratori). Accusano la Cgil di essere moderata. Ma nella piazza i moderati sono loro, surclassati dal muso duro degli studenti. I Cobas sfilano con bandiere d’ordinanza e striscioni. L’Onda segue un camioncino che spara musica a palla. Pochi striscioni, tutti scritti a mano: «No al protocollo, Onda fuori controllo». Ce l’hanno col sindaco Alemanno che ha varato un protocollo per le manifestazioni. «Alemanno, prefetto, andate affanculo!», urla il microfono del camioncino.
Il corteo dell’Onda (non autorizzato) va verso piazza della Repubblica, ma prima si riunisce con lo spezzone del «coordinamento lotta per la casa», che attende dietro lo striscione: «Contro la crisi crea indipendenza, diffondi cospirazione». Il corteo dell’Onda avanza, tra musica "dance" e discorsi espliciti: «Noi diciamo no a una vita di merda per un governo di merda. Ci chiamano bamboccioni, ma fatevela voi una vita con un doppio lavoro precario e pagate 400 euro per una stanza in subaffitto. E’ inutile che si riuniscano in una stanza per il G8 e decidere il nostro futuro. Noi ce lo prendiamo il futuro, loro non decidono niente». E non vogliono che qualcuno li sfiori. Quando il corteo raggiunge piazza della Repubblica appaiono le bandiere di Rifondazione e dei Comunisti italiani. La musica s’interrompe e parte un chiaro messaggio: «I partiti fuori dai coglioni, nessuno ci rappresenta». «L’Onda è tornata ed è ancora più incazzata». L’altra anima, quella dei Cobas, è più tradizionale. Ci sono i lavoratori delle agenzie fiscali con lo striscione: «Fateci prendere gli evasori». Ci sono i pompieri, i precari della scuola (due parole ormai colluse), c’è uno striscione "No ponte", col disegno di un ponte di Messina spezzato in due. Un altro dice: «Ora basta, mentre ingrassano i pescecani della finanza, tagliano salari, pensioni, scuola, sanità e servizi sociali». E ancora: «Voi G14 responsabili della crisi, noi disoccupati, cassintegrati e precari». C’è un gruppo di lavoratori francesi, arriva un camioncino con un bandierone: «Reclaim the money» (chiedi i soldi). Vagano bandiere anarchiche e della "Sinistra critica". Il serpentone entra in piazza Navona sotto una pioggerellina. Cordoni di carabinieri proteggono via del Plebiscito, dove c’è la casa di Berlusconi. In piazza ognuno tiene il proprio comizio. I Cobas fanno parlare precari e immigrati. I camioncini dell’Onda, per dispetto, mandano a tutto volume romanze liriche, Beethoven, Mozart. I giovani si disperdono in piccoli bivacchi, tra canne e birre. Piero Bernocchi, portavoce dei Cobas, minimizza le intemperanze: «Cose marginali, è stata una manifestazione pacifica, ma quel gesto vuol dire che la protesta è rivolta soprattutto alle banche e al mondo della finanza».


29 marzo 2009 - L'Arena/Brescia Oggi

WELFARE. Si riuniscono i ministri dei sette Grandi e Russia. Tensione per manifestazioni: uova e vernice contro le banche, scarpe lanciate al ministero di Brunetta
Arriva il G8 sul lavoro: cortei di protesta a Roma
Parte il summit per trovare ricette comuni contro la disoccupazione. Nella capitale sfilano sindacati di base e studenti

ROMA - Si apre oggi a Roma il vertice dei ministri del Lavoro del G8 dedicato alla crisi e in particolare ai risvolti sociali che il difficile momento dell’economia sta avendo in tutto il mondo, con pesanti ripercussioni sull’occupazione. E ieri nella capitale migliaia di persone sono scese in piazza per protestare contro il summit e contro «le nuove leggi liberticide sugli scioperi». La manifestazione è stata organizzata dai sindacati di base - Cub, Cobas e Sdl - sfidando in parte anche i nuovi regolamenti sui cortei nel centro di Roma, visto che la marcia ha toccato alcune aree virtualmente vietate. Alcuni giovani si sono staccati dal corteo principale in più occasioni lanciando uova, vernice rossa, ma anche petardi contro banche, agenzie di assicurazioni e agenzie immobiliari lungo il percorso. Quattro fumogeni sono stati lanciati anche contro l’Altare della Patria. Un lancio di scarpe è stato improvvisato all’indirizzo del ministero della Funzione Pubblica: l’intenzione era quella di ripetere simbolicamente nei confronti del ministro Brunetta il lancio di scarpe di un giornalista iracheno contro l’ex presidente Usa Bush. Alcune scarpe, rimaste a terra davanti al portone chiuso del ministero, sono anche state date alle fiamme. Ma la disapprovazione della maggioranza dei partecipanti al corteo verso questi gesti ha evitato che si verificassero scontri tra i più esagitati e le forze dell’ordine che, in assetto anti sommossa, hanno tenuto d’occhio i partecipanti per tutta la durata della manifestazione. In più occasioni sono stati gli stessi organizzatori a richiamare all’ordine. In questo clima oggi si riuniranno i rappresentanti dei sette Paesi più industrializzati più la Russia, per trovare un’intesa sulla soluzione del problema occupazione e produrre un documento che poi potrà servire come base delle discussioni al G20 di Londra. Al vertice parteciperanno diversi ministri e, martedì, anche Berlusconi.


29 marzo 2009 - La Repubblica

E a Roma nel mirino monumenti e ministeri
Onda in corteo, fumogeni all´altare della Patria
"Siamo 50 mila dicono gli organizzatori". La polizia evita le tensioni
di MARIO REGGIO

ROMA - Vernice rossa e bianca, petardi contro le banche. Lancio di scarpe accompagnate da fumogeni sul portone chiuso del ministero guidato da Renato Brunetta. L´Onda anomala è tornata in piazza, questa volta assieme ai Cobas, i centri sociali, i comitati degli inquilini. L´Onda è uscita dalla Sapienza, dove era stata blindata a suon di manganellate lo scorso 18 marzo. Tutti in piazza per protestare contro il "social summit" dei ministri del Lavoro del G14 che inizierà i suoi lavori oggi a Roma.
«Noi la crisi non la paghiamo» è stata la parola d´ordine che ha attraversato tutto il corteo, 50 mila secondo gli organizzatori, un lungo serpente umano che da piazza della Repubblica ha raggiunto piazza Navona. In piazza migliaia di lavoratori dei Cobas, comitati inquilini, occupanti di case, immigrati con prole al seguito. Ma la parte più viva e creativa del corteo è stata quella degli studenti. Certamente una questione di età. Ma non basta da sola a spiegare il fenomeno. Basta ricordare i pestaggi di polizia, carabinieri e finanzieri la mattina del 18 marzo scorso, quando impedirono agli studenti uscire dalla Sapienza. Il motivo? Semplice. Il protocollo firmato davanti al prefetto dalle organizzazioni sindacali per regolamentare i cortei a Roma. A dieci giorni di distanza il braccio di ferro si annuncia gravido di problemi. Ma stavolta la questura mostra la sua faccia buona. Poco dopo l´una, mentre gli studenti preparano il camion con la musica a piazzale Aldo Moro, si avvicina un vicequestore: «Ragazzi, ok, vi scortiamo fino a piazza Esedra, nessun problema». Il piazzale, dopo un paio d´ore, si è riempito di giovani. Occhio e croce più di 5 mila. Ariiva un pullman da Venezia e Padova, altri studenti dell´Onda stanno arrivano dalla stazione Tiburtina.
Il corteo parte. Nessun problema. «Non pagheremo la vostra crisi, i prezzi devono pagarli quelli che li hanno creati, banche, politici, padroni, evasori», lo slogan rimbomba dagli altoparlanti che sparano migliaia di decibel dal camion in testa al corteo. I giovani ballano seguendo i ritmi del rap, arrivano a piazza Esedra dove trovano i manifestanti dei Cobas, più compassati, più avanti negli anni. Ma gli obiettivi non sono distanti: far pagare la crisi a chi la creata e non ai lavoratori, ai precari, agli studenti. «La manifestazione di oggi - commenta Piero Bernocchi, portavoce dei Cobas - è riuscita a costruire una forte alleanza tra tutte quelle aree sociali, come studenti e precari capaci di protestare per chiudere l´uscita dalla crisi». E sono le banche a pagare pegno: fumogeni, vernice e vetrine spaccate all´Unipol banca di via Cavour, subito dopo Banca Carime, di nuovo Unipol a largo Argentina e di seguito Banca Intesa a Corso Vittorio. Poi le scarpe contro Brunetta. Tira un sospiro il sindaco Alemanno che nonostante il passaggio a piazza Navona commenta: «Il protocollo è stato rispettato, il corteo non è entrato nel centro storico».

Ore 15, sfilano Onda e centri sociali petardi e vernice contro le banche
"No al protocollo sui cortei di Alemanno, la città è nostra". Il sindaco: "Rispettate le nostre regole E anche Cgil e gli altri firmatari le difendano"
di LAURA MARI

Roma - I "guerriglieri" hanno sfidato i divieti. E lo hanno fatto dimostrando che, al di là di qualche petardo lanciato contro le banche, se vengono lasciati liberi di manifestare i giovani dell´Onda sanno farlo pacificamente. Quello che da giorni si configurava come un corteo ad alto rischio, si è in realtà trasformato in una manifestazione senza pericoli, segnata da blitz e atti "scenografici" come il lancio delle scarpe contro il ministero della Funzione Pubblica di Brunetta.
Il lungo pomeriggio dell´Onda e dei cortei anti-G8 è iniziato alle 15, quando da piazzale Aldo Moro un migliaio di studenti della Sapienza e di giovani dei centri sociali e dei movimenti di lotta per la casa ha sfidato il protocollo sulle manifestazioni e si è mosso in direzione di piazza della Repubblica, dove ad attenderli c´erano i sindacati Cobas, Cub e Sdl. Tutto intorno, traffico bloccato, decine di linee dei bus deviate e centro storico in tilt.
«Da questo momento il protocollo del prefetto Pecoraro e del sindaco Alemanno è carta straccia - afferma Vanessa Bilancetti dell´Onda - dopo le cariche delle forze dell´ordine dei giorni scorsi gli studenti non hanno avuto paura e sono scesi in piazza per ribadire il loro diritto al dissenso. Questo corteo non autorizzato dell´Onda - prosegue Vanessa - dimostra che la forza dei giovani non è circoscrivibile nei percorsi di un protocollo e la città dovrebbe ringraziare gli studenti perché hanno difeso il diritto di manifestare».
Critiche a cui però in serata il sindaco Alemanno ha voluto rispondere precisando che «il patto sui cortei ha resistito e abbiamo dimostrato che da parte della questura non c´è nessuna volontà di vietare le manifestazioni». Poi l´appello del sindaco alla Cgil, che nei giorni scorsi aveva criticato il protocollo: «Chiedo alla Cgil e agli altri firmatari di difendere il protocollo, perché dal corteo sono venute invettive contro il patto e frasi con cui lo si definiva "carta straccia"».
Al di là delle polemiche, il corteo dell´Onda e dei centri sociali ha sfilato per le strade del Centro storico tra fumogeni e slogan come "noi la crisi non la paghiamo". Poi, su via Cavour e a largo Argentina, alcune azioni simboliche: petardi e vernice rossa contro le vetrine delle banche Unipol e delle agenzie immobiliari. Qualche breve momento di tensione si è registrato a piazza Venezia, quando alcuni manifestanti dei centri sociali hanno lanciato petardi sulle scale dell´Altare della Patria, sorvegliato da un cordone di agenti della guardia di finanza in tenuta antisommossa.
Poi, all´inizio di corso Vittorio Emanuele, il colpo di scena. Gli studenti dell´Onda hanno formato un circolo davanti al portone del ministero della Funzione Pubblica di Brunetta e hanno lanciato decine di scarpe contro l´edificio, ricalcando quanto fatto nelle scorse settimane dagli universitari francesi e, in primis, dal giornalista iracheno che lanciò le scarpe contro il presidente Bush. «È una bella manifestazione, in cui ci sono tutti i soggetti penalizzati dalla crisi, in particolare gli studenti» ha commentato il leader del Prc Paolo Ferrero, in piazza assieme a Paolo Centro dei Verdi, al consigliere comunale Andrea Alzetta e all´assessore regionale al Bilancio Luigi Nieri. Dopo essere arrivato a piazza Navona, il corteo dell´Onda si è sciolto, senza nessun problema di ordine pubblico.


29 marzo 2009 - L'Unità

Roma blindata, fumogeni e petardi. Ma c’erano più agenti che studenti
Cinquantamila, dicono loro. Forse meno, forse la metà. Pochi gli studenti, molti i precari. E un’enormità di poliziotti a vigilare. Tre banche danneggiate, scarpe contro il ministero di Brunetta. Slogan contro il governo
di MARCO BUCCIANTINI

C’era gente da cinque in condotta, l’inventario di fine giornata è un po’ sotto la civiltà (quattro ingressi di banche danneggiate, tanti botti e fumogeni) ma un bel po’ sotto i timori della vigilia per questi cortei che confluivano al centro di Roma semiautorizzati, chiassosi, sorprendenti: pochi studenti, l’Onda è gonfia di immigrati senza casa, lavoratori solidali, precari arrabbiati. Il grosso del gruppo erano Rdb e Cobas, il sindacalismo duro e puro. Eppoi i movimenti per la casa, con una nutrita partecipazioni degli stranieri. Loro dicono: siamo 50 mila. Fossero anche stati la metà, erano un pezzo della protesta di Londra (in 100 mila contro i potenti del mondo). Studenti dunque pochi, meno dei poliziotti, attenti, marginali, sangue freddo: hanno "scortato" da lontano il corteo, solo a Piazza Venezia sembrava d’essere a una parata della Fiamme gialle. Si mescolano temi e avversari. Anzitutto il vertice G14 - da oggi a Roma, ennesima sigla ristretta. Tema: il lavoro - e poi i soliti ministri sotto scacco: Brunetta, Gelmini. Si rollano cartine riempite d’erba, si urla, si canta Rino Gaetano, morto 28 anni fa eppure attuale, «mio fratello è figlio unico malpagato, sottomesso, disgregato». E il cielo è sempre più blu-Pdl, colore unico, non gli piace e offendono il premier, e le banche, e il ministro, e il professore, e il padrone. «Noi la crisi non la paghiamo».
E IL CIELO è SEMPRE PIù BLU. Chi vive in baracche, chi è senza la casa. E la occupa (Daniela, vedova): «Siamo a via Enrico Spalla, un centinaio di famiglie dentro un edificio in disuso, ogni famiglia nel suo "ufficio", accanto a me ci sono 6 peruviani, due redditi, 2 mila euro. Dove vanno?». Chi è senza soldi, come Gabriele, precario da sempre e ormai «ho la barba bianca, e sono bravo, laureato a 24 anni con 110 e lode. Adesso ne ho 37. Contributi all’Inps inesistenti». Chi è senza volto, «Nun me rompe er cazzo». Ma che fai? Perché ti nascondi? «Nun me devi rompe er...», sì, ho capito. E lui, grassoccio, occhi inespressivi, ciuffo castano che sbuca da sotto il cappello (è tutto ciò che si vede del suo viso di ragazzo in guerra), accende un petardo e lo lancia verso un poliziotto lontano 300 metri. Bum, un cane si spaventa e il ragazzo torna nel gruppo con una sgambata fiera.
Chi spacca vetrine. Chi lancia cuscini (davanti al ministero della pubblica istruzione), chi tira una scarpa (contro quello di Brunetta). Chi lancia il sasso ma copre la mano....La tattica è quella rodata, vile: arriva il fumogeno colorato (rosso, giallo) e mentre si alza il fumo che nasconde la vista dei poliziotti, un gruppetto di contestatori a viso coperto si avvicina ed esplode petardi (e uova) contro le vetrate della Unipol e imbratta di rosso la facciata. Succederà anche alla sede della Carim e poi a quella dell’Intesa-San Paolo. Danneggiata anche la bacheca della Pirelli Immobiliare. Tutto qui, e nulla aggiunge alle ragioni della protesta, per altro "fondamentalista": si manifesta per un’istruzione giusta, per l’Università libera dalle baronie, per i diritti sociali, per un posto di lavoro e per la casa, per non essere sempre i soliti poveri che pagano le grandi crisi dei ricchi. Per quello che è la vita. Giansandro: «Vengo da Lecce, studio a Giurisprudenza, pago 450 euro di affitto per stare in una stanza doppia. Ovviamente l’affitto è a nero». Chi tira al bersaglio, chi prende assai poco, chi gioca col fuoco, «spegni il mutuo, accendi la banca». Chi ha scarsa memoria («Palestina Libera, boicotta israele e gli ebrei»). Chi è senza lavoro, e gli manca la casa, chi ancora ci crede, chi allarga la casa. Chi ruba e chi lotta, chi ha torto o ragione, chi vive e si arrangia e chi è Napoleone. Ma il cielo è sempre più blu.

Città presidiata, il corteo lancia scarpe e vernice alle banche
«Siamo in 50mila» dice Bernocchi. In piazza anche i movimenti per il diritto alla casa. Dal palco di piazza Navona i collettivi rivendicano le «azioni antiliberiste». «Onda spaccata? Solo falsità».
di PAOLA NATALICCHIO

...«Certo, siamo in piazza perché condividiamo la piattaforma dei sindacati di base contro la crisi, i tagli alla scuola, la precarietà sul lavoro», ripete Aliosha, felpa col cappuccio e accento meridionale, giovanissimo studente di Lettere, mentre tra la fontana e l’edicola, iniziano a radunarsi i manifestanti. «Ma partiamo da piazzale Aldo Moro soprattutto perché vogliamo difendere la libertà dei movimenti, contro un protocollo che limita la democrazia», incalza. Mentre parla, un applauso accoglie l’arrivo di un pullman di universitari di Padova e Venezia. «Siamo partiti all’alba, per portare la nostra solidarietà agli studenti de La Sapienza. Anche noi abbiamo subito cariche in università il 10 febbraio scorso, durante una manifestazione contro le Foibe. L’Onda non si ferma con i manganelli». È sempre il protocollo ad essere nel mirino degli altri tre blocchi «non autorizzati» scesi in piazza ieri, quelli di Action, Blocco Precario Metropolitano e Coordinamento dei comitati di lotta per la casa, confluiti a La Sapienza da via De Lollis, Piazza Porta Pia e Stazione Tiburtina. «La città è nostra. Non saranno i metodi repressivi di questo Prefetto a impedirci di passare», scandiscono i megafoni. In realtà, quando il troncone di studenti, militanti dei movimenti di lotta per la casa e migranti parte verso piazza della Repubblica, tra botti e fumogeni, nessuno li blocca in alcun modo. A fare da scorta, solo agenti in borghese e qualche pattuglia della polizia municipale. Tanto da arrivare al paradosso che la temuta sfilata dell’Onda verso il corteo dei Cobas resterà la parte più pacifica dell’intera giornata. A darsi appuntamento direttamente a piazza della Repubblica, era stato, invece, lo «Spezzone unitario degli studenti e dei lavoratori della formazione». Una serie di sigle (tra cui i collettivi di Tor Vergata e Roma Tre, ma anche molte organizzazioni studentesche de La Sapienza) considerate alla vigila colpevoli di una «spaccatura» nel movimento. «Una versione inaccettabile», protesta Lorenzo, mentre distribuisce i suoi volantini. «Abbiamo solo deciso di unirci con forza e da subito ai lavoratori, perché è questa la ragione principale per cui oggi si scende in piazza».
VERSO PIAZZA NAVONA
Da via Cavour a piazza Venezia, il clima della piazza, intanto, cambia. Fino a farsi molto teso all’altezza di piazza Santa Maria Maggiore. Soprattutto dallo spezzone dei movimenti per il diritto all’abitare, infatti, si staccano piccoli gruppi di manifestanti che iniziano a imbrattare i muri di slogan contro il G8 e contro le forze dell’ordine. Da lì prende il via una serie di «azioni dimostrative» con lancio di vernice rossa, uova e in qualche caso pietre e bottiglie contro le sedi di banche e compagnie assicurative. Il momento di massima tensione arriva a piazza dell’Esquilino, davanti alla basilica di Santa Maria Maggiore, in direzione di via Nazionale. Un gruppo di manifestanti incappucciati fa esplodere alcuni petardi e fumogeni davanti alla sede della Fata, sfiorando il contatto con un gruppo di agenti in tenuta antisommossa appostati a pochi metri. L’episodio resta isolato e, anche quando il corteo passa da una Piazza Venezia blindata e militarizzata su ogni lato, con slogan pesanti e qualche lancio di oggetti, in particolare contro la Guardia di Finanza, la tensione non si traduce mai in scontri. Ultimo blitz, prima dell’arrivo a Piazza Navona, quello davanti alla sede del Ministero della Funzione pubblica, a due passi da piazza Argentina. Lancio di scarpe e, ancora, fumogeni e petardi, contro il Ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta.
Dal palco di piazza Navona, gli studenti e i movimenti rivendicano tutte le «azioni dimostrative anti-liberiste» promosse durante il percorso, mentre Piero Bernocchi dei Cobas parla di «successo quantitativo, con 50 mila partecipanti» e battezza la nascita di «una nuova alleanza sociale tra lavoratori, studenti, migranti e e movimenti per la casa», che «chiude definitivamente la grottesca vicenda del protocollo». Ma il sindaco Alemanno, in serata, protesta: «Ci sono state delle intemperanze che gli organizzatori potevano evitare». E sul protocollo: «Il patto ha resistito, ora la Cgil lo difenda».


29 marzo 2009 - Corriere della Sera

Manifestazioni Sindacati, studenti e precari: non pagheremo la vostra crisi
Cortei da Londra a Roma contro il vertice del G20
Il vice presidente Usa Biden: «Dateci una chance». Proteste in tutta Europa per il vertice dei ministri delle Finanze e dei governatori delle banche. E a Roma apre il «G8-Social Summit»
di Fabrizio Caccia

ROMA — «Non vogliamo pagare la vostra crisi», questo lo slogan che si è levato ieri dalle piazze delle principali capitali europee alla vigilia del G20, il vertice dei ministri delle Finanze e dei governatori delle banche centrali dei Paesi più indu-strializzati, in programma mercoledì e giovedì (1-2 aprile) a Londra. Sindacati, studenti, no global, precari, disoccupati, senza- casa, ambientalisti, pacifisti, immigrati, in migliaia hanno manifestato a Roma, Londra, Parigi, Vienna, Berlino, Francoforte, per chiedere ai governi che la crisi economica mondiale venga affrontata pensando più alla gente che alle banche. La marcia londinese, la più imponente, ha visto sfilare centomila persone, 35 mila secondo la polizia, che hanno raggiunto Hyde Park con una sola parola d'ordine: «Put People first», prima le persone. Un messaggio che, comunque, sembra essere già stato raccolto dal vicepresidente Usa, Joe Biden. Il numero due della Casa Bianca, parlando dal Cile, ha rivolto ieri un appello ai manifestanti di Londra: «Dateci una chance per uscire da questo G20 con delle proposte concrete — ha detto —. Ascoltate quello che abbiamo da dire».
In queste ore, però, c'è grande tensione anche a Roma, dove proprio oggi alla Farnesina si aprirà un altro vertice delicato, il «G8-Social Summit 2009», convocato dal ministro italiano del Welfare, Maurizio Sacconi. Durerà fino a martedì, ma già da domani si uniranno al tavolo i ministri del Lavoro di Cina, India, Brasile, Messico, Egitto e Sud Africa e il G8 diventerà così un G14. Il corteo romano di ieri, organizzato dai sindacati autonomi Cobas, Cub e Sdl («Siamo in cinquantamila»), da piazza della Repubblica a piazza Navona, ha visto la partecipazione anche degli studenti dell'Onda, anarchici e centri sociali. Presenti tra gli altri il segretario nazionale del Prc Paolo Ferrero e l'ex parlamentare dei Verdi Paolo Cento. Per fortuna, alla fine, niente incidenti. Fumogeni sono stati tirati contro l'Altare della Patria; vernice rossa, uova, sassi e petardi contro banche e agenzie immobiliari (al grido di «Ridateci i soldi» e «Casa per tutti»); e scarpe, da parte dei «Guerriglieri anomali», sono state lanciate contro il palazzo della Funzione Pubblica (il ministro Brunetta aveva definito «guerriglieri» gli universitari romani dopo gli scontri dei giorni scorsi con le forze dell'ordine). Cori degli studenti anche contro il prefetto Pecoraro e il sindaco Alemanno per il nuovo protocollo che disciplina i cortei: «No al protocollo, Onda fuori controllo» e «Alemanno blocchiamo Roma come ci pare».

Corteo Petardi in via Nazionale, danni in via Cavour
Sfilano gli antagonisti «Guardaci, Alemanno: così blocchiamo Roma»
Petardi e sassi in via Cavour fumogeni contro il Vittoriano
Gli antagonisti sfilano con i Cobas e i precari contro il G14 «Alemanno, guardaci: blocchiamo la città quando ci pare». Il protocollo che regola i cortei tra i bersagli principali del movimento. Scarpe contro il ministero della Funzione pubblica. Migliaia di manifestanti hanno marciato gridando: «No al protocollo, Onda fuori controllo» Due facce Corteo pacifico ma con vari momenti di tensione
di Fabrizio Caccia

Roma - Lanci di petardi, di uova e vernice contro le banche in via Cavour e vicino al Viminale. E di scarpe contro il ministero della Funzione pubblica a Corso Vittorio Emanuele. Un pomeriggio di tensione per il corteo anti-G8 di sindacati, Cobas, studenti e gruppi antagonisti al grido «Guardaci, Alemanno: così blocchiamo Roma». Fumogeni contro l'Altare della Patria.
Hanno due conti aperti gli studenti dell'Onda e ieri hanno provato a regolarli. Uno col ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, che dieci giorni fa, dopo gli scontri con la polizia in piazzale Aldo Moro, li aveva ribattezzati «guerriglieri ». Così, quando il corteo è arrivato su Corso Vittorio, contro il palazzo del ministero l'Onda ha lanciato scarpe, l'ultima plateale forma di protesta internazionale lanciata dall'ormai mitico giornalista iracheno Muntazer al Zaidi, che lanciò le sue contro George W. Bush.
L'altro conto aperto degli studenti, invece, rimane quello col prefetto Giuseppe Pecoraro e il sindaco Gianni Alemanno, che hanno da poco varato un protocollo per disciplinare i cortei cittadini. Così, il 18 marzo scorso, in piazzale Aldo Moro, in virtù di quel protocollo le forze dell'ordine caricarono gli studenti che volevano partire in corteo dalla Sapienza, seguendo un percorso però non contemplato dal nuovo regolamento. Ieri, allora, dietro allo striscione «Guerriglieri anomali» gli studenti romani l'hanno gridato forte: «No al protocollo, Onda fuori controllo», «Sindaco Alemanno, blocchiamo la città» e «Roma libera». Stavolta, però, non hanno trovato l'opposizione della polizia. Sono partiti dalla Sapienza e sono arrivati in fondo, a piazza Navona, senza beccare una manganellata (nel corteo tanti agenti in borghese della Digos ma nessun celerino nei paraggi).
Da oggi a Roma, alla Farnesina, si riunisce il G14, summit dei ministri del Welfare e del Lavoro dei Paesi economicamente più sviluppati (in sostanza un G8 allargato). Sul tavolo della tre-giorni ci sarà la grave situazione internazionale: ecco perchè ieri i sindacati autonomi Cub Cobas e Sdl insieme al movimento degli studenti dell'Onda, dei precari, dei centri sociali e dei senza-casa hanno organizzato questo corteo. Non vogliono essere loro a pagare le conseguenze della crisi.
Solo che a un tratto, per l'iniziativa di un gruppo di anarchici piuttosto voglioso di menar le mani, la protesta è degenerata. Vernice rossa, sassi, uova e petardoni sono stati lanciati contro la filiale Unipol di via Cavour al grido di «Ridateci i soldi ». Tutte le banche sono finite sotto attacco: anche le vetrine della Cassa di Risparmio di Rimini, all'angolo con via dei Serpenti, e quelle di Intesa San Paolo su Corso Vittorio sono state prese di mira dai lanci.
Così, però, finisce il diritto di manifestare e comincia il vandalismo puro, il teppismo generalizzato. Banche e agenzie immobiliari unite dalla stessa sorte: anche la Fata di via De Pretis e la Pirelli Re di via Cavour trasformati in bersagli, solo lo slogan era diverso («Casa per tutti»). D'accordo la crisi mondiale, che strangola lavoratori e famiglie (altro slogan: «Spegni i mutui, accendi le banche ») ma un conto è la rabbia e un altro la violenza (fumogeni tirati anche contro il monumento al Milite ignoto).
Sulla questione del protocollo, infine, c'è da dire che il movimento della Sapienza è spaccatissimo. Basta dire che un gruppo, ieri, capeggiato da Giorgio Sestili del collettivo di Fisica (lo scorso ottobre durante le proteste anti-Gelmini finì tante volte ospite in televisione) è partito da piazza della Repubblica insieme a sindacati (Cub, Cobas e Sdl) e partiti (Rifondazione, Pcl, Sinistra critica). L'altro, quello più nutrito, guidato da Francesco Raparelli di Lettere, Francesco Brancaccio e Stefano Zarlenga di Scienze Politiche, s'è mosso invece da piazzale Aldo Moro, la culla dell'Onda. «Il prefetto revochi subito il protocollo - ha detto Brancaccio - Poi si potrà discutere ».

Nuova sfida Oggi e domani massima attenzione attorno alla Farnesina, sede del summit internazionale
E i collettivi romani stoppano le teste calde
Spintoni tra manifestanti: un gruppo del nord s'era mosso con caschi e volto coperto

Roma - Manifestanti romani contro rappresentanti di delegazioni provenienti da altre regioni. Un parapiglia improvviso scoppiato mentre il corteo dei Cobas contro il G8 sul lavoro alla Farnesina transitava su via Cavour. Spintoni e scambi di insulti. Sul fatto indaga ora la polizia.
Secondo una prima ricostruzione, ieri pomeriggio un gruppo di ultrà di fuori Roma (pare del nord) si sarebbe mosso, con caschi e volti coperti, per provocare le forze dell'ordine con lanci di oggetti ma è stato bloccato proprio dall'intervento di altri manifestanti, questa volta romani, vicini all'Onda, che hanno impedito loro di scatenare incidenti.
Un'impennata di tensione, mentre la «testa» del corteo, composta da sindacati e precari, aveva già raggiunto i Fori Imperiali e si avvicinava all'Altare della Patria. Il faccia a faccia è durato una manciata di secondi. Alla fine i facinorosi sono stati allontanati dal resto dei manifestanti. Nonostante questo alcuni giovani incappucciati, hanno continuato a sfilare per il centro sotto il controllo di polizia e carabinieri, rimasti in disparte proprio per evitare il rischio di contatti. Dall'alto un elicottero della polizia ha sorvegliato la situazione fino all'arrivo dei manifestanti a piazza Navona. Ora però l'attenzione delle forze dell'ordine è per oggi e per le giornate di domani e dopodomani: stasera è infatti in programma una cena al Campidoglio alla quale prenderanno parte i partecipanti al G8 «allargato», che comprende anche i rappresentanti di altri sei paesi. Nei prossimi due giorni, invece, sarà la zona della Farnesina, sede del summit internazionale, a essere presidiata.
Controlli anche negli hotel che ospitano le delegazioni delle nazioni impegnate nel G8, nelle sedi diplomatiche e in altri obiettivi considerati a rischio. Il piano di sicurezza è già scattato ieri sera, alla vigilia dell'arrivo dei primi rappresentanti stranieri previsto per oggi. Intorno al ministero degli Esteri sarà allestito un cordone di sicurezza. Scortati anche i cortei di auto delle delegazioni del G8 dagli alberghi alla Farnesina, e nei loro spostamenti in città.(R.Fr.)


29 marzo 2009 - Il Riformista

Sindacati e studenti in piazza contro il Governo

I Cobas scendono in piazza insieme agli studenti per manifestare contro il welfare del Governo. Il corteo non autorizzato degli studenti è partito da piazza Aldo Moro all'università la Sapienza di Roma al grido di «Riprendiamoci le strade di Roma». Formato da oltre 2000 persone, il corteo capeggiato da uno striscione che recitava: "Guerriglieri anomali contro il G14 per un nuovo welfare", ha voluto mandare un messaggio al sindaco di Roma Gianni Alemanno, al prefetto Pecoraro ma anche ai ministri della Funzione pubblica, Renato Brunetta e dell'Economia, Giulio Tremonti. «Non ci limiterete la libertà di movimento. Ci riprendiamo le strade di Roma. Manifestiamo - dicono gli organizzatori - per una città libera, aperta alle pratiche di democrazia diretta». E al governo lanciano critiche contro le modalità di gestione della crisi economica: «Questa crisi non la paghiamo, il governo è incapace di gestirla». Ai ragazzi si sono uniti i Blocchi precari metropolitani, dietro allo slogan "Hate G8 out of control" e ai militanti di Action che chiedono "casa reddito dignità". Il corteo ha poi raggiunto la manifestazione dei Cobas, Sdl ed Rdb Cub a piazza della Repubblica.


29 marzo 2009 - Il Giornale

Corteo con assalto alle banche
La manifestazione anti-G8 si trasforma in una serie di vandalismi contro le filiali Rogo di scarpe davanti al ministero di Brunetta. Fumogeni all’Altare della Patria
di Stefania Scarpa

Roma - Caschi e passamontagna. Lanci di scarpe, bottiglie, fumogeni. Scritte con lo spray. Il corteo contro il G8 che ieri ha attaversato Roma è diventato l’ennesimo pretesto per atti di ordinaria violenza urbana inscenati da persone che ormai non hanno altri argomenti.
La sfida era già forte in partenza. Studenti, precari ed esponenti dei collettivi di sinistra sono partiti infatti da piazzale Aldo Moro, davanti all’università La Sapienza, in barba al nuovo regolamento sui cortei, che prevede solo sei possibili itinerari - ma non quello. L’Onda aveva a sua volta accolto i gruppi di Action e dei Blocchi Metropolitani dei Precari, che erano partiti dalla stazione Tiburtina. Il corteo, non autorizzato e che non è scortato dalle forze dell’ordine, ha attraversato Castro Pretorio e piazza Indipendenza per unirsi poi, a piazza della Repubblica, a quello autorizzato organizzato dai sindacati di base. Un altro corteo «fuorilegge», quello del coordinamento cittadino di «Lotta per la casa» è partito invece da Porta Pia. «Alemanno - hanno gridato i manifestanti irregolari - questo è il nostro protocollo sui cortei. Scendiamo in strada e la blocchiamo quando ci pare». E poi: «Ma quali divieti, ma quale zona rossa, occupiamo ovunque. Roma è tutta nostra».
Gli slogan minacciosi con il procedere del corteo si sono trasformati in atti di vandalismo e di disobbedienza. Particolarmente prese di mira le banche: primo blitz in via Cavour, quando un gruppo di manifestanti si sono staccati dal corteo per lanciare vernice rossa, uova, petardi e fumogeni contro l’Unipol e l’agenzia immobiliare Pirelli Re. Sui muri sono state tracciate con lo spray le scritte «Case per tutti», «Ridatece i sordi» e «Brucia le banche». Alcuni fumogeni hanno spaccato i vetri delle porte della banca. Poi, all’incrocio con via dei Serpenti, a essere presa di mira con lanci di uova e vernice rossa è stata un’agenzia della Cassa di Risparmio di Rimini. Infine in corso Vittorio nuova azione contro la filiale della Banca Intesa-San Paolo. Due vetrine sono state colpite con bottiglie di vetro, petardi e vernice, una è stata danneggiata.
Non è finita qui. Momenti di tensione tra polizia e manifestanti in piazza dell’Esquilino quando alcuni giovani si sono staccati dal corteo per andare a colpire con un’azione dimostrativa la sede della società assicuratrice che ha messo in vendita alcuni appartamenti in via Pincherle. I poliziotti sono venuti a contatto con il gruppo di manifestanti. La situazione è tornata alla normalità nel giro di pochi minuti. Poi, al passaggio davanti al ministero della Funzione pubblica, gli studenti hanno lanciato contro l’edificio scarpe emulando il gesto di un giornalista iracheno contro l’ex presidente degli Stati Uniti George W. Bush. Decine di scarpe rimaste a terra sono state bruciate. I manifestanti non hanno risparmiato nemmeno l’Altare della Patria, nei pressi del quale sono stati lanciati cinque fumogeni, uno lanciato addirittura oltre la cancellata del Vittoriano. Il corteo si è concluso a piazza Navona, lasciandosi dietro l’acre odore dei fumogeni, le solite cifre esagerate sui partecipanti (60mila per gli organizzatori) e tanta amarezza.


29 marzo 2009 - Il Piccolo di Trieste

PROTESTE ANCHE A LONDRA, BERLINO, FRANCOFORTE E BRUXELLES CONTRO IL SUMMIT DEI VENTI GRANDI DEL PIANETA
Roma, in 30mila sfilano contro il G8 della crisi
Momenti di tensione e insulti a banchieri ed evasori. Imbrattate alcune vetrine e lancio di uova

ROMA - In trentamila a Roma, lavoratori dei Cobas (comitati di base) e studenti dell’Onda, confluiti da tutta Italia. L’ala dura del sindacato, l’ala durissima dei giovani. Corteo duro, contro il G8 dei ministri del Lavoro in programma da oggi a martedì al Roma. «Noi la crisi non la paghiamo», ripetono e scandiscono, «fatela pagare a banchieri ed evasori». Qualche momento di tensione, come si dice, ma in realtà solo piccole scintille. Gli studenti imbrattano le vetrine di una banca e di un’assicurazione: «Case per tutti, ridateci i soldi». E sul muro: «Brucia le banche». Davanti all’altare della Patria lanciano vernice rossa contro un drappello di finanzieri, appena sfiorati. E volano fumogeni sulle aiuole del monumento al Milite Ignoto. Un uovo si spiaccica contro la finestra delle sede Udeur di Mastella. In corso Vittorio Emanuele volano scarpe contro il portone del ministero della funzione pubblica, la tana di Brunetta. Brunetta sfidato dallo striscione dell’Onda: «Guerriglieri anomali contro il G8 per un nuovo welfare».
Il corteo è diviso in due e in due si dividerà nei comizi finali. La testa è dei Cobas, con i Cub (comitati unitari di base) e l’Sdl (sindacato dei lavoratori). Accusano la Cgil di essere moderata. Ma nella piazza i moderati sono loro, surclassati dal muso duro degli studenti. I Cobas sfilano con bandiere d’ordinanza e striscioni ben scritti. L’Onda segue un camioncino che spara musica a palla. Pochi striscioni, tutti scritti a mano: «No al protocollo, Onda fuori controllo». Ce l’hanno col sindaco Alemanno che ha varato un protocollo per le manifestazioni. «Alemanno, prefetto, andate affanculo!», Urla il microfono del camioncino. L’altra anima, quella dei Cobas, è più tradizionale. Ci sono i lavoratori delle agenzie fiscali con lo striscione: «Fateci prendere gli evasori». Ci sono i pompieri, i precari della scuola (due parole ormai colluse), c’è uno striscione «No ponte», col disegno di un ponte di Messina spezzato in due. Il serpentone entra in piazza Navona sotto una pioggerellina. Cordoni di carabinieri proteggono via del Plebiscito, dove c’è la casa di Berlusconi. In piazza ognuno tiene il proprio comizio. I Cobas fanno parlare precari e immigrati. I camioncini dell’Onda, per dispetto, mandano a tutto volune romanze liriche, Beethoven, Mozart. I giovani si disperdono in piccoli bivacchi, tra canne e birre.
In decine di migliaia hanno partecipato anche a Londra a una manifestazione di protesta contro la crisi economica e la globalizzazione, in vista però del G20 che si svolgerà dal 2 aprile nella capitale del Regno Unito. La protesta contro i banchieri e i Grandi della terra ha avuto come parola d’ordine «put people first», la gente prima di tutto, che ha coinvolto i sindacati, studenti, organizzazioni ambientaliste, associazioni pacifiste. Un centinaio di gruppi che hanno dato vita a un corteo pacifico in una atmosfera di festa con carri, musica a tutto volume e fischietti. Numerosi manifestanti inalberavano i cartelli «Yes We Can», lo slogan della campagna elettorale di Obama. Il corteo è transitato davanti a Westminster e un gruppo di manifestanti ha sfilato anche davanti al numero dieci di Downing Street, residenza del primo ministro Gordon Brown, attualmente in Argentina al vertice dei progressisti. E’ una vera e propria galassia di associazioni e movimenti quella che ha animato la protesta di ieri.
Manifestazioni si sono svolte anche in altre città europee. A Berlino e Francoforte decine di migliaia di persone hanno partecipato a cortei di protesta anche contro i summit della Nato previsti in Francia e Germania il 4 aprile. A Bruxelles i manifestanti si sono riuniti in una delle piazze centrali indossando maschere raffiguranti i venti leader mondiali che giovedì prossimo si troveranno a Londra. Ai manifestanti di Londra e delle altre città europee si è rivolto il vicepresidente americano Joe Biden (Obama arriverà a Londra il 31 marzo): «Dateci una chance - ha detto il numero due della Casa Bianca - ascoltate quello che abbiamo da dire e se riusciremo a uscire da questo G20 con delle proposte concrete».

PARTITI IN PULLMAN ALLA VOLTA DI ROMA
Anche lavoratori triestini al corteo dei sindacati di base

Trieste - Anche da Trieste è partito un pullman di lavoratori per la manifestazione nazionale indetta ieri a Roma in occasione della riunione dei ministri del Welfare del G 14. Cub, Cobas e Sdl, cioè il Patto di Base costituito tra le tre maggiori sigle del sindacalismo di base, hanno promosso l'iniziativa con l'obiettivo di «non pagare la crisi e sostenere la piattaforma di lotta varata dalla Assemblea nazionale dei tre sindacati del 7 febbraio scorso». Tre - si legge in una nota - i punti centrali della piattaforma: blocco dei licenziamenti, riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario, aumenti di retribuzioni e reddito minimo garantito per chi non ha lavoro. Gli oltre 70 pullman e i due treni speciali - sottolinea il Patto di base - hanno portato a Roma da varie parti del Paese operai, lavoratori della scuola, del pubblico impiego, precari, ma anche disoccupati e studenti.


29 marzo 2009 - Il Secolo XIX

Scarpe verso il ministero di brunetta, vernice sui portoni degli istituti di credito

Roma - Vernice rossa contro banche e assicurazioni, scarpe contro il ministero guidato da Renato Brunetta. Il corteo contro il G8 sociale a Roma ha avuto solo pochi, brevi momenti di tensione, smorzati anche dall'atteggiamento delle forze dell'ordine che si sono tenute a distanza restando a presidiare le vie laterali del percorso. Anche il troncone di corteo degli studenti, ingrossato dai gruppi di Action, Blocchi precari Metropolitani e Coordinamento per la casa, che è partito dall'università La Sapienza senza avere la necessaria autorizzazione preventiva, è arrivato a destinazione senza incidenti. Solo a piazza Venezia sono volati grida e insulti contro i finanzieri, accusati dagli studenti delle cariche avvenute all'università romana nei giorni scorsi. Della vernice rossa ha anche raggiunto un agente schierato di fronte all'Altare della Patria. Per il resto la manifestazione è stata pacifica, seppur con petardi e fumogeni, con slogan indirizzati soprattutto contro «banchieri, padroni ed evasori» indicati come principali responsabili della crisi. Accanto agli studenti hanno sfilato disoccupati, precari, immigrati (50mila persone secondo gli organizzatori).


29 marzo 2009 - Il Tempo

La protestaA Roma durante il corteo di Cub, Cobas, Sdl e movimento dell'Onda lanci di scarpe, uova, vernice contro banche e agenzie immobiliari
G8, guerriglia urbana della sinistra
Giuseppe Grifeo Uova, vernice e bombe carta contro banche e agenzie immobiliari durante il corteo di ieri organizzato da Cub, Cobas e Sdl, con la partecipazione di centri sociali e collettivi di sinistra, oltre all'onnipresente Onda degli studenti universitari.

Roma - Il corteo intendeva protestare contro la riunione dei ministri del lavoro del G8 a Roma da oggi fino a martedì. «Noi G14 con i responsabili della crisi; noi con i lavoratori, i disoccupati e i precari», campeggiava sullo striscione d'apertura dei manifestanti. Un inizio che alle 15 non lasciava presagire nulla di buono per gli organizzatori. Bandiere rosse, falce e martello, sembrava tutto preparato per pochi intimi. Poca gente seduta lungo la fontana di piazza della Repubblica, sparuti capannelli in altre aree dello slargo. Poi la partenza verso via Cavour e il contemporaneo arrivo degli studenti dell'Onda e dei centri sociali salutati con un «Alemanno mer..», ragazzi che hanno rimpolpato il corteo rendendolo anche più «vivace». La testa della sfilata composta, tranquilla, tutto bandiere rosse; da metà in poi musica a tutto volume, caschi pronti da indossare in caso di scontri con le forze dell'ordine, sciarpe e cappucci a coprire il viso, bottiglie di vino, spinelli a carrettate, bombolette di vernice, uova e bombe carta. Tanta vivacità ha trovato naturale bersaglio nelle agenzie bancarie: a ogni sportello, giù vernice, bianca o rossa, uova ed esplosioni. «Ridatece i sordi», «Fuck the police», «Guerriglieri dell'onda reclamano reddito», queste alcune delle frasi scritte con vernice spray sui muri degli edifici e dove si aprivano le vetrine delle agenzie di banca. Fatto curioso è che ieri la prima agenzia a essere stata colpita dai dimostranti era quella dell'Unipol Banca su via Cavour, istituto di credito legato al mondo delle cooperative e della finanza di sinistra. «Ecco la prima banca sanzionata», ha urlato dagli altoparlanti lo speaker degli studenti e dei centri sociali. Dopo è toccato all'agenzia immobiliare Pirelli Re. Momento di tensione a piazzale dell'Esquilino, con bombe carta lanciate contro la polizia. Ancora dopo la Banca Carim, all'incrocio via Cavour-via dei Serpenti. Dopo, a piazza Venezia e il lancio di fumogeni verso l'Altare della Patria, concludendo con lancio di scarpe contro una sede della presidenza del Consiglio - Dipartimento della Funzione pubblica su corso Vittorio. «Ottima manifestazione, che tiene assieme tutti gli strati sociali colpiti dalla crisi: lavoratori ex garantiti, precari, disoccupati, studenti. Quindi molto utile e importante». Lo ha detto il segretario nazionale del Prc Paolo Ferrero, durante la sfilata verso piazza Navona. Infine il balletto di cifre. Inizialmente gli organizzatori avevano parlato di 6 mila partecipanti. Alla fine gli stessi hanno corretto in 50 mila.


29 marzo 2009 - L'Eco di Bergamo

Roma, protesta dell'Onda: crisi malgestita

Roma - In migliaia in piazza ieri a Roma per manifestare contro il G14 in programma nella Capitale da oggi a martedì. Striscioni, bandiere, slogan, petardi, lanci di uova e cori hanno accompagnato il lungo serpentone composto da circa 50.000 persone, secondo gli organizzatori.
STUDENTI E COBAS INSIEME
Da piazza Esedra a Piazza Navona, hanno sfilato con gli studenti anche i Cobas, le rappresentanze dei Cub e Sdl per ribadire un secco «no» al modello di gestione della crisi economica del governo Berlusconi e per affermare che «un nuovo welfare è possibile». Lo striscione in testa al corteo dei sindacati di base recitava «G14 con i responsabili della crisi; noi con i lavoratori, i disoccupati e i precari». Toccate alcune zone off limits del protocollo sui cortei a Roma. Poco prima del corteo principale, partito da Piazza della Repubblica dopo le 15, gli studenti dell'Onda La Sapienza, i rappresentanti di Action, Blocco precario metropolitano e il Coordinamento di lotta per la casa hanno dato vita a un corteo non autorizzato, con circa duemila persone, partito da tre diverse piazze romane (Aldo Moro, Tiburtina e Porta Pia). Chiaro il messaggio al sindaco di Roma Gianni Alemanno, al prefetto Giuseppe Pecoraro e ai ministri della Funzione pubblica, Renato Brunetta e dell'Economia, Giulio Tremonti: «Non ci limiterete la libertà di movimento. Ci riprendiamo le strade di Roma. Manifestiamo per una città libera, aperta alle pratiche di democrazia diretta». Non sono mancate forti critiche alla gestione governativa della crisi economica: «Questa crisi non la paghiamo, il governo è incapace di gestirla e il protocollo del G14 per noi è carta straccia».
DANNEGGIATE ALCUNE VETRINE
Lanci di uova e vernice rossa in via Cavour contro le sedi di Pirelli Re e di Banca Unipol da parte di alcuni manifestanti. Danneggiate alcune vetrine. Fumogeni sono stati lanciati sull'Altare della Patria, davanti alle forze dell'ordine in tenuta antisommossa al Vittoriano, e sono comparse scritte sui muri che chiedono «case per tutti». C'è stata anche una «battaglia dei cuscini» davanti al ministero dell'Istruzione per protestare ironicamente contro le affermazioni del ministro Brunetta che ha definito gli studenti dei «guerriglieri».


29 marzo 2009 - Il Messaggero

ROMA. Studenti dell’"Onda" a braccetto dei cosiddetti "Blocchi metropolitani...
di CARLO MERCURI

ROMA - Studenti dell’"Onda" a braccetto dei cosiddetti "Blocchi metropolitani dei precari", gruppi sparsi di "Action" insieme ai membri del coordinamento di "Lotta per la casa". E poi ancora: i "sans papier" di ogni razza e colore accanto a giovani Rasta, a giovani nerovestiti e borchiati, a giovani con i capelli lunghi e a giovani rapati a zero. C’era di tutto, dietro lo striscione dei "guerriglieri anomali", un popolo variopinto, che ha fatto trattenere il fiato ai cittadini di Roma.
Andava in scena, sulle vie e le piazze della Capitale, il corteo organizzato dai sindacati di base per protestare contro l’assemblea dei ministri del Lavoro del G8, in agenda da oggi a martedì a Roma. Ma gli occhi di tutti erano puntati sui sedicenti "guerriglieri anomali", i quali avevano rifiutato di aderire al percorso ufficiale del corteo (o almeno alla sua prima parte), che era stato autorizzato dal Prefetto. E così, un gruppo di studenti dei collettivi di sinistra è arrivato autonomamente, senza scorta e senza autorizzazione, al punto di confluenza con il corteo "organizzato", cioè a Piazza della Repubblica. Una "sfida" per le Forze dell’Ordine, che per fortuna non hanno reagito.
Così la manifestazione ha potuto svolgersi senza le violenze del "muro contro muro" che si erano temute alla vigilia. Alcune "intemperanze" sono state ritenute "fisiologiche" e tollerate, come per esempio: il lancio di spruzzi di vernice rossa contro le sedi delle banche incontrate lungo il percorso, la scritta in romanesco «Ridatece i sordi» sui muri della filiale Unipol di via Cavour, la scritta «Case per tutti» sui muri di un’agenzia immobiliare. Nessuno ha reagito quando a Piazza Venezia sono stati lanciati quattro fumogeni sui giardini di fronte all’Altare della Patria, uno è arrivato anche al di là del cancello. Stessa cosa quando, in corso Vittorio Emanuele, davanti al Ministero della Funzione Pubblica, gli studenti dell’"Onda" hanno lanciato le scarpe secondo l’uso reso famoso dal giornalista iracheno che lanciò le sue all’indirizzo di Bush. Il destinatario virtuale sarebbe dunque stato il ministro Brunetta.
Quindi, riassumendo: un corteo di parecchie migliaia di persone che ha attraversato la città e che minacciava sfracelli si è concluso con il fragore di qualche petardo, con qualche muro imbrattato e con qualche vetrina sfasciata. «Cose marginali», le ha definite Piero Bernocchi, leader dei Cobas. «Atti di intemperanza, che gli organizzatori potevano evitare», li ha invece descritti il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, che subito dopo ha aggiunto, soddisfatto: «Però, il patto sui cortei ha resistito».

Roma. «Il patto sui cortei ha resistito»...
di ELENA PANARELLA

Roma - «Il patto sui cortei ha resistito» perché quello organizzato dai Cobas «si è svolto fuori dal centro storico», ha sottolineato il sindaco Gianni Alemanno, in relazione ai momenti di tensione e ai lanci di oggetti che si sono verificati durante il corteo organizzato dai Cobas contro il G8. «C’è da sottolineare però - ha aggiunto Alemanno - che anche di fronte a questa autorizzazione, e al rispetto del diritto a manifestare degli studenti, ci sono stati atti di intemperanza che gli organizzatori potevano evitare».
Palloncini di vernice, uova, petardi, fumogeni, bottiglie, scarpe, contro le vetrine di banche, di un’agenzia immobiliare, del ministero della funzione pubblica, diretto da Renato Brunetta, e scritte, molte firmate con l’A di anarchia sui muri. Sono il segno del passaggio di un gruppo di ragazzi, con i volti coperti da passamontagna e caschi lungo via Cavour e piazza Venezia, dove sono stati lanciati fumogeni contro l'Altare della Patria, che hanno partecipato alla manifestazione dei sindacati di base svoltasi nel centro di Roma, da piazza della Repubblica a piazza Navona contro il G14 previsto da domani a martedì nella capitale. In tutto sono state danneggiate due filiali di Unipol, una di Carim, di Banca Intesa SanPaolo e dell’immobiliare Pirelli. Contro l’Altare della Patria sono stati lanciati quattro fumogeni finiti nelle aiuole che delimitano il monumento. Momenti di tensione tra polizia e manifestanti si sono verificati in piazza dell’Esquilino quando alcuni giovani si sono staccati dal corteo per andare a colpire con un’azione dimostrativa la sede della società assicuratrice al centro di una polemica a Roma per aver messo in vendita alcuni appartamenti dove abitano inquilini in affitto, in via Pincherle. Ma la situazione è tornata alla normalità nel giro di pochi minuti.
Una manifestazione, autorizzata e divisa in tre tronconi: il sindacalismo di base (Cobas, Rdb e Sdl) tra cui alcuni vigili del fuoco in divisa. Il secondo troncone, partito dall’università La Sapienza e dalla stazione Tiburtina, era composto da studenti ed universitari dell’Onda; il terzo dai movimenti per la casa ed i centri sociali, con la nutrita presenza di immigrati. Quest’ultime due parti del corteo hanno manifestato anche contro il protocollo che disciplina i cortei. Tra i manifestanti, alcune migliaia secondo gli organizzatori, anche politici come il segretario nazionale del Prc Paolo Ferrero, l’esponente della Sinistra Paolo Cento, il consigliere regionale Luigi Nieri ed il consigliere capitolino Andrea Alzetta.
«La manifestazione è riuscita a costruire una forte alleanza tra tutte quelle aree sociali come studenti e precari capaci di fare conflitto per chiedere l’uscita dalla crisi - ha sottolineato il portavoce dei Cobas, Piero Bernocchi - E a proposito del lancio di vernice, uova e petardi, si tratta di cose marginali, è stata una manifestazione pacifica».


29 marzo 2009 - Il Mattino

Gli studenti dell’Onda e i sindacati di base in piazza ieri a Roma...

Gli studenti dell’Onda e i sindacati di base in piazza ieri a Roma contro la riunione dei ministri del Lavoro del G8, in programma nella capitale da oggi fino a martedì. «G14 con i responsabili della crisi, noi con i lavoratori, i disoccupati e i precari»: questo lo striscione che ha aperto il corteo organizzato da Cub, Cobas e Sdl, partito da piazza della Repubblica con destinazione piazza Navona. Secondo gli organizzatori i manifestanti sono stati 50mila, tra cui alcuni esponenti politici, come il segretario del Prc Paolo Ferrero e l’esponente di Sinistra e libertà Paolo Cento. In piazza della Repubblica si sono radunate anche tre manifestazioni non autorizzate di studenti e centri sociali. In via Cavour, alcuni studenti si sono staccati dal corteo per lanciare vernice rossa, uova, petardi e fumogeni contro filiali di Banca Unipol, Intesa Sanpaolo e Carim e contro l’agenzia immobiliare Pirelli Re. Scarpe e fumogeni sono stati lanciati contro il ministero della Funzione pubblica, guidato da Renato Brunetta. Davanti al ministero dell’Istruzione, invece, circa 50 ragazzi dei collettivi dei licei romani hanno inscenato una battaglia a cuscinate per protestare «con la sola arma dell’ironia contro il ministro Brunetta che ci ha dato dei guerriglieri, il G14 dei ministri del Welfare che si terrà nella capitale e il protocollo che regolamenta i cortei a Roma».


29 marzo 2009 - Il Gazzettino

Roma. Palloncini di vernice, uova, petardi, fumogeni...

Roma - Palloncini di vernice, uova, petardi, fumogeni, bottiglie, scarpe, contro le vetrine di banche, di un'agenzia immobiliare, del ministero della funzione pubblica,diretto da Renato Brunetta. Sono il segno del passaggio di un gruppo di ragazzi, con i volti coperti da passamontagna e caschi lungo via Cavour e piazza Venezia, dove sono stati lanciati fumogeni contro l'Altare della Patria, che hanno partecipato ieri pomeriggio alla manifestazione dei sindacati di base svoltasi nel centro di Roma, da piazza della Repubblica a piazza Navona contro il G14 previsto da oggi a martedì nella capitale.
In tutto sono state danneggiate due filiali di Unipol, una di Carim, di Banca Intesa SanPaolo e dell'immobiliare Pirelli. Una manifestazione, autorizzata, che è si è contraddistinta per essere divisa in tre netti tronconi: il sindacalismo di base (Cobas, Rdb e Sdl) tra cui alcuni vigili del fuoco in divisa; il secondo troncone, partito dall'università La Sapienza e dalla stazione Tiburtina, era composto da studenti ed universitari dell'Onda; il terzo dai movimenti per la casa ed i centri sociali, con la nutrita presenza di immigrati. Tra i manifestanti, 50 mila secondo gli organizzatori, anche alcuni politici come il segretario nazionale del Prc Paolo Ferrero, l'esponente della Sinistra Paolo Cento e Russo Spena
I ministri del Lavoro del G8 affronteranno da oggi i temi legati alle politiche di occupazione e sostenibilità sociale, alla protezione sociale e occupazionale, all'impatto della crisi sui sistemi di assistenza e previdenziali. La prima assise internazionale dedicata alle conseguenze sociali della crisi economica, sarà l'occasione per definire possibili interventi dei singoli Stati e azioni coordinate a livello internazionale. Nelle intenzioni del governo italiano sarà un vero e proprio "Social summit" che, ha detto il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, punterà l'attenzione sulle persone. "People first": le persone innanzitutto. E l'Italia, che presiede il G8, proporrà di discutere di un vero e proprio "Patto globale di protezione sociale".
I paesi del gruppo G8 illustreranno le conseguenze della crisi sui mercati del lavoro nazionali, in termini di perdite di posti, utilizzo dei sussidi di disoccupazione ma anche di misure adottate per tutelare posti e redditi. Si discuterà dei migliori sistemi di protezione sociale nella consapevolezza che una strategia che ponga il «lavoro come priorità assoluta» presuppone un equilibrio tra le azioni relative a domanda e offerta di lavoro.


29 marzo 2009 - Spoleto City

UNA "NORMALE" STORIA DI GESTIONE DEL PERSONALE NELLA ASL DI FOLIGNO
di Antonello Briguori. Casa Rossa

L'argomento del comunicato che segue, riguarda le modalità con le quali si gestisce il personale nella ASL n. 3. L'autore del comunicato è un sindacalista della RdB-CUB, anche lui dipendete della ASL 3, che espone la vicenda di una neoassunta che si vede in un primo momento assegnata ad un servizio territoriale (dove già lavorava - con un incarico - da circa 3 anni) ma che qualche giorno dopo si trova trasferita in un reparto ospedaliero, perché il posto inizialmente conferitogli viene dato ad un'altra collega, che la precede in graduatoria. Il criterio della graduatoria non è però necessariamente l'unico che l'azienda si riserva di adottare (in altre situazioni potrebbe non lasciare la scelta al dipendente, secondo l'ordine di graduatoria, ma decidere in totale autonomia seguendo criteri altri criteri, ad esempio la professionalità posseduta o le esperienze lavorative pregresse) per cui ne deriva la totale discrezionalità della ASL 3. Si tratta come puoi capire di una tematica prettamente sindacale ma che ha risvolti etici dal momento che l'azione degli amministratori nella Pubblica Amministrazione dovrebbe sempre essere improntata al criterio della trasparenza e dell'imparzialità ossia all'operato di un "buon padre di famiglia". In un periodo in cui si firmano i patti etici, portare a conoscenza dei lettori quale siano le modalità di comportamento nella gestione del personale nella ASL 3 ci sembra una cosa rilevante.

UNA "NORMALE" STORIA DI GESTIONE DEL PERSONALE NELLA ASL DI FOLIGNO

In ogni azienda, quindi anche in una ASL, le risorse umane rappresentano il patrimonio più importante su cui investire. Questo almeno è quello che noi, cittadini e lavoratori, crediamo. Per dar modo, a tutti coloro ai quali interessa capire come funziona la sanità nella ASL3, e non solo, vogliamo raccontare una storia accaduta veramente.
Tutto inizia circa tre anni fa. La protagonista di questa vicenda, che per ovvie ragioni chiameremo Chiara, la quale è una professionista del ruolo sanitario, inizia a lavorare presso la ASL3 con un incarico a tempo determinato. Questo rapporto di lavoro, si protrae, in maniera continuativa, fino ad oggi, con reciproca soddisfazione, senza essere mai messo in discussione. La ASL3 ha trovato una professionista valida e competente e la dipendente, che svolge le sue funzioni in un servizio territoriale dello spoletino, a sua volta ha potuto, finalmente, mettere in pratica quello per cui ha studiato, proprio nel posto in cui lei desiderava lavorare. Giunge infine, la decisione della ASL3 di bandire un concorso pubblico per ricoprire alcuni posti vacanti, tra i quali anche quello ricoperto da Chiara attraverso l’incarico. Chiara naturalmente partecipa, risultando alla fine in una posizione utile per essere assunta a tempo indeterminato. Nel farle sottoscrivere il contratto di assunzione la ASL3, con sua grande soddisfazione la assegna nella sede presso la quale già lavora. Una scelta naturale ed appropriata anche in considerazione della stima che le colleghe di lavoro nutrono nei suoi riguardi e del rapporto di fiducia che Chiara ha saputo costruire con l’utenza. Se finisse qui , la nostra storia, sarebbe perfetta, il coronamento di un sogno. Ma, si sa, i sogni svaniscono all’alba e la realtà, come in questo caso, spesso li contraddice ed è dolorosa. Infatti, Chiara, appena qualche giorno dopo la firma del contratto, senza essere stata minimamente sentita o coinvolta, viene trasferita dal servizio territoriale ad uno ospedaliero mentre il "suo" posto viene dato ad una collega, neoassunta, che la precede nella graduatoria del concorso, ma che ha firmato il contratto in data successiva. Tramite la CGIL, il sindacato a cui è iscritta, Chiara cerca di capire il motivo di tale decisione. Ma la risposta non arriva. Forse perché anche altri iscritti allo stesso sindacato ambivano allo stesso posto? Non lo sapremo mai. La sua richiesta di chiarimenti un risultato però l’ottiene: la dirigente aziendale che gestisce il personale sanitario del comparto, la convoca e le spiega, con modi decisi, che farebbe bene ad accontentarsi del posto che le è stato gentilmente "concesso" anche perché, non è stata ancora assunta definitivamente e non si deve scordare che ci sono sempre i sei mesi di prova da superare. Alla fine giunge, puntuale, a ufficializzare il tutto, un bell’ordine di servizio nel quale ci si dimentica però di specificare, come stabilisce la legge, le "particolari" esigenze di servizio che hanno portato a questa decisione. Chiara si rivolge allora al nostro sindacato (RdB-CUB) e noi che ci facciamo sempre carico dei problemi anche di chi non è nostro iscritto (sia per un aspetto di etica sindacale sia perché cerchiamo sempre, partendo dal particolare, che interessa il singolo, di risalire al generale , che interessa tutti), chiediamo un appuntamento al Direttore Amministrativo della ASL3. Dopo un primo incontro servito per illustrare il problema, in un secondo ci sono state date le risposte sulle quali lasciamo che a giudicare siano i lettori. Ci permettiamo solo di segnalare una nostra sensazione: quella di essere stati trattati come se la forza che noi esprimiamo nella ASL3, dove il nostro sindacato vanta solo pochi iscritti, fosse ragione sufficiente per sminuire la valenza dell’argomento che abbiamo sollevato. Ma, ritornando all’incontro, in primo luogo è emerso come, in mancanza di un accordo tra sindacati confederali e la ASL3 sulle modalità di gestione delle graduatorie dei concorsi, quest’ultima, che pure potrebbe in maniera autonoma esplicitare ed adottare un proprio criterio, non lo fa scegliendo di avere le mani libere di decidere volta per volta il criterio da adottare: una volta l’ordine di graduatoria, un’altra volta considerazioni di opportunità e convenienza proprie dell’azienda. Il Direttore Amministrativo, ha utilizzato anche la riconosciuta buona reputazione e la professionalità di Chiara come elemento a sostegno del suo utilizzo in ambito ospedaliero, ricordando come in alcune ASL del Nord Italia, dalle quali lui proviene, i migliori verrebbero assegnati ai servizi dell’ospedale utilizzando invece i servizi territoriali per collocarvi i dipendenti a fine carriera, con particolari esigenze personali in contrasto con l’organizzazione ospedaliera o quelli in burn-out. Per Chiara, al danno si è aggiunta anche la beffa! E dire che intere generazioni di professionisti della sanità sono stati educati alla centralità del territorio nell’organizzazione sanitaria ed alla cultura della prevenzione, che è nel territorio che trova la sua massima espressione. Comunque, morale della storia, per la nostra Chiara tutto rimane com’è. A dire il vero, non è che ci aspettassimo molto dall’incontro con il Direttore Amministrativo. A nostra memoria nessun responsabile, anche in presenza di scelte sbagliate, ha mai corretto la decisione presa da altri dirigenti. Riservandoci di far valutare questa specifica situazione da un legale di nostra fiducia, una riflessione di natura "politica" vogliamo però farla. Immaginiamo che dopo molti anni passati all’estero un uomo di sinistra torni in Umbria e legga questa storia. Arriverà sicuramente a due conclusioni. La prima e che, premesso che le nomine dei Direttori Generali delle ASL vengono decise dalla Giunta Regionale, in questa Regione, sempre governata dalla sinistra, oggi ci sia sicuramente un governo di destra. La seconda è che la CGIL, che è il più grande sindacato italiano, abbia deciso che è più conveniente non far mancare la propria "vicinanza" alla dirigenza della ASL piuttosto che farsi fino in fondo carico della causa della dipendente, che pure sostiene economicamente il sindacato attraverso la propria iscrizione.
Quell’uomo di sinistra, troverebbe motivi sufficienti per emigrare di nuovo.
Spoleto 25 marzo 2009 p. Coordinamento Regionale Sanità RdB – CUB - Galdini Leonardo


29 marzo 2009 - La Città di Salerno

Interrogazione di Rosania
Ospedale, continua la mobilitazione Presidiata la direzione

Agropoli - Continua la lotta per l’ospedale di Agropoli, e in particolare, per la carenza di personale. A tale scopo è stato allestito un presidio permanente di lotta presso la direzione sanitaria che continuerá fino a quando non ci sará un incontro con il neo commissario dell’Asl unica di Salerno. Ieri presso l’ospedale si è svolta una pubblica assemblea nell’ambito della giornata di sciopero indetta dal sindacato Rdb Cub, coordinata dal segretario provinciale Vito Storniello, concordata con il Comitato civico sorto a difesa dell’ospedale e presieduto da don Bruno Lancuba. Nel corso dell’assemblea sono state valutate le azioni da intraprendere per la soluzione della vertenza e per il mantenimento dell’ospedale nella rete dell’emergenza, a seguito alla nomina del commissario unico. In questa direzione si muove l’interrogazione, a firma del consigliere regionale Gerardo Rosania, all’assessore regionale alla Sanitá Angelo Montemarano. All’assessore Montemarano, Rosania chiede «se la giunta regionale ha adottato l’atto deliberativo di interpretazione concordato nella riunione svoltasi presso la vicepresidenza regionale affinché i due presidi sanitari di Agropoli e Roccadaspide nulla avrebbero perso in termini di servizi, rispetto a quanto esistente prima del 30 novembre 2008». In quella sede fu assicurato che i due ospedali sarebbero rimasti nella rete dell’emergenza. «Tutti i partecipanti all’assemblea - afferma Storniello - hanno riconosciuto la gravitá delle problematiche, sostenendo che bisognava continuare l’occupazione del presidio della direzione sanitaria».


29 marzo 2009 - Corriere del Mezzogiorno

Agropoli. Ospedale, ancora occupata la direzione sanitaria

AGROPOLI — Terzo giorno di occupazione simbolica della direzione sanitaria dell'ospedale civile di Agropoli scattata venerdì scorso in coincidenza con la giornata di sciopero dei lavoratori del nosocomio che chiedono da tempo un aumento di organico del personale. «Quanto ad una eventuale manifestazione pubblica di protesta a difesa della presenza dell'ospedale nella rete dell'emergenza e per l'aumento di organico richiesto - dice Vito Storniello, responsabile provinciale del sindacato di base RdB Cub - tutto dipenderà dalle risposte che il consigliere regionale Gerardo Rosania otterrà alla interrogazione urgente presentata in consiglio regionale con al centro l'assicurazione che il nosocomio cilentano non esca dalla rete dell'emergenza, come previsto dalla legge regionale sul riassetto della rete votata alla fine di novembre». L'interrogazione verrà discussa nel question time di martedì 7 aprile.


29 marzo 2009 - Il Giornale di Vicenza

Vicenza. All'interno del movimento No Dal Molin non esistono i cattivi...

Vicenza - All'interno del movimento No Dal Molin non esistono i cattivi semplicemente perché non esistono i buoni. Il movimento è si articolato, con posizioni politiche diverse, con metodologie differenziate ma è unito su una posizione precisa: rifiuto della costruzione della nuova base.
Il movimento può avere compiuto in buona fede degli errori, solo chi sta fermo non li compie, e forse è stato troppo "buono", educato ma le manifestazioni, le iniziative tutte hanno avuto un unico scopo fare esprimere quella parte di popolazione locale, nazionale, ecc che non vuole le basi militari, non vuole la guerra.
Il movimento oggi è in una fase calante, questo ovviamente dipende dal fatto che i lavori sono in corso e che il potere pare sordo a qualsiasi richiesta dal basso, tanto da usare il bastone contro gli oppositori. Essere in fase calante però non significa affatto rassegnazione, non significa soprattutto accettare la riduzione del danno ovvero le famose compensazioni che in realtà sono danni che si sommano al danno della costruzione della base, pertanto l'editoriale sbaglia obbiettivo, sbaglia perché tende a dividere quello che non è divisibile.
Purtroppo il suo editoriale ha un ulteriore segno, si inserisce in una campagna nazionale sulla cosidetta "sicurezza", ronde, divieto di manifestare nei centri storici, divieto di sciopero, campagna che invece di dare le risposte ai problemi economici, sociali, ambientali che viviamo sceglie la scorciatoia autoritaria.
È giusto però che si sappia che la repressione non risolve i problemi, li sposta e quando questi riemergono sono più drammatici. Come sindacato di base attivi da sempre contro le basi militari e chi le costruisce non ci stiamo a questa logica che tende alla fine gettare ombre e fango, cioè criminalizzare, una lotta sacrosanta, un diritto/dovere di chi vuole una società fondata sulla solidarietà, sulla tolleranza e non sulla sopraffazione e la guerra.
Per quanto riguarda i lavoratori della ditta Carta Isnardo come quelli di altre ditte non possiamo non riprendere quanto abbiamo detto per i lavoratori della Ederle; quasi mai i lavoratori si scelgono il padrone e il lavoro, non sono certo loro, i manovali, a portare la responsabilità di questa base. Per finire è giusto chiarire che bloccare i lavori è sempre stata la parola unitaria di tutto il movimento e bloccare i lavori significa intervenire attivamente per rallentare, boicottare non solo chi li decide ma anche chi materialmente li svolge. Chi ha scelto materialmente di costruire la base questo lo sa.
Germano Raniero Cub Vicenza


29 marzo 2009 - Il Messaggero Veneto

Decreto sicurezza: i sindacati di base contro il governo

TRIESTE - «Questo Governo continua a non dimostrare alcun rispetto nei confronti dei lavoratori e delle famiglie che hanno perduto i propri congiunti a seguito di infortuni mortali sui luoghi di lavoro»: lo afferma Vincenzo Cesarano del Coordinamento regionale delle Rappresentanze sindacali di Base-Cub del Friuli Venezia Giulia.
«Il decreto legislativo licenziato venerdì dal Consiglio dei Ministri - osserva Cesarano in una nota - rappresenta un ulteriore arretramento delle norme in materia di sicurezza, che peggiorerà il massacro in corso in ogni luogo di lavoro».
Secondo Cesarano, questo decreto «modifica sostanzialmente la precedente normativa sulla sicurezza che garantiva maggiormente i lavoratori. Prima infatti erano sufficienti delle reiterate violazioni alle normative, per determinare la sospensione dell'attività dell'impresa. Oggi invece il progetto del ministro Sacconi prevede che per bloccare l'attività imprenditoriale, si debbano riscontrare almeno tre ipotesi di gravi violazioni».


29 marzo 2009 - La Nazione

Punto anagrafico ingolfato, protestano i dipendenti
COMUNE CECCHI (RDB-CUB): «NON LAVOREREMO OLTRE L'ORARIO CONTRATTUALE»

Firenze - CODE interminabili agli sportelli, proteste, impiegati costretti a prolungare anche per un paio d'ore il turno di lavoro. Succede ormai da mesi nel punto anagrafico di Palazzo Vecchio e in questi giorni la situazione è peggiorata. I lavoratori, infatti, per protesta, hanno deciso di non servire più gli utenti dopo la fine dell'orario di servizio al pubblico. «Qualche volta si può anche lavorare un paio di ore in più per soddisfare le richieste degli utenti spiega Stefano Cecchi, della Rdb-Cub ma non è possibile che questa situazione si ripresenti ogni giorno». «Più volte sottolinea Cecchi abbiamo chiesto all'amministrazione di sospendere, oltre un certo orario, la distribuzione dei numerini». Il punto anagrafico di Palazzo Vecchio, peraltro, è l'unico in città che può rilasciare la carta di identità elettronica. «Ma nessuno dice Cecchi ha avvertito il pubblico che spesso ci sono ritardi di collegamento con il Ministero degli Interni».(mo.pi.)


28 marzo 2009
IMMAGINI DELLA MANIFESTAZIONE

Galleria Fotografica RdB MEF: clicca qui
Galleria Fotografica RdB Salerno: clicca qui
Galleria Fotografica il Sindacalista: clicca qui
Galleria fotografica SdL: clicca qui
Servizio agenzia Ami (intervento Leonardi): clicca qui
Servizio PdCI TV: clicca qui
Galleria fotografica agenzia Eidon: clicca qui
Scarpe contro il ministero di Brunetta (Repubblica TV): clicca qui
Galleria fotografica Corriere.it: clicca qui
Galleria fotografica Repubblica: clicca qui


28 marzo 2009 - Agenzie stampa

h.20,16
G14. A Roma migliaia in piazza tra studenti e sindacati di base
Battaglia cuscini e lanci di scarpe contro ministero della Pa

Roma, 28 mar. (Apcom) - In migliaia in piazza a Roma per manifestare contro il G14 in programma nella Capitale da domenica a martedì. Striscioni, bandiere, slogan, petardi, lanci di uova e cori hanno accompagnato il lungo serpentone, circa 50mila persone secondo gli organizzatori, da piazza Esedra a Piazza Navona. Cobas, Cub ed Sdl hanno sfilato con gli studenti dell'Onda per ribadire un secco "no" al modello di gestione della crisi economica del governo Berlusconi, per dire che "un nuovo welfare è possibile" e per lanciare una sfida alle leggi "liberticide" sullo sciopero. Lo striscione in testa al corteo dei sindacati di base recitava "G14 con i responsabili della crisi; noi con i lavoratori, i disoccupati e i precari". Toccati alcune zone off limits del protocollo sui cortei a Roma. Poco prima del corteo principale, partito da Piazza della Repubblica dopo le 15, gli studenti dell'Onda La Sapienza, i rappresentanti di Action, Blocco precario metropolitano e il Coordinamento di lotta per la casa hanno dato vita a un corteo non autorizzato, con circa duemila persone, partito da tre diverse piazze romane (Aldo Moro, Tiburtina e Porta Pia). Chiaro il messaggio al sindaco di Roma Gianni Alemanno, al prefetto Giuseppe Pecoraro e ai ministri della Funzione pubblica, Renato Brunetta e dell'Economia, Giulio Tremonti: "Non ci limiterete la libertà di movimento. Ci riprendiamo le strade di Roma. Manifestiamo per una citta libera, aperta alle pratiche di democrazia diretta". Non sono mancate critiche al sulla gestione della crisi economica: "Questa crisi non la paghiamo, il governo è incapace di gestirla" e "il protocollo del G14 per noi è carta straccia". Lanci di uova e vernice rossa in via Cavour contro le sedi di Pirelli Re e di Banca Unipol da parte di alcuni manifestanti. Danneggiate alcune vetrine. Fumogeni sono stati lanciati sull'Altare della Patria, davanti alle forze dell'ordine in tenuta antisommossa al Vittoriano, e sono comparse scritte sui muri che chiedono "case per tutti". Stamani, una 'battaglia dei cuscini' davanti al ministero dell'Istruzione, in piazza di Santa Maria in Trastevere, è stata organizzata dai collettivi dei licei Virgilio, Mamiani, Manara, Kennedy e Democrito di Ostia, per protestare ironicamente contro le affermazioni del ministro Brunetta che ha definito gli studenti dei "guerriglieri". Bottiglie di birra, fumogeni e vernice rossa contro la filiale Intesa-San Paolo di corso Vittorio Emanuele. Lanci di scarpe e fumogeni contro il ministero della Funzione pubblica sempre in corso Vittorio Emanuele da parte degli studenti. Un falò con le scarpe è stato acceso e poi spento in segno di protesta con i piedi da una manifestante. "Questa manifestazione - ha detto il segretario del Prc, Paolo Ferrero - chiede al governo di cambiare politica visto che sinora ha fatto solo gli interessi di chi la crisi l'ha provocata e non dei lavoratori che la stanno pagando". La manifestazione dei sindacati di base e degli studenti "è una forma chiara e legittima di protesta contro il governo della destra - dice Luigi Nieri, assessore al Bilancio della regione Lazio, presente al corteo -. E' stata una manifestazione importante. C'è necessità, come oggi si percepiva nelle vie di Roma, di rafforzare le forme di protesta contro un governo che sta facendo disastri sociali, culturali ed economici". Nieri critica il governo e che "pensa di risolvere con pericolose scorciatoie autoritarie la gravissima crisi in corso".

h.19,02
G8: CORTEO A ROMA, "NOI LA CRISI NON LA PAGHIAMO"

(AGI) - Roma, 28 mar. - Vernice rossa contro banche e assicurazioni, scarpe contro il ministero guidato da Renato Brunetta. Il corteo contro il G8 sociale a Roma ha avuto solo pochi, brevi momenti di tensione, smorzati anche dall'atteggiamento delle forze dell'ordine che si sono tenuti a distanza e sono restate a presidiare le vie laterali del percorso. Anche il troncone di corteo degli studenti, ingrossato dai gruppi di Action, Blocchi precari Metropolitani e Coordinamento per la casa, che e' partito dall'universita' La Sapienza senza avere la necessaria autorizzazione preventiva, e' arrivato a destinazione senza incidenti. Solo a Piazza Venezia sono volati grida e insulti contro i finanzieri, accusati dagli studenti delle cariche avvenute all'universita' romana nei giorni scorsi. Della vernice rossa ha anche raggiunto un agente schierato di fronte all'Altare della Patria. Per il resto la manifestazione e' stata pacifica, seppure con molti petardi e fumogeni, con slogan indirizzati soprattutto contro "banchieri, padroni ed evasori" indicati come principali responsabili della crisi. Accanto agli studenti hanno sfilato disoccupati, precari, immigrati (50mila persone secondo gli organizzatori) riuniti dalla "Piattaforma di lotta" varata il 7 febbraio scorso da Cub, Cobas e Sdl, le principali sigle del sindacalismo di base. Tra gli striscioni, "No welfare, no party", "Contro la speculazione edilizia, la mercificazione del sapere e la devastazione ambientale che mondo sarebbe senza profitti" e ancora "No al protocollo onda fuori controllo", "I 'guerriglieri' anomali contro il G14 per un nuovo Welfare", "Casa, reddito, dignita'" e "Hate G8 out of control" "Veniamo dalla Sapienza, andiamo verso l'ignoto", "Contro la crisi, crea indipendenza, diffondi cospirazione". Gli slogan hanno preso di mira in particolare il ministro della funzione pubblica Renato Brunetta e il sindaco Alemanno, ma dal megafono degli studenti sono venute anche molte critiche ai partiti di centrosinistra accumulati a tutti gli altri nella loro "irresponsabilita' e inutilita'".

h.19,01
Italie-G8-emploi-finance-économie-manifestation
Plusieurs milliers de manifestants défilent à Rome contre le G8 social

ROME, 28 mars 2009 (AFP) - Plusieurs milliers de personnes ont manifesté samedi après-midi à Rome contre la réunion des ministres du Travail du G8 qui aura lieu à partir de dimanche à Rome pour débattre des "conséquences humaines" de la crise financière, a constaté un photographe de l'AFP. La manifestation, organisée par plusieurs syndicats autonomes, a rassemblé quelque 6.000 personnes, dont de nombreux étudiants et des militants d'extrême gauche, selon les organisateurs. Les manifestants, qui ont défilé dans le centre de la capitale italienne, étaient munis de banderoles proclamant: "Nous sommes avec les ouvriers, les chômeurs, les précaires, pas avec les responsables de la crise". Des manifestants ont jeté de la peinture rouge, des oeufs, et des fumigènes contre les sièges de banques, de sociétés d'assurances et des agences immobilières, mais il n'y a eu aucun heurt avec les forces de l'ordre, d'après l'agence Ansa. Les ministres du Travail du G8 et de plusieurs pays émergents se retrouvent à partir de dimanche à Rome pour débattre des "conséquences humaines" de la crise financière et d'un "pacte global de protection sociale" face à la montée en flèche du chômage. Intitulé "+People First+ - Affronter ensemble la dimension humaine de la crise", ce G8 élargi verra également la participation de l'OCDE, le FMI et l'Organisation internationale du Travail (OIT).

h.18,47
G8: STUDENTI, ABBIAMO SANZIONATO BANCHE E SFIDATO PROTOCOLLO

(AGI) - Roma, 28 mar. - "Abbiamo sanzionato le banche e il Ministero della Funzione pubblica e abbiamo sfidato la Polizia, il Prefetto, il sindaco di Roma, che hanno firmato un protocollo scellerato". Sul palco di piazza Navona Francesco, studente di Scienze politiche, spiega le azioni organizzate nel corso del corteo, con il lancio delle scarpe a Palazzo Vidoni e la vernice rossa contro la vetrina delle banche. Il giovane ha sostenuto che con la decisione del movimento dell'Onda di riunirsi a Piazzale Aldo Moro, per poi confluire a piazza della Repubblica alla manifestazione autorizzata dei Cub e Cobas, "e' stato messo in crisi il meccanismo del protocollo, che viola una liberta' costituzionalmente garantita". Emanuele della facolta' di Fisica ha dichiarato che e' stato portato in piazza un "corpo sociale" deciso a non pagare la crisi: "Ci diano i soldi e la possibilita' di autogestire formazione e produzione e sapremo noi uscire dalla crisi". Dopo i due studenti ha preso la parola Nunzio D'Erme, esponente di Action: "Vogliamo ricostituire un blocco sociale che punta a forzare il blocco del capitalismo". Emiliano, dei Blocchi precari metropolitani, ha ribadito che i manifestanti di oggi hanno "fatto rimangiare il protocollo vergognoso che volevano imporre Alemanno e Berlusconi", poi ha ribadito uno slogan molto gridato nel corteo: "Noi la crisi non la paghiamo" e ha chiesto una moratoria sui mutui, continuita' di reddito per i disoccupati, sostegni ai precari e ha infine rivendicato il diritto all'occupazione delle case.

h.18,44
G8 LAVORO: CORTEO A ROMA; BERNOCCHI, MANIFESTAZIONE PACIFICA

(ANSA) - ROMA, 28 MAR - ''La manifestazione di oggi e' riuscita a costruire una forte alleanza tra tutte quelle aree sociali come studenti e precari capaci di fare conflitto per chiedere l'uscita dalla crisi''. Lo ha detto il portavoce dei Cobas Piero Bernocchi a conclusione della manifestazione a Roma organizzata dai sindacati di base contro l'incontro dei ministri del lavoro del G8 a Roma. A proposito del lancio di vernice, uova e petardi contro le banche e di fumogeni contro l'Altare della Patria da parte di alcuni manifestanti al durante il passaggio del corteo, Bernocchi ha detto: ''Sono cose marginali, e' stata una manifestazione pacifica, ma quel gesto vuol dire che la protesta e' rivolta soprattutto alle banche e al mondo della finanza''. Il corteo dei manifestanti si e' concluso a piazza Navona dove su un camioncino alcuni studenti, rappresentanti sindacali di base e precari hanno gridato ai microfoni i motivi della loro protesta. La piazza e' stata invasa dai manifestanti che, mischiandosi ai turisti, alla fine del corteo si sono sdraiati a terra e hanno intonato cori e canzoni.

h.18,38
G8: GLI ORGANIZZATORI DEL CORTEO PUNTUALIZZANO, A ROMA IN 50MILA

Roma, 28 mar. (Adnkronos) - "Sono cinquantamila, e non seimila" i partecipanti, giunti da tutta Italia, al corteo partito da piazza Esedra, a Roma, per protestare contro il vertice dei ministri del Lavoro del G8 che si terra' nella Capitale da domani fino al 31 marzo. E' quanto puntualizzano fonti del fronte Cobas-Cub-Sdl.

h.18,28
G8: PIAZZA NAVONA, BLOCCO PRECARI LANCIA SCIOPERO METROPOLITANO

Roma, 28 mar. - (Adnkronos) - La manifestazione per protestare contro il vertice dei ministri del Lavoro del G8 che si aprira' domani nella capitale si conclude con i contributi di precari provenienti da tutta Italia in piazza Navona. Il Blocco dei precari metropolitani (Bpm) lancia la provocazione dello 'sciopero metropolitano'. "Contro il precariato -dicono dal palco di piazza Navona- dobbiamo bloccare ogni forma di produzione per ottenere nuovi diritti generali".

h.18,14
G8: BERNOCCHI (COBAS), E' NATA UNA GRANDE ALLEANZA SOCIALE

(AGI) - Roma, 28 mar. - "La manifestazione di oggi e' importantissima perche' segna la nascita di una grande, nuova alleanza sociale fatta di lavoratori, di precari, di disoccupati, di studenti, dove non c'e' spazio per i partiti tradizionali e non ci sono egemonie". Mentre sul palco improvvisato a Piazza Navona si susseguono gli interventi conclusivi del corteo contro il G14, il portavoce dei Cobas, Piero Bernocchi, non nasconde la sua soddisfazione per "il grosso risultato qualitativo e quantitativo della manifestazione, superiore perfino alle nostre stesse previsioni". Il prossimo appuntamento e' ora quello con lo sciopero generale in programma il 23 aprile, "quando riaffermeremo - spiega Bernocchi - una piattaforma di lotta globale che comprende, tra l'altro, il blocco dei licenziamenti, la riduzione dell'orario di lavoro a parita' di salario, reddito minimo garantito per chi non ha lavoro, continuita' del reddito per i lavoratori atipici, un piano di massicci investimenti per la messa in sicurezza dei posti di lavoro e per il reperimento di alloggi popolari, il blocco degli sfratti. Da domani i cosiddetti 'Grandi' ci riproporranno le solite loro vecchie ricette, alle quali noi vogliamo contrapporremo un modello di alleanza sociale del tutto inedito per il nostro Paese". Quanto alle provocazioni paventate alla vigilia del corteo, il portavoce dei Cobas ribadisce che "il protocollo sui cortei e' un pallone gonfiato ad arte, negato dalla stessa Costituzione che riconosce a tutti la liberta' di manifestare, con l'unico vincolo dell'obbligo di comunicazione alla Questura di tempi e percorso del corteo. Del resto, si tratta di un protocollo aggirato persino da chi lo ha firmato, visto che la Cgil il 4 aprile manifestera' al Circo Massimo, con una serie di percorsi estranei all'intesa". Per Bernocchi "qualcuno ha voluto creare un clima di intimidazione e di paura, ma la gente ha risposto bene non lasciandosi scoraggiare e anche le Forze dell'ordine hanno fatto fino in fondo la loro parte. Certo, la provocazione di piazza Venezia contro alcuni finanzieri poteva essere evitata ma complessivamente la situazione e' stata gestita bene".

h.18,26
G8: ALEMANNO, ORA CGIL DIFENDA PROTOCOLLO CORTEI

(AGI) - Roma, 28 mar. - Dopo gli incidenti di oggi a Roma, il sindaco Gianni Alemanno chiede alla Cgil di difendere il protocollo sulla regolamentazione dei cortei firmato insieme a Comune di Roma, Provincia e Regione Lazio, assieme a Cisl e Uil e alle forze politiche rappresentate nelle assemblee elettive di Roma e del Lazio. Alemanno lo dice a margine del congresso del Pdl in corso a Roma: "Il patto sui cortei ha resistito, come ha detto anche il Prefetto, perche' il corteo si e' svolto fuori dal centro storico ed era autorizzato. Dopo di che sottolineo che, anche rispetto all'autorizzazione a manifestare da parte degli studenti, ci sono stati atti di intemperanza che, lo dico agli organizzatori, si potevano evitare". A fronte di questo, la richiesta alla Cgil: "Chiedo che la Cgil difenda il protocollo sui cortei".

h.18,13
G8: CORTEO ROMA, LANCIO DI SCARPE CONTRO IL MINISTERO DI BRUNETTA

Roma, 28 mar. - (Adnkronos) - Lancio di scarpe contro il ministero della Funzione pubblica di Renato Brunetta. Ad inscenare la protesta gli studenti dell'Onda che hanno preso parte alla manifestazione organizzata a Roma per protestare contro il vertice dei ministri del Lavoro del G8 che si terra' nella capitale da domani fino al 31. Dopo il lancio delle scarpe gli studenti hanno fatto un falo' e in segno di massima protesta, una studentessa a piedi nudi ha spento il fuoco. Tutti i cortei sono arrivati al capolinea a piazza Navona.

h.18,06
ROMA/G8: ALEMANNO, ATTI INTEMPERANZA CORTEO ERANO DA EVITARE

(ASCA) - Roma, 28 mar - ''Lo ribadisco, il Patto sui Cortei ha resistito perche' si e' svolto fuori dal centro storico. C'e' da sottolineare pero' che anche di fronte a questa autorizzazione e al rispetto del diritto a manifestare degli studenti ci sono stati degli atti di intemperanza che gli organizzatori potevano evitare''. Cosi' il Sindaco di Roma, Gianni Alemanno, a margine del Congresso del Pdl, commentando con i giornalisti i momenti di tensione e lancio di oggetti nel corso della manifestazione contro il G8 organizzata dai Cobas. ''Abbiamo di fronte - ha detto Alemanno - mille persone che hanno pensato che il fatto di poter sfilare possa essere un modo di mettere in scena atti di intemperanza e questo non va bene bisogna sia chiaro che tutti possono manifestare ma non ci devono essere forme di violenza''.

h.17,55
G8: ORGANIZZATORI CORTEO ROMA, SIAMO IN 50MILA

(AGI) - Roma, 28 mar. - I partecipanti al corteo contro il G14 promosso da Cub, Cobas e Sdl - arrivato a piazza Navona - "sono 50mila". La stima e' di Piero Bernocchi, portavoce dei Cobas. Particolarmente nutrita anche la rappresentanza degli studenti dell'Onda, che sarebbero almeno 5mila.

h.17,49
G8 LAVORO:CORTEO,SCARPE E FUMOGENI CONTRO MINISTERO BRUNETTA

(ANSA) - ROMA, 28 MAR - Scarpe e fumogeni sono stati lanciati contro il ministero della Funzione pubblica al passaggio del corteo degli studenti, che hanno partecipato alla manifestazione dei sindacati di base contro il G8 del lavoro a Roma. Gli studenti, durante lancio, hanno urlato ''scarpe per Brunetta dai guerriglieri dell'Onda anomala'', emulando, hanno detto, il lancio della scarpa di un giornalista iracheno all'ex presidente degli Stati Uniti George W. Bush. Davanti alle porte chiuse del ministero, in corso Vittorio Emanuele, decine di scarpe che erano rimaste a terra sono state bruciate. Una delle manifestanti, in segno di dissenso, ha spento con i piedi il piccolo incendio. A poca distanza, a circa 100 metri e' stata presa di mira con della vernice rossa e gialla la filiale della Banca Intesa-San Paolo. Contro due vetrine sono state bottiglie di vetro, petardi e vernice. Una e' stata danneggiata. Il corteo e' arrivato in piazza Navona, dove la manifestazione si concludera'. Gli organizzatori hanno detto che al corteo hanno partecipato 60mila persone.

h.17,45
G8: NIERI, IMPORTANTE MANIFESTAZIONE CONTRO GOVERNO DESTRA

(AGI) - Roma, 28 mar. - Una forma chiara e legittima di protesta contro il governo della destra: e' stata una manifestazione importante nei contenuti e nella partecipazione. Per questo ho deciso di essere presente. Lo dice Luigi Nieri, assessore al bilancio della Regione Lazio per il quale "c'e' necessita', come oggi si percepiva nelle vie di Roma, di rafforzare le forme di protesta contro un governo che sta facendo disastri sociali, culturali ed economici. Un Governo - prosegue - che pensa di risolvere con pericolose scorciatoie autoritarie la gravissima crisi in corso. Un Governo - aggiunge - che sta ammazzando la scuola pubblica. I giovani e i lavoratori oggi scesi in piazza a protestare hanno questa consapevolezza. In questa fase storica, di fronte a una opposizione parlamentare non vigorosa, a maggior ragione e' decisiva la reazione della societa' civile e del mondo del lavoro", conclude Nieri.

h.17,35
G8: ONDA, DECINE DI SCARPE CONTRO MINISTERO FUNZIONE PUBBLICA

(AGI) - Roma, 28 mar. - Decine di scarpe sono state lanciate contro il ministero della funzione pubblica, nel corso del corteo che si sta dirigendo a piazza Navona. A tirare le calzature i giovani che sfilano dietro lo striscione dell'onda, che hanno anche acceso sotto il palazzo alcuni fumogeni. Numerosi gli slogan contro il ministro Brunetta gia' dall'inizio del corteo tra cui: "se noi siamo guerriglieri tu verrai presto cacciato dal tuo ministero". Nel lancio cinque-sei scarpe hanno raggiunto il balcone di Palazzo Vidoni.

h.17,31
G8: CORTEO ROMA, FUMOGENI CONTRO MONUMENTO DI PIAZZA VENEZIA

Roma, 28 mar. (Adnkronos) - Dopo il lancio di petardi e di uova in via Cavour, la manifestazione per protestare contro l'incontro dei ministri del Lavoro del G8 che si terra' nella capitale da domani fino al 31 marzo ha avuto altri momento di tensione nella centralissima piazza Venezia. Alcuni manifestanti hanno lanciato fumogeni contro il monumento del Milite ignoto. E ancora ingiurie e offese all'indirizzo delle forze dell'ordine in tenuta antisommossa che seguono passo passo il corteo dei manifestanti. Tutte le operazioni sono rigorosamente seguite da un elicottero dotato munito di telecamere per le riprese televisive.

h.17,20
G8: PETARDI CONTRO BANCA UNIPOL E AGENZIA IMMOBILIARE
ALL'ALTEZZA DI VIA CAVOUR NELLA CAPITALE ANCHE SCRITTE CON LA VERNICE 'ARIDATECE I SORDI'

Roma, 28 mar. - (Adnkronos) - Massima allerta per la manifestazione organizzata nella capitale dai sindacati di base, dai centri sociali, dagli studenti per protestare contro il vertice dei ministri del Lavoro del G8 che si terra' nella capitale da domani fino al 31. Qualche piccolo incidente si e' verificato all'altezza di via Cavour dove alcuni manifestanti hanno lanciato un petardo contro la banca Unipol e l'agenzia immobiliare Pirelli Re. Qualcuno altro, poi, con della vernice rossa ha scritto sui muri della zona: 'Case per tutti' e 'Aridatece i sordi'. Alcuni fumogeni lanciati da qualche manifestante del corteo hanno spaccato i vetri delle porte dell'istituto di credito.

h.17,19
G8: ROMA, TUTTI AUTORIZZATI I CORTEI

Roma, 28 mar. (Adnkronos) - Sono tutti autorizzati i cortei che sfilano oggi a Roma per protestare contro il vertice dei ministri del Lavoro del G8 che si terra' nella capitale da domani fino al 31 marzo. I percorsi sono stati tutti segnalati per tempo dagli organizzatori e non violano in nessun modo il protocollo che regola lo svolgimento dei cortei nella Capitale.

h.17,17
G8: DA STUDENTI ONDA VERNICE ROSSA CONTRO AGENTI GDF

(AGI) - Roma, 28 mar. - I manifestanti del movimento dell'Onda hanno lanciato della vernice rossa anche contro gli agenti della Guardia di Finanza schierati davanti l'altare della Patria, con casco, scudo e manganello. La vernice ha colpito solo la gamba di un agente. Nei loro confronti sono stati gridati slogan di insulto: molti ragazzi hanno sfilato con il dito medio alzato e intonato dei cori di scherno, ricordando al megafono gli studenti caricati giorni fa. Grida di protesta a Piazza Venezia anche contro il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ritenuto responsabile di aver difeso gli studenti di destra dopo gli scontri avvenuti mesi orsono. I ragazzi hanno gridato "siamo tutti antifascisti" e hanno bollato come "un'infamita'" il protocollo sui cortei raggiunto a Roma dall'amministrazione comunale e dai sindacati. "Il protocollo e' carta straccia. La liberta' non si contratta. Ci riprendiamo il diritto di muoverci liberamente nella citta'", hanno gridato gli studenti.

h.16,53
G8: GLI ORGANIZZATORI DEL CORTEO A ROMA, IN 6.000 DA TUTTA ITALIA
PAOLO FERRERO, IN MARCIA TUTTI GLI STRATI SOCIALI COLPITI DALLA CRISI

Roma, 28 mar. (Adnkronos) - "Siamo in seimila da tutta Italia". Gli organizzatori del corteo partito da piazza Esedra, nella capitale, per protestare contro il vertice dei ministri del Lavoro del G8 che si terra' nella capitale da domani fino al 31, stimano questa cifra sui partecipanti alla manifestazione che raggruppa vari cortei partiti da diversi punti della capitale. Dal megafono, uno degli organizzatori spiega le ragioni del corteo: "sfidiamo le nuove leggi liberticide sugli scioperi". Tra i manifestanti presenti al corteo partito da piazza Esedra anche alcuni esponenti politici tra i quali il segretario nazionale del Prc, Paolo Ferrero; l'ex esponente dei Verdi Paolo Cento e il consigliere regionale del Lazio Luigi Nieri. Su tutti Ferrero afferma: "e' un'ottima manifestazione che tiene insieme tutti gli strati sociali colpiti dalla crisi: lavoratori ex garantiti, precari, disoccupati, studenti. Quindi una manifestazione utile e importante. Siamo qui per chiedere al governo di cambiare politica visto che fino ad ora ha fatto solo gli interessi di chi la crisi ha provocato e non dei lavoratori che la stanno pagando". Sintetizzano i Cobas, organizzatori della manifestazione "la crisi la paghino i banchieri, i padroni e gli evasori".

h.16,47
G8 LAVORO: CORTEO A ROMA; PETARDI CONTRO BANCA E IMMOBILIARE

(ANSA) - ROMA, 28 MAR - Alcuni manifestanti, all'altezza dello spezzone di corteo degli studenti, in via Cavour, si sono staccati dal corteo per lanciare vernice rossa, uova, petardi e fumogeni contro la Banca Unipol e l'agenzia immobiliare Pirelli Re nel corso della manifestazione in corso a Roma contro la riunione dei ministri del lavoro del G8. Sui muri sono state vergate alcune scritte con bombolette spray e tra queste ''case per tutti'' e una in romanesco ''ridatece i sordi''. Alcuni fumogeni hanno spaccato i vetri delle porte della banca.

h.16,39
G8: ROMA, IMBRATTATE VETRINE AGENZIA IMMOBILIARE

(AGI) - Roma, 28 mar. - Le vetrine di un'agenzia immobiliare della Pirelli Re, in via Cavour, sono state completamente ricoperte di vernice bianca da alcuni dei partecipanti al corteo contro il G8 sociale. Accanto, con lo spray rosso, le scritte 'casa per tutti' e 'soldi nostri'.

h.16,39
G8. FERRERO: BELLA MANIFESTAZIONE, NO A PROVOCAZIONI

(DIRE) Roma, 28 mar. - "Per ora vedo una manifestazone tranquilla speriamo che non arrivino provocazoni da parte di nessuno". Lo dice il segretario del Prc, Paolo Ferrero, che sta seguendo il corteo dei Cobas e degi studenti dell'Onda contro il G14 sul welfare. Ferrero fa un riferimento anche al protocollo per i cortei firmato "da tutti tranne che dal Prc- precisa- perche' qualsiasi cosa che limiti il diritto di manifestazione del pensiero per noi e' da anticostituzionale". Intanto i muri di via Cavour si riempono di scritte a vernice contro le forze dell'ordine, e una sede di Pirelli Re e' stata attaccata con farina e vernice.

h.16,36
G8: TRA LE NOTE DI 'BELLA CIAO' E GLI SLOGAN ANTI BERLUSCONI CORTEO SFILA PER VIA CAVOUR
I TURISTI FOTOGRAFANO AGENTI IN TENUTA ANTI SOMMOSSA

Roma, 28 mar. (Adnkronos) - Sulle note di Bella ciaio e tra gli slogan antigovernativi il corteo organizzato dai sindacati di base, dai centri sociali e dagli studenti per protestare contro il vertice dei ministri del Lavoro del G8 che si terra' da domani fino al 31 marzo, continua a marciare, per ora pacificamente, per via Cavour. Diversi i cortei organizzati oggi nella capitale: uno, quello di piazza Esedra, autorizzato, un altro, non autorizzato, raggruppa gli studenti che si sono dati appuntamento a (correzione delle 16,49: ...tutti autorizzati. Oltre a quello di piazza Esedra, un altro, promosso dagli studenti, e' partito senza nessun disordine da...)piazzale Aldo Moro. Per ora, comunque, i manifestanti, sono ridotti a qualche centinaio. Quasi piu' militari che partecipanti alla dimostrazione del G8 tanto che i turisti, incuriositi da tante forze dell'ordine in tenuta antisommossa, si scatenano a fotografare gli agenti in servizio.

h.16,32
G8 LAVORO: CORTEO A ROMA; FERRERO, OTTIMA MANIFESTAZIONE

(ANSA) - ROMA, 28 MAR - ''Ottima manifestazione, che tiene assieme tutti gli strati sociali colpiti dalla crisi: lavoratori ex garantiti, precari, disoccupati, studenti. Quindi molto utile e importante''. Lo ha detto il segretario nazionale del Prc Paolo Ferrero che sta partecipando alla manifestazione organizzata da Cub, Cobas e Sdl che sta sfilando per le strade del centro di Roma. ''Una manifestazione - ha aggiunto Ferrero - che chiede al governo di cambiare politica visto che sino ad ora ha fatto solo gli interessi di chi la crisi l'ha provocata e non dei lavoratori che la stanno pagando''.

h.16,32
G8: FERRERO A CORTEO, GIUSTE RICHIESTE DI CHI PAGA CRISI

(AGI) - Roma, 28 mar. - "E' una bella manifestazione, in cui ci sono tutti i soggetti penalizzati dalla crisi: lavoratori, precari, studenti su cui stanno scaricando la crisi e che giustamente chiedono al Governo di cambiare politica". Cosi' Paolo Ferrero, leader del Prc commenta la mobilitazione indetta a Roma da Cub e Cobas, movimento studentesco dell'Onda e centri sociali. "Per adesso il Governo sta proteggendo gli interessi di chi la crisi l'ha prodotta", ha dichiarato Ferrero, presente al corteo. Secondo Ferrero le cose principali da fare per il cambiamento sono: redistribuzione dei redditi, cassa integrazione per tutti quelli che perdono il posto di lavoro, salario sociale per i disoccupati, intervento pubblico nell'economia, la nazionalizzazione delle banche e riconversione ambientale della produzione. Tra i politici presenti alla manifestazione anche Francesco Caruso, Paolo Cento dei Verdi, l'assessore al Bilancio della Regione Lazio, Luigi Mieri e il consigliere del Comune di Roma, Andrea Alzetta.

h.16,26
G8: MOMENTI DI TENSIONE AL CORTEO DI ROMA IN PIAZZA ESQUILINO

(AGI) - Roma, 28 mar. - Momenti di tensione in piazza dell'Esquilino durante il corteo contro il G14. Dopo un raid parzialmente fallito contro un'agenzia di assicurazioni, alcuni manifestanti con il volto coperto da sciarpe e cappucci, hanno rovesciato i tavolini di un bar prima di essere ripresi da altri partecipanti al corteo. Diversi commercianti di via Cavour hanno abbassato le seracinesche dei loro negozi a scopo precauzionale. Intanto gli studenti dell'Onda, che rappresentano una buona meta' del corteo, lasciano sui muri decine e decine di scritte: "I guerrgilieri dell'Onda reclamanto reddito", "Il protocollo e' carta straccia, Alemanno e Percoraro vergogna", "L'Onda e' tornata ancora piu' incazzata", "Guardia infame, caccia i mafiosi non gli studenti". Il corteo ha ricominciato il suo percorso.

h.16,22
G8. TENSIONE IN VIA CAVOUR, PETARDI CONTRO FORZE ORDINE

(DIRE) Roma, 28 mar. - Momenti di alta tensione in via Cavour: alcuni studenti stanno lanciando petardi contro alcune camionette delle forze dell'ordine posizionate nella piazza di fronte la basilica di santa maria maggiore. Qualche testa calda ha tentato di aggredire con una spranga le forze dell'ordine, ma e' stato prontamente fermato dagli altri studenti del corteo. La situazione e' tesissima, anche se in questo momento il gruppuscolo di incappucciati si sta allontanando. Secondo fonti interne al corteo il contatto tra polizia e manifestanti e' avvenuto dopo che una parte del corteo si e' distaccata per lanciare petardi con la sede della Fata assicurazioni, del gruppo Generali e legata agli sfratti di via Pincherle. La polizia schierata li' vicino avrebbe pensato ad un attacco rivolto alle divise. Da qui alla degenerazione negli scontri il passo e' stato breve.

h.16,20
G8 LAVORO: CORTEO A ROMA, NOI CON DISOCCUPATI E PRECARI

(ANSA) - ROMA, 28 MAR - ''Noi G14 con i responsabili della crisi; noi con i lavoratori, i disoccupati e i precari''. E' questa la scritta sullo striscione che apre la manifestazione di Cub, Cobas e Sdl per protestare contro la riunione dei ministri del lavoro del G8 a Roma da domani fino a martedi' partita da piazza della Repubblica e diretta a piazza Navona, che sta sfilando in via Cavour. Secondo gli organizzatori stanno sfilando 6.000 manifestanti venuti da tutta Italia. Dal megafono di un camion che apre il corteo gli organizzatori hanno spiegato le ragioni della protesta: ''Come abbiamo sfidato le ordinanze sui cortei a Roma, cosi' sfidiamo le nuove leggi liberticide sugli scioperi''. La manifestazione e' autorizzata ma tocchera' alcune zone proibite dal protocollo sui cortei a Roma. In piazza della Repubblica erano tre manifestazioni non autorizzate di studenti, senza casa e centri sociali. Tra i manifestanti anche alcuni politici come il segretario nazionale del Prc Paolo Ferrero, l'esponente della Sinistra Paolo Cento e il consigliere regionale del Lazio Luigi Nieri. Alle spalle degli ultimi manifestanti, dove ci sono le delegazioni di Prc e Sinistra Critica, si trovano una trentina di carabinieri seguiti da sei camionette.

h.16,20
G8: CORTEO ONDA VERNICE ROSSA SU BANCA

(AGI) - roma, 28 mar. - Prima azione dei manifestanti contro un istituto di credito. Della vernice rossa e' stata gettata contro le vetrine della Unipol banca: "ridatece i sordi" ha scritto con uno spray un manifestante. Su via Cavour, dove sta sfilando il corteo, esplosi anche alcuni petardi. Alcuni studenti, quattro-cinque, coperti da passamontagna, hanno gettato un fumogeno contro le vetrine di un'assicurazione e alcuni petardi verso i poliziotti schierati a via Depretis. Un giovane ha tentato di spaccare una vetrina col casco ma non e' riuscito ed e' scappato all'arrivo dei poliziotti.

h.16,16
CORTEO G8, BANDIERA PALESTINESE E STRISCIONE «BOICOTTIAMO ISRAELE»

(OMNIROMA) Roma, 28 mar - Al grido di «Palestina libera» è stata esposta da San Pietro in Vincoli una bandiera Palestinese grande diversi metri. Sotto, uno striscione con la scritta «Boicottiamo Israele». A farlo, durante il corteo dei sindacati, il Comitato che sta avviando una campagna di boicottaggio dei prodotti israeliani a seguito dell'«Aggressione alla Striscia di Gaza». Il comitato spiega che la campagna nasce in seguito della «Aggressione alla Striscia di Gaza e il sostegno del dramma dei palestinesi».

h.16,01
G8: CORTEO IN MOVIMENTO, "NOI LA CRISI NON LA PAGHIAMO"

(AGI) - Roma, 28 mar. - "Noi la crisi non la paghiamo". E' la parola d'ordine del corteo promosso da Cub, Cobas e Sdl intercategoriale alla vigilia del cosiddetto "G8 sociale", il meeting dei ministri del Lavoro e delle Politiche Sociali in programma da domani a martedi' alla Farnesina. La testa del corteo - che si concludera' in Piazza Navona - e' attualmente in Via Cavour: assiepati, dietro gli striscioni delle tre sigle sindacali promotrici, operai, lavoratori della scuola e del pubblico impiego, precari pubblici e privati, disoccupati, famiglie in lotta per il diritto alla casa, giovani dei centri sociali e studenti. La componente piu' numerosa di questi ultimi e' rappresentata dal movimento della 'Sapienza in Onda' raccolti dietro lo striscione 'guerriglieri anomali contro il G14'. "Non ci rappresenta nessuno", scandiscono in coro i ragazzi invitando a spostare in coda alla manifestazione le eventuali bandiere di partito. Cub, Cobas e Sdl, cioe' il Patto di base costituito tra le tre maggiori sigle del sindacalismo di base, hanno promosso un'iniziativa con l'obiettivo di sostenere la piattaforma di lotta, varata il 7 febbraio, che prevede tra l'altro blocco dei licenziamenti, riduzione dell'orario di lavoro a parita' di salario, aumenti consistenti di salari e pensioni, reddito minimo garantito, continuita' del reddito per i lavoratori atipici, assunzione a tempo indeterminato dei precari.

h.15,47
G8. ONDA: NIENTE POLIZIA PERCHE' MANGANELLATE NON PAGANO

(DIRE) Roma, 28 mar. - L'assenza di forze di polizia in divisa al corteo dell'Onda "e' un segnale di vittoria molto importante. Evidentemente le manganellate del 18 marzo scorso non hanno riscosso successo sul terreno dell'opinione pubblica, sul terreno mediatico e su quello politico". Lo afferma Francesco Raparelli, uno dei leader dell'Onda a La Sapienza. "La risposta a quella repressione- dice Raparelli- sta in primo luogo nelle migliaia di studenti che stanno qui oggi". Poi pero' l'esponente dell'Onda analizza anche un punto di vista alternativo rispetto all'assenza delle forze dell'ordine: "Se oggi ci fossero altri scontri con la polizia- ragiona Raparelli- significherebbe per noi riconquistare la scena mediatica per un'altra settimana, e questo a loro non va bene, soprattutto nel giorno di chiusura del congresso del Pdl".

h.15,43
G8: COBAS, STUDENTI E CENTRI SOCIALI INSIEME IN CORTEO CONTRO VERTICE MINISTRI LAVORO
POCO PIU' DI UN CENTINAIO PER ORA I MANIFESTANTI

Roma, 28 mar. - (Adnkronos) - Al motto 'Contro il fascismo e la repressione' e' partito a Roma il corteo organizzato dai sindacati di base, dai centri sociali e dagli studenti per protestare contro il vertice dei ministri del Lavoro del G8 che si terra' nella capitale da domani al prossimo 31 marzo. In una Roma blindata il corteo, capitanato dai Cobas, vede il dispiegamento di oltre mille uomini delle forze dell'ordine per presidiare le sedi istituzionali e eventuali obiettivi sensibili ma ancora i manifestanti sono poco piu' che un centinaio. Muniti di bandiere di Rifondazione, anche gli studenti per esprimere "il diritto allo studio, al lavoro e al dissenso perche' -come recita uno striscone- la crisi la paghiamo noi". La dimostrazione di oggi vuole essere l'occasione da parte dei manifestanti per chiedere al governo "il blocco dei licenziamenti, la riduzione dell'orario di lavoro a parita' di salario, reddito minimo garantito per chi non ha lavoro e cassa integrazione almeno all'80% del salario per tutti i lavoratori, precari compresi". E non e' ancora tutto perche' i partecipanti al corteo sollecitano anche all'Associazione delle banche italiane "una moratoria dei mutui per la casa, per famiglie e singoli in difficolta' economiche a causa della crisi", per dirla con le parole di Emiliano Viccaro del Comitato romano contro il G8.

h.15,33
G8: STUDENTI ONDA RICONGIUNTI A CORTEO COBAS

(AGI) - Roma, 28 mar. - Il corteo degli studenti dell'Onda, a cui s'erano aggiunti anche i militanti di Action, Blocchi precari metropolitani e Coordinamento lotta per la casa, e' confluito in quello promosso da Cub, Cobas e Sdl, in partenza da piazza dei Cinquecento. La manifestazione coincide con il G8 sociale, la riunione dei ministri del lavoro e delle politiche sociali in programma da domani a martedi' alla Farnesina.

h.15,30
G8: ROMA, CORTEO STUDENTI PARTITO SENZA PROBLEMI

Roma, 28 mar. - (Adnkronos) - E' partito da piazzale Aldo Moro a Roma, come previsto, il corteo degli studenti universitari e medi contro il G8 lavoro. Al momento, fa sapere la questura di Roma, non si registrano problemi di ordine pubblico. Il corteo si e' avviato lungo il tracciato previsto. ''Protestiamo in occasione del g14 dei ministri del lavoro che dicuteranno le linee guida per affrontare la crisi - afferma l'Unione degli studenti - chiediamo un welfare basato sulla conoscenza e sui soggetti in formazione, che permetta di affrontare la precarieta', specialmente quella giovanile, con politiche all'altezza della drammaticita' della situazione che viviamo''. ''A pochi giorni dalle aggressioni della polizia a danno degli studenti proprio alla Sapienza, e a pochi giorni dalle dichiarazioni di Brunetta che ci considera 'Guerriglieri', rivendichiamo il dirtto di manifestare il nostro dissenso'', sottolinea l'Uds.

h.15,26
G8. CORTEO ONDA SI CONGIUNGE CON COBAS

(DIRE) Roma, 28 mar. - Il corteo dell'Onda e' appena arrivato a via Giolitti, congiungendosi con l'altro serpentone di Rdb e Cobas che gia' riempie la via fino a piazza Esedra. Al momento della fusione dei cortei gli slogan piu' nitidi e ripetuti sono contro il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, e contro il protocollo dei cortei definito "carta straccia". Il corteo dell'Onda e' stato seguito fino ad ora anche da Paolo Cento (Sinistra e Liberta') e Luigi Nieri, assessore regionale al Bilancio.

h.15,20
CORTEO G8, STUDENTI E SINDACATI SFILANO INSIEME IN PIAZZA CINQUECENTO

(OMNIROMA) Roma, 28 mar - In piazza dei Cinquecento il corteo degli studenti e dei blocchi precari si sta unendo a quello dei sindacati partito da piazza della Repubblica. In testa al corteo delle organizzazioni sindacali lo striscione «Voi il G14 con i responsabili della crisi, noi con i lavoratori i disoccupati i precari», firmato da Cub, Cobas e Sdl. Il corteo degli studenti è stato raggiunto in via San Martino della Battaglia da un altro gruppo composto dal coordinamento cittadino lotta per la casa.

h.15,20
G14/ Corteo non autorizzato raggiunge piazza della Repubblica
Oltre duemila persone da piazzale Aldo Moro a piazza Esedra

Roma, 28 mar. (Apcom) - Oltre 2.000 persone hanno partecipato al corteo non autorizzato che ha raggiunto intorno alle 15.15 piazza della Repubblica dove sfilano Cobas, Sdl ed Rdb Cub che raggiungeranno piazza Navona. Al primo corteo partito intorno alle 14.30 da tre diversi punti di Roma, piazzale Aldo Moro, piazza Tiburtina e piazza Porta Pia hanno partecipato gli studenti dell'Onda La Sapienza, il gruppo Action e Movimento lotta per la casa insieme ai blocchi precari metropolitani e a un gruppo di studenti dell'Onda napoletana.

h.15,17
G8: CORTEO ONDA E' PARTITO, CONCORDATO PERCORSO

(AGI) - Roma, 28 mar. - All'incrocio fra via di Castro Pretorio e via San Martino della Battaglia si e' unito al corteo dell'Onda un gruppo di militanti del Coordinamento lotta per la casa, che si era mosso da Porta Pia. "Contro la crisi crea indipendenza, diffondi cospirazione" recita il loro striscione. La manifestazione sta procedendo verso Piazza della Repubblica preceduta da alcuni poliziotti in borghese, ma senza schieramento di Forze dell'ordine.

h.15,14
G8. 2.500 PERSONE VERSO PIAZZA ESEDRA, NO POLIZIA IN DIVISA

(DIRE) Roma, 28 mar. - Giunto all'altezza dell'incrocio tra viale Castro pretorio e via S. Martino della battaglia, al corteo dell'Onda che sfila verso piazza della Repubblica si e' unita una rappresentanza dei centri sociali, tra cui Acrobax), che era partita da piazzale di Porta Pia. Il corteo, ingrossatosi fino a comprendere ormai almeno 2500 persone, procede in modo spedito verso piazza Esedra. Ancora del tutto invisibili le divise delle forze dell'ordine. "Chi credeva che questo movimento fosse morto- scandiscono gli studenti al microfono- oggi dovra' ricredersi".

h.15,05
ROMA: CORTEO ONDA INIZIA DA PIAZZALE ALDO MORO

(IRIS) - ROMA, 28 MAR - Circa duemila persone stanno sfilando ora per viale dell'Università. Il corteo degli studenti dell'Onda è iniziato da piazzale Aldo Moro, all'università La Sapienza di Roma. "I guerriglieri anomali contro il G14 per un nuovo welfare". E' il loro grido di battaglia scritto sullo striscione d'apertura. Alla manifestazione prendono parte anche i militanti di Action che chiedono "casa reddito dignità" e i Blocchi precari metropolitani: "Hate G8 out of control" è il loro slogan. Prima dell'inizio del corteo gli studenti hanno concordato con la polizia il percorso per raggiungere la manifestazione delle Rdb Cobas a piazza della Repubblica.

h.14,55
G14/ Roma, al via corteo non autorizzato: Riprendiamoci le strade
Contro G14 e governo: 'Questa crisi non la paghiamo'

Roma, 28 mar. (Apcom) - E' partito da piazza Aldo Moro davanti all'università la Sapienza al grido di "Riprendiamoci le strade di Roma" il corteo non autorizzato a cui partecipano gi studenti dell'onda, i blocchi precari metropolitani e il movimento Action Lotta per la casa. Circa un migliaio le persone presenti al corteo capeggiato da uno striscione che recita "Guerriglieri anomali contro il G14 per un nuovo welfare". I partecipanti hanno voluto mandare un messaggio al sindaco di Roma Gianni Alemanno, al prefetto Pecoraro ma anche ai ministri della Funzione pubblica, Renato Brunetta e dell'Economia, Giulio Tremonti: "Non ci limiterete la libertà di movimento. ci riprendiamo le strade di Roma. Manifestiamo - dicono gli organizzatori - per una citta libera, aperta alle pratiche di democrazia diretta". E al governo lanciano critiche contro le modalità di gestione della crisi economica: "Questa crisi non la paghiamo, il governo è incapace di gestirla". La manifestazione, sorvegliata a distanza dalle forze dell'ordine in borghese si unirà a Piazza della Repubblica al corteo autorizzato dei Cobas.

h.14,52
G8. PARTE CORTEO, ALMENO 1.000 PERSONE

(DIRE) Roma, 28 mar. - E' appena partito, da piazzale Aldo Moro, il corteo degli studenti dell'Onda "contro il G14 per un nuovo welfare", come si legge sullo striscione d'apertura della carovana. Agli studenti dell'Onda, ormai circa 1000, si sono uniti i migranti di Action, e i rappresentanti dei centri sociali provenienti dalla stazione Tiburtina. In apertura del corteo, tra fumogeni, petardi e slogan contro il protocollo sui cortei firmato da prefettura e Comune di Roma, il camioncino di testa ha fatto risuonare le parole a favore della repressione pronunciate da Gian Maria Volonte' nel film "Cittadino al di sopra di ogni sospetto". "Stiamo riconquistando cio' che pensavano di toglierci con i manganelli", gridano gli studenti con il megafono. Tra gli esponenti politici, presenti Giovanni Russo Spena (Prc), il consiglere provinciale Gianluca Peciola e il suo omologo in Campidoglio Andrea Alzetta. Ancora non e' visibile nessuna divisa di polizia ne' carabinieri. Ai vigili urbani il compito di chiudere il traffico al passaggio del corteo.

h.14,49
G8: CORTEO ONDA E' PARTITO, CONCORDATO PERCORSO

(AGI) - Roma, 28 mar. - "I 'guerriglieri' anomali contro il G14 per un nuovo welfare". Questo lo striscione d'apertura del corteo degli studenti dell'Onda, che e' iniziato a muoversi da piazzale Aldo Moro, all'universita' La Sapienza di Roma. Ai ragazzi si sono uniti i Blocchi precari metropolitani, dietro allo slogan "Hate G8 out of control" e ai militanti di Action che chiedono "casa reddito dignita'". Prima dell'avvio del corteo gli studenti hanno concordato con i responsabili della polizia il percorso per raggiungere la manifestazione delle Rdb Cobas a piazza della Repubblica. Altri slogan del corteo sono: "no al protocollo, Onda fuori controllo" e "noi la crisi non la paghiamo". "Non abbiamo paura - gridano i giovani dal microfono - stiamo riconquistando cio' che pensavano di toglierci col protocollo e con i manganelli". A sfilare ora per viale dell'Universita' sono circa duemila persone, tra musica e qualche fumogeno colorato.

h.14,09
G8. A PIAZZALE ALDO MORO RADUNATI 300 STUDENTI ONDA

(DIRE) Roma, 28 mar. - A piazzale Aldo Moro, dove e' previsto il ritrovo dell'Onda e la partenza del corteo non autorizzato contro il G8 lavoro, iniziano a radunarsi gli studenti universitari. In questo momento circa 300 persone si danno da fare per ultimare i preparativi. E' appena arrivato, tra l'altro, un autobus di studenti padovani e veneziani, mentre si attende ancora l'arrivo di altri autobus da Napoli, Firenze, Pisa. Intorno alle 13:30, poi, alla stazione Tibutina ha preso forma il concentramento dei centri sociali, guidato dai Blocchi precari metropolitani, che si unira' all'Onda. Ne' a Tiburtina ne' a piazzale Aldo Moro, per ora, sono visibili poliziotti in divisa. Di fronte la Sapienza solo due auto della polizia municipale (e circa 20 uomini in borghese) tengono d'occhio gli studenti.

h.10,37
G8 LAVORO: GUERRA CUSCINI SOTTO MINISTERO CONTRO BRUNETTA

(ANSA) - ROMA, 28 MAR - Una battaglia a cuscinate davanti al ministero dell'Istruzione in viale Trastevere a Roma per protestare ''con la sola arma dell'ironia contro il ministro Brunetta che ci ha dato dei guerriglieri, il G-14 dei ministri del Welfare che si terra' nella capitale e il protocollo che regolamenta i cortei a Roma''. A organizzarla, un gruppo di studenti dei collettivi dei licei Virgilio, Mamiani, Manara, Kennedy e Democrito di Ostia. I manifestanti, circa 50 ragazzi, sono partiti da via Giulia, sede del liceo Virgilio, e con lo striscione 'fuori dal controllo contro il protocollo, blocca il G-14' hanno percorso via Giulia, Ponte Sisto, piazza Trilussa per raggiungere piazza di Santa Maria in Trastevere e quindi la sede del ministero dove e' scoppiata la 'battaglia dei cuscini'. Durante il corteo gli studenti che hanno inoltre acceso dei fumogeni rosa e blu, hanno scandito slogan come ''La gente come noi non molla mai'' e l'ormai consueto ''Noi la crisi non la paghiamo''. Gli studenti hanno affermato che nelle prossime ore raggiungeranno i movimenti universitari dell'Onda in piazza Aldo Moro di fronte a La Sapienza. Da qui prenderanno parte alla manifestazione indetta dai Cobas.


28 marzo 2009 - Agenzia Omniroma

h.18,20
CORTEO G8, PIAZZA NAVONA SI SVUOTA

(OMNIROMA) Roma, 28 mar - Dopo essere entrati in piazza Navona, con caschi in testa e passamontagna sul volto, il gruppetto di manifestanti, una ventina di ragazzi in tutto, si è avvicinato ad una delle vie che porta al Senato, presieduta da un cordone di forze dell'ordine in tenuta anti-sommossa. Hanno atteso qualche minuto al centro piazza, poi si sono slacciati i caschi e sono andati via. Intanto la piazza si sta iniziando a svuotare.

h.18,06
CORTEO G8, ALEMANNO: PROTOCOLLO HA TENUTO, INTEMPERANZE EVITABILI

(OMNIROMA) Roma, 28 mar - «Ribadisco, il patto sui cortei ha resistito» perché quello organizzato dai Cobas «si è svolto fuori dal centro storico». È quanto ha affermato il sindaco di Roma Gianni Alemanno, a margine del congresso del Pdl, in relazione ai momenti di tensione ed i lanci di ogetti che si sono verificati durante il corteo organizzato dai Cobas contro il G8. «C'è da sottolineare però - ha aggiunto - che anche di fronte a questa autorizzazione, e al rispetto del diritto a manifestare degli studenti, ci sono stati degli atti di intemperanza che gli organizzatori potevano evitare». Per Alemanno «mille persone hanno pensato che il fatto di poter sfilare per le vie della città possa essere un modo di mettere in scena atti di intemperanza, questo non va bene. Bisogna che sia chiaro che tutti possono manifestare, ma non ci devono essere forme di violenza».

h.17,41
G8,GRUPPO MANIFESTANTI A PIAZZA NAVONA CON CASCHI E PASSAMONTAGNA

(OMNIROMA) Roma, 28 mar - Lancio di fumogeni dai manifestanti del corteo contro il G8 anche contro la banca San Paolo di Corso Vittorio Emanuele. Intanto una ventina di manifestanti sta entrando a piazza Navona con caschi in testa e passamontagna.

h.17,35
CORTEO G8, LANCI BOTTIGLIE BIRRA CONTRO BANCA A CORSO VITTORIO

(OMNIROMA) Roma, 28 mar - Ancora una banca nel mirino dei manifestanti. Questa volta, a finire sotto «i colpi» dei partecipanti al corteo contro il G8 del welfare, è stata la filiale della Intesa-San Paolo di corso Vittorio Emanuele. Contro la banca, ricoperta di vernice e circondata dalla nube dei fumogeni, anche lancio di bottiglie di birra.

h.17,30
CORTEO G8, LANCIO SCARPE CONTRO PORTONE MINISTERO FUNZIONE PUBBLICA

(OMNIROMA) Roma, 28 mar - Centinaia di scarpe, qualcuna ha anche raggiunto il balcone del primo piano, sono lanciate dallo spezzone degli studenti e dei precari in marcia contro il portone del ministero della funzione pubblica in corso Vittorio. Acceso anche qualche fumogeno depositato davanti al portone. Il corteo ha ripreso la marcia.

h.17,25
CORTEO G8, NIERI: DECISIVA REAZIONE SOCIETÀ CIVILE E MONDO LAVORO

(OMNIROMA) Roma, 28 mar - «È stata una manifestazione importante nei contenuti e nella partecipazione. Per questo ho deciso di essere presente. C'è necessità, come oggi si percepiva nelle vie di Roma, di rafforzare le forme di protesta contro un governo che sta facendo disastri sociali, culturali ed economici». Lo dichiara in una nota Luigi Nieri, assessore al bilancio della regione Lazio. «Un Governo - prosegue Nieri - che pensa di risolvere con pericolose scorciatoie autoritarie la gravissima crisi in corso. Un Governo che sta ammazzando la scuola pubblica. I giovani e i lavoratori oggi scesi in piazza a protestare hanno questa consapevolezza. In questa fase storica, di fronte a una opposizione parlamentare non vigorosa, a maggior ragione è decisiva la reazione della società civile e del mondo del lavoro».

h.17,04
CORTEO G8, LANCIO FUMOGENI CONTRO ALTARE PATRIA

(OMNIROMA) Roma, 28 mar - Alcuni manifestanti hanno lanciato due fumogeni all'interno dell'Altare della Patria. Il monumento di piazza Venezia, dove da qualche minuto è giunto il corteo contro il G8 del welfare, è interamente transennato, all'interno agenti delle forze dell'ordine in tenuta anti-sommossa che sono stati oggetto di accuse e gesti ingiuriosi.

h.16,50
CORTEO G8, VERNICE ROSSA SCRITTE E PETARDI CONTRO VETRINE BANCHE

(OMNIROMA) Roma, 28 mar - Lancio di vernice rossa e petardi anche contro la banca Carim di via Cavour, al passaggio del corteo contro il G8. «Vernice rosse contro tutte le banche - urla al megafono un manifestante - Adesso dovete darci il denaro, vogliamo reddito, case».

h.16,36
CORTEO G8, MANIFESTANTI LANCIANO VERNICE CONTRO AGENZIA PIRELLI

(OMNIROMA) Roma, 28 mar - Lancio di vernice bianca contro l'agenzia Pirelli di via Cavour, dove il corteo contro il G8 sta sfilando. Sulla vetrina dell'agenzia i manifestanti hanno anche scritto in rosso: «Casa per tutti».

h.16,26
CORTEO G8, ORGANIZZATORI: SIAMO IN 50 MILA

(OMNIROMA) Roma, 28 mar - Sono circa 50 mila secondo gli organizzatori, i partecipanti al corteo promosso dai sindacati. I manifestanti sono ora all'incrocio tra via Cavour e viale dei Fori Imperiali.

h.16,25
CORTEO G8, MOMENTI TENSIONE A PIAZZA ESQUILINO

(OMNIROMA) Roma, 28 mar - Il gruppo di manifestanti ha tentato di uscire dal corteo a piazza di Esquilino per dirigersi dove c'è la sede dell'assicurazione legata alla vendita delle case a via Pincherle. C'è stato un contatto con le forze dell'ordine e poi il gruppetto con il volto coperto da passamontagna è stato richiamato dagli altri manifestanti a rientrare nel corteo.

h.16,16
CORTEO G8, BANDIERA PALESTINESE E STISCIONE «BOICOTTIAMO ISRAELE»

(OMNIROMA) Roma, 28 mar - Al grido di «Palestina libera» è stata esposta da San Pietro in Vincoli una bandiera Palestinese grande diversi metri. Sotto, uno striscione con la scritta «Boicottiamo Israele». A farlo, durante il corteo dei sindacati, il Comitato che sta avviando una campagna di boicottaggio dei prodotti israeliani a seguito dell'«Aggressione alla Striscia di Gaza». Il comitato spiega che la campagna nasce in seguito della «Aggressione alla Striscia di Gaza e il sostegno del dramma dei palestinesi».

h.16,16
CORTEO G8, VERNICE ROSSA SCRITTE E PETARDI CONTRO VETRINE BANCHE

(OMNIROMA) Roma, 28 mar - Vernice rossa, fumogeni e petardi contro la vetrina dell'Unipol di via Cavour. Già prima i manifestanti del corteo G8 avevano fatto scritte e sulle vetrine di altre banche come «Spegni il mutuo accendi le banche». Molti anche i cori contro il sindaco Gianni Alemanno, contestato per il nuovo protocollo che regola le manifestazioni.

h.16,15
CORTEO G8, MOMENTI TENSIONE A PIAZZA ESQUILINO

(OMNIROMA) Roma, 28 mar - In piazza dell'Esquilino un gruppo di manifestanti ha lanciato oggetti e qualche petardo in direzione della polizia schierata nei pressi del Viminale. Sono risuonate un paio di forti esplosioni. Il corteo ora sta comunque procedendo sul suo percorso e, dopo alcuni momenti di tensione, sembra senza conseguenze, tutti i manifestanti stanno riprendendo a marciare.

h.15,52
CORTEO G8, MANIFESTANTI SFILANO TRA CORI E SLOGAN CONTRO CRISI

(OMNIROMA) Roma, 28 mar - Il corteo con in testa le organizzazioni sindacali sta percorrendo via Cavour all'altezza della stazione della metropolitana. Il corteo è scortato da agenti delle forze dell'ordine in divisa. Sventolano bandiere di Rdb-Cub e Cobas. Tra gli esponenti politici presenti Giovanni Russo Spena (Prc), il consigliere provinciale di Sa Gianluca Peciola e il capogruppo di Sa in Campidoglio Andrea Alzetta. Tra gli striscioni, quello dei precari della scuola e della Cri. Tre manifestanti si sono vestiti da fantasmi addosso: sono gli infermieri precari dell'Asl di Chieti che chiedono la stabilizzazione. «Siamo uniti tutti noi lavoratori perché questa crisi noi non la pagheremo», scandiscono i manifestanti ai megafoni.

h.15,20
CORTEO G8, STUDENTI E SINDACATI SFILANO INSIEME IN PIAZZA CINQUECENTO

(OMNIROMA) Roma, 28 mar - In piazza dei Cinquecento il corteo degli studenti e dei blocchi precari si sta unendo a quello dei sindacati partito da piazza della Repubblica. In testa al corteo delle organizzazioni sindacali lo striscione «Voi il G14 con i responsabili della crisi, noi con i lavoratori i disoccupati i precari», firmato da Cub, Cobas e Sdl. Il corteo degli studenti è stato raggiunto in via San Martino della Battaglia da un altro gruppo composto dal coordinamento cittadino lotta per la casa.

h.15,16
CORTEO G8, PETARDI CONTRO MINISTERO E VIGILI URBANI

(OMNIROMA) Roma, 28 mar - Sta sfilando su viale Castro Pretorio il corteo dei blocchi precari metropolitani e degli universitari diretto a piazza della Repubblica. Durante la manifestazione alcuni partecipanti hanno lanciato petardi contro il palazzo del vecchio ministero dell'Aeronautica, all'angolo tra via dell'Università e viale Castro Pretorio e verso alcuni vigili che bloccano il traffico. «Oggi l'esercito del surf ha ripreso le tavolo» urlano intanto gli studenti al megafono.

h.15,13
CORTEO G8, QUESTURA: DA SAPIENZA SEGUE ITINERARIO STABILITO

(OMNIROMA) Roma, 28 mar - Il corteo di piazzale Aldo Moro, secondo quanto si apprende dalla questura, si è mosso come da preavviso seguendo l'itinerario stabilito.

h.14,44
G8, PARTITO CORTEO SAPIENZA: PER MANIFESTANTI 2MILA IN PIAZZA

(OMNIROMA) Roma, 28 mar - È partito da piazzale Aldo Moro il corteo degli studenti diretti a piazza della Repubblica. Ai manifestanti si sono uniti i rappresentanti di Action e dei blocchi precari. Secondo gli organizzatori in piazza ci sono circa 2mila persone. In testa al corteo lo striscione «Guerriglieri anomali contro il G14 per un nuovo welfare», firmato da «Sapienza in Onda».

h.14,40
CORTEO G8, BLOCCHI PRECARI SI UNISCONO A ONDA ALLA SAPIENZA

(OMNIROMA) Roma, 28 mar - Al grido «Roma libera» i manifestanti dei blocchi precari metropolitani sono arrivati a piazzale Aldo Moro. «Bloccare la città è la nostra nuova forma di sciopero, la forma del nuovo millennio», ripetono in coro i ragazzi dei centri sociali e poi ancora «Oggi ci riprendiamo le strade della città». I ragazzi, accolti con un applauso dai manifestanti dell'università, ripetono: «Si sono inventati un protocollo che intende solo bloccare la libertà di manifestazione». Cori anche per Carlo Giuliani: «Carlo è vivo e lotta insieme a noi». Prima di giungere alla Sapienza c'è stato qualche momento di tensione con un automobilista che voleva sorpassare il corteo.

h.14,26
G8, «ONDA» PRONTA A PARTIRE DALLA SAPIENZA

(OMNIROMA) Roma, 28 mar - Sono circa trecento gli studenti radunati in piazzale Aldo Moro, davanti all'ingresso della Sapienza, che stanno per partecipare al corteo che li porterà in piazza della Repubblica per unirsi alla manifestazione dei sindacati. I ragazzi protestano contro il protocollo sui cortei, il G8 del lavoro e per i diritti del welfare. La manifestazione è organizzata dagli studenti della «Onda studentesca». Tra i ragazzi anche il consigliere regionale del Prc Ivano Peduzzi. «Questa è la dimostrazione di una pratica democratica - ha detto Peduzzi - per avere il diritto a manifestare che non può essere bloccato da nessun protocollo d'intesa». Al momento la situazione è tranquilla. (h.14,32) Agli studenti radunati in piazza Aldo Moro, si è unito anche il corteo di Action partito da via De Lollis. Il concentramento comincia a muoversi per fare spazio ai manifestanti e tra pochi minuti dovrebbe partite. Discreta la presenza dell'ordine.

h.14,20
CORTEO G8, CENTRI SOCIALI: ALEMANNO, BLOCCHIAMO ROMA COME CI PARE

(OMNIROMA) Roma, 28 mar - «Sindaco Alemanno blocchiamo la città come e quando ci pare» e poi «Roma Libera». Stanno urlando al megafono i ragazzi dei centri sociali che stanno sfilando, bloccando il traffico, mentre si dirigono all'università La Sapienza, per manifestare contro il G8 dei ministeri del Lavoro. Lanciando petardi e con un fumogeno acceso i manifestanti cantano: «Se ci bloccano il futuro noi blocchiamo la città» e poi ancora: «Ma quali divieti, ma quale zona rossa, occupiamo tutto, Roma e tutta nostra». Al megafono c'è chi urla: «Inizia la giornata dell'indignazione questo è il nostro contributo a sbloccare la città della crisi» incassando qualche applauso da ragazzi affacciati dalle finestre dei palazzi sulla strada.

h.14,10
G8, PARTE CORTEO CENTRI SOCIALI VERSO LA SAPIENZA

(OMNIROMA) Roma, 28 mar - Con in testa un grosso striscione con su scritto «Hate G8 out of controllo» e cantando in coro «Noi la crisi non la vogliamo», un centinaio di aderenti ai blocchi precari metropolitani (rete che include centri sociali, movimenti per la casa, studenti e Asia-Rdb) sono partiti in corteo, non autorizzato, dalla stazione Tiburtina diretti alla Sapienza, contro il vertice G8 dei ministri del Lavoro.


28 marzo 2009 - Dire

RICERCA. RDB: PER DIRETTORE GENERALE È TREGUA ARMATA IN CDA CNR

(DIRE) Roma, 28 mar. - "Il regolamento di organizzazione del Cnr parla chiaro quando con l'articolo 11 stabilisce che 'su proposta del presidente, il cda nomina il direttore generale che resta in carica per tutta la durata del mandato dello stesso presidente'. Luciano Maiani, insediato a piazzale Aldo Moro il 15 marzo 2008 dall'allora ministro dell'Universita' e della Ricerca Mussi, dopo che il suo nome era stato individuato da un contestato Comitato presieduto dallo scienziato Giorgio Parisi, per piu' di un anno non e' riuscito a proporre al cda un nome che potesse trovare disco verde per la carica di direttore generale, lasciando l'incarico ad interim alla direttrice centrale Novella Coppa che il predecessore di Maiani, Fabio Pistella, aveva individuato per sostituire temporaneamente il dimissionario Angelo Guerrini". Lo dice in una nota Rocco Tritto, segretario nazionale di Usi/RdB-Ricerca. "Nella riunione-fiume di ieri, durata se ore- si legge- il cda del Cnr, non potendo piu' prorogare la Coppa che dal 1° aprile sara' anche lei in quiescenza, ha tirato fuori dal cilindro una soluzione a termine, fino al 31 dicembre 2009, con la nomina a direttore generale di Fabrizio Tuzi, un giovane dirigente (da pochi mesi) interno, gia' direttore centrale per il supporto alla programmazione". Per Usi-Rdb si tratta di "una soluzione di emergenza (o, meglio, una tregua armata tra Maiani e il cda) che, peraltro, si appalesa illegittima in quanto viola non solo il suddetto Regolamento, per il quale, come gia' evidenziato, la durata dell'incarico deve essere pari a quella del presidente (che scadra' il 14 marzo 2012), ma anche - e in piu' punti - la direttiva n. 10 della Presidenza del Consiglio (pubblicata nella G.U. n. 47 del 25.2.2008) che per gli incarichi dirigenziali generali (quale e', appunto, quello di direttore generale), vieta tassativamente conferimenti di breve durata (annuale o addirittura semestrale) 'che non consentono di esercitare il mandato in condizioni di imparzialita''". "Tale divieto, definito dalla Direttiva 'non derogabile'- aggiunge Tritto- e' stato anche confermato dall'Adunanza Plenaria del Consiglio d Stato del 23 maggio 2006. E' fin troppo evidente la grave crisi in cui versa il Cnr, che condiziona non poco la vita di un ente che conta piu' di 100 istituti sparsi sull'intero territorio nazionale i quali hanno necessita' di interloquire con vertici nella pienezza dei loro poteri. Da un anno, invece, il Cnr ha un presidente nominato dal governo Prodi, "ostaggio" di un cda nominato dal governo Berlusconi, per di piu' con un direttore generale 'precario'". Il sindacato a auspica quindi "che Maiani, anche se tardivamente, prenda coscienza di questa realta' e compia un atto di grande responsabilita', rassegnando le dimissioni, prima che il provvedimento di riordino degli enti di ricerca, che il ministro Gelmini emanera' nei prossimi mesi, regali al Cnr un rimedio peggiore del male: il commissariamento".


28 marzo 2009 - Corriere.it

Roma, Cobas e Onda in piazza: «No G14»
La manifestazione è autorizzata ma toccherà alcune zone "proibite". Cuscinate davanti al ministero dell'Istruzione

ROMA - L'Onda degli studenti e i sindacati di base in piazza a Roma contro la riunione dei ministri del lavoro del G8, in programma da domenica a martedì. «G14 con i responsabili della crisi; noi con i lavoratori, i disoccupati e i precari» è lo striscione che apre la manifestazione organizzata da Cub, Cobas e Sdl. Il corteo è partito da piazza della Repubblica e terminerà in piazza Navona. Secondo gli organizzatori ci sono 6mila manifestanti, venuti da tutta Italia. «Come abbiamo sfidato le ordinanze sui cortei a Roma, così sfidiamo le nuove leggi liberticide sugli scioperi» spiegano i sindacati dal megafono sistemato sul camion che fa strada al serpentone. La manifestazione infatti è autorizzata ma toccherà alcune zone proibite dal protocollo sui cortei. In piazza della Repubblica si sono radunate anche tre manifestazioni non autorizzate di studenti, senza casa e centri sociali. Alla manifestazione dei Cobas partecipano il segretario del Prc Paolo Ferrero, l'esponente della Sinistra Paolo Cento e il consigliere regionale del Lazio Luigi Nieri.
PETARDI E UOVA - In via Cavour alcuni studenti si sono staccati dal corteo per lanciare vernice rossa, uova, petardi e fumogeni contro la Banca Unipol e l'agenzia immobiliare Pirelli Re. Sui muri e sulle vetrine è stato scritto «case per tutti» e «ridatece i sordi». Distrutta la vetrata della banca. Lanciati due fumogeni anche dentro l'Altare della Patria.
BATTAGLIA DEI CUSCINI - Davanti al ministero dell'Istruzione, in viale Trastevere, gli studenti hanno inscenato una battaglia di cuscinate per protestare «con la sola arma dell'ironia contro il ministro Brunetta che ci ha dato dei guerriglieri, il G14 dei ministri del Welfare che si terrà nella capitale e il protocollo che regolamenta i cortei a Roma». È stata organizzata dagli studenti dei collettivi dei licei Virgilio, Mamiani, Manara, Kennedy e Democrito di Ostia. I manifestanti, una cinquantina, sono partiti da via Giulia, sede del liceo Virgilio, e con lo striscione «Fuori dal controllo contro il protocollo, blocca il G14», hanno percorso via Giulia, Ponte Sisto, piazza Trilussa per raggiungere piazza di Santa Maria in Trastevere e la sede del ministero dove è scoppiata la battaglia dei cuscini. Durante il corteo i manifestanti hanno acceso fumogeni rosa e blu, scandendo slogan come «La gente come noi non molla mai» e l'ormai consueto «Noi la crisi non la paghiamo». Gli studenti hanno poi raggiunto il corteo dell'Onda in piazza Aldo Moro, di fronte a La Sapienza. Poi insieme si sono uniti alla manifestazione dei Cobas.
FERRERO - «Ottima manifestazione, che tiene assieme tutti gli strati sociali colpiti dalla crisi: lavoratori ex garantiti, precari, disoccupati, studenti. Quindi molto utile e importante - ha commentato Paolo Ferrero -. Una manifestazione che chiede al governo di cambiare politica visto che sino ad ora ha fatto solo gli interessi di chi la crisi l'ha provocata e non dei lavoratori che la stanno pagando».
LONDRA - Anche a Londra 15mila persone sono scese in piazza per manifestare contro il G20 in programma la settimana prossima. Il corteo, partito dal Victoria Embankement lungo il Tamigi, è transitato dalla piazza del parlamento di Westminster, con alcuni gruppi che si sono staccati per fare una puntata davanti al numero 10 di Downing Street, la residenza del premier Gordon Brown (attualmente in Sudamerica). Il raduno, battezzato «Put People First» (la gente prima di tutto), è stato preparato da una coalizione di oltre cento gruppi che vanno dalla Tuc, la confederazione dei sindacati britannici, agli ambientalisti, ai pacifisti e agli anarchici. I partecipanti esibiscono cartelli, striscioni e bandiere multicolori: il clima è più quello di una sfilata di carnevale che di una protesta. Tra gli slogan più gettonati, quello coniato da Barack Obama durante la sua corsa verso la Casa Bianca: «Yes, we can». Manifestazioni anche a Berlino, Francoforte e Bruxelles contro il G20 di Londra e il summit della Nato in Francia e Germania previsto per il 4 aprile. Nella capitale belga i partecipanti indossavano maschere raffiguranti i venti leader mondiali.


28 marzo 2009 - Rainews 24

Manifestazione a Roma contro il G8

Massima allerta per la manifestazione organizzata a Roma da sindacati di base, centri sociali e studenti per protestare contro il vertice dei ministri del Lavoro del G8 che si terrà nella capitale da domani fino al 31. I partecipanti al corteo contro il G8/G14 promosso da Cub, Cobas e Sdl - arrivato a piazza Navona - "sono 50mila". La stima è di Piero Bernocchi, portavoce dei Cobas. Particolarmente nutrita anche la rappresentanza degli studenti dell'Onda, che sarebbero almeno 5mila. Qualche piccolo incidente si è verificato all'altezza di via Cavour dove alcuni manifestanti hanno lanciato un petardo contro la banca Unipol e l'agenzia immobiliare Pirelli Re. Qualcuno altro, poi, con della vernice rossa ha scritto sui muri della zona: 'Case per tutti' e 'Aridatece i sordi'. Alcuni fumogeni lanciati da qualche manifestante del corteo hanno spaccato i vetri delle porte dell'istituto di credito. I manifestanti del movimento dell'Onda hanno lanciato della vernice rossa anche contro gli agenti della Guardia di Finanza schierati davanti l'altare della Patria, con casco, scudo e manganello. La vernice ha colpito solo la gamba di un agente. Nei loro confronti sono stati gridati slogan di insulto: molti ragazzi hanno sfilato con il dito medio alzato e intonato dei cori di scherno, ricordando al megafono gli studenti caricati giorni fa. Grida di protesta a Piazza Venezia anche contro il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ritenuto responsabile di aver difeso gli studenti di destra dopo gli scontri avvenuti mesi fa.


28 marzo 2009 - Ami

Gli studenti hanno aderito al corteo dei sindacati di base
Roma, l'Onda in piazza contro il divieto a manifestare
Petardi e uova davanti a una banca. Battaglia di cuscini al ministero dell'Istruzione

Un corteo di circa 50mila manifestanti ha attraversato le strade della Capitale per protestare contro i lavori del G14 dei ministri del Welfare che si apre domani in città. Ai sindacati di base si sono uniti anche gli studenti dell'Onda. C'era preoccupazione per le restrizioni a manifestare presenti nel protocollo firmato dal sindaco Alemanno. Ma la giornata, a parte qualche lancio di petardi e di uova, si è conclusa senza incidenti. Hanno messo nero su bianco per spiegare le loro intenzioni affinché non venissero travisate. Gli studenti dell'Onda hanno reso pubblico un messaggio «alla città di Roma, ai suoi cittadini e alle sue istituzioni, ai movimenti sociali, ai sindacati, alle forze politiche». L'obbiettivo dichiarato è informare la società civile delle proprie intenzioni: «Sabato 28 marzo – avevano scritto nella lettera - le studentesse e gli studenti, le precarie e i precari dell'Onda si incontreranno in piazzale Aldo Moro, si uniranno ai collettivi degli studenti medi e da lì si sposteranno in corteo e raggiungeranno il concentramento di piazza Esedra per partecipare alla manifestazione contro il G14 sugli ammortizzatori sociali, il welfare e il lavoro che si svolgerà, dal 29 al 31 di marzo, presso la Farnesina». Mai è stata così preannunciata una adesione ad un corteo da parte degli studenti de la Sapienza. Nella capitale è in vigore un nuovo protocollo sulle manifestazioni di piazza che regola percorsi e tempi. Gli studenti hanno avvertito la città in quanto il loro corteo non è consentito. Il 18 marzo gli studenti del movimento che hanno tentato di unirsi al corteo della Cgil a piazza Santi Apostoli erano stati caricati ai cancelli dell'ateneo. Dopo le cariche all'ingresso della sapienza gli studenti ottennero la ferma solidarietà della Cgil e di numerosi docenti. Oggi gli studenti ci riprovano convinti di rivendicare dalla loro il diritto al dissenso che il protocollo di Alemanno limiterebbe fortemente. Difendere «quel diritto, ormai quasi "consuetudinario", di poterlo fare a partire dalla città universitaria». «Con l'Onda di ottobre e di novembre - spiegano gli studenti - questa consuetudine si è enormemente estesa, per numero e qualità. Corteo locale o nazionale per le studentesse e gli studenti dell'Onda significava e significa partire da piazzale Aldo Moro, percorrere la città, bloccare il traffico e far sentire la propria voce, dopo averla usata con passione e con coraggio nelle facoltà, nei corridoi, nelle classi universitarie. Normale - aggiungono - per chi vive le proprie giornate nell'università vederla e viverla come il luogo proprio della protesta, dell'impegno critico, della passione politica. Sono decenni che l'università è punto di partenza delle manifestazioni studentesche sulla formazione, sui nuovi diritti, contro la guerra e contro il razzismo, non saranno di certo le manganellate della scorsa settimana, né tanto meno il protocollo a cancellare questa abitudine virtuosa».

Gli studenti partiranno da piazzale Aldo Moro
Roma. L'Onda in piazza sfida il divieto a manifestare
Prefetto di Roma Pecoraro: Stiano alle regole

Per raggiungere il corteo contro il G14 sugli ammortizzatori sociali, il welfare e il lavoro, che si concentra a piazza Esedra partiranno dalla cittadella universitaria de "la Sapinza" dove dieci giorni fa furono caricati. In una lettera aperta alla città l'Onda rivendica il diritto a manifestare contro le restrizioni del protocollo firmato dal sindaco Alemanno. Hanno messo nero su bianco per spiegare le loro intenzioni affinché non venissero travisate. Gli studenti dell'Onda hanno reso pubblico un messaggio «alla città di Roma, ai suoi cittadini e alle sue istituzioni, ai movimenti sociali, ai sindacati, alle forze politiche». L'obbiettivo dichiarato è informare la società civile delle proprie intenzioni: «Sabato 28 marzo – scrivono nella lettera - le studentesse e gli studenti, le precarie e i precari dell'Onda si incontreranno in piazzale Aldo Moro, si uniranno ai collettivi degli studenti medi e da lì si sposteranno in corteo e raggiungeranno il concentramento di piazza Esedra per partecipare alla manifestazione contro il G14 sugli ammortizzatori sociali, il welfare e il lavoro che si svolgerà, dal 29 al 31 di marzo, presso la Farnesina». Mai è stata così preannunciata una adesione ad un corteo da parte degli studenti de la Sapienza. Nella capitale è in vigore un nuovo protocollo sulle manifestazioni di piazza che regola percorsi e tempi. Gli studenti hanno avvertito la città in quanto il loro corteo non è consentito. Il 18 marzo gli studenti del movimento che hanno tentato di unirsi al corteo della Cgil a piazza Santi Apostoli erano stati caricati ai cancelli dell'ateneo. Dopo le cariche all'ingresso della sapienza gli studenti ottennerò la ferma solidarietà della Cgil e di numerosi docenti. Oggi gli studenti ci riprovano convinti di rivendicare dalla loro il diritto al dissenso che il protocollo di Alemanno limiterebbe fortemente. Difendere «quel diritto, ormai quasi "consuetudinario", di poterlo fare a partire dalla città universitaria». «Con l'Onda di ottobre e di novembre - spiegano gli studenti - questa consuetudine si è enormemente estesa, per numero e qualità. Corteo locale o nazionale per le studentesse e gli studenti dell'Onda significava e significa partire da piazzale Aldo Moro, percorrere la città, bloccare il traffico e far sentire la propria voce, dopo averla usata con passione e con coraggio nelle facoltà, nei corridoi, nelle classi universitarie. Normale - aggiungono - per chi vive le proprie giornate nell'università vederla e viverla come il luogo proprio della protesta, dell'impegno critico, della passione politica. Sono decenni che l'università è punto di partenza delle manifestazioni studentesche sulla formazione, sui nuovi diritti, contro la guerra e contro il razzismo, non saranno di certo le manganellate della scorsa settimana, né tanto meno il protocollo a cancellare questa abitudine virtuosa».


28 marzo 2009 - L'Unità.it

Quelli che la crisi non la vogliono pagare Studenti, lavoratori e precari in piazza a Roma

Qualche tensione con le forze dell’ordine ma, alla fine, la manifestazione organizzata dagli studenti dell’Onda e dai lavoratori convocati dai sindacati di base è andata bene. Secondo gli organizzatori sono cinquantamila le persone che sono scese in piazza, anche se la Questura dice di averne contate solo seimila. La tensione è stata altissima per tutta la durata della manifestazione, ma gli episodi di violenza sono stati tutto sommato limitati: il lancio di sanpietrini e vernice rossa contro le vetrine di alcune filiali bancarie, alcuni petardi gettati vicino ad alcune camionette delle forze dell'ordine e nei pressi dell’Altare della Patria, dove erano schierati decine di agenti in assetto antisommossa. Infine, sotto al Ministero della Funzione Pubblica, in corso Vittorio Emanuele, gli studenti hanno lanciato centinaia di scarpe verso i balconi. Niente del terremoto che era stato annunciato, nemmeno riguardo alle presunte violazioni del protocollo sui cortei da parte degli studenti che sono partiti da piazzale Aldo Moro per raggiungere il concentramento a piazza Esedra. È qui che il corteo dell’Onda si è unito ai manifestanti convocati dai sindacati di base, Cub, Cobas e Sdl, contro il vertice dei ministri del Lavoro che si terrà nei prossimi giorni: una manifestazione che chiede lavoro, reddito, casa. Sono quelli che dicono: «La crisi la paghino banchieri, padroni ed evasori». In piazza sono scesi i precari della scuola, i lavoratori Alitalia, i cassintegrati, moltissimi dalla Lombardia. È con loro che l’Onda ha deciso di tornare in piazza, perché, insieme ai lavoratori, nemmeno i giovani universitari hanno «intenzione di perdere e di tornare a casa, nella nostra solitudine».


28 marzo 2009 - Aprile online

Welfare, in migliaia in piazza a Roma
Studenti e sindacati di base hanno manifestato oggi contro il G14 in programma nella Capitale da domenica a martedì. Battaglia cuscini e lanci di scarpe contro ministero della Pa, ma anche striscioni che chiedono "una casa per tutti" e altri che avvertono il sindaco Alemanno: "Non ci limiterete la libertà di movimento, manifestiamo per una città libera, aperta alle pratiche di democrazia diretta"

In migliaia in piazza a Roma per manifestare contro il G14 in programma nella Capitale da domenica a martedì. Striscioni, bandiere, slogan, petardi, lanci di uova e cori hanno accompagnato il lungo serpentone, circa 50mila persone secondo gli organizzatori, da piazza Esedra a Piazza Navona. Cobas, Cub ed Sdl hanno sfilato con gli studenti dell'Onda per ribadire un secco "no" al modello di gestione della crisi economica del governo Berlusconi, per dire che "un nuovo welfare è possibile" e per lanciare una sfida alle leggi "liberticide" sullo sciopero. Lo striscione in testa al corteo dei sindacati di base recitava "G14 con i responsabili della crisi; noi con i lavoratori, i disoccupati e i precari". Toccati alcune zone off limits del protocollo sui cortei a Roma. Poco prima del corteo principale, partito da Piazza della Repubblica dopo le 15, gli studenti dell'Onda La Sapienza, i rappresentanti di Action, Blocco precario metropolitano e il Coordinamento di lotta per la casa hanno dato vita a un corteo non autorizzato, con circa duemila persone, partito da tre diverse piazze romane (Aldo Moro, Tiburtina e Porta Pia). Chiaro il messaggio al sindaco di Roma Gianni Alemanno, al prefetto Giuseppe Pecoraro e ai ministri della Funzione pubblica, Renato Brunetta e dell'Economia, Giulio Tremonti: "Non ci limiterete la libertà di movimento. Ci riprendiamo le strade di Roma. Manifestiamo per una città libera, aperta alle pratiche di democrazia diretta". Non sono mancate critiche al sulla gestione della crisi economica: "Questa crisi non la paghiamo, il governo è incapace di gestirla" e "il protocollo del G14 per noi è carta straccia". Lanci di uova e vernice rossa in via Cavour contro le sedi di Pirelli Re e di Banca Unipol da parte di alcuni manifestanti. Danneggiate alcune vetrine. Fumogeni sono stati lanciati sull'Altare della Patria, davanti alle forze dell'ordine in tenuta antisommossa al Vittoriano, e sono comparse scritte sui muri che chiedono "case per tutti". Stamani, una "battaglia dei cuscini" davanti al ministero dell'Istruzione, in piazza di Santa Maria in Trastevere, è stata organizzata dai collettivi dei licei Virgilio, Mamiani, Manara, Kennedy e Democrito di Ostia, per protestare ironicamente contro le affermazioni del ministro Brunetta che ha definito gli studenti dei "guerriglieri". Bottiglie di birra, fumogeni e vernice rossa contro la filiale Intesa-San Paolo di corso Vittorio Emanuele. Lanci di scarpe e fumogeni contro il ministero della Funzione pubblica sempre in corso Vittorio Emanuele da parte degli studenti. Un falò con le scarpe è stato acceso e poi spento in segno di protesta con i piedi da una manifestante. "Questa manifestazione - ha detto il segretario del Prc, Paolo Ferrero - chiede al governo di cambiare politica visto che sinora ha fatto solo gli interessi di chi la crisi l'ha provocata e non dei lavoratori che la stanno pagando". La manifestazione dei sindacati di base e degli studenti "è una forma chiara e legittima di protesta contro il governo della destra - dice Luigi Nieri, assessore al Bilancio della regione Lazio, presente al corteo -. E' stata una manifestazione importante. C'è necessità, come oggi si percepiva nelle vie di Roma, di rafforzare le forme di protesta contro un governo che sta facendo disastri sociali, culturali ed economici". Nieri critica il governo e che "pensa di risolvere con pericolose scorciatoie autoritarie la gravissima crisi in corso".


28 marzo 2009 - Il Sole 24 Ore on line

G-8 Lavoro a Roma, corteo di Cobas e Onda

Vernice rossa contro banche e assicurazioni, scarpe contro il ministero guidato da Renato Brunetta. Il corteo contro il G-8 lavoro a Roma ha avuto solo pochi, brevi momenti di tensione, smorzati anche dall'atteggiamento delle forze dell'ordine che si sono tenuti a distanza e sono restate a presidiare le vie laterali del percorso. Anche il troncone di corteo degli studenti, ingrossato dai gruppi di Action, Blocchi precari Metropolitani e Coordinamento per la casa, che è partito dall'università La Sapienza senza avere la necessaria autorizzazione preventiva, è arrivato a destinazione senza incidenti. Solo a Piazza Venezia sono volati grida e insulti contro i finanzieri, accusati dagli studenti delle cariche avvenute all'università romana nei giorni scorsi. Della vernice rossa ha anche raggiunto un agente schierato di fronte all'Altare della Patria. Per il resto la manifestazione è stata pacifica, seppure con molti petardi e fumogeni, con slogan indirizzati soprattutto contro «banchieri, padroni ed evasori» indicati come principali responsabili della crisi. Accanto agli studenti hanno sfilato disoccupati, precari, immigrati (50mila persone secondo gli organizzatori) riuniti dalla «Piattaforma di lotta» varata il 7 febbraio scorso da Cub, Cobas e Sdl, le principali sigle del sindacalismo di base. Particolarmente nutrita anche la rappresentanza degli studenti dell'Onda, che sarebbero almeno 5mila. Tra gli striscioni, «No welfare, no party», «Contro la speculazione edilizia, la mercificazione del sapere e la devastazione ambientale che mondo sarebbe senza profitti» e ancora «No al protocollo onda fuori controllo», «I "guerriglieri" anomali contro il G-14 per un nuovo Welfare», «Casa, reddito, dignità» e «Hate G-8 out of control» «Veniamo dalla Sapienza, andiamo verso l'ignoto», «Contro la crisi, crea indipendenza, diffondi cospirazione». Gli slogan hanno preso di mira in particolare il ministro della funzione pubblica Renato Brunetta e il sindaco Alemanno, ma dal megafono degli studenti sono venute anche molte critiche ai partiti di centrosinistra accumulati a tutti gli altri nella loro «irresponsabilità e inutilità».


28 marzo 2009 - Il Giornale.it

No global in corteo, lancio di fumogeni e scarpe
Brevi momenti di tensione a Roma: dalla Sapienza la manifestazione non autorizzata dell'Onda raggiunge piazza Esedra per unirsi alle proteste dei sindacati di base. Cortei e proteste anche a Londra e in Germania

Roma - Quattro fumogeni, che hanno sprigionato un colore bianco, sono stati lanciati nelle aiuole circostanti l’Altare della Patria, in piazza Venezia, mentre un altro è stato lanciato oltre la cancellata del Vittoriano. Dalla Sapienza la manifestazione non autorizzata dell'Onda raggiunge piazza Esedra per unirsi alle proteste dei sindacati di base: migliaia in piazzaper protestare contro la crisi economica e contro il G14. Cortei a Roma Vernice rossa contro banche e assicurazioni, scarpe contro il ministero guidato da Renato Brunetta. Il corteo contro il G8 sociale a Roma ha avuto solo pochi, brevi momenti di tensione, smorzati anche dall’atteggiamento delle forze dell’ordine che si sono tenuti a distanza e sono restate a presidiare le vie laterali del percorso. Anche il troncone di corteo degli studenti, ingrossato dai gruppi di Action, Blocchi precari Metropolitani e Coordinamento per la casa, che è partito dall’università La Sapienza senza avere la necessaria autorizzazione preventiva, è arrivato a destinazione senza incidenti. Solo a Piazza Venezia sono volati grida e insulti contro i finanzieri, accusati dagli studenti delle cariche avvenute all’università romana nei giorni scorsi. Della vernice rossa ha anche raggiunto un agente schierato di fronte all’Altare della Patria. I no global in piazza Per il resto la manifestazione è stata pacifica, seppure con molti petardi e fumogeni, con slogan indirizzati soprattutto contro "banchieri, padroni ed evasori" indicati come principali responsabili della crisi. Accanto agli studenti hanno sfilato disoccupati, precari, immigrati (50mila persone secondo gli organizzatori) riuniti dalla "Piattaforma di lotta" varata il 7 febbraio scorso da Cub, Cobas e Sdl, le principali sigle del sindacalismo di base. Tra gli striscioni, "No welfare, no party", "Contro la speculazione edilizia, la mercificazione del sapere e la devastazione ambientale che mondo sarebbe senza profitti" e ancora "No al protocollo onda fuori controllo", "I guerriglieri anomali contro il G14 per un nuovo Welfare", "Casa, reddito, dignità" e "Hate G8 out of control", "Veniamo dalla Sapienza, andiamo verso l’ignoto", "Contro la crisi, crea indipendenza, diffondi cospirazione". Gli slogan hanno preso di mira in particolare il ministro della funzione pubblica Renato Brunetta e il sindaco Alemanno, ma dal megafono degli studenti sono venute anche molte critiche ai partiti di centrosinistra accumulati a tutti gli altri nella loro "irresponsabilità e inutilità". Londra marcia contro il G20 Migliaia di persone, 50mila per gli organizzatori, tra le 12 e le 15mila per la polizia, sono scese in strada a Londra per partecipare ad una marcia di protesta contro la crisi e la globalizzazione, in vista del G20 del primo aprile. La marcia, battezzata Put People First (la gente prima di tutto, ndr) è cominciata alle 12 ora locale (le 13 in Italia) e i manifestanti chiedono ai leader del G20 un nuovo modello di giustizia sociale. L’atmosfera, più che da protesta, è da carnevale, con carri, musica a tutto volume e fischietti. Il corteo, partito da Victoria Embankement, lungo il Tamigi, è passato dalla piazza del Parlamento di Westminster. Una parte dei manifestanti ha anche stazionato davanti alla residenza del primo ministro Gordon Brown al n 10 di Downing Street. Tra le bandiere e i vessilli degli oltre 100 gruppi che hanno organizzato la protesta, campeggiano i cartelli con la scritta "Yes we can", l’ormai noto slogan di Barack Obama durante la campagna elettorale per le elezioni presidenziali americane. Tra gli organizzatori ci sono ambientalisti, pacifisti, gruppi anarchici e i sindacati britannici. Proteste anche in Germania Le manifestazioni su appello delle associazioni no global contro il G20 di Londra e il vertice della Nato hanno riunito 10mila persone, secondo la polizia, a Francoforte e Berlino. Gli organizzatori hanno quantificato le presenze nelle due città in circa 25mila unità. Molte organizzazioni, tra cui Attac, avevano convocato questi cortei e si attendevano 40mila partecipanti. Le manifestazioni si sono svolte nella massima calma e per il momento non sono stati riportati incidenti.


28 marzo 2009 - Avvenire.it

MANIFESTAZIONI
Roma, studenti e sindacati in corteo

"Noi la crisi non la paghiamo". È la parola d'ordine del corteo promosso da Cub, Cobas e Sdl intercategoriale alla vigilia del cosiddetto "G8 sociale", il meeting dei ministri del Lavoro e delle Politiche Sociali in programma da domani a martedì alla Farnesina. La testa del corteo - che si concluderà in Piazza Navona - è attualmente in Via Cavour: assiepati, dietro gli striscioni delle tre sigle sindacali promotrici, operai, lavoratori della scuola e del pubblico impiego, precari pubblici e privati, disoccupati, famiglie in lotta per il diritto alla casa, giovani dei centri sociali e studenti. Scarse adesioni ai cortei. Diversi i cortei organizzati oggi nella capitale: uno, quello di piazza Esedra, autorizzato, un altro, non autorizzato, raggruppa gli studenti che si sono dati appuntamento a piazzale Aldo Moro. Per ora, comunque, i manifestanti, sono ridotti a qualche centinaio. Quasi più militari che partecipanti alla dimostrazione del G8 tanto che i turisti, incuriositi da tante forze dell'ordine in tenuta antisommossa, si scatenano a fotografare gli agenti in servizio. Le tensioni con l'Onda. La componente più numerosa degli studenti è rappresentata dal movimento della "Sapienza in Onda" raccolti dietro lo striscione "guerriglieri anomali contro il G14". "Non ci rappresenta nessuno", scandiscono in coro i ragazzi invitando a spostare in coda alla manifestazione le eventuali bandiere di partito. Momenti di tensione in piazza dell'Esquilino: dopo un raid parzialmente fallito contro un'agenzia di assicurazioni, alcuni manifestanti con il volto coperto da sciarpe e cappucci, hanno rovesciato i tavolini di un bar prima di essere ripresi da altri partecipanti al corteo. Diversi commercianti di via Cavour hanno abbassato le seracinesche dei loro negozi a scopo precauzionale. Intanto gli studenti dell'Onda lasciano sui muri decine e decine di scritte: "I guerrgilieri dell'Onda reclamanto reddito", "Il protocollo è carta straccia, Alemanno e Percoraro vergogna", "L'Onda è tornata ancora più incazzata", "Guardia infame, caccia i mafiosi non gli studenti". Decine di scarpe sono state poi lanciate contro il ministero della Funzione Pubblica, nel corso del corteo che si dirige a piazza Navona. A tirare le calzature i giovani che sfilano dietro lo striscione dell'Onda, che hanno anche acceso sotto il palazzo alcuni fumogeni. Numerosi gli slogan contro il ministro Brunetta già dall'inizio del corteo tra cui: "se noi siamo guerriglieri tu verrai presto cacciato dal tuo ministero". Nel lancio cinque-sei scarpe hanno raggiunto il balcone di Palazzo Vidoni. Le ragioni dei sindacati. Cub, Cobas e Sdl, cioè il Patto di base costituito tra le tre maggiori sigle del sindacalismo di base, hanno promosso un'iniziativa con l'obiettivo di sostenere la piattaforma di lotta, varata il 7 febbraio, che prevede tra l'altro blocco dei licenziamenti, riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario, aumenti consistenti di salari e pensioni, reddito minimo garantito, continuità del reddito per i lavoratori atipici, assunzione a tempo indeterminato dei precari.


28 marzo 2009 - Corriere della Sera

Corteo da piazza della Repubblica
G8, oggi la sfida Cobas

Ieri l'occupazione di un capannone dismesso in via Prenestina da parte di 200 attivisti dei Blocchi precari metropolitani, oggi il corteo contro il G8 sul lavoro alla Farnesina. Due giorni di tensione, accompagnati dalla richiesta di Cub, Cobas e Sdl, organizzatori della manifestazione da piazza della Repubblica a piazza Navona (ore 15), di un «incontro urgente» con il ministro dell'Interno Roberto Maroni per le «ricorrenti voci di possibili provocazioni nei confronti del corteo». E mentre il movimento studentesco si è spaccato sull'iniziativa di oggi, i Cobas hanno annunciato di voler sfidare il protocollo sui cortei: «Passeremo in zone proibite - hanno detto - come Fori Imperiali, piazza Venezia e Botteghe Oscure». Strade che però sono sul percorso autorizzato dalla questura. Previsto l'arrivo di oltre 70 pullman e due treni speciali.


28 marzo 2009 - Il Manifesto

MOVIMENTI
Una piazza per chi paga la crisi
«La crisi? La paghino i banchieri, i padroni e gli evasori». Con questo slogan oggi in piazza a Roma sindacati di base, precari, studenti, centri sociali. Contro il summit dei G14. Cobas, Cub e Sdl: «Arrivano voci di provocazioni»
di Stefano Milani

ROMA - Se l'autunno è stato caldo la primavera, meteo a parte, si preannuncia bollente. In occasione della riunione dei ministri del Welfare del G14, in programma domani e lunedì a Roma, torna a farsi sentire quel pezzo della società civile del nostro paese che maggiormente sta pagando la crisi economica. C'è solo l'imbarazzo della scelta: operai, lavoratori della scuola e del pubblico impiego, precari pubblici e privati, disoccupati, famiglie in lotta per il diritto alla casa, studenti, giovani dei centri sociali. «La crisi che la paghino i banchieri, i padroni e gli evasori», recita il volantino unitario dei tre sindacati di base Cobas, Cub e SdL promotori della manifestazione che oggi sfilerà per le strade di Roma. Da piazza della Repubblica (l'appuntamento è per le 14,30) passerà per via Cavour, i Fori Imperiali, piazza Venezia, largo di Torre Argentina e corso Vittorio fino ad arrivare a piazza Navona.
Tragitto classico, anche se fuori dal protocollo ideato e voluto dal sindaco Alemanno e firmato dal prefetto Giuseppe Pecoraro che disciplina i cortei nella Capitale, condiviso dai partiti politici (con l'esclusione di Rifondazione comunista, del Pdci e di Sd) e avallato da Cgil, Cisl e Uil. Per oggi si farà dunque un'eccezione, decisa non senza frizioni e che ha reso elettrica la vigilia dopo che, denunciano Cobas, Cub e SdL, ci sono state «ricorrenti voci di possibili provocazioni nei confronti del corteo» e che hanno indotto gli stessi rappresentanti sindacali a «chiedere un incontro urgente» al ministro dell'Interno Maroni.
Tensioni a parte, al centro della manifestazione rimangono i problemi dei lavoratori e dei precari: la crisi e il lavoro. «Sono migliaia le aziende che chiudono e centinaia di migliaia i licenziamenti, ma il governo foraggia, con i soldi di tutti i cittadini, banchieri e bancarottieri che sono i veri responsabili della più grande crisi economica del dopoguerra» scrivono in un comunicato i tre sindacati di base. «I lavoratori sono lasciati in balia della crisi, i contratti non vengono rinnovati, la cassa integrazione copre in minima parte, e solo per alcuni, la perdita di salario, centinaia di migliaia di precari vengono mandati a casa senza alcun reddito, si vorrebbe rimettere mano alle pensioni e portare l'età pensionabile delle donne a 65 anni, crescono gli sfratti, si fomenta il razzismo contro gli immigrati e per impedire che i lavoratori e i cittadini si organizzino per difendere salario e diritti, il governo vorrebbe vietare gli scioperi e le manifestazioni conflittuali».
Punti chiave della piattaforma restano dunque «il blocco dei licenziamenti, la riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario, gli aumenti consistenti di salari e pensioni, reddito minimo garantito per chi non ha lavoro, l'aggancio dei salari e pensioni al reale costo della vita, la cassa integrazione almeno all'80% del salario per tutti i lavoratori, precari compresi, la continuità del reddito per i lavoratori atipici». Poi c'è il piano di edilizia con la richiesta di «massicci investimenti per la messa in sicurezza dei luoghi di lavoro e delle scuole, sanzioni penali per gli omicidi sul lavoro e gli infortuni gravi piano straordinario di investimenti pubblici per il reperimento di un milione di alloggi popolari e il blocco degli sfratti».
Oltre settanta i pullman, due i treni speciali e tante le adesioni, tra queste anche la Rete nazionale precari della scuola che invita alla mobilitazione «tutto il popolo della scuola, docenti, studenti e genitori, per i precari della scuola sono arrivati i numeri, e sono numeri da brividi, che mettono paura». A fornirli è lo stesso ministero dell'Istruzione ed è contenuto nelle tabelle allegate alla bozza di decreto interministeriale sugli organici, in questi giorni alla firma del ministro Gelmini: 42.000 cattedre in meno e ben 18.000 precari che il prossimo anno non lavoreranno. «In pratica è come se chiudesse una industria molto più grande dell'Alitalia. Il ministro afferma di studiare il problema, ma la verità è che l'unico dato certo delle sue dichiarazioni sono i pesantissimi tagli agli organici».
E poi ci sono gli studenti. Divisi, almeno nella partenza. Quelli della "Sapienza in Onda", dopo gli incidenti dello scorso 18 marzo, si vedranno a piazzale Aldo Moro (alle 14) all'ingresso della città universitaria. «Rivendichiamo il diritto a manifestare come abbiamo sempre fatto», sfidando così il famigerato protocollo. Di diverso avviso altre componenti studentesche che sfileranno fin da subito accanto ai sindacati di base. Poi, finalmente, si ritroveranno tutti a piazza della Repubblica, uno accanto all'altro per gridare: «Noi la crisi non la paghiamo».

GLI STUDENTI Raduno alla Sapienza, poi tutti in corteo
E l'Onda sfida il divieto Alemanno
di Giacomo Russo Spena

ROMA - Partono da piazzale Aldo Moro, dinanzi la Sapienza, per ribadire il loro diritto al dissenso. Dopo le cariche della polizia di mercoledì scorso, l'Onda torna a manifestare, insieme ai sindacati di base, contro il g14 sul Welfare che inizierà domani a Roma.
E lo fa sfidando quel nuovo protocollo della capitale, firmato da partiti (esclusi Prc, Pdci e da ultimo Sd), sindacati, questore, prefetto e sindaco Gianni Alemanno, che regola la nuova disciplina dei cortei romani. Infatti mentre Cobas, Cub e Sdl sfilano da piazza della Repubblica, gli universitari danno appuntamento alla Sapienza, ore 14, per confluire solo successivamente nel concentramento dei sindacati di base perché «rivendichiamo la consuetudine a partire da quel luogo che animiamo quotidianamente». È da anni che il movimento studentesco ha "strappato" la concessione di uscire dall'ateneo per manifestazioni anche non autorizzate: così è stato durante l'inondazione autunnale contro i tagli Gelmini-Brunetta. Gli studenti nei giorni scorsi hanno fatto circolare una lettera e attacchinato manifesti sui muri di mezza città per avvertire della loro decisione di partire dalla Sapienza e per evitare, spiegano, «una nuova repressione».
Come è successo mercoledì con i reparti della celere che hanno impedito a suon di manganellate agli universitari di raggiungere lo sciopero indetto dalla Cgil-Flc, in nome del rispetto del protocollo anti-cortei. «Peccato - dice Francesco Brancaccio uno dei portavoce dell'Onda - che con le loro cariche hanno sì paralizzato il traffico della zona e creato scompiglio nell'ateneo. Il protocollo è solo una misura per arginare il diritto costituzionale di manifestare liberamente e contrastare i movimenti». A vantaggio «di una scelta del tutto autoritaria».
Non a caso a piazzale Aldo Moro, dietro lo striscione «Guerrieri in Onda per un nuovo Welfare e reddito garantito», non ci sono solo gli universitari romani: previsti pullman in arrivo dal Nord-est, Pisa, Bologna e Torino. Addirittura un treno da Napoli. Mentre altri concentramenti partono da vari punti della città, per dirigersi alla Sapienza, dove oggi si gioca, quindi, una partita tutta politica tra il questore di Roma, non intenzionato a far partire cortei non autorizzati, e gli attivisti determinati a rivendicare il loro diritto a manifestare, «ad esprimere il conflitto» e a non rispettare un protocollo che «non ha valore normativo, vincola i firmatari e non chi non l'ha sottoscritto».
Oggi comunque le forze dell'ordine non avranno vita facile. Già alle 9, infatti, si danno appuntamento al liceo Virgilio gli studenti medi autorganizzati che annunciano «azioni comunicative», nel centro della capitale, lungo il percorso per università. I Blocchi precari metropolitani, invece, sfilano dalla stazione Tiburtina, invocando la ridefinizione di un welfare pubblico che parta dall'estensione dei diritti come casa, formazione, servizi e reddito. Nei giorni scorsi, insieme ad altri movimenti di lotta per l'abitare, hanno dato l'antipasto con l'occupazione di uno stabile abbandonato e dell'Abi: «Mentre i provvedimenti di sostegno alle banche e alle imprese si moltiplicano - afferma Emiliano Viccaro dello spazio sociale Horus - con le briciole che rimangono si disegnano ammortizzatori sociali insufficienti. Per questo chiediamo la moratoria di tutti i mutui». Obiettivo Sapienza anche per Action che si vede davanti allo stabile occupato De Lollis.
Una parte di universitari e studenti medi però non sfiderà il divieto del protocollo anti-cortei, decidendo di concentrarsi direttamente a piazza della Repubblica, insieme ai sindacati di base, dietro lo striscione «Per il diritto allo studio, lavoro e dissenso. Noi la crisi non la paghiamo». Comunque, fanno sapere, che «non c'è nessuna contrapposizione con l'Onda, lo spirito è unitario e la rivendicazione comune».


28 marzo 2009 - Liberazione

Roma, oggi gli universitari in corteo con i sindacati di base.
Appuntamento alla Sapienza, questa volta è sfida alla polizia
L'Onda sfida le cariche di Maroni. Contro il G14
di Daniele Nalbone

«Il protocollo sulla regolamentazione dei cortei a Roma per noi non vale». Per questo gli studenti della "Sapienza in Onda" si ritroveranno alle 14 a piazzale Aldo Moro, come sempre, davanti l'ingresso dell'ateneo, «per ribadire il diritto di poter manifestare partendo da casa nostra, dalla città universitaria». Da lì si uniranno ai collettivi degli studenti medi e insieme raggiungeranno il concentramento di piazza della Repubblica per prendere parte alla manifestazione del Patto di Base contro il G14 sugli ammortizzatori sociali, il welfare e il lavoro. Ieri, in una lettera «alla città di Roma, ai suoi cittadini e alle sue istituzioni, ai movimenti sociali, ai sindacati, alle forze politiche» hanno voluto sottolineare l'importanza di questa decisione dopo che «la scorsa settimana siamo stati vittime di cariche indiscriminate da parte delle forze dell'ordine che ci hanno impedito di uscire dalla città universitaria e di prendere parte allo sciopero generale indetto dalla Cgil-Flc». La speranza è che «questa scena non si ripeta più».Speranza che hanno voluto esplicitare anche gli organizzatori della manifestazione nazionale di oggi, Sdl, Cobas e Rdb, che hanno «chiesto un incontro urgente a Roberto Maroni, viste le ricorrenti voci di possibili provocazioni ai danni del corteo». «Le notizie che si susseguono intorno allo spezzone degli studenti che si muoverà dalla Sapienza» denuncia Piero Bernocchi dei Cobas «ci hanno messo in allarme: il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, prima ha dichiarato il divieto alla manifestazione da piazzale Aldo Moro, poi ha affermato, ieri mattina, che era disponibile ad autorizzarla ma che questa non era stata notificata». Nella lettera scritta dagli studenti della Sapienza, però, si comunica data, ora e luogo del concentramento e percorso del corteo: «Per questo, in uno Stato normale, l'obbligo formale della comunicazione della volontà di dar luogo a un corteo si riterrebbe assolto. Non vorremmo che tutta questa "attenzione" al percorso del corteo sia il preludio a provocazioni da parte della questura, magari per dar modo di parlare dei manifestanti a chi contemporaneamente sarà riunito in congresso nella stessa città» riferendosi al battesimo del Partito delle Libertà alla nuova Fiera di Roma. «L'impressione è che si stia cercando di creare ad arte un clima di tensione per far passare in secondo piano le motivazioni del dissenso». E a chi si chiede il perché di tanta determinazione nel voler partire a tutti i costi dalla città universitaria, gli studenti rispondono che «intendiamo ripartire in corteo proprio da piazzale Aldo Moro per ribadire il diritto al dissenso perché impedire con i manganelli ad un movimento di esprimersi significa negare i diritti democratici di base e lasciare spazio a iniziative politiche autoritarie». Diritto a manifestare non solo senza cariche dei reparti antisommossa di polizia, carabinieri e guardia di finanza, ma di poterlo fare «partendo dalle nostre facoltà, percorrendo la città, bloccando il traffico, facendo sentire la nostra voce». Nella lettera non manca una stoccata al protocollo "anti-cortei": «Questo non ha valore normativo e universale e non può vincolare chi il protocollo non lo ha firmato perché le regole, per valere per tutti, devono essere decise da tutti». Anche gli studenti, quindi, non si ritengono tenuti a rispettare «una cosa che non ci riguarda. Per questo non abbasseremo la testa nei confronti di chi del protocollo intende fare un uso muscolare e liberticida». In fondo sia il ministro Maroni che il rettore Frati hanno dichiarato che le cariche del 18 marzo sono state eseguite proprio in nome di quel protocollo, o meglio, «di un corretto uso del protocollo». Ma oggi si manifesterà anche contro la crisi, «la più grave degli ultimi settant'anni: questo ci spinge a lottare e a non rimanere inermi di fronte alla catastrofe che ha colpito università, ricerca, formazione, mondo del lavoro, garanzie sociali». Appuntamento alle 14 a piazzale Aldo Moro, quindi, «per tutte e tutti coloro che credono che il dissenso non possa essere messo a tacere, affinché si possa riconquistare un diritto che i manganelli vorrebbero toglierci».


28 marzo 2009 - L'Unità

Studenti e Cobas in piazza
Sull’Onda rumors di scissione
di PAOLA NATALICCHIO

«Il Prefetto dice che il nostro corteo di stamattina di Piazza Aldo Moro non è autorizzato. Ma non è così». Gli studenti de La Sapienza in Onda rispondono alle parole pronunciate ieri da Giuseppe Pecoraro, in un’intervista rilasciata a l’Unità. «Abbiamo scritto già due giorni fa una lettera pubblica, con il percorso con cui raggiungeremo i Cobas a piazza della Repubblica. Sarebbe grave se oggi si scegliesse di nuovo la strada della repressione, con il pretesto di un cavillo formale». Potrebbe essere una giornata ad alta tensione quella di oggi, a poche ore dal G8 dei Ministri del Welfare. Proprio contro il vertice politico (ma anche contro crisi economica e tagli nel settore scuola) è stata indetta da tempo la manifestazione di Cobas, Cub e SdL in partenza alle 15 da piazza della Repubblica. Manifestazione sindacale a cui, anche questa volta, come già accadde mercoledì 18 febbraio, tenteranno di unirsi gli studenti dell’Onda dell’università La Sapienza. Nessuno tra loro dimentica com’è finita dieci giorni fa: cariche della polizia, in nome del discusso protocollo sui cortei approvato pochi giorni prima. Proprio per questo, si sono dati appuntamento a piazzale Aldo Moro, dove inizieranno a confluire già a partire dalle 12, e dove saranno raggiunti da una delegazione dei Cobas, da esponenti del gruppo regionale de La Sinistra e dei Verdi e dai movimenti cittadini di lotta per la casa con cui, a partire dalle 14, cercheranno di confluire nel corteo principale. Dalla Questura, però, fanno sapere che il corteo da piazza Aldo Moro a piazza della Repubblica non è autorizzato. Serve, come già aveva ricordato il Prefetto ieri, una «richiesta formale», che andava fatta 72 ore prima del corteo e che non è mai arrivata. C’è disponibilità ad accoglierla «in deroga» e cioè anche all’ultimo minuto. Purché gli studenti la presentino, perché la «lettera aperta alla cittadinanza» diffusa giovedì non può essere considerata in alcun modo sostitutiva. «Tutte le nostre manifestazioni, anche quelle di ottobre e novembre, sono partite da piazza Aldo Moro senza che avessimo mai chiesto autorizzazione. In quei casi non abbiamo mai comunicato il luogo di arrivo dei nostri cortei o il percorso, mentre questa volta lo abbiamo reso pubblico con una lettera spedita alla stampa, ai partiti, alle istituzioni. Sarebbe assurdo se per un formalismo si decidesse di limitare il diritto al dissenso», spiega però Fabio Ingrosso, dell’assemblea de La Sapienza in Onda, annunciando l’arrivo in piazza anche di delegazioni di studenti dagli atenei di Padova, Pisa, Firenze e Napoli. «Scegliamo di partire da piazza Aldo Moro perché fatti come quelli del 18 non devono più ripetersi. L’Onda è sempre stata un movimento pacifico e democratico, ma a questo punto si gioca una partita importante e decisiva per la libertà di manifestare», aggiunge Luca Cafagna.

I COBAS: CORTEI LEGITTIMI

Anche il leader nazionale dei Cobas, Piero Bernocchi, difende l’appuntamento dell’Onda. «La manifestazione di Piazza Aldo Moro è pienamente legittima, come lo sono quelle dei movimenti di lotta per la casa. E come lo è la nostra, che è stata definita "off limits" perché segue un percorso fuori dal protocollo. Senza ricordare che il protocollo non si applica per le manifestazioni politiche e sindacali nazionali, come quelle di oggi». Bernocchi ripete: «I cortei odierni sono completamente coperti. Certo, temo tensioni e sono sorpreso dai segnali che arrivano in queste ultime ore. Soprattutto nei confronti degli studenti. Manca una richiesta formale per piazza Aldo Moro? Il percorso, però, è stato reso noto». E aggiunge: «Noi scendiamo in piazza con grande serenità e con intenzioni pacifiche. Siamo certi che nessuno creerà problemi in nome di pezzi di carta mancanti». Ma il movimento studentesco che ha infiammato le piazze lo scorso autunno e che già negli ultimi appuntamenti aveva mostrato alcuni segni di debolezza, arriva oggi in piazza attraversato da tensioni e divisioni. Una parte dei collettivi e dei movimenti studenteschi dei tre atenei romani, infatti, sceglierà di disertare l’appuntamento a piazza Aldo Moro, raggiungendo direttamente i Cobas per il corteo principale. «Nessuna spaccatura con il resto dell’Onda, ma viste le provocazioni del 18, vogliamo evitare frizioni, pur sostenendo le battaglie sociali che ci portano in piazza con i lavoratori», fanno sapere da Tor Vergata e Roma Tre. «A piazza della Repubblica, peraltro, ci riuniremo in un unico corteo», aggiungono. Ma il timore che questo possa non accadere per il rischio che succeda qualcosa nel mezzo resta nell’aria.(in collaborazione con Massimiliano Di Dio).


28 marzo 2009 - Brescia Oggi

CUB, COBAS E SDL BRESCIANI OGGI A ROMA PER PROTESTA

In occasione del vertice dei ministri del welfare del G14, oggi il sindacalismo di base bresciano - Cub, Cobas e Sdl intercategoriale - ha deciso di essere presente a Roma con un pullman, partito alle 6 dal piazzale Iveco di via Volturno. Gli attivisti nel pomeriggio parteciperanno al corteo di protesta che prenderà avvio da piazza Repubblica. In serata il rientro.

Oggi contro i tagli lo sciopero dei precari

I precari della scuola scendono sul piede di guerra e oggi aderiscono allo sciopero generale indetto da Cobas, Cub, Sdl, che invitano alla mobilitazione docenti, studenti e genitori. A spingerli verso la mobilitazione, i numeri dei tagli forniti dal ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, che parla di 42 mila cattedre in meno. «Ben 18 mila precari l’anno prossimo non lavoreranno, è come se chiudesse un’azienda molto più grande di Alitalia», si legge in un comunicato della Rete nazionale degli insegnanti precari. E se il ministro afferma di studiare il problema, «la verità è che l’unico dato certo delle sue dichiarazioni sono i pesantissimi tagli». A ciò si aggiunge la mancanza di certezza sulle prossime immissioni in ruolo «in violazione della Finanziaria 2006, che prevedeva la stabilizzazione di 150 mila precari». E si va allo sciopero.
OLTRE ALLA «MORTE economica» dei licenziati del Sud, che non avranno altre possibilità d’impiego, a pagare le spese della «mattanza» - dicono i precari - sarà la qualità della scuola pubblica, tant’è che «chi se lo può permettere si sta già affrettando a iscrivere i figli alle scuole private». E all’inizio del prossimo anno scolastico le famiglie si troveranno di fronte alla «sgradita sorpresa» di non vedere accolte le loro richieste nella scuola primaria. I tagli saranno fatti pure «senza tener conto della legge sulla sicurezza, delle esigenze delle realtà locali e degli alunni disabili». E il prossimo anno scolastico «inizierà nel caos».
Perciò, ai sindacati che hanno cercato il dialogo con il governo, la Rete risponde invitando a far ripartire l’onda di protesta nelle piazze.
E lancia un ventaglio di richieste che va dall’abolizione della 133 sui tagli e del Ddl Aprea al pieno rispetto della 626 sulla sicurezza, dall’organico adeguato di insegnanti di sostegno alla totale copertura delle cattedre dal primo settembre, dall’assunzione a tempo indeterminato sui posti vacanti all’estensione ai precari dei diritti dei docenti di ruolo.(MI.VA.)


28 marzo 2009 - La Repubblica

È polemica sulle autorizzazioni. La questura: dagli universitari nessuna richiesta.
In piazza anche i centri sociali
Cortei, la sfida di studenti e Cobas
Pomeriggio di manifestazioni anti-G8. "Percorreremo le vie vietate dal protocollo"

I grandi della Terra si incontrano a Roma e la città si prepara ad una giornata di cortei. La manifestazione ufficiale, indetta dai sindacati, partirà alle ore 15 da piazza della Repubblica e arriverà a piazza Navona passando anche per strade vietate dal protocollo sui cortei. A percorrere vie "off limits" saranno anche i centri sociali e gli studenti dell´Onda che, riferisce la Questura, «non hanno chiesto nessuna autorizzazione formale per il loro percorso». Bisognerà dunque vedere quale sarà il comportamento delle forze dell´ordine, ma gli universitari avvertono: «Ci incontreremo alle 14 a piazzale Aldo Moro e non piegheremo la testa al protocollo sui cortei».

La rivolta contro il "G8 lavoro" Onda in marcia dalla Sapienza
La questura: non hanno chiesto l´autorizzazione.
Gli studenti hanno inviato una lettera alla città e alla polizia, ma non una richiesta formale
di MARIA ELENA VINCENZI

Riunione ministeriale del "G8 lavoro" e cortei, ancora attriti tra forze dell´ordine e manifestanti. Prima ancora che tutto inizi, i nervi sono già tesi. Da un lato, prefettura e questura. San Vitale conferma di non aver ricevuto la richiesta dell´Onda per marciare dalla Sapienza a piazza della Repubblica. Nonostante la disponibilità, annunciata anche dal prefetto Giuseppe Pecoraro, ad accettare richieste tardive: la legge stabilisce infatti che i preavvisi debbano essere presentati tre giorni prima. Stavolta, tuttavia, c´era la disponibilità a fare uno strappo alla regola accogliendo la comunicazione anche all´ultimo momento. Gli studenti però lo hanno comunicato alla città, con una lettera spedita ai giornali. E dicono di averla inviata anche alla questura e al Campidoglio, oltre che ai giornali. Ma per la questura non si tratta di una richiesta formale.
Il percorso deciso dagli studenti non fa parte del protocollo sui cortei: la Sapienza non è centro storico. E gli universitari vogliono partire proprio da piazzale Aldo Moro per poi unirsi al corteo dei sindacati di base. Ma se gli studenti non hanno intenzione di chiedere autorizzazioni, anche le parti sociali sfidano il Viminale dicendo no ai cambiamenti di percorso richiesti dalla polizia. Lo slogan "La crisi la paghino i banchieri, i padroni e gli evasori" è perentorio. «Nonostante la questura ci abbia chiesto di dirottare la manifestazione in ossequio al protocollo sulla regolamentazione dei cortei, sfileremo lungo il classico percorso delle grandi manifestazioni, da piazza della Repubblica fino a piazza Navona, passando per alcune zone proibite dal "protocollo ammazzacortei"». Queste le dichiarazioni dei sindacati di base.
Il corteo - che era stato autorizzato prima della sigla del protocollo - percorrerà dalle 15 alcune zone ritenute "off-limits" dal successivo accordo sulla regolamentazione dei cortei, come l´ultimo tratto di via Cavour, via dei Fori Imperiali, piazza Venezia e via delle Botteghe Oscure. «Avevamo già ottenuto l´autorizzazione a fine gennaio - spiegano gli organizzatori - il corteto non sarà dirottato verso Porta Maggiore e San Giovanni, come ci aveva chiesto la questura». Per la manifestazione, organizzata da Cub, Confederazione Cobas, SdL e a cui aderiranno anche i movimenti studenteschi, sono stati organizzati oltre 70 pullman e due treni speciali.

Dalla "battaglia dei cuscini" degli studenti medi davanti al Virgilio fino alla manifestazione dei Cobas
Sit-in, blocchi stradali, cortei ecco il lungo giorno della protesta
Si dividono gli universitari: Roma Tre e Tor Vergata non partiranno da piazzale Aldo Moro
di LAURA MARI

Il corteo ufficiale, quello indetto da Cub, Cobas e Sdl, è previsto alle ore 15. Ma la lunga giornata delle contestazioni contro il G8 lavoro inizierà molto prima. Con blocchi stradali a sorpresa, sit-in non autorizzati e iniziative che intendono sfidare il protocollo sui cortei. Manifestazioni in zone off-limits che però dividono anche il popolo dell´Onda, perché una parte degli universitari (tra cui gli studenti di Roma Tre e Tor Vergata) partirà comunque da piazza della Repubblica e non da piazzale Aldo Moro. Ma andiamo con ordine.
I primi problemi potrebbero nascere intorno le ore 13, quando dalla stazione Tiburtina inizieranno a confluire verso il centro i manifestanti dei centri sociali e delle realtà antagoniste che hanno già annunciato blocchi stradali e mini-cortei non autorizzati diretti a piazza della Repubblica. Altre due manifestazioni non autorizzate dalla questura e dalla prefettura partiranno, sempre attorno alle ore 13, da via De Lollis (nel quartiere San Lorenzo) e da Porta Pia. Un´ora dopo, invece, a piazzale Aldo Moro si raduneranno gli studenti dell´Onda e della Sapienza, che dopo le cariche delle forze dell´ordine e le polemiche dei giorni scorsi, intendono ribadire il loro «diritto a manifestare senza dover sottostare ad un protocollo mai sottoscritto dall´Onda». Da piazzale Aldo Moro gli studenti (accompagnati dai Verdi e dalla Sinistra) se non saranno bloccati dalle forze dell´ordine, dovrebbero arrivare a piazza della Repubblica per unirsi al corteo dei sindacati.
In mattinata, invece, gli studenti medi dei licei romani si incontreranno a via Giulia per inscenare, davanti all´ingresso del Virgilio, una maxi battaglia dei cuscini. Un "pillow-fight" che vuole essere di buonaugurio ad una giornata dove si prevede che non mancheranno momenti di tensione.

"Inconcepibile chiudere Mirafiori" Marchionne rassicura i sindacati. Airaudo: "Dipende dalle alleanze"
Un mezzobusto dell´ad innalzato dai Cub al Lingotto
Chiesto un incontro anche al governo
di STEFANO PAROLA

Torino - Per qualche ora le parole di Sergio Marchionne creano qualche timore nei lavoratori torinesi della Fiat: «Quasi cinque anni fa avevamo detto che non avremmo chiuso nessuno stabilimento in Italia - dice l´amministratore delegato del gruppo agli azionisti -. Ma oggi che la crisi ha spinto oltre il limite di quelle condizioni di sostenibilità, è necessario rendersi conto che non si tratta più di un problema solo della Fiat». E poi ha aggiunto: «A livello globale è quanto mai necessaria una seria ristrutturazione di questa industria». Frasi che fanno tremare. Il sospiro di sollievo per Torino arriva a fine pomeriggio, quando Marchionne precisa: «Certo è assolutamente inconcepibile che chiuda Mirafiori, perché si trova vicino al cervello pensante del gruppo. Sarebbe l´ultimo in ordine cronologico». Pericolo scampato. O quasi.
Perché le riflessioni sul futuro dei livelli occupazionali dello stabilimento torinese scattano in automatico. Secondo il segretario della Fiom Torino, Giorgio Airaudo, nessuno può stare tranquillo: «Marchionne - sostiene il sindacalista - dice giustamente che alla fine di questa crisi nel mondo ci sarà una capacità produttiva di molto superiore rispetto a quanto può assorbire il mercato. Saranno fondamentali le alleanze e il rischio è che Fiat ne trovi una in cui non è sufficientemente sostenuta dallo Stato. Basti pensare a cosa sarebbe allearsi con case francesi o tedesche, molto aiutate dai loro governi mantenere gli stabilimenti in patria. Mirafiori sarà anche vicina al cervello, ma se l´alleato fosse più forte il cervello potrebbe diventare un altro». «Tra un anno e mezzo - dice Maurizio Peverati, leader della Uilm Torino l´industria non sarà più quella di oggi. L´azienda dovrà investire nel modo giusto per capire cosa vorrà il mercato. Tenendo presente che noi vogliamo che i livelli di produzione in Italia siano mantenuti». Per Claudio Chiarle, numero uno della Fim, si è trattato più che altro di un messaggio al governo, che in settimana aveva garantito attenzione ai lavoratori di Pomigliano: «Il problema della ristrutturazione esiste - sostiene Chiarle - . Però tutti devono fare il massimo per tenere le fabbriche aperte. Il segnale che vuole darci Marchionne è questo: dobbiamo aiutare l´azienda a essere più competitiva e a farne un campione a livello europeo».
Temi scottanti, che Fim, Fiom, Uilm e Fismic vorrebbero affrontare con Fiat e con il governo. Ieri alcune Rsu hanno presidiato l´ingresso del Lingotto, dove si svolgeva l´assemblea, e hanno distribuito una lettera in cui chiedevano a Marchionne «un incontro per assicurare e dare prospettive ai lavoratori». Anche perché, si legge nella missiva «vi è il rischio che gli stabilimenti vengano messi gli uni contro gli altri». E mentre distribuivano i volantini, sulle loro teste svettava un mezzobusto raffigurante l´ad in preghiera, posizionato davanti all´ingresso dai lavoratori della Cub.

L´accordo La vertenza Taxi Nuova centrale per la Cotabo
Via Carracci, in arrivo indennizzi per 55 alloggi
Sciopero al Marconi lunedì servizi a rischio

Bologna - Sbloccato il braccio di ferro con Rfi sugli indennizzi per i residenti di via Carracci. Per i lavori Tav verranno infatti risarciti altri 55 appartamenti, finora non considerati frontisti diretti del cantiere ma che subiscono comunque i disagi per la polvere sollevata dai lavori.
A patto, però, che rinuncino agli eventuali contenziosi in atto con Rfi. Per loro, l´indennizzo calcolato è pari al 50% di quello pagato a chi si affaccia direttamente sul cantiere: dunque, si parla di circa 110 euro al metro quadrato.
Questi indennizzi, va ricordato, si vanno ad aggiungere alle 442 richieste già accolte (sulle 571 domande presentate da parte dei residenti) e alle 35 attività commerciali che saranno risarcite. Inaugurata ieri alla presenza del sindaco Sergio Cofferati la nuova centrale operativa della «Cotabo», la più grande cooperativa bolognese di taxisti. L´investimento è stato di 1,4 milioni per un nuovo sistema basato sulla tecnologia «Gpr-Gprs» otto volte più veloce del segnale via radio. Tutte le auto saranno dotate di satellitare e del lettore per le carte di credito, mentre sarà possibile prenotare il taxi via Internet e con un sms. Le linee telefoniche da 27 sono diventate 45 tanto che le chiamate inevase sono scese dal 15% al 5% già in questi giorni in cui il sistema è in rodaggio. La centrale governerà il traffico delle 520 auto della cooperativa anche su tutto il territorio nazionale. Servizi aeroportuali a rischio lunedì al Marconi di Bologna per uno sciopero locale dalle 12 alle 16.
Secondo quanto ha reso noto lo scalo bolognese, a causa di uno sciopero di quattro ore proclamato da Cub Trasporti che interessa i lavoratori di Giacchieri, Koop Service, Bas, Marconi Handling, Fast Freight Marconi e Sab, dalle 12 alle 16 i servizi aeroportuali potrebbero non essere garantiti.
Per informazioni sui voli è possibile telefonare allo 051-6479615, oppure consultare il sito dell´aeroporto, all´indirizzo web www. bologna-airport. it, nella pagina relativa ai voli in tempo reale.


28 marzo 2009 - Savona news

Savona: precari, oggi la grande manifestazione a Roma

Savona - E' partita anche da Savona una delegazione che oggi alle 15 sarà in piazza della Repubblica per la protesta indetta dal patto di base (Cobas-Cub-Sdl) e dalle organizzazioni nazionali dei precari per contestare le novità della riforma della scuola. Intanto, sempre per quanto riguarda la scuola, mercoledì 1 aprile i Cobas hanno indetto per le 20,30 un'assemblea che si terrà nella sala della Chiesa Evangelica di piazza Diaz, a Savona. Sarà l'occasione per fare il punto sulle iniziative nazionali e locali.


28 marzo 2009 - EPolis Roma

Via Pincherle. Giacomazzi partecipa all'incontro in prefettura: lunedì la proposta
Tavolo tra proprietà e inquilini, stop alle vendite per 10 giorni
L'imprenditore genovese: «Non siamo speculatori». Le istituzioni: faremo il nostro
di Marta Rossi

Roma - Lo striscione "Pincherle ovunque" ancora non può andare in soffitta, ma per ora può essere arrotolato. Ieri, in prefettura, c'è stato il tavolo tecnico con Mario Giacomazzi il quale ha deciso di arrivare a Roma da Genova dopo che gli inquilini si erano incatenati nel capoluogo ligure. Per ora, dunque, da parte del Comune c'è stata la richiesta di una moratoria delle vendite degli appartamenti per una decina di giorni, spiega l'assessore alla Casa Alfredo Antoniozzi: «Abbiamo chiesto alla proprietà di avere una proposta di acquisto reale, anche se oggi non c'è ancora una cifra sul tavolo, e lunedì sarà recapitata alle istituzioni. Allo stesso tempo abbiamo avviato un approfondimento per verificare lo stato dell'arte, per sapere quanti sono i rogiti e quante le caparre, e per verificare le tutele per gli inquilini». L'appuntamento, quindi, è per lunedì quando le parti legali potranno calcolare i costi e definire una proposta di acquisto da sottoporre alla Regione e al Comune. «La palla passa ora alle istituzioni», spiega Roberta Cecili, presidente del comitato inquilini. «Siamo soddisfatti per questo primo risultato ottenuto grazie alla testarda resistenza degli inquilini di Via Pincherle - commenta Angelo Fascetti dell'Asia Rdb - e chiediamo al Comune e alla Regione di svolgere fino in fondo il ruolo di tutela del diritto all'abitare». «Se siamo qui è perché vogliamo risolvere il problema. Lunedì farò conoscere le mie richieste in assoluta trasparenza - dice Giacomazzi al termine dell'incontro -. Noi facciamo questo lavoro per avere un margine, ma non siamo speculatori estremi né vogliamo esasperare i concetti d'impresa sulla pelle di gente che, a volte, non ha neanche i soldi per pagare l'affitto». «Si è riaperta la trattativa che si era bloccata dopo che la proprietà aveva rifiutato la proposta di acquisto della Regione Lazio con l'impegno del gruppo genovese di formalizzare una nuova richiesta alla Regione Lazio e, nel contempo, di bloccare ogni ulteriore operazione di vendita», spiega il presidente dell'XI municipio Andrea Catarci. «Ribadiamo la nostra disponibilità a fare il nostro dovere insieme con il Comune. Ringrazio il prefetto per la sua risolutezza nel cercare una soluzione all'emergenza abitativa», è invece la dichiarazione di Mario Di Carlo, assessore regionale alla Casa. «Credo che stiano maturando tutte le premesse per dare una risposta positiva alle attese degli inquilini di via Pincherle», dichiara Marco Visconti, delegato del sindaco per l'emergenza abitativa. L'appuntamento è quindi per lunedì: «Non molliamo», dicono gli inquilini arrotolando lo striscione che, per ora, ancora non è pronto per andare in soffitta.

La protesta

«Se l'avessimo saputo, ci saremmo mossi per tempo...» dicono gli inquilini. Perchè lo sblocco della trattativa si è avuto dopo che alcuni di loro con Angelo Fascetti di Asia sono arrivati a Genova per incatenarsi alla Giacomazzi che ieri commentava: «Uno dei pochi casi in cui siamo dalla stessa parte».


28 marzo 2009 - EPolis Torino

Subito il via ai contratti di solidarietà, ma finchè la Legge non cambia, non sono attuabili
I sindacati critici con il Lingotto «Serve più chiarezza sulla crisi»
L'amministratore delegato disposto ad aprire subito il tavolo per discutere il futuro

Torino - Se dentro il Lingotto si respirava l'aria molto chic dell'evento economico-finanziario, in via Nizza impazzavano le musiche di protesta utopia (Imagine, Comandante Che Guevara, Ivano Fossati). A posizionare le casse contro il Lingotto sede dell'assemblea degli azionisti di Fiat, decine di sigle sindacali, presenti con vessilli ed anche un assai fedele riproduzione di Marchionne in gommapiuma. Alle sue spalle una foto della statua della libertà e un messaggio sibillino: "Marchionne ha l'incubo Chrysler, dopo le belle parole non è che ci fregano come GM?". A dirla tutta con General Motors fin di lusso, due miliardi cash in dono per scindere un'alleanza che aveva messo le ali al titolo, fu l'inizio della rinascita. "Ma quale rinascita, quella di Marchionne è una gestione virtuale - spiega Piergiorgio Tiboni, coordinatore nazionale dei Cub Fiat, ieri ce n'erano da Melfi, Arese e Pomigliano - devono far partire al più presto i contratti di solidarietà, per lavorare meno ma lavorare tutti". In merito Marchionne si è detto possibilista: "Noi siamo disponibili, purtroppo l'attuale normativa però non lo consente - ha spiegato agli azionisti rappresentanti dei sindacati che sono intervenuti in assemblea - perché se un lavoratore fa anche solo 10 minuti di cassa, viene conteggiata un'intera settimana. Se la Legge cambia, siamo pronti". L'amministratore delegato di Fiat ha risposto anche a Maurizio Peverati che chiedeva un tavolo di confronto ed incentivi veloci e rapidi per l'occupazione: "Noi siamo disposti a sederci intorno a un tavolo anche subito - ha risposto Marchionne - il problema è che non c'è domanda, è una situazione troppo delicata per avere le risposte classiche". È stato però lo stesso Marchionne ha sollevare alcuni temi fondamentali nella gestione presente e futura della Fiat, a cominciare dalle delocalizzazioni: "Delocalizzare tutti gli impianti produttivi è una strategia molto pericolosa - ha spiegato durante la sua relazione - che non porta necessariamente sviluppo nei Paesi in cui l’azienda va ad insediarsi e può provocare invece effetti negativi nel Paese d’origine". "Le dichiarazioni odierne dell’ad del gruppo Fiat, Sergio Marchionne, sono confortanti per una serie di punti riguardanti il futuro della casa torinese, l’utile dichiarato, i segnali di ripresa colti, la conferma degli obiettivi 2009 - ha commentato il segretario nazionale Uilm responsabile per il settore auto, Eros Panicali - in questo contesto sarebbe importante un gesto di fiducia verso gli addetti del Gruppo: il saldo di luglio del premio di risultato relativo al 2008, corrispondente a 1.100 euro. E' quanto il sindacato si aspetta per i lavoratori della Fiat". "Le garanzie di Marchionne non sono sufficienti - dichiara invece il segretario nazionale dell’Ugl Metalemeccanici, Giovanni Centrella - nonostante gli appelli da parte nostra e gli aiuti ricevuti dal governo, Fiat continua a comunicare le sue intenzioni solo ai mezzi di comunicazione mentre andrebbero discusse in un confronto aperto".


28 marzo 2009 - Il Bologna

Marconi. Disagi in vista per i passeggeri
Sciopero all'aeroporto, lunedì stop di quattro ore

Bologna - Problemi in vista per chi viaggia. Sciopero, lunedì, all’aeroporto Marconi. Lo scalo informa i passeggeri che, a causa di una mobilitazione di quattro ore proclamata da Cub Trasporti, dalle ore 12 alle ore 16 i servizi aeroportuali potrebbero non essere garantiti. Lo sciopero interesserà i lavoratori di Giacchieri, Koop Service, Bas, Marconi Handling, Fast Freight Marconi e Sab. Per informazioni sui voli, è possibile telefonare al numero 051/6479515, oppure consultare il sito dell’aeroporto, all’indirizzo www.bolognairport.it, nella pagina relativa ai voli in tempo reale. Ma, per ottenere ulteriori informazioni sugli scioperi, è possibile anche consultare il sito della Commissione di garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero, all’indirizzo www.commissionegaranzisciopero. it. Sempre lunedì mattina, verrà presentata e inaugurata la nuova base Ryanair proprio all’aeroporto Marconi. La zona check in Area 3, al piano terra, ospiterà stand espositivi delle città di destinazione, con distribuzione di materiale informativo e degustazione di prodotti tipici.(DGG)


28 marzo 2009 - Corriere del Mezzogiorno

Ospedale di Agropoli, occupata la direzione

Agropoli - Medici e infermieri dell'ospedale civile di Agropoli incrociano le braccia e occupano la direzione sanitaria. Uno sciopero per protestare contro la carenza di personale infermieristico e tecnico e perchè il tentativo di «raffreddare» il conflitto con la direzione generale dell'Asl Sa 3, portato sul tavolo della Prefettura, è fallito. Inevasa la richiesta avanzata al neocommissario dell'Asl unica, Fernando De Angelis «di un incontro urgente per verificare la possibilità di revoca della giornata di sciopero» dal segretario provinciale RdB Cub Sanità, Vito Storniello. Alta l'adesione allo sciopero: 78 infermieri e 7 dirigenti medici, La percentuale è dell'80%.


28 marzo 2009 - Il Giornale

Via Pincherle, un po’ di ossigeno: vendite congelate per dieci giorni
di Marcello Viaggio

Roma - Via Pincherle, stop alle vendite per 10 giorni. Lunedì la proprietà farà sapere al Comune il prezzo degli alloggi. Ieri mattina si è tenuto in Prefettura l’atteso tavolo di mediazione. All’incontro, presieduto dal prefetto Giuseppe Pecoraro, hanno preso parte Alfredo Antoniozzi, assessore alla casa del Comune di Roma, Mario Giacomazzi, proprietario dell’immobile di via Pincherle 153/169, e i rappresentanti della Regione. Davanti al portone della Prefettura, gli inquilini dei 116 alloggi in vendita, sostenuti dal sindacato Asia-RdB, hanno esposto un lungo striscione: «Pincherle ovunque».
Una vicenda intricata. «Ma intanto abbiamo ottenuto una moratoria di 10 giorni nelle vendite - spiega Antoniozzi -. Ho chiesto di leggere le carte, ho chiesto di sapere qual è la richiesta economica della società. A oggi manca ancora un calcolo serio, preciso, a parte alcune cifre buttate lì a caso. Il sindaco Alemanno, però, mi ha espressamente indicato di risolvere la questione». Da accertare ancora tante cose. In particolare che tipo di compromesso è stato firmato con i privati. «I legali di Giacomazzi mi hanno parlato di rogiti, di caparre - continua Antoniozzi -. Noi abbiamo accertato che una ventina di appartamenti sono ancora invenduti, mentre sugli altri ci sarebbero atti in corso, ma niente di definitivo. Atti, secondo i legali degli inquilini, da cui si può recedere senza penali». L’assessore a ogni buon conto ha chiesto a Giacomazzi il rispetto delle tutele: «Alcuni inquilini, specie quelli più anziani, vivono dentro quelle case da tanti anni. Se non si trovasse un accordo hanno comunque diritto a restare ancora per 2+3 anni. Da lunedì faremo chiarezza anche su questo». Per ora, di sicuro, la proprietà è disposta a trattare. Poi si vedrà. Non si esclude che possa abbassare le pretese economiche verso gli inquilini. Molti sono pensionati a basso reddito. MarcoVisconti, delegato del sindaco all’emergenza abitativa, professa ottimismo: «Nei primi giorni della prossima settimana ci sarà un nuovo incontro, durante il quale la Regione avanzerà una proposta di acquisto. Credo che stiano maturando tutte le premesse per dare una risposta positiva alle attese degli inquilini di via Pincherle».
La vicenda era esplosa una ventina di giorni fa, all’annuncio di Giacomazzi di avere venduto 98 dei 116 alloggi. Immediata la protesta degli inquilini. Dapprima la sospensione del pagamento dell’affitto. Poi, il tentativo di occupare un alloggio vuoto nello stesso palazzo. Infine, il 12 marzo, l’occupazione simbolica della sede delle Assicurazioni Generali, in piazza Venezia. Il colosso assicurativo fino a dicembre 2008 era proprietario dell’immobile: «Ora non si può sottrarre alle proprie responsabilità - denunciano gli inquilini - dopo aver assunto, prima della cessione a Giacomazzi, un impegno formale con il prefetto e la Regione sul blocco delle vendite a terzi, per consentire l’acquisto in blocco degli appartamenti non opzionati dagli inquilini all’Ater, al fine di tutelare chi non ha potuto acquistare». Il 24 marzo la protesta arriva a Genova, sede della Giacomazzi/Area Mestre. Giacomazzi si dichiara disposto ad annullare i contratti di vendita già stipulati, «se le amministrazioni terranno conto delle penali previste per le mancate vendite». Il quantum si saprà lunedì.


28 marzo 2009 - Il Mattino di Padova

«Sarà una gigantesca speculazione edilizia»
LA POLEMICA Verdi e Amissi: no al nuovo polo

Padova - Un «no» secco al progetto del nuovo ospedale a Padova Ovest. Un intervento che non serve e che nasconde una speculazione edilizia spaventosa. Il tutto gestito, finora, con possibilità di partecipazione zero per cittadini, pazienti e utenti. A dirlo è la neonata «Rete per la città sana», comitato variegato composto da una spina dorsale formata dai verdi, dai rappresentanti sindacali di base della sanità, dall’Adl fino agli Amissi del Piovego. Rimostranze messe nero su bianco in un dossier.
LA SPECULAZIONE EDILIZIA. «E’ il vero obiettivo di Giancarlo Galan». La «rete» riporta le parole di un documento preliminare strategico regionale del dicembre scorso. Argomento: il nuovo polo della salute a Padova. Con l’obiettivo dichiarato di recuperare la zona Giustinanea, valorizzandone la volumetria per ottenere «il massimo profitto». Una delle più grandi speculazioni edilizie mai viste in città, dice il dossier. Al posto del complesso arriverebbero case, uffici e alberghi. Per farlo ci vuole il permesso del Comune, che dovrebbe cambiare la destinazione della zona. Ma come spiega Aurora d’Agostino, capogruppo dei Verdi in comune, «che rimanga Zanonato o vinca la destra la speculazione si farà».
L’AMBIENTE CALPESTATO. Inizio anni Cinquanta. Per costruire il policlinico universitario si abbatte un pezzo delle mura cinquecentesche, si piazzano tre cliniche sopra il bastione Girolamo Corsaro e si tombina un tratto del canale dei Gesuiti. Il tutto col parere contrario dell’urbanista Luigi Piccinato, che già nel 1952 chiedeva la delocalizzazione del polo sanitario. «Nel progetto della Regione non è previsto niente per recuperare questi scempi» spiega Elio Franzin, degli Amissi del Piovego.
IL RISCHIO DEL PRIVATO. Il nuovo ospedale sarà realizzato con il project financing: il privato investe in un’opera pubblica, garantendone la realizzazione in tempi celeri e permettendo alle istituzioni di sborsare meno soldi. Ma una volta terminata l’opera si rivarrà con la gestione di alcuni servizi. Per Padova il costo previsto è di 1250 milioni di euro, di cui 700 privati. Per recuperare una cifra così elevata il pubblico dovrà «lasciare» in mani altrui i servizi alberghieri, i laboratori e la diagnostica. Per la «rete» diventerebbe una sanità privata pagata coi soldi dei contribuenti.
LA QUALITA’ DELLE CURE. «Sarà più facile farsi un trapianto di cuore che un’ernia al disco». Il paradosso è denunciato da Roberto Marinello, sindacalista Adl. Il nuovo ospedale prevede una riduzione da 1590 a 1110 posti letto, con maggior investimento sulle eccellenze (come i trapianti appunto), sacrificando le patologie croniche, in maggiore crescita e riguardano gli anziani.(e.a.)


28 marzo 2009 - Il Messaggero

ROMA. Resta la possibilità dell’arresto del datore di lavoro...
di DIODATO PIRONE

ROMA - Resta la possibilità dell’arresto del datore di lavoro in caso di grave inosservanza delle norme ma in caso di violazione formale si passa alla multa. Inoltre le sanzioni vengono modificate, in alcuni casi aumentandole, in altri diminuendole.
Questi sono alcuni dei punti cardine del decreto legislativo che modifica il Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro del governo Prodi.
Il decreto, assicura il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, «irrobustisce la protezione» dei lavoratori, fa chiarezza lì dove regnava invece l'incertezza, e ristabilisce criteri «ragionevoli» nelle sanzioni alle imprese. E, soprattutto, resta «aperto» perché, oltre all'esame della Conferenza Stato-Regioni e delle Commissioni parlamentari, sarà anche sottoposto alle parti sociali. Tra i sindacati c'è però già chi insorge, come il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, che giudica le modifiche «un grave errore». La Fiom parla di «più morti sui posti di lavoro» mentre la Cisl sostiene che «il testo è migliorabile».
Multe. Secondo Epifani le sanzioni vengono infatti «attenuate». Ma per il ministro del Lavoro non è affatto così e, dice, la Cgil dimostra in questo caso che il suo «è solo un pregiudizio». Rispetto al Testo Unico «qualche volta la sanzione è di più, qualche volta è di meno», ha precisato Sacconi. Per aggiornarle il governo ha preso come riferimento i valori della legge 626 del '94, ha calcolato l'inflazione accumulata nel periodo, che è del 36%, ed è «andato oltre», stabilendo un aumento del 50% rispetto a quegli standard. In questo modo la sanzione arriva per il datore di lavoro a un massimo di 8.000 euro. È stato inoltre introdotto un meccanismo «di scala mobile» che permette di adeguare le sanzioni «automaticamente» nel tempo. Si è così posto fine al sistema «irrazionale» del Testo Unico, ha detto Sacconi, adottando criteri «ragionevoli».
Arresto. Nel nuovo decreto rimane l'arresto per il datore di lavoro che non procede alla valutazione del pericolo nelle aziende ad alto rischio. Insomma resta valido nel caso di violazioni sostanziali. Per le violazioni formali, invece, laddove era prevista l'alternativa arresto-ammenda si passa alla sola sanzione amministrativa ma. Per Sacconi si tratta di «pochissimi casi». Per la Cgil «di un segnale sbagliato»..
Violazione. Rispetto al Testo Unico viene sostituito inoltre il concetto di «violazione reiterata» con quello di «violazione plurima». Se cioè nel precedente testo, ha sottolineato il ministro, la sospensione dell'attività aziendale era prevista in caso di violazioni dello stesso tipo reiterate nel tempo, ora è prevista invece nel caso in cui alla prima verifica si riscontrino «almeno tre ipotesi di gravi violazioni» o la stessa violazione si ripeta «per la seconda volta in un biennio».
Precari. Nel provvedimento sono previste inoltre tutele specifiche per i lavoratori atipici e flessibili, e viene rafforzato il ruolo dell'Inail.
Commenti. Le modifiche piacciono alle organizzazioni datoriali, che avevano criticato il precedente Testo Unico. Per Confindustria, Confartigianato, Cna, Confcooperative, Confcommercio e Confesercenti - sia pure con toni diversi - il nuovo decreto è un sostanziale passo avanti. Musica molto diversa sul fronte sindacale dove la Cisl apre al confronto e - come detto - parla di testo migliorabile con la possibilità di assicurare premi alle imprese virtuose mentre Cgil, Fiom e Rdb-Cub sono molto critiche.
Da riferire infine i commenti dell’opposizione con gli esponenti del Pd, Cesare Damiano, Enrico Letta e Tiziano Treu si dicono «fortemente preoccupati che il governo abbassi la guardia su un tema così rilevante. Non abbiamo obiezioni di fronte a correzioni formali o a miglioramenti che favoriscono la prevenzione. Siamo contrari a modifiche sostanziali».


28 marzo 2009 - Il Mattino

Salerno. Ripristinare l'efficacia e l'efficienza dei servizi...
di GIANLUCA SOLLAZZO

Salerno - Ripristinare l'efficacia e l'efficienza dei servizi per soffermarsi poi sulla risoluzione della problematica organizzativa relativa all'omogeneizzazione delle tre Asl salernitane, «dobbiamo vagliare gli approcci giusti alle tre realtà che ci siamo trovati di fronte, ora stiamo cominciando a darci solo una organizzazione straordinaria». Parla così il neocommissario Fernando De Angelis, dopo aver fatto ritorno dal vertice svoltosi ieri a Napoli e presieduto dal governatore Antonio Bassolino cui hanno preso parte i commissari e i subcommissari delle Asl della regione, «è stato un incontro utile per stabilire le linee guida e gestionali da portare avanti in questa fase di commissariamento sui cui Bassolino ha espresso la sua massima fiducia». Dopo la tappa di Napoli Fernando De Angelis ha varcato la soglia dell'ormai ex Asl Sa 2 di via Nizza accompagnato dai due nuovi subcommissari che lo aiuteranno nella sua opera di traghettatore delle tre Asl salernitane verso l'accorpamento stabilito nel nuovo piano regionale: si tratta di Bruno Rosati e Walter Di Munzio, rispettivamente subcommisario amministrativo e sanitario. Dopo l'insediamento di martedì, il neocommisario De Angelis, arrivato nella sede di via Nizza intorno alle 16, ritorna a Salerno per rendere note quelle che sono le disposizioni chiarite in sede regionale, tra cui la priorità di garantire la funzionalità dei servizi. «La nostra azione è volta a correggere eventuali diseconomie - chiarisce - ma il punto di partenza indispensabile è quello di assicurare la corretta fruizione dei servizi ai cittadini». Piena efficienza ed efficacia dei servizi che a detta di Ferdinando De Angelis non può prescindere dall'abbattimento delle liste d'attesa, «la prima risposta da dare all'utenza è proprio questa, come ci ha chiesto di fare il governatore Bassolino», perché «porre un argine alla situazione debitoria della sanità regionale non deve determinare un cortocircuito che tocchi la sfera della funzionalità dei servizi e delle prestazioni». Sul tavolo del commissario De Angelis c'è la questione dell'asl unica, «ci saranno delle riunioni nei prossimi giorni per vagliare il giusto assetto organizzativo», oltre al quadro della situazione debitoria, «i dati sono ancora complessi e un buco di 100 milioni è solo auspicabile, magari sia riconducibile a questa cifra». Ma una prima fase di criticità è stata già messa alle spalle: «È stato assicurato il pagamento degli stipendi al personale». Restano poi in sospeso le convenzioni con le associazioni di volontariato, ma De Angelis chiarisce che «varrà il principio di continuità amministrativa senza bloccare qualsiasi adempimento». In chiusura la carenza di personale all'ospedale di Agropoli. Ieri i sindacati hanno occupato la sede della direzione sanitaria. «Non ce ne andremo - ha detto Vito Storniello della RdB Cub - finchè non incontreremo il commissario». De Angelis ribatte: «Si tratta di una realtà che non offre ancora una piena funzionalità, incontrerò i sindacati per affrontare le problematiche».


28 marzo 2009 - La Nazione

Siena. NO, NON L'HA presa bene il direttore...

Siena - NO, NON L'HA presa bene il direttore amministrativo dell'Ateneo, Emilio Miccolis, l'iniziativa dei dipendenti del polo universitario che hanno annunciato una clamorosa protesta contro il nuovo regolamento dei parcheggi, che diventeranno a pagamento da martedì. Miccolis, ribadita la legittimità del regolamento in questione («accertata dalla stessa RdB Pubblico impiego che avanza le perplessità»), ipotizza «serie conseguenze, anche di carattere penale» nel caso del blocco davanti all'ingresso del parcheggio di San Miniato come forma di protesta, che il nostro giornale ha anticipato ieri. «E' una misura chiarisce Miccolis nel messaggio ai dipendenti che nel caso si realizzasse, comporterà l'obbligo per l'amministrazione di inoltrare denuncia penale alla Procura nei confronti di ogni responsabile del reato, per interruzione di pubblico servizio». Miccolis, con riferimento alla partecipazione all'assemblea richiama «i responsabili delle strutture interessate ad effettuare un serio controllo sull'osservanza dell'orario di lavoro del personale dipendente». «Sto comunque provvedendo aggiunge ad effettuare le opportune verifiche per accertare la reale partecipazione all'assemblea, da cui potrà conseguire l'adozione di provvedimenti disciplinari in caso di arbitrario abbandono del posto di lavoro o pregiudizio per l'utenza interessata o violazioni nei doveri d'ufficio dei responsabili di struttura».


28 marzo 2009 - La Città di Salerno

LA SVOLTA NELLE ASL. L’amministratore straordinario De Angelis ha presentato ieri i sub-commissari
«Le prioritá? Servizi e stipendi ai dipendenti»

Evitare l’interruzioni dei servizi al pubblico e garantire la continuitá dei pagamenti degli stipendi ai dipendenti. Sono le prime due prioritá della nuova amministrazione straordinaria dell’Asl unica di Salerno. Questi propositi sono stati espressi in occasione della presentazione dei due subcommissari Bruno Rosati, per la parte amministrativa e Walter Di Munzio per quella sanitaria, avvenuta ieri pomeriggio presso la sede di via Nizza. «La nostra preoccupazione prioritaria sará dare risposte al cittadino in merito ai servizi da erogare senza creare alcun corto circuito; tutte le prestazioni, infatti, saranno assicurate senza problemi - dice Fernando De Angelis, commissario unico delle Asl della provincia di Salerno - e garantiremo gli stipendi ai dipendenti, cosa che è giá avvenuta con il regolare pagamento, dopo aver superato le prime criticitá». Giovedì prossimo, intanto, è previsto un tavolo tecnico Stato - Regione presso il Ministero del Tesoro a cui fará seguito una riunione politica a palazzo Chigi alla quale parteciperanno i ministri Maurizio Sacconi (Lavoro) e Raffaele Fitto (Rapporti con le regioni), insieme ai rappresentanti regionali. Nella giornata di ieri, invece, è stato il governatore della Regione Campania, Antonio Bassolino ad incontrare la triade dei commissari della provincia di Salerno. «Bassolino ci ha chiesto di abbattere le liste di attesa per le visite mediche e di non penalizzare le prestazioni sanitarie in favore di un discorso puramente economico», aggiunge De Angelis. Sul buco finanziario non è ancora possibile avere stime precise, sapere quale sia la sua reale entitá. Il commissario unico De Angelis, alla sua terza visita in cittá, ha annunciato un’azione di analisi approfondita dei documenti delle ex Asl. «Valuteremo la situazione dei pignoramenti e degli atti giudiziari per capire lo stato delle cose». Per il resto ha tenuto a precisare che il principio adottato dall’amministrazione commissariale sará quello della continuitá. Anche per le convenzioni che l’Asl Sa2 aveva giá stipulato. «Verificheremo la legittimitá di tutti gli atti e non bloccheremo nulla. Se riscontreremo degli errori faremo le correzioni del caso».
In merito alla mobilitazione dei dipendenti dell’ospedale di Agropoli, dovuta alla carenza di personale e che proprio ieri è sfociata in una giornata di sciopero, De Angelis ha detto di non saper nulla della richiesta di incontrarlo avanzata dalle rappresentanze sindacali di base ma ha giudicato «doveroso programmare un appuntamento con tutti i sindacati nei prossimi giorni». Intanto ieri la giunta della Regione Campania, su proposta del presidente Bassolino, dell’assessore alla Sanitá, Angelo Montemarano, e dell’assessore alle Politiche sociali, Alfonsina De Felice, ha disposto il potenziamento e l’ampliamento delle funzioni del Nucleo ispettivo socio sanitario. L’organismo potrá estendere le sue attivitá di ispezione e verifica della qualitá dei servizi erogati a tutte le strutture sanitarie e socio-sanitarie pubbliche e private accreditate. I disservizi possono essere segnalati dai cittadini al numero verde 800.187.514.


28 marzo 2009 - Il Giornale di Ragusa

Ragusa. Il Cub chiede maggiori garanzie
Un triste primato per la ferrovia iblea
Gurrieri: "Difendere la provincia"
di Giorgio Liuzzo

Ragusa - Un triste primato. Che, secondo il coordinamento provinciale della Confederazione unitaria di base trasporti, è stato ancora una volta riconfermato dalle scelte del Governo regionale e delle Ferrovie. E’ quello relativo alla tratta ferroviaria iblea, vera e propria cenerentola rispetto alle altre tratte del resto dell’isola. "In questi giorni – spiega il coordinatore provinciale della Cub, Pippo Gurrieri - è polemica tra Regione e Ferrovie sulla nuova linea veloce Catania-Palermo. La Regione, in particolare, propende per un tracciato che attraversi le province di Enna e Caltanissetta, mentre le Ferrovie ne difendono un altro più costoso che prevede 40 km di galleria sotto i Nebrodi". Nessuno dunque, secondo il sindacato di base, difende le ragioni della provincia di Ragusa che da decenni attende il potenziamento del sistema ferroviario locale, il quale, anzichè migliorare, progressivamente viene ridotto nel numero delle linee e nella frequenza dei collegamenti con le altre province dell'isola. L'assessore ai Trasporti, Titti Bufardeci, sponsorizza, secondo Gurrieri, la scelta della Regione che oltre ad essere meno costosa, non lascia isolate le province dell'interno (mentre Agrigento, Siracusa e Messina sarebbero facilmente collegabili con la linea dell'alta velocità siciliana). "In questo balletto di belle parole e finti litigi, una sola cosa è chiara", sottolinea ancora Gurrieri, "e cioè che la provincia di Ragusa non è neanche menzionata". L'esclusione della tratta iblea dai progetti di potenziamento del sistema ferroviario regionale viene ritenuta ingiusta e soprattutto non coerente con l'accordo siglato fra Regione e Azienda ferroviaria, il 5 ottobre del 2001, nel quale venivano definiti i progetti per la Palermo-Catania e le altre aree dell'isola. Sulla base di quella intesa, 400 milioni di euro avrebbero dovuto essere destinati alla velocizzazione della Siracusa-Ragusa-Gela, al raccordo ferroviario con il porto di Pozzallo e all'istituzione della metropolitana di Ragusa. I fondi vennero poi diminuiti a 183 milioni di euro. Secondo la Cub trasporti, adesso i soldi che avrebbero dovuto essere assegnati a Ragusa sono stati decurtati del tutto.


27 marzo 2009 - Agi

G8: COBAS A MARONI SU CORTEO, INSISTENTI VOCI DI PROVOCAZIONI

(AGI) - Roma, 27 mar. - Cub, Cobas e SdL intercategoriale hanno chiesto "un incontro urgente" al ministro dell'Interno, Roberto Maroni in relazione alle "insistenti" e "ricorrenti voci di possibili provocazioni nei confronti del corteo" promosso per domani nella capitale dalle tre organizzazioni sindacali. La manifestazione coincide con il "G8 Sociale", la riunione dei ministri del Lavoro e delle Politiche sociali in programma da domenica a martedi' alla Farnesina. L'appuntamento e' fissato per le 15 di domani a piazza della Repubblica: i manifestanti - "decine di migliaia" secondo gli organizzatori - muoveranno in corteo fino a piazza Navona al grido di "Voi G14 con i responsabili della crisi, noi con i lavoratori, i disoccupati, i precari". Gli oltre 70 pullman e i due treni speciali attesi per sabato, infatti, "non porteranno a Roma unicamente operai, lavoratori della scuola, del pubblico impiego, precari pubblici e privati, ma anche disoccupati, famiglie in lotta per il diritto alla casa, giovani dei centri sociali e studenti". Proprio le modalita' di adesione degli studenti, in realta', rischiano di rappresentare un caso. Quelli della "Sapienza in Onda", dopo gli incidenti del 18 marzo, si vedranno in piazzale Aldo Moro, ovvero nella citta' universitaria, alle 14, per poi convergere su piazza della Repubblica e unirsi ai Cobas: "rivendichiamo il diritto a manifestare come abbiamo sempre fatto", spiegano, senza tenere conto cioe' del protocollo sui cortei applicato nella capitale, ma la decisione di non comunicare formalmente alla questura ora e percorso evoca di fatto la figura di un vero e proprio corteo "non autorizzato". Da avviso diverso altre componenti studentesche, anche di altri atenei, che si ritroveranno regolarmente a piazza della Repubblica. Cobas Cub, Cobas e Sdl, cioe' il Patto di Base costituito tra le tre maggiori sigle del sindacalismo di base, hanno promosso l'iniziativa con l'obiettivo di sostenere la "piattaforma di lotta per non pagare la crisi", varata il 7 febbraio. Punti chiave della piattaforma: blocco dei licenziamenti; riduzione dell'orario di lavoro a parita' di salario; aumenti consistenti di salari e pensioni, reddito minimo garantito per chi non ha lavoro; aggancio dei salari e pensioni al reale costo della vita; cassa integrazione almeno all'80% del salario per tutti i lavoratori/trici, precari compresi, continuita' del reddito per i lavoratori 'atipici', con mantenimento del permesso di soggiorno per gli immigrati/e; nuova occupazione mediante un Piano straordinario per lo sviluppo di energie rinnovabili ed ecocompatibili; piano di massicci investimenti per la messa in sicurezza dei luoghi di lavoro e delle scuole, sanzioni penali per gli omicidi sul lavoro e gli infortuni gravi; assunzione a tempo indeterminato dei precari e reinternalizzazione dei servizi; piano straordinario di investimenti pubblici per il reperimento di un milione di alloggi popolari; blocco degli sfratti, canone sociale per i bassi redditi; diritto di uscita immediata per gli iscritti/e ai fondi-pensione chiusi".


27 marzo 2009 - Apcom

G14, domani in piazza Cub-Cobas-Sdl e studenti dell'Onda
Corteo a Roma dall'Esedra, Collettivi: partiremo da Università

Roma, 27 mar. (Apcom) - Manifestazione dei lavoratori e dei precari dei sindacati di base domani a Roma contro il G14 dei ministri del welfare in programma a Roma, domenica e lunedì prossimo. Il corteo promosso dai Cub-Cobas-Sdl, il cui percorso è stato autorizzato nei giorni scorsi dalla Questura, partirà alle 14 da piazza Esedra dove è previsto il concentramento della maggior parte dei manifestanti che arriveranno a Roma da tutta Italia con circa 70 pullman e due treni speciali. Non manca qualche motivo di preoccupazione alla vigilia della giornata di protesta per sostenere "la piattaforma di lotta per non pagare la crisi". Alla manifestazione hanno aderito anche gli studenti dell'Onda che per domani annunciano un loro corteo, alle 14, da Piazzale Aldo Moro che arriverà a piazza Esedra per congiungersi a quello dei sindacati di base: corteo che al momento non è stato autorizzato dalla Questura, in quanto non c'è stato un preavviso dagli organizzatori. Sul punto, il Prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, oggi in una intervista all'Unità ha detto che "ci sono delle regole e che vanno rispettate". Il riferimento del Prefetto è al protocollo che disciplina i cortei nella capitale, recentemente condiviso dai partiti politici (con la esclusione di Rifondazione comunista, Del Pcdi e da Sd) e dalle organizzazioni sindacali. "Come abbiamo sempre fatto in passato e come è consuetudine da quindici anni - ribatte un esponente del Collettivi - partiremo da piazzale Aldo Moro senza creare problemi, se non al traffico. Non vediamo cosa ci sia da negoziare. Il preavviso c'è stato: ieri con una lettera aperta e pubblica abbiamo annunciato la nostra adesione alla protesta". Qualche giorno fa, attorno alla Sapienza, si sono registrate tensioni tra manifestanti e forze dell'ordine con cariche della polizia per impedire un corteo non autorizzato. Ieri, durante un sit-in davanti alla sede dell'Abi, a Roma, il sindaco di Roma Gianni Alemanno ha chiesto alla polizia di sgomberare "immediatamente chi partecipa a cortei non autorizzati". Mi auguro - ha detto Alemanno - che la Questura si comporti di conseguenza e sgomberi immediatamente questi manifestanti. Non solo si tratta di una manifestazione non autorizzata ma è anche una violazione del protocollo appena firmato". A conferma del clima un pò teso, nel pomeriggio, è arrivata la richiesta dei sindacati Cub,Cobas e SdL Intercategoriale, promotori del corteo autorizzato in piazza Esedra, di un incontro urgente con il ministro dell'Interno, Roberto Maroni. "Le ricorrenti voci di possibili provocazioni nei confronti del corteo promosso da Cub, Cobas e Sdl - si legge in una nota congiunta dei sindacati di base - hanno indotto i rappresentanti delle tre organizzazioni sindacali promotrici a chiedere un incontro urgente al ministro degli Interni Maroni". Alla manifestazione dei sindacati di base parteciperà anche il segretario di Rifondazione Comunista, Paolo Ferrero, insieme a ex parlamentari del suo partito. Anche Ferrero, nei giorni scorsi, ha fatto sapere di aver cercato telefonicamente, ma senza esito, il ministro Maroni. Dopo gli incidenti davanti alla Sapienza e le polemiche scoppiate attorno al protocollo firmato lo scorso 10 marzo, il ministro Maroni ha ribadito la linea della fermezza nella applicazione delle nuove regole sui cortei nella capitale: "La disciplina, vuol dire disciplina. Se queste sono le regole, si rispettano". E poi: "Le regole si fanno rispettare, lo abbiamo fatto alla Sapienza e continueremo a farlo".

G14/ Corteo a Roma, Cub-Cobas-Sdl chiedono incontro con Maroni
"Per ricorrenti voci provocazioni nei confronti del corteo"

Roma (Apcom) - I sindacati Cub,Cobas e SdL Intercategoriale, promotori del corteo in programma domani a Roma per protestare contro il G14 Chiedono un incontro urgente al Ministro dell'Interno, Roberto Maroni.
"Le ricorrenti voci di possibili provocazioni nei confronti del corteo promosso da Cub, Cobas e Sdl, - si legge in un comunicato - hanno indotto i rappresentanti delle tre organizzazioni sindacali promotrici a chiedere un incontro urgente al ministro degli Interni Maroni".

Lazio/ Roma, tavolo in Prefettura su inquilini di via Pincherle
"Volontà trovare una soluzione per le famiglie, lunedì proposta"

Roma, 27 mar. (Apcom) - Si è riunito questa mattina in Prefettura a Roma il previsto tavolo sul problema delle case di via Pincherle, al quale hanno partecipato un rappresentante dell'assessorato regionale alla Casa, l'assessore alla Casa del Comune di Roma Antoniozzi, il delegato del sindaco per l'emergenza abitativa Visconti, il direttore dell'Ufficio casa del Comune Marra, ed il proprietario dei 116 appartamenti di via Pincherle, Mario Giacomazzi. Al termine dell'incontro lo stesso Giacomazzi ha riferito agli inquilini e all'AS.I.A RdB, in presidio sotto la Prefettura, la volontà di trovare una soluzione per le famiglie, rimettendo in discussione anche i contratti di compravendita già conclusi e bloccando le vendite a terzi. Lunedì prossimo Giacomazzi presenterà al Prefetto una proposta che verrà valuta dal Comune di Roma e dalla Regione Lazio. Entro 48 ore verrà poi riconvocato in merito un nuovo tavolo in Prefettura, come proposto dall'assessore Antoniozzi. "Siamo soddisfatti per questo primo risultato ottenuto grazie alla testarda resistenza degli inquilini di Via Pincherle - commenta Angelo Fascetti dell'AS.I.A RdB - e chiediamo al Comune e alla Regione di svolgere fino in fondo il ruolo di tutela del diritto all'abitare, impedendo al contempo nuovi tentativi di speculazione messi in moto dai processi di dismissione".


27 marzo 2009 - Adnkronos

ROMA: CUB-COBAS-SDL, DOMANI POSSIBILI PROVOCAZIONI A CORTEO
CHIESTO INCONTRO CON IL MINISTRO MARONI

Roma, 27 mar. (Adnkronos) - Le «ricorrenti voci di possibili provocazioni nei confronti del corteo» promosso per domani a Roma da Cub Cobas e Sdl, hanno indotto i rappresentanti delle tre organizzazioni sindacali promotrici a «chiedere un incontro urgente» al Ministro dell'Interno Roberto Maroni.

ROMA: ASIA RDB, LUNEDÌ PROPOSTA PROPRIETARIO VIA PINCHERLE A PREFETTO. «PRIMO RISULTATO GRAZIE A RESISTENZA INQUILINI»

Roma, 27 mar. - (Adnkronos) - «Si è riunito questa mattina in Prefettura il previsto tavolo sul problema delle case di via Pincherle, al quale hanno partecipato un rappresentante dell'Assessorato regionale alla Casa, l'assessore alla Casa del Comune di Roma Antoniozzi, il delegato del Sindaco per l'Emergenza abitativa Visconti, il Direttore dell'Ufficio casa del Comune Marra, ed il proprietario dei 116 appartamenti di via Pincherle, Mario Giacomazzi». Lo comunica Asia Rdb, rendendo noto che al termine dell'incontro «lo stesso Giacomazzi ha riferito agli inquilini e all'Asia RdB, in presidio sotto la Prefettura, la volontà di trovare una soluzione per le famiglie, rimettendo in discussione anche i contratti di compravendita già conclusi e bloccando le vendite a terzi. Lunedì prossimo Giacomazzi presenterà al Prefetto una proposta che verrà valuta dal Comune di Roma e dalla Regione Lazio. Entro 48 ore verrà poi riconvocato in merito un nuovo tavolo in Prefettura, come proposto dall'assessore Antoniozzi». «Siamo soddisfatti per questo primo risultato ottenuto grazie alla testarda resistenza degli inquilini di Via Pincherle - commenta Angelo Fascetti dell'AS.I.A RdB - e chiediamo al Comune e alla Regione di svolgere fino in fondo il ruolo di tutela del diritto all'abitare, impedendo al contempo nuovi tentativi di speculazione messi in moto dai processi di dismissione».

TRASPORTO AEREO: BOLOGNA, LUNEDI' SCIOPERO AL 'MARCONI'
DALLE 12 ALLE 16

Bologna, 27 mar. - (Adnkronos) - Quattro ore di sciopero allo scalo bolognese 'Guglielmo Marconi' di Bologna sono state indette per lunedi', dalle 12 alle 16 da Cub Trasporti per i lavoratori di Giacchieri, Koop Service, Bas, Marconi Handling, Fast Freight Marconi e Sab. I servizi aeroportuali potrebbero dunque non essere garantiti. Lo rende noto l'Aeroporto, ricordando che per informazioni sui voli, e' possibile telefonare al numero 051-6479615, oppure consultare il sito www.bologna-airport.it, nella pagina relativa ai voli in tempo reale.


27 marzo 2009 - Ansa

G8 LAVORO: COBAS, CORTEO ROMA PERCORRERÀ ZONE 'OFF LIMITS'

(ANSA) - ROMA, 27 MAR - «Nonostante la questura di Roma ci abbia chiesto di dirottare la manifestazione in ossequio al protocollo sulla regolamentazione dei cortei nella capitale, sfileremo lungo il classico percorso delle grandi manifestazioni, da piazza della Repubblica fino a piazza Navona, passando per alcune zone proibite dal 'protocollo ammazzacorteì». Così i sindacati di base hanno annunciato il corteo autorizzato di domani a Roma, contro la riunione ministeriale del lavoro del G8 nella capitale. Il corteo, che era già stato autorizzato prima della sigla del protocollo, percorrerà dalle 15 alcune zone ritenute «off-limits» dall'accordo sulla regolamentazione dei cortei a Roma, come l'ultimo tratto di via Cavour, via dei Fori Imperiali, piazza Venezia e via delle Botteghe Oscure. «Avevamo già ottenuto l'autorizzazione per il percorso a fine gennaio, prima della sigla del protocollo - hanno spiegato gli organizzatori - la manifestazione non sarà dirottata verso Porta Maggiore e San Giovanni, come ci aveva chiesto la questura». Per la manifestazione, organizzata da Cub, Confederazione Cobas, SdL e a cui aderiranno anche i movimenti studenteschi, sono stati organizzati oltre 70 pullman e due treni speciali provenienti da tutta Italia.

FIAT: PROTESTA CUB CON MEZZOBUSTO MARCHIONNE IN PREGHIERA

(ANSA) - TORINO, 27 MAR - Un mezzobusto di Marchionne in preghiera sotto un'immagine della statua della libertà: l'hanno messo i lavoratori della Cub, che manifestano davanti al Lingotto, dove è appena iniziata l'assemblea degli azionisti della Fiat. Alcuni azionisti lavoratori della Cub interverranno all'assemblea dove chiederanno chiarimenti sul futuro della fabbrica di Arese.


27 marzo 2009 - Dire

LAVORO. RDB-CUB: MODIFICHE TESTO SICUREZZA
PEGGIORERANNO MASSACRO
SACCONI OBBEDISCE A CONFINDUSTRIA, NOI DOMANI SCENDIAMO IN PIAZZA

(DIRE) Roma, 27 mar. - "Il ministro Sacconi continua ad obbedire senza ritegno a Confindustria". Lo afferma Aldo Di Napoli del Coordinamento nazionale Rdb-Cub P.i., sottolineando come "il decreto legislativo licenziato oggi dal Consiglio dei ministri" rappresenti "un ulteriore arretramento delle norme in materia di sicurezza che peggiorera' il massacro in corso in ogni luogo di lavoro: nei cantieri, nell'industria, nei campi ed ovunque in nome del profitto si lavora in condizioni disumane e con ritmi insostenibili". "Questo decreto- denuncia Di Napoli- modifica in talune fattispecie la possibilita' dell'arresto per il datore di lavoro, che viene ridotta alla sola sanzione amministrativa, ed in modo furbesco, prendendo come riferimento la Legge 626, riduce ulteriormente le sanzioni rispetto a quanto previsto nel Testo unico in materia di sicurezza. Questo ultimo atto- specifica- si accompagna alla direttiva di settembre scorso, mirata a ridurre i controlli anche trasformando l'ispettore in consulente, e alla programmazione annuale dell'attivita' ispettiva per il 2009, che prevede ulteriori riduzioni dei controlli". "Per contrastare queste politiche- conclude il rappresentante delle Rappresentanze Sindacali di Base Pubblico Impiego - Confederazione Unitaria di Base- chiediamo al mondo del lavoro di mobilitarsi, scendendo in piazza da domani per la manifestazione nazionale indetta da CUB Cobas e SdL".

AEROPORTO BOLOGNA. LUNEDÌ 4 ORE DI SCIOPERO,POSSIBILI DISAGI

(DIRE) Bologna, 27 mar. - L'aeroporto di Bologna mette in guardia i passeggeri che devono mettersi in viaggio lunedi' prossimo, 30 marzo: a causa di uno sciopero locale di quattro ore proclamato da Rdb-Cub per i lavoratori di Giacchieri, Koop Service, Bas, Marconi Handling, Fast Freight Marconi e Sab, dalle 12 alle 16, "i servizi aeroportuali potrebbero non essere garantiti". Per informazioni sui voli, e' possibile telefonare al numero 051-6479615, oppure consultare la pagina voli in tempo reale.

CASA. VIA PINCHERLE, ASIA-RDB: PREMIATA RESISTENZA INQUILINI

(DIRE) Roma, 27 mar. - "Si e' riunito questa mattina in Prefettura il previsto tavolo sul problema delle case di via Pincherle, al quale hanno partecipato un rappresentante dell'Assessorato regionale alla Casa, l'assessore alla Casa del Comune di Roma Antoniozzi, il delegato del sindaco per l'Emergenza abitativa Visconti, il Direttore dell'Ufficio casa del Comune Marra, e il proprietario dei 116 appartamenti di via Pincherle, Mario Giacomazzi". Lo ricorda una nota di Asia-Rdb, che prosegue: "Al termine dell'incontro lo stesso Giacomazzi ha riferito agli inquilini, in presidio sotto la Prefettura, la volonta' di trovare una soluzione per le famiglie, rimettendo in discussione anche i contratti di compravendita gia' conclusi e bloccando le vendite a terzi. Lunedi' prossimo Giacomazzi presentera' al prefetto una proposta che verra' valuta dal Comune di Roma e dalla Regione Lazio. Entro 48 ore verra' poi riconvocato in merito un nuovo tavolo in Prefettura, come proposto dall'assessore Antoniozzi". "Siamo soddisfatti per questo primo risultato ottenuto grazie alla testarda resistenza degli inquilini di via Pincherle- commenta Angelo Fascetti dell'Asia-Rdb- e chiediamo al Comune e alla Regione di svolgere fino in fondo il ruolo di tutela del diritto all'abitare, impedendo al contempo nuovi tentativi di speculazione messi in moto dai processi di dismissione".

CASA BOLOGNA. SFRATTO RINVIATO, RDB: ORA BLITZ IN COMUNE
"INACCETTABILE SILENZIO COMUNE SU INVALIDA CHE TENTO' SUICIDIO"

(DIRE) Bologna, 27 mar. - Asia-Rdb porta "a casa" un successo soltanto parziale dal presidio anti-sfratto di questa mattina in via Brioccaindosso a Bologna. L'ufficiale giudiziario si presentera' infatti il prossimo martedi' alla porta della donna (una 43enne di origine marocchina, con un'invalidita' certificata del 60% e rimasta senza un lavoro in grado di farle pagare l'affitto e che solo qualche giorno fa ha tentato il suicidio), per eseguire, una volta per tutte, l'ordinanza di sfratto per morosita'. Ma le Rdb non ci stanno. E, nell'"inaccettabile silenzio delle istituzioni" promettono un nuovo presidio anti-sfratto per martedi', anticipato, lunedi' pomeriggio da un blitz in Consiglio comunale. "Abbiamo ottenuto un risultato parziale- si legge infatti in una nota dell'associazione di inquilini- cioe' il rinvio dello sgombero a martedi 31 alle 9". Un risultato "solo parziale a causa dell'inaccettabile silenzio delle istituzioni- accusa Asia-Rdb-, nelle figure dell'assessore alla casa, Virginio Merola, del vicesindaco, Giuseppe Paruolo e del presidente del San Vitale, Carmelo Adagio". Ora le Rdb chiedono proprio alle istituzioni "un incontro per lunedi, da cui emergano delle soluzioni accettabili". La donna, ricordano le Rdb, "e' diventata morosa dopo la perdita del lavoro, non riuscendo piu' a pagare quei 575 euro chiesti per un fatiscente bilocale, con vista muro". Ma la vicenda non e' chiusa. Anzi. Le Rdb chiamano infatti "tutti i cittadini ad esprimere solidarieta' all'inquilina, accompagnandola assieme a noi in Consiglio Comunale lunedi', per mettere le istituzioni di fronte alle proprie responsabilita'". Inoltre il sindacato annuncia un altro presidio anti-sfratto per il prossimo martedi'.


27 marzo 2009 - Omniroma

VIA PINCHERLE, ASIA: «IMPEGNO PROPRIETÀ A BLOCCARE VENDITE»

(OMNIROMA) Roma, 27 mar - Si è concluso l'incontro in programma oggi in prefettura tra Comune, Regione, sindacato Asia Rdb e la società immobiliare Giacomazzi sulla vicenda delle case di via Pincherle. «La società Giacomazzi si è impegnata a bloccare tutte le vendite - ha spiegato Angelo Fascetti dell'Asia Rdb - Si è detta anche disponibile a riaprire una trattativa. Perciò, lunedì prossimo presenterà una proposta al prefetto, di cui, al momento, non si conosce il contenuto, e lo stesso prefetto si è impegnato a convocare di nuovo il tavolo entro le successive 48 ore. Come sindacato siamo soddisfatti perché la mobilitazione degli inquilini ha prodotto un risultato importante». La vicenda dei 116 alloggi di via Pincherle, prima della società Fata e poi vendute alla Giacomazzi, era iniziata alcuni mesi fa quando, dopo la proposta della regione Lazio di acquistare gran parte degli alloggi ancora invenduti, proposta che la società si era riservata di tenere in considerazione, la stessa Giacomazzi aveva venduto a terzi gli appartamenti. Gli inquilini, per la maggior parte pensionati o monoreddito, impossibilitati ad acquistare, avrebbero così corso il rischio di essere sfrattati. Proprio una cinquantina di quegli inquilini, stamani, durante l'incontro in prefettura, avevano inscenato un sit in di protesta.


27 marzo 2009 - Avionews

Aeroporti. Bologna: sciopero a livello locale lunedì per quattro ore
Bologna, Italia - I servizi aeroportuali potrebbero non essere garantiti

(WAPA) - "Sab informa i passeggeri dell’aeroporto di Bologna che lunedì 30 marzo, a causa di uno sciopero locale di quattro ore proclamato da Cub Trasporti per i lavoratori di Giacchieri, Koop Service, Bas, Marconi Handling, Fast Freight Marconi e Sab, dalle ore 12 alle ore 16 i servizi aeroportuali potrebbero non essere garantiti. Per informazioni sui voli, è possibile telefonare al numero 051-6479615, oppure consultare il sito dell’aeroporto, all’indirizzo www.bologna-airport.it, nella pagina relativa ai voli in tempo reale. Per ulteriori informazioni sugli scioperi è possibile consultare il sito della Commissione di garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero, all’indirizzo www.commissionegaranziasciopero.it".(Avionews)


27 marzo 2009 - Liberazione

Domani a Roma il corteo contro il summit dei ministri del Welfare Il Patto di base contro il G14
«Noi la crisi non la paghiamo»
di Checchino Antonini

«Più sarà grande, più sarà pacifico», dice a Liberazione , Pierpaolo Leonardi, coordinatore nazionale della Cub Rdb, uno dei tre soci fondatori del Patto di base. Sono loro - Cobas, Rdb e Sdl - ad aver indetto il corteo nazionale di domani a Roma, contraltare al summit dei ministri del Welfare del G14. «Si riuniscono per parlare di noi senza di noi - spiega Leonardi - e questo non va bene: siamo quelli a cui vogliono far pagare la crisi. Il G14 è un gigante coi piedi d'argilla e noi saremo lì a presentare la nostra piattaforma per non pagare la crisi».
Ad aprire il corteo saranno i precari di ogni tipo. Tra pacchetto Treu e legge 30, sono alcune decine le figure contrattuali atipiche - co.co.co, co.co.pro, tempi determinati, partite Iva, Lsu - le prime ad essere travolte dalla crisi. Appresso ai precari ci saranno le delegazioni del trasporto pubblico, il cui diritto di sciopero è nel mirino di Sacconi. A seguire gli spezzoni delle tre sigle del sindacato di base, i movimenti per il diritto all'abitare, centri sociali e studenti infine le forze politiche. Finora hanno aderito, tra gli altri, Rifondazione comunista, Pdci e Sinistra critica. Forte la presenza della scuola dopo l'annuncio di 57mila tagli.
Il Patto di base è l'evoluzione della consultazione permanente fissata da un'assemblea di delegati delle tre organizzazioni lo scorso maggio. Il 7 febbraio questo passaggio ulteriore per mettere assieme le rispettive intelligenze e le volontà di conflitto. «Non è un sindacato unico - dice Fabrizio Tomaselli, coordinatore nazionale dell'Sdl, Sindacato dei lavoratori, radicato soprattutto nel pubblico impiego e nei trasporti con presenze significative in Fiat - ma è il tentativo di unificare esperienze in un momento in cui la crisi sta facendo pagare il massimo contributo ai lavoratori». L'assemblea del 7 febbraio ha aggiornato la piattaforma rivendicativa sulla quale il Patto indetto un'altra giornata di sciopero generale il prossimo 23 aprile, con manifestazioni regionali. La manifestazione di domani vuole «dare voce - riprende Tomaselli - a un'opposizione sindacale reale che faccia emergere le contraddizioni che ci sono nell'altro campo, quello confederale».
«Il Patto di base ha avviato un'alleanza che è più ampia di noi - specifica Piero Bernocchi, portavoce nazionale Cobas - non è solo un'opposizione sindacale ma un tentativo di mettere in campo, di fronte al tracollo della sinistra, un'alleanza ampia contro le ricette di G14 e G20 per cui la crisi si risolve con le stesse politiche che l'hanno provocata».
La piattaforma, infatti, supera le vecchie distinzioni tra "lavoristi" e "redditisti" nella prospettiva di costruire un soggetto «più adeguato al postcrisi - aggiunge Leonardi - sia metropolitano che radicato sui posti di lavoro». Una «risposta più avanzata di quella della Cgil, tutta interna alla logica concertativa dell'alleanza con Cisl e Uil in un quadro di omogeneità totale tra governo e opposizione parlamentare». In sintesi, per i cobas, la Cgil starebbe cercando di recuperare il proprio ruolo ma non è disponibile a un'alleanza antisistema. Una riproposizione della strategia cofferatiana del 2003 in attesa che il sistema riapra le porte. Ancora Bernocchi: «Quello di Corso Italia è un ruolo politico di supplenza al Pd».
Il corteo di domani sfilerà in un clima avvelenato dai divieti e dalle cariche innescate col paravaneto del protocollo ammazzacortei.«Un accordo tra privati» definito «indigeribile» dai promotori della manifestazione di domani che hanno resisitito a un tentativo di essere dirottati dalla questura da Piazza Navona a S.Giovanni. D'altronde il Patto ha già disatteso un protocollo che non ha mai firmato: «All'Aran c'era stato impedito di stare là - ricorda Leonardi - e noi abbiamo obbedito: siamo saliti direttamente su».Così, domani, ci saranno altri concentramenti - alle 13,30 alla Sapienza, alla Stazione Tiburtina, a Porta Pia, e a S.Lorenzo - per raggiungere il corteo che muoverrà alle 15 da Piazza dell'Esedra.
Perfino dalla Cgil, firmataria del protocollo, il «consiglio alle forze dell'ordine» di «evitare forzature anche per le manifestazioni che non rientrano nel protocollo». Ma le piazze di sabato sono nazionali e dunque fuori dall'ambiguo accordo privato voluto da Alemanno.

La rete dei movimenti a Roma al fianco dei sindacati di base In piazza anche per la casa
«Domani difendiamo il diritto dei diritti»
di Daniele Nalbone

"La casa come pezzo del welfare mancante". Con questo slogan domani, in occasione del summit dei ministri del G14, la Rete dei movimenti per il diritto all'abitare scenderà in piazza insieme al Patto di Base (Cobas, Rdb, Sdl). «Ma non sarà un controvertice» spiega Bartolo Mancuso di Action. «Il 28 marzo si inserisce all'interno di un percorso iniziato da tempo e che non vuole limitarsi a porre la questione del "come" uscire dalla crisi. Vuole in primis difendere il "diritto dei diritti": quello di manifestare, oggi fortemente attaccato dal ministro dell'Interno e dal protocollo del Prefetto di Roma». Non si può non ricordare il 19 marzo, quando gli attivisti sono arrivati in Campidoglio nonostante il divieto: «Saranno i sindacati e i movimenti a decidere il percorso, perché questa città è nostra. Stiamo creando, in questa crisi di rappresentanza, spazi di discussione e lotta: per questo il 2 aprile saremo nuovamente in Campidoglio insieme ai comitati di quartiere per iniziare a costruire un programma di autogoverno e lanciare una carovana cittadina».
Ma la mobilitazione per il diritto all'abitare non si fermerà domani, con la richiesta di un piano straordinario di investimenti pubblici per il reperimento di un milione di alloggi popolari tramite l'utilizzo delle case sfitte e il recupero del patrimonio immobiliare esistente e il blocco generalizzato degli sfratti. «Da questa manifestazione nazionale ne partiranno altre a livello locale» sottolinea Paolo Di Vetta di AS.I.A. Rdb. «E' momento di iniziare ad esercitare una forte pressione sulla Regione Lazio perché si arrivi ad una legge regionale sull'abitare che tenga in considerazione il reale fabbisogno dei cittadini, che si chiama "edilizia residenziale pubblica". Non intendiamo entrare ulteriormente nel merito dei "non-piani casa" che vengono venduti dai Governi: da domani indicheremo il terreno di lotta principale dei movimenti, dei sindacati che tutelano l'inquilinato, compreso chi la casa la sta per perdere ma anche chi sta pagando un mutuo per una casa che sorge nel nulla, in zone senza servizi, o chi è un potenziale inquilino». Chiaro il riferimento alle 50mila persone in graduatoria per l'assegnazione di un alloggio popolare o ai precari che non possono uscire dalla casa dei genitori. Anche Massimo Pasquini dell'Unione Inquilini si dichiara «pronto a una mobilitazione regionale: in fondo l'assessore alla Casa sta dimostrando che i soldi ci sono, eccome: ha stanziato 530 milioni di euro a fronte dei 500 del Governo, che poi altri non sono che quelli stanziati da Ferrero e Di Pietro nell'ultimo governo Prodi, per darne 275 a cooperative e imprese per costruire 5700 appartamenti, 100 per i sottotetti, 30 alle giovani coppie e 120 per acquistare alloggi di enti che stanno dismettendo il proprio patrimonio». Tanti soldi. «Ma dietro questi stanziamenti non c'è alcun progetto, nessuna analisi del fabbisogno: non si parla mai di case popolari ma solo di "social housing" che poi social housing non è». Nessuna attenzione alle graduatorie e, soprattutto, a quanti non vi rientrano, come le famiglie che vivono in alloggi di proprietà degli enti: «Nessuno considera che dal 2010 vi saranno le prime sentenze di sfratto per le SCIP1». Allora bisogna chiedersi: qualcuno sta analizzando il reale fabbisogno abitativo? «Non ce n'è l'interesse» sottolinea Ivano Peduzzi, consigliere regionale PRC. «Visto che il modello di risposta che da oltre dieci anni si sta dando all'emergenza abitativa sta arricchendo i finanziatori delle campagne elettorali». Ma ora c'è la possibilità, con la forte pressione che solo i movimenti e i sindacati possono esercitare, di far nascere una legge regionale che provenga direttamente dal conflitto: «Dobbiamo creare insieme un tavolo permanente dal quale gli assessori non possano scappare per far sì che la smettano di saltellare da un convegno all'altro su singoli pezzi della vertenza ma siano costretti a seguire fino in fondo il percorso di una legge regionale che tenga conto non solo del fabbisogno, ma che legiferi in tema di sfratti, visto che secondo la Corte Costituzionale la Regione ne ha competenza».
Domani si denuncerà una crisi, sempre più profonda, iniziata con l'approvazione, nel '98, della legge 431 e con l'affermazione del primato del mercato. Fino ad oggi solo una cosa è chiara: che Veltroni ha usato Roma come cantiere su cui far colare 70milioni di metri cubi di cemento e che il giorno prima di lasciare l'incarico di sindaco ha fatto approvare una delibera che metteva in vendita il 54% delle case popolari di Roma (30mila), che Marrazzo, due leggi di bilancio fa, ha stabilito la vendita del 30% del patrimonio Ater (55mila solo a Roma) e che Alemanno si è impegnato a vendere 8mila alloggi popolari per costruirne 2mila (saldo -6mila) e, a quasi un anno dalla sua elezione, si è limitato a stilare un bando da destinare a social housing in cui l'unica cosa chiara è stata rendere edificabili le aree agricole.

Roma, sit in alla sede dell'Abi contro G8 e crisi finanziaria

Significativa tappa di avvicinamento al corteo di domani: ieri intorno alle 12 circa duecento attivisti del "Comitato romano contro il G8", coordinamento di associazioni studentesche, movimenti, centri sociali e sindacati di base, hanno manifestato contro la sede dell'Associazione Bancaria Italiana a Roma, in piazza del Gesù. Per due ore traffico in tilt per «rivendicare il diritto ai blocchi stradali in opposizione al protocollo sui cortei firmato dal Prefetto di Roma e dai sindacati confederali». Moratoria dei mutui per la casa, reddito per precari e disoccupati, no al G8 e al protocollo che regolamenta le manifestazioni a Roma: questi i motivi della protesta. Clima teso da subito, con l'immediato spiegamento di agenti in tenuta antisommossa a protezione «di chi questa crisi l'ha creata». Nonostante tutto, venti manifestanti sono riusciti a entrare nella sede dell'Abi, occupandola simbolicamente, mentre gli altri hanno improvvisato un sit-in, che si è trasformato in un blocco del traffico, nella piazza con striscioni e cartelli contro la crisi finanziaria. Nonostante le richieste di sgombero provenienti dal Campidoglio, con il sindaco Alemanno che brandiva il famoso protocollo, il Comitato romano contro il G8 riusciva ad ottenere un incontro con dei funzionari dell'associazione: «abbiamo chiesto un tavolo di trattative per facilitare l'erogazione dei mutui per le famiglie monoreddito, per i precari, gli studenti e gli immigrati» spiega Carmela di Rdb. Il risultato della mobilitazione è «un incontro alle 17.30 di lunedì 30 marzo con i responsabili dell'Abi su mutui, crediti e fondi dormienti: quel giorno sapremo se saranno disponibili a un tavolo iteristituzionale su tematiche di interesse nazionale come casa e reddito». In fondo «sono le banche le responsabili della crisi; dovranno essere le banche ad alleviarne gli effetti». Al governo chiederanno un impegno immediato e concreto «sul blocco dei mutui per i nuclei in sofferenza, sul reddito minimo garantito per precari e disoccupati visto che l'Italia, insieme alla Grecia, è l'unico paese europeo a non garantire la continuità di reddito ai cittadini, sul potenziamento degli ammortizzatori sociali e sulle misure per garantire il diritto alla casa». Dopo due ore, presidio sciolto e appuntamento a lunedì con l'Abi. Per tutti gli altri, invece, «per chi questa crisi non accetta di pagarla, contro governo, sindaci e sindacati che sottoscrivono protocolli che negano la libertà di espressione e il diritto al dissenso, trasformando le nostre città in enormi "Zone Rosse"», appuntamento domani alle 13,30 in quattro diversi luoghi della città: piazza Aldo Moro, Stazione Tiburtina, piazzale di Porta Pia e via de Lollis 6 per poi «unirci tutti alla manifestazione nazionale contro il G8 di Roma alle ore 15 a piazza della Repubblica».(Da.Nal.)

Agenda

Torino - "Riforma Gelmini-Tremonti. I tagli alla scuola pubblica e la sua privatizzazione servono a superare la crisi o la peggiorano?" alle 21 alla sala Soci Coop in via Torino a Piossasco (To) . Intervengono Flavio Pusset, insegnante; Cosimo Scarinzi, Cub Scuola Torino; Roberto Ferraris Flc Cgil Torino; Fabrizio Barbera, consigliere comunale; Paolo Malaspina, Pdci Piossasco; Giovanni Fausto, Sinistra Critica.


27 marzo 2009 - Milano Finanza

Fiat: prosegue l'assemblea, sindacati manifestano davanti a Lingotto

MILANO (MF-DJ)--Prosegue con gli interventi dei piccoli azionisti l'assemblea Fiat dopo i discorsi di apertura dell'a.d. Sergio Marchionne e del presidente Luca Cordero di Montezemolo. Davanti al Lingotto, invece, manifestano i sindacati. Il coordinatore nazionale Cub, PierGiorgio Tiboni, presente alla manifestazione chiede la difesa dei salari e dei posti di lavoro. "Non ci devono essere licenziamenti. Va salvaguardato il posto di lavoro per tutti", ha dichiarato Tiboni, chiedendo anche "la continuita' del reddito" e "il mantenimento degli stipendi".


27 marzo 2009 - Repubblica.it

Protesta davanti al Lingotto con il mezzobusto di Marchionne
I Cub espongono una statua dell'ad, i sindacati presentano una lettera aperta

Torino - Un mezzobusto di Marchionne in preghiera sotto un'immagine della statua della libertà: l'hanno messo i lavoratori della Cub, che manifestano davanti al Lingotto, dove si tiene l'assemblea degli azionisti della Fiat. Sempre davanti al Lingotto Fim, Fiom, Uilm e Fismic di Torino stanno distribuendo una lettera aperta all'ad Marchioone, in cui si sollecita "un incontro per assicurare e dare prospettive ai lavoratori. "I lavoratori - si legge nella lettera - vivono in un clima di incertezza, vi è il rischio concreto che gli stabilimenti, come già avvenuto in crisi meno gravi di questa, vengano messi gli uni contro gli altri. Per questo a lei che ha dimostrato altre volte di tenere in conto il valore del lavoro chiediamo di rassicurare e garantire ai lavoratori del gruppo Fiat in Italia che avranno un futuro di lavoro, che gli stabilimenti non verranno abbandonati, che vi saranno risorse sufficienti per investire su prodotti innovativi".


27 marzo 2009 - Asca

FIAT: SINDACATI A MARCHIONNE, RASSICURI I LAVORATORI

(ASCA) - Torino, 26 mar - ''Noi chiediamo a lei, che ha dimostrato altre volte di tenere in conto il valore del lavoro, di rassicurare e garantire ai lavoratori del gruppo fiat in Italia che avranno un futuro di lavoro che gli stabilimenti italiani non verranno abbandonati (oggi meno di un terzo della produzione e' realizzata in Italia) e che vi saranno risorse sufficienti per investire su prodotti innovativi''. Lo scrivono in una lettera aperta all'amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne i sindacati metalmeccanici torinesi che oggi hanno organizzato in occasione dell'assemblea dei soci, un presidio al Lingotto con una cinquantina di delegati sindacali di Fiom, Fim, Uilm, Fismic e dei Cub. ''Le chiediamo un incontro - prosegue il documento - per rassicurare e dare prospettive ai lavoratori. Riteniamo indispensabile conoscere i tempi necessari a lanciare nuovi prodotti e le loro destinazioni per poter costruire un'equa e solidale distribuzione degli ammortizzatori sociali, innalzando e estendendo il valore della cassa integrazione e allungandone il periodo di utilizzo, dalle 52 alle 104 settimane, con conteggio a giornate in modo da ridistribuire il lavoro che c'e' per consentire ai lavoratori di resistere durante la crisi e all'impresa di sopravvivere e di prepararsi alla ripresa quanfdo arrivera'''. Nella lettera viene anche chiamato in causa il governo che puo' e deve fare di piu' ''anche alla luce delle piu' volte annunciate fusioni, riaggregazioni alleanze tra gruppi automobilistici che come lei ha piu' volte dichiarato, riguarderanno anche la Fiat Auto''.


27 marzo 2009 - Carta

Via Pincherle, stop temporaneo alla vendita

Roma - Una moratoria di 10 giorni per dare modo alle amministrazioni di verificare realmente come stanno le cose. E’ lo stop temporaneo alla vendita degli appartamenti di via Pincherle il risultato più importante dell’incontro che si è tenuto stamani a Palazzo Valentini tra il prefetto Giuseppe Pecoraro, l’assessore alla Casa del Comune di Roma Alfredo Antoniozzi, i rappresentanti degli inquilini, della Regione Lazio e Mario Giacomazzi, proprietario degli immobili. La proprietà ha concesso di fermare tutti gli atti in itinere, almeno fino a quando non verranno chiariti gli aspetti giuridici e amministrativi della vendita. "La società Giacomazzi – ha spiegato Angelo Fascetti dell’Asia Rdb – si è detta anche disponibile a riaprire una trattativa. Perciò,lunedì prossimo, presenterà una proposta al prefetto, di cui, al momento, non si conosce il contenuto. Lo stesso prefetto si è impegnato a convocare di nuovo il tavolo entro le successive 48 ore. Come sindacato siamo soddisfatti perché la mobilitazione degli inquilini ha prodotto un risultato importante". La vicenda dei 116 alloggi di via Pincherle, prima della società Fata e poi vendute alla Giacomazzi, era iniziata alcuni mesi fa quando la Giacomazzi aveva venduto a terzi gli appartamenti, per la maggior parte pensionati o monoreddito, i quali avrebbero corso il rischio di essere sfrattati.


27 marzo 2009 - Il Messaggero.it

Palazzo Chigi, ai dipendenti 425 euro e 38 ore di lavoro settimanale
di Pietro Piovani

ROMA (27 marzo) – Per i 2 mila e 500 (scarsi) impiegati e funzionari della Presidenza del Consiglio il contratto è ormai fatto, manca praticamente solo la firma. A parte qualche dettaglio, i contenuti dell'accordo si possono già anticipare. Si sa che il dipendente medio riceverà in media un aumento di 125 euro lordi. Si sa poi che nella busta paga entreranno altri 100 euro medi lordi sul salario tabellare (quello fisso); più all'incirca altri 210 euro medi lordi sull'indennità di Presidenza (di fatto un'altra voce fissa dello stipendio). Totale, circa 425 euro lordi medi al mese. Un po' meno dei 600 euro mensili di cui si era parlato lo scorso novembre, ma certamente molto più di quanto hanno ricevuto gli altri dipendenti pubblici. E in cambio il personale si impegna a lavorare 38 ore settimanali anziché 36 come gli altri statali. Le apparenze ingannano. Ma, come al solito, nel pubblico impiego la matematica è un'opinione. Infatti, analizzando meglio le cifre, si scopre che i 425 euro possono essere considerati in modo diverso a seconda di come li si guarda. Nel senso che forse non tutti quei soldi possono essere considerati un vero e proprio aumento. Una parte della somma i dipendenti della Presidenza la ricevevano già, anche se veniva distribuita in un'altra maniera. Non solo, ma se si va a guardare meglio si scopre che la settimana di 38 ore non è un allungamento dell'orario, anzi si potrebbe addirittura dire che si tratta di una riduzione. Il vero aumento. La quota che sicuramente può essere etichettata come aumento sono i 125 euro lordi di cui si è detto all'inizio. Una rivalutazione dello stipendio che corrisponde esattamente ai 101 euro di aumento prevista dai contratti dei ministeriali (la somma appare più alta solo per un fatto statistico, essendo la media retributiva di partenza a Palazzo Chigi più alta che fra i ministeriali). Per quello che riguarda le restanti voci, invece, il discorso si fa più complesso. Tecnicamente si tratta di aumenti, soldi che adesso entrano nella busta paga mentre prima non c'erano. Ma i soldi in questione vengono attinti dal cosiddetto Fup, ovvero Fondo unico di Presidenza. Sono cioè risorse che venivano già attribuite ai dipendenti come indennità forfettaria, destinata a tutti coloro che accettavano di allungare volontariamente il loro orario di lavoro. E parliamo di oltre il 90 per cento del personale. Il vero orario. Alla Presidenza del Consiglio esiste da anni un accordo integrativo in base al quale i dipendenti possono individualmente scegliere se aderire all'orario lungo di 39 ore e quaranta minuti a settimana. Come si è detto, quasi la totalità degli impiegati ha accettato il prolungamento dell'orario (che peraltro avviene solo a richiesta del dirigente), ottenendo in cambio la ricca indennità forfettaria di cui sopra. Adesso il nuovo contratto nazionale che sta per essere firmato fissa a 38 ore l'orario settimanale e trasferisce quasi tutta l'indennità forfettaria sulle voci più stabili della busta paga. Ai dipendenti viene comunque lasciata la facoltà di scegliere: chi vorrà potrà sempre optare per l'orario di 36 ore e rinunciare ai soldi in più. Inoltre la possibilità di prolungare l'orario fino a 39 e passa ore rimane sempre valida, attingendo a una rimanente quota di Fup non utilizzata per pagare i famosi 425 euro. Ma allora cosa è cambiato? Insomma, i soldi sono sempre gli stessi, anche l'orario tutto sommato rimane quello, la facoltatività per i dipendenti è preservata. Viene spontaneo chiedersi: c'era proprio bisogno di fare tutto questo cambiamento apparente per lasciare le cose più o meno come stavano prima? L'operazione può essere spiegata in vari modi. Dal punto di vista dell'amministrazione, si sottolinea il risultato di aver stabilizzato una volta per tutte nel contratto nazionale le 38 ore settimanali. Dal punto di vista dei sindacati che firmano l'accordo, si metterà l'accento invece sull'importanza di aver trasformato in parti integranti della retribuzione cifre consistenti che fino a oggi erano di natura provvisoria. E in effetti entrambe le cose sono vere. Si può allora leggere l'imminente accordo come un espediente per sanare una situazione pregressa abbastanza discutibile: con l'ufficialità di un contratto nazionale firmato dall'Aran (l'agenzia governativa del pubblico impiego), si rende definitivo e intangibile un precedente accordo di amministrazione che appariva molto, molto generoso. D'ora in poi ad essere generoso sarà il contratto nazionale. Il giudizio dei sindacati. Mai come questa volta le posizioni dei sindacati sono variegate e interessanti. La Snaprecom (sindacato autonomo che rappresenta ben un terzo dei dipendenti) e la Cisl sono pronte a rivendicare il risultato di aver portato più soldi sullo stipendio fisso. La Uil e gli autonomi di sinistra Rdb-Cub protestano contro un allungamento dell'orario che viene compensato da un finto aumento di stipendio. Protesta da mesi anche la Cgil, ma per ragioni diametralmente opposte: secondo il sindacato di Epifani si sta riservando a questo comparto un ingiustificato trattamento di favore rispetto agli altri dipendenti pubblici.


27 marzo 2009 - Leggo

Roma. Un sabato nero per la Capitale...
di Lorena Loiacono

Roma - Un sabato nero per la Capitale, quello di domani, in vista del corteo che terrà sotto scacco le vie del Centro e non solo. Sono attesi infatti oltre 20 mila manifestanti, tra lavoratori e studenti, provenienti con 70 pullman e due treni speciali da tutta Italia per la mobilitazione indetta dai sindacati di base, Cobas, RdB e SdL, contro la crisi economica, proprio nel giorno del G14 a Roma sul welfare. Massima allerta, dunque, per la tensione in città anche a seguito dei recenti scontri tra studenti della Sapienza e forze dell’ordine, proprio in merito ai nuovi regolamenti sulle manifestazioni nella Capitale: «Il corteo si terrà sul percorso classico delle grandi manifestazioni sindacali – annuncia Piero Bernocchi, portavoce nazionale dei Cobas - nonostante si sia tentato in ogni modo, senza riuscirci, di dirottarlo in ossequio al protocollo "ammazzacortei" siglato a Roma. Verrà aperto da migliaia di precari di tutti i settori e in esso confluiranno cortei studenteschi dalle università romane in lotta. Un ruolo rilevante nella manifestazione infatti l'avrà proprio il popolo della scuola pubblica: docenti ed Ata, in particolare i precari, e studenti porteranno in corteo il rifiuto della macelleria didattica e sociale». Hanno assicurato la loro presenza in piazza, con la RdB, anche i vigili del fuoco «per il rilancio del corpo nazionale, l’assunzione dei precari discontinui ed il riconoscimento di categoria particolarmente usurante». E non sarà semplice, allora, muoversi in città: numerose infatti le linee Atac che saranno interessate da importanti deviazioni lungo il tragitto.
Il corteo partirà alle 15 da piazza Barberini e, passando per via Luigi Einaudi, piazza dei Cinquecento, via Cavour, via dei Fori Imperiali, piazza Venezia, via delle Botteghe Oscure, largo di Torre Argentina e corso Vittorio Emanuele, raggiungerà in serata piazza Navona. Ma non è tutto: dalle 7 alle 17 resterà chiuso anche Ponte Palatino per i lavori di manutenzione.


27 marzo 2009 - Il Messaggero

Roma. Quello di domani sarà un sabato ad alta tensione...
di DAVIDE DESARIO

Roma - Quello di domani sarà un sabato ad alta tensione. Da una parte il prefetto di Roma che ripete quanto già detto dal Ministro dell’Interno Roberto Maroni: «Le regole sono uguali per tutti, vanno rispettate e fatte rispettare». Dall’altra gli studenti dell’Onda che, invece, dopo gli scontri della scorsa settimana alla Sapienza per una manifestazione non autorizzata, hanno deciso di sfidare le forze dell’ordine annunciando, ma senza comunicarlo ufficialmente alla questura, che domani sfileranno da piazza Aldo Moro fino a piazza della Repubblica per confluire nel corteo dei Cobas.
Il corteo autorizzato. I Cobas hanno organizzato una manifestazione nazionale al grido «La crisi la paghino i banchieri, i padroni e gli evasori». Al corteo hanno già aderito diverse realtà antagoniste: dai centri sociali di diverse città italiane a gruppi anarchici. Secondo le stime saranno circa 20mila i partecipanti che si sono dati appuntamento alle 15 in piazza della Repubblica per sfilare fino a piazza Navona. Tra le 15 e le 20, quindi, saranno deviate o limitate 46 linee bus: C3, H, 5, 8, 14, 16, 30 Express, 36, 40 Express, 44, 46, 60 Express, 62, 63, 64, 70, 71, 75, 81, 84, 85, 87, 95, 105, 116, 117, 119, 160, 170, 175, 271, 360, 492, 571, 590, 628, 630, 649, 714, 715, 716, 780, 781, 810, 910 e 916.
Il corteo non autorizzato. Alla manifestazione dei Cobas voglio prendere parte anche gli studenti dell’Onda che si sono dati appuntamento alle 14 in piazzale Aldo Moro per raggiungere piazza della Repubblica. Ma dopo i tafferugli avvenuti il 18 marzo, l’Onda non ha voluto, come prevede la legge, comunicare l’iniziativa e tanto mano il percorso alla questura. «Ripartiremo in corteo da piazzale Aldo Moro a Roma per ribadire il diritto a manifestare e di poterlo fare a partire dalla città universitaria - spiega Francesco Brancaccio, esponente dell’Onda - Abbiamo avvertito tutta la città della nostra iniziativa, ma dopo quello che è accaduto il 18 marzo, certo non siamo andati in questura. D’altronde per tutto l’autunno abbiamo fatto manifestazioni e cortei senza fare comunicazioni ufficiali perché dovremmo cambiare adesso?».
La prefettura. Giuseppe Pecoraro parla chiaro: «Il protocollo sui cortei non c’entra. Gli studenti, come tutti gli altri cittadini italiani, sono tenuti dalla legge, se vogliono fare un corteo, a fare un preavviso e indicare un percorso. Non c’è una legge per gli studenti e un’altra per gli altri. E’ ovvio che per ragioni di ordine pubblico, la questura può decidere una variazione del percorso».
Anche i liceali. Domani faranno la loro parte anche i collettivi studenteschi che si sono dati appuntamento alle 9 al liceo classico Virgilio dove insceneranno «la battaglia dei cuscini» per protestare «contro il ministro Brunetta, e contro il protocollo dei cortei». Poi anche loro si uniranno al corteo non autorizzato dell’Onda.


27 marzo 2009 - L'Unità

«Gli studenti in piazza? Stiano alle nuove regole o interverrà la Questura»
Il prefetto «Domani vogliono sfilare? I Cobas hanno chiesto l’autorizzazione. 10 giorni fa e non c’è stato problema. I manganelli rivoltati alla Sapienza? Nessuno aggredisca le forze dell’ordine, ho fiducia nell’operato degli agenti»
di MASSIMILIANO DI DIO

Roma - «Domani ripartiremo comunque da piazzale Aldo Moro per ribadire il diritto a sfilare già dalla città universitaria» rivendicano gli studenti dell’Onda dopo gli scontri con le forze dell’ordine della settimana scorsa. «Vogliono manifestare? Chiedano il preavviso disposto dalla legge e nulla succederà» replica il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro. Che a l’Unità, alla vigilia anche del corteo anti-G8 indetto sempre per domani dai Cobas, difende senza se e senza ma la nuova disciplina delle manifestazioni nelle piazze romane. Non solo. Nel ribadire la bontà del protocollo condiviso da partiti politici e sindacati (esclusi Prc, Pdci e da ultimo Sd), il prefetto capitolino si dice pronto a incontrare anche gli studenti «purchè accompagnati da figure istituzionali». «Il mio interlocutore sono solo soggetti politici legittimi. E l’Onda - sottolinea - non mi pare lo sia».
Intanto in città cresce la tensione. Soprattutto dopo le parole del sindaco Alemanno. «La Questura sgomberi i manifestanti non autorizzati, è una violazione del protocollo» ha affermato in risposta al sit-in di protesta organizzato ieri da un gruppo di precari e studenti davanti alla sede dell’Abi. E così mentre cresce il malumore attorno alla nuova disciplina dei cortei, il prefetto Pecoraro spiega: «Il problema di domani, come quello dell’altra volta a La Sapienza, non c’entra con il protocollo. Chi sostiene il contrario, lo fa in modo strumentale. Ogni cittadino che vuole manifestare deve darne preavviso almeno 3 giorni prima, indicando anche il percorso. Lo prevede la legge. La richiesta dei Cobas è arrivata 10 giorni fa e non c’è stato alcun problema. Il protocollo, che entra in gioco in un momento successivo, individua solo una serie di itinerari e piazze per non creare troppi disagi agli altri cittadini».
C'è chi vi vede una maggiore limitazione della libertà di manifestare.
«Non è vero. Ci sono delle regole e vanno rispettate. La manifestazione dei Cobas è stata autorizzata, quella degli studenti no perché nessuno ne ha fatto richiesta. Domani possono scendere in strada tranquillamente, aderendo all'iniziativa delle sigle di base».
L’Onda non intende fare dietrofront.
«Invito gli studenti a non cominciare a 18 anni a vivere nell’illegalità ma a rispettare la legge. Vogliono manifestare? Chiedano il preavviso e nulla succederà. Da parte nostra, dobbiamo garantire i diritti anche degli altri cittadini».
E se domani il corteo ci sarà?
«È un problema che riguarderà la Questura. Ci troveremo di fronte a una situazione di illegalità in cui sarà compito della polizia svolgere attività di prevenzione dalla possibile commissione di reati».
È disposto a incontrare gli studenti?
«Come prefetto, i miei interlocutori sono solo i soggetti politici o istituzionali legittimi. L’Onda non mi pare lo sia, ma sono pronto ad accogliere una rappresentanza di studenti purchè accompagnata da figure istituzionali».
Il clima è piuttosto teso nelle università, come dimostrano le recenti aggressioni a Roma Tre.
«Mi dispiace molto che tra giovani ci siano queste tensioni. Sono stato anch’io all'università, peraltro nel ‘68, e mi rendo conto della difficoltà anche di chi vuole studiare, oltre che manifestare. Abbiamo deciso di tenere alta la guardia. Ci dev’essere massima attenzione da parte delle forze dell’ordine a non tralasciare nulla. Non si può arrivare alla violenza, seppur per diverse posizioni ideologiche. Devono esserci dialogo e tolleranza».
Ha fatto molta impressione, in alcune foto scattate a La Sapienza, vedere un agente che impugna un manganello al contrario.
«È importante che nessuno aggredisca le forze dell’ordine. I manganelli sono usati per difesa, non ho mai voluto altri tipi di interventi. Ho fiducia nell’operato degli agenti, so che sono equilibrati, pazienti, tolleranti».
Torniamo al protocollo: è stato largamente condiviso eppure solleva molte perplessità.
«In questi giorni ho ricevuto quasi tutti i partiti politici e mi hanno confermato la bontà della disciplina approvata. Ricordo, uno per tutti, le parole del presidente della Provincia Zingaretti. Ripeto, è un accordo tra gentiluomini».
Il segretario della Cgil Lazio, Di Berardino, chiede di «evitare forzature per i cortei non autorizzati».
«Con la Cgil c’è un ottimo rapporto. Loro mi hanno sollevato il problema di chiarire la portata del protocollo e ora lo sto facendo. Dal canto mio, chiedo di continuare ad appoggiarmi perchè ci siamo dati delle regole per rendere più vivibile la città più bella d’Italia. E lo dice un napoletano».


27 marzo 2009 - Viterbo Oggi

RdB CUB di Viterbo alla manifestazione nazionale di Roma il 28 marzo
In occasione della riunione dei Ministri del Welfare del G14

Riceviamo e pubblichiamo: "Saranno decine di migliaia le persone che sabato 28 marzo confluiranno a Roma per la manifestazione nazionale indetta in occasione della riunione dei Ministri del Welfare del G14 prevista nella capitale, dichiara Lino Rocchi della Federazione RdB CUB di Viterbo, CUB, COBAS e SdL, cioè il Patto di Base costituito tra le tre maggiori sigle del sindacalismo di base, hanno promosso l’iniziativa con l’obiettivo di sostenere la piattaforma di lotta per non pagare la crisi, varata dalla Assemblea nazionale dei tre sindacati del 7 febbraio scorso. I lavoratori, i precari, i pensionati, i cittadini e gli studenti di Viterbo ci saranno, la federazione di Viterbo ha organizzato degli autobus che per Viterbo partiranno dal piazzale retrostante la Questura, i punti centrali della Piattaforma sono: blocco dei licenziamenti; riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario; aumenti consistenti di salari e pensioni, reddito minimo garantito per chi non ha lavoro; aggancio dei salari e pensioni al reale costo della vita; cassa integrazione almeno all’80% del salario per tutti i lavoratori/trici, precari compresi, continuità del reddito per i lavoratori "atipici", con mantenimento del permesso di soggiorno per gli immigrati/e; nuova occupazione mediante un Piano straordinario per lo sviluppo di energie rinnovabili ed ecocompatibili, promuovendo il risparmio energetico e il riassetto idrogeologico del territorio, rifiutando il nucleare e diminuendo le emissioni di CO2; piano di massicci investimenti per la messa in sicurezza dei luoghi di lavoro e delle scuole, sanzioni penali per gli omicidi sul lavoro e gli infortuni gravi; assunzione a tempo indeterminato dei precari e reinternalizzazione dei servizi; piano straordinario di investimenti pubblici per il reperimento di un milione di alloggi popolari, tramite utilizzo di case sfitte e recupero, ristrutturazione e requisizioni del patrimonio immobiliare esistente; blocco degli sfratti, canone sociale per i bassi redditi; diritto di uscita immediata per gli iscritti/e ai fondi-pensione chiusi. Gli oltre 70 pullmann e i due treni speciali che sono attesi per sabato, conclude Rocchi, non porteranno a Roma unicamente operai, lavoratori della scuola, del pubblico impiego, precari pubblici e privati, ma anche disoccupati, famiglie in lotta per il diritto alla casa, studenti, giovani dei centri sociali. Il corteo si terrà sul percorso classico delle grandi manifestazioni sindacali – da Piazza della Repubblica a Piazza Navona – nonostante la Questura di Roma abbia tentato in ogni modo, senza riuscirci, di dirottarla in ossequio al Protocollo "ammazzacortei" siglato a Roma da Sindaco, Prefetto, partiti politici e Cgil, Cisl e Uil. Verrà aperto da migliaia di precari di tutti i settori, seguiti dai lavoratori dei Trasporti in lotta anche per difendere il diritto di sciopero. Seguiranno poi i sindacati di base, le forze sociali, gli studenti, le forze politiche".
Federazione RdB CUB Viterbo (Lino ROCCHI)


27 marzo 2009 - On Tuscia

VITERBO PARTECIPERA' ALLA MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA DEL G14
Pubblichiamo una nota di Lino Rocchi, Federazione RdB CUB di Viterbo

(OnTuscia) – VITERBO – (A.O.) - Saranno decine di migliaia le persone che sabato 28 marzo confluiranno a Roma per la manifestazione nazionale indetta in occasione della riunione dei Ministri del Welfare del G14 prevista nella capitale, dichiara Lino Rocchi della Federazione RdB CUB di Viterbo, CUB, COBAS e SdL, cioè il Patto di Base costituito tra le tre maggiori sigle del sindacalismo di base, hanno promosso l’iniziativa con l’obiettivo di sostenere la piattaforma di lotta per non pagare la crisi, varata dalla Assemblea nazionale dei tre sindacati del 7 febbraio scorso. I lavoratori, i precari, i pensionati, i cittadini e gli studenti di Viterbo ci saranno, la federazione di Viterbo ha organizzato degli autobus che per Viterbo partiranno dal piazzale retrostante la Questura, i punti centrali della Piattaforma sono: blocco dei licenziamenti; riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario; aumenti consistenti di salari e pensioni, reddito minimo garantito per chi non ha lavoro; aggancio dei salari e pensioni al reale costo della vita; cassa integrazione almeno all’80% del salario per tutti i lavoratori/trici, precari compresi, continuità del reddito per i lavoratori "atipici", con mantenimento del permesso di soggiorno per gli immigrati/e; nuova occupazione mediante un Piano straordinario per lo sviluppo di energie rinnovabili ed ecocompatibili, promuovendo il risparmio energetico e il riassetto idrogeologico del territorio, rifiutando il nucleare e diminuendo le emissioni di CO2; piano di massicci investimenti per la messa in sicurezza dei luoghi di lavoro e delle scuole, sanzioni penali per gli omicidi sul lavoro e gli infortuni gravi; assunzione a tempo indeterminato dei precari e reinternalizzazione dei servizi; piano straordinario di investimenti pubblici per il reperimento di un milione di alloggi popolari, tramite utilizzo di case sfitte e recupero, ristrutturazione e requisizioni del patrimonio immobiliare esistente; blocco degli sfratti, canone sociale per i bassi redditi; diritto di uscita immediata per gli iscritti/e ai fondi-pensione chiusi. Gli oltre 70 pullman e i due treni speciali che sono attesi per sabato, conclude Rocchi, non porteranno a Roma unicamente operai, lavoratori della scuola, del pubblico impiego, precari pubblici e privati, ma anche disoccupati, famiglie in lotta per il diritto alla casa, studenti, giovani dei centri sociali. Il corteo si terrà sul percorso classico delle grandi manifestazioni sindacali.


27 marzo 2009 - Il Mattino

Nocera Inferiore. Protesta della Rappresentanza di base (RdB)...

Nocera Inferiore - Protesta della Rappresentanza di base (RdB) contro la nuova politica del Governo centrale sui salari: molti dipendenti del tribunale di Nocera Inferiore che aderiranno alla manifestazione nazionale di Roma, prevista per domani, contro la linea economica del Governo. Al centro della protesta dei dipendenti del Ministero della Giustizia ci sono i criteri per la distribuzione della produttività. Infatti, è intenzione del Governo di applicare il metodo della meritocrazia per suddividere l'ammontare della produttività. «Come si possono definire a marzo 2009 i criteri della produttività del 2008? - si legge in un volantino dalla Rdb - Perchè non si vuol conoscere l'impegno di tutti i dipendenti della Giustizia che, nonostante lavorino in condizione di forte carenza di personale, con carichi di lavoro in continuo aumento, in condizioni ambientali da terzo mondo e con mancanza di strumenti minimi di lavoro, assicurano con sacrifico personale e abnegazione un essenziale servizio al cittadino?». Secondo i sindacati di base del pubblico impiego questo del Governo è «...un ulteriore attacco al salario dei dipendenti, in linea con le politiche di contenimento della spesa». La Rdb ha aderito alla manifestazione nazionale di Roma prevista per domani convocata da tutto il sindacalismo di base. Oggettivamente sarà difficile stabilire criteri meritocratici per i dipendenti del Ministero della Giustizia, attesi gli enormi carichi di lavoro e le procedure connesse al suo disbrigo che variano da ufficio ad ufficio e che sono sempre in aumento e diventano ogni giorno più complesse. In gran parte delle strutture giudiziarie, come in particolare quella di Nocera Inferiore, i lavoratori sono costretti normalmente a un super lavoro per far fronte a una fortissima carenza di personale. Nonostante i forti limiti, però, gli operatori continuano a rimboccarsi le maniche sperando che qualcosa, prima o possa, possa cambiare. La svolta potrebbe arrivare anche dalla stessa manifestazione di domani.(r.s.)


27 marzo 2009 - Il Gazzettino

SINDACATO DI BASE
Cobas del Fvg domani a Roma

Anche lavoratori del Fvg parteciperanno domani alla manifestazione promossa dai sindacati di base (Cub, Cobas e Sdl) a Roma in occasione della riunione dei ministri del Welfare del G14 prevista nella capitale. I sindacati di base andranno a Roma per chiedere "lavoro, reddito, pensioni, casa, servizi pubblici e beni comuni; difendere il diritto costituzionale di sciopero; e difendere il posto di lavoro", in polemica con l’accordo di gennaio firmato da quelli che i Cobas definiscono "sindacati collaborativi" e con il disegno di legge Sacconi che introduce tutta una serie di novità in tema di sciopero per quanto riguarda i servizi pubblici.

VERTENZA IN COMUNE
di Laura Pilastro

Vicenza - Assunzione in ruolo per tutti i precari delle scuole materne. È questa la richiesta che i lavoratori del settore educativo scolastico del Comune - insegnanti di scuole materne, educatrici di asili nido e operatori scolastici - ribadiscono nella lettera consegnata ieri pomeriggio nelle mani del dirigente dell’assessorato all’Istruzione, Silvano Golin. A corredo del documento, 116 firme che sposano la vertenza precari portata avanti negli ultimi sei mesi dalle Rappresentanze Sindacali di Base e culminata nella dichiarazione dello stato di agitazione di metà febbraio scorso.
L’amministrazione comunale ha già mostrato di voler accogliere tali richieste, come spiega Maria Teresa Turretta, di Rdb Cub: «Nei fatti, lo scorso 9 marzo, il Comune ha espresso parere favorevole ad una assunzione di precari, accogliendo finalmente le nostre richieste e quelle della maggioranza dei lavoratori della scuola. Ha compreso che questa assunzione in ruolo è possibile aumentando il numero dei posti in pianta organica di insegnante ed eliminando dalla stessa altrettanti posti, da anni vacanti, di coordinatore delle materne, figura professionale, questa, che non esiste in altri Comuni». Ma a scatenare la presa di posizione dei lavoratori che hanno sottoscritto la lettera è il «comportamento del sindacato Csa, sostenuto anche dalla Cisl, che anziché appoggiare questa giusta vertenza che tutela molte lavoratrici e garantisce continuità educativa al servizio pubblico, si è messo di mezzo con l’evidente tentativo di boicottare il buon esito della battaglia sindacale».
Ecco allora scattare la reazione di insegnanti, educatrici e personale ausiliario che, a seguito di un’assemblea organizzata da RdB Cub, hanno deciso nei giorni scorsi di lanciare una raccolta firme tra colleghi, ricevendo adesioni dalla maggioranza dei lavoratori del settore, che conta in tutto il territorio comunale 160 persone.
Intanto la partita finale si giocherà al prossimo tavolo con l’amministrazione comunale fissato per il 7 aprile: «Si deciderà il da farsi, ma secondo quanto ci ha assicurato l’amministrazione non dovrebbero esserci problemi. A noi interessa intanto portare a casa cinque assunzioni di lavoratori che il 30 giugno sarebbero destinati a perdere il diritto alla stabilizzazione».


27 marzo 2009 - Corriere della Sera

Protesta «Blocco dei mutui, reddito sociale per i precari»
Centri sociali: raid e «assedio» all'Abi
«Contro il G8». Tensione con la polizia

Roma - Traffico bloccato tra via del Plebiscito e via del Gesù. Alemanno denuncia la «violazione del protocollo sui cortei»
È cominciata, ieri mattina a mezzogiorno, con un raid di una cinquantina di persone nella sede dell'Abi a Palazzo Altieri, dove è stata anche rotta una spessa porta a vetri, e poi con un sit-in non autorizzato in piazza del Gesù. Ed è finita un'ora e mezzo più tardi con un incontro fra una delegazione di manifestanti e alcuni dirigenti dell'Associazione bancaria, e con la promessa di ritrovarsi la settimana prossima, forse lunedì, per discutere di blocco dei mutui e reddito sociale. In mezzo qualche momento di tensione: lanci di bottiglie d'acqua e facsimile di bancomat (chiamato New social card) contro il portone dell'Abi, un cordone di poliziotti e carabinieri, il blocco del traffico su via del Plebiscito, dove si è formata una coda di autobus pieni di passeggeri, e lo striscione srotolato dalle finestre di Palazzo Altieri. «Contro il G8 della crisi, reddito per tutti/ e», recitava. I manifestanti, circa 250, che il sindaco Gianni Alemanno ha chiesto alla questura di allontanare («per violazione del protocollo sui cortei appena firmato»), appartenevano al Comitato romano e alla Rete contro il G8.
Domani pomeriggio, alle 15, parteciperanno al corteo nazionale da piazza della Repubblica organizzato dai sindacati di base contro il G8 sul lavoro in programma da domenica a martedì prossimi alla Farnesina. All'iniziativa hanno aderito anche movimenti anarchici e centri sociali provenienti da altre città. Per questo ci sarà un ingente spiegamento di forze dell'ordine. Si temono incidenti lungo il percorso.
Ieri intanto i rappresentanti della Rete contro il G8 hanno chiesto all'Abi l'apertura di un tavolo di trattativa per discutere «il blocco dei mutui sulla casa per i cittadini in sofferenza, mentre al governo - hanno aggiunto - chiediamo lo stop al finanziamento degli speculatori e un reddito sociale per precari e disoccupati». Criticato anche il protocollo sui cortei. «Per gestire la crisi - ha spiegato in una nota il Comitato romano - sindaci e sindacati concertativi sottoscrivono protocolli che negano di fatto la libertà di espressione e il diritto al dissenso, tentando di trasformare le nostre città in enormi "zone rosse"». Per domani, prima della partenza del corteo del pomeriggio, sono stati annunciati concentramenti di manifestanti alle 13.30 in piazzale Aldo Moro, stazione Tiburtina, piazzale di Porta Pia e via Cesare De Lollis.

La protesta
E i no global «circondano» la sede Abi

ROMA — Forse tirare in ballo il caso di Sir Fred Goodwin, l'ex direttore superpensionato d'oro della Royal Bank of Scotland, è troppo. Ma certo la manifestazione di un gruppo di attivisti della «Rete contro il G8» davanti a Palazzo Altieri, la sede romana dell'Abi, può in qualche modo richiamare l'assedio, con tanto di danni, alla villa di Edimburgo del manager britannico. Non certo per i modi, pacifici nel primo caso e violenti nel secondo, né per il bersaglio, un'associazione a Roma e un dirigente che incasserà una pensione da 16,9 milioni di sterline ad Edimburgo. Ma per lo spirito anti-banche che emerge in questo periodo di crisi. I banchieri, come dice anche Alessandro Profumo, amministratore delegato di Unicredit, non sono in genere simpatici alla gente, ora più di prima. Considerati l'epicentro della crisi finanziaria scoppiata però nelle banche americane.
Così circa 200, o forse meno, manifestanti che si preparano al corteo di domani contro il G8 e il G14 sul lavoro che si svolgeranno a Roma da domenica a martedì prossimi, si sono presentati per una prima protesta davanti alla sede dell'Abi, a Piazza del Gesù, in pieno centro cittadino, a pochi passi da Palazzo Grazioli, la sede privata del premier Silvio Berlusconi. «Chiediamo alle banche una moratoria generalizzata di 2 anni per tutti i mutui casa» ha spiegato un'attivista mentre il traffico, particolarmente intenso in quella zona, andava in tilt e la polizia si schierava in assetto antisommossa. «Diciamo ancora una volta che noi la crisi non la paghiamo», ha aggiunto qualcun altro, chiedendo conto dell'uso dei cosiddetti conti dormienti senza sapere che ormai sono finiti nella disponibilità del governo. E' toccato a due direttori centrali dell'Associazione, scesi nel cortile per incontrare una delegazione di manifestanti spiegare che l'Abi non può intervenire sulle singole banche e che in ogni caso è stata appena raggiunta l'intesa col Tesoro per impegnare gli istituti di credito che utilizzeranno i Tremonti- bond, e quindi i maggiori gruppi, a congelare le rate dei mutui di chi perde il lavoro, ad anticipare la cassa integrazione e a finanziare il fondo per le micro-imprese in difficoltà. A segnare la fine della manifestazione è stato l'appuntamento per un nuovo incontro lunedì pomeriggio.(S.Ta.)


27 marzo 2009 - Italia Oggi

La proposta del ministro nella bozza di contratto valida per i dipendenti di Palazzo Chigi
Brunetta vuole la settimana lunga

Per dare il buon esempio, i travet devono lavorare 38 ore La battaglia antifannulloni di Brunetta arriva a colpire il cuore della macchina amministrativa italiana. Quella Presidenza del consiglio dei ministri, che con la sua pattuglia di circa 3 mila dipendenti, manda avanti l'attività dei governi che nel tempo si susseguono. Un comparto a parte, nell'ambito del pubblico impiego, che gode di un contratto ad hoc, a tutela della specificità del ruolo: ampia flessibilità nel lavoro, ma anche indennità speciali, che rendono un posto a Palazzo Chigi ambito e invidiato da parte di tutti gli altri statali. Ed è proprio da questo comparto che il ministro della funzione pubblica, Renato Brunetta, vuole arrivi il buon esempio per tutti i travet d'Italia: se c'è crisi e le imprese chiudono, chi ha un posto fisso nello stato deve produrre di più e deve lavorare di più, è il ragionamento. E così nella proposta di rinnovo del contratto della Presidenza, presso cui tra l'altro sono incardinati i dipendenti della Funzione pubblica, è spuntato un articolo che porta la settimana base di lavoro dalle tradizionali 36 ore a 38 ore. Se insomma c'è chi nel privato è costretto a fare la settimana corta, per sopperire alla mancanza di liquidità sui mercati e al calo della domanda, nel pubblico arriva la settimana lunga. Il testo, messo a punto dall'Agenzia governativa per la contrattazione, precisa che in fase di prima applicazione, ovvero fino al prossimo 31 dicembre, il nuovo orario non scatterà in automatico per tutti. È infatti data facoltà al lavoratore di aderire all'innalzamento, potendo anche optare per le vecchie 36 ore «in presenza di adeguate motivazioni e/o oggettivi impedimenti». Ma, tutto sommato, non aderire non conviene. Già, perché andando a leggere la parte relativa al trattamento economico si scopre che le due ore lavorative in più verranno compensate con una quota dei finanziamenti che oggi servono a pagare l'accessorio. Chi accetta la proposta si vedrà trasferire sulla parte fissa di stipendio quanto prima invece doveva guadagnare con un lavoro aggiuntivo e sottoposto a verifiche e valutazioni perché fosse compensato. E quasi tutti alla Presidenza lavorano per l'accessorio, solo che in futuro le due ore in più la settimana, ovvero otto ore mensili, da parte variabile diventano fisse: 100 euro in più al mese che vanno in tasca a tutti e che si aggiungono all'aumento tabellare previsto per il recupero dell'inflazione. Soldi non più decurtabili, anche in caso di assenza per malattia-come vuole un'altra delle riforme del ministro Brunetta- e tra l'altro utili a maturare in futuro una pensione più alta. La norma ha creato perplessità tra le sigle sindacali che, nel caso della Presidenza, vedono una forte rappresentanza degli autonomi a discapito dei confederali. Perché è vero che si innalza l'orario di lavoro, ma è vero pure che economicamente l'operazione non è a perdere, anzi. Anche se c'è il pericolo che, creato il precedente di Palazzo Chigi, la settimana lunga possa poi essere estesa ad altri comparti, meno fortunati però dal punto di vista del trattamento economico. L'unica voce di contrarietà che finora si è levata è quella delle Rdb-Cub, che parla di un attacco ai diritti fondamentali dei lavoratori pubblici. Un attacco che, partendo dal comparto, «ha obiettivo di indebolire la resistenza dei lavoratori ai processi di destrutturazione in atto nella pubblica amministrazione».


27 marzo 2009 - Il Paese delle Donne

Rita Chiavoni della RdB-CUB Medici: la legge sul testamento biologico un grave attacco alla professionemedica

"Riteniamo la legge sul testamento biologico un grave attacco alla professione medica, in quanto mina profondamente le basi della deontologia professionale, ponendo in essere la possibilità di non rispettare le volontà del paziente e attaccando l’autonomia professionale", così Rita Chiavoni della RdB-CUB Medici, sul provvedimento in discussione al Senato. "Il principio base della professione, l’agire in scienza e coscienza - precisa Chiavoni - viene reso subalterno a possibili variabili burocratiche che potrebbero condurre il medico ad azioni contrarie a tale principio. Di fatto la legge introduce una forte ambiguità nel rapporto medico paziente, non più regolato dalla fiducia reciproca nel rispetto delle convinzioni etiche e religiose della persona malata e della libertà di autodeterminazione, e rappresenta un incitamento grave al non rispetto delle norme costituzionali". "Questo è solamente l’ultimo dei gravi attacchi realizzati dal governo nei confronti degli operatori sanitari, che si tenta di condurre verso l’asservimento ad una visione più di controllo che di cura come nel caso dell’ignobile denuncia degli immigrati irregolari. La RdB-CUB Medici invita pertanto tutti medici e i cittadini ad attivare forme di contrasto contro questi attacchi e contro lo smantellamento della Servizio Sanitario nazionale, e sollecita alla partecipazione alla manifestazione nazionale indetta dal Patto di Base per il prossimo 28 marzo a Roma", conclude la rappresentante RdB-CUB.


27 marzo 2009 - City

Emergenza casa, in arrivo 300 milioni
Accordo Maggioranza e opposizione convergono sul piano casa per dare una boccata d’aria alle oltre 20mila famiglie a rischio sfratto a Roma

Roma - Quasi 300 milioni di euro destinati all’emergenza abitativa di Roma, il 25% dei quali andrà alle occupazioni abusive riconosciute in passato. È il frutto dell’ incontro svoltosi mercoledì sera fra il sindaco Gianni Alemanno, l’assessore comunale alla Casa Alfredo Antoniozzi, il delegato all’emergenza abitativa Marco Visconti e il capogruppo della Sinistra Arcobaleno Andrea Alzetta.I fondi a disposizione"Nel bilancio - spiega Antoniozzi - saranno stanziati 82 milioni di euro provenienti da Comune, Regione e Governo, che si aggiungono ai 49 milioni derivanti dalla valorizzazione dei cambi di destinazione d’uso per acquistare più di 300 appartamenti; c’è anche un residuo di 37 milioni derivanti dalla valorizzazione del patrimonio comunale. Infine previsti anche 300 mln di euro da spalmare su tre anni. Circa il 25% dei soldi andrà alle occupazioni abusive riconosciute in passato" e ai residence. Il 75% dei nuovi appartamenti andrà a chi ha 10 punti in graduatoria. Per Alzetta, è un primo passo "per affrontare concretamente l’emergenza abitativa".La protestaIntanto la tensione è sempre più insostenibile. Ieri mattina un gruppo di famiglie, insieme a rappresentanti dell’A.S.I.A. Rdb e del Blocco Precario metropolitano, ha occupato la sede dell’Abi, l’Associazione bancaria italiana, per protestare contro "mutui insostenibili, caro affitti, sfratti". Il 14 febbraio è scaduta infatti la proroga concessa alle 4000 famiglie sotto sfratto nella capitale. Il sindaco di Roma Gianni Alemanno ha chiesto al prefetto di bloccare l’esecuzione degli sfratti.


27 marzo 2009 - Italia Sera

Gli infermieri che rischiavano di perdere il posto avranno il tempo indeterminato
‘Dietrofront’ Ares: nessun licenziamento

Roma - I 46 infermieri a tempo determinato dell’Ares 118, ai quali erano state inviate le lettere di risoluzione del rapporto di lavoro nonostante fossero tutti in possesso dei requisiti necessari alla stabilizzazione, da oggi potranno firmare il contratto a tempo indeterminato. Lo comunica, in una nota, l’Rdb-Cub. "Siamo contenti che la vicenda si sia risolta positivamente, sia per i lavoratori che per il servizio d’emergenza - commenta Licia Pera della Rdb-Cub 118 - e d’altronde non poteva essere altrimenti, visto che la stabilizzazione dei 46 Infermieri era un atto dovuto e garantito da ben due Finanziarie e da una delibera Regionale. Solo una dirigenza irresponsabile come quella dell’Ares poteva mettere a rischio questi lavoratori, subordinando i passaggi a tempo indeterminato alla richiesta di autorizzazione regionale, assolutamente non necessaria in quanto le assunzioni non prevedono alcun aggravio di spesa". "Tutto questo - prosegue la sindacalista - solo la Rdb lo ha gridato a gran voce chiedendo l’immediata assunzione dei precari, ed è poi stato riconosciuto pubblicamente anche da numerosi esponenti regionali, tra i quali il Presidente della Commissione Lavoro e Politiche Sociali della Regione Lazio oltre all’ex assessore alla Sanità". "La Rdb continuerà a vigilare - conclude Pera - per garantire la stabilizzazione di tutti i precari il cui contratto a tempo determinato non è ancora stato trasformato in un lavoro vero per la mancanza di assunzione di responsabilità delle dirigenze aziendali".


27 marzo 2009 - Il Bologna

Alloggi. Oggi presidio di Asia davanti alla casa di una donna:
ha tentato il suicidio per paura di finire in strada
Sempre meno soldi per gli affitti sono ottomila le famiglie morose
Per il sindacato sempre più a rischio anche gli autonomi. L'Uppi apre un fondo
di Gian Basilio Nieddu

Bologna - Prima perde il lavoro, poi si trova senza un tetto e infine tenta il suicidio. È la storia di una 43 enne, di origine marocchina che per di più soffre di una disabilità del 60%, denunciata dall'Associazione inquilini e assegnatari- Rdb (Asia) che questa mattina, alle otto, organizzano un presidio in via Broccaindosso. L'ufficiale giudiziario, incaricato dello sfratto, si troverà di fronte un cordone umano che tenterà di impedire la cacciata della donna dalla casa.Una battaglia forte quella dei sindacalisti di base per un problema che si aggrava per gli effetti della crisi economica. Nei giorni scorsi la Cgil - Sunia (il sindacato inquilini) ha lanciato l'allarme: 150 mila famiglie in Italia sono a rischio sfratto, con un aumento nel 2008 del 16%. A Bologna la situazione è più tranquilla ma non meno preoccupante. Lo sanno bene le famiglie mono reddito che in città, secondo lo studio del Sunia, devono impiegare dal 50 al 70 % delle loro entrate per pagare l'affitto. Meno che a Roma e Milano ma più di Genova e Torino. Eppure gli affitti calano, secondo Alberto Zanni che rappresenta i piccoli proprietari, ma quando si perde il lavoro è difficile pagare. La stessa Uppi di Zanni nei mesi scorsi si è fatta promotrice di un "fondo anti crisi per l'affitto" dopo l'appello della curia ad interventi di solidarietà per i più poveri: «Per dare un aiuto concreto a quelle famiglie bolognesi che oggi, non riescono ad arrivare a fine mese - si legge in una nota dell'associazione - a causa della perdita del lavoro e, magari, non riescono a coprire le spese per l'affitto». Per leggere il fenomeno il mese scorso c'è stato pure in incontro in Prefettura. Dal Sunia il segretario Mauro Colombarini registra sempre più casi di persone disperate: «Sono almeno 7/8 mila le famiglie in difficoltà nel pagare l'affitto, famiglie mono reddito numerose, persone sole che hanno subito il decesso del coniuge o una separazione - spiega il sindacalista - succede qualcosa che alla fine si rompe la catena e si smette di pagare. In questi ultimi mesi le figure più tipiche sono i disoccupati per crisi aziendale e anche numerosi autonomi che chiudono l'attività. In quest'ultimo caso sono persone senza più reddito e con una pesante situazione debitoria». La classe media soffre e dal Sunia ricordano la relazione del Presidente della Corte d'Appello con i dati sulle ingiunzioni degli sfratti: «passati da 2500 a 3250». E per fortuna che la solidarietà in città non manca: «Tanti proprietari quando una persona inizia a non pagare aspettano il più possibile prima di ricorrere al tribunale - racconta Colombarini - si cerca di capire i problemi dell'inquilino. L'altro giorno abbiamo avuto il caso di una persona che il proprietario ha aspettato otto mesi prima di agire». Belle parole per i proprietari, almeno quelli solidali, ma bacchettate per le associazioni: «dovrebbero essere più attive». Ovvero fare fronte comune contro i tagli del fondo nazionale per le locazioni: «Nel 2000 erano pari a 361 milioni di euro mentre nel 2008 sono passati a 210 milioni - snocciola dati Colombarini - e nel 2011 saranno solo 110 milioni». Ma su questo punto ?anni si dice d'accordo: «È un errore ridurre i fondi per le famiglie».

Perde il lavoro e un tetto sopra la testa la storia

Per la donna che ha tentato il suicidio, come denunciano gli attivisti di Asia, il Comune tramite i servizi sociali ha proposto un posto letto in un dormitorio: «una vera e propria autostrada diretta al rischio di autolesionismo da parte della donna». Secondo le Rdb che hanno scritto all'assessore Merola, al vicesindaco Paruolo e al presidente del quartiere Adagio.


27 marzo 2009 - La Città di Salerno

Agropoli, sciopero in ospedale per la carenza di personale

Agropoli - Oggi sciopero in ospedale per il mancato potenziamento del personale. Dipendenti a rischio precettazione per la prevista ampia adesione allo sciopero indetto dall’organizzazione sindacale Rdb Cub, «che è la conseguenza del fallito tentativo di raffreddamento del conflitto, tenutosi presso la Prefettura lo scorso febbraio con la direzione generale dell’Asl 3». «Qualche giorno fa abbiamo tenuto - spiega il segretario provinciale della Rdb Cub, Vito Storniello - con la direzione sanitaria e la direzione dei servizi infermieristici del presidio ospedaliero di Agropoli per la individuazione del personale da assicurare per i servizi minimi assistenziali, vista l’altissima adesione allo sciopero». Lo sciopero sará accompagnato da un’assemblea permanente straordinaria cittadina con tutto il personale dell’ospedale, a partire dalle 8, che si terrá nell’aula magna dello stesso ospedale. L’assemblea discuterá delle forme di lotta da intraprendere per riuscire ad ottenere la copertura delle gravi carenze di personale. Nel pomeriggio dalle 16 l’assemblea si arricchirá della presenza del Comitato civico pro ospedale, convocato dal presidente don Bruno Lancuba a sostegno dello sciopero indetto dal sindacato Rdb Cub per discutere dei nuovi scenari dopo la nomina del commissario unico delle tre aziende sanitarie locali. «Come organizzazione sindacale - conclude Storniello - abbiamo richiesto un incontro urgente al nuovo commissario».


27 marzo 2009 - Corriere di Bologna

Protestano le RdB
È a rischio di sfratto Donna tenta il suicidio

Bologna - Il lavoro perso, un'invalidità certificata del 60 per cento, il tormento di problemi socio-sanitari e il colpo di grazia, con la minaccia incombente dello sfratto per morosità: davvero troppo da sopportare per una donna residente a Bologna che qualche giorno fa ha tentato il suicidio. La 43enne è ancora viva, ma oggi alla sua porta si presenterà l'ufficiale giudiziario per eseguire lo sfratto. A denunciare l'intera vicenda è l'Associazione inquilini delle Rdb che annuncia, per questa mattina, un presidio in via Broccaindosso 54, e chiede «un rinvio dello sfratto».


27 marzo 2009 - Il Resto del Carlino

«Sfrattano un'invalida, il Comune che fa?»
OGGI PRESIDIO DI ASIA IN VIA BROCCAINDOSSO

Bologna - IL LAVORO perso, un'invalidità certificata del 60%, il tormento di problemi socio-sanitari e il colpo di grazia, con la minaccia incombente dello sfratto per morosità: davvero troppo da sopportare per una marocchina di 43 anni che ha tentato il suicidio, appena qualche giorno fa. Stamane a bussare alla sua porta di casa si presenterà l'ufficiale giudiziario, per eseguire l'ordinanza di sfratto. L'Associazione inquilini e assegnatari-Rdb (Asia) denuncia così la vicenda e annuncia, per oggi, un presidio in via Broccaindosso 54, per impedire la cacciata da casa della donna. Asia ha pure scritto al Comune per chiedere «un rinvio dello sfratto» e una «soluzione abitativa consona alla situazione psicologica ed economica» della donna, per prevenirne «un inasprimento della condizione». Già, perché a dispetto di un certificato dell'Ausl (con l'attestazione dei disturbi di cui la signora soffre e di cui Asia è in possesso), i servizi sociali del Comune, che avevano già in carico la donna, avrebbero prospettato un'unica alternativa allo sgombero': un posto letto in un dormitorio.


27 marzo 2009 - La Nazione

S.Miniato, in coda per protesta con l'auto davanti all'ingresso
I lavoratori del polo universitario annunciano un clamoroso «sit-in» controil pagamento del parcheggio, attivo da martedì. Ricorso al Tar?
di LAURA VALDESI

Siena - IMMAGINIAMO la scena: arrivano le auto del personale che lavora nel polo universitario di San Miniato. Intorno alle 8, martedì 31 marzo. Giunte alla sbarra che si alza per consentire l'accesso al posteggio interno, si fermano. Una dietro l'altra, in segno di protesta. Una sorta di resistenza passiva. Ieri un larghissimo numero di operatori dell'istituto hanno deciso di manifestare così il dissenso nei confronti del regolamento dell'Ateneo che disciplina la fruizione dei parcheggi trasformandoli a pagamento. Per l'esattezza 18 euro mensili per rettore, direttore amministrativo, docenti ordinari e associati, dirigenti. Ricercatori, personale tecnico-amministrativo e assegnisti ne verseranno 8. «Nel giorno in cui dovrebbe divenire operativa la restrizione dell'accesso per chi sceglie di non pagare, ci mettiamo in coda alla sbarra, anche nel caso che la funzionalità del tesserino venga mantenuta», lancia l'idea uno dei partecipanti all'assemblea svoltasi ieri all'ora di pranzo. Alzata di mano, tutti d'accordo. Dunque si farà. E se Lorenzo Costa dell'Rdb che insieme all'Ugl di Daniela Orazioli si è dato da fare per trovare risposte al malumore di chi lavora a San Miniato ribadisce la necessità di una «sospensione immediata» del provvedimento rivendicando «l'uniformità dell'applicazione del regolamento sui posteggi», dalla sala si leva la richiesta di valutare un eventuale ricorso al Tar. FATTI DUE CALCOLI, a ieri erano una sessantina i dipendenti del polo di San Miniato che hanno dato l'ok a pagare. «Mettiamo che altri l'abbiano fatto nel frattempo: un'ottantina su un totale di quasi 690. Chi non ha aderito vuole il posto ma preferisce opporsi a un provvedimento ingiusto e contestabile. Basta pensare evidenzia Costa raccogliendo consensi che in busta paga verranno tolte, a chi accetta, anche le quote di febbraio e marzo, in via retroattiva. Perché non seguire il modello Aru: gli euro vengono riscossi successivamente». L'accusa che emerge è che con l'operazione posteggi l'Università intenda in realtà fare cassa. «Noi di San Miniato (vedi grafico in alto) valiamo quasi 80mila euro se diciamo tutti sì», prosegue il sindacalista che non lesina critiche alle organizzazioni confederali: «Ci dicono che adesso non rappresentiamo più nessuno, vedo però in sala molte persone che non fanno riferimento alla mia sigla». Altri notano la scarsità di docenti alla riunione per decidere le modalità della protesta di martedì, giorno in cui i sindacati sono stati convocati per discutere guarda caso del salario accessorio, dell'Azienda ospedaliera e dei posteggi. Il dibattito si accende sulle ragioni sottese al provvedimento. Si legge nel Regolamento che in merito al totale delle quote sborsate dedotto il 10% usato la gestione e manutenzione dei parcheggi di proprietà dell'Ateneo , il resto servirà per contribuire sia alle spese sostenute dai dipendenti per l'uso dei mezzi pubblici per andare a lavoro, sia per quelle derivanti dall'ingresso in strutture di sosta, a pagamento, prospicienti gli uffici. Sia, infine, per acquisire posti da redistribuire tra gli altri dipendenti ampliando i beneficiari. «Io vengo con la macchina sottolinea una donna , non chiedo certo il rimborso per la benzina. Non puoi chiedere allora a noi di pagare il bus usato da altri. Non è per gli 8 euro, resto la solita morta di fame, è una questione di principio». Senza considerare la paralisi che, se non ci sarà la corsa all'adesione nelle prossime 48 ore, si registrerà a San Miniato. Si posteggerà sotto casa dei residenti nel quartiere, già esasperati. Gli studenti e i borsisti che di solito usufruiscono dello spazio dell'oliveta dovranno stare attenti perché lì s'inizieranno a fare le multe, come già avvenuto in questi giorni. «Se il direttore amministrativo conclude Costa disattiverà 600 badge martedì il risultato sarà di bloccare didattica e ricerca». Una donna, a fine assemblea, chiede: «Sono affetta da sclerosi multipla per cui non posso entrare nell'auto se è rimasta ore sotto il sole, una questione di salute. Sono obbligata dunque a pagare?»


27 marzo 2009 - Settegiorni

PRESIDIO. Il sindacato Cub: «Tutte le promesse delle istituzioni sono state disattese»
POSTI DI LAVORO? POCHI E PRECARI BANDIERE DI PROTESTA ALLA LINDT

Magenta - Martedì 24 marzo dalle 7.30 alle 8.30 del mattino, orario questo di ingresso dei dipendenti nelle industrie, le bandiere del Sindacato di Base Cub-Magenta sventolavano davanti all'impresa dolciaria Lindt. «Abbiamo fatto questo presidio per denunciare il fatto che sebbene le istituzioni abbiano promesso per la Lindt diverse centinaia di posti di lavoro, qui ci sono al massimo un'ottantina di lavoratori dei quali il novanta per cento sono precari. Cercheremo dunque di organizzarli in difesa dei loro diritti» commenta Massimo Lettieri del Cub-Magenta. I numeri parlano da soli. Le auto che durante questo lasso di tempo hanno varcato la soglia del polo logistico sono state in tutto una decina, con all'interno altrettanti lavoratori. Di essi un dipendente ha spiegato che «ad oggi i lavoratori assunti proprio dalla Lindt si quantificano in sei persone. Per il resto qui c'è un andirivieni di gente che opera per due diverse cooperative». Ed è proprio una lavoratrice della cooperativa che si occupa di carico e scarico a evidenziare che «in tutto saremo una ventina di persone e di queste solo una decina scarse sono di Magenta e dintorni. Per il resto si tratta di lavoratori che arrivano da lontano e che lavorano in giro per l'Italia per conto della cooperativa. Un giorno sono qui alla Lindt e un altro possono essere altrove. Nelle settimane di punta, e cioè poco prima di Pasqua e Natale, arriviamo al massimo ad essere un centinaio. Ma poi torna tutto come prima». Non va del resto meglio a chi opera nella cooperativa che concluderà la sua collaborazione con la Lindt entro la fine del mese di marzo. Per loro si parla di stipendi non pagati da almeno tre mesi. «In tutto saranno una quarantina di operai che sono impiegati qui alla Lindt con contratto precario e per conto della cooperativa – commenta un lavoratore – gli orari sono troppo flessibili, praticamente a chiamata». Ed è la stessa addetta alla reception a confermarci che, il fatto che al mattino si vedano entrare in azienda pochissimi lavoratori, dipende dal fatto che gli stessi possono essere richiamati al lavoro in qualunque ora della giornata e per qualunque periodo di tempo, a seconda delle esigenze aziendali. Il quadro dipinto da quanti svolgono la loro professione alla Lindt assume così toni più cupi rispetto alle aspettative che si avevano all'annuncio dell'apertura del polo logistico. Il timore di perdere il posto di lavoro c'è, così come quello che la stessa struttura possa chiudere i battenti. Una rassicurazione su quest'ultimo punto arriva tuttavia dall'ufficio comunicazione di Ticino Olona: «Il polo di Magenta rimarrà il cuore strategico dell'azienda perché risulta fondamentale per il mercato italiano e per quello europeo. La Lindt di Magenta non chiuderà».

POSTI DI LAVORO
DIFESA DELL'ALFA DA MILANO FINO A TORINO

Arese - Prima al Pirellone, poi all'assemblea degli azionisti Fiat. Continuano le iniziative di protesta dei dipendenti e cassintegrati dell'ex Alfa Romeo. Nella mattinata di martedì 24 marzo i sindacati di base hanno organizzato una manifestazione davanti alla sede della Regione Lombardia. Chiedono che la giunta Formigoni conceda un sostegno al reddito per i lavoratori in mobilità o in cassa integrazione, con un'integrazione al magro stipendio. La prossima tappa della protesta sarà a Torino nella giornata di venerdì 27 marzo, in occasione dell'assemblea degli azioni della Fiat. Saranno presenti anche dipendenti del biscione, che chiederanno alla casa automobilistica di tenere aperti tutti gli stabilimenti in Italia. Ma in particolare FilmUniti e Cub hanno dichiarato che denunceranno lo scempio fatto dello stabilimento aresino e la distruzione del marchio Alfa, chiedendo un futuro stabile per i lavoratori delle varie aziende che fanno capo alla Fiat.


27 marzo 2009 - La Stampa

Gli incentivi funzionano Meno cassa alla Fiat
I sindacati a Marchionne: "Dacci certezze sul futuro"
di MARINA CASSI

Torino - Una lettera all’ad Sergio Marchionne. La distribuiranno stamattina al Lingotto - in concomitanza con l’assemblea degli azionisti - delegati di tutti gli stabilimenti del gruppo Fiat, auto, Iveco e Cnh, con i segretari di Fim, Fiom, Uilm e Fismic.
Nella lettera si chiede a Marchionne - «che ha dimostrato altre volte di tenere in conto il valore del lavoro» - «di rassicurare e garantire ai lavoratori che avranno un futuro di lavoro, che gli stabilimenti italiani non verranno abbandonati (oggi meno di un terzo della produzione è realizzata in Italia) e che vi saranno risorse sufficienti per investire su prodotti innovativi».
E si aggiunge: «Da tempo Le chiediamo un incontro per rassicurare e dare prospettive ai lavoratori. Riteniamo indispensabile conoscere i tempi necessari a lanciare i nuovi prodotti e le loro destinazioni per poter costruire un’equa e solidale distribuzione degli ammortizzatori sociali».
Il testo ricorda che «la Fiat si prepara a confermare gli obiettivi sui conti del Gruppo per il 2009, prevedendo anche un piccolo profitto finale, questo nell’anno più terribile per l’autoveicolo a livello mondiale, mentre la crisi è ancora in corso; ciò avviene nell’ambito di una politica di riduzione dei costi che coinvolge soprattutto i lavoratori che sono coloro che stanno pagando il prezzo più alto della crisi».
Ma non è solo la Fiat l’interlocutore. Nella lettera c’è scritto: «A noi pare che il governo possa e debba fare di più per difendere e rilanciare la nostra industria dell’autoveicolo, anche alla luce delle più volte annunciate fusioni, riaggregazioni, alleanze tra gruppi automobilistici che, come Lei ha più volte dichiarato, riguarderanno anche la Fiat auto».
E il sindacato - ci saranno anche gli aderenti a FlmUniti-Cub - ricorda che «i lavoratori vivono in un clima di incertezza, vi è il rischio concreto che gli stabilimenti, come già avvenuto in crisi meno gravi di questa, vengano messi gli uni contro gli altri; giovani precari sono già stati espulsi da molti stabilimenti del Gruppo».
Le proposte sono di innalzare e estendere il valore della cassa integrazione e allungarne il periodo di utilizzo (dalle 52 alle 104 settimane) con un conteggio a giornate «in modo da ridistribuire il lavoro che c’è per consentire ai lavoratori di resistere durante la crisi e all’impresa di sopravvivere e di prepararsi alla ripresa quando arriverà».
Ieri, come era già accaduto per marzo, la Fiat ha annunciato che alle Carrozzerie si lavorerà la prossima settimana; gli ordini ci sono e la cassa richiesta è stata soppressa.


27 marzo 2009 - Il Secolo XIX

Cartiera murialdo di parodi

Murialdo - Prima serviva un depuratore, adesso che è stata ottenuta l'autorizzazione, manca la sorgente con cui alimentarlo, e salvare l'azienda, la Cartiera Bormida di Murialdo, per cui i dirigenti si sono mobilitati nell'individuare nella zona una fonte con cui approvvigionare l'impianto.
Il depuratore biologico era stata ritenuta una condizione essenziale per salvaguardare gli impianti vetusti della Cartiera "Bormida" di Murialdo, dove i circa cinquanta operai in organico sono finiti sino al mese prossimo in cassaintegrazione per la crisi industriale. Adesso che il progetto è stato approvato dalla Provincia, dopo la mobilitazione di sindacati ed enti locali, i dirigenti dell'azienda sono costretti a "scovare" una sorgente d'acqua per alimentare l'impianto di depurazione salva -cartiera, dopo che il prelievo dal fiume Bormida, che scorre a pochi metri dalle sede della cartiera, è stato bocciato per motivi ambientali e soprattutto per via della portata troppo esigua del corso d'acqua. Dall'azienda capitanata dal presidente Guido Ribola è partito l'incarico di cercare sorgenti e fonti alternative a cui agganciare il futuro depuratore che verrà utilizzato per smaltire e riciclare le acque di scarto delle lavorazioni. L'impianto infatti è ritenuto strategico per la sopravvivenza dell'insediamento industriale che si trova in località Valle, visto che permetterà un ampliamento della capacità produttiva legata al trattamento della carta. Della vicenda se ne erano occupati oltre ai sindacati guidati dal responsabile Cub Giampiero Icardo, dipendente storico della Cartiera, anche il sindaco Carlo Bertone e il consigliere regionale dei Verdi Carlo Vasconi che con il commissario della Provincia Mario Spanu avevano trovato una mediazione sulla compatibilità ambientale del depuratore, approvato dall'ente di Palazzo Nervi dopo un iter durato circa tre anni.


27 marzo 2009 - Il Tempo

Multiservizi, salta l'accordo
APRILIA Salta il tavolo con i sindacati per gli arretrati dei dipendenti della Multiservizi

Chiesto l'intervento del commissario prefettizio. Ieri quasi tutti i sindacati hanno detto no alla bozza di accordo sugli arretrati promossa dai vertici aziendali che prevedeva l'adeguamento a partire da questo mese e gli arretrati con acconti del 15% dilazionati in un anno per un totale di circa 400mila euro. Solo Cub-Flaica ha siglato l'accordo. Gli altri sindacati, invece, hanno chiesto la convocazione di un tavolo con il commissario prefettizio. Per loro: acconto subito e solo il 50% dilazionatoo. Al via anche il pagamento degli oneri previdenziali per i dipendenti.(Ric.Tof.)


27 marzo 2009 - La Gazzetta del Sud

Ieri il titolo del Lingotto è volato in Borsa incassando il 6,25%
Fiat, grazie agli incentivi per l'auto annullata la cassa integrazione

TORINO - Prima di varare il piano per salvare l'industria automobilistica Usa, in arrivo nei prossimi giorni, la task force designata dal presidente Barack Obama vorrebbe degli aggiustamenti all'ipotesi di accordo tra Fiat e Chrysler. L'indiscrezione è del Wall Street Journal, secondo il quale potrebbero non essere sborsati immediatamente nuovi aiuti a General Motors e Chrysler. Le voci dagli Usa sul piano imminente di aiuti fanno salire il titolo della Fiat che chiude a 5,1 euro, in crescita del 6,25%. Oggi a Torino è convocata l'assemblea degli azionisti della casa torinese per approvare il bilancio 2008 e nominare il nuovo cda. Davanti al Lingotto ci saranno anche i lavoratori degli stabilimenti italiani del gruppo che distribuiranno una lettera aperta all'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, per chiedere impegni sul futuro delle fabbriche. È previsto anche un presidio della Cub, che ha annunciato l'intervento di alcuni lavoratori-azionisti per avere chiarimenti sul futuro del marchio Alfa ad Arese. L'azienda ha annullato ieri una settimana di cassa integrazione per 5.000 dipendenti di Mirafiori, grazie agli effetti positivi degli incentivi. E a Melfi, per far fronte alla domanda della Grande Punto a metano, si lavorerà il sabato su due turni. Per discutere della situazione di Pomigliano d'Arco il presidente del Consiglio Berlusconi ha annunciato che il governo potrebbe convocare le parti sociali. «Speriamo che siano impegni veri e non promesse da marinaio», commenta la Fiom campana, mentre l'Ugl chiede che non ci siano differenze fra stabilimenti del Nord e del Sud. Il bilancio 2008, sul quale domani delibereranno gli azionisti, si è chiuso con la gestione ordinaria migliore di sempre, pari a 3,4 miliardi di euro (+4%), ma anche un significativo calo dell'utile netto, che si è fermato a 1,7 miliardi di euro (-16,2%). I ricavi hanno raggiunto 59,4 miliardi di euro (+1,5% rispetto al 2007) grazie ai primi nove mesi (+8,4%) che hanno compensato i cali registrati nel quarto trimestre (-17,2%).


26 marzo 2009 - Adnkronos

VIGILI FUOCO: RDB-CUB, IN PIAZZA A ROMA SABATO 28 MARZO

Roma, 26 mar. (Adnkronos/Labitalia) - La RdB-CUB vigili del fuoco aderisce alla manifestazione nazionale indetta per il 28 marzo a Roma dal Patto di Base in occasione della riunione dei Ministri del Welfare del G14. ''In una fase in cui i lavoratori sono lasciati in balia della crisi, i contratti non vengono rinnovati -si legge in una nota del sindacato- la cassa integrazione copre in minima parte e solo per alcuni la perdita di salario, centinaia di migliaia di precari vengono mandati a casa senza alcun reddito'', la RdB-CUB Vigili del Fuoco ''invita tutti i lavoratori a mobilitarsi a sostegno della piattaforma della manifestazione''. ''La RdB-CUB vigili del fuoco -prosegue la nota- contro il fallimento della militarizzazione del Corpo, e di chi l'ha sostenuta illudendo i lavoratori con false indennita' e aumenti di orario di lavoro, chiede inoltre il rilancio del corpo nazionale dei Vigili del Fuoco in una nuova e moderna Protezione Civile; salari europei; organici europei con assunzione dei precari discontinui; passaggi di qualifica snelli e dignitosi; riconoscimento di categoria particolarmente usurante''.

SANITÀ: RDB-CUB LAZIO, SARANNO STABILIZZATI I PRECARI ARES 118 LICENZIATI

Roma, 26 mar. - (Adnkronos/Adnkronos Salute) - Buone notizie per i 46 precari licenziati dell'Ares 118 del Lazio. «I 46 infermieri a tempo determinato ai quali erano state inviate le lettere di risoluzione del rapporto di lavoro, nonostante fossero tutti in possesso dei requisiti necessari alla stabilizzazione, da domani potranno firmare il contratto a tempo indeterminato». Ad annunciarlo è Licia Pera della Rdb-Cub 118, soddisfatta dall'esito della vicenda, «risolta positivamente sia per i lavoratori che per il servizio d'emergenza». «D'altronde - sottolinea Pera in una nota - non poteva essere altrimenti, visto che la stabilizzazione dei 46 infermieri era un atto dovuto e garantito da ben due Finanziarie e da una delibera regionale. Solo una dirigenza irresponsabile come quella dell'Ares poteva mettere a rischio questi lavoratori, subordinando i passaggi a tempo indeterminato alla richiesta di autorizzazione regionale, assolutamente non necessaria in quanto le assunzioni non prevedono alcun aggravio di spesa. Tutto questo - aggiunge la sindacalista - solo la Rdb lo ha gridato a gran voce chiedendo l'immediata assunzione dei precari, ed è poi stato riconosciuto pubblicamente anche da numerosi esponenti regionali, tra i quali il presidente della Commissione Lavoro e Politiche sociali della Regione Lazio, oltre all'ex assessore alla Sanità». La Rdb non sembra però intenzionata ad abbassare la guardia. «Continueremo - conclude Pera - a vigilare per garantire la stabilizzazione di tutti i precari il cui contratto a tempo determinato non è ancora stato trasformato in un lavoro vero per la mancanza di assunzione di responsabilità delle dirigenze aziendali».

SCUOLA: RETE NAZIONALE PRECARI ADERISCE A MANIFESTAZIONE 28 MARZO
INDETTO DA COBAS, CUB E SDL

Roma, 26 mar. (Adnkronos) - La Rete nazionale precari della scuola aderisce alla manifestazione nazionale del 28 marzo indetta da Cobas, Cub e Sdl. Finalmente, sottolinea la 'Rete' invitando alla mobilitazione ''tutto il popolo della scuola, docenti, studenti e genitori, per i precari della scuola sono arrivati i numeri, e sono numeri da brividi, che mettono paura. A fornirli e' lo stesso ministro dell'Istruzione Gelmini: 42.000 cattedre in meno e ben 18.000 precari che il prossimo anno non lavoreranno: in pratica e' come se chiudesse una industria molto piu' grande dell'Alitalia; il ministro afferma di studiare il problema, ma la verita' e' che l'unico dato certo delle sue dichiarazioni sono i pesantissimi tagli agli organici''.

GIUSTIZIA: UGL MINISTERI, 200 RICORSI A GIUDICE PACE ROMA INVECE DI 700
A CAUSA MANCANZA PERSONALE

Roma, 26 mar. - (Adnkronos) - Giudice di Pace a mezzo servizio a Roma. Per il deposito dei ricorsi non si potranno superare i 200 fascicoli al giorno invece dei previsti 700 perchè manca il personale. Lo rende noto la Ugl Ministeri che oggi ha tenuto, con Cgil, Uil, Intesa, Rdb, Flp e Comitato di Lotta, un'assemblea nel Tribunale Penale di Roma. «La situazione è drammatica - ha sottolineato il Segretario Nazionale di Comparto, Paola Saraceni - ci sono 120 dipendenti in organico e 134 giudici; ogni sezione ha 25 giudici e 4 unità tra cancellieri e impiegati. Nel 2008 le sentenze pubblicate sono state 55 mila; 30 mila quelle ancora da pubblicare. Sempre nel 2008 - ha aggiunto - sono state iscritte 130 mila nuove cause altre 70 mila sono in attesa di iscrizione, perchè inviate per posta e non c'è personale necessario per smaltirle». Ma quella del Giudice di Pace di Roma, prosegue la Saraceni è «solo la punta dell'iceberg. Non va meglio in altre province e in altri settori del Civile e del Penale. In 10 anni - ha concluso - la Giustizia ha perso 11 mila posti in organico e, purtroppo, lavoratori e cittadini devono fare i conti con questi tagli in termini di efficienza della macchina giudiziaria».


26 marzo 2009 - Apcom

Riunione ministri G14 a Roma,vigili fuoco Rdb-Cub in piazza
"Lavoratori lasciati in balia della crisi"

Roma, 26 mar. (Apcom) - I Vigili del Fuoco della Rdb-Cub aderiscono alla manifestazione nazionale indetta per il 28 marzo a Roma dal 'Patto di Base', in occasione della riunione dei ministri del Welfare del G14. "In una fase in cui i lavoratori sono lasciati in balia della crisi - spiega il sindacato in una nota - i contratti non vengono rinnovati, la cassa integrazione copre in minima parte e solo per alcuni la perdita di salario, centinaia di migliaia di precari vengono mandati a casa senza alcun reddito, si vorrebbe rimettere mano alle pensioni e portare l'età pensionabile delle donne a 65 anni, crescono gli sfratti, si fomenta il razzismo contro gli immigrati e si vorrebbe vietare scioperi e manifestazioni per impedire che i lavoratori e i cittadini si organizzino per difendere salario e diritti, la RdB-CUB Vigili del Fuoco invita tutti i lavoratori a mobilitarsi a sostegno della piattaforma della manifestazione". "La RdB-CUB - prosegue la nota - chiede inoltre il rilancio del corpo nazionale dei vigili del fuoco in una nuova e moderna Protezione civile; salari europei; organici europei con assunzione dei precari discontinui; passaggi di qualifica snelli e dignitosi; riconoscimento di categoria particolarmente usurante".


26 marzo 2009 - Agi

VIGILI DEL FUOCO RDB-CUB IN PIAZZA IL 28 MARZO

(AGI) - Roma, 26 mar. - I Vigili del Fuoco aderiscono alla manifestazione nazionale indetta per il 28 marzo a Roma dal Patto di Base in occasione della riunione dei Ministri del Welfare del G14 e saranno in piazza assieme a tutte le forze sociali e di movimento che si battono per non pagare la crisi. In una fase in cui i lavoratori sono lasciati in balia della crisi, i contratti non vengono rinnovati, la cassa integrazione copre in minima parte e solo per alcuni la perdita di salario, centinaia di migliaia di precari vengono mandati a casa senza alcun reddito, si vorrebbe rimettere mano alle pensioni e portare l'eta' pensionabile delle donne a 65 anni, crescono gli sfratti, si fomenta il razzismo contro gli immigrati e si vorrebbe vietare scioperi e manifestazioni per impedire che i lavoratori e i cittadini si organizzino per difendere salario e diritti, la RdB-CUB Vigili del Fuoco invita tutti i lavoratori a mobilitarsi a sostegno della piattaforma della manifestazione. La RdB-CUB VVF, contro il fallimento della militarizzazione del Corpo, e di chi l'ha sostenuta illudendo i lavoratori con false indennita' e aumenti di orario di lavoro, chiede inoltre il rilancio del corpo nazionale dei Vigili del Fuoco in una nuova e moderna Protezione Civile; salari europei; organici europei con assunzione dei precari discontinui; passaggi di qualifica snelli e dignitosi; riconoscimento di categoria particolarmente usurante.

118: RDB-CUB, SARANNO STABILIZZATI I PRECARI LICENZIATI

(AGI) - Roma, 26 mar. - I 46 Infermieri a tempo determinato dell'ARES 118, ai quali erano state inviate le lettere di risoluzione del rapporto di lavoro nonostante fossero tutti in possesso dei requisiti necessari alla stabilizzazione, da domani potranno firmare il contratto a tempo indeterminato. 'Siamo contenti che la vicenda si sia risolta positivamente, sia per i lavoratori che per il servizio d'emergenza - commenta Licia Pera della RdB-CUB 118 - e d'altronde non poteva essere altrimenti, visto che la stabilizzazione dei 46 Infermieri era un atto dovuto e garantito da ben due Finanziarie e da una delibera Regionale. Solo una dirigenza irresponsabile come quella dell'ARES poteva mettere a rischio questi lavoratori, subordinando i passaggi a tempo indeterminato alla richiesta di autorizzazione regionale, assolutamente non necessaria in quanto le assunzioni non prevedono alcun aggravio di spesa '. 'Tutto questo - prosegue la sindacalista - solo la RdB lo ha gridato a gran voce chiedendo l'immediata assunzione dei precari, ed e' poi stato riconosciuto pubblicamente anche da numerosi esponenti regionali, tra i quali il Presidente della Commissione Lavoro e Politiche Sociali della Regione Lazio oltre all'ex Assessore alla Sanita'. La RdB continuera' a vigilare - conclude Pera - per garantire la stabilizzazione di tutti i precari il cui contratto a tempo determinato non e' ancora stato trasformato in un lavoro vero per la mancanza di assunzione di responsabilita' delle dirigenze aziendali'.

BIO-TESTAMENTO: RDB-CUB MEDICI, MINA LE BASI DELLA DEONTOLOGIA

(AGI) - Roma, 26 mar. - "Riteniamo la legge sul testamento biologico un grave attacco alla professione medica, in quanto mina profondamente le basi della deontologia professionale, ponendo in essere la possibilita' di non rispettare le volonta' del paziente e attaccando l'autonomia professionale". Lo dice Rita Chiavoni della RdB-Cub Medici, sul provvedimento approvato in Senato. "Il principio base della professione, l'agire in scienza e coscienza - precisa Chiavoni - viene reso subalterno a possibili variabili burocratiche che potrebbero condurre il medico ad azioni contrarie a tale principio. Di fatto la legge introduce una forte ambiguita' nel rapporto medico paziente, non piu' regolato dalla fiducia reciproca nel rispetto delle convinzioni etiche e religiose della persona malata e della liberta' di autodeterminazione, e rappresenta un incitamento grave al non rispetto delle norme costituzionali". "Questo e' solamente l'ultimo dei gravi attacchi realizzati dal governo nei confronti degli operatori sanitari, che si tenta di condurre verso l'asservimento ad una visione piu' di controllo che di cura come nel caso dell'ignobile denuncia degli immigrati irregolari. La RdB-CUB Medici invita pertanto tutti medici e i cittadini ad attivare forme di contrasto contro questi attacchi e contro lo smantellamento della Servizio Sanitario nazionale, e sollecita alla partecipazione alla manifestazione nazionale indetta dal Patto di Base per il prossimo 28 marzo a Roma", conclude la rappresentante RdB-CUB.


26 marzo 2009 - Reuters

G8, sabato a Roma corteo contro vertice ministri Lavoro

ROMA, 26 marzo (Reuters) - Prima del vertice dei ministri del Lavoro del G8, che si terrà a Roma dal 29 al 31 marzo, sindacati di base, centri sociali e studenti hanno organizzato una manifestazione nella capitale "perché la crisi non la paghino i lavoratori". Durante la dimostrazione in programma sabato pomeriggio -- con partenza alle 15 da piazza della Repubblica -- i manifestanti chiederanno, tra l'altro, al governo italiano "il blocco dei licenziamenti, la riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario, reddito minimo garantito per chi non ha lavoro e cassa integrazione almeno all'80% del salario per tutti i lavoratori, precari compresi", come si legge in un comunicato di Cub, Confederazione Cobas e Sdl Intergategoriale. "Puntiamo su un assegno garantito ogni mese che prevede una parte di denaro per garantire un reddito minimo e anche una serie di servizi", ha spiegato al telefono Emiliano Viccaro del Comitato romano contro il G8, sottolineando che "l'Italia insieme alla Grecia è l'unico paese europeo a non garantire la continuità di reddito ai cittadini". "Il governo italiano intende far pagare i costi della crisi ai lavoratori, alle precarie, agli studenti, alle famiglie monoreddito, ai migranti senza diritti, si regalano miliardi di euro alle banche, alle grandi imprese e agli speculatori che in questi anni hanno fatto profitti sulla pelle dei cittadini", si legge in una nota del comitato. La manifestazione di sabato sarà anche l'occasione per sollecitare davanti all'Abi, l'Associazione delle banche italiane, "una moratoria dei mutui per la casa per famiglie e singoli in difficoltà economiche a causa della crisi", ha aggiunto Viccaro, precisando che oggi il Comitato ha organizzato davanti alla sede dell'Abi a Roma una manifestazione di circa 400 persone, in cui ha chiesto e ottenuto l'apertura di un tavolo, a partire da lunedì, "per parlare di mutui e fondi dormienti e chiedere che i fondi dormienti vengano utilizzati per sostenere il reddito di precari e di chi non ha il lavoro". I Cobas riferiscono che oltre 70 pullmann e due treni speciali sono attesi sabato a Roma per il corteo, che si snoderà sul percorso classico delle grandi manifestazioni sindacali, da Piazza della Repubblica a Piazza Navona.


26 marzo 2009 - Omniroma

118, RDB-CUB: «ARES STABILIZZA 46 PRECARI»

(OMNIROMA) Roma, 26 mar - «I 46 infermieri a tempo determinato dell'Ares 118, ai quali erano state inviate le lettere di risoluzione del rapporto di lavoro nonostante fossero tutti in possesso dei requisiti necessari alla stabilizzazione, da domani potranno firmare il contratto a tempo indeterminato». Lo comunica, in una nota, l'Rdb-Cub. «Siamo contenti che la vicenda si sia risolta positivamente, sia per i lavoratori che per il servizio d'emergenza - commenta Licia Pera della Rdb-Cub 118 - e d'altronde non poteva essere altrimenti, visto che la stabilizzazione dei 46 Infermieri era un atto dovuto e garantito da ben due Finanziarie e da una delibera Regionale. Solo una dirigenza irresponsabile come quella dell'Ares poteva mettere a rischio questi lavoratori, subordinando i passaggi a tempo indeterminato alla richiesta di autorizzazione regionale, assolutamente non necessaria in quanto le assunzioni non prevedono alcun aggravio di spesa». «Tutto questo - prosegue la sindacalista - solo la Rdb lo ha gridato a gran voce chiedendo l'immediata assunzione dei precari, ed è poi stato riconosciuto pubblicamente anche da numerosi esponenti regionali, tra i quali il Presidente della Commissione Lavoro e Politiche Sociali della Regione Lazio oltre all'ex assessore alla Sanità». «La Rdb continuerà a vigilare - conclude Pera - per garantire la stabilizzazione di tutti i precari il cui contratto a tempo determinato non è ancora stato trasformato in un lavoro vero per la mancanza di assunzione di responsabilità delle dirigenze aziendali».

COMUNE, ASSEMBLEA DIPENDENTI RDB CUB SU PRECARIATO

(OMNIROMA) Roma, 26 mar - Uscire dal precariato, più risorse per il personale scolastico ed educativo del Comune di Roma, una commissione d'indagine sui costi del sistema scolastico ed educativo, lancio della manifestazione dei sindacati di base del 28 marzo: di questo si è discusso oggi nella Sala della Protomoteca, in Campidoglio, in un'assemblea di oltre un centinaio di lavoratori e precari del Comune di Roma, indetta dalle Rdb-Cub. «Il personale del Comune è sotto organico e in gran parte precario - ha detto Roberto Betti delle Rdb Cub - il rischio è quello della esternalizzazione dei servizi. Abbiamo chiesto al consigliere Todini, vice presidente della Commissione scuola, di avviare un tavolo di confronto. Anche il consigliere Alzetta, ha proposto di organizzare un confronto pubblico insieme a maggioranza e opposizione entro i primi 15 giorni di maggio sulle politiche sociali rispetto alle nuove funzioni di Roma Capitale».


26 marzo 2009 - Dire

CASA BOLOGNA. RDB: COMUNE INERTE, INVALIDA TENTA SUICIDIO
"SOTTO SFRATTO, MA ALLOGGIO NEGATO" DOMANI PRESIDIO ANTI-CACCIATA

(DIRE) Bologna, 26 mar. - Il lavoro perso, un'invalidita' certificata del 60%, il tormento di problemi socio-sanitari e il colpo di grazia, con la minaccia incombente dello sfratto per morosita': davvero troppo da sopportare per una donna residente a Bologna che ha tentato il suicidio, appena qualche giorno fa. E' ancora viva, la 43enne di origine marocchina, ma domattina a bussare alla porta di casa si presentera' l'ufficiale giudiziario, per eseguire l'ordinanza di sfratto. L'Associazione inquilini e assegnatari-Rdb (Asia) denuncia cosi' l'intera vicenda e annuncia, per domani, un presidio in via Broccaindosso, al civico 54, per impedire la cacciata da casa della donna. Asia prende poi carta e penna spedisce una missiva in Comune (all'attenzione dell'assessore alla Casa, Virginio Merola, del vicesindaco Giusepppe Paruolo, del presidente del San Vitale, Carmelo Adagio e di Adele Mimmi, direttrice dell'ufficio Casa) per chiedere "un rinvio dello sfratto" e una "soluzione abitativa consona- si legge nel testo- alla situazione psicologica ed economica" della donna, per prevenirne "un inasprimento della condizione". Gia, perche' a dispetto di un certificato dell'Ausl (con l'attestazione dei disturbi di cui la 43enne soffre e di cui Asia e' in possesso) i servizi sociali del Comune, che avevano gia' in carico la donna, avrebbero prospettato un'unica alternativa allo "sgombero" di casa: un posto letto in un dormitorio. Per la signora sotto sfratto, dunque, si profilerebbe proprio la soluzione -una branda in una camerata- che l'Azienda sanitaria giudicava meno opportuna, anzi: una vera e propria autostrada diretta al rischio di autolesionismo da parte della donna. Al contrario, l'Ausl (secondo i documenti in possesso delle Rdb) suggeriva alle istituzioni di trovare un alloggio per emergenza abitativa, nell'attesa di una sistemazione in un appartamento attraverso i bandi Erp. Niente da fare, invece. "I servizi sociali- riferisce Asia- non hanno riconosciuto alla signora l'idoneita' per accedere all'emergenza abitativa". Poi, il gesto estremo della donna, "a cui ha contribuito- ribadisce chiaro e tondo l'associazione- la deriva sociale causata dall'attuale precarieta' abitativa".


26 marzo 2009 - Ansa

LAVORO: PRESIDIO DIPENDENTI NOKIA CONTRO DELOCALIZZAZIONI

(ANSA) - MILANO, 26 MAR - Diverse centinaia di lavoratori della Nokia Siemens Network di Cinisello Balsamo hanno presidiato oggi gli ingressi dell'azienda per contestare il progetto che prevede la delocalizzazione di quasi tutte le attività produttive e di ricerca. Lo ha reso noto il delegato del Cub Angelo Pedrini. « All'esterno dell'azienda abbiamo appeso due striscioni - ha detto Pedrini - sul primo campeggia la scritta: 'Nokia svende la ricercà, sul secondo 'Comprati per essere chiusì». Il delegato sindacale ha spiegato che la loro azienda era un centro di ricerca Siemens, recentemente acquistato dalla Nokia. «Ma la società finlandese ha deciso di fare a meno della gran parte dei progetti o di spostarli in Cina, in India e in Vietnam». «Con questa mobilitazione - ha affermato Pedrini - si vuole portare l'azienda, i sindacati e i rappresentanti delle istituzioni attorno al tavolo delle trattative per cercare di trovare delle soluzioni».

GIUSTIZIA: UGL; 200 RICORSI GIUDICI PACE ROMA INVECE DI 700

(ANSA) - ROMA, 26 MAR - Giudice di Pace a mezzo servizio a Roma. Per il deposito dei ricorsi non si potranno superare i 200 fascicoli al giorno invece dei previsti 700 perchè manca il personale. Lo rende noto la Ugl Ministeri che oggi ha tenuto, con Cgil, Uil, Intesa, Rdb, Flp e Comitato di Lotta, un'assemblea nel Tribunale Penale di Roma. «La situazione è drammatica - spiega il Segretario Nazionale di Comparto, Paola Saraceni - ci sono 120 dipendenti in organico e 134 giudici; ogni sezione ha 25 giudici e 4 unità tra cancellieri e impiegati. Nel 2008 le sentenze pubblicate sono state 55 mila; 30 mila quelle ancora da pubblicare. Sempre nel 2008 sono state iscritte 130 mila nuove cause altre 70 mila sono in attesa di iscrizione, perchè inviate per posta e non c'è personale necessario per smaltirle». Ma quella del Giudice di Pace di Roma - osserva Saraceni - «è solo la punta dell'iceberg. Non va meglio in altre province e in altri settori del Civile e del Penale. In 10 anni la Giustizia ha perso 11 mila posti in organico e, purtroppo, lavoratori e cittadini devono fare i conti con questi tagli in termini di efficienza della macchina giudiziaria».

Fiat: Obama, aggiustamenti ad accordo con Chrysler

(ANSA) - TORINO, 26 MAR -Prima del varo del salvataggio auto in arrivo i prossimi giorni la task force di Barack Obama vuole aggiustamenti all'accordo Fiat-Chrysler. Altrimenti potrebbero non essere sborsati i nuovi aiuti a GM e Chrysler. Le voci dagli Usa sul piano imminente di aiuti hanno fatto comunque salire il titolo Fiat in Borsa che chiude a 5,1 euro, in crescita del 6,25%. Domani a Torino e' comunque convocata l'assemblea degli azionisti per approvare l'ok al bilancio 2008 e la nomina del nuovo cda. Davanti al Lingotto ci saranno anche i lavoratori degli stabilimenti italiani del gruppo che distribuiranno una lettera aperta all'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, per chiedere impegni sul futuro delle fabbriche per evitare dislocazione come la Indesit di Vittorio Merloni e la figlia Maria Paola si appresta a fare. E' previsto anche un presidio della Cub che ha annunciato l'intervento di alcuni lavoratori azionisti per avere chiarimenti sull'Alfa di Arese.L'azienda ha intanto annullato oggi una settimana di cig per 5.000 dipendenti di Mirafiori, grazie agli effetti positivi degli incentivi. E a Melfi, per far fronte alla domanda della Grande Punto a metano si lavorera' il sabato su due turni. Per discutere della situazione di Pomigliano d'Arco il presidente del Consiglio Berlusconi ha annunciato che il governo potrebbe convocare le parti sociali.


26 marzo 2009 - Il Manifesto

CUB-SDL-COBAS
Sabato in piazza a Roma: le richieste al G14 del lavoro

Il «Patto di base» di Cub, Sdl e Cobas si aspetta decine di migliaia di persone in piazza a Roma questo sabato, per la manifestazione nazionale indetta in occasione della riunione dei Ministri del Welfare del G14 prevista nella capitale. I tre sindacati sostengono la piattaforma varata dall'Assemblea nazionale del 7 febbraio scorso. Tra i punti centrali: blocco dei licenziamenti; riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario; aumenti consistenti di salari e pensioni, reddito minimo garantito per chi non ha lavoro; aggancio dei salari e pensioni al reale costo della vita; cassa integrazione almeno all'80% del salario per tutti i lavoratori/trici, precari compresi, continuità del reddito per i lavoratori «atipici», con mantenimento del permesso di soggiorno per gli immigrati/e; nuova occupazione mediante un Piano straordinario per lo sviluppo di energie rinnovabili, rifiutando il nucleare e diminuendo le emissioni di CO2.

MOVIMENTI Gli studenti si dividono: una parte va con i sindacati di base, altri no. Sabato due cortei
Onda spaccata alla manifestazione no-G14 di Roma
di Stefano Milani

ROMA - Un'Onda non fa primavera, ne fa due. Almeno a Roma, il movimento studentesco unito e compatto durante le inondazioni autunnali, si ritrova separato al primo raggio di sole. Sabato in piazza coi sindacati di base a manifestare contro il G14 sul welfare ci saranno infatti due cortei distinti. Un risultato inevitabile nonostante, nelle scorse settimane, alla Sapienza si sia lavorato molto per arrivare ad una piattaforma unitaria. Alla fine però ha prevalso la «libertà di autonomia e di movimento».
La base della protesta rimane la stessa. Del resto lo slogan «Noi la crisi non la paghiamo» è il minimo comun denominatore di tutto l'esercito del surf, senza alcun distinguo. Così come tutte le battaglie fatte in questi mesi contro i tagli messi a segno dal trio Gelmini-Brunetta-Tremonti su scuola, università e ricerca. E così come comune rimane il dissenso verso il protocollo ammazza-cortei ideato dal sindaco Alemanno e messo in opera per la prima volta a suon di manganelli lo scorso mercoledì alla Sapienza. Ma è proprio in quell'occasione che la spaccatura all'interno del movimento ha preso maggiore forza, certificando un po' di quel mal di pancia emerso nelle varie riunioni interne alle diverse facoltà e nell'ultima assemblea d'ateneo. Una spaccatura comunque «non irreversibile», ci tengono a sottolineare da entrambe le parti, consapevoli che la divisione porta inevitabilmente al rischio di una minore visibilità.
Le differenze però rimangono. Diverso è il modus operandi, diversi sono gli obiettivi delle due parti. Chi preferisce l'autonomia e l'indipendenza e chi invece opta per l'unità, cercando di riunire tutti quei soggetti che stanno pagando la crisi, non solo studenti, ma anche lavoratori, precari, donne e migranti. Due cortei distinti dicevamo: i primi partiranno alle 14 da piazzale Aldo Moro, l'ingresso principale della Sapienza, dove si ritroveranno gli studenti arrivati da diversi atenei italiani e gli attivisti dei centri sociali; i secondi prenderanno il via alle 15 da piazza della Repubblica e i vari collettivi di facoltà e gli studenti medi si uniranno alla manifestazione nazionale indetta dai sindacati di base Cobas, Cub e SdL.


26 marzo 2009 - Liberazione

Verso il corteo del 28 marzo contro il summit dei ministri del G14
Onda, precari, mamme e migranti Roma, tutti in rete contro la crisi
di Checchino Antonini

Un percorso, una rete, uno spazio pubblico contro la crisi. Attraversare le mobilitazioni dei prossimi giorni ma non accontentarsi. Trovare insieme soluzioni non preconfezionate. Uscire dalla crisi con relazioni durature.
Il Laboratorio permanente di Psicologia, alla Sapienza, è uno spazio di azione per tutti quelli, studenti e ricercatori, che non credono che l'università sia solo un esamificio. La sua sede è al piano terra della facoltà che sorge in mezzo a S. Lorenzo, il quartiere romano mutato geneticamente dalla vicinanza con la più grande Città universitaria d'Europa. Da un'auletta piena di manifesti politici e di citazioni di Basaglia e sull'egemonia in senso gramsciano, parte una proposta di lungo respiro alla città e ai movimenti: una Rete Anti Crisi da far decollare con un'assemblea alla vigilia del corteo dei sindacati di base contro il G14, per riprendersi diritti e spazi sociali. «Gli studenti e le studentesse della Sapienza - viene spiegato ai cronisti in una conferenza stampa - pensano ancora di non voler pagare la crisi economica e sociale. E, non potendo contare sulle politiche sterili e reazionarie di un'ipocrita opposizione parlamentare, pensano ancora che si possa contrastare la crisi con un'analisi "dal basso", ossia fatta da chi subisce continuamente le sue ricadute. Sentiamo l'esigenza di costruire una rete con tutte le realtà e le persone che vogliono contrastare concretamente la crisi aprendo un luogo di analisi, di discussione e di conflitto attraverso vertenze e percorsi comuni, ma con un'attenzione costante alle specificità di ognuno».
Lo slogan dell'Onda - «Noi la crisi non la paghiamo» - inizia dunque a marciare all'interno di una relazione con chi - fuori dalle mura dell'Accademia - vive condizioni non dissimili di precarietà e repressione: migranti, studenti medi, lavoratori, donne, genitori di alunni delle scuole primarie, operatori sociali. L'agenda è piena già fino a domenica. Si inizia oggi pomeriggio l'assemblea con gli universitari di tutti gli atenei romani e con i medi per costruire uno spezzone studentesco al corteo di sabato prossimo. L'appuntamento che questo pezzo di Onda ha stabilito è per le 14 a Piazza Esedra mentre altri settori decideranno, probabilmente, di raggiungere il corteo - che si concluderà a piazza Navona - muovendo da altri punti della città, come dalla Sapienza in polemica col protocollo ammazzacortei che è stato il pretesto per manganellare gli studenti, lo scorso 18 marzo, che volevano raggiungere la piazza della Flc Cgil che scioperava. Domani, alle 18, nella facoltà di via dei Marsi, l'assemblea della Rete anticrisi che interloquirà con lavoratori di Atesia e Alitalia, con operatori del 118, vigili urbani, maestranze dell'università, Cobas e Fiom, comitati di quartiere, associazioni di immigrati, Rete 28 aprile, pezzi di III settore, reti di donne e quel comitato Non rubateci il futuro fatto da maestri e genitori e cittadini per difendere la scuola pubblica e il tempo pieno dagli attacchi della ministra Gelmini. Diritto allo studio, al lavoro e al dissenso, insomma, non possono essere affrontati separatamente. La logica dei tagli, delle privatizzazioni, dei licenziamenti, dell'attacco alle pensioni e al contratto nazionale, nella lettura dei promotori, è la stessa che ispira le politiche sicuritarie e le manganellate. Non a caso, nemmeno 24 ore prima, il leader della Flc Cgil era stato lucidissimo nel dire che le cariche del 18 marzo volevano colpire la sintonia tra l'Onda e il sindacato. La stessa sintonia si vedrà sabato pomeriggio al corteo del Patto di base (Cobas, Rdb e Sdl) che contesta il summit dei ministri del welfare del G14: «Sono i governi ad aver provocato la crisi, non possono essere la soluzione», spiega una studentessa di Psicologia. Lo sfilamento sarà aperto dai precari e dai lavoratori dei trasporti in lotta contro l'idea di scioperi virtuali.
Articolata la piattaforma: blocco dei licenziamenti, riduzione dell'orario, reddito minimo garantito, cassa integrazione all'80% del salario per tutti, aggancio di stipendi e pensioni al carovita, piano energetico sulle rinnovabili, rifiuto del nucleare, sicurezza nei luoghi di lavoro e sanzioni penali per gli omicidi bianchi, piano straordinario per un milione di alloggi popolari, blocco degli sfratti e diritto di uscita dai fondi pensione chiusi.


26 marzo 2009 - Left

CORTEI PRESIDI

Tornano in piazza il 28 marzo i sindacati di base (Sdl, Cobas e Cub) che hanno stretto un «patto di base». Il corteo partirà alle 15 da piazza della Repubblica, a Roma. Sono previsti 70 pullman e due treni speciali e la partecipazione degli studenti dell’Onda. Il 27 marzo, sempre a Roma, dalle ore 11 a piazza Colonna, presidio della Fiom Cgil per protestare contro le modifiche del Testo unico sulla sicurezza di cui si parlerà quel giorno al Consiglio dei ministri.


26 marzo 2009 - IVG Savona

Anche i Vigili del Fuoco alla manifestazione del 28 marzo a Roma

I Vigili del Fuoco aderiscono alla manifestazione nazionale indetta per il 28 marzo a Roma dal Patto di Base in occasione della riunione dei Ministri del Welfare del G14 e saranno in piazza assieme a tutte le forze sociali e di movimento che si battono per non pagare la crisi. "In una fase in cui i lavoratori sono lasciati in balia della crisi, i contratti non vengono rinnovati, la cassa integrazione copre in minima parte e solo per alcuni la perdita di salario, centinaia di migliaia di precari vengono mandati a casa senza alcun reddito, si vorrebbe rimettere mano alle pensioni e portare l’età pensionabile delle donne a 65 anni", afferma la RdB-CUB Vigili del Fuoco, che aggiunge: "Crescono gli sfratti, si fomenta il razzismo contro gli immigrati e si vorrebbe vietare scioperi e manifestazioni per impedire che i lavoratori e i cittadini si organizzino per difendere salario e diritti. Per questo la RdB-CUB Vigili del Fuoco invita tutti i lavoratori a mobilitarsi a sostegno della piattaforma della manifestazione". La RdB-CUB VVF, contro il fallimento della militarizzazione del Corpo, e di chi l’ha sostenuta illudendo i lavoratori con false indennità e aumenti di orario di lavoro, chiede inoltre il rilancio del corpo nazionale dei Vigili del Fuoco in una nuova e moderna Protezione Civile; salari europei; organici europei con assunzione dei precari discontinui; passaggi di qualifica snelli e dignitosi; riconoscimento di categoria particolarmente usurante.


26 marzo 2009 - UniMagazine

Il 28 marzo ancora in piazza
42.000 cattedre in meno e ben 18.000 precari che il prossimo anno non lavoreranno. Sono i numeri forniti dal ministro dell'Istruzione Gelmini. Numeri da brividi per i numerosi precari della scuola italiana
di Daria Raiti

42.000 cattedre in meno e ben 18.000 precari che il prossimo anno non lavoreranno. Sono i numeri forniti dal ministro dell'Istruzione Gelmini. Numeri da brividi per i numerosi precari della scuola italiana. A tal proposito, la Rete nazionale precari della scuola aderisce alla manifestazione nazionale del 28 marzo indetta da Cobas, Cub e Sdl. "In pratica - sottolinea la Rete - è come se chiudesse una industria molto più grande dell'Alitalia; il ministro afferma di studiare il problema, ma la verità è che l'unico dato certo delle sue dichiarazioni sono i pesantissimi tagli agli organici". "Da non dimenticare - prosegue la Rete dei Precari - la mancanza di qualsiasi certezza sulle prossime immissioni in ruolo, in violazione della Finanziaria 2006 che prevedeva la stabilizzazione di 150.000 precari. In un momento di crisi come questo decine di migliaia di persone che restano senza lavoro, oltre ad un problema sociale, causeranno un notevole abbassamento dei consumi: il 40% dei tagli sull'organico docente si realizzerà in Campania, Puglia, Sicilia e Calabria. Per queste regioni il licenziamento definitivo dei precari della scuola significherà la morte economica". A farne le spese, inoltre, secondo i Precari, "la qualità della scuola pubblica, non è un caso che chi se lo può permettere si stia affrettando a scrivere i figli nelle scuole private". Per scongiurare lo "sciagurato progetto del governo - sottolineano ancora i Precari - è necessaria una totale unità sindacale, è chiaro a tutti che i sindacati che hanno cercato il dialogo con il governo hanno fallito, è ora di tornare tutti insieme a riempire le piazze facendo ripartire l'onda della protesta". La Rete nazionale dei precari della scuola chiede, quindi il ritiro della legge 133 sui tagli agli organici e del ddl Aprea; il pieno rispetto della legge sulla sicurezza 626 e delle richieste delle famiglie al momento dell'iscrizione dei loro figli; un organico adeguato di insegnanti di sostegno in modo da garantire il massimo aiuto a studenti già penalizzati dalla vita; la totale copertura di tutte le cattedre a partire dal 1° Settembre, in modo da garantire un regolare inizio del prossimo Anno Scolastico; l'assunzione a tempo indeterminato dei precari della scuola su tutti i posti vacanti e disponibili senza i tagli e, infine, l'equiparazione dei diritti dei precari a quelli dei docenti di ruolo per permessi, ferie, malattia, progressione di carriera, diritti sindacali.


26 marzo 2009 - Seven Press

RETE NAZIONALE PRECARI DELLA SCUOLA
ADERISCE ALLA MANIFESTAZIONE NAZIONALE DEL 28 MARZO INDETTA DA COBAS, CUB, SDL ED INVITA ALLA MOBILITAZIONE TUTTO IL POPOLO DELLA SCUOLA: DOCENTI, STUDENTI E GENITORI

Finalmente per i precari della scuola sono arrivati i numeri, e sono numeri da brividi, che mettono paura. A fornirli è lo stesso ministro dell'Istruzione Gelmini: 42.000 cattedre in meno e ben 18.000 precari che il prossimo anno non lavoreranno: in pratica è come se chiudesse una industria molto più grande dell'Alitalia; il ministro afferma di studiare il problema, ma la verità è che l'unico dato certo delle sue dichiarazioni sono i pesantissimi tagli agli organici. Da non dimenticare la mancanza di qualsiasi certezza sulle prossime immissioni in ruolo, in violazione della Finanziaria 2006 che prevedeva la stabilizzazione di 150.000 precari. In un momento di crisi come questo decine di migliaia di persone che restano senza lavoro, oltre ad un problema sociale, causeranno un notevole abbassamento dei consumi: il 40% dei tagli sull'organico docente si realizzerà in Campania, Puglia, Sicilia e Calabria. Per queste regioni il licenziamento definitivo dei precari della scuola significherà la morte economica.
Ma come verrà effettuata questa "mattanza" dei precari?
A spese della qualità della scuola pubblica, non è un caso che chi se lo può permettere si stia affrettando a scrivere i figli nelle scuole private: secondo la Stampa di domenica 22 marzo (prima pagina) "almeno 15-20 mila alunni passeranno dalla scuola pubblica a quella privata il prossimo anno". Alla riapertura dell'anno scolastico le famiglie si troveranno di fronte a queste poco gradite sorprese:
1) Le richieste delle famiglie nella scuola primaria non verranno soddisfatte malgrado la maggior parte di esse abbia scelto l'iscrizione al tempo pieno.
2) I tagli agli organici nella scuola primaria e secondaria di 1° grado verranno fatti senza tenere in alcun conto la legge 626 sulla sicurezza e le esigenze delle realtà locali e degli alunni disabili. Gli unici insegnanti che si salveranno dai tagli saranno quelli di religione visto che il loro orario non verrà modificato.
3) Il prossimo anno scolastico inizierà nel caos più totale visto che è ormai sicuro che le operazioni di conferimento degli incarichi annuali subiranno pesanti ritardi, quindi molte classi rimarranno senza insegnanti fino ad ottobre.
Per scongiurare questo sciagurato progetto del governo è necessaria una totale unità sindacale, è chiaro a tutti che i sindacati che hanno cercato il dialogo con il governo hanno fallito, è ora di tornare tutti insieme a riempire le piazze facendo ripartire l'onda della protesta. La Rete Nazionale dei precari della scuola, unione di tutti i movimenti autonomi di lavoratori precari, sarà presente a tutte le iniziative di sindacati, movimenti e partiti volte a contrastare questa politica governativa basata solo sui tagli; siamo inoltre pronti a lottare in prima persona in ogni scuola e territorio, ed invitiamo tutti i colleghi ad unirsi a noi al di là di ogni logica di delega, per ribadire la fondamentale importanza dell' istruzione e della formazione per la crescita di un paese civile e moderno.
LA RETE NAZIONALE DEI PRECARI DELLA SCUOLA CHIEDE
1) Il ritiro della legge 133 sui tagli agli organici e del ddl Aprea
2) Il pieno rispetto della legge sulla sicurezza 626 e delle richieste delle famiglie al momento dell'iscrizione dei loro figli
3) Un organico adeguato di insegnanti di sostegno in modo da garantire il massimo aiuto a studenti già penalizzati dalla vita
4) La totale copertura di tutte le cattedre a partire dal 1° Settembre, in modo da garantire un regolare inizio del prossimo Anno Scolastico
5) L'assunzione a tempo indeterminato dei precari della scuola su tutti i posti vacanti e disponibili senza i tagli
6) L'equiparazione dei diritti dei precari a quelli dei docenti di ruolo per permessi, ferie, malattia, progressione di carriera, diritti sindacali
RETE NAZIONALE PRECARI DELLA SCUOLA


26 marzo 2009 - Cilento Notizie

Ospedale di Agropoli: domani sciopero generale

Agropoli - Domani, venerdì 27 Marzo l'organizzazione sindacale RdB-Cub ha indetto un'intera giornata di sciopero generale per tutti i lavoratori dell'Ospedale Civile di Agropoli per protestare contro le gravi carenze di personale esistenti. Lo sciopero è la conseguenza del fallito tentativo di raffreddamento del conflitto che si è tenuto presso la Prefettura lo scorso 2 Febbraiocon la Direzione Generale dell’ASL SA 3. Lo sciopero sarà accompagnato da un’assemblea permanente straordinaria cittadina con tutto il Personale dell’Ospedale, a partire dalle ore 8,00, che si terrà nell’aula magna dello stesso ospedale; l’assemblea discuterà delle forme di lotta da intraprendere per riuscire ad ottenere la copertura delle gravi carenze di personale. Inoltre dalle ore 16,00, l’assemblea si arricchirà della presenza del Comitato Civico pro Ospedale che è stato convocato dal Presidente Don Bruno Lancuba a sostegno dello sciopero che discuterà dei nuovi scenari dopo il commissariamento delle Asl Regionali. Un provvedimento del presidente della Regione Bassolino ha infatti rimosso tutti i dir.generali delle Asl Campane nominando dei commissari che avranno il compito di fungere da manager ed eliminare i debiti delle aziende. Ciò comporta non pochi problemi dal momento che tutti i patti precedentemente raggiunti con il dismesso direttore generale Saracino rischiano di saltare e l'Ospedale di Agropoli è nuovamente minacciato dal rischio chiusura. Anche questo sarà un argomento di discussione nell'assemblea di domani. Vista la grande adesione allo sciopero, i sindacati garantiscono comunque che si cercherà di creare il minimo disagio per gli utenti dell'ospedale. Nella tarda mattinata di ieri infatti, si è tenuto un incontro tra i rappresentanti della RdB-Cub, la Direzione Sanitaria e la Direzione dei Servizi Infermieristici del Presidio di Agropoli per la individuazione del corretto contingente di Personale da assicurare per i servizi minimi assistenziali, vista la altissima adesione allo sciopero.


26 marzo 2009 - Il Giornale di Vicenza

PROCESSO. Sindacalista di Rdb Cub in Aim assolto dalle accuse nei confronti di un collega Cisl
Quel volantino diffamatorio non era suo

Vicenza - Quel volantino dai toni diffamatori, in cui il sindacalista Cisl veniva ribattezzato "frutto di un parto sbagliato", non l’aveva scritto Mario Ghirardello. Il giudice Gerace ieri ha assolto il dirigente sindacale Rdb Cub dalle accuse di diffamazione, minacce e danneggiamento. Ghirardello, 46 anni, di Vicenza, autista Aim, è uscito a testa alta dopo una vicenda durata quasi 5 anni. Lo aveva sempre ribadito che lui con quel volantino non aveva nulla a che fare. La procura ha chiesto l’assoluzione, mentre l’avv. Angelo Butera, parte civile per la vittima, l’autista Aim della Cisl Nicola Dall’Osto, aveva chiesto un indennizzo.
I fatti risalivano al 2003- 2004. All’epoca c’era stato un duro confronto fra Rdb e Cisl per uno sciopero dei trasporti revocato all’ultimo. Da Roma arrivò notizia che c’era stato l’accordo. La Cisl firmò, Rdb no. Dall’Osto disse che bisognava revocare lo sciopero; dopo gli arrivò il volantino anonimo, e gli fu rigata la macchina.
Le indagini si concentrarono su Rdb, e fu perquisita la sede. Fu denunciato Ghirardello per degli errori di punteggiatura identici fra i volantini a sua firma e quello incriminato.
In aula, l’avv. Paolo De Meo ha confutato le tesi dell’accusa. «Quegli errori non identificano nulla. Sono assai diffusi: ad esempio, sono presenti nella nota mandata dalla questura in procura su questa vicenda. La perizia ha dimostrato che non c’è prova che quel file venisse dal pc: non c’è nemmeno traccia fra i file eliminati». Soddisfatto Germano Raniero dei Rdb: «Avevamo sempre sostenuto l’estraneità di Ghirardello. La nostra è lotta sindacale, non delinquenza. Invitiamo la Cisl a smetterla con gli esposti e a confrontarsi».(D.N.)


26 marzo 2009 - Leggo

Roma. Oggi in Comune è prevista un’assemblea generale...

Roma - Oggi in Comune è prevista un’assemblea generale per i dipendenti capitolini: «Serve un processo di stabilizzazione, il Comune deve affrontare il problema dei nidi e degli asili comunali - spiega Caterina Fida, Rdb - da settembre 2007 infatti abbiamo perso 400 posti di lavoro con ricadute evidenti anche sulla qualità del servizio». (G.Par.)


26 marzo 2009 - Il Messaggero

Nessun segnale specifico, ma il timore che sabato a Roma...

Roma - Nessun segnale specifico, ma il timore che sabato a Roma possano ritrovarsi, una accanto all’altra, le istanze più radicali, e trasformare così una protesta che comunque si preannuncia dura in qualcosa di più a rischio: è alta l'attenzione delle forze di polizia a tre giorni dalla manifestazione convocata dal sindacalismo di base contro la riunione ministeriale del lavoro del G8 in programma a Roma dal 29 al 31 marzo. Al corteo hanno già aderito diverse realtà antagoniste, dai centri sociali di diverse città italiane a gruppi di anarchici. Se dal monitoraggio delle aree più estremiste non sono emerse minacce particolari, sono state registrate diverse fibrillazioni negli ambienti più duri. Legate da un lato alla piattaforma della manifestazione: «La crisi la paghino i banchieri, i padroni e gli evasori. Garantire lavoro, reddito, pensioni, casa, servizi pubblici e beni comuni», è scritto nel volantino unitario Cub, Cobas e Sdl.
Ciò anche in considerazione di quello che è accaduto la settimana scorsa all'università La Sapienza, quando gli studenti dell’Onda hanno provato ad uscire dall'ateneo e sono stati respinti dalle forze di polizia perché la loro manifestazione non era autorizzata. Il timore degli investigatori è dunque che sabato, soprattutto se il corteo sarà numeroso, qualcuno possa forzare la mano per testare la reazione delle forze dell’ordine. L’altro aspetto su cui si concentra l’attenzione dei responsabili dell'ordine pubblico è che quella di Roma potrebbe essere la prima occasione per i militanti radicali di confrontarsi e scontarsi in vista del G8 di luglio; un'occasione insomma per mettere a punto nuove iniziative. Altro delicato aspetto da chiarire, tra oggi e oggi e domani, è quello relativo al percorso della manifestazione. Vi è una parte consistente dell'organizzazione che vorrebbe «un percorso libero», fuori da quelli obbligati. Una posizione che, se portata avanti, troverebbe lo sbarramento della prefettura decisa a far rispettare il protocollo sulle manifestazioni siglato ultimamente con forze politiche e sindacati.


26 marzo 2009 - Tuscia web

Viterbo - Rocchi (Rdb): "La trasparenza sacrificata alla velocità"
"Bando sospetto, già assunti i vincitori"

Riceviamo e pubblichiamo - Un ignoto ha fatto pervenire a Rdb la nota 20986 del 17 marzo 2009 in cui, il dirigente del settore Politiche del Lavoro spiegava a un consigliere provinciale perché, per il reperimento di cinque esperti in relazione al fondo sociale europeo, il bando era stato pubblicato solo per sei giorni in contrasto con quanto previsto dall’articolo 4 del regolamento degli uffici e dei servizi della Provincia (15 giorni). La spiegazione dell’amministrazione era semplice: era stato utilizzato l’articolo 6 bis del regolamento stesso, che non prevede per la pubblicazione dei bandi alcuna durata minima. Siccome non vogliamo sentirci ignoranti, siamo andati a leggere e così scopriamo che i cinque esperti da assumere rientrano, a giudizio del dirigente, in una di queste quattro tipologie per le quali non è necessario svolgere procedure comparative e pertanto l’amministrazione può scegliere discrezionalmente quando siano state già svolte le procedure comparative previste dall’articolo 4 senza esito (in questo caso assolutamente non svolte per ammissione della amministrazione stessa) in caso di particolare urgenza (quale?) prestazioni di tipo complementare non ricomprese nell’incarico principale già conferito per attività di natura artistica o culturale e non comparabili. Pur convinti che parlare di etica è fuori moda, avremmo voluto rinnovare l’appello fatto alla amministrazione e ai suoi dirigenti nei precedenti comunicati: fermatevi! Purtroppo sembra confermato che, incuranti di ogni critica o perplessità, siano già state svolte tutte le procedure e materialmente assunti i vincitori. Una velocità lodevole se, la vittima della velocità, a nostro giudizio, non fosse diventata la trasparenza.
Lino Rocchi - RdB Cub Viterbo


26 marzo 2009 - La Nazione

Siena. IL DIRETTORE amministrativo dell'Università...

Siena - IL DIRETTORE amministrativo dell'Università Emilio Miccolis ha scritto una lettera al personale sulla questione parcheggi a pagamento rispondendo all'Rdb che aveva chiesto un parere legale. «Come si evince da esso è indiscutibile la legittimità, peraltro già oggetto di specifico accertamento preliminare da parte dell'amministrazione, della disciplina introdotta che trova il proprio fondamento sia sulle norme in materia di lavoro alle dipendenze della Pubblica Amministrazione (d. lgs. n. 165/2001) che nel Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro. L'introduzione di un contributo per la concessione dei permessi di accesso, previsto in un regolamento condiviso dall'Amministrazione con le Organizzazioni sindacali e con rappresentanti del Consiglio di Amministrazione e del Senato Accademico, permetterà, come ribadito più volte, di intervenire nelle spese attualmente sostenute da quei dipendenti che utilizzano mezzi pubblici, oltre che acquisire nuovi posti dalla società di parcheggi locale da poter ridistribuire tra i dipendenti che attualmente non beneficiano di un permesso per un parcheggio di Ateneo, e contribuire a coprire le spese di gestione e manutenzione dei parcheggi di proprietà dell'Ateneo, producendo un risparmio per esso. In altre parole è un sistema che tende a eliminare le differenze di trattamento tra dipendenti, contribuendo alla riduzione, seppure parziale, delle spese che attualmente sostengono quei dipendenti che non hanno avuto fino ad oggi il beneficio dell'attribuzione gratuita dei permessi di accesso a parcheggi dell'Amministrazione e che si sono accollati completamente le relative spese. Da questo punto di vista non è corretto individuare la fruizione di parcheggi di Ateneo come "un servizio dovuto" dall'amministrazione (altrimenti l'intera comunità accademica avrebbe dovuto beneficiare di permessi di accesso gratuiti per parcheggi o di rimborsi spese di trasporto) ma piuttosto come un'iniziativa a favore dei dipendenti che le Amministrazioni pubbliche "possono attivare"». Quanto alle perplessità avanzate per il parcheggio di San Francesco preciso che lo stesso è posto in una sede che richiede il possesso di un permesso nominativo per accesso a Ztl concesso a inizio anno dal Comune. Per il 2009 non è quindi stato rimesso in discussione l'elenco degli intestatari dei permessi di accesso titolari dell'accesso a Ztl».


26 marzo 2009 - Eco Risveglio

La protesta dei lavoratori affondata dai sindacati
di Glauco Oioli

BORGOMANERO - Doveva essere una grande manifestazione dei lavoratori delle aziende del borgomanerese in crisi a causa della difficile congiuntura economica, con la partecipazione delle Rsu di aziende come la Bemberg di Gozzano e la Ahlstrom di Cressa, ma all’ultimo minuto salta l’accordo tra i sindacati e il corteo si riduce a ben poca cosa. Sono state solo una quarantina, infatti, le persone che sabato pomeriggio si sono ritrovate nel piazzale della stazione: tra essi qualche lavoratore, ma anche giovanissimi e pensionati. A scendere in piazza sono rimaste solo le sigle sindacali più a sinistra: Cobas, Cub e Sdl. Nessuna traccia della Cgil e degli altri sindacati confederali. Nessuno striscione, eccetto per l’Ahlstrom, delle rappresentanze dei lavoratori delle aziende che sono stati messi in cassa integrazione o che, peggio ancora, hanno perso il posto di lavoro. A seguire lo sparuto corteo, che dal piazzale della stazione ha raggiunto piazza Martiri, oltre a giornalisti e forze dell’ordine, anche qualche esponente locale di centro-sinistra, come l’ex segretario borgomanerese di Rifondazione comunista Roberto Faggiano, che ora ha aderito al partito di Nichi Vendola "Sinistra e libertà", e una delegazione de "I Moderati", composta dalla consigliera regionale Graziella Valloggia, dal marito consigliere comunale Giacomo Bucciero e dal consigliere provinciale Luigi Astuto (che dovrebbero fare parte, pare, della coalizine per Vedovato presidente della Provincia). Ma come spiegare questo inatteso "flop" della manifestazione? «Mi stupisce - commenta Graziella Valloggia - che ci siano così poche persone e che i sindacati confederali non abbiano partecipato. Eppure nel nostro territorio la situazione è gravissima ed ogni giorno ci sono nuove aziende che lasciano a casa o mettono in cassa integrazione dei lavoratori. Mai come in questo momento bisogna essere tutti uniti ed anche le istituzioni devono essere presenti e fare la loro parte. Nessuno sembra avere la bacchetta magica per dirci come e quando la crisi economica verrà superata. Sono problemi che coinvolgono tutte le classi sociali, a partire dai giovani che non sanno quale sarà il loro futuro, alle famiglie che senza lavoro non sanno come arrivare a fine mese. Non dimentichiamoci che il lavoro è un diritto sancito dalla Costituzione: occorre un patto sociale per collaborare tutti assieme e per affrontare la crisi». «E’ positivo - ha detto Faggiano - che il fronte dei lavoratori abbia manifestato. Ora è utile rimanere compatti e ragionare con la propria testa anche rifiutando inviti di cortile. Chi oggi si sente salvaguardato, domani potrebbe essere l’esubero di turno». I dissapori tra i sindacati hanno portato al forfait di alcune sigle. Per coloro che nonostante tutto hanno deciso di scendere in piazza, gli assenti hanno sempre torto, come ha commentato Paolo Sacco, dipendente della Acque Spa e militante del Cub: «La giornata di oggi dimostra che noi siamo gli unici che fanno qualcosa per difendere i posti di lavoro». Nel manifesto diffuso nel corso del corteo dai tre sindacati, dove riecheggiano i "cavalli di battaglia" della lotta di classe, dei capitalisti e dei padroni, l’unica soluzione appare quella della mobilitazione per rivendicare i propri diritti di persone e lavoratori «che non vogliono essere considerati solo come degli "esuberi" da tagliare per diminuire i costi». Quel che resta, anche dopo la manifestazione, sono le imprese in crisi e i posti di lavoro persi, come spiega la sindacalista Giovanna Di Maggio della rsu della Ahlstrom: «Gli esuberi a Cressa passano da 26 a 27 e nonostante gli incontri, ad oggi l’azienda non ha ancora messo niente sul piatto per garantire il futuro, almeno attraverso la cassa integrazione, ai lavoratori».


25 marzo 2009 - Ansa

G8 LAVORO:SABATO CORTEO COBAS A ROMA, ALTA ATTENZIONE POLIZIA

(ANSA) - ROMA, 25 MAR - Nessun segnale specifico, ma il timore che sabato a Roma possano ritrovarsi, una accanto all'altra, le istanze più radicali, e trasformare così una protesta che comunque si preannuncia dura in qualcosa di più a rischio: è alta l'attenzione delle forze di polizia a tre giorni dalla manifestazione convocata dal sindacalismo di base contro la riunione ministeriale del lavoro del G8 in programma a Roma dal 29 al 31 marzo. Al corteo hanno già aderito diverse realtà antagoniste, dai centri sociali di diverse città italiane a gruppi di anarchici. Se dal monitoraggio delle aree più estremiste non sono emerse minacce particolari, sono state registrate diverse 'fibrillazionì negli ambienti più duri. Legate da un lato alla piattaforma della manifestazione - «la crisi la paghino i banchieri, i padroni e gli evasori. Garantire lavoro, reddito, pensioni, casa, servizi pubblici e beni comuni» è scritto nel volantino unitario Cub, Cobas e Sdl- e, dall'altro, alle recenti restrizioni volute dal governo proprio in tema di cortei. Ciò anche in considerazione di quello che è accaduto la settimana scorsa all'università La Sapienza di Roma, quando gli studenti dell'Onda hanno provato ad uscire dall'ateneo e sono stati respinti dalle forze di polizia perchè la loro manifestazione non era autorizzata. Il timore degli investigatori è dunque che sabato, soprattutto se il corteo sarà numeroso, qualcuno possa forzare la mano per testare la reazione delle forze dell'ordine. L'altro aspetto su cui si concentra l'attenzione dei responsabili dell'ordine pubblico è che quella di Roma potrebbe essere la prima occasione per i militanti radicali di confrontarsi e 'contarsì in vista del G8 di luglio; un'occasione insomma per mettere a punto nuove iniziative. Altro delicato aspetto da chiarire, tra domani e venerdì, è quello relativo al percorso della manifestazione. Vi è una parte consistente dell'organizzazione che vorrebbe «un percorso libero» fuori da percorsi obbligati. Una posizione che, se portata avanti, troverebbe lo sbarramento della prefettura decisa a far rispettare il protocollo sulle manifestazioni siglato ultimamente con forze politiche e sindacati.

FIAT: PRESIDIO FLM-CUB ALL'ASSEMBLEA DI VENERDÌ

(ANSA) - TORINO, 25 MAR - La Flm Uniti-Cub ha organizzato in presidio davanti al Lingotto, in occasione dell'assemblea degli azionisti Fiat di venerdì. Alcuni suoi iscritti parteciperanno in qualità di azionisti della società. Le rivendicazioni del sindacato di base sono «la difesa di tutti gli stabilimenti e dell'occupazione in Italia, la distribuzione del lavoro e la riduzione dell'orario a con l'introduzione della settimana corta». Sono considerate prioritarie «l'assunzione stabile dei precari, e il sostegno della continuità del reddito, con indennità di cassa integrazione dell'80% effettivo della retribuzione per tutti i lavoratori dipendenti».

SCUOLA: COBAS, DISTRUZIONE PROGRAMMATA DI 150 MILA POSTI

(ANSA) - ROMA, 25 MAR - «Il governo vuole distruggere 57 mila posti di lavoro nella scuola e per questo i Cobas hanno indetto per sabato 28 a Roma una manifestazione di docenti, Ata e studenti». Lo ha detto Piero Bernocchi portavoce nazionale Cobas. «Da mesi - è detto in una nota - diamo l'allarme sul Piano Tremonti-Gelmini, sulla distruzione programmata di almeno 150 mila posti di lavoro nella scuola in un triennio, mentre governo, opposizione (si fa per dire) e sindacati concertativi minimizzavano. Ora i dati sono sotto gli occhi di tutti: la prima 'tranchè della macelleria didattica e sociale del duo Tremonti-Gelmini prevede la cancellazione da settembre di 42 mila cattedre a cui vanno aggiunti circa 15 mila posti Ata in meno». I Cobas non considerano «chiusa la partita e invitano docenti, Ata e studenti a partecipare in massa alla manifestazione nazionale (indetta insieme a Cub e SdL) che si terrà a Roma sabato 28 marzo contro i tagli e la distruzione della scuola pubblica, sulla piattaforma anti-crisi del sindacalismo alternativo in contrapposizione ai piani dei ministri del G14 che si riuniranno a Roma per proseguire nelle politiche sociali catastrofiche che hanno portato alla crisi. Tappa successiva della lotta sarà poi lo sciopero generale convocato da Cobas, Cub e SdL per il 23 aprile».


25 marzo 2009 - Adnkronos

ROMA: ASIA-RDB, COMUNE E PREFETTO INTERVENGANO
CON BLOCCO GENERALIZZATO SFRATTI
OGGI ALLE 18 INCONTRO TRA RETE DEI MOVIMENTI PER IL DIRITTO ABITARE E ALEMANNO

Roma, 25 mar. - (Adnkronos) - «C'è un clima irrespirabile a Roma, città dove l'emergenza abitativa colpisce più di 40mila persone e dove gli sfratti- provincia inclusa- nel solo primo semestre del 2008 sono stati 4.030, di cui 2.413 per morosità». A dirlo è il sindacato Asia Rdb in una nota in cui sottolinea «crediamo sia giunto il momento che l'amministrazione comunale e il Prefetto intervengano in maniera decisa con un blocco generalizzato degli sfratti». Oggi alle 18, incontro tra la Rete dei movimenti per il diritto all'abitare e il sindaco Alemanno. Dalle 17 è in corso un presidio in Campidoglio «per dire basta agli sfratti e per portare solidarietà all'uomo licenziato senza garanzie, che stamattina ha compiuto un gesto estremo dandosi fuoco». Il sindacato nel comunicato rendo note le mobilitazioni svolte negli ultimi giorni a Roma contro gli sfratti. «Ieri mattina -scrive Asia Rdb- abbiamo impedito con la mobilitazione due sfratti per morosità, uno a via Monte Fumaiolo, nel IV Municipio di Roma e l'altro a via di Vittorio, nel VI Municipio. Ottenuti i brevi rinvii (al 1 e al 22 aprile), pensavamo che per ieri potesse bastare e invece nel pomeriggio siamo dovuti intervenire ancora una volta in via Di Vittorio 15, dove l'ufficiale giudiziario, con al seguito la proprietà dell'appartamento (i costruttori Bellanti), il fabbro e la forza pubblica erano tornati questa volta per eseguire un pignoramento dei beni appartenenti alla famiglia sotto sfratto, per un valore di 22mila euro». «L'accanimento dell'ufficiale giudiziario e della proprietà, che non era disponibile a trovare alcuna mediazione nonostante all'interno dell'appartamento non ci fossero beni in grado di soddisfare il valore richiesto - racconta Asia Rdb -, ci ha costretti a trasformare la questione in un problema di ordine pubblico, con decine di persone giunte sul posto a dare solidarietà, fino a quando intorno alle ore 20 abbiamo riaffermato con rabbia la dignità di chi ha deciso di opporsi alla crisi e ai suoi effetti, allontanando dall'appartamento l'ufficiale giudiziario e la forza pubblica. Nell'appartamento in questione vivono dal luglio 2002 una ragazza con il fratello invalido e la madre cardiopatica, che per diventare affittuari hanno versato, oltre a una mensilità anticipata (1.100 euro) e a un deposito, anche una fideiussione di 12.400 euro». «Questa mattina stesso copione -prosegue il sindacato-. Siamo intervenuti in via Flavio Stilicone 92, nel X Municipio di Roma, per difendere una cinquantenne in graduatoria con 10 punti, ottenuti in seguito a un precedente sfratto, che vive da sola ed è entrata nel girone infernale della morosità dopo aver perso il lavoro in banca. Abbiamo impedito lo sfratto, ma l'ufficiale giudiziario si è rifiutato di comunicare la data del rinvio, lasciando nell'angoscia la donna». «Anche qui avremmo potuto, forse dovuto, imporci impedendo all'ufficiale giudiziario di lasciare lo stabile, ma abbiamo preferito evitare di contrapporci ancora una volta alla forza pubblica - continua Asia Rdb . Forse anche qui l'ufficiale giudiziario, dietro pressioni e compensi della proprietà, proverà a eseguire lo sfratto stasera o domani, incurante di commettere un abuso. Per quanto potremo, proveremo a impedirglielo. Queste vicende dimostrano in maniera inequivocabile l'inutilità di quello che il governo si ostina a definire 'piano casà, così come dei provvedimenti che il Comune si appresta a varare sul fronte delle politiche abitative».


25 marzo 2009 - Dire

COMUNE ROMA. RDB: DOMANI ASSEMBLEA GENERALE DEL PERSONALE
SONO STATI INVITATI ANCHE GLI ASSESSORI MARSILIO E CAVALLARI

(DIRE) Roma, 25 mar. - Domani il personale del Comune di Roma si riunira' in assemblea nella Sala della Protomoteca in Campidoglio, dalle 15 alle 18, "per discutere dei contenuti della manifestazione nazionale del 28 marzo e per sostenere la piattaforma di Cub Cobas Sdl, contro la crisi e i governi che vogliono scaricarla sui lavoratori, i precari, i disoccupati". Nel corso dell'assemblea -spiega un comunicato- verranno inoltre affrontati i problemi relativi ai nidi e alle scuole dell'infanzia. "A distanza di un anno dall'insediamento della nuova Giunta ancora non e' stata riaperta la trattativa sul settore scolastico educativo del Comune di Roma- ricorda Caterina Fida, della Rdb-Cub- Eppure ci sembra una questione di grande importanza, visto che da settembre 2007 sono stati persi circa 400 posti di lavoro con una ricaduta sensibile sulla qualita' del servizio, e che lo stesso Alemanno aveva messo nel suo programma elettorale la revisione dell'accordo del 7 novembre 2006, in cui e' stata determinata questa riduzione di organico e la drastica diminuzione del personale assente". Al centro dell'incontro anche le iniziative per definire il futuro lavorativo del personale rimasto escluso dal processo di stabilizzazione -prosegue la nota sindacale- che da giugno di quest'anno rischia la perdita del posto di lavoro, e per le lavoratrici inserite nelle graduatorie di preselezione del concorso pubblico, che pur lavorando da due anni per il Comune di Roma non vedranno riconosciuto il servizio prestato a contratto giornaliero. La Rdb-Cub, dopo aver svolto numerose assemblee nei posti di lavoro, da cui sono emerse molte proposte concrete sui temi all'ordine del giorno, "non e' disponibile a procrastinare oltre la soluzione dei problemi che affliggono il personale". All'incontro sono stati invitati gli assessori Cavallari e Marsilio, "che avranno l'opportunita' di dare risposte dirette ai lavoratori e alle lavoratrici".

CASA. SFRATTI, ASIA-RDB: NESSUNA RESA, DIGNITA' PER PRIMA

(DIRE) Roma, 25 mar. - "C'e' un clima irrespirabile a Roma, citta' dove l'emergenza abitativa colpisce piu' di 40 mila persone e dove gli sfratti -provincia inclusa- nel solo primo semestre del 2008 sono stati 4.030, di cui 2.413 per morosita'. Ieri mattina abbiamo impedito con la mobilitazione due sfratti per morosita', uno a via Monte Fumaiolo -nel Municipio IV- l'altro a via di Vittorio, territorio del VI". E' quanto si legge in una nota di Asia-Rdb e Blocchi precari metropolitani, che prosegue: "Ottenuti i brevi rinvii (al 1 e al 22 aprile), pensavamo che per ieri potesse bastare e invece nel pomeriggio siamo dovuti intervenire ancora una volta in via Di Vittorio 15, dove l'ufficiale giudiziario, con al seguito la proprieta' dell'appartamento (i costruttori Bellanti), il fabbro e la forza pubblica erano tornati questa volta per eseguire un pignoramento dei beni appartenenti alla famiglia sotto sfratto, per un valore di 22 mila euro". "L'accanimento dell'ufficiale giudiziario e della proprieta', che non era disponibile a trovare alcuna mediazione nonostante all'interno dell'appartamento non ci fossero beni in grado di soddisfare il valore richiesto- prosegue la nota- ci ha costretti a trasformare la questione in un problema di ordine pubblico, con decine di persone giunte sul posto a dare solidarieta', fino a quando intorno alle 20 abbiamo riaffermato con rabbia la dignita' di chi ha deciso di opporsi alla crisi e ai suoi effetti, allontanando dall'appartamento l'ufficiale giudiziario e la forza pubblica. Per la cronaca, nell'appartamento in questione vivono dal luglio 2002 una ragazza con il fratello invalido e la madre cardiopatica, che per diventare affittuari hanno versato, oltre a una mensilita' anticipata (1.100 euro) e a un deposito, anche una fideiussione di 12.400 euro". "Questa mattina stesso copione- sottolinea la nota di Asia-Rdb e Blocchi precari metropolitani- Interveniamo in via Flavio Stilicone 92, Municipio X, per difendere una cinquantenne in graduatoria con 10 punti ottenuti in seguito a un precedente sfratto- che vive da sola ed e' entrata nel girone infernale della morosita' dopo aver perso il lavoro in banca. Riusciamo a impedire lo sfratto, ma l'ufficiale giudiziario si rifiuta di comunicare la data del rinvio, lasciando nell'angoscia la donna. Anche qui avremmo potuto -forse dovuto- imporci impedendo all'ufficiale giudiziario di lasciare lo stabile, ma abbiamo preferito evitare di contrapporci ancora una volta alla forza pubblica. Forse anche qui l'ufficiale giudiziario, dietro pressioni e compensi della proprieta', provera' a eseguire lo sfratto stasera o domani, incurante di commettere un abuso. Per quanto potremo, proveremo a impedirglielo". "Queste vicende dimostrano in maniera inequivocabile l'inutilita' di quello che il governo si ostina a definire 'piano casa'- spiegano Asia-Rdb e Blocchi precari metropolitani- cosi' come dei provvedimenti che il Comune si appresta a varare sul fronte delle politiche abitative. Crediamo sia giunto il momento che l'amministrazione comunale e il prefetto intervengano in maniera decisa con un blocco generalizzato degli sfratti. Oggi pomeriggio, alle 18, la rete dei movimenti per il diritto all'abitare incontrera' il sindaco Alemanno. Dalle 17 saremo in Campidoglio con un presidio per dire basta agli sfratti e per portare solidarieta' all'uomo licenziato senza garanzie, che stamattina ha compiuto un gesto estremo dandosi fuoco. La nostra dignita' non ha prezzo, resistiamo alla crisi".


25 marzo 2009 - Omniroma

GLI APPUNTAMENTI DI DOMANI

(OMNIROMA) Roma, 25 mar - ...
Il personale del Comune di Roma si riunirà in assemblea per discutere dei contenuti della manifestazione nazionale del prossimo 28 marzo e per sostenere la piattaforma di Cub Cobas SDL contro la crisi. Campidoglio, Sala della Protomoteca (ore 15.00-18.00)...


25 marzo 2009 - EPolis Roma

Via Pincherle. Gli inquilini con Angelo Fascetti di Rdb Asia incatenati alla Giacomazzi in Liguria
La protesta a Genova si riaprono le trattative

Roma - Sono partiti da via Pincherle e sono arrivati in Liguria per difendere le loro case: due inquiline, in rappresentanza di tutti gli altri con Angelo Fascetti di Asia Rdb, ieri mattina si sono incatenati davanti alla sede della Giacomazzi a Genova. Nel frattempo, gli altri inquilini hanno presidiato la Fata, in via Urbana a Roma. Dopo l'occupazione a Genova, l'immobiliarista Mario Giacomazzi ha incontrato i tre incatenati: «Giacomazzi ha affermato di aver sottovalutato la portata e gli effetti della dismissione - spiegano dal sindacato - e ha assicurato che parteciperà personalmente all'incontro del 27 marzo, convocato dal Prefetto». Giochi riaperti, dunque per le 116 famiglie di via Pincherle. «Oggi è un giorno importante - spiega Fascetti - quello che abbiamo raggiunto è un grande risultato perché solo qualche ora prima la situazione sembrava irrecuperabile». Non solo. Dal sindacato fanno sapere che «Giacomazzi si è pronunciato favorevolmente sull'ipotesi di trattativa con la regione Lazio e si è reso disponibile ad annullare i contratti di vendita già stipulati con terzi, se le amministrazioni terranno conto delle penali previste per le mancate vendite». Tutto riaperto, dunque, aspettando il tavolo di venerdì. «Questa amministrazione pronta a fare la sua parte al fine di tutelare gli interessi e le esigenze dei 116 inquilini», dice Marco Visconti, delegato all'emergenza casa del sindaco. Ciocchetti, con l'Udc ha presentato un'interpellanza al governo, mentre Gianluca Peciola, consigliere provinciale di Sa ha presentato una mozione per far intervenire Zingaretti nella vicenda. Gemma Azuni, che ha seguito da vicino la vicenda, dice: «Sarà decisivo l'incontro con il Prefetto il 27 marzo». «Alla vigilia di altre dismissioni, come quella di Enasarco e di Enpam, è indispensabile porre un argine allo strapotere delle società immobiliari», conclude il minisindaco Andrea Catarci.(M.R.)


25 marzo 2009 - Liberazione

Ferrero in visita al Comitato di via Pincherle
Inquilini mobilitati tra Roma e Genova e lo speculatore arretra
di Daniele Nalbone

La mobilitazione, da ieri su scala nazionale, del Comitato inquilini via Pincherle 153-169 di Roma inizia a produrre i primi, significativi risultati.
Tutto è iniziato la mattina alle 3: nove inquilini, accompagnati da Angelo Fascetti di As.I.A. Rdb sono partiti alla volta di Genova. Obiettivo: una clamorosa azione di protesta contro la Giacomazzi, proprietaria, appunto, degli immobili in via Pincherle. I rappresentanti degli inquilini romani si sono incatenati nella sede della società per denunciarne la manovra speculativa «ai danni di 116 famiglie che abitano gli appartamenti dagli anni '60: anziani con pensioni al minimo, disabili, vedove, famiglie monoreddito, disoccupati». Contemporaneamente a Roma altri trenta inquilini presidiavano con un picchetto l'ingresso di Fata Assicurazioni, la precedente proprietaria degli stessi immobili: i dipendenti del gruppo assicurativo, racconta uno dei manifestanti, «si sono praticamente barricati negli uffici, per paura forse di 20 vecchiette». Clima molto più teso a Genova: solo con grande determinazione - e dopo essere stati identificati dalle forze dell'ordine - i componenti della delegazione sono riusciti a strappare, alle 15, un incontro con il titolare Mario Giacomazzi. Ed ecco il colpo di scena: Giacomazzi afferma di aver sottovalutato «la portata e gli effetti della dismissione degli alloggi» e assicura che parteciperà personalmente all'incontro convocato il 27 marzo dal Prefetto di Roma». E soprattutto, racconta al telefono Angelo Fascetti, «si pronuncia favorevolmente sull'ipotesi di trattativa con la Regione Lazio e si rende disponibile ad annullare i contratti di vendita già stipulati con terzi, se le amministrazioni si faranno carico delle penali previste per le mancate vendite». Un risultato clamoroso. I manifestanti romani appena arriva la notizia sciolgono il presidio e tornano allo spazio occupato in via Pincherle 165 dove, nel pomeriggio, arriva in visita il segretario del Prc, Paolo Ferrero.
Circa sessanta persone hanno partecipato all'incontro, fra le quali una delegazione di inquilini di via dei Colli Portuensi, anche loro alle prese in passato con una dismissione conclusasi positivamente con l'intervento della Regione. Roberta Cecili, presidente del Comitato inquilini, ha ricapitolato la vicenda di via Pincherle. «E' inconcepibile che non sia riconosciuto il diritto all'abitare», ha affermato Ferrero «e che le vostre abitazioni diventino oggetto di speculazione da parte di compagnie assicurative, agenzie immobiliari e addirittura politici». Quindi il Prc non lascerà soli nella loro lotta gli aderenti al Comitato? «Voi non andrete via da qui, e noi saremo con voi: nessuno, compresi coloro che si sono visti vendere le case, deve lasciare gli appartamenti», si impegna Ferrero. Atti concreti, non parole chiedono gli inquilini: «Per questo prima del 27 marzo», giorno del tavolo interistituzionale convocato dal Prefetto di Roma con Comune, Regione, proprietà attuale (Giacomazzi) e precedente (Fata), «chiamerò il prefetto di Roma», risponde Ferrero, «per chiedergli decisione in questa vicenda», perché «metta in atto tutto quanto è nelle sue possibilità per impedire che a prevalere siano bassi interessi speculativi rispetto al diritto all'abitare». Non solo. «Chiederò che attivi un'indagine sull'iter burocratico che ha portato alla dismissione del patrimonio Fata e un'analisi finanziaria delle società responsabili». Questa battaglia, dice Ferrero, deve diventare un simbolo: «Faremo in modo che si arrivi ad una piattaforma comune con movimenti e sindacati per una grande mobilitazione regionale sull'emergenza abitativa. Per arrivare all'approvazione di una legge regionale che parta dal basso, dai bisogni della gente». «E' arrivato il momento di mettere in rete tutte le nostre forze», insiste il segretario Prc, «perché non solo si risolvano le dismissioni come questa di via Pincherle ma la Regione e il sindaco siano costretti a interventi decisi in materia abitativa. Roma non deve più essere una città vetrina in cui i romani non hanno diritto ad abitare».
Oggi alle 17 la Rete dei movimenti per il diritto all'abitare incontrerà il sindaco Alemanno per smontare, spiegano, il finto Piano Casa del governo e denunciare alla giunta «quanto è irresponsabile il fatto che, in bilancio, ci siano solo 161 milioni di euro, peraltro tutti già precedentemente stanziati, e che la gran parte di questi finanziamenti sia legata alla vendita di 8mila alloggi popolari. Chiediamo almeno 100milioni subito e 500milioni nel prossimo assestamento e una moratoria di almeno due anni che blocchi in maniera generalizzata gli sfratti, gli sgomberi e le dismissioni». E da Alemanno pretenderanno risposte che siano «non chiacchere ma fatti».


25 marzo 2009 - City

Doppi sit-in fuori dal Pirellone

Milano - Doppio sit-in di protesta, ieri, fuori dal Pirellone. Il primo, organizzato dalla Cub con l’appoggio di Confederazione Cobas e di Sdl, ha fatto scendere in strada i lavoratori lombardi all’insegna dello slogan "La crisi non vogliamo pagarla noi". Il secondo presidio ha chiesto invece il rinnovo del contratto per 300 precari.


25 marzo 2009 - Il Gazzettino

SINDACATI DI BASE
Lavoro e sciopero, presidio dei Cobas

Trieste - Le organizzazioni sindacali di base Cub, Cobas e Sdl hanno organizzato per questo pomeriggio, alle 16, alla stazione di Trieste, un presidio-volantinaggio per illustrare le motivazioni che porteranno anche i lavoratori del Fvg a partecipare sabato alla manifestazione nazionale a Roma per chiedere "lavoro, reddito, pensioni, casa, servizi pubblici e beni comuni; difendere il diritto costituzionale di sciopero; e difendere il posto di lavoro", in polemica con l’accordo di gennaio firmato dai "sindacati collaborativi" e il disegno di legge Sacconi.


25 marzo 2009 - Il Mattino di Padova

SINDACATI DI BASE
In ospedale si «disobbedisce» alla denuncia degli irregolari

Padova - «Contro l’obbligo di denuncia degli immigrati irregolari, io disobbedisco, io curo e non faccio la spia». Lo slogan campeggiava ieri mattina su di un lenzuolo issato sulla ringhiera che si trova di fronte all’atrio del monoblocco.
Il messaggio è stato lanciato dai sindacati di base (AdL, RdB, Cub e Cobas) «per esprimere disobbedienza all’obbligo di denuncia degli immigrati irregolari». «Se viene approvata la legge che prevede il reato di clandestinità il medico avrà solo la facoltà o l’obbligo di denunciare il proprio paziente?». Maria Antonietta Ponchia (Rdb) teme che per chi cura la strada sia a senso unico, che porti dritto alla denuncia obbligatoria: «Penso che stiamo perdendo un diritto fondamentale della persona, quello alla tutela della salute. E negarlo a chi non possiede il permesso di soggiorno apre le porte ad una sanità parallela, clandestina, che deve restare nell’ombra con tutte le terribili conseguenze cui porta una pratica medica senza controlli». Ponchia sottolinea che negare l’assistenza agli immigrati irregolari rappresenta il primo passo per impedire l’accesso alle cure ai più poveri: «L’indigenza non riguarda solo i non italiani». La rappresentante di Rdb ed infermiera dell’Usl 16 chiede una partecipazione compatta di tutte le sigle sindacali.
Dal sindacalismo di base è partito anche l’invito a partecipare alla manifestazione nazionale in occasione della riunione dei ministri del Welfare del G14, insieme a tutte le forze sociali e di movimento «che si battono per non pagare la crisi». L’appuntamento è per sabato 28 marzo a Roma in piazza della Repubblica.(fa.p.)


25 marzo 2009 - Il Padova

I medici: «Non siamo spie»
Iniziativa di protesta davanti al Pronto soccorso

Padova - Uno striscione all'ingresso del pronto soccorso di Padova contro la prevista abolizione del divieto di denuncia dei medici nei confronti dei clandestini. L'iniziativa è stata messa in campo ieri dalle sigle del sindacalismo di base. «Lo sportello istituito da Razzismo stop - spiega Maria Antonietta Ponchia - continua a raccogliere segnalazioni».


25 marzo 2009 - Il Giornale di Vicenza

CONVEGNO. "Coordinamento ex Jugoslavia"
«Vanno ricordate le bombe del 1999»
Incontro (poco affollato) dedicato alla memoria dei bombardamenti in terra serba e ai palestinesi
di Roberto Luciani

Vicenza - "Vratite nam nasu Zemlju: Restituiteci il nostro Paese". Uno striscione con una stella rossa, a firma del Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia, riporta l’orologio della storia indietro di 10 anni.
Precisamente a quel 1999 che per la prima volta dalla fine della Seconda Guerra Mondiale ha visto i cieli europei solcati da cacciabombardieri ed una nazione, o meglio quello che rimaneva della Federazione jugoslava, finire di frantumarsi sotto le bombe aeree.
Vicende che sembrano davvero di un’altra epoca se la realtà non le rendesse ancora drammaticamente attuali.
Sono state ricordate con una due giorni di convegni, discussioni e momenti musicali promossa nella sala della circoscrizione 4 da Rete Disarmiamoli, Rdb-Cub, Forum di Belgrado Italia, rete Semprecontrolaguerra e Coordinamento nazionakle jugoslavo (Cnj) appunto: «Ci sono zone della Serbia meridionale dove l’incidenza tumorale è altissima, conseguenza delle bombe a uranio impoverito. Perchè Vicenza? Da qui partirono all’epoca i militari per le missioni definite di pace ed ora vi si vuole costruire un’altra base con compiti simili».
Attualizzato da un parallelo con i palestinesi «che non hanno un loro Stato come gli jugoslavi che non possono riconoscersi fino in fondo in nessuno degli attuali staterelli», l’incontro è un atto di accusa contro la Nato, la politica americana ma anche i comportamenti dei governi europei, primo fra tutti quelli di centro sinistra di Romano Prodi e Massimo D’Alema.
Puntuale anche la denuncia del Kosovo "zona di occupazione militare dove le potenze straniere consentono l’instaurazione di un regime di apartheid". Ferita aperta anche per i serbi, ma sono pochi quelli che hanno partecipato all’incontro. Vratite nam nasu Zemlju, ovvero la nostalgia forse abita solo qui.

BATTAGLIA SUL SERVIZIO
Alessandri ha scelto di portarlo fuori dal S.Bortolo, ma confederali e Cub non si arrendono
Sterilizzazione, i sindacati indicano al dg le alternative
«L’Ulss non dà i costi. E poi spazio dentro ce n’è molto»
di Franco Pepe

Vicenza - Sterilizzazione dentro o fuori. Sta diventando un tormentone. Il dg Antonio Alessandri, anche se sulla carta non ha messo nero su bianco, fa ammissioni che non lasciano adito a dubbi. «Non ci sono spazi per un servizio interno».
Lo dimostra il fatto che a fine settimana il direttore medico Livio Dalla Barba volerà a Berlino per andare a vedere come funziona in un ospedale di alta qualità nei sobborghi della capitale tedesca una centrale esternalizzata. I sindacati, però, non si rassegnano, anzi restano sulle barricate.
Ieri mattina fra il dg e il segretario della Cgil per la funzione pubblica Giancarlo Puggioni c'è stato un confronto piuttosto acceso. Puggioni ha chiesto una smentita da parte del dg, che ha fatto spallucce: «Ne parleremo quando avremo deciso. Per il momento non c'è nulla di nulla».
Qualche ora dopo Puggioni si è trovato con i colleghi della Cisl Flavio Cristofori e dell'Uil Claudio Scambi, e ne è uscito un documento congiunto che conferma la netta opposizione dei confederali. «Le dichiarazioni di Alessandri sono gravi perché non tengono conto dell'approfondimento tecnico fatto da Rsu e Ulss per valutare possibili alternative all'esternalizzazione della centrale. I cittadini e tutti coloro che hanno la responsabilità di verificare l'appropriatezza delle scelte strategiche dell'azienda devono sapere che la commissione tecnica istituita per studiare il problema della sterilizzazione, ha potuto constatare che nell'ospedale di Vicenza è possibile ricollocare e rifare la centrale, mantenerla in gestione diretta, anche ampliando il blocco operatorio, e che quindi il problema degli spazi semplicemente non esiste».
La terna sindacale indica anche le possibili soluzioni. Secondo Puggioni, Cristofori e Scambi, il posto si potrebbe trovare nelle ex sale operatorie di chirurgia pediatrica e otorinolaringoiatria inutilizzate da 4 anni e disponibili da subito; o all'interno del pronto soccorso, che sta per essere allargato; oppure nei locali attualmente adibiti a studi della fisica sanitaria.
C'è anche una quarta ipotesi: «Si potrebbero sopraelevare gruppo operatorio e bunker». E c'è un'ultima denuncia: «La cosa più grave è che la commissione non ha potuto prendere in esame i costi preventivati dall'Ulss per l'eventuale esternalizzazione perché l'azienda si è rifiutata di fornirli. Sindacati e Rsu non hanno potuto evitare di manifestare disappunto e sconcerto».
La conclusione è di netta chiusura. La frattura resta, per il momento, insanabile: «Una scelta del genere è totalmente ingiustificata in termini di costi-benefici». Reagisce pure Germano Raniero, segretario di Rdb-Cub, che porta il conto dell'esternalizzazione: «Ci costerebbe 1 milione 400 mila euro l'anno». E poi aggiunge: «Lui, il "megalessandros", dà la partita per chiusa, noi no. Dice il falso quando afferma che non ci sono gli spazi... la commissione tecnica ha detto il contrario. L'appalto temporaneo è un'altra falsità perché la centrale funzionerebbe anche a scartamento ridotto».


25 marzo 2009 - Il Cittadino

A fine mese scade il termine per presentare le istanze di chi è senza lavoro
Rdb: «A volte ci sono cento persone agli sportelli»
Assalto agli assegni di disoccupazione
Apertura straordinaria dell’Inps per far fronte a tutte le richieste
di Greta Boni

Lodi - I precari prendono d’assalto l’Inps, la crisi li ha messi in ginocchio e adesso devono rivolgersi agli sportelli per chiedere un sostegno. Nei giorni di punta si contano persino cento persone, tutte in fila per aspettare il loro turno. Un flusso di utenti che ha costretto l’istituto a fare gli straordinari: a fine mese scadrà il termine per presentare l’istanza di disoccupazione con requisiti ridotti, per questo la sede di via Besana sarà aperta al pubblico anche nella giornata di sabato 28 marzo, dalle 8.30 alle 12. Un’altra apertura eccezionale è prevista per martedì 31 marzo, dalle 14 alle 16.«I precari in possesso di alcuni specifici requisiti possono chiedere la disoccupazione - spiega Michele Riccardi del sindacato Rdb -. Nonostante anche in passato si registrasse un aumento degli utenti con l’avvicinarsi della scadenza, questa volta abbiamo avvertito davvero una grossa crescita, legata alle difficoltà economiche. Dal momento che non è possibile soddisfare tutte le richieste nell’orario ordinario, sono stati fissati due diversi momenti. Ci sono alcuni giorni in cui si contano addirittura cento persone agli sportelli, specialmente il mercoledì, quando l’Inps è aperto tutto il giorno. Inoltre, gli operatori che regolarmente chiudono l’attività alle 12 non mandano via le persone che ci sono già in coda, così vanno avanti fino alle 13.10 o le 13.30». Lo stesso accade negli altri presidi, quelli di Codogno e Sant’Angelo, i sindacati sanno poi che la stessa cosa si verifica in ogni altra sede, compresa quella di Melegnano. In particolare, nella Bassa è capitato che gli impiegati dovessero abbandonare la loro postazione con un’ora e mezzo di ritardo rispetto all’orario normale, troppi gli utenti da gestire. Così, invece di terminare alle 16, lo sportello ha chiuso alle 17.30. «Questa situazione è generalizzata - sottolinea Riccardi -, l’apertura eccezionale è una disposizione che arriva da Roma, collegata naturalmente a questo periodo. Oltre all’istanza di disoccupazione, c’è un altro "termometro" della crisi di cui ci stiamo occupando: la cassa integrazione».A bussare alla porta dell’Inps ci sono soprattutto i precari che provengono dal mondo della scuola, molti fra loro raggiungono il traguardo della pensione senza aver mai ottenuto una cattedra sicura. Poi ci sono anche i giovani, a cui non è stato rinnovato il contratto. I funzionari che si occupano delle pensioni non restano di certo a guardare, anche di fronte ai loro sportelli le cose sono spesso chilometriche. Alla mole di lavoro legata alla crisi si aggiunge infatti l’ "ordinaria amministrazione" degli uffici. «Fortunatamente Lodi - conclude Riccardi -, a differenza del resto della Lombardia, non ha problemi di personale, qui la situazione è ottimale».


25 marzo 2009 - Il Giorno

I cassintegrati Alfa sotto il Pirellone: «Integrate il nostro reddito»

ARESE - C'ERANO anche bandiere e striscioni dell'Alfa Romeo di Arese, ieri mattina, davanti al Pirellone a Milano. Alla manifestazione organizzata dai sindacati di base hanno partecipato anche dipendenti e cassintegrati del Biscione per chiedere alla Regione un sostegno al reddito per i lavoratori in mobilità o in cassa integrazione. «Abbiamo voluto sollecitare la Regione a integrare il reddito dei lavoratori in cassa - spiegano i sindacalisti - anche perché ad Arese ormai ogni mese la Fiat alterna settimane di cassa con settimane di lavoro». Prossima manifestazione, il 27 marzo a Torino, in occasione dell'assemblea degli azionisti Fiat. «Chiederemo alla Fiat di mantenere tutti gli stabilimenti italiani, di riportare una parte della produzione in Italia, denunceremo lo scempio di Arese, la distruzione del marchio Alfa e reclamereno un futuro stabile per tutti i lavoratori Fiat, Powertrain e delle aziende collegate», spiega la FlmUniti Cub. Intanto lo Slai Cobas ha presentato un esposto al Csm per denunciare presunte irregolarità nell'assegnazione dei Magistrati che si occupano delle cause presentate dal sindacato. «Ci sembra strano che 5 delle 6 cause siano state assegnate allo stesso giudice visto che i relatori dovrebbero essere individuati per sorteggio», spiega Corrado Delle Donne, del Cobas.(Ro.Ramp.)

Gli enti del Pavese: non abbiamo posti per gli operai a rischio
di MANUELA MARZIANI

PAVIA - I NUMERI già risicati, si assottigliano. Anche gli enti che avevano dato disponibilità a assumere dipendenti dell'Arsenale per mantenerli sul territorio, ora mettono dei paletti. Un esempio arriva dalla Camera di Commercio che avrebbe bisogno di due persone, ma le vorrebbe under 40. Il problema è emerso ieri, durante la riunione-fiume del tavolo di concertazione in cui si è cominciato a parlare del trasferimento dei lavoratori. «Sul territorio abbiamo registrato una chiusura quasi totale commenta Gianpiero Scaranto della Cisl con poche decine di posti disponibili. Eppure la ricollocazione di 222 dipendenti è un problema del territorio, perché trasferirli a Milano o Piacenza in un momento di ristrutturazione, non sarebbe vantaggioso». Evidentemente, però, gli enti pavesi non hanno molto interesse ad assumere persone alle soglie della pensione e accusano difficoltà finanziarie. «I problemi economici potrebbero essere risolti con un provvedimento del consiglio dei ministri che consenta una partita di giro prosegue Scarnato . Ma lo si dovrebbe firmare subito, non tra qualche mese». NEL FRATTEMPO, per i lavoratori la prospettiva è quella di uno spostamento a Milano per andare in un ente destinato alla dismissione. «Andranno in un dormitorio sottolinea il sindacalista . Questo è il paradosso, non si pensa a sfruttare le competenze di queste persone, per mandarle dove non servono competenze. Ma la città non ci supporta. Evidentemente l'interesse per l'area prevale sulla dignità delle persone». E il progetto di riqualificazione di quei 40mila metri quadrati di via Riviera sarà discusso oggi in consiglio provinciale. Si parlerà dell'idea nata da Comune e Provincia di trasformare l'area demaniale in un nuovo villaggio con abitazioni, negozi, scuole, parcheggi, palestre e percorsi benessere. In 10 anni di declino dell'Arsenale tutti i progetti di riconversione non hanno mai trovato un appoggio pubblico, ora che si sta parlando di dismissione, esce un'idea di riconversione non concordata con le parti sociali e forse neppure con la Difesa. «Ho chiesto chiarimenti conclude Faustino Giani di Rdb-Cub e spero ce li forniscano al più presto».

Cooperativa in crisi Posti di lavoro a rischio
Ha l'appalto per il settore imballaggio
di LUCA BALZAROTTI

MAGENTA - LE UOVA di cioccolato colorano le vetrine delle pasticcerie e le corsie dei supermercati. Per una parte dei lavoratori impiegati alla Lindt, però, non sarà una Pasqua dolce. Una delle due cooperative alle quali l'azienda ha appaltato i settori "imballaggio" e "carico e scarico" potrebbe lasciare Magenta entro fine mese. Ieri la Confederazione unitaria di base (Cub), ha organizzato un presidio davanti al polo logistico di strada Boffalora. «Nei giorni scorsi abbiamo verificato che gli operai entrano fra le 7 e le 8.30 - ha spiegato il sindacato -. Si vuole capire quante persone lavorano, che tipo di contratto hanno e se vengono pagate con regolarità». ALLE 7.30 ARRIVANO le prime auto. Al volante c'è una donna. Abbassa il finestrino. «Sono una dipendente Lindt - ha spiegato - All'interno, la maggior parte ha un contratto con le cooperative. I lavoratori Lindt sono appena una decina». Per trovare un altro impiegato bisogna attendere le 8. «Ho un contratto con la Lindt, siamo in sei - ha dichiarato -. Gli altri sono della cooperativa». Le persone che varcano i cancelli non superano la decina. «I turni? Non so - ha risposto una ragazza alla reception -. Dipende da quando vengono chiamati gli operai». La Lindt, per ora, preferisce non parlare. «Non vogliamo entrare nella polemica di quanti siano i lavoratori - hanno risposto dalla sede di Induno Olona, dove si produce il cioccolato -. Conosciamo i problemi di una cooperativa. Per ogni decisione preferiamo aspettare. Possiamo solo dire che Magenta continuerà ad essere un polo logistico importante nei piani dell'azienda». Da quanto raccontano gli operai, il numero di persone cambia di continuo. «Nei periodi di punta, prima di Natale e Pasqua, gli impiegati aumentano. Si arriva anche ad un'ottantina tra gli assunti Lindt e quelli delle cooperative - ha raccontato un'operaia di Pontevecchio, sotto contratto con la cooperativa Class, che si occupa del "carico e scarico" -. Poi il personale si riduce. Adesso, per le cooperative, lavorano una ventina di ragazze. Ormai le uova di Pasqua sono già state distribuite. Il grosso del lavoro è stato fatto. Sono rimasti solo quelli del Magentino». Dell'altra cooperativa, quella che settimana prossima potrebbe abbandonare Magenta, preferisce non parlare. Secondo alcuni testimoni, una parte dei dipendenti sarebbe senza stipendio da 3 mesi. «HO AVUTO un incontro con il nuovo direttore generale qualche settimana fa ha precisato il sindaco, Luca Del Gobbo -. Confermo il problema con una della due cooperative, ma è una questione loro. Lindt mi ha assicurato che, nonostante la crisi, a Magenta lavorano cento dipendenti. I 250 nuovi posti di lavoro? Erano numeri forniti dall'azienda che saranno confermati, anche se in tempi più lunghi. La scelta compiuta dall'Amministrazione comunale è stata giusta. La rifarei ancora oggi».


25 marzo 2009 - Corriere della Sera

Brevi. Lavoratori in presidio

Milano - Manifestazione dei Cub, Cobas e Sdl davanti alla Regione per chiedere interventi contro la crisi.


25 marzo 2009 - La Nazione

Siena. POSTEGGI A PAGAMENTO a S.Miniato...

Siena - POSTEGGI A PAGAMENTO a S.Miniato, il regolamento che fa infuriare i dipendenti dell'Università secondo il parere legale chiesto dall'Rdb sarebbe illegittimo. Il numero dei permessi rilasciati, per esempio, eccede quello degli spazi disponibili con la conseguenza che la persona versa un contributo per un'iniziativa di cui, con forte probabilità, non potrà beneficiare. Non c'è insomma garanzia al 100% di trovare un «buco». Ma nel documento che annuncia domani un'infuocata assemblea a S.Miniato entro il 30 marzo devono decidere se pagare 8 euro per il personale tecnico-amministrativo e 18 i prof contesta il decreto del rettore nella parte in cui chiede soldi a chi fruisce del permesso di accesso reimpiegandoli per coprire i costi di iniziative assunte a favore di altri, a cui non si chiede invece contributo. Ma c'è di più: «Come mai non è uscito anche il bando per sedi limitrofe come San Francesco, assegnato alla facoltà di Economia? Per caso la direzione ha deciso diversamente per rettorato e segreterie studenti? Se non uscirà annuncia l'Rdb chiederemo di conoscere a chi sono stati confermati posti in un parcheggio di Ateneo e non privato». Stop, poi, al passo del gambero: «Dove sta scritto che si deve pagare retroattivamente la quota di febbraio?».(La.Valde.)


25 marzo 2009 - Il Manifesto

inAgenda

EMPOLI - VERSO IL 28 MARZO I Cobas dell'empolese valdelsa aderiscono alla manifestazione nazionale di sabato prossimo 28 marzo a Roma (ore 14.30 piazza Repubblica), e organizzano un pullman che partirà dalla stazione ferroviaria di Empoli alle 9.30. La manifestazione è organizzata in occasione della riunione dei ministri del Welfare del G14 che si terrà a Roma dal 29 al 31 marzo, in risposta i sindacati di base Cobas, Cub e Sdl, assieme a tutte le forze sociali e di movimento che si battono per non pagare la crisi, protestano civilmente in piazza. Per info e prentel 0571.931.021 o 333.5453.789 o anche cobasempolivaldelsa@alice.it


25 marzo 2009 - La Stampa

Cooperativa protesta davanti alla "Ilte"

MONCALIERI - Saranno venerdì davanti alla Ilte di Moncalieri in presidio; sono i 45 dipendenti della cooperativa Cgs che lì hanno lavorato. Erano impiegati in un subappalto della Gesconet e si occupavano di Pagine gialle e Pagine bianche.
Ma da dicembre non hanno più lavoro; la Gesconet ha perso l’appalto, è subentrata un’altra società, la Hdl, che però non li ha rilevati. Spiega il sindacalista della Flaica Cub, Stefano Capello: «Sostengono che la Gesconet ha dato i nominativi solo dei propri dipendenti e non di quelli della Cgs. E così questi lavoratori adesso sono in mezzo a una strada. Chiediamo alla Ilte, che è una grande azienda, di farsene carico».
Ma il paradosso più amaro è ancora un altro: «Non possono chiedere la disoccupazione perché non sono stati ufficialmente licenziati».
E i lavoratori, di cui trenta stranieri, raccontano: «Abbiamo ricevuto un sms che ci diceva di restare a casa e poi una lettera con scritto che ci avrebbero chiamati per un altro lavoro, ma da quel momento la sede della Cgs è vuota e noi ancora dobbiamo avere gli arretrati». Il sindacato ha fatto causa anche per recuperare il differenziale salariale: prendevano 5,64 euro lordi l’ora.


25 marzo 2009 - Città Oggi

I lavoratori delle cooperative sono stagionali, variano a seconda dell'attività produttiva richiesta
Volantinaggio della Cub davanti ai cancelli della Lindt: "Basta precariato!"
di Graziano Masperi

Magenta - Presidio della Cub (confederazione Unitaria di Base) questa mattina davanti al cancello del polo logistico Lindt di strada Boffalora. Il sito che avrebbe dovuto contenere qualcosa come 260 lavoratori del magentino ha mostrato una realtà ben diversa. Le lavoratrici della cooperativa "Soluzioni Logistiche" (magazzino) sono a casa ormai da tre mesi, quelli della "Class" (carico e scarico) lavorano ad organico ridotto perchè adesso è bassa stagione e i prodotti per la Pasqua che si avvicina sono stati ormai distribuiti a negozi e supermercati. Una ventina in tutto le persone presenti nel polo logistico in questi giorni, compresi una decina di dipendenti Lindt. Nei periodi di alta stagione i lavoratori arrivano anche ad un centinaio. Coloro che eccedono, alle dipendenze delle cooperative, vengono poi smistati in altre zone dove è richiesta la produzione. "Ci troviamo qui per sensibilizzare l'opinione pubblica su una situazione che ha portato ad illudere tante famiglie del magentino - ha detto Massimo Lettieri della Cub - e più in generale sul precariato che purtroppo continua ad essere una piaga in tutta la Nazione". Per questo venivano distribuiti questa mattina volantini recanti i principali obiettivi della Cub, dall'integrazione del reddito per i precari a tutti i diritti che vanno tutelati. La Lindt di Induno Olona aveva già ribadito che il polo logistico di Magenta continuerà ad essere area strategica per lo smistamento dei prodotti dolciari.


24 marzo 2009 - Apcom

Riunione ministri G14 a Roma, sindacati di base in piazza
In corteo "per non pagare la crisi", attese migliaia di persone

Roma, 24 mar. (Apcom) - I sindacati di base, ovvero Cub, Confederazione Cobas e SdL intercategoriale, scendono in piazza a Roma in occasione della riunione nella capitale dei ministri del Welfare del G14: un corteo in nome di lavoratori, disoccupati, i precari, che al grido "Non pagheremo noi la crisi", partirà sabato prossimo alle 15 da Piazza della Repubblica per sfilare per le vie della città eterna. Attese dagli organizzatori "decina di migliaia di persone". Sono infatti annunciati oltre 70 pullman e due treni speciali, "che non porteranno a Roma unicamente operai, lavoratori della scuola, del pubblico impiego, precari pubblici e privati, ma anche disoccupati, famiglie in lotta per il diritto alla casa, studenti, giovani dei centri sociali". Il corteo si terrà sul "percorso classico delle grandi manifestazioni sindacali", ovvero da Piazza della Repubblica a Piazza Navona e questo - sottolineano gli organizzatori - nonostante il tentativo di dirottarla "in ossequio al Protocollo 'ammazzacortei'" siglato a Roma da sindaco, prefetto, partiti politici e Cgil, Cisl e Uil. Il corteo verrà aperto da migliaia di precari di tutti i settori, seguiti dai lavoratori dei trasporti, in lotta anche per difendere il diritto di sciopero. Seguiranno poi i sindacati di base, le forze sociali, gli studenti, le forze politiche. "Saranno decine di migliaia le persone che sabato 28 marzo confluiranno a Roma per la manifestazione nazionale indetta in occasione della riunione dei ministri del Welfare del G14 prevista nella capitale", annunciano in una nota Cub, Cobas e SdL, ovvero il 'Patto di base' costituito tra le tre maggiori sigle del sindacalismo di base, che hanno promosso l'iniziativa "con l'obiettivo di sostenere la piattaforma di lotta per non pagare la crisi, varata dalla Assemblea nazionale dei tre sindacati del 7 febbraio scorso". Questi i punti centrali della piattaforma dei sindacati: blocco dei licenziamenti; riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario; aumenti consistenti di salari e pensioni, reddito minimo garantito per chi non ha lavoro; aggancio dei salari e pensioni al reale costo della vita; cassa integrazione almeno all'80% del salario per tutti i lavoratori e lavoratrici, precari compresi, continuità del reddito per i lavoratori "atipici", con mantenimento del permesso di soggiorno per gli immigrati; nuova occupazione mediante un Piano straordinario per lo sviluppo di energie rinnovabili ed ecocompatibili, promuovendo il risparmio energetico e il riassetto idrogeologico del territorio, rifiutando il nucleare e diminuendo le emissioni di CO2. E ancora i sindacati di base chiedono un piano di massicci investimenti per la messa in sicurezza dei luoghi di lavoro e delle scuole, sanzioni penali per gli omicidi sul lavoro e gli infortuni gravi; assunzione a tempo indeterminato dei precari e reinternalizzazione dei servizi; un piano straordinario di investimenti pubblici per il reperimento di un milione di alloggi popolari, tramite utilizzo di case sfitte e recupero, ristrutturazione e requisizioni del patrimonio immobiliare esistente; il blocco degli sfratti, canone sociale per i bassi redditi; il diritto di uscita immediata per gli iscritti ai fondi-pensione chiusi.

Liguria/ Sede Giacomazzi occupata da inquilini via Pincherle
Da Roma a Genova per protestare contro l'immobiliarista genovese

Genova, 24 mar. (Apcom) - La sede del gruppo immobiliare Giacomazzi, in via San Vincenzo a Genova, è stata occupata questa mattina da un comitato di inquilini arrivati da Roma. La protesta è contro un'operazione speculativa che colpisce 120 famiglie, a reddito minimo, che dagli anni Sessanta vivono in uno stabile di via Pincherle, nella periferia della capitale. Secondo un accordo firmato nell'autunno del 2008, Giacomazzi, che aveva acquistato l'intero immobile per 19 milioni di euro, avrebbe dovuto rivenderlo all'agenzia edilizia della Regione Lazio che avrebbe a sua volta riassegnato gli appartamenti agli attuali inquilini. Invece, secondo quanto denunciato dal comitato di via Pincherle e dal sindacato Asia Rdb, l'immobiliarista genovese avrebbe ceduto tutti gli appartamenti ad altri privati, mettendo 300 persone a rischio imminente di sfratto.

Liguria/ Giacomazzi ha incontrato gli inquilini di via Pincherle
Comune di Roma: pronti a fare nostra parte per scongiurare sfratti

Genova, 24 mar. (Apcom) - Si è conclusa nel primo pomeriggio a Genova, dopo un incontro con l'immobiliarista Mario Giacomazzi, l'occupazione della sede dell'omonima società immobiliare da parte di un gruppo di inquilini romani di Via Pincherle. Contemporaneamente nella capitale un centinaio di aderenti al comitato inquilini hanno manifestato davanti alla sede della Fata assicurazioni in via Urbana. Secondo i rappresentanti del sindacato Asia Rdb, a Genova insieme ad una ventina di inquilini, Giacomazzi si sarebbe pronunciato favorevolmente sull'ipotesi di trattativa con la Regione Lazio per evitare lo sfratto di 116 nuclei familiari dagli stabili di Via Pincherle. Durante l'incontro l'immobiliarista genovese si sarebbe inoltre reso disponibile ad annullare i contratti di vendita già stipulati con terzi, se le amministrazioni terranno conto delle penali previste per le mancate vendite. Anche il Comune di Roma si è detto pronto a fare la sua parte per risolvere la situazione: "Siamo disponibili -ha dichiarato Marco Visconti, delegato del sindaco per l'emergenza abitativa- all'apertura di un serio tavolo di confronto tra Comune, Regione e tutti i soggetti coinvolti nella vicenda di via Pincherle". "Questa amministrazione -ha continuato Visconti- è pronta a fare la sua parte al fine di tutelare gli interessi e le esigenze dei 116 inquilini, soprattutto in questo momento di crisi economica e di emergenza abitativa. L'incontro previsto per il 27 marzo in prefettura - ha concluso - sarà luogo deputato nel quale confrontarsi allo scopo di trovare una soluzione condivisa su questo argomento". Secondo l'Associazione Inquilini e Assegnatari Rdb la trattativa è stata riaperta grazie alla mobilitazione del sindacato e degli abitanti di via Pincherle: "Oggi è un giorno importante -ha dichiarato ad Apcom, Angelo Fascetti, coordinatore nazionale di Asia Rdb- quello che abbiamo raggiunto è un grande risultato perché solo qualche ora prima la situazione sembrava irrecuperabile". "Dalle 10 e 30 di questa mattina fino alle 13 - ha proseguito Fascetti - io ed altre due inquiline di Via Pincherle siamo rimasti incatenati all'interno della sede della società immobiliare genovese, aspettando l'incontro con Giacomazzi. Contestualmente altri quindici aderenti al comitato di via Pincherle hanno occupato la sede del gruppo esponendo bandiere striscioni". "Solo nel primo pomeriggio - ha sottolineato Fascetti, coordinatore nazionale di Asia Rdb - siamo riusciti finalmente a parlare con Giacomazzi, che ha ammesso di aver sottovalutato la situazione e si è detto pronto a fare tutto il possibile per scongiurare gli sfratti. Per cercare di risolvere positivamente la vicenda, l'immobiliarista ha inoltre assicurato che parteciperà personalmente all'incontro con le istituzioni, fissato per il prossimo 27 marzo presso la prefettura di Roma", ha concluso Fascetti.


24 marzo 2009 - Dire

CASA. VIA PINCHERLE, INQUILINI SI INCATENANO A GENOVA
DAVANTI ALLA SEDE DELLA GIACOMAZZI IMMOBILIARE

(DIRE) Roma, 24 mar. - Questa mattina due inquiline di via Pincherle insieme ad Angelo Fascetti, responsabile nazionale dell'Associazione inquilini e assegnatari, si sono incatenati per protesta dentro la sede del gruppo immobiliare Giacomazzi a Genova per denunciare "il tentativo della societa' di compiere un'operazione speculativa ai danni di 116 famiglie di anziani con pensione al minimo, disabili, vedove, famiglie monoreddito, disoccupati che abitano dagli anni '60 negli appartamenti di via Pincherle 153/169". Nel frattempo, a Roma altri inquilini stanno presidiando con un picchetto l'ingresso di Fata a via Urbana 169 -spiega un comunicato di Asia-Rdb- all'interno del quale i dipendenti del gruppo assicurativo si sono barricati, distribuendo volantini. Gli appartamenti in questione sono stati acquistati lo scorso dicembre dal gruppo Giacomazzi tramite la controllata Area Mestre Srl- al costo di 19 milioni di euro da Fata Assicurazioni Danni Spa (del gruppo Generali Spa). Nel settembre 2008, in occasione di un tavolo convocato dalla Regione Lazio, alla presenza anche di un rappresentante del Prefetto di Roma, il gruppo Giacomazzi -attraverso il dr. Eugenio Greco- si era dichiarato interessato a un accordo con l'assessore regionale alla Casa del Lazio, Mario Di Carlo, per l'acquisto in blocco dei 120 appartamenti da parte dell'Ater. La Regione offriva una plusvalenza del 10% sul prezzo di acquisto, Giacomazzi si impegnava a non vendere a terzi, cosi' da consentire la tutela del diritto all'abitare di oltre 300 persone. "E invece Giacomazzi vende gli appartamenti a terzi- spiega Asia-Rdb- barando nella trattativa con la Regione Lazio, fino a comunicare a meta' febbraio, durante un incontro convocato dal prefetto Pecoraro, che sulla carta sono stati venduti tutti gli appartamenti. Si scopre intanto anche che diversi acquirenti sono politici o amici e parenti degli stessi e che molti investono da altre Regioni". "Con le mobilitazioni di oggi vogliamo denunciare la manovra speculativa di Giacomazzi- insiste la nota- Ci chiediamo: come ha fatto la Giacomazzi (attraverso la sua controllata 'Finanza e Sviluppo Immobiliare' con un capitale sociale di 125 mila euro e un rating 'rosso D' che consentirebbe di ottenere dalle banche un fido di appena cinquemila euro) a fare questa operazione immobiliare? E se una societa' puo' permettersi il lusso di non rispettare gli accordi presi in un tavolo interistituzionale, di non ascoltare l'invito del prefetto di Roma a recedere dalla vendita a terzi, quali interssi e quali coperture sostengono l'intera operazione? Siamo diventati inquilini agitati e resistenti, abbiamo fatto uno sciopero della fame, abbiamo chiesto l'intervento del prefetto, di consiglieri comunali, regionali e provinciali, abbiamo fatto manifestazioni e cortei. Oggi siamo a Genova per chidere alla citta' di essere solidale con noi. Chiediamo di incontrare i dirigenti della Giacomazzi e che il 27 marzo, nel prossimo incontro convocato dal prefetto di Roma- conclude la nota- si arrivi ad un accordo definitivo per la vendita degli appartamenti alla Regione".

CASA. VIA PINCHERLE, GIACOMAZZI CONCEDE INCONTRO A GENOVA
DOPO CHE ALCUNI INQUILINI SI ERANO INCATENATI

(DIRE) Roma, 24 mar. - "Prosegue la protesta degli inquilini di via Pincherle presso la sede della Giacomazzi a Genova, dove due anziane inquiline e Angelo Fascetti di Sia-Rdb rimarranno incatenati fino a quando non avranno incontrato i responsabili della societa'". Lo fa sapere una nota di Asia-Rdb, che prosegue: "Dopo il gesto clamoroso, da Giacomazzi hanno comunicato di voler incontare una delegazione di Asia e degli inquilini alle 15". "Al momento le forze dell'ordine stanno identificando i manifestanti rimasti a presidiare all'esterno la sede di Giacomazzi ed e' in corso una conferenza stampa- prosegue la nota- Anche a Roma va avanti la mobilitazione degli inquilini di via Pincherle davanti alla sede di Fata".

CASA. VIA PINCHERLE, ASIA-RDB: GIACOMAZZI RIAPRE TRATTATIVA

(DIRE) Roma, 24 mar. - "Si e' conclusa per oggi la protesta degli inquilini di via Pincherle 153/169, dopo l'incontro con il dott. Mario Giacomazzi durante l'occupazione della sede della societa' immobiliare a Genova. Incontrando gli inquilini e Asia-Rdb, Giacomazzi ha affermato di aver sottovalutato la portata e gli effetti della dismissione dei 116 alloggi di via Pincherle 153/169 e ha assicurato che partecipera' personalmente all'incontro del 27 marzo, convocato dal prefetto di Roma". E' quanto fa sapere una nota di Asia-Rdb. "Dopo l'iniziativa di oggi, Giacomazzi si e' pronunciato favorevolmente sull'ipotesi di trattativa con la Regione Lazio e si e' reso disponibile ad annullare i contratti di vendita gia' stipulati con terzi, se le amministrazioni terranno conto delle penali previste per le mancate vendite- prosegue la nota- Contestualmente, anche a Roma e' terminato il picchetto degli inquilini resistenti davanti la sede della Fata assicurazioni, in via Urbana". "Clamoroso il risultato raggiunto con la doppia iniziativa di questa mattina. La testarda resistenza dell'Asia e degli inquilini di via Pincherle riapre un significativo spiraglio per il tavolo del 27 marzo in Prefettura- conclude la nota- in occasione del quale torneremo a mobilitarci per chiedere al prefetto di essere ricevuti al termine dell'incontro".


24 marzo 2009 - Omniroma

VIA PINCHERLE, ASIA: INQUILINI INCATENATI IN SEDE IMMOBILIARE A GENOVA

(OMNIROMA) Roma, 24 mar - «Questa mattina, due inquiline di via Pincherle insieme ad Angelo Fascetti - responsabile nazionale dell'Associazione inquilini e assegnatari (AS.I.A. RdB) - si sono incatenati per protesta dentro la sede del gruppo immobiliare Giacomazzi a Genova, per denunciare il tentativo della suddetta società di compiere un'operazione speculativa ai danni di 116 famiglie di anziani con pensione al minimo, disabili, vedove, famiglie monoreddito, disoccupati che abitano dagli anni '60 negli appartamenti di via Pincherle 153/169. Nel frattempo, a Roma altri inquilini stanno presidiando con un picchetto metroplitano l'ingresso di Fata a via Urbana 169, all'interno del quale i dipendenti del gruppo assicurativo si sono barricati, distribuendo volantini». Lo comunica Asia Rdb. «Chiediamo di incontrare i dirigenti della Giacomazzi - continua la nota - e che il 27 marzo, nel prossimo incontro convocato dal prefetto di Roma, si arrivi ad un accordo definitivo per la vendita degli appartamenti alla Regione Lazio».

VIA PINCHERLE, ASIA: GIACOMAZZI INCONTRERÀ INQUILINI A GENOVA

(OMNIROMA) Roma, 24 mar - «Prosegue la protesta degli inquilini di via Pincherle presso la sede della Giacomazzi a Genova, dove due anziane inquiline e Angelo Fascetti di Asia. RdB rimarranno incatenati fino a quando non avranno incontrato i responsabili della società. Dopo il gesto clamoroso, da Giacomazzi hanno comunicato di voler incontrare una delegazione di Asia e degli inquilini alle 15. Al momento le forze dell'ordine stanno identificando i manifestanti rimasti a presidiare all'esterno la sede di Giacomazzi ed è in corso una conferenza stampa. Anche a Roma va avanti la mobilitazione degli inquilini di via Pincherle davanti alla sede di Fata». Così in una nota Asia Rdb Comitato inquilini via Pincherle.

VIA PINCHERLE, ASIA: CONCLUSA A GENOVA PROTESTA INQUILINI

(OMNIROMA) Roma, 24 mar - «Si è conclusa per oggi la protesta degli inquilini di via Pincherle 153/169, dopo l'incontro con il dottor Mario Giacomazzi durante l'occupazione della sede della società immobiliare a Genova. Incontrando gli inquilini e Asia RdB, Giacomazzi ha affermato di aver sottovalutato la portata e gli effetti della dismissione dei 116 alloggi di via Pincherle 153/169 e ha assicurato che parteciperà personalmente all'incontro del 27 marzo, convocato dal Prefetto di Roma». Così in una nota Asia Rdb comitato inquilini via Pincherle. «Dopo l'iniziativa di oggi, Giacomazzi si è pronunciato favorevolmente sull'ipotesi di trattativa con la regione Lazio e si è reso disponibile ad annullare i contratti di vendita già stipulati con terzi, se le amministrazioni terranno conto delle penali previste per le mancate vendite - si legge nel comunicato - Contestualmente, anche a Roma è terminato il picchetto degli inquilini resistenti davanti la sede della Fata assicurazioni, in via Urbana. Clamoroso il risultato raggiunto con la doppia iniziativa di questa mattina. La testarda resistenza dekll'Asia e degli inquilini di via Pincherle riapre un significativo spiraglio per il tavolo del prossimo 27 marzo in Prefettura, in occasione del quale torneremo a mobilitarci per chiedere al Prefetto di essere ricevuti al termine dell'incontro».


24 marzo 2009 - Ansa

REGIONI: LOMBARDIA; DOPPIO SIT-IN FUORI DAL PIRELLONE

(ANSA) - MILANO, 24 MAR - Doppio sit-in di protesta, oggi, fuori dal Pirellone. Il primo, organizzato dalla Cub con l'appoggio di Confederazione Cobas e di Sdl, ha fatto scendere in strada i lavoratori lombardi all'insegna dello slogan «La crisi non vogliamo pagarla noi». Obiettivo del presidio, infatti, era sollecitare il Pirellone ad «adottare - si legge nel volantino - misure anticrisi anche a favore di lavoratori in cassa integrazione, precari e pensionati». Tra le richieste dei sindacati il «blocco dei licenziamenti per un anno, l'estensione della cassa integrazione a tutte le aziende indipendentemente dal numero degli occupati e l'estensione degli ammortizzatori sociali a tutti i lavoratori precari». Il secondo presidio è stato invece promosso dal Sindacato dei lavoratori intercategoriale del Consiglio regionale della Lombardia per chiedere «la riapertura del tavolo di confronto per il rinnovo - ha detto Michele Salvi, delegato Rsu Sdl intrercategoriale - del contratto decentrato integrativo» che riguarda quasi 300 dipendenti. Il tavolo era saltato lo scorso 9 marzo dopo il no dei sindacati alla proposta «dell'amministrazione del Consiglio regionale - ha aggiunto Salvi - di introdurre un aumento di 22 euro lordi all'anno per ciascun lavoratore». Cifra «inaccettabile visto che - ha concluso Salvi - rappresenta un caffè alla settimana e quindi un'offesa alla dgnità dei lavoratori».

P.A.: PRECARI; RDB-CUB, DA BRUNETTA MONITORAGGIO-SPOT

(ANSA) - ROMA, 24 MAR - «I precari nelle Pa ci sono, sono tanti e sono più di quelli che il dichiara ministro Brunetta con il suo monitoraggio-spot». Lo afferma l'Rdb-Cub. «Questo presunto monitoraggio ha il preciso scopo di occultare il numero reale dei precari - sostiene Cristiano Fiorentini, della direzione nazionale Rdb-Cub Pubblico impiego - ma soprattutto la varietà di forme contrattuali presenti nel mondo del pubblico impiego, con le quali indifferentemente si coprono reali carenze di organico nelle Pa». «Tutti questi lavoratori - aggiunge Fiorentini - verranno comunque licenziati a scadenza contratto per effetto dei tagli ai servizi pubblici e al personale» e «per questo lanciato l' 'autodenuncia precarià, che sta ottenendo i suoi primi risultati con migliaia di denunce già pervenute». Secondo l'Rdb-Cub, «la migliore risposta al ministro la daranno comunque i lavoratori dalle piazze, a partire dalla manifestazione nazionale del sindacalismo di base indetta per il prossimo 28 marzo a Roma che verrà aperta proprio da quei precari scomodi che il ministro non vuole vedere».


24 marzo 2009 - Adnkronos

P.A.: RDB CUB, MIGLIAIA AUTODENUNCE DI PRECARI INVIATE A BRUNETTA
RISPOSTA È CORTEO NAZIONALE DEL 28 MARZO

Roma, 24 mar. - (Adnkronos) - «I precari nelle P.A. ci sono, sono tanti e sono più di quelli che dichiara il ministro Brunetta con il suo monitoraggio-spot», afferma Cristiano Fiorentini, della Direzione nazionale RdB-Cub P.I.. «Questo presunto monitoraggio ha il preciso scopo di occultare il numero reale dei precari ma soprattutto la varietà di forme contrattuali presenti nel mondo del pubblico impiego, con le quali indifferentemente si coprono reali carenze di organico nelle p.a.». «Tutti questi lavoratori - aggiunge Fiorentini - verranno comunque licenziati a scadenza contratto per effetto dei tagli ai servizi pubblici e al personale, operati già nella finanziaria e nei suoi collegati per reperire le risorse necessarie non ad affrontare la crisi, ma a pagare i debiti di banche e imprese. Per questo motivo abbiamo lanciato l' 'autodenuncia precarià, che sta ottenendo i suoi primi risultati con migliaia di denunce già pervenute, ed auspichiamo che nell'incontro di domani a Palazzo Vidoni tra i tecnici della Funzione Pubblica e quelli della Conferenza delle Regioni, dell'Anci e dell'Upi serva a fare chiarezza in tal senso». «La migliore risposta al Ministro la daranno comunque i lavoratori dalle piazze, a partire dalla manifestazione nazionale del sindacalismo di base indetta per il prossimo 28 marzo a Roma che verrà aperta proprio da quei precari scomodi che il Ministro non vuole vedere», conclude il dirigente RdB-Cub.

ROMA: ASIA-RDB, INQUILINI VIA PINCHERLE OCCUPANO SOCIETÀ IMMOBILIARE A GENOVA. 'RIPARTE TRATTATIVA'

Roma, 24 mar. - (Adnkronos) - «Si è conclusa per oggi la protesta degli inquilini di via Pincherle 153/169, dopo l'incontro con il dottor Mario Giacomazzi durante l'occupazione della sede della società immobiliare a Genova. Incontrando gli inquilini e Asia Rdb, Giacomazzi ha affermato di aver sottovalutato la portata e gli effetti della dismissione dei 116 alloggi di via Pincherle 153/169 e ha assicurato che parteciperà personalmente all'incontro del 27 marzo, convocato dal Prefetto di Roma». Lo dichiara Asia-Rdb e il comitato inquilini via Pincherle 153/169. «Dopo l'iniziativa di oggi, Giacomazzi si è pronunciato favorevolmente sull'ipotesi di trattativa con la regione Lazio e si è reso disponibile ad annullare i contratti di vendita già stipulati con terzi, se le amministrazioni terranno conto delle penali previste per le mancate vendite - continua - Contestualmente, anche a Roma è terminato il picchetto degli inquilini resistenti davanti la sede della Fata assicurazioni, in via Urbana». «Clamoroso il risultato raggiunto con la doppia iniziativa di questa mattina - conclude - La testarda resistenza dell'Asia e degli inquilini di via Pincherle riapre un significativo spiraglio per il tavolo del prossimo 27 marzo in Prefettura, in occasione del quale torneremo a mobilitarci per chiedere al Prefetto di essere ricevuti al termine dell'incontro».


24 marzo 2009 - Roma Today

Via Pincherle: la protesta degli inquilini approda a Genova
Due inquiline si sono incatenate dentro la sede del gruppo immobiliare Giacomazzi, ottenendo un incontro con i vertici della società. Risultato: la società riaprirà le trattative con la Regione Lazio
di Matteo Scarlino

Abbiamo sottovaluto la portata e gli effetti della dismissione dei 116 alloggi di via Pincherle. Esprimendo questo concetto la società Area Mestre del Gruppo immobiliare Giacomazzi ha annunciato che è pronta ad intavolare nuovamente una trattativa con la Regione Lazio. E' questo il risultato raggiunto dall'azione di protesta portata dagli inquilini insieme con il responsabile nazionale dell'Associazione inquilini e assegnatari, Angelo Fascetti. In mattinata infatti due inquiline, insieme con Fascetti, si sono incatenate per protesta dentro la sede del gruppo immobiliare Giacomazzi a Genova. Contemporaneamente a Roma gli altri inquilini hanno presidiato con un picchetto e una contestuale distribuzione di volantini, l’ingresso di Fata a via Urbana 169. La protesta di Genova è durata tutta la mattina ed ha avuto l'effetto di ottenere un incontro con la società. Nel corso dell'incontro Giacomazzi si è pronunciato favorevolmente sull’ipotesi di ripresa della trattativa con la regione Lazio. Disponibilità è stata espressa anche ad annullare i contratti di vendita già stipulati con terzi. Questo però a patto che le amministrazioni tengano conto delle penali previste per le mancate vendite. La società Giacomazzi ha quindi annunciato che sarà presente personalmente all'incontro del prossimo 27 marzo. "Con le mobilitazioni di oggi", spiega una nota di AS.I.A RdB, "abbiamo voluto denunciare la manovra speculativa di Giacomazzi. Ci chiediamo: come ha fatto la Giacomazzi (attraverso la sua controllata ‘Finanza e Sviluppo Immobiliare’ con un capitale sociale di 125mila euro e un rating ‘rosso D’ che consentirebbe di ottenere dalle banche un fido di appena 5mila euro) a fare quest’operazione immobiliare? E se una società può permettersi il lusso di non rispettare gli accordi presi in un tavolo interistituzionale, di non ascoltare l’invito del Prefetto di Roma a recedere dalla vendita a terzi, quali interssi e quali coperture sostengono l’intera operazione?"
RIASSUNTO DELLA VICENDA
Gli appartamenti in questione sono stati acquistati lo scorso dicembre dal gruppo Giacomazzi, tramite la controllata Area Mestre Srl, al costo di 19 milioni di euro da Fata Assicurazioni Danni Spa (del gruppo Generali Spa). Nel settembre 2008, in occasione di un tavolo convocato dalla Regione Lazio, alla presenza anche di un rappresentante del Prefetto di Roma, il gruppo Giacomazzi, attraverso il dr. Eugenio Greco, si era dichiarato interessato a un accordo con l’assessore regionale alla Casa del Lazio Mario Di Carlo per l’acquisto in blocco dei 120 appartamenti da parte dell’Ater. La regione Lazio ha offerto una plusvalenza del 10% sul prezzo di acquisto e Giacomazzi si è impegnata a non vendere a terzi, così da consentire la tutela del diritto all’abitare di oltre 300 persone. Giacomazzi però non ha mantenuto questo patto, cominciando a vendere a terzi e soprattutto rifiutando la proposta della Regione. Negli ultimi giorni gli inquilini avevano incassato l'appoggio del prefetto che si era detto pronto anche a sequestrare gli immobili se Giacomazzi avesse mantenuto l'intenzione di vendere gli immobili.


24 marzo 2009 - Carta

Casa. Occupata la sede del gruppo Giacomazzi

Non si ferma la mobilitazione del comitato inquilini di via Pincherle [ponte Marconi]. Questa mattina, a Genova, due inquilini si sono incatenati per protesta dentro la sede del gruppo immobiliare Giacomazzi per denunciare "il tentativo della società di compiere un’operazione speculativa ai danni di 116 famiglie di anziani con pensione al minimo, disabili, vedove, famiglie monoreddito, disoccupati che abitano dagli anni ’60". Nel frattempo, a Roma altri inquilini hanno presidiato con un "picchetto" pacifico l’ingresso di Fata-Assicurazione a via Urbana. Gli appartamenti in questione sono stati acquistati lo scorso dicembre dal gruppo Giacomazzi al costo di 19 milioni di euro. Nel settembre 2008, in occasione di un tavolo convocato dalla Regione Lazio, il gruppo Giacomazzi si era dichiarato disponibile a un accordo con l’assessore regionale alla casa, per l’acquisto in blocco dei 120 appartamenti da parte dell’Ater. La Regione offriva una plusvalenza del 10 per cento sul prezzo di acquisto, Giacomazzi si impegnava a non vendere a terzi. A febbraio, invece, si scopre che Giacomazzi sta vendendo. "Abbiamo scoperto – denuncia Asia-Rdb – che il gruppo ha venduto gli appartamenti e che diversi acquirenti sono politici o amici e parenti degli stessi. Una vergogna".


24 marzo 2009 - Roma Notizie

RDB-CUB. PRECARI : MIGLIAIA DI AUTODENUNCE INVIATE A BRUNETTA

"I precari nelle P.A. ci sono, sono tanti e sono più di quelli che il dichiara Ministro Brunetta con il suo monitoraggio-spot", afferma Cristiano Fiorentini, della Direzione nazionale RdB-CUB P.I.. "Questo presunto monitoraggio ha il preciso scopo di occultare il numero reale dei precari ma soprattutto la varietà di forme contrattuali presenti nel mondo del pubblico impiego, con le quali indifferentemente si coprono reali carenze di organico nelle p.a.". "Tutti questi lavoratori - aggiunge Fiorentini - verranno comunque licenziati a scadenza contratto per effetto dei tagli ai servizi pubblici e al personale, operati già nella finanziaria e nei suoi collegati per reperire le risorse necessarie non ad affrontare la crisi, ma a pagare i debiti di banche e imprese. Per questo motivo abbiamo lanciato l’ "autodenuncia precaria", che sta ottenendo i suoi primi risultati con migliaia di denunce già pervenute, ed auspichiamo che nell’incontro di domani a Palazzo Vidoni tra i tecnici della Funzione Pubblica e quelli della Conferenza delle Regioni, dell’Anci e dell’UPI serva a fare chiarezza in tal senso". "La migliore risposta al Ministro la daranno comunque i lavoratori dalle piazze, a partire dalla manifestazione nazionale del sindacalismo di base indetta per il prossimo 28 marzo a Roma che verrà aperta proprio da quei precari scomodi che il Ministro non vuole vedere", conclude il dirigente RdB-CUB.


24 marzo 2009 - Il Foglietto Usi RdB Ricerca

E' DISPONIBILE, su www.usirdbricerca.it , IL NUMERO 11 - Anno VI
DEL SETTIMANALE on line DI INFORMAZIONE SINDACALE DAL MONDO DELLA RICERCA

In questo numero:

* All'Istat è l'ora delle grandi manovre, game over per presidente e direttore
* Riordino degli enti o delle poltrone?
* Cento giorni di lotta in difesa dei precari
* Manifestazione nazionale in occasione del G14
* Per la stabilizzazione ora c'è il "3° trance"
* Cnr, per il dg fumata nera, si ricorrerà al bussolotto?
* Carella invia l'articolo ma "dimentica" la fonte
* Per il Cnr le consulenze esterne sono diminuite


24 marzo 2009 - Italia Sera

I movimenti per il "diritto ad abitare" giudicano insufficiente quanto fatto dal Governo
Le politiche abitative "ferme" da un anno

Roma - La Rete dei Movimenti per il Diritto all’Abitare, il coordinamento cittadino di lotta per la casa, Blocchi precari metropolitani, AS.I.A. RdB, Comitato obiettivo casa Action, in una nota congiunta rendono noto che: "La determinazione dei movimenti per il diritto all’abitare ha prodotto alcuni fatti nuovi in città. Il primo riguarda la libertà di manifestare sulla piazza del Campidoglio e nelle strade di Roma, il secondo è l’incontro con il sindaco Alemanno che si svolgerà il 25 marzo alle 17. La presenza forte e determinata nella piazza capitolina dei manifestanti ha messo in mora il ‘protocollo’ sottoscritto dai sindacati concertativi e dalle due forze politiche maggiori, Pdl e Pd. Questa determinazione ha reso possibile l’incontro con i capigruppo comunali e ha rispedito al mittente il clima di tensione ‘bipartisan’ che si è voluto instaurare nella città". "In questo modo - prosegue la nota - apriamo le ostilità contro una maggioranza e un assessore alla casa che dopo un anno di governo non hanno ancora dato segni di vita sulle politiche abitative. Giudichiamo irresponsabile il fatto che in bilancio, sul tema casa, ci siano solo 161 milioni di euro (tutti già precedentemente stanziati), e che la gran parte di questi finanziamenti sia legata alla vendita di 8.000 alloggi popolari. Riteniamo largamente insufficiente tale stanziamento e chiediamo che vengano aggiunti almeno 100 milioni subito e 500 milioni nel prossimo assestamento di bilancio, utilizzando anche le plusvalenze legate al maggiore gettito ICI sulle seconde e terze case vuote. Consideriamo inaccettabile continuare ad addossare responsabilità alla Regione Lazio, che peraltro non è esente da colpe, senza chiedere contestualmente al Governo una vera politica abitativa pubblica con finanziamenti all’altezza dell’emergenza abitativa romana. Chiederemo al sindaco di intervenire presso il governo per bloccare per almeno due anni gli sfratti e gli sgomberi in maniera generalizzata, così da consentire l’avvio di politiche abitative che invertano la rotta. E’ ora di passare dalle chiacchiere ai fatti!".


24 marzo 2009 - Il Giorno

VERTENZA INFINITA
Ex Arsenale, piano edilizio. Ma i lavoratori lo bocciano
Il sindacato: bisogna salvare i posti
di MANUELA MARZIANI

PAVIA - UN PROGETTO per l'area dell'Arsenale. Su quei 40 mila metri quadrati potrebbero sorgere servizi a disposizione del quartiere, come scuole, negozi e strutture sportive. Ma i contorni del disegno di riqualificazione non sono ancora ben chiari. E forse non lo saranno neppure a breve, visto che oggi in via Riviera arriveranno i generali per discutere con i sindacati il piano di reimpiego dei 222 lavoratori e, in quella sede, i rappresentanti dei lavoratori si preoccuperanno più di chiedere garanzie per le persone che dovranno essere trasferite a Milano e a Piacenza, che indicazioni sul futuro dell'area. Nonostante questo, il tentativo di avere dei chiarimenti c'è stato. «IERI MATTINA - conferma Faustino Giani della Rdb-Cub - a sorpresa è arrivato in visita allo stabilimento il prefetto Ferdinando Buffoni con l'ex ministro Virginio Rognoni in veste di privato cittadino. Ci hanno manifestato il loro stupore e ne abbiamo approfittato per chiedere un incontro urgente con il prefetto, nella speranza di ottenere alcune delucidazioni. Che nel pomeriggio non sono arrivate né sul progetto di riqualificazione né sul reimpiego sul territorio di una parte dei lavoratori». Resta, quindi, un giallo l'intervento ipotizzato da Provincia e Comune in via Riviera. «Il capitolo dell'area militare - aggiunge Giani - è stato inserito all'ultimo momento accanto a tutti i progetti che le amministrazioni locali intendono realizzare». Dei 150 mila metri quadrati coperti, prevede di salvaguardare solo quelli di maggior pregio storico e di riqualificare la parte restante dell'area costruendo case, negozi su 40 mila metri quadrati e 1500 pargheggi sotterranei. Venti mila metri quadrati dovrebbero essere destinati a strutture per lo sport e il benessere con percorsi vita e spazi all'aperto, mentre una superficie analoga dovrebbe ospitare una scuola superiore. «SE COSÌ FOSSE potrebbero trovare occupazione anche più delle attuali 200 persone - prosegue il sindacalista della Rdb-Cub -, ma chi comprerebbe l'area che ha un valore di mercato di 200 milioni di euro? Fino a pochi giorni fa, avremmo potuto pensare che la Difesa fosse anche disposta a cederla a un altro ente pubblico, oggi però sappiamo che vuole vendere le aree che saranno lasciate libere dagli stabilimenti dismessi o ritrasformarle avendo una partecipazione diretta come socio. Se quest'area dovesse restare pubblica che interesse potrebbe avere la Difesa ad entrare in un progetto simile come socio?». Resta il fatto che della trasformazione della vasta area di via Riviera in zona residenziale, si vociferava da tempo e ora quell'illazione rimbalzata più volte, si trova messa nero su bianco.


24 marzo 2009 - Il Manifesto

ZOOM in piazza
Milano. Chi critica la crisi

Milano - «Solo in Lombardia, nei primi due mesi del 2009 il ricorso alla cassa integrazione è aumentato del 243% rispetto allo stesso periodo del 2008 (17,584 milioni di ore contro 5,134 milioni di ore) e migliaia di lavoratori, specialmente precari, hanno perso il posto di lavoro». Per questo la Cub organizza un presiodio davanti al Pirellone per chiedere alla Regione Lombardia di adottare misure anticrisi a favore di cassaintegrati, precari e pensionati. Pirellone, via Fabio Filzi, ore 10.

in Agenda
Pisa. LA "GUERRA UMANITARIA"

Pisa - Oggi alle 21.15, alla biblioteca Comunale in lungarno Galilei, a dieci anni dai bombardamenti sulla ex Jugoslavia e sulla sua capitale Belgrado, c'è l'incontro "Nato, presente e futuro di una alleanza di guerra", con la visione del docu "Kosovo, il luogo del delitto", e gli interventi di Manlio Dinucci, Ivan Pavicevac, Andrea Venturi, Federico Giusti. Organizzano Rete dei comunisti, Cobas, Pcl, Rdb Cub, circolo Arci Agorà, ass. Politica e Classe e altri ancora.

POSTA Prioritaria
Bologna. A chi dà fastidio la Rete?

Bologna - La risposta del ministro della Giustizia Angelino Alfano a un bambino che gli chiedeva se il governo intendesse intervenire a tutela dei minori sui contenuti di Youtube: «Intervenire su Youtube è difficoltoso perché si tratta di una rete ma quando avremo trovato il modo, lo faremo», la dice lunga sulle difficoltà di questa accozzaglia che ci governa: credere di potere mettere le briglie alla rete è abbastanza utopico ancorché pericoloso. Un esempio: domenica scorsa in Piazza Maggiore a Bologna duemila persone hanno sfidato il decreto «ammazza cortei» Maroni, l'ordinanza del prefetto (che vuole il pugno di ferro) e il «picchetto» poliziesco. Risultato: un corteo fino alla zona universitaria in Piazza Verdi ed una pioggia di denunce sui miei compagni delle RdB. Notizie al Tg3 regionale: 500 facinorosi, qualche spintone «controllato» dalle forze dell'ordine, qualcuno che è riuscito a fuggire e arrivare fino in Piazza Verdi. Capite perché dà fastidio la Rete?
Daniele Patelli


24 marzo 2009 - Il Gazzettino

Padova. Vigilantes sugli autobus e sul tram...

Padova - Vigilantes sugli autobus e sul tram. Accompagneranno e garantiranno la sicurezza dei controllori, troppo spesso vittime di episodi di violenza da parte dei "portoghesi", ma anche quella dei passeggeri soprattutto sulle linee "calde" e di sera. Il nuovo servizio è partito ieri mattina.
«Si tratta di una delle prime sperimentazioni in Italia - dice Amedeo Levorato, presidente di Aps Holding -, le guardie giurate accompagneranno i controllori e non potranno chiedere il biglietto. Il loro compito sarà quello di intervenire solo in caso di necessità, ad esempio se un passeggero trovato senza biglietto dovesse andare in escandescenze. Nonostante il tasso di "portoghesi" sia a Padova tra il 6 e il 7 per cento, e dunque tra i più bassi d'Italia, Aps Holding punta a dimezzare questo fenomeno. «La gente che viaggia senza biglietto costa alla società più di un milione e mezzo di euro - sottolinea Levorato - . Noi puntiamo a dimezzare questa quota, per arrivare alla media scandinava del tre per cento».
Ma non sono tutti d’accordo, come Paolo Tollio, segretario provinciale della Filt Cgil secondo il quale è una esagerazione e piuttosto poteva essere riorganizzato meglio il personale adibito al controllo dei biglietti che già esiste. Per il sindacalista bastava aumentare il numero di chi forma le squadre in uscita, magari raddoppiando il numero degli accertatori. E contrari all’impiego dei vigilantes, che in via sperimentale saranno in servizio per un mese, si sono detti anche i rappresentanti sindacali di Adl-Cobas. Per il segretario provinciale Stefano Pieretti le guardie giurate rappresentano una spesa assurda visto che questo servizio costerà alle casse di Aps ottomila euro solo per il mese di prova. Questi soldi, per Pieretti, potevano essere utilizzati meglio considerato che queste guardie giurate, tra l’altro, non danno nessuna garanzia per quanto riguarda il recupero dell’evasione nel pagamento dei biglietti.(M.B.)


24 marzo 2009 - Il Secolo XIX

Senza bus per andare in rimessa, gli autisti chiedono parcheggi
I lavoratori del primo turno, obbligati a raggiungere il deposito in auto, hanno il problema dei park a pagamento

Genova - «ABITO A QUARTO, spesso prendo servizio alle 5,30: impossibile arrivare in orario al lavoro utilizzando il mezzo pubblico, visto che il primo bus (il "512") per il centro passa alle 6 del mattino. L'unica alternativa è utilizzare l'auto, ma il problema è che il parcheggio ha costi insostenibili perché siamo in piena Blu Area». Casi come quello di Mirko Manfredi, dipendente Amt e sindacalista di Cub Trasporti, se ne contano tantissimi alla rimessa bus di via Maddaloni, alla Foce. «Sono almeno una sessantina, molti dei quali residenti fuori Genova, i colleghi di ogni turno costretti ad usare il mezzo privato per raggiungere il posto di lavoro», dice Valter Massa, altro esponente di Cub Trasporti, il sindacato di base che ieri ha organizzato con Rifondazione un presidio di protesta davanti a Palazzo Tursi.
«Da mesi - lamentano i lavoratori - abbiamo denunciato la questione al vicesindaco Pissarello, chiedendogli di aumentare il numero dei permessi per parcheggiare gratuitamente, ma stiamo ancora aspettando una risposta». Il malcontento di autisti e operai Amt è esploso dopo la chiusura della rimessa di Boccadasse, che ha comportato il trasferimento di circa 350 lavoratori alla "Mangini" di via Maddaloni (150 unità) e all'impianto di Gavette (200 persone). Il numero degli operatori nel presidio Amt della Foce è così quasi raddoppiato, sino a quota 270 lavoratori. E si è aggravato di pari passo il problema dei parcheggi a pagamento, considerati un indebito aggravio dalle maestranze Amt. Che minaccia una sorta di sciopero bianco: «Vorrà dire - fa sapere Paolo Bruzzone, sempre di Cub Trasporti - che se azienda e giunta comunale continueranno a tacere, cominceremo a prendere servizio in ritardo». «Se potessi userei lo scooter, ma vengo da Uscio e, soprattutto, d'inverno quella dell'auto è una scelta obbligata», conferma Vittorio Bisacco, autista di bus. «Polizia municipale, impiegati del catasto, dipendenti della Asl: tutti hanno a disposizione parcheggi gratis alla Foce, perché noi no?». Senza contare - fanno ancora notare i sindacati di base - che «il parcheggio da una quarantina di posti sopra il palazzo Aci, prima riservato ad Amt, è stato adesso destinato da Genova parcheggi agli agenti e ai funzionari della questura».
L'amministrazione comunale sta valutando l'ipotesi di riservare ai turnisti Amt una quarantina di parcheggi in area Fiera: «Soluzione ottima - osserva Manfredi - peccato che non abbiamo saputo più nulla».
Amt, da parte sua, ha distribuito ai propri dipendenti 12 permessi per posteggiare senza pagare il ticket nella Blu Area. «Ma sono troppo pochi», dicono i lavoratori: «E sarà ancora peggio quando, come annunciato, le zone blu saranno allargate a gran parte di Albaro. A quel punto non sapremo proprio dove lasciare l'auto. A meno di pagare due euro l'ora. Chiediamo solo di essere equiparati ai residenti, che pagano un abbonamento di 25 euro all'anno».
«Anche questa vicenda, si inquadra nel graduale deterioramento della qualità del servizio e delle condizioni di lavoro in Amt dopo l'avvento di Transdev», attacca il segretario regionale di Rifondazione Marco Nesci, presente ieri al sit-in in via Garibaldi, davanti alla sede del municipio.
Nesci punta il dito contro la parziale privatizzazione di Amt, il cui 41 per cento è ora nelle mani della multinazionale francese: «Speriamo che il sindaco Marta Vincenzi riesca a riparare gli errori del suo predecessore Pericu riportando l'azienda di trasporto totalmente sotto il controllo pubblico. Mi pare, infatti, che l'ingresso dei privati abbia solo peggiorato la situazione».(V.G.)


24 marzo 2009 - Il Mattino

Salerno. I numeri che arrivano dalle previsioni...
di GIANLUCA SOLLAZZO

Salerno - I numeri che arrivano dalle previsioni fatte a meno di due settimane dalla definizione degli organici di diritto della scuola parlano di 8500 tagli che pioveranno sull'intero territorio regionale, di questi ben 1500 riguarderanno i vari ordini di classe nella sola provincia di Salerno. A dover registrare il maggior numero di cattedre in meno sarà la scuola primaria, interessata a partire dal prossimo anno dall'introduzione del maestro unico di riferimento. Insomma una preoccupazione in più non solo per i docenti precari ma anche per quelli con contratto a tempo determinato: si calcola che solo nella scuola primaria più di 300 potrebbero essere gli insegnanti che andranno in sovrannumero per via dei tagli previsti. Un numero che sarà coperto in buona parte dai circa 200 pensionamenti già programmati per il prossimo anno: sta comunque di fatto che si avrà un aumento sostanziale dei docenti sovrannumerari nella scuola primaria che supererà quelli registrati alla vigilia dell'anno scolastico in corso, quando 80 furono gli insegnanti titolari rimasti senza posto e quindi in cerca di collocazione. «Il numero dei docenti ordinari che si ritroveranno senza cattedra sta a significare che il problema dei tagli interesserà tutto il mondo dei docenti e non solo i precari», esordisce Alessandro D'Auria dei Cobas Scuola Salerno. «Dei 1500 posti in meno previsti solo nella nostra provincia, la fetta più grande riguarderà la scuola primaria - dichiara - messa in ginocchio dall'avvento del maestro unico, bocciato da circa l'80% delle famiglie italiane». Delle preoccupanti prospettive del settore dell'istruzione e dei temi della crisi che investe in maniera più generale il mondo del lavoro se n'è discusso ieri nel corso di un'assemblea pubblica convocata dal "Patto di Base" che unisce rappresentanti del sindacalismo di base appartenenti alle sigle di Cobas, Cub ed Sdl. Una occasione di confronto importante servita per sostenere la validità di una piattaforma anticrisi e quindi affermare la volontà di mettere in campo una opposizione sociale che tenga conto dei bisogni dei lavoratori precari. «Ci siamo riuniti - spiega Teresa Vicidomini dei Cobas - per consolidare ancora di più questa alleanza nata tra i sindacati di base lo scorso 6 febbraio e che intende col Patto di Base fornire una risposta generale ad una crisi sempre più generalizzata che avvolge tutto il mondo del lavoro». Blocco dei licenziamenti, assunzione a tempo indeterminato dei precari, un piano di investimenti pubblici per gli alloggi popolari, cassa integrazione almeno all'80% del salario per tutti i lavoratori, precari compresi. Sono questi i punti cruciali del Patto di Base illustrato ieri nel corso di una conferenza svoltasi nell'aula consiliare della Provincia. «Chiediamo una distribuzione delle risorse che parta dal basso e che interessi la scuola, la ricerca, ma anche la sanità e i vari settori della pubblica amministrazione», chiude il docente universitario Giso Amendola che parla di "mortificazione intellettuale" in atto nel mondo accademico.

Vallo della Lucania. Riscaldamento dei presidi ospedalieri...
di ELISABETTA MANGANIELLO

Vallo della Lucania - Riscaldamento dei presidi ospedalieri dell’Asl Salerno 3, scattano i sigilli per 100mila litri di gasolio stoccati nei depositi delle 4 aziende facenti parte dell’Ati affidataria delle forniture, ovvero Criscuolo petroli srl di Polla, Iyalpetroli di Salerno srl, Graziano e Petrullo snc di S. Arsenio, Gasolbenz Italia srl di Teggiano. Il sequestro preventivo è stato effettuato ieri mattina, dalla guardia di finanza della compagnia di Agropoli agli ordini del capitano Salvatore Perrotta e dal nucleo pt di Salerno, in esecuzione di un provvedimento del Tribunale del riesame. In base agli esami chimici, il gasolio è risultato adulterato, in quanto frutto di miscelazioni prive di potere calorifero e deficitarie per percentuali comprese tra il 31 e il 95%. Il prodotto comburente è stato riconosciuto, dal Tribunale del riesame, non conforme per caratteristiche alle norme sugli idrocarburi e al capitolato di appalto. Gli amministratori delle società devono rispondere di frode nell’esecuzione del contratto. Le stesse aziende coinvolte nell’inchiesta risultano fornitrici di gasolio per riscaldamento anche per la Prefettura di Salerno e altri 30 Comuni salernitani, oltre a numerosi enti delle province di Cosenza e Potenza. Si allarga dunque il fronte delle indagini, dopo che la Procura di Vallo della Lucania ha notificato proprio nei giorni scorsi gli avvisi di conclusione delle indagini a 10 funzionari dell’Asl Salerno 3, tra cui l’ex direttore generale Claudio Furcolo, e a 15 imprenditori, per reati come la turbativa degli incanti, la truffa, la frode in pubblica fornitura e l’associazione per delinquere. La stessa Procura ha chiesto il sequestro dei depositi delle società fornitrici del gasolio al gip del Tribunale di Vallo, che l’ha rigettato. Di qui l’appello al Tribunale del riesame di Salerno che ha invece ritenuto fondate le prove poste a sostegno dell’accusa. L’inchiesta ha preso il via nel 2007, dopo una denuncia presentata dal sindacato di base Rdb su presunti sprechi di denaro che avrebbero portato le casse dell’Asl Salerno 3 in rosso per milioni di euro. Le indagini hanno passato al setaccio le metodologie secondo cui si formavano gli appalti e le licitazioni private. E sono state scoperte tutta una serie di frodi, truffe, turbative e delitti di pubblici ufficiali, riconducibili a un sistema organizzato che, secondo gli inquirenti, ha dato luogo ad una vera e propria associazione per delinquere facente capo a funzionari, dipendenti pubblici e amministratori delle società coinvolte. Il meccanismo fraudolento partiva con il bando di alcune gare su svariati servizi e attività. Alle gare venivano fatte partecipare imprese, la cui attività spesso era estranea all’oggetto dell’appalto e le cui capacità organizzative ed operative non erano sufficienti ad espletare il servizio. Le offerte economiche venivano predisposte su indicazione di funzionari inseriti nelle commissioni di gara, anche con la sostituzione delle stesse, previa apertura delle buste depositate, per rendere le offerte più vicine alla media predisposta dalla stazione appaltante e più vantaggiose rispetto alle imprese concorrenti. Tra le gare truccate ci sono gli appalti per circa 3 milioni di euro, per gasolio per riscaldamento destinato ai presidi ospedalieri di Vallo della Lucania, Roccadaspide, Sapri e Polla.


24 marzo 2009 - La Repubblica

Otto ore di sciopero contro l´ipotesi di 1500 tagli. L´azienda: errati i dati sugli esuberi
Comdata, l´ombra dei licenziamenti

Torino - Otto ore di sciopero e presidio sotto la sede torinese per i lavoratori della Comdata, società specializzata nell´offrire alle imprese servizi come l´assistenza clienti tramite call center. Al centro delle proteste ci sono i tagli al personale che l´azienda sta programmando. In un incontro con i sindacati, Comdata avrebbe fatto sapere che ci sono circa 1.500 lavoratori in esubero, su un totale di 6 mila dipendenti che ha in tutta Italia. Secondo i sindacati sarebbero centinaia i lavoratori a rischio nelle quattro sedi del Piemonte, cioè Torino, Ivrea, Scarmagno e Asti. «Temiamo - dice Vincenzo Graziano della Flmu-Cub - che almeno metà degli esuberi possano ricadere sulla nostra regione: la spiegazione che l´azienda ci ha dato è inaccettabile. Ci dicono che sono dettati dalla necessità di tamponare la crisi della commessa Telecom. Ma questo non può giustificare il taglio di un quarto del personale, anche perché ci sono almeno dieci altre commesse importanti». Dal canto suo, Comdata fa sapere che «per rispondere alle nuove condizioni del mercato, riteniamo fondamentale agire con tempestività per garantire continuità operativa e ridurre il più possibile l´impatto sull´attuale livello occupazionale. Alcuni dati diffusi da terze parti sono errati, con particolare riferimento al numero di dipendenti indicati come possibili esuberi».(ste.p.)


24 marzo 2009 - Il Sannio

"Non passeranno"

Benevento - Una voce... un coro unanime. Quei volti, quelle storie, quella signora malata di cancro che si emoziona ed emoziona, che spalanca il cuore della sensibilità e del diritto sacrosanto alla salute. Quello sguardo che accomuna quei pazienti... che in preda ad attacchi di panico, alla depressione e ad una malattia mentale non più incurabile ma risolvibile - a patto che il protocollo delle azioni mediche venga seguito alla lettera - sono lì a raccontare senza veli il loro dramma. Quello sguardo che resta impresso. E’ lo sguardo di chi chiede la mano. Di chi vuole quella mano per essere ancora seguito ed indirizzato nel percorso alla vita. Alla vita vera.
Di chi continua a ripetere "non passeranno. Non distruggeranno il nostro ‘reparto’. Il nostro sostegno. Chiudere il ‘reparto’ di psichiatria allocato presso il Rummo per spostarlo nel costruendo nosocomio di Sant’Agata dei Goti significa annientare l’intero servizio psichiatrico pubblico nel Sannio. Significa ampliare a dismisura il nostro disagio".
Gli occhi di quell’uomo di mezza età che racconta: "Mi hanno addestrato come un soldato. Ora ho ripreso in mano la mia vita. Ma ho ancora bisogno di loro. Corro da loro in qualsiasi momento della giornata".
Nella sala del centro di volontariato della città capoluogo quelle voci restano impresse. Toccano. Segnano. Non lasciano indifferenti quanti vorrebbero prenderli davvero per mano, quanti fanno appello alla politica, ai consiglieri regionali sanniti, ai rappresentanti locali, "al Sindaco di Benevento che ad oggi nonostante il sollecito ancora non ha fissato l’incontro".
Un dossier a firma di Serena Romano, questa volta in qualità di rappresentante dell’Associazione familiari utenti ed interprete del dramma, della consapevolezza e della sofferenza essendo stata lei stessa al fianco di un compagno che è riuscito a vincere quella depressione, a volte mortale. Al tavolo con lei il dottor Nicola La Peccerella dirigente aziendale, il responsabile Fsi, Giovanni Parente e Pasquale Ruggiero (RdB). Hanno aderito anche le Acli, Parliamone, La Clessidra, La Rete, E’ più bello insieme, Fesmed Campania, Associazione pendolari sanniti.
Scopo dell’incontro: "Dimostrare che è una follia e frutto di insensibilità e cinismo annientare quel Servizio di psichiatria al Rummo".
"Questo ‘reparto’ – spiega Serena Romano – si trova presso l’ospedale civile in una posizione baricentrica rispetto alla quattro Uosm ed è l’unico previsto per tutta la popolazione della provincia. Oggi la malattia mentale grazie alle acquisizioni della scienza e ai nuovi medicinali è perfettamente curabile o comunque contenibile. Ma le cure sono lunghe ed efficaci a due condizioni: che si stabilisca una continuità terapeutica tra il paziente e il personale medico e paramedico ovvero che il paziente faccia capo agli stessi operatori anche se temporaneamente in altre strutture, che il malato non perda il contatto con il territorio. E’ tra l’altro la sintesi alle parole del legislatore, capitolo 3 del Bollettino della Regione Campania n. 50 del 27 ottobre 2003: "Il lavoro di salute mentale prende avvio e si espleta nel territorio, nei contesti di vita della persona, dove nasce e si sviluppa la sofferenza... Il Centro di salute mentale deve garantire tempestiva e adeguata modalità di accoglienza, riduzione e superamento della condizione clinica critica, osservazione e monitoraggio clinico, riconnessione dei rapporti di rete familiare in collaborazione con l’Uosm del territorio di pertinenza del paziente per garantire concretamente la continuità terapeutica. Ciò significa che medici, infermieri, assistenti sociali delle Unità operative di salute mentali e del Spdc del Rummo insieme alla famiglia e agli amici dei pazienti sono tanti anelli di una stessa catena: per cui tagliarne uno equivarrebbe a spezzare l’intera catena terapeutica facendole perdere ogni senso ed efficacia. E’ quanto ha fatto la Regione Campania con la delibera del 28 novembre scorso decidendo di privare Benevento del servizio di psichiatria esistente da oltre 50 anni presso l’ospedale civile per spostarlo a Sant’Agata dei Goti a servizio più dell’area del casertano che dell’utenza beneventana appartenente per l’80% a Benevento, alle zone dell’Alto Tammaro e del Fortore".
Romano scandaglia passo dopo passo anche il rapporto costi/benefici. Giunge alla conclusione: "... qualunque prezzo pagato per un ‘non servizio’ sarà comunque troppo alto: in mancanza di efficacia terapeutica infatti qualunque cifra investita risulta buttata... Per non parlare degli ingenti fondi pubblici spesi appena tre anni fa per ristrutturare il ‘reparto’ psichiatrico del Rummo, dei costi delle varie convenzioni da stipulare con le equipe pubbliche e private che dovranno accompagnare il malato a Sant’Agata dei Goti per sopperire alla mancanza della struttura fornita dal Rummo 24 ore 24 ore".
E poi: "Il Comitato di protesta è deciso a continuare la sua lotta fino a che il provvedimento non verrà modificato. Ci saranno manifestazioni di piazza, scioperi, raccolta di firme e una denuncia alla Procura della Repubblica per paventato rischio di interruzione di pubblico servizio".
Rafforza e concretizza il pensiero Nicola La Peccerella. Porta in pubblico la sua esperienza. Quella di suo figlio che, uscito dal tunnel della droga, ora si trova a dover affrontare e sfondare quel muro che ha un nome ed un cognome: attacchi di panico e non solo. Suo figlio si reca anche spontaneamente in quel reparto. "Dove andrà lui e tanti altri quando questo servizio chiuderà i battenti? Si recherà al pronto soccorso dove non sarà capito ed assistito come una equipe specializzata potrà fare? Finirà all’Opg? Torneremo agli anni ‘50?". Interrogativi che continuano a rimbombare in quella sala e che sono da monito specie "per il management dell’Asl".
"La salute – continua il responsabile della Fsi Giovanni Parente - va tutelata. Non è merce di scambio. La battaglia non è il Bue Apis che non ci interessa più di tanto ma è questa".
Una ‘pellicola’ che si snoda, altri pazienti, altre storie, altre voci, altri sguardi, altre espressioni, altri occhi che comunicano, che vorrebbero dare sfogo alla loro preoccupazione, al loro risentimento e che rimarcano il concetto: "Il reparto non si tocca. Pronti alle catene".


23 marzo 2009 - Dire

CASA. MOVIMENTI AD ALEMANNO: ORA BASTA CHIACCHIERE
"IRRESPONSABILE CHE IN BILANCIO CI SIANO SOLO 161 MILIONI"

(DIRE) Roma, 23 mar. - "La determinazione dei movimenti per il diritto all'abitare ha prodotto alcuni fatti nuovi in citta'. Il primo riguarda la liberta' di manifestare sulla piazza del Campidoglio e nelle strade di Roma, il secondo e' l'incontro con il sindaco Alemanno che si svolgera' il 25 marzo alle 17. La presenza forte e determinata nella piazza capitolina dei manifestanti ha messo in mora il 'protocollo' sottoscritto dai sindacati concertativi e dalle due forze politiche maggiori, Pdl e Pd". Lo afferma una nota della Rete dei Movimenti per il diritto all'abitare, Coordinamento cittadino di lotta per la casa, Blocchi precari metropolitani, Asia-Rdb, Comitato obiettivo casa e Action, che prosegue: "Questa determinazione ha reso possibile l'incontro con i capigruppo comunali e ha rispedito al mittente il clima di tensione 'bipartisan' che si e' voluto instaurare nella citta'". "In questo modo, apriamo le ostilita' contro una maggioranza e un assessore alla casa che dopo un anno di governo non hanno ancora dato segni di vita sulle politiche abitative- sottolinea la nota- Giudichiamo irresponsabile il fatto che in bilancio, sul tema casa, ci siano solo 161 milioni di euro (tutti gia' precedentemente stanziati), e che la gran parte di questi finanziamenti sia legata alla vendita di 8.000 alloggi popolari. Riteniamo largamente insufficiente tale stanziamento e chiediamo che vengano aggiunti almeno 100 milioni subito e 500 milioni nel prossimo assestamento di bilancio, utilizzando anche le plusvalenze legate al maggiore gettito Ici sulle seconde e terze case vuote". "Consideriamo inaccettabile continuare ad addossare responsabilita' alla Regione Lazio, che peraltro non e' esente da colpe, senza chiedere contestualmente al Governo una vera politica abitativa pubblica con finanziamenti all'altezza dell'emergenza abitativa romana- insiste la nota- chiederemo al sindaco di intervenire presso il governo per bloccare per almeno due anni gli sfratti e gli sgomberi in maniera generalizzata, cosi' da consentire l'avvio di politiche abitative che invertano la rotta. È evidente che senza soldi pubblici difficilmente questo sara' realizzabile". "L'incontro con Alemanno avra' un senso se rispondera' a queste due proposte- spiegano i Movimenti- una moratoria generalizzata su mutui, sfratti, dismissioni e sgomberi; nuove risorse pubbliche da investire nella realizzazione immediata di un vero piano di case popolari per la citta' di Roma. E' ora di passare dalle chiacchiere ai fatti".

RICERCA. USI-RDB: ISTAT, VA VIA BIGGERI E PARTE TOTO-PRESIDENTE
SECONDO IL SINDACATO IN POLE POSITION GIORGIO VITTADINI DI CL

(DIRE) Roma, 23 mar. - Via al toto-presidenti per l'Istat, l'Istituto nazionale di statistica. Dopo otto anni, infatti, l'attuale presidente Luigi Biggeri si appresta a lasciare lo scranno che Giuliano Amato gli aveva riservato nel 2001 e che Berlusconi gli aveva confermato a maggio del 2005 col voto determinante dei Ds. A ricordarlo e' l'Usi/Rdb-Ricerca, sindacato della ricerca guidato da Rocco Tritto, nel numero de 'Il Foglietto' che sara' pubblicato domani. Un terzo mandato e' vietato dalla legge per cui, dal primo giugno, Biggeri dovra' accomiatarsi. E il 30 aprile uscira' di scena, spiega l'Usi/Rdb-Ricerca, anche il direttore generale dell'istituto, Olimpio Cianfarani, per limiti di eta' (il 10 aprile fara' 67 anni). La corsa al posto di presidente sarebbe gia' partita. La nomina sara' effettuata dal Consiglio dei ministri e tra quelli che puntano al posto, secondo il sindacato, ci sarebbe Giovanni Girone, 69 anni il 10 aprile prossimo, gia' rettore dell'universita' di Bari dal 2000 al 2006, membro del Consiglio dell'Istat. Alla carica ambirebbe anche Giorgio Alleva, 55 anni, docente all'Universita' La Sapienza, anche lui nel Consiglio dell'Istituto. Sia Girone che Alleva, pero', sostiene il sindacato, potrebbero doversi confrontare con un terzo incomodo molto quotato: Giorgio Vittadini, 53 anni, ordinario di statistica alla Bicocca di Milano, tra i fondatori della Compagnia delle Opere e tra gli esponenti di punta di Comunione e Liberazione assieme a Roberto Formigoni (presidente della regione Lombardia) e Maurizio Lupi, (deputato del Pdl e vice presidente della Camera). Secondo l'Usi/Rdb "sono in tanti a pronosticare che il prossimo presidente dell'Istat sara' proprio Vittadini".

BOLOGNA. MONTEVENTI: CHI HA FATTO ATTENTATO E' CONTRO DI NOI
E CONDANNA ATTACCO A LN, "E' FATTO PER INDEBOLIRE IL MOVIMENTO"

(DIRE) Bologna, 23 mar. - "Sono su una barricata opposta alla nostra". Valerio Monteventi, candidato sindaco di Bologna citta' libera, liquida cosi' chi nella notte tra sabato e domenica ha fatto esplodere un ordigno all'ingresso della nuova sede della Lega nord in via Pietralata. Se qualcuno sui giornali ha insinuato collegamenti con la manifestazione anti-divieti di sabato, dice chiaro e tondo Monteventi, "l'attentato e' stato fatto da persone a cui del diritto di manifestare non frega assolutamente nulla", anzi "chi fa queste cose e' contro le persone che erano in piazza". E il giudizio sull'azione in via Pietralata e' "una condanna netta, forte e precisa". Per Monteventi si tratta insomma di un gesto pensato "per mettere in difficolta' il movimento che sta crescendo contro le leggi liberticide di questo Governo". E non e' la prima volta, anzi "si ripete tutte le volte un movimento produce una capacita' di aggregazione molto alta", continua Monteventi citando gli attentati in via Terribilia (prima del G8 di Genova) e piu' di recente contro l'Unicredit (nel pieno dell'Onda studentesca). E non si possono fare collegamenti, dice Monteventi, neanche con le proteste che hanno accolto il Carroccio in zona Pratello. "La Lega ha da anni sedi a Bologna, ha deciso di aprirne una al Pratello- commenta Monteventi- e le proteste sono altrettanto legittime", ma in ogni caso "e' sbagliato dire che automaticamente creino l'acqua in cui un fenomeno terroristico puo' trovare spazio". Monteventi tiene in considerazione anche le modalita' dell'attentato: "Chi lo ha fatto lo ha preparato e con certe caratteristiche", e "non puo' essere fatto passare come l'atto di un balordo che passa di notte". Ma quella della Lega va considerata una provocazione? "E' una questione che riguarda gli abitanti di questa zona", si limita a dire Monteventi, che in ogni caso proprio in via del Pratello ha scelto di stabilire la propria sede elettorale. Serafino D'Onofrio, altro consigliere comunale impegnato con Bcl, sottolinea che al Pratello "erano legittime le bandiere della pace, erano legittimi gli striscioni dei residenti che volevano dormire e sono leggitimi gli striscioni che dicono 'quella sede ci fa schifo'". Ma da qui a collegarli con l'esplosione, "ci passa il mare". Ribadito questo, per Tiziano Loreti (candidato alla Provincia per Terre libere) "cio' non significa che il nostro giudizio sulla Lega sia cambiato, rimane una forza xenofoba e razzista". L'attentato, pero', rappresenta "il tentativo di tagliare le gambe al conflitto". Sergio Spina, consigliere provinciale di Terre libere, tornando sui riferimenti al corteo di sabato parla di "orologeria che si mette in funzione quando una questione politica viene posta con forza, costruendo collegamenti tra episodi che non hanno nulla a che vedere l'uno con l'altro". Intervengono anche le Rdb, che insieme a Cobas e Sdl hanno manifestato sabato. "Riteniamo insensato e volutamente provocatorio ogni tentativo di mettere in collegamento la manifestazione per la liberta' di manifestazione e di lotta con l'esplosione avvenuta in Via del Pratello", scrive Luigi Marinelli, augurandosi che certe affermazioni "rimangano solo un triste episodio di giornalismo, come altri". Piuttosto, conclude Marinelli, "e' necessaria una riflessione sul clima di odio e di razzismo che viene fomentato, a piu' riprese, dalla Lega Nord e non solo nella nostra citta'".


23 marzo 2009 - Ansa

DOMANI IN LOMBARDIA

(ANSA) - MILANO, 23 MAR - AVVENIMENTI PREVISTI PER DOMANI, MARTEDÌ 24 MARZO, IN LOMBARDIA:...
MILANO - Via Filzi Presidio di Cub, Cobas e Sdl davanti alla sede del consiglio regionale per chiedere interventi contro la crisi (ore 10.00)...


23 marzo 2009 - Omniroma

CASA, MOVIMENTI: DOVE STANNO LE 35MILA «PROMESSE»?

(OMNIROMA) Roma, 23 mar - «La determinazione dei movimenti per il diritto all'abitare ha prodotto alcuni fatti nuovi in città. Il primo riguarda la libertà di manifestare sulla piazza del Campidoglio e nelle strade di Roma, il secondo è l'incontro con il sindaco Alemanno che si svolgerà il 25 marzo alle 17. La presenza forte e determinata nella piazza capitolina dei manifestanti ha messo in mora il 'protocollò sottoscritto dai sindacati concertativi e dalle due forze politiche maggiori, Pdl e Pd. Questa determinazione ha reso possibile l'incontro con i capigruppo comunali e ha rispedito al mittente il clima di tensione 'bipartisan' che si è voluto instaurare nella città». Lo comunicano, in una nota, la Rete dei Movimenti per il Diritto all'Abitare, il coordinamento cittadino di lotta per la casa, Blocchi precari metropolitani, AS.I.A. RdB, Comitato obiettivo casa Action. «In questo modo - prosegue la nota - apriamo le ostilità contro una maggioranza e un assessore alla casa che dopo un anno di governo non hanno ancora dato segni di vita sulle politiche abitative. Giudichiamo irresponsabile il fatto che in bilancio, sul tema casa, ci siano solo 161 milioni di euro (tutti già precedentemente stanziati), e che la gran parte di questi finanziamenti sia legata alla vendita di 8.000 alloggi popolari. Riteniamo largamente insufficiente tale stanziamento e chiediamo che vengano aggiunti almeno 100 milioni subito e 500 milioni nel prossimo assestamento di bilancio, utilizzando anche le plusvalenze legate al maggiore gettito ICI sulle seconde e terze case vuote. Consideriamo inaccettabile continuare ad addossare responsabilità alla Regione Lazio, che peraltro non è esente da colpe, senza chiedere contestualmente al Governo una vera politica abitativa pubblica con finanziamenti all'altezza dell'emergenza abitativa romana. Chiederemo al sindaco di intervenire presso il governo per bloccare per almeno due anni gli sfratti e gli sgomberi in maniera generalizzata, così da consentire l'avvio di politiche abitative che invertano la rotta. È evidente che senza soldi pubblici difficilmente questo sarà realizzabile. L'incontro con Alemanno avrà un senso se risponderà a queste due proposte: una moratoria generalizzata su mutui, sfratti, dismissioni e sgomberi; nuove risorse pubbliche da investire nella realizzazione immediata di un vero piano di case popolari per la città di Roma. È ora di passare dalle chiacchiere ai fatti!».