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Cub

Le notizie CUB della settimana 6-12 luglio 2009

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Le notizie pubblicate dai media sulla CUB e sulle organizzazioni della CUB

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10 luglio 2009 - Adnkronos

G8: CORTEO IN MARCIA, TRA I MANIFESTANTI ANCHE 'SANTI' E VIGILI DEL FUOCO

L'Aquila, 10 lug. - (Adnkronos) - Non solo sindacati, partiti di sinistra, movimenti e reti anti G8: al corteo partito da Paganica alla volta dell'Aquila è presente anche una rappresentanza della rdb cub dei vigili del fuoco, che vogliono sottolineare con la loro presenza «al ministro dell'Interno Roberto Maroni le gravi carenze di organico e di mezzi che affliggono un corpo duramente impegnato in questa zona nei soccorsi seguiti al terremoto». Una 'benedizionè ai manifestanti viene anche da San Celestino V, impersonato da un uomo che assiste impassibile in abiti medioevali al passaggio dei manifestanti: «Che la pace accompagni questi ragazzi e le loro rivendicazioni», è l'auspicio del 'santò abruzzese che per l'occasione si è fatto accompagnare da altri tre uomini in abito ecclesiastico ad impersonare San Giuseppe Iato, San Luca e San Giuseppe Vesuvianò, ovvero tre comuni afflitti dalla criminalità organizzata. L'originale perfomance è opera di Vincenti Gannico. Un cartello retto dai quattro santi presenti a Paganica manifesta «la speranza che qualcosa cambi e che vengono velocemente tempi migliori». Proprio quello che tutti al corteo di Paganica si augurano.


10 luglio 2009 - Apcom

G8/ Corteo no-global: Per organizzatori in cinquemila all'Aquila
Dati forniti dai cobas. Nessun scontro o protesta

(Apcom) Cinquemila, forse seimila. E' questa la stima fatta dagli organizzatori della marcia per l'Aquila, che è partita dalla piccola stazione di Paganica per risalire nel centro storico del capoluogo abruzzese. Lo striscione che apre il corteo ha tre parole chiavi impresse con l'inchiostro: "terremoto, crisi e democrazia". Molte le bandiere di Rifondazione comunista, che ha portato all'Aquila il segretario nazionale, Paolo Ferrero. Presenti anche i sindacati di base, di lotta e ovviamente i cobas. Tra i comitati nazionale delegazioni del "No dal Molin' che con uno striscione di solidarietà alla popolazione aquilana invita il governo "a realizzare una sola grande opera pubblica: la ricostruzione della città". Non si segnalano, dopo un'ora e trenta di marcia, nessun momento di tensione nè danneggiamenti. Perfino di fronte al cantiere del governo, i manifestanti si sono limitati a contestare Berlusconi ma hanno battuto le mani ai tantissimi operai che lavorano senza sosta da settimane. Alcuni degli operai hanno salutato con pugno chiuso la delegazione del Prc. Il contatto tra la tendopoli di Bassano e i manifestanti è stato estremamente pacifico ma non proficuo per il movimento, dato che gli sfollati aquilani non si stanno unendo al corteo no-global. Il corteo si dirigerà in marcia verso La Villa, area verde del centro storico.

G8/ Per Forze dell'ordine in corteo 3-4mila persone
Marcia no global ha raggiunto in maniera pacifica Sant'Elia

(Apcom) E' partita attorno alle 14 la manifestazione dei no global e dei comitati che stanno marciando da Paganica all'Aquila. Sono circa 3-4mila i partecipanti alla marcia no global a L'Aquila secondo le Forze dell'ordine. Stima poco diversa da parte degli organizzatori, che quantificano in 5mila persone i manifestanti. Il corteo ha raggiunto intorno alle 15, ad un'ora dalla partenza, il quartiere di Sant'Elia lungo la strada provinciale 17, dopo essersi lasciato alle spalle Bazzano. Finora non si registrano, si apprende, incidenti e il corteo procede pacificamente. Imponente l'apparato di sicurezza di polizia e carabinieri lungo tutto il percorso della marcia che ora si avvicinerà a L'Aquila dove, attraverso Porta Napoli, accederà alla piazza D'Armi dove dovrebbe concludersi.

Giustizia/ Magistrati,avvocati e personale uffici siglano 'patto'
"Ora progetto per efficienza, puntare a processi più rapidi"

(Apcom) Un 'patto' tra magistrati, avvocati, dirigenti e personale, "per la giustizia e per i cittadini": tutti insieme, per la prima volta, i protagonisti della giustizia intorno a un tavolo, per proporre al governo un progetto condiviso, capace di rendere effettivo un diritto costituzionalmente garantito, a cominciare dalla rapidità dei procedimenti. Sono le ragioni del "Patto per la giustizia e per i cittadini" che verrà firmato nel tardo pomeriggio a Roma, nell'Aula Magna della Corte di Cassazione, dai presidenti delle associazioni di tutte le magistrature, dall'Anm all'Organismo unitario e dell'avvocatura dello Stato, dai segretari generali delle organizzazioni sindacali Fp-Cgil, Uilpa-Uidag, Flp, Rdb-Cub e dei dirigenti della giustizia. Gli obiettivi del 'Patto' si possono riassumere in "procedure più snelle ed efficienza organizzativa; stop ai tagli di personale e migliore qualificazione dei lavoratori, con inversione della tendenza all'outsourcing di servizi essenziali e tecnologicamente avanzati, come l'informatica giudiziaria e la verbalizzazione dei processi; attribuzione di maggiori risorse finanziarie ed effettiva realizzazione del processo telematico, sempre annunciato ma esistente solo... 'sulla carta'; ruolo più attivo per l'avvocatura e riforma forense, in linea con le previsioni costituzionali; nuovo assetto e tutela previdenziale della magistratura non togata; razionalizzazione della geografia giudiziaria. Il cammino verso il 'Patto' di oggi è iniziato giusto un anno fa, dopo il taglio di risorse e di organici del settore pubblico, giustizia compresa, compiuto dal dl 112/2008. Il presidente dell'Anm, Luca Palamara, ricorda l'Appello per la giustizia del 21 luglio 2008 e la Giornata nazionale del 5 maggio scorso, alla quale intervennero anche il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, e il segretario generale Cgil, Guglielmo Epifani: "L'obiettivo - spiega il presidente del 'sindacato delle toghe' - è garantire ai cittadini la ragionevole durata dei processi. L'inefficienza non è un risparmio, ma uno spreco di risorse pubbliche, che produce costi pesanti per le imprese e i cittadini". Anche in relazione a vicende concrete e al confronto tra costi e benefìci (per esempio nelle indagini di tipo economico-finanziario, con il confronto tra costi delle intercettazioni, profitti illeciti recuperati, confische di beni) è stato più volte dimostrato dall'Anm che "gli investimenti nella giustizia e l'efficienza del servizio hanno un risultato attivo anche sotto il profilo contabile, e non solo per il benessere generale dei cittadini in una società civile".


10 luglio 2009 - Asca

G8: PROSEGUE CORTEO. SUPERATO PUNTO CRITICO CANTIERE BAZZANO

(ASCA) - L'Aquila, 10 lug - Prosegue il corteto che, partito dalla stazione di Paganica, si sta snodando verso la citta' de L'Aquila. A circa meta' percorso e' stato superato, in modo assolutamente pacifico anche se chiassoso, quello che era stato indicato alla vigilia come uno dei punti critici sotto l'aspetto della sicurezza: cioe' il cantiere di Bazzano dove e' in costruzione, gia' in fase relativamente avanzata, una delle contestate new town per ospitare i terremotati. Il colorato serpentone e' sfilato davanti al cantiere e agli sguardi incuriositi di molti operati che li' lavorano, lanciando slogan contro Berlusconi ed il governo ma anche contro le scelte definite ''affaristiche'' della Protezione civile. Il cantiere era presidiato, pur se in modo discreto, da reparti della Polizia e dei Carabinieri che, pero', non sono dovuti intervenire. Prosegue, quindi, assolutamente in modo pacifico questa manifestazione nazionale che ha visto ritrovarsi in Abruzzo per gli organizzatori oltre 8mila persone, non piu' di 2mila secondo la Questura. Tante le presenze di sigle che aderiscono alla rete NoG8 ma anche a formazioni politiche. Discreta, ad esempio, la delegazione del Prc guidata dallo stesso segretario del partito, Paolo Ferrero. Tra le altre sigle che sfilano con i loro striscioni anche Sinistra critica, Cobas, Cub e movimenti di lotta per la casa. Presente anche, unico per gli abruzzesi, il comitato 'Epicentro solidale' de L'Aquila. Non sono mancate anche le presenze a loro modo folcloristiche come quelle di ''4 santi preganti'' vestiti in abiti medievali che hanno, cosi', voluto ''pregare - ha detto uno di loro - i santi protettori di diverse regioni come la Sicilia, la Campania e la Calabria contro mafia, 'ndrangheta e camorra che potrebbero approfittare, anche questa volta, del dramma del terremoto''. Naturalmente tanti gli slogan e le scritte contro il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Tra queste quella di una ragazza con un vistoso cartello: ''Berlusconi preferisce le G8enni...''.

G8: CORTEO PASSA E LA GENTE OFFRE DA BERE

(Asca) La gente dell'Aquila ha voluto esprimere, in molti casi, la propria vicinanza ai manifestanti che da stamane stanno sfilando, dalla stazione di Paganica, in direzione dell'Aquila per protestare contro il G8 e per chiedere una ricostruzione ''dal basso'' dopo il sisma dell'aprile scorso. Giunti all'altezza del primo borgo abitato lungo il percorso del corteo, quello di Sant'Elia, le persone si sono affacciate dalle case salutando i manifestanti e, in molti casi, offrendo loro acqua e qualche genere di prima necessita', ancora piu' gradita vista la calura del primo pomeriggio. Alcune famiglie, addirittura, hanno fatto entrare alcuni giovani che stanno sfilando nelle loro abitazioni per dare loro da bere, altri hanno riempito le bottiglie e le borracce dei ragazzi che stanno manifestando ed accettando a loro volta i manifestini, che i ragazzi portano con loro. Tra questi ve ne e' uno con su scritto: ''Il terremoto non e' una fatalita', questo governo e' una calamita'''. Sui cartelli stradali che portano fino all'Aquila, intanto, i manifestanti hanno affisso un simpatico quanto significativo slogan con su scritto il famoso detto latino, rivisitato a loro modo: ''Verba volant sisma manet''.

G8: PRIMI ARRIVI NO GLOBAL, L'AQUILA ''BLINDATA' PER VERTICE

(ASCA) - L'Aquila, 10 lug - Da Roma giungera' certamente una grossa delegazione di manifestanti in pullman, soprattutto Cobas, Cub e Centri sociali. Lo stesso leader dei Cobas Piero Bernocchi ha annunciato nei giorni scorsi che ad aprire il serpentone dei manifestanti saranno le rappresentanze dei Vigili del fuoco aderenti ai Cobas, anche loro da mesi impegnati nell'opera di aiuto alle popolazioni colpite dal sisma del 6 aprile scorso, insegnanti e volontari. Forse, per garantire a tutti di raggiungere Paganica, anche l'inizio della manifestazione e' stato posticipato alle 14. Gli stessi promotori assicurano che tutto si svolgera' nella maniera piu' tranquilla possibile ma, intanto, l'area di Bazzano a circa 5 chilometri da L'Aquila, dove e' partito il primo cantiere per la '''New town'' del capoluogo abruzzese e' stato, di fatto, isolato con discrezione dalle forze dell'ordine, gia' da ieri sera, per paura di azioni dimostrative da parte delle ali piu' radicali del Movimento.


10 luglio 2009 - Dire

G8. Via al corteo no global: 2.000 manifestanti (senza aquilani)

L'Aquila - Sta iniziando a muoversi dalla stazione di Paganica, punto di ritrovo dei no gobal, il corteo di protesta contro il G8 che si sta svolgendo a L'Aquila. Sono circa 2.000 i manifestanti, tra loro anche dei vigili del fuoco dei sindacati di base in corteo per ricordare al ministro dell'Interno, Roberto Maroni, le promesse fatte dopo il sisma del 6 aprile. In particolare, l'aumento di 15 unita' di organico, come previsto dalle normative Ue, lo stanziamento di fondi per sostituire le colonne mobili regionali, mezzi speciali che entrano in azione in casi di grandi rischi e calamita'. Ulteriore rischiesta e' quella di passare sotto la Presidenza del Consiglio dei ministri, lasciando il ministero dell'Interno. Non sono presenti, invece, i comitati aquilani, ad eccezione di Epicentro Solidale.

Giustizia, dagli avvocati ai magistrati: "Progetto condiviso per farla funzionare"

ROMA - Un "progetto condiviso" per far funzionare la giustizia, fornire un servizio rapido ed efficiente, in grado di garantire il diritto alla 'ragionevole durata' dei processi. E' l'obiettivo del 'Patto Per la Giustizia e per i Cittadini' che oggi alle 19 sarà sottoscritto nell'aula Magna della Cassazione. Firmatari, la Fp-Cgil che lo ha promosso (sarà presente alla sigla il segretario Carlo Podda), l'Associazione nazionale magistrati, l'Organismo unitario dell'avvocatura, l'Associazione magistrati Corte dei Conti, A.N.M.A., C.O.N.M.A, l'Associazione dirigenti giustizia, Uilpa-UIDAG, FLP, RdB-Cub,e l'Associazione avvocati e procuratori. Premesso che, si legge nel documento rivolto al governo, "la giustizia è un diritto costituzionalmente garantito , le condizioni in cui versa il sistema-giustizia fa sì che il servizio non possa venire assicurato in tempi brevi e in modo efficace, tanto che si può sostenere che lo stesso diritto alla giustizia sia messo in discussione". Allora, per giungere a una "seria riforma della giustizia e per migliorare l'assetto della magistratura e dell'avvocatura", si deve partire da un "dato fondamentale: la macchina-giustizia deve avere le risorse indispensabili per il suo funzionamento. I provvedimenti recentemente varati, invece- si legge ancora- sono stati improntati soltanto a tagli indiscriminati". I sottoscrittori ritengono che la "grave crisi" non può oscurare "la necessità di intervenire con risorse aggiuntive: il cattivo funzionamento influisce negativamente sulla nostra economia, sul sistema delle imprese e sull'assetto complessivo della convivenza civile". Ma la macchina-giustizia "non fornisce un servizio efficiente: gli addetti lavorano in condizioni di emergenza, in edifici spesso insicuri, con esiguità di mezzi e per svolgere la funzione manca loro non il superfluo ma il necessario".
LE PROPOSTE - Il progetto prevede "l'ammodernamento della macchina, attraverso nuove norme che snelliscano le procedure, il "giusto" riconoscimento che il personale "attende da anni" e nuove assunzioni, per "assicurare il turn over" e la trasmissione delle conoscenze tra le diverse generazioni. E poi la riforma dell'ordinamento forense per garantire all'Avvocatura un ruolo in linea con la funzione prevista dalla Costituzione, l'istituzione di una magistratura "non togata, che deve essere resa uniforme e selezionata con rigore all'accesso, garantendo alla stessa dignità ed adeguato trattamento retributivo-previdenziale". E' poi "molto importante prevedere un sistema di incompatibilità assoluta tra funzione giudiziaria e libera professione, un rivisitato assetto della geografia giudiziaria, che permetta una razionalizzazione degli uffici, risorse adeguate per il funzionamento degli uffici, un progetto concreto di informatizzazione e una appropriata formazione per il personale". Il patto propone infine "la re-internalizzazione del servizio di verbalizzazione nelle udienze nonché del servizio di assistenza tecnica informatica" e il mantenimento di tutti i servizi all'interno del Ministero della Giustizia e delle altre Amministrazioni di riferimento. "Consapevoli che la giustizia- conclude il documento- è una priorità per il Paese e per la sua democrazia, desideriamo offrire il nostro contributo per un confronto aperto, che permetta di innovare la macchina e di conservare lo spirito della Costituzione italiana".


10 luglio 2009 - Ansa

G8: CORTEO; MANIFESTANTI PARTITI VERSO L'AQUILA

(ANSA) - L'AQUILA, 10 LUG - Con alla testa lo striscione «Voi G8 siete il terremoto, noi tutti aquilani» è partito dalla stazione di Paganica (L'Aquila) il corteo di protesta organizzato dalla rete nazionale contro il G8. Circa un migliaio i partecipanti. A reggere lo striscione iniziale, anche alcuni rappresentanti dei vigili del fuoco, tra le categorie più impegnate per il terremoto. Nel corteo sono presenti, tra gli altri, esponenti di Cobas, Rifondazione comunista, Comunisti italiani, Sinistra critica, sindacati di base e alcune associazioni aquilane come Epicentro solidale.

GIUSTIZIA:TOGHE,AVVOCATI E SINDACATI,UN PATTO PER EFFICIENZA

(ANSA) - ROMA, 10 LUG - Proporre al Governo un progetto condiviso che renda effettivo il diritto alla Giustizia, costituzionalmente garantito, e assicuri una ragionevole durata dei processi civili e penali. È l'obiettivo del «patto per la giustizia e per i cittadini» che magistrati,avvocati, dirigenti e organizzazioni sindacali firmeranno stasera nell' Aula Magna della Corte di Cassazione. L' accordo indica una sorta di decalogo per uscire dall' emergenza e far funzionare la macchina giudiziaria in modo adeguato: tra i punti principali il progetto prevede procedure più snelle ed efficienza organizzativa; ruolo più attivo per l'avvocatura e riforma forense, in linea con le previsioni costituzionali; nuovo assetto e tutela previdenziale della magistratura non togata; razionalizzazione della geografia giudiziaria. Ugualmente importanti vengono considerati lo stop ai tagli di personale e una migliore qualificazione dei lavoratori, con inversione della tendenza all'outsourcing di servizi essenziali e tecnologicamente avanzati, come l'informatica giudiziaria e la verbalizzazione dei processi; l' attribuzione di maggiori risorse finanziarie ed effettiva realizzazione del processo telematico, «sempre annunciato ma esistente solo sulla carta». Il patto verrà siglato dai presidenti delle associazioni di tutte le magistrature, dell'Organismo unitario e dell'avvocatura dello Stato, dai segretari generali delle organizzazioni sindacali Fp-Cgil, Uilpa-Uidag, Flp, Rdb-Cub e dei dirigenti della giustizia.


10 luglio 2009 - Global Projet

5000 al corteo all'Aquila contro il G8 indetto dal Patto di Base

L'Aquila - Si è conclusa all'Aquila la manifestazione indetta dal Patto di Base ( Cobas, RdB, SdL ) e Rifondazione Comunista per protestare contro il vertice del G8 e i piani di ricostruzione del Governo per le zone terremotate. 5000 partecipanti hanno sfilato dalla stazione di Paganica ai giardini della Villa Comunale de l'Aquila, percorrendo sette chilometri in corteo. Il corteo era aperto da "Epicentro Solidale", una struttura nata subito dopo il terremoto che ha costruito una rete di intervento e aiuto alle popolazioni autogestita. Qualche piccolo momento di tensione all'arrivo, a ridosso della zona rossa che impedisce l'ingresso nel centro storico dell'aquila quando un gruppetto di manifestanti voleva forzare il blocco di polizia. Sono stati allontanati dal servizio d'ordine del corteo. In testa al corteo anche lo striscione ufficiale della manifestazione, firmato Cobas: «Voi G8 siete il terremoto, noi tutti aquilani». Alcuni manifestanti indossavano il tipico caschetto d'obbligo nelle visite alle zone terremotate, «l'unico modo per rientrare a casa, perché della Protezione civile non ci fidiamo». In corteo anche due vigili del fuoco di Verona, in divisa e casco d'ordinanza: «Il governo faccia qualcosa per la prevenzione - spiegano -, non dobbiamo essere sempre noi gli eroi. Maroni mantenga le promesse e stanzi fondi per altre 15 mila unità, ce lo chiede l'Europa».


10 luglio 2009 - The Nation, Pakistan

5,000 protest at summit

L’AQUILA (AFP) - Around 5,000 anti-globalisation protesters and local residents marched Friday on the G8 summit in the quake-hit Italian town of L’Aquila. Marchers set off from one of dozens of tented camps near the mountain town set up to house victims of the devastating April 6 earthquake, watched by a large force of police. The protest was originally organised by local citizens’ groups to draw attention to the slow progress of reconstruction three months after the quake, which killed 299 people and left some 70,000 homeless. However, anti-globalisation groups comprised the vast majority of the marchers, AFP photographers said, after insisting in the run-up to the summit on taking part in the peaceful protest. Tempers were strained as the sun beat down on the marchers along the seven-kilometre route and demonstrators shouted slogans at police. However, the march was kept well away from the "red zone" established around the summit venue by some 15,000 police and it passed off without incident. "We are all residents of L’Aquila," chanted demonstrators, who waved red flags of left-wing unions and political groups. Many also waved the rainbow banner of peace demonstrators. "We came from Rome out of solidarity for the residents of L’Aquila. The reconstruction hasn’t really started yet and for the last three months the government has been getting ready for the G8, not helping victims of the quake," said Enrico Bernocchi, a union activist.
"When the G8 talks about a crisis, it’s about supporting the same banks who provoked the crisis, and it never does anything to help workers who bear the full brunt," said protester Paolo Leonardi.


10 luglio 2009 - Repubblica.it

Migliaia di partecipanti alla protesta anti globalizzazione. Pochi gli aquilani.
Tensione quando il corteo arriva in centro
No global all'Aquila, no incidenti "Siamo tutti dei terremotati"
di PAOLO G. BRERA

L'AQUILA - Due ore e mezza sotto il solleone in marcia sulla statale 17, tra i campi di fieno della campagna aquilana; poi la ripida ascesa alla Villa, nel cuore della città, e il gran finale con scampoli di tensione, esplosa all'improvviso quando un manipolo di teste calde italiane e straniere ha provato a sfidare il cordone di polizia che controllava l'accesso al Centro storico devastato del capoluogo abruzzese. I primi calano sul viso sciarpe e maglioncini, pronti a dare battaglia; gli agenti indossano all'istante i caschi, preparando la carica. La tensione sale a mille, e si scarica in un gran balzo generale di venti metri all'indietro. Dopo un po' ci riprovano lanciando bottigliette d'acqua contro poliziotti e telecamere. Stop, fine. I manifestanti sono alcune migliaia, vengono soprattutto dal centro sud. In mille da Roma, con una carovana di una dozzina di pullman e le auto private. Altri cinque pullman, dicono gli organizzatori, sono arrivati da Napoli, un paio dalla Sicilia. E ce n'é uno con i ragazzi di un centro sociale di Firenze, e poi almeno un centinaio di auto e qualche altro singolo pullman. Il cuore del corteo sono le centinaia di bandiere rosse dei sindacati di base e delle varie anime della sinistra comunista, il clima è sereno nonostante sia evidente che tra i manifestanti ci siano anche le anime torride che hanno infocato il clima in tutti questi giorni di proteste nelle città italiane. Il ritrovo è la stazione di Paganica, una delle frazioni devastate dal sisma. Arriva la notizia che i ragazzi arrestati nei giorni scorsi sono stati liberati, ciò che manifestanti chiedevano ossessivamente nei canti e negli slogan. Il premio non poteva essere migliore. Si parte alle 14, con siparietto artistico: una performance con quattro "santi" in preghiera per le disgrazie malavitose della Campania. Poi via per sei chilometri di marcia sulla statale che costeggia la zona industriale, praticamente deserta, sfilando infine davanti alla tendopoli di Bazzano. "Già ne abbiamo tanti, di problemi, speriamo stiano calmi e non creino guai", sospira Bernardino, 58 anni, pensionato Carispac. Bernardino compreso, ci sono solo una mezza dozzina di adulti a osservare il passaggio del corteo. "Hanno ragione a protestare", dice però Vittoria, seduta su una sedia al bordo della strada: "Siamo qui da tre mesi, abbiamo la casa distrutta e le condizioni in questi campi non sono umane. Io non lavoro, mio marito è autonomo e non guadagna nulla da tre mesi, non ho un euro e per chiedere un dentifricio c'è tanta burocrazia che sembra ti facciano l'elemosina". Tant'è, i ragazzi del corteo ci provano inutilmente, a coinvolgere gli sfollati: li chiamano coi loro canti, ma sono parole al vento. Più oltre, il corteo passa davanti alle nuove piattaforme antisismiche di una delle cittadelle progettate per ospitare gli sfollati. Si temeva un assalto al cantiere, ma il clima si mantiene molto soft. "Mancano le protezioni contro le cadute", si limita a urlare a squarciagola un edile dei sindacati di base facendo sorridere la fila di operai fermi a osservare il passaggio. Al megafono, Bobo dei Cobas di Bari chiama la tarantella, e qualcuno lì dietro balla e canta. Di tanto in tanto, sotto il sole che avvampa e sfianca, qualcuno prende il megafono e canta che "la rivoluzione ci sarà", o urla che "la lotta sarà sempre più dura". Un'altra voce avverte che "nonostante le str... che sono state dette su questa manifestazione siamo qui contro la globalizzazione che sta distruggendo il mondo", e un'altra ancora arringa i campi deserti e i colleghi di passo spiegando che c'è "un terremoto economico e sociale, siamo tutti terremotati". Come una tappa severa del Giro d'Italia, dopo la lunga pianura affrontata con ottimo piede si comincia la gran salita che porta alla Villa, dove i manifestanti venuti all'Aquila per la prima volta dopo il terremoto vedranno le prime uniche macerie della città devastata. Il corteo passa per il viale centrale, i ragazzi osservano una palazzina sventrata e l'emozione è grande: scattano decine di foto, impressionati. Lì accanto, nella strada parallela, edifici interamente crollati hanno portato via un'infinità di vite, ma quel piccolo cumulo di macerie incontrate è già più che sufficiente a stringere lo stomaco. Per questo nessuno si aspetta che ci sia ancora una coda velenosa, nel corteo anti G8. La lunga salita, le immagini di un dolore che si percepisce subito immenso... la marcia finisce però davanti al cordone di polizia che impedisce l'accesso al tempio della città vecchia sventrata. Un gruppetto di ragazzi con la voglia di fracassare qualcosa c'è ancora: è composto da italiani e stranieri in pari numero e si ritrova dietro le insegne "Smash G8". "Servi, servi!", urlano alla polizia. La tensione dura solo il tempo di indossare i caschi e accennare alla carica. "Compagni, è una provocazione. Non accettatela - implora il megafono - i pullman sono pronti, cominciamo il rientro".

In piazza 10 mila manifestanti. Esercito nei punti sensibili
Un percorso di circa sette chilometri, da Paganica al centro
L'Aquila, No global in corteo, la "new town" a rischio blitz
di ATTILIO BOLZONI e GIUSEPPE CAPORALE

L'AQUILA - La paura è quella di un assalto nel piccolo borgo di Bazzano, un attacco al primo grande cantiere della nuova città dopo il terremoto. E' lì, fra gli scavi sotto la collina e le piattaforme di cemento sospese sui pilastri antisimici, che un "gesto simbolico" dei No Global potrebbe trasformarsi in uno scontro. La paura corre con le ansie trasportate nelle ultime ore all'Aquila, voci su Black Bloc approdati a piccoli gruppi e in ordine sparso nelle campagne intorno alle tendopoli. Il loro obiettivo - approfittando di un'incursione soltanto "dimostrativa" nel cantiere - sarebbe proprio quello: colpire una delle 20 new town promesse per il prossimo autunno da Berlusconi ai terremotati. Il cantiere di Bazzano è sulla strada del corteo che oggi, pacificamente, vorrebbe sfilare dalla stazione ferroviaria di Paganica sino ai confini del centro storico dell'Aquila. La contrada di Bazzano è, sul percorso, il punto più critico e più "sensibile" per i raid dei Black Bloc che si potrebbero mischiare e nascondere fra gli 8-10 mila attesi in Abruzzo per protestare contro il G 8. Il giorno prima, a Bazzano c'è solo una camionetta davanti al cantieri. Carabinieri del Battaglione Sicilia. "Ma domani qui ci sarà un esercito intero, mi hanno avvertito che tutta la zona sarà presidiata dalle forze di polizia", racconta L., il vigilante della Mission Group, la società di sicurezza assoldata dalle imprese che stanno costruendo la prima new town del dopo terremoto, quella che per i No Global rappresenta "la shock economy". E' esattamente a un chilometro e cinquecento metri da dove a mezzogiorno - alla stazione di Paganica, altra contrada simbolo dell'Abruzzo distrutto - si ritroveranno tutti i movimenti della rete "No G8". Arriveranno pulmann da Siracusa, Catania, Milano, Bologna, Piacenza, Ferrara, Latina, Rieti, Napoli, Vicenza, Venezia, Padova, Ancona e Bari. "E almeno 15 autobus sono annunciati anche da Roma", racconta Stefano Frezza, aquilano di Epicentro Solidale, l'unico comitato abruzzese che oggi parteciperà alla marcia sino alla villa comunale e al centro storico. Lui, Frezza, è un No Global che ha il pass per entrare nel bunker della Finanza di Coppito. Un "privilegio" conquistato con il canto: è nel coro dei solisti aquilani che nei prossimi giorni si esibiranno nella caserma fortezza dove c'è il G 8. Spiega Frezza: "E' stato preparato tutto per una grande manifestazione pacifica, il tragitto è stato concordato con la Questura e anche gli orari, solo qualche imbecille può pensare di fare qualcosa proprio nel luogo dove stanno costruendo le case a chi non ce le ha più". Epicentro Solidale è nato l'8 aprile, due giorni dopo il terremoto. E' il solo Movimento locale aquilano che sfilerà lungo la statale 17 che si arrampica sino al capoluogo. Tutti gli altri hanno deciso di non esserci. Temono "strumentalizzazioni", sospettano "manovre". Si terranno lontani da Paganica per tutto il giorno. "E poi", sostiene Ettore Di Cesare, uno dei portavoce dei tanti comitati aquilani, "siamo convinti che le azioni debbano essere decise dal basso, dalle persone, dal territorio". E sul G8: "E' un'occasione per mostrare al mondo, attraverso i molti giornalisti internazionali presenti in città in questi giorni, la vera situazione. Questo è un reality show in cui manca il reality. Chi è nelle tende non è contento di quanto si sta facendo per l'Aquila, e lo stesso vale per chi è ospitato negli hotel e negli alloggi in affitto sulla costa. Sono pochissimi i lavori per riparare le case pericolanti e dei 20 cantieri previsti per le costruzioni delle abitazioni del famoso piano ne sono partiti soltanto 5". Ma la polemica e la protesta non violenta dei comitati aquilani non sarà probabilmente la sola protagonista dell'ultima giornata del G 8. I segnali pericolosi alla vigilia del summit ci sono stati. Oltre le voci. Gente fermata con mazze da baseball, sassi, maschere antigas, chiavi inglesi. E, fra ieri mattina e ieri sera, in città sono state avvistate "diverse presenze sospette". Tutto si deciderà nei quasi 7 chilometri di strada fra la stazione di Paganica e la villa comunale, prima il cantiere di Bazzano poi quello di Sant'Elia, due tendopoli, un centro commerciale, un agglomerato di case coloniche, una salita - la zona della basilica di Collemaggio - e infine il centro storico dell'Aquila circondato da militari. E' lì la vera "zona rossa" dal giorno del terremoto. In questa vigilia inquieta la cronaca racconta solo di un paio di blitz dei movimenti locali. Per denunciare "la disponibilità di appartamenti vuoti e agibili", hanno occupato per qualche ora una casa in via Giosuè Carducci a Pettino, quello che era fino al 6 aprile il più popoloso quartiere dell'Aquila. Per gridare le difficoltà economiche dei terremotati, altri hanno camminato in mutande fino ai giardini pubblici. Per domani, sabato, tutti insieme - aquilani e No Global - brinderanno e suoneranno alla "Festa di Liberazione". Dal G8 che se ne va.


10 luglio 2009 - Corriere.it

molti comitati cittadini non hanno partecipato
L'Aquila, tensione al corteo no global
I manifestanti arrivati al limite della zona rossa: lancio di bottiglie contro i poliziotti: «Assassini, assassini»

L'AQUILA - Cinquemila per gli organizzatori, tre-quattromila per la Questura. La manifestazione dei "no global" contro il G8 e per L'Aquila è stata un successo, nonostante l'assenza degli aquilani: partita dalla piccola stazione di Paganica, ha raggiunto la Villa Comunale nel centro storico dell'Aquila, dove è terminata tre ore dopo. Nessun incidente, solo qualche momento di tensione con la polizia. Alcuni giovani volevano entrare nella zona rossa, ma sono stati fermati dagli altri manifestanti. Apriva il corteo lo striscione «Terremoto, crisi e democrazia». Molte le bandiere di Rifondazione comunista, che ha portato all’Aquila il segretario nazionale Paolo Ferrero. Presenti anche i Cobas e altri sindacati di base. C'erano poi delegazioni del comitato "No dal Molin" che con uno striscione di solidarietà alla popolazione aquilana invitava il governo «a realizzare una sola grande opera pubblica: la ricostruzione della città».
APPLAUSI PER VIGILI DEL FUOCO - I manifestanti hanno contestato Berlusconi e Bertolaso («Il nostro protettore Bertolaso è indagato per traffico illecito di rifiuti, falso ideologico e truffa» recita uno striscione) e applaudito gli operai che lavorano senza sosta sulle macerie. Applausi e cori anche per i vigili del fuoco: «Il pompiere è uno di noi». Tensione per il lancio di bottigliette di plastica all'indirizzo delle forze dell'ordine che presidiavano l'accesso alla zona rossa, davanti alla Villa Comunale. Qualcuno ha scandito «assassini, assassini». L'applauso più sentito è stato per Carlo Giuliani, ucciso durante il G8 di Genova nel 2001. Un gruppo di manifestanti che tentava di entrare è stato respinto, in primo luogo dallo stesso servizio d'ordine predisposto dagli organizzatori del corteo e alcuni giovani stranieri, col volto coperto da passamontagna, sono stati allontanati dal corteo. Un cameraman è stato aggredito da due persone e costretto ad allontanarsi con spintoni (ascoltalo in audio). Poi, per esorcizzare altri incidenti, i manifestanti hanno intonato l'«Internazionale».
COMITATI AQUILANI - In testa al corteo, come annunciato, un movimento tutto aquilano, «Epicentro Solidale», che ha esposto lo striscione «Una sola grande opera, ricostruire L'Aquila dal basso». C'erano anche, più sparuti, gli «Aquilani contro il G8», che hanno inveito contro i movimenti di sfollati che non hanno aderito, a partire dal «Tre e trentadue», bollato come «servo del Pd». In testa al corteo anche lo striscione ufficiale della manifestazione, firmato Cobas: «Voi G8 siete il terremoto, noi tutti aquilani». Alcuni manifestanti indossavano il tipico caschetto d'obbligo nelle visite alle zone terremotate, «l'unico modo per rientrare a casa, perché della Protezione civile non ci fidiamo». In corteo anche due vigili del fuoco di Verona, in divisa e casco d'ordinanza: «Il governo faccia qualcosa per la prevenzione - spiegano -, non dobbiamo essere sempre noi gli eroi. Maroni mantenga le promesse e stanzi fondi per altre 15 mila unità, ce lo chiede l'Europa».


10 luglio 2009 - Il Secolo XIX.it

No Global e G8, chiusura nel segno della "pace"

Berlusconi chiude il vertice: il G14 avrà più forza, segnali positivi, critiche alla stampa e alla opposizione, Onu da rifondare. Obama soddisfatto si reca poi in visita dal Papa: raggiunti accordi su tutto. Vedi i link a fondo pagina. Gheddafi annuncia: vado nelle tende dei terremotati.
LA CHIUSURA Sei rintocchi di campana, uno ogni dieci secondi, hanno scandito il minuto di silenzio osservato dai partecipanti al vertice G8 allargato alle delegazioni africane e dedicato alle vittime del terremoto. Nel cortile della Caserma della Guardia di Finanze di Coppito, è stata scoperta anche la targa con il nuovo nome di quella che era denominata Piazza d’Armi e che da oggi prende il nome di Piazza 6 aprile. Nella targa è riportata anche la frase dell’anonimo aquilano del ‘400 ‘’L’Aquila bella mai non po’ perire" che a Coppito ha dato anche il titolo alla mostra allestita per i grandi e dedicata all’arte d’Abruzzo. Il minuto di silenzio si è concluso con un applauso dei partecipanti.
LA MANIFESTAZIONE CONTRO ILG8 PRO TERREMOTATI: SIAMO TUTTI AQUILANI
La polizia ha fronteggiatd un gruppo di manifestanti che, giunti ai giardini comunali, volevano entrare nel centro storico dell’Aquila, che e’ chiuso. Gli agenti di polizia, in assetto anti sommossa, impediscono l’ingresso ai manifestanti che premono per entrare e urlano slogan. Alcuni dei no-global hanno lanciato bottiglie di plastica contro lo schieramento delle forze di polizia che presidia l’ingresso al centro storico. Situazione tesa, anche se gruppi contrapposti continuano a tenersi d’occhio. Sono "una cinquantina di facinorosi, che avevamo individuato fin dall’inizio ed isolato", i responsabili delle schermaglie che si sono verificate all’Aquila, al termine del corteo No-G8. E’ quanto afferma il portavoce dei Cobas Piero Bernocchi, uno degli organizzatori dell’iniziativa. Questo gruppo di persone, ha spiegato, si è radunato intorno allo striscione "Smash G8" e sarebbe composto "metà da italiani e metà da stranieri". Lo stesso Bernocchi ha dichiarato chiusa la manifestazione ed ha invitato i partecipanti a tornare ai pullman e alle loro città. I partecipanti, secondo la Questura dell’Aquila, sarebbero circa 3000, il doppio per gli organizzatori. Il corteo era partito dalla stazione di Paganica con alla testa lo striscione "Voi G8 siete il terremoto, noi tutti aquilani". A reggere lo striscione iniziale, anche alcuni rappresentanti dei vigili del fuoco, tra le categorie più impegnate per il terremoto. Nel corteo sono presenti, tra gli altri, esponenti di Cobas, Rifondazione comunista, Comunisti italiani, Sinistra critica, sindacati di base e alcune associazioni aquilane come Epicentro solidale. Momenti di tensione si sono avuti tra gli organizzatori e un gruppo di giovani che espongono uno striscione con una scritta "Smash G8" firmato da Tikb, che è il Partito comunista turco, che raffigura anche il simbolo della falce e martello con un mitra in mezzo. Gli organizzatori della Rete nazionale Go-g8 hanno discusso con i giovani che sostenevano il cartello, chiedendo la sua rimozione, ma alla fine si è raggiunto un compromesso e il cartello è rimasto al suo posto, senza con questo che si sia verificato alcun incidente.
LA PROTESTA DEI TERREMOTATI E LA RETE ANTI G8
Proteste davanti ai cantieri della new town di Bazzano, dove si stanno costruendo abitazioni a prova di sisma per accogliere gli sfollati aquilani. I lavoratori del cantiere si sono fermati ad osservare il corteo. La soluzione della new town non piace ai comitati aquilani che stanno protestando al grido di "Case sì, ghetti no". I lavoratori del cantiere si sono fermati ad osservare il corteo. Non si vedono forze dell’ordine a protezione dell’area. Dal cielo vigila un elicottero della polizia. l corteo si snoderà per otto chilometri raggiungendo il centro del capoluogo abruzzese. Tra i manifestanti ci sono giovani che indossano magliette con scritto «Io lotto contro il G8», ragazzi che suonano le percussioni e anche una giovane che porta un cartello di cartone con la scritta «Berlusconi preferisce le G8enni». Massiccio lo schieramento di forze dell’ordine con moltissimi agenti davanti e lungo il corteo.
EPICENTRO SOLIDALE, IL SOLO COMITATO TERREMOTATI PRESENTE
La manifestazione però ha creato spaccature all’interno dello stesso Movimento. Solo Epicentro solidale, tra i comitati cittadini sorti dopo il terremoto, parteciperà infatti al corteo no- global, con uno striscione che recita «Una sola grande opera: ricostruire l’Aquila dal basso». «Non c’è alcuna divisione tra noi e gli aquilani», ha detto Piero Bernocchi, portavoce nazionale dei Cobas e uno degli organizzatori. «Non ci saremo perché abbiamo scelto di stabilire in maniera netta l’autonomia dei nostri comitati cittadini», ha spiegato Piero De Santis di Ara-Associazione per la ricostruzione dell’Abruzzo. Il corteo sarà comunque «a sostegno della lotta aquilana per una vera ricostruzione e contro le iniziative repressive di questi giorni contro il Movimento», come spiega una nota con riferimento agli arresti effettuati alla vigilia del G8. Gli organizzatori della manifestazione hanno parlato di un evento assolutamente pacifico: «Ci vogliono spingere a scelte autolesioniste ma non abbocchiamo», proseguono nella nota gli organizzatori. . Il corteo, autorizzato dalla Questura toccherà quattro tendopoli -- quella di Paganica, le due di Bazzano e quella di Sant’Elia -- i cui occupanti saranno invitati dai manifestanti a unirsi a loro. Secondo gli organizzatori erano attese tra le 4.000 e le 6.000 persone. Ma il rischio che il corteo sia un flop è reale. Del resto le manifestazioni di questi giorni non hanno visto una partecipazione massiccia come in passato in occasioni analoghe, e all’Aquila gli eventi hanno potuto contare su poche decine di persone.
I TERREMOTATI LE PERSONE PIÙ IMPORTANTI DELLE CHIESE
Eppure il malcontento tra la gente si sente. E non solo tra gli sfollati - che sono ancora 25.000 nelle tendopoli dell’Aquilano - ma anche tra i volontari che sono qui ad assisterli. «Non basta dire `a settembre vi daremo le case´: nelle tende ora si vive di giorno con un caldo tropicale nonostante il condizionatore, di notte la temperatura scende a 5-10 gradi. E ci sono anziani, malati, infermi», racconta a Reuters un volontario della Protezione civile che si trova all’Aquila da due mesi e chiede di restare anonimo. «Le persone non ce la fanno più, lo stress è altissimo. Non è un caso che siano tanto aumentati gli incidenti stradali», racconta. «Non sono crollate solo le case: è crollato un intero sistema di vita». Nel dramma del post-terremoto e di una ricostruzione su cui la gente qui ha molti dubbi, si sono inseriti questi tre giorni del G8. «Speriamo che faccia da specchietto per le allodole, che attiri nuovamente l’attenzione sulle persone, perché le chiese e le opere d’arte sono importanti, ma le persone lo sono di più», spiega il volontario. Ieri George Clooney, nell’Aquilano per inaugurare un cinema all’interno di una tendopoli, a chi gli chiedeva se non sarebbe stato meglio cancellare il summit degli Otto Paesi più industrializzati e destinare le risorse alla ricostruzione in Abruzzo, ha risposto: «Intanto se siamo qui e ne stiamo parlando è grazie al fatto che c’è il G8». La speranza è che anche dopo il vertice«i riflettori restino accesi su questa tragedia», come ha auspicato l’attore.


10 luglio 2009 - La Stampa.it

IL VERTICE DEL G8
L'Aquila, otto chilometri di marcia per il corteo no global
Fermento nei comitati per un eventuale presenza alla manifestazione

L'AQUILA - Dal tardo pomeriggio di ieri sono arrivate all’Aquila delegazioni dei movimenti no global soprattutto dall’estero. Sono in particolare francesi, olandesi e tedeschi che hanno come punto di riferimento l’area verde del parco Unicef, gestita dai comitati cittadini per la ricostruzione sociale del capoluogo. Il grosso dei no global, però, è atteso per stamane, quando avrà inizio la marcia per L’Aquila organizzata dai movimenti e dai comitati di base. L’appuntamento - raggiungeranno L’Aquila con pullman e mezzi propri - è previsto per le 12 alla stazione di Paganica. Il corteo si dovrebbe mettere in marcia intorno alle 14. Dai centralini del sindacato Cobas - responsabile per l’organizzazione dei pullman - fanno sapere che le iscrizioni sono in aumento rispetto ai giorni scorsi. Il motivo: «L’ondata di arresti a Roma e in altre città italiane ha fatto scattare la mobilitazione di massa». Ma nessuno azzarda di dare una cifra sulle presenze. La marcia sarà di otto chilometri e raggiungerà la città in pieno centro storico. All’iniziativa di domani non aderiscono i movimenti cittadini per la ricostruzione sociale. Fatta eccezione per l’associazione aquilana «Epicentro solidale». Ufficialmente i comitati, dopo due giorni di iniziative, hanno in programma soltanto la festa di addio ai grandi della terra prevista per sabato sera. Al momento però i movimenti aquilani sono in assemblea perchè una parte di questi vorrebbe dare una sorta di benvenuto a Paganica ai movimenti no global. La maggior parte dei comitati è però preoccupata di dare una benedizione a una marcia che potrebbe provocare incidenti che non sarebbero capiti e accettati dalle famiglie che vivono da tre mesi nelle tendopoli. Nel giornata di ieri, in cui sono state protagoniste le first ladies, Michelle e delle altre prime donne del mondo, i comitati cittadini dell’Aquila che criticano la gestione della ricostruzione, avevano risposto con Federica e le last ladies, le ultime. Una ventina di ragazze che con i loro compagni anche oggi hanno animato l’ «altro» G8, rivendicando case sfitte per gli sfollati. Manifestazioni colorite, ma tutte pacifiche, come del resto - nelle intenzioni degli organizzatori - si annuncia anche il corteo No global di oggi che partirà dalla stazione di Paganica per concludersi ai Giardini Comunali. Ma su questo appuntamento i segnali non sono tutti tranquillizzanti e la vigilanza delle forze di sicurezza è massima. Secondo la previsione di Paolo Di Vetta, portavoce della Rete No G8, i manifestanti dovrebbero essere circa «2.000, forse anche di più». Un numero minimo rispetto alle grandi mobilitazioni del passato, il cui svolgimento si preannuncia senza dubbio in tono minore. L’adesione degli abitanti - sfollati di una terra martoriata - è un’incognita, ma sicuramente i comitati per la ricostruzione e contro la gestione del post-terremoto (primo fra tutti l’ormai celebre «3e32», autore dello slogan «Yes we Camp») non aderiscono al corteo, ad eccezione dell’ala più «radical», «Epicentro Solidale». I comitati con tutta probabilità organizzeranno una manifestazione parallela, che in queste ore viene definita in una lunga assemblea dai manifestanti. Tornando al corteo no global, al centro dell’attenzione come al solito sarà l’ordine pubblico, ma i promotori assicurano che non ci saranno incidenti: «Siamo organizzatissimi - chiarisce Di Vetta - e già dalla partenza controlleranno che salirà sui 10 autobus, per evitare che qualcuno sfoghi a L’Aquila la propria frustrazione. Per noi questa manifestazione è troppo preziosa per lasciare che venga rovinata».

IL VERTICE DEL G8
Il corteo no global invade l'Aquila
In centinaia a Paganica per sfilare. Presenti anche i "No dal Molin".
Dura condanna iraniana all'Italia: «Usata forza contro i manifestanti»

L'AQUILA - Si è conclusa senza incidenti, ma con qualche momento di tensione, la manifestazione che ha visto sfilare alcune migliaia di no global da Paganica a L’Aquila per protestare contro il G8. La grande maggioranza dei partecipanti al corteo - arrivato alla villa Comunale, davanti all’ingresso del centro storico aquilano, zona rossa presidiata dalla polizia - è riuscita a disinnescare i propositi bellicosi di alcuni "duri" che volevano scontrarsi con le forze dell’ordine. Alcuni dei no-global, che hanno animato il corteo, giunti alla Villa comunale dell’Aquila, hanno lanciato bottiglie di plastica contro lo schieramento delle forze di polizia che presidia l’ingresso al centro storico, off-limit. Il gruppo di manifestanti che tentava di entrare è stato respinto, in primo luogo, dallo stesso servizio d’ordine predisposto dagli organizzatori del corteo. Insistenti anche gli sfottò ai poliziotti. «Assassini, assassini» sono le parole usate da un centinaio di manifestanti nei confronti delle forze dell’ordine. Forse perchè in questo momento hanno altri problemi per la testa o forse perchè temevano incidenti, sta di fatto che fra i circa tremila partecipanti alla manifestazione no global dell’Aquila sono mancati proprio loro: gli aquilani. Solo poche decine di residenti nel capoluogo abruzzese hanno preso parte alla manifestazione. Per lo più appartenenti ai comitati cittadini che pure non hanno aderito alla manifestazione indetta dai cobas. Anche gli inviti che i manifestanti hanno rivolto ai cittadini dell’Aquila, che assistevano al passaggio del corteo sui marciapiedi, sono caduti nel vuoto nonostante che gli slogan della manifestazione riguardassero proprio la ricostruzione post terremoto e la contestazione della politica seguita finora nella gestione di tale fase. Alla manifestazione si è vista solo qualche faccia di amministratori comunali, qualche consigliere regionale di Rifondazione Comunista, per il resto anche la politica abruzzese si è tenuta distante dalla manifestazione no global.
Intanto in mattinata l’Iran ha condannato «l'uso della forza da parte della polizia italiana per reprimere le manifestazioni degli oppositori» al summit G8 dell’Aquila, invitando il governo italiano a rispettare gli impegni internazionali. È quanto si legge sull’agenzia ufficiale iraniana Fars, che riporta anche come l’ambasciatore Alberto Bradanini sia stato convocato oggi al ministero degli Esteri di Teheran.


10 luglio 2009 - Il Manifesto.it

I no global all'Aquila tra anti-G8 e ricostruzione

L'Aquila - Nove chilometri di testimonianza, per contestare il G8 e per dimostare solidarietà alla popolazione aquilana. Si è conclusa senza incidenti, intorno alle 18, la manifestazione organizzata dalla rete no-G8 in Abruzzo. Il serpentone (20 mila i partecipanti secondo gli organizzatori) si è snodato da Paganica - uno dei comuni più colpiti dal sisma - alla villa comunale dell'Aquila. I manifestanti sono quindi arrivati fino alla "zona rossa" che contrassegna il martoriato centro dell'Aquila, dove nessuno può più entrare. Il corteo era aperto dallo striscione "Voi siete il terremoto, noi siamo tutti aquilane/i", subito dietro il gruppo "Epicentro solidale", una delle prime reti dal basso che si è attivata per portare aiuti - non soltanto cibo e vestiti - alla popolazione rimasta senza casa. A lungo il movimento ha discusso se fosse il caso di organizzare una manifestazione nelle zone colpite dal terremoto. L'idea di Berlusconi, lanciata a poche settimane dal vertice originariamente previsto a La Maddalena in Sardegna, aveva spiazzato praticamente tutti. Il premier aveva subito asserito: "I no global non avranno i coraggio di maniefstare lì". La rete no-G8 ha deciso invece di non rinunciare a portare in piazza una protesta contro la finta democrazia dei vertici, sicura che la popolazione aquilana avrebbe capito l'intenzione dei manifestanti di appoggiare le rivendicazioni per una ricostruzione veloce e trasparente. In questi giorni si sono rincorse le polemiche, sempre additate dai componenti della rete come un tentativo non soltanto della destra, ma anche del Pd, di creare divisioni. Non a caso diverse organizzazioni hanno disertato la manifestazione di ieri, che ha visto l'arrivo massiccio di persone soprattutto da Roma e l'Aquila. Tra le bandiere - moltissime - quelle di Cobas, Rdb-Cub, Rifondazione, Partito comunista dei lavoratori, Sinistra critica, Lotta comunista, Pdci. In realtà i pochi aquilani rimasti in città in questi giorni di G8 hanno accolto in modo positivo l'arrivo dei manifestanti. I quali sono stati più che attenti a isolare chiunque avesse intenzione di creare disordini in una situazione che, va da sé, è molto delicata. Le tensioni sono state ridotte al minimo: all'inizio c'è stata una polemica contro uno striscione firmato dal partito comunista turco che raffigurava una falce e martello con il mitra in mezzo e con su scritto "Smash G8". Alla fine del corteo, invece, qualcuno ha lanciato alcune bottiglie di plastica contro lo schieramento di polizia: "Sono una cinquantina di facinorosi, che avevamo individuato fin dall'inizio ed isolati", ha detto Piero Bernocchi portavoce dei Cobas "è un gruppo rappresentato da stranieri e italiani che si è radunato intorno allo striscione «Smash G8»". Anche il procuratore della Repubblica dell'Aquila, Alfreedo Rossini, ha riconosciuto che "è andato tutto bene", pur precisando che "l'attenzione verrà mantenuta alta fino a sera".


10 luglio 2009 - Il Manifesto

G-BOTTO Oggi il popolo no global sbarca all'Aquila. Non sarà una manifestazione oceanica come quelle di Genova e del social forum di Firenze, ma la popolazione abruzzese continua a dar vita a una protesta diffusa. A partire dalle «last ladies», che sottolineano lo stato di abbandono reale in cui sono state lasciate le famiglie
Piccole resistenze aquilane al G8

di Gabriele Polo

L'AQUILA - L'appuntamento è per le 12 di oggi alla stazione di Paganica, pochi chilometri dal centro dell'Aquila. La canonica manifestazione anti G8 partirà da lì per terminare di fronte al palazzo municipale del capoluogo abruzzese, appena dentro le antiche mura, appena fuori il cuore desertificato della città. Non sarà un corteo oceanico: Genova e Firenze sembrano distanti anni luce, le diverse anime del movimento un po' si sono frammentate, un po' preferiscono le vertenze territoriali.
Un corteo tra le macerie
La scelta dell'Aquila come sede del vertice ha reso tutto più difficile, innestando anche un confronto sull'opportunità o meno di tenere una manifestazione di tipo tradizionale nella città terremotata. Alla fine la Rete nazionale anti-G8 ha mantenuto l'appuntamento per protestare contro le politiche dei "grandi" della terra, con il sostegno di una parte dei comitati aquilani - "Epicentro solidale" in primis -, raccomandando, persino troppo ossessivamente, «una manifestazione tranquilla». Anche a livello di sigle oggi presenti in piazza, notevole è la distanza con Genova 2001 o Firenze 2002: nessuna traccia di Cgil, Arci, Legambiente, reti cattoliche, sinistra Ds (o suoi eredi). Restano Cobas, Rdb, altri sindacati di base, Prc, Pcdl, un po' di Onda studentesca, una parte dei centri sociali e un articolato panorama di sinistra antagonista. Dall'estero non arriveranno in molti, anche se il Viminale continua ad agitare lo spettro dei "black", con la sospensione di Schengen, il blocco dei porti, i fermi un po' a casaccio di chi appare in odore d'antagonismo (ieri è toccato, per un paio d'ore, ad alcuni cittadini francesi, poi rilasciati).
Le last ladies
Intanto a L'Aquila è continua la pratica della protesta diffusa. Ieri hanno iniziato di buon mattino le "last ladies", manifestando davanti alla sede della Regione - considerata da tutti alquanto latitante, una semplice dependance di Palazzo Chigi - proprio mentre era in corso la visita delle "first ladies" al centro storico dell'Aquila. Autodefinizione polemica, quella delle "last", per sottolineare la condizione di abbandono in cui si sente ridotta la popolazione del capoluogo abruzzese. Che vive il vertice in corso a Coppito - e tutto ciò che lo circonda - con un sentimento bifronte: un po' infastidita per le tante passerelle, un po' desiderosa di coglierne l'impatto mediatico e la collaterale presenza della stampa internazionale. Come dimostra quel "Yes, we camp" che punteggia le mura della città e la domina dal colle di Roio, come hanno voluto anche fare quattro consiglieri comunali incatenatisi di fronte alla tendopoli di piazza d'Armi. In una protesta politicamente trasversale - da "La destra" al Prc, passando per il Pd e una lista civica - contro la gestione autoritaria dell'emergenza, l'esautoramento degli enti locali a favore della Protezione civile, il Decreto-Abruzzo che, tra le tante cose giudicate negativamente, limita a 24 mesi i risarcimenti fiscali (per il terremoto in Umbria l'esenzione dalle tasse fu di dieci anni).
Nello stesso momento le "last ladies" si sono unite a un'altra protesta partecipando all'occupazione simbolica di una casa sfitta nella disastrata frazione di Pettino, in una nuova puntata della critica al "piano C.a.s.e", ai venti villaggi che dovrebbero sorgere nel cratere del terremoto, destinati a ospitare per anni gli sfollati. Una scelta contestata dai comitati cittadini che vedono in quel piano la premessa per lo smembramento definitivo delle comunità e per un rinvio infinito della ricostruzione vera e propria.
Le case sfitte
Oggi i fautori della rinascita dal basso presenteranno una proposta alternativa, anche di fronte ai ritardi che il piano-Bertolaso conosce (solo in tre cantieri i lavori sono in fase avanzata, mentre per cinque aree su venti siamo ancora ai preliminari dopo che altrettanti terreni scelti inizialmente sono stati scartati per inagibilità idrogeologica). Intanto i comitati manifestano per chiedere la requisizione, o l'acquisto a prezzo "politico" (cioè non di mercato, visto che il terremoto ha fatto lievitare gli affitti delle abitazioni rimaste in piedi) degli alloggi sfitti per metterli a disposizione di almeno una parte delle persone attualmente costrette nelle tendopoli (circa 20.000). Prima del sisma c'erano a L'Aquila 3.000 case vuote, ora il numero "ufficiale" è stranamente sceso a 350.
Sul filone della critica alla gestione emergenziale del post-terremoto, nel pomeriggio di ieri, 300 persone si sono mosse in corteo dall'uscita autostradale di Aquila est alla sede del municipio, dove qualcuno, preso un po' dall'enfasi dell'impatto mediatico, ha pensato di mettersi in mutande.
I libri del professore
Le "piccole" resistenze aquilane lasceranno oggi spazio al corteo globale contro il G8, che cercherà di trovare un filo comune tra "l'altro mondo possibile" e chi afferma che "un'altra ricostruzione è necessaria". Per questo la manifestazione sarà aperta da uno striscione in chiave glocal: "Voi G8 siete il terremoto, noi siamo tutti aquilane/i". Poi da domani sera - liberati dai G8 (o 14 o 20 che siano) - gli aquilani torneranno alla "normalità". I comitati cittadini, dopo l'annunciata "festa di liberazione dal vertice dei grandi", riprenderanno il discorso della "ricostruzione al 100%", praticando le piccole-grandi resistenze.
Nelle pieghe del dopo-terremoto ce ne sono anche di testardamente individuali, come quella del professor Raffaele Colapietra. Ottant'anni, una miniera di conoscenze, vive nella sua casa a ridosso delle mura cittadine da quando ha lasciato la cattedra di storia moderna all'Università di Salerno, tornando nella nativa L'Aquila. E da lì non ha voluto andarsene, anche se hanno minacciato di portarlo via a forza, considerato lo stato un po' traballante dell'edificio, ora sorretto da una trave d'acciaio che si è fatto installare tra la cucina e il bagno: "Ma non sono pazzo. E' che qui ho i miei libri, i miei gatti, la mia vita. E fuori dal proprio contesto, dalle proprie relazioni, una persona non è più nulla. Diventa vuota, come una città abbandonata".


10 luglio 2009 - Global Projet

5000 al corteo all'Aquila contro il G8 indetto dal Patto di Base

Si è conclusa all'Aquila la manifestazione indetta dal Patto di Base ( Cobas, RdB, SdL ) e Rifondazione Comunista per protestare contro il vertice del G8 e i piani di ricostruzione del Governo per le zone terremotate. 5000 partecipanti hanno sfilato dalla stazione di Paganica ai giardini della Villa Comunale de l'Aquila, percorrendo sette chilometri in corteo. Il corteo era aperto da "Epicentro Solidale", una struttura nata subito dopo il terremoto che ha costruito una rete di intervento e aiuto alle popolazioni autogestita. Qualche piccolo momento di tensione all'arrivo, a ridosso della zona rossa che impedisce l'ingresso nel centro storico dell'aquila quando un gruppetto di manifestanti volevba forzare il blocco di polizia. Sono stati allontanati dal servizio d'ordine del corteo. In testa al corteo anche lo striscione ufficiale della manifestazione, firmato Cobas: «Voi G8 siete il terremoto, noi tutti aquilani». Alcuni manifestanti indossavano il tipico caschetto d'obbligo nelle visite alle zone terremotate, «l'unico modo per rientrare a casa, perché della Protezione civile non ci fidiamo». In corteo anche due vigili del fuoco di Verona, in divisa e casco d'ordinanza: «Il governo faccia qualcosa per la prevenzione - spiegano -, non dobbiamo essere sempre noi gli eroi. Maroni mantenga le promesse e stanzi fondi per altre 15 mila unità, ce lo chiede l'Europa».
Nn commento di Paolo Divetta, RdB e Blocchi Precari Metropolitani:
Migliaia in marcia a L’Aquila. Una scommessa azzardata e un dato utile a tutt@.
Dopo aver vissuto complicate discussioni e provato a praticare percorsi condivisi, si è arrivati alla vigilia del 10 luglio con una mobilitazione indetta dal "Patto di base" e l’adesione di partiti politici, Rifondazione in testa. Molti si sono interrogati sulla necessità di manifestare a L’Aquila nei giorni del G 8 e anche chi lo riteneva utile ha dovuto fare i conti con un’accelerazione prodottasi il 21 giugno nell’assemblea nazionale al campo Unicef. Questo passaggio, vissuto malamente da rappresentativi comitati aquilani e sostenuto da Epicentro Solidale, sembrava consegnare la marcia del 10 luglio a un epilogo di pura rappresentanza. La differenza vera l’hanno fatta la capacità, seppur non supportata da numeri oceanici, di dislocare la mappa della crisi su buona parte del territorio nazionale e la soggettività messa in campo dai movimenti. A Vicenza, come ad Ancona e a Roma. Una settimana di iniziative persistenti che hanno richiesto rischi considerevoli e prodotto danni visibili a chi ha sostenuto pratiche radicali e azioni dirette, con decine di fermi e alcuni arresti. Tutto questo in diretta connessione con Torino e con le mobilitazioni prodotte dall’onda studentesca. A L’Aquila l’8 luglio è iniziato il summit dei responsabili della crisi e varie e originali sono state le contestazioni. Così come è avvenuto a Roma. Su questo terreno fertile è cresciuta la manifestazione di oggi e per questo i numeri sono stati importanti, il segnale convincente e capace di rappresentare uno spazio utile e indipendente. Anche il sindacato di base si è avvalso delle eccedenze messe in campo in questi giorni e nemmeno il partito della Rifondazione Comunista è stato a guardare, folta la partecipazione e numerosi i giovani e le giovani. Una presenza interessante, numerosa e rumorosa sono stati i movimenti di lotta per la casa che hanno sentito un forte richiamo sul tema dell’abitare in relazione con la ricostruzione e il tormentone delle new town. Una partecipazione che non era scontata e che non può essere ascrivibile automaticamente alla filiera sindacale di base. Questi mondi si sono incontrati a L’Aquila e hanno marciato per 7 chilometri passando davanti ad una tendopoli, che li ha accolti tra gli applausi, alle piattaforme di Bazzano sulle quali saranno edificate le prime nuove case (alloggi temporanei o definitivi?), presidiate da reparti di Celere e di Carabinieri e infine sono arrivati, con gli aquilani e le aquilane in testa alla marcia accompagnati dai Vigili del Fuoco delle RdB, ai Giardini comunali nella parte ovest della città. Possiamo dire, adesso, che chi aveva ritenuto necessaria questa manifestazione ha un po’ meno torto e che la mappa della crisi riparte da qui. Dalla sfida che ci lancia la tragica situazione aquilana, situazione usata strumentalmente dal G 8 per darsi una nuova investitura al tempo della crisi. Avevamo detto L’Aquila e le altre, e questo abbiamo fatto. Abbiamo manifestato indignazione contro i grandi della terra e siamo alla ricerca delle forme e dei linguaggi indipendenti capaci di produrre la sponda necessaria al malessere sociale crescente. Quel malessere percepito e monitorato con attenzione dagli apparati di governo e che produce quelle preoccupazioni che inducono ad accelerare i dispositivi repressivi da opporre alle nostre lotte.


10 luglio 2009 - La Repubblica

Oggi
In pullman verso L´Aquila

Roma - Almeno dieci pullman, nemmeno più un posto libero: parte stamattina alle 9,30 da largo Passamonti la carovana dei manifestanti romani che raggiungeranno L´Aquila per il grande corteo finale di protesta contro il G8. Tra gli organizzatori ci sono i Cobas, Cub, Sdl, il centro sociale Acrobax, Rifondazione e Sinistra critica, il centro sociale Snia, gli studenti di Roma Tre e della Sapienza.


10 luglio 2009 - Financial Times

G8 protesters plan L'Aquila march
by Giulia Segreti

L'Aquila - After two days of peaceful and symbolic demonstrations by its own citizen committees, the town of L'Aquila will become the focus of an anti-G8 summit march on Friday, organised by independent trade unions. Franco Gabrielli, prefect of the earthquake-hit town, says he is not too worried but does expect infiltration by violent anti-globalisation elements. "There is no exacerbated fear nor a superficial underestimation of what will happen tomorrow. It will be, however, a demonstration against the G8 summit and there will be people who will come into L'Aquila with non-peaceful purposes", says Mr Gabrielli. The march is organized by three Italian unions and starts from the quake-hit town of Paganica and intends to finish in L'Aquila's central park. Fifteen buses will bring marchers from Rome and more from Milan and the regions of Tuscany, Puglia and Campania. Cub expects about 2,000 to show up, while Cobas hopes for more than 7,000 people, matched by similar numbers of local people.Although the organisation committee had initially said that it would march up to the doors of the military barracks where the summit is held, there is no intention of violating the "red zone". "Violence is not part of our philosophy. We do not want to put on a clown show. our Prime Minister is already very active in this sector ", says Alex Miozzi, spokesperson for the Cub union. "On our side we guarantee 100% no violence although in other countries red zones do not exist," says Vincenzo Miliucci of the Cobas union. The demonstration has been authorised but there are fears that the core group of participants will be joined by violent demonstrators. On Wednesday three Italian young men travelling towards L'Aquila were stopped by police for carrying metal bats and improvised weapons and rocks. Since the World Trade Organisation meeting in Seattle in 1999, unions have held rallies against the G8 system and campaigned for alternatives.


10 luglio 2009 - Il Centro

No Global in marcia per il no al G8
Oggi corteo da Paganica alla Villa, si teme l’occupazione dei cantieri. Comitati defilati. Aderisce solo l’Epicentro solidale. Previsti pullman da tutta Italia con 6mila persone
di Enrico Nardecchia

L’AQUILA - Saranno seimila. Arriveranno con i pullman da tutta Italia. Manifesteranno in maniera pacifica contro il G8. Ma l’intelligence teme assalti ai cantieri del progetto Case, provocazioni e altre manifestazioni di forte dissenso. Va bene che il corteo passerà lontano dalla zona rossa. E in un orario in cui i «grandi» avranno già preso il volo. Alle 13 la partenza dalla stazione di Paganica, poi il passaggio a Bazzano lungo la statale 17 e l’approdo alla Villa comunale. Eppure l’allerta è massima, nell’ultimo giorno di G8 che coincide con una grande manifestazione promossa dai movimenti No Global dai quali si sono dissociati i rappresentanti dei comitati civici aquilani. Tutti tranne uno, il gruppo di Stefano Frezza Epicentro Solidale, che annuncia: «Pullman sono attesi da tutta Italia. Ne arriveranno da Siracusa, Catania, Milano, Bologna, Piacenza, Ferrara, Latina, Rieti e 15 sono annunciati da Roma. Facciamo appello affinché l’evento organizzato dal Patto di base, Cobas, Rdb e Sdl, sia pacifico e corretto. Raccomandiamo comportamenti incentrati sulla massima tranquillità. Non ci dovranno essere momenti di tensione. La riuscita della manifestazione dipende dalla tranquillità con cui si manifesterà». Frezza ha sottolineato che tutti gli aquilani che hanno aderito hanno anche fatto presente che, alla prima scaramuccia e al primo accenno di disordine, lasceranno il corteo. Noi ci siamo inseriti nella conferenza dei comitati cittadini perché anche noi perseguiamo l’obiettivo della partecipazione dei cittadini alla ricostruzione sulle scelte e sul futuro dell’Aquila».
LO SLOGAN. «Voi G8 siete il terremoto, noi siamo tutti aquilani/e». È questo lo striscione che aprirà la Marcia contro il G8 «e per la ricostruzione sociale al 100% della città» promossa dalla Rete Nazionale Contro il G8.
COLPO DI MORTAIO. Apprensione, alla vigilia, sull’autostrada A24. Una pattuglia dell’Esercito, nel corso dell’attività di controllo legata al G8, ha rinvenuto un colpo di mortaio, in pessimo stato di conservazione, in una busta da supermercato sotto un viadotto della Roma-L’Aquila. L’involucro era stato posto all’altezza del Km 27. Dopo il ritrovamento sono stati allertati i carabinieri che hanno disinnescato e quindi fatto brillare il residuato bellico.
IL PREFETTO. «Siamo in volo. Il rischio più grosso sono sempre decollo e atterraggio. Siamo decollati bene, ora affrontiamo la fase del crepuscolo in cui non bisogna abbassare la guardia e i riflessi vanno tenuti desti». La metafora del volo serve al prefetto dell’Aquila Franco Gabrielli per confermare la massima attenzione per l’ordine pubblico della giornata ritenuta più «pericolosa» del G8. «Credo e confido nell’intelligenza degli aquilani. Ma anche nella civiltà delle persone che vengono da fuori per manifestare. Non sarà un’altra Genova. È cambiato il contesto e lo stesso movimento antagonista ha avuto un’evoluzione rispetto a quel periodo. Chi viene in pace sarà il benvenuto. Chi invece ha altre intenzioni subirà lo stesso trattamento delle persone controllate e fermate nei giorni scorsi».


10 luglio 2009 - Liberazione

Contro la crisi globale, per la ricostruzione dal basso
No global: oggi si marcia da Paganica a L'Aquila
di Checchino Antonini

In carovana lungo l'A24, l'autostrada tra Roma e L'Aquila. camioncini, automobili e pullman, tanti pullman. Una ventina da Roma, altri 56 dal resto d'Italia. Inizierà già dal casello la lunga marcia delle reti anti G8 verso la stazione di Paganica, il sobborgo a est del capoluogo abruzzese raso al suolo dal terremoto e invaso dalla ben più ingombrante carovana del G8. Per i romani, l'appuntamento è fissato per le 9.30 allo Scalo S.Lorenzo per approdare almeno a mezzogiorno al luogo designato della periferia aquilana (una stazione non agibile per questo il solo modo per arrivarci è in auto o con i pullman) da cui partirà la Marcia della rinascita, clou delle iniziative che hanno dispiegato la mappa della crisi in decine di città. A indirlo il Patto di base (il cartello dei sindacati autorganizzati), Epicentro solidale (che opera nei campi dalle prime ore dopo il sisma con volontari aquilani e no, dell'Abruzzo social forum, Sinistra critica, dei collettivi universitari e dei centri sociali), di Abruzzo solidale (promosso dagli aquilani sfollati sulla costa adriatica), più, tra gli altri, Rifondazione e il Pdci. «Era giusto partire anche noi per L'Aquila perché gli altermondialisti hanno avuto ragione, da Genova, da Seattle in poi - spiega a Liberazione Vincenzo Miliucci , dei Cobas - e sarà importante l'abbraccio dei movimenti con chi si batte per la ricostruzione dal basso. Saremo fuori da ogni logica di zona rossa, da ogni contraddizione con le popolazioni terremotate. Sarà un corteo che non potrà non essere di supporto agli abruzzesi». Il riferimento è allo smarcamento - già sancito nell'assemblea di inizio estate, di alcuni comitati aquilani dall'iniziativa nazionale dietro cui, per Miliucci, è facile leggere «un retropensiero del Pd sulla giocata aquilana, come dire: non disturbiamo il manovratore Obama che a L'Aquila si pavoneggia ma vuole l'appoggio italiano in Afghanistan e non solo». Miliucci è tra coloro che sono «esterrefatti» dall'«estraneità dell'Arci e della Cgil» (estranea anche a Genova) alla Marcia. Tra i manifestanti ci sarà, invece, Paolo Ferrero , segretario nazionale del Prc, convinto della «straordinaria occasione per esprimere solidarietà alle popolazioni contro la globalizzazione neoliberista. In questi giorni si stanno usando i terremotati e il loro dramma per giustificare il summit di un organismo anacronistico, ademocratico e fondato sulle categorie di potenza e di ricchezza. Più che a Genova nel 2001 i responsabili di una catastrofe economica, sociale e ambientale senza precedenti cercano di arrogarsi il diritto di dettare ordini per il resto dell'umanità, come se la causa del male potesse essere la sua soluzione. Agli aquilani diciamo di non aver paura dei manifestanti e di fare propria nelle parole d'ordine e nelle modalità di svolgimento, la manifestazione stessa. Ci metteremo in marcia come sempre abbiamo fatto: a volto scoperto, con le mani nude e con la volontà di costruire una alternativa alla crisi del capitalismo globale. Al servizio pubblico Rai rivolgiamo un appello a dare voce alla gente dell'Aquila e alle ragioni di chi contesta il G8».
«E' ancora un movimento forte a livello mondiale di migliaia di reti, strutture sindacali, sociali, pacifiste, ambientaliste, antirazziste, femministe - dice Piero Bernocchi , portavoce Cobas e membro del consiglio internazionale del social forum mondiale - abbiamo proposto, da Belem ad Atene, da Londra a Strasburgo, fino alle città italiane contro i G8 tematici dal 28 marzo in poi, un programma alternativo di uscita dalla crisi, egualitario, solidale, pacifico, ecologico, a favore dei popoli, dei lavoratori, dei più deboli e indifesi. Contro questa mobilitazione si è scagliata una stolida e bipartisan repressione, culminata nell'ignobile procedimento della magistratura torinese con i 21 arresti di militanti e nel violento attacco con i 36 fermi o arresti di Roma. La sorprendente alleanza tra Caselli e Maroni sembra riesumare il vecchio compromesso storico Dc-Pci sulla pelle dei movimenti. Ci vogliono spingere a scelte autolesioniste, ma non abbocchiamo: la Marcia eviterà trappole, punterà pacificamente verso il centro di L'Aquila per riconsegnarlo simbolicamente ai suoi cittadini della campagna 100%. Ad essi chiediamo di aprire la Marcia». Ad aprire la marcia lo striscione: "Voi G8 siete il terremoto, noi siamo tutti aquilani" . In testa, con gli aquilani, i lavoratori del Patto di Base con gli insegnanti che nelle tendopoli hanno continuato la didattica, con i vigili del fuoco che tanto hanno aiutato le popolazioni.
Note tecniche: sarà una marcia di 7 chilometri, che si dipanerà lungo la Statale 17 verso Porta Napoli. Arrivo - dopo un ultimo chilometro in salita - alla Villa comunale. Il legal team sarà riconoscibile dalla pettorina (per contattarlo 339 - 5930900 ). Può darsi che alcuni pullman siano perquisiti, sarà bene per questo avere con sè un documento valido. L'appuntamento per Rifondazione comunista è poco più avanti della stazione sulla strada verso L'Aquila, nel piazzale antistante lo stabilimento Sorelle Nurzia (info@rifondazioneabruzzo.org - 085 66788 - 334 6976120). Il Patto di base ha indetto uno sciopero "tecnico" per facilitare la partecipazione dei lavoratori.

In più di 400 da mesi senza stipendio oggi in sciopero
Lazio, operatori in rivolta. Il Consorzio Ri.Rei si ferma
di Serena Salucci

Roma - Ancora una giornata di mobilitazione per i lavoratori del Consorzio Ri.Rei (ex Anni Verdi), che gestisce nel Lazio sei centri di assistenza per disabili. Insieme all'associazione "Genitori e Utenti Onlus", saranno oggi in presidio sotto la sede della Giunta Regionale del Lazio, convocato dalle RdB Cub, per contestare la condotta ambigua dei vertici regionali. Al tavolo di trattativa con gli assessori competenti non siederanno i lavoratori, ma le cooperative, a conferma di un atteggiamento che favorisce la gestione privatistica, denunciato più volte dal sindacato di base e dal consigliere regionale del Prc Ivano Peduzzi.
La vertenza, che vede gli oltre 400 operatori senza stipendio da diversi mesi, ha subìto negli ultimi giorni un clamoroso capovolgimento di fronte. Appena una settimana fa, il vicepresidente Esterino Montino, considerata la gestione fallimentare del Consorzio Ri.Rei, indebitato fino al collo e indagato per diversi reati, aveva prospettato una interruzione dei rapporti con il consorzio stesso e l'affidamento provvisorio alle Asl dei centri di assistenza per 60/90 giorni, in attesa di definire un percorso di reinternalizzazione dei servizi e dei lavoratori. Nella delibera di giunta del 6 luglio, queste promesse sono state invece rimangiate, concedendo a Ri.Rei un mese di proroga all'appalto scaduto il 30 giugno, la copertura economica per gli stipendi non corrisposti e il versamento di contributi arretrati Inps e Inail, per i quali le cooperative consorziate (Osa, Unisan, Nuova Sair) risultano morose per diversi mesi del 2008 e del 2009. «E' palese la contraddizione degli ultimi avvenimenti - sostiene Alessandra Birri, delegata RdB dei lavoratori Ri.Rei - dall'ipotesi di chiusura siamo passati addirittura all'apertura di una trattativa con il Consorzio, scavalcando ancora una volta lavoratori e utenti. Temiamo che si proponga lo spacchettamento del Consorzio che sarebbe una ulteriore presa in giro, perché consentirebbe alle cooperative di continuare a gestire i centri sottraendosi alle indagini della procura che hanno per oggetto gli illeciti del Consorzio».
Mercoledì a seguito di numerose richieste di chiarimento con Montino, rimaste disattese, lavoratori e genitori, esasperati dalla situazione, hanno occupato la Sala Nuova del Consiglio regionale del Lazio, trascorrendo lì la notte in attesa di un ripensamento da parte della Regione. Nella mattinata di ieri l'assemblea ha sospeso l'occupazione, e, sentiti i colleghi dei diversi centri di assistenza, ha ribadito lo stato di agitazione ad oltranza e le richieste già avanzate: incontro urgente e congiunto con Governo regionale e Prefettura; affidamento del servizio alle Asl di competenza e pagamento delle mensilità arretrate. «Abbiamo toccato con mano l'insensibilità della giunta regionale, spalleggiata da un fronte trasversale» ha commentato Peduzzi che ha affiancato i lavoratori nell'occupazione. «Rifondazione sostiene la lotta dei lavoratori con l'obiettivo di escludere la conferma dell'accredito di questo Consorzio, e ritornare a discutere dell'affidamento alle Asl del servizio. Si deve avere il coraggio di fare una scelta di sinistra: ricostruire un polo pubblico nel campo della riabilitazione, che oggi nel Lazio è in mano agli interessi economici privati».


10 luglio 2009 - 4 minuti

Si prepara la sicurezza, per le vie dell'Aquila sfila il corteo no global
Le stime parlano di una folla compresa tra le 5mila e le 6mila unità

L'AQUILA - Oggi all'Aquila si attende la marcia no global. Le stime, fatte dal comitato degli aquilani, parlano di una folla compresa tra le 5mila e le 6mila unità. Il corteo prenderà il via verso le 13 partendo dalla stazione Paganica per raggiungere il centro della città fino alla Villa comunale. A fare il punto sulla situazione è Stefano Frezza, rappresentante di Epicentro Solidale, l'unico dei comitati cittadini che ha aderito alla manifestazione. Frezza lancia un appello per richiamare i partecipanti a un evento pacifico e corretto. L'organizzazione della marcia è stata curata dal Patto di base, Cobas, Rdb e Sdl. "Pullman sono attesi da tutta Italia. Da Siracusa, Catania, Milano, Bologna, Piacenza, Ferrara, Latina, Rieti e 15 sono annunciati ad oggi da Roma".


10 luglio 2009 - Piacenza Sera

Corteo no global a L'Aquila, anche una delegazione piacentina

Piacenza - Oggi sfilerano dalle 5 alle 6 mila persone, secondo gli organizzatori. Anche una delegazione piacentina di una quindicina di persone guidata dal consigliere comunale di Rifondazione Comunista di Piacenza Carlo Pallavicini e dal segretario regionale del Prc Nando Mainardi parteciperà alla manifestazione "no global" a L'Aquila, a margine del G8. "Ci saremo per protestare - sostengono - contro l'inutile passerelle dei potenti, lo spreco di soldi e l'incapacità di risolvere i problemi veri del pianeta". Il corteo prenderà il via oggi alle 13 dalla stazione di Paganica (nella foto) fino alla Villa comunale. Alla vigilia dell'evento è Stefano Frezza, rappresentante del comitato Epicentro Solidale, l'unico tra i comitati cittadini ad aderire alla manifestazione, a fare il punto della situazione. "Pullman sono attesi da tutta Italia; ne arriveranno da Siracusa, Catania, Milano, Bologna, Piacenza, Ferrara, Latina, Rieti e 15 sono annunciati ad oggi da Roma - spiega Frezza - " che lancia un appello affinché l'evento organizzato dal Patto di base, Cobas, Rdb e Sdl, sia pacifico e corretto.


10 luglio 2009 - Metropolis web

G8: oggi marcia No Global a L´Aquila

L´AQUILA - Oggi, all´Aquila, alla annunciata marcia, i no global saranno tra 5 mila alle 6 mila: sono gli stessi comitati aquilani a fare il conto dei presenti. La manifestazione prenderà il via alle 13 dalla stazione di Paganica fino alla Villa comunale. Alla vigilia dell´evento no global è Stefano Frezza, rappresentante del comitato Epicentro Solidale, l´unico tra i comitati cittadini ad aderire alla manifestazione, a fare il punto della situazione. "Pullman sono attesi da tutta Italia; ne arriveranno da Siracusa, Catania, Milano, Bologna, Piacenza, Ferrara, Latina, Rieti e 15 sono annunciati ad oggi da Roma - spiega Frezza - " che lancia un appello affinché l´evento organizzato dal Patto di base, Cobas, Rdb e Sdl, sia pacifico e corretto. "Raccomandiamo comportamenti incentrati sulla massima tranquillità - continua Frezza -, non ci dovranno essere momenti di tensione. La riuscita della manifestazione dipende dalla tranquillità con cui si manifesterà". Frezza ha sottolineato che tutti gli aquilani che hanno aderito hanno anche fatto presente che, alla prima scaramuccia e al primo accenno di disordine, lasceranno il corteo". Intanto è stato deciso l´itinerario: alle 12 è previsto il concentramento alla stazione di Paganica, alle 13 il corteo partirà passando per la statale 17 e poi salirà per il circuito di Collemaggio per arrivare quindi alla Villa, stimano gli organizzatori, intorno alle 17 - 17.30.


10 luglio 2009 - Il Tempo

Nel pomeriggio manifestazione all'Aquila
Allarme no-global «In arrivo cinquemila»

L'Aquila - Per ora il G8 made in Italy ha viaggiato su acque tranquille. Ma l'allarme rosso scatta per oggi. All'annunciata marcia in programma all'Aquila, parteciperanno tra i 5 e i 6mila no global. Il conto dei presenti viene fatto direttamente dai comitati aquilani. La manifestazione prenderà il via oggi alle 13 dalla stazione di Paganica fino alla Villa comunale. Alla vigilia dell'evento no global è Stefano Frezza, rappresentante del comitato Epicentro Solidale, l'unico tra i comitati cittadini ad aderire alla manifestazione, a fare il punto della situazione. «Sono attesi pulmann da tutta Italia - continua Frezza -; ne arriveranno da Siracusa, Catania, Milano, Bologna, Piacenza, Ferrara, Latina, Rieti e quindici sono annunciati solo da Roma». Intanto lancia anche un appello affinchè l'evento organizzato dal Patto di base, Cobas, Rdb e Sdl, sia pacifico e corretto. «Raccomandiamo comportamenti incentrati sulla massima tranquillità - sollecita Frezza -, non ci dovranno essere momenti di tensione. La riuscita della manifestazione dipende dalla tranquillità con cui si manifesterà». Frezza ha sottolineato che: «tutti gli aquilani che hanno aderito hanno anche fatto presente che, alla prima scaramuccia e al primo accenno di disordine, lasceranno il corteo». Intanto è stato deciso l'itinerario: alle 12 è previsto il concentramento alla stazione di Paganica, alle 13 il corteo partirà passando per la statale 17 e poi salirà per il circuito di Collemaggio per arrivare quindi alla Villa, stimano gli organizzatori, intorno alle 17 - 17.30. Sono ancora vive le immagini di una città come Genova completamente incendiata, proprio dai no global. Cassonetti andati a fuoco, vetrine distrutte e pali della luce divelti. Immagini come queste creerebbero orrore su orrore in una città su cui si è già abbattuta l'ira della Natura.


10 luglio 2009 - La Voce d'Italia

"La riuscita della manifestazione dipende dalla tranquillita' con cui si manifestera'"
Marcia no global all'Aquila
Il corteo di 6 mila persone iniziera' alle 13 di oggi

L'Aquila - Prevista per oggi una marcia, di 5/6 mila no global. La manifestazione prenderà il via alle 13 dalla stazione di Paganica fino alla Villa comunale. Alla vigilia dell'evento no global è Stefano Frezza, rappresentante del comitato Epicentro Solidale, l'unico tra i comitati cittadini ad aderire alla manifestazione, a fare il punto della situazione. "Pullman sono attesi da tutta Italia; ne arriveranno da Siracusa, Catania, Milano, Bologna, Piacenza, Ferrara, Latina, Rieti e 15 sono annunciati ad oggi da Roma - spiega Frezza - " che lancia un appello affinché l'evento organizzato dal Patto di base, Cobas, Rdb e Sdl, sia pacifico e corretto. "Raccomandiamo comportamenti incentrati sulla massima tranquillità - continua Frezza -, non ci dovranno essere momenti di tensione. La riuscita della manifestazione dipende dalla tranquillità con cui si manifesterà". Frezza ha sottolineato che tutti gli aquilani che hanno aderito hanno anche fatto presente che, alla prima scaramuccia e al primo accenno di disordine, lasceranno il corteo". Intanto è stato deciso l'itinerario: alle 12 è previsto il concentramento alla stazione di Paganica, alle 13 il corteo partirà passando per la statale 17 e poi salirà per il circuito di Collemaggio per arrivare quindi alla Villa, stimano gli organizzatori, intorno alle 17 - 17.30.


10 luglio 2009 - Il Messaggero

Rieti. Con il G8 che si appresta a vivere oggi...
di MONIA ANGELUCCI

Rieti - Con il G8 che si appresta a vivere oggi la sua giornata conclusiva e forse più pericolosa, in tutto il Reatino si rafforzano le già imponenti misure di sicurezza con posti di blocco che si moltiplicano e forze dell’ordine chiamate allo straordinario per garantire il presidio del territorio. In vista dell’arrivo a L’Aquila del presidente brasiliano Lula, ma soprattutto alla luce delle annunciate manifestazioni da parte di gruppi eversivi il ministero dell’Interno ha disposto controlli serrati su tutto il perimetro provinciale e vigilanza no stop lungo la Salaria. E’ prevista oggi infatti una marcia a L’Aquila, organizzata dal Patto di base, Cobas, Rdb e Sdl, dove i no global - stando alla notizia diffusa ieri dall’Ansa - saranno tra i 5mila e i 6mila con pullman provenienti da tutta Italia. Si moltiplicano così le già numerose pattuglie in ricognizione e i posti di blocco che da giorni scandiscono le principali vie di comunicazione reatine e i collegamenti con L’Aquila. Addirittura - nonostante sia stato messo in atto un dispiegamento di uomini e mezzi senza precedenti - sembra sia stato necessario persino richiamare il personale in ferie pur di garantire la stretta sorveglianza del territorio. Ieri, intanto, lungo la Salaria, con puntata lungo il Borgo di Rieti, è passato, destinazione L’Aquila, il leader libico Gheddafi, con numerosa scorata al seguito.
Lasciamo il fronte dei controlli per registrare la lamentela della signora Andreina Alesse, titolare dell’albergo "Piccolo Hotel da Tonino" ad Albaneto di Leonessa, che segnala agli enti competenti di non essere stata inclusa nell’elenco degli alberghi e delle strutture scelti per accogliere il personale che partecipa ai lavori del G8 a L’Aquila pur avendone la possibilità (circa 70 posti letto) e contando su una vicinanza maggiore al capoluogo abruzzese rispetto ad altre strutture limitrofe. Alla «denuncia di forme di clientelismo all’interno dell’associazione di cui è socia», il presidente di Federalberghi Rieti Francesco Marinetti risponde: «Non c’è stato alcun comportamento clientelare. L’intervento dell’associazione è stato solo quello di contattare tre mesi fa il sindaco di Rieti affinché la nostra provincia potesse essere inserita tra le sedi logistico-alberghiere per il G8. Richiestaci poi la mappatura completa delle strutture alberghiere con i tempi di percorrenza abbiamo provveduto solo ad inviare i dati richiesti». Le scelte insomma le ha fatte semmai qualcun altro.


10 luglio 2009 - Romagna Oggi

''Voi G8 siete il terremoto, noi tutti aquilani''

L'AQUILA - "Voi G8 siete il terremoto, noi tutti aquilani". Recita così lo striscione del corteo protesta contro il G8 che si sta svolgendo a L'Aquila, I manifestanti, che si sono ritrovati alla stazione di Paganica, percorreranno la Statale 17 passando dinanzi a Bazzano, dove c'è il cantiere per la costruzione di centinaia di casette antisismiche, che ospiteranno i terremotati rimasti senza casa. Il corteo è composto da circa 2mila i manifestanti, tra loro anche dei vigili del fuoco dei sindacati di base in corteo per ricordare al ministro dell'Interno, Roberto Maroni, le promesse fatte dopo il sisma del 6 aprile. Nel corteo sono presenti, tra gli altri, esponenti di Cobas, Rifondazione comunista, Comunisti italiani, Sinistra critica, sindacati di base e alcune associazioni aquilane come Epicentro solidale.


10 luglio 2009 - Aprile online

Siglato il "Patto per la Giustizia e per i cittadini"
Politica e lavoro Investimenti adeguati, riconoscimento professionale del personale e formazione, nuove assunzioni, informatizzazione del servizio e un nuovo modello organizzativo, norme che effettivamente snelliscano le procedure e una nuova geografia giudiziaria, la reinternalizzazione di tutti i servizi essenziali, come la verbalizzazione e l'assistenza tecnica informatica
di Frida Roy

Roma - Oggi, presso l'aula Magna della Cassazione, è stato siglato il ‘Patto Per la Giustizia e per i Cittadini'. L'iniziativa, lanciata dalla Funzione pubblica della Cgil il 5 Maggio in occasione della "Giornata Nazionale della Giustizia", si è oggi concretizzata con la sigla del patto, sottoscritto per l'Fp-Cgil dal Segretario Generale, Carlo Podda. Al patto hanno aderito l'Associazione Nazionale Magistrati, l'Organismo Unitario dell'Avvocatura, l'Associazione Magistrati Corte dei Conti, A.N.M.A., C.O.N.M.A, l'Associazione Dirigenti Giustizia, Uilpa-UIDAG, FLP, RdB-Cub,e l'Associazione Avvocati e Procuratori Dello Stato.
Tra i punti qualificanti del patto: investimenti adeguati, riconoscimento professionale del personale e formazione, nuove assunzioni, informatizzazione del servizio e un nuovo modello organizzativo, norme che effettivamente snelliscano le procedure e una nuova geografia giudiziaria, la reinternalizzazione di tutti i servizi essenziali, come la verbalizzazione e l'assistenza tecnica informatica.
"Adesso attendiamo di essere convocati dal Ministro Alfano e dal Ministro Brunetta per discutere i contenuti del patto e le nostre proposte", spiega Carlo Podda. "Crediamo sia arrivato il momento di passare dalle campagne mediatiche ai fatti, per riformare un settore strategico per la vita democratica del paese.Da settembre - conclude il segretario della Fp Cgil - lanceremo iniziative in tutto il paese per condividere con i lavoratori i contenuti del patto, per lanciare un percorso partecipato di riforma della Giustizia".

Il testo:
I rappresentanti delle magistrature, dell'avvocatura, dei dirigenti e del personale amministrativo, impegnati quotidianamente nel settore-giustizia, nell'esclusivo interesse del buon funzionamento del servizio per il sistema-Paese,
sottoscrivono un

PATTO PER LA GIUSTIZIA E PER I CITTADINI

proponendo
al Governo un progetto condiviso, che dimostra la possibilità di far funzionare la giustizia in un paese civile e di fornire un servizio rapido ed efficiente, in grado di garantire agli utenti il diritto alla "ragionevole durata" dei processi civili e penali.
PREMESSA

La giustizia è un diritto costituzionalmente garantito per ogni cittadino, ma le condizioni in cui versano gli uffici giudiziari italiani ed il sistema-giustizia nel suo insieme fanno sì che il servizio non possa venire assicurato in tempi brevi e in modo efficace, tanto che si può sostenere che lo stesso diritto alla giustizia sia messo in discussione, a partire dal fondamentale principio di uguaglianza.
Per la prima volta, nel nostro Paese, il 5 maggio 2009 tutte le Associazioni rappresentative degli "operatori" di questo sistema hanno dato vita alla Giornata nazionale per la giustizia, mettendo in evidenza sia il costante impoverimento delle risorse economiche e del personale - in corrispondenza con un aumento dei carichi di lavoro, delle cause presentate e delle sentenze emesse - sia le storture che provocano una ridondanza di procedimenti.
Per giungere ad una seria riforma della giustizia e per migliorare l'assetto della magistratura e dell'avvocatura, si deve partire da un dato fondamentale: la macchina-giustizia deve avere le risorse indispensabili per il suo funzionamento.
I provvedimenti recentemente varati, invece, sono stati improntati soltanto a tagli indiscriminati delle risorse economiche necessarie al funzionamento e alla programmazione delle attività nonché a riduzioni di quel personale che, quotidianamente, cerca di far funzionare le strutture.
Il fatto di attraversare un momento di grave crisi economica non deve far velo alla necessità di intervenire con risorse aggiuntive - come già avvenuto in tutti i Paesi europei più avanzati - su un settore così importante per l'affermazione della democrazia: non è infatti possibile ignorare quanto il cattivo funzionamento della giustizia influisca negativamente sulla nostra economia, sul sistema delle imprese e sull'assetto complessivo della convivenza civile.
E' invero innegabile che la macchina-giustizia oggi non fornisce un servizio efficiente alla cittadinanza: tutti gli addetti al settore - magistrati, avvocati, personale amministrativo e forze dell'ordine - da molti anni lavorano in condizioni di emergenza, in edifici spesso insicuri, con esiguità di mezzi e per svolgere la funzione manca loro, da tempo, non il "superfluo" ma addirittura il "necessario".

IL PROGETTO DA NOI CONDIVISO DOVRÀ COMPRENDERE
1) l'ammodernamento della macchina giudiziaria, attraverso nuove norme che snelliscano le procedure, come di recente avvenuto per la giustizia amministrativa, nonché un nuovo modello organizzativo che metta al centro l'efficacia del servizio offerto alla cittadinanza;
2) una quantità di personale adeguata e le professionalità necessarie al funzionamento degli uffici;
3) quel giusto riconoscimento professionale che il personale attende da anni e nuove assunzioni programmate nel tempo, in modo da assicurare sia il turn over sia la trasmissione delle conoscenze tra le diverse generazioni di dipendenti;
3) la riforma dell'ordinamento forense per garantire all'Avvocatura un ruolo in linea con la funzione prevista dalla Costituzione;
4) l'istituzione di una magistratura "non togata", che deve essere resa uniforme e selezionata con rigore all'accesso, garantendo alla stessa dignità ed adeguato trattamento retributivo-previdenziale. E' molto importante, inoltre, prevedere un sistema di incompatibilità assoluta tra funzione giudiziaria e libera professione, nonché una formazione adeguata ed efficienti strutture logistico-organizzative;
5) un rivisitato assetto della geografia giudiziaria, che - tenendo conto delle esigenze dei cittadini e dei mutati assetti istituzionali- permetta una razionalizzazione degli uffici, garantendone il miglior funzionamento;
6) risorse adeguate per il funzionamento degli uffici, un progetto concreto di informatizzazione - che porti allo snellimento delle procedure attraverso le notifiche telematiche ed il processo telematico completo - ed una appropriata formazione per il personale;
7) la re-internalizzazione del servizio di verbalizzazione nelle udienze nonché del servizio di assistenza tecnica informatica, importanti per ricomporre il ciclo lavorativo garantendo sicurezza.
8) il mantenimento di tutti i servizi all'interno del Ministero della Giustizia e delle altre Amministrazioni di riferimento, svolti da dipendenti interni all'apparato.
Consapevoli che la Giustizia è una priorità per il Paese e per la sua democrazia, desideriamo offrire il nostro contributo per un confronto aperto, che permetta di innovare la macchina e di conservare lo spirito della Costituzione italiana.

Roma, 10 luglio 2009


10 luglio 2009 - Il Gazzettino

Sicurezza e tariffe, le accuse di Rdb-Cub

Udine - La sicurezza del personale e dei passeggeri in primo piano, ma non solo. Tra i motivi dello sciopero nazionale dei trasporti proclamato per martedì scorso dai sindacati di base Rdb-Cub c’era anche l’allarme tariffe. «Aumentare i ricavi – si legge in una nota diffusa dal segretario regionale Willy Puglia – significa aumentare le tariffe a carico dell’utenza e delle collettività. Solo una parte dei costi del trasporto pubblico locale, infatti, ricade sugli utenti, e il restante viene coperto dagli enti pubblici».
Le Rdb, in particolare, imputano ai vertici di Trenitalia di aver già «ufficialmente ritoccato le tariffe di Tpl presentate alle Regioni, portandole da 0,118 a 0,145 €/passeggero-km, con un aumento pari a quasi il 23%». Fonte citata dal sindacato il numero di febbraio di "Linea diretta", la newsletter interna del gruppo Fs. Difficile verificare il dato sul nuovo contratto di servizio stipulato l’8 maggio scorso tra Regione Fvg e Trenitalia, che prevedeva un corrispettivo annuo per il 2009 di 36 milioni Iva compresa, a fronte di 3 milioni di chilometri di percorrenza complessiva. L’aumento rispetto ai canoni applicati nel 2008 era del 3,6% nella quota relativa al personale, ma sul costo complessivo hanno inciso anche altri parametri, dall’incidenza del servizio notturno e festivo fino alla qualità del materiale rotabile.
Ma il principale punto di attrito tra Trenitalia e i sindacati, dopo la tragedia di Viareggio, resta quello della sicurezza. Sotto accusa, in particolare, l’introduzione del macchinista unico, che secondo le Rdb verrebbe a compromettere gravemente le condizioni di sicurezza del personale e dei passeggeri in caso di malore del conducente. «Rispetto alle altre amministrazioni ferroviarie europee – si legge ancora nella nota – il gruppo Fs può vantare una maggiore sicurezza grazie proprio al modulo che prevede l’utilizzo di due persone anziché di una soltanto. Infatti, anche con dispositivi di sicurezza ben più avanzati di quelli utilizzati in Italia, gli incidenti che si verificano all’estero sono ben più gravi di quelli che si verificano nel nostro paese. Basti ricordare a tale proposito i diciassette morti del disastro di Crevalcore, esempio lampante di incidente su un treno condotto da un solo agente di guida, come accadeva in via sperimentale su quella linea all’epoca dei fatti».


10 luglio 2009 - La Nuova Venezia

Actv, sciopero dopo il Redentore
La protesta slitta a domenica 19. L’azienda: «Decisione illegittima»
di Manuela Pivato

VENEZIA - Sciopero dell’Actv per ventiquattro ore domenica 19 luglio. Così ha deciso Rdb-Cub facendo slittare di un giorno l’astensione dal lavoro proclamata inizialmente per il 18, proprio in coincidenza con l’intasatissima Festa del Redentore.
Anche se spostato a domenica, lo sciopero è comunque destinato a creare non pochi problemi considerata la quantità di persone che si riversa in laguna per il fine settimana di barche e fuochi d’artificio. Per questo, ieri pomeriggio, l’azienda ha invitato il sindacato a ripensarci, sottolinenado come la festa del Redentore debba essere considerata globalmente sia sabato che domenica.
E proprio la distinzione sul giorno esatto della festa era stato l’oggetto dello scontro tra Rdb-Cub e Actv. Secondo l’accordo siglato nel ’95, infatti, non sono autorizzate azioni di protesta nel giorno del Redentore. Bisogna però intendersi su quale viene considerato il vero giorno di festa.
Inizialmente Rdb-Cub aveva proclamato lo sciopero per il sabato ma l’azienda aveva subito replicato che non era possibile proprio in base all’accordo di quindici anni fa. Di qui la decisione di rivolgersi tambur battente alla commissione di garanzia che però, almeno fino a ieri sera, non si era ancora pronunciata sulla contesa.
Nel pomeriggio Rdb-Cub ha annunciato di aver spostato la data. Se sabato non è possibile, vada per la domenica. Immediata la replica dell’azienda: la festa del Redentore è sia sabato che domenica, visto che le migliaia di persone che calano in laguna per assistere allo spettacolo dei fuochi sull’acqua ripartono generalmente la domenica sera o comuqnue nell’arco della giornata. Per «festa», dunque, si deve intendere tutto l’intero settimana.
Ma Rdb-Cub, almeno fino a ieri sera, non sembrava aver orecchie per intendere. Spiega Danilo Scattolin: «Avevamo proclamato lo sciopero per il 18 poichè consideravamo che la festa coincidesse con la domenica ma l’azienda ci ha detto che era la festa del Redentore era il sabato. Allora, per rispettare la festa, abbiamo spostato lo sciopero a domenica».
L’astensione dal lavoro, salvo colpi di scena, inizierà con le prime corse di domenica - cioè verso le 3.30 - e si concluderà verso l’una di notte. Sabato o domenica che sia, per la città si annunciano comunque disagi pesanti.
Ma Rdb-Cub non sembra intenzionata a mollare la linea dura. Sul tavolo ci sono molte questioni aperte, a cominciare dal contestato Imob. «Il nuovo sistema sta continuando a creare grossi problemi - spiega ancora Scattolin - E’ ormai sotto gli occhi di tutti che non funziona, a cominciare dal fatto che impedisce all’utente di pagare regolarmente il biglietto perchè è troppo complicato e a volte non funziona proprio».


10 luglio 2009 - Julie news

Rdb: ecco le proposte per la sanità

Campania - Tutte le misure previste da quegli stessi "managers" che hanno portato in questi anni allo sfascio la sanità campana, fanno parte di una strategia quanto meno miope se non collusa e complice col disegno di affossare definitivamente la sanità pubblica gettandola nelle mani di un commissariamento del Governo nazionale. La "riorganizzazione" propagandata all’inizio del 2009 (per chiari ed inconcludenti fini elettoralistici) riduce drasticamente l’assistenza in modo generale ed in particolare quella d’emergenza, perché costa di più rispetto a quella riabilitativa e di lunga degenza. Un criterio ragionieristico che non tiene conto delle reali esigenze dei cittadini, che riduce il coefficiente posti letto per abitanti, (già al disotto della media nazionale) per far risultare un esubero di posti letto e di personale. La verità nuda e cruda è che nulla è stato fatto contro gli sperperi che hanno prodotto il disastro, come consulenze inutili e clientelari, primari e dirigenti di ogni livello senza reparti o dipartimenti, appalti, convenzioni, acquisti, ecc., e così non si è dato nessun segno di discontinuità con la politica e con i personaggi responsabili del disastro. L’aspetto più grave di tutta la questione è che non si è fatto niente per rendere la sanità pubblica più efficiente e competitiva rispetto a quella privata e nulla s’è fatto per ridurre le spese per l’acquisto di prestazioni sanitarie da privati e da altre Regioni, che incidono in modo determinante sulla spesa della sanità in Campania. Non si è intervenuto sulle motivazioni che limitano il potenziamento e il miglioramento della sanità pubblica in Campania. Rimane da capire se è realmente un limite oppure una scelta consapevole, razionale e finalizzata a favorire il "business" per la sanità privata. Per rilanciare, sviluppare e migliorare la sanità pubblica in Campania, nell’interesse dei cittadini e del bilancio della Regione, basterebbero poche e semplici decisioni:
1) liberare le strutture dai cantieri ancora aperti e fermi da anni, per consentire lo svolgimento pieno delle attività, utilizzando tutti gli spazi esistenti negli ospedali e nei distretti attualmente inutilizzati;
2) disporre l’estensione dell’orario della funzionalità delle camere operatorie di elezione, degli ambulatori specialistici, dei laboratori di analisi, delle radiologie e di ogni altro tipo di attività di diagnostica, riabilitazione e assistenza, almeno fino alle ore 20.
Questa trasformazione della sanità pubblica da par-time a full-time, consentirebbe:
1) di ridurre drasticamente le lunghe e vergognose liste d’attesa e le barelle nei corridoi;
2) di ridurre le clientele ed i pagamenti per ottenere una prestazione sanitaria;
3) di ridurre quella che è la maggiore spesa della sanità nella nostra Regione, cioè l’acquisto di sanità dai privati e da altre Regioni.
Le risorse per attivare queste proposte, andrebbero reperite attraverso il risparmio della spesa per l’acquisto di sanità da altre Regioni e da privati. Risorse che potrebbe essere utilizzate per adeguare gli organici attraverso l’assunzione di figure inesistenti quali gli O.S.S., la stabilizzazione dei precari e l’assorbimento dei lavoratori delle strutture sanitarie pubbliche che vedrebbero ridursi la loro attività. Rendendo in tal modo le strutture della sanità pubblica efficienti, qualificate e competitive con la sanità privata e di altre Regioni. Questo è la nostra proposta come piano di sviluppo, potenziamento e miglioramento della sanità pubblica in Campania, contro la politica dei tagli e l’affossamento della sanità, voluto ed approvato dal governo Sassolino. Su queste proposte promuoviamo un confronto pubblico con cittadini e operatori della sanità, associazioni degli utenti e degli operatori, istituzioni, movimenti e organizzazioni sindacali.


10 luglio 2009 - Il Giorno

Arsenale, i lavoratori: «Pronti a tutto per salvare i posti»
VERTENZA INFINITA

PAVIA - SI STA FACENDO tesa la situazione all'Arsenale di Pavia. La Rsu e le organizzazioni sindacali stanno valutando l'opportunità di organizzare azioni di lotta che potranno andare dal presidio all'occupazione, oltre allo sciopero a oltranza. L'obiettivo è quello di far sedere attorno a un tavolo il sindaco, il prefetto, tutti i parlamentari pavesi e i rappresentanti del ministero della Difesa in modo da trovare la giusta collocazione per i 216 dipendenti di via Riviera. Lavoratori che i sindacati vorrebbero mantenere sul territorio e non veder partire per Milano o Piacenza, le due sedi alle quali sono stati destinati secondo il piano di reimpiego predisposto da Roma. "Al prefetto chiediamo di convocare urgentemente la conferenza di servizi che - dicono Rsu, Cgil, Cisl, Uil, Flp Difesa e Rdb Cub - si deve svolgere alla presenza delle parti sociali, del sindaco e dell'assessore Trivi. A tutti i parlamentari pavesi, invece, chiediamo una riunione per eliminare i vincoli giuridici e normativi che impedirebbero eventuali trasferimenti agli enti locali e al ministero della Difesa di farsi carico presso la Funzione pubblica di reperire ulteriori disponibilità di posti nelle altre amministrazioni pubbliche locali". "Purtroppo abbiamo ereditato questa difficile situazione - ha risposto l'assessore comunale alle Attività produttive, Pietro Trivi -. Per quanto è nelle nostre possibilità saremo a fianco dei lavoratori. Cominciando a cercare nuovamente eventuali possibilità di reimpiego del personale nelle amministrazioni locali».(M.M.)


10 luglio 2009 - Targato CN

Il suono della sirena in difesa della dignità
di Gianpiero Ferrigno

Cuneo - Ci sono momenti, fatti e situazioni di fronte ai quali succede di trovarsi a disagio. Momenti, fatti e situazioni di cui si fatica a comprendere il senso. Abbiamo avvertito molto disagio il giorno in cui le sirene dei Vigili del Fuoco di Cuneo e dei distaccamenti hanno iniziato a suonare per protesta. Una protesta pacifica, civile e responsabile. Ma pur sempre una protesta. Il disagio provato non va ovviamente ascritto all’atto, ma bensì alle motivazioni che stanno alla base dell’atto stesso. Ovvio che il suono della sirena altro non era che il grido 'vergogna' indirizzato dai Vigili nei confronti di uno Stato che tratta molto male quelli che alla bisogna considera i suoi figli migliori. Lo sappiamo tutti che i Vigili del Fuoco sono di volta in volta gli eroi con l’elmetto, i cavalieri coraggiosi che sfidano le fiamme e l’acqua per trarre in salvo chi sta lottando con la morte, uomini che arrivano in tempo reale laddove c’è bisogno, uomini che fanno un lavoro delicatissimo senza badare troppo (sempre o quasi sempre) ai rischi del mestiere, insomma uomini insostituibili a salvaguardia nella nostra incolumità. Pochi, invece, sanno che gli eroi non riescono a farsi pagare per il lavoro svolto in straordinario e devono ricorrere al suono delle sirene per ricordalo a chi dovrebbe già saperlo che è ora di aprire i cordoni della borsa. Che vergogna, verrebbe da dire, riscontrare che chi lavora è costretto ad una forma di sciopero sui generis (non è stato interrotto il servizio) per avere ciò che gli è loro dovuto. Purtroppo la situazione dei Vigili del Fuoco che hanno aderito alla 'Giornata della Vergogna' promossa a livello regionale dalle sigle di categoria CGIL, CISL, UIL, RdB e Confsal non è un caso limite, una situazione episodica che riguarda seppur marginalmente un gruppo importante di uomini che indossano la divisa per servire lo Stato, cioè noi cittadini. Scopriamo che in molti altri posti la Polizia di Stato fatica a fare benzina, ha le auto rotte, pochi uomini e ovviamente, pochi mezzi. Stessa sorte tocca a Carabinieri e Guardia di Finanza, ma loro, essendo militari, fanno moltissima attenzione a manifestare il loro sacrosanto dissenso e si arrabattano con quel poco che hanno. È davvero buffo il nostro Paese. Lo Stato, in questo caso l’Istituzione Paese, li manda in campo in quella strana partita tra guardie e ladri e, mentre i mariuoli, i truffatori, gli assassini ed i malandrini in genere corrono al passo con i tempi, gli uomini in divisa, quelli che la prosopopea dipinge alla bisogna come eroi, gente di coraggio, uomini tutti di un pezzo, rincorrono a piedi. Soventissimo quando sentiamo il suono di una sirena, un brivido freddo ci attraversa la schiena perché sappiamo che qualcosa di grave è successo vicino a noi. Quando abbiamo sentito la sirena dei Vigili del Fuoco un brivido, anzi molto più di un brivido, ci ha scossi. Abbiamo provato vergogna, nel Giorno della Vergogna. Una grande vergogna perché un Paese che siede tra i grandi della Terra, lascia a terra i suoi uomini migliori.


10 luglio 2009 - Varese news

Lettere
Che fine hanno fatto Cgil, Cisl e Uil?

E' singolare il fatto che, nella nostra provincia, in una settimana si siano concluse positivamente per i lavoratori due importanti vicende sindacali.
E' altrettanto singolare che le vicende in questione ( la Ahlstrom di Gallarate e quella relativa alle cooperative che lavorano presso Agusta di Vergiate ) siano state condotte dal sindacato di base CUB.
Questi due fatti dimostrano che i lavoratori possono ancora alzare la testa e possono riconquistare quei diritti che sembravano persi per sempre.
Infine una domanda:che fine hanno fatto CGIL-CISL-UIL?


10 luglio 2009 - Omnia press

I sindacati denunciano lo stato di "arrocco" dell'Atm

Messina - Ritardi inaccettabili nell’erogazione dei salari, autobus ordinati non ritirati né pagati, pochi tram e autobus in servizio, ausiliari del traffico con contratto part-time, la "farsa" del capolinea sud del tram. E’ questo il quadro della situazione del servizio Atm di Messina denunciata dalle organizzazioni sindacali OrSA, Ugl, Cub/T, Cildi, Cisas, Rsu/Rls.I sindacati, non disposti a sopportare il persistere dello «stato dell’arte» e delle vecchie dinamiche, chiedono un urgente incontro con tutte le SS.LL. per affrontare le priorità e valutare proposte per il definitivo rilancio dell’Azienda Trasporti Municipalizzata. Nonostante l’indiscutibile impegno del Commissario La Corte, le organizzazioni denunciano uno stato «di arrocco» dell’azienda che non lascia trasparire nessuna iniziativa volta al risanamento e alla produttività in mancanza, soprattutto, del sostegno da parte delle istituzioni.
NIENTE STIPENDIO PER IL MESE DI GIUGNO A luglio inoltrato, denunciano i sindacati, non sono state ancora riconosciute le spettanze di giugno e qualcuno proverà a risolvere la questione denunciando i dipendenti, che dovrebbero lavorare gratuitamente, per interruzione di pubblico servizio. Ma questa è solo la punta dell’iceberg di un sistema che non riesce a produrre e a sgravarsi dei debiti. Vi sono infatti anche autobus ordinati dalla precedente gestione commissariale che non sono stati pagati e nemmeno ritirati, determinando la richiesta del rimborso economico attraverso decreto ingiuntivo da parte dell’azienda con cui si era stipulato il contratto di acquisto.
POCHI BUS E TRAM E LA PARADOSSALE CONDIZIONE DEI DIPENDENTI Dei 15 tram a disposizione e dei 150 bus che una città come Messina dovrebbe avere, solo 5 e 40 ne sono in funzione. A ciò si aggiunge l’assenza paradossale di autisti in un’azienda che denuncia esuberi. Gli ausilari del traffico e gli ex LSU – continuano le organizzazioni sindacali - restano abbandonati a vergognosi contratti part-time per un servizio scarsamente organizzato: le numerose proposte sindacali volte alla riqualificazione del personale e a contratti full-time non sono mai state prese nella dovuta considerazione. In atto, dunque, in azienda vige un illecito dumping salariale: i lavoratori a suo tempo convertiti nella qualifica di autista hanno infatti salari inferiori ai colleghi che svolgono lo stesso lavoro.
LA FARSA MESSINESE SUL CAPOLINEA SUD DEL TRAM Infine, per quanto concerne la vicenda del capolinea sud del tram, è stata emanata da pochi giorni una gara d’appalto con base d’asta di 60 mila euro. Cifra ritenuta dai sindacati oltremodo eccessiva per la giunzione e la messa in opera di una ventina di metri di binario, ma su questo nessuna risposta è stata data in riscontro alle loro perplessità. «Quanto sopra – dichiarano le organizzazioni sindacali - è solo una parte della lunga lista di paradossi, omissioni e disorganizzazioni croniche che hanno trasformato un’azienda potenzialmente produttiva in un fardello sul groppone dei cittadini. Vivacchiare su anticipi e prestiti della Regione - concludono - servirà solo a ritardare l’annunciato fallimento: l’ATM ha urgente necessità di ripartire da zero per riorganizzare l'intero sistema produttivo».


10 luglio 2009 - Milano Finanza

Crisi: Cub, il 13/7 sciopero in polo logistico Lacchiarella

MILANO (MF-DJ)--Per lunedi' 13 luglio, presso il polo logistico sito a Lacchiarella (Milano) in via Cascina la Confederazione Unitaria di Base ha dichiarato un'intera giornata di sciopero. Lo si apprende da una nota nella quale si precisa che saranno interessati in particolare i lavoratori della cooperativa Clo, una realta' che presso il sito impiega quasi 140 lavoratori, di cui il 90% stranieri, e che opera per la Standa Villa, appartenente al gruppo europeo Rewe, uno dei principali nella distribuzione merci da magazzino. Inoltre, davanti i cancelli dello stesso polo, il secondo in tutta la Lombardia per distribuzione merci, i lavoratori hanno organizzato anche un presidio. I motivi dello sciopero e della mobilitazione hanno come finalita' la redistribuzione delle ore lavorative tra i soci lavoratori, in opposizione al declassamento di una parte dei lavoratori dal IV al V livello e contro il tentativo di discriminare le Rsa a seguito della loro adesione alla Cub Trasporti.


10 luglio 2009 - Savona news

Savona: manifestazione antirazzista in piazza del Brandale

Savona - Domani, dalle 19 alle 23, nella piazza del Brandale a Savona, si svolgerà la manifestazione antirazzista contro il nuovo razzimo del pacchetto sicurezza, che introduce "leggi speciali" per i migranti e per i più deboli, che aumenta l'odio verso il "diverso", che fa dell'Italia un Paese che esclude e che dimentica la parola solidarietà. Durante la manifestazione si svolgerà il concerto sound acustico etnico con Capo e Gli Eroi, William Garcia e Kakafrica.
Alla manifestazione aderiscono: Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (ANPI), Associazione Nazionale ex Deportati (ANED), Associazione di Amicizia Italia-Cuba – Circolo di Savona, Associazione "Amici del Mediterraneo", Unione Solidarietà Equadoriani Iin Italia (USEI), Comitato "Usciamo dal Silenzio", Associazione Mediatrici Culturali, Associazione per la Sinistra – Savona, Casa dei Circoli Culture e Popoli – Ceriale, CUB, Donne in nero contro la guerra, Emergency, Medicina Democratica, Unione degli Atei e Agnostici Razionalisti (UAAR), Partito della Rifondazione Comunista, Partito dei Comunisti Italiani, Federazione dei Verdi, Sinistra Democratica, Partito Comunista dei Lavoratori, Sinistra per la Provincia.
Adesioni singole: Haidi Giuliani, Aldo Pastore, Umberto Scardaoni, Giovanni Urbani, Bruno Marengo, Franco Becchino (già Presidente Tribunale Savona), Giovanni Durante, Furio Mocco, Stefano Milano, GianCarlo Poddine, Filippo Ciorra, Emanuele Varaldo (medico pediatra), Matteo Vallauri (oncologo), Viviana Panunzio (ematologo), Nadia Ravera (ostetrica), Renata Barberis (operatrice consultori familiari), Vittorio Grosso (fisiatra), Sergio Rugiati (già Primario div. Ostetricia e ginecologia San Paolo), Guido Moscato (medico chirurgia maxillofacciale), Maria Grazia Siri (psicologa), Angelo Lucido (avvocato), Mauro Mazzi (avvocato), Sergio Acquilino (avvocato), Franca Ferrando (ex Preside Liceo Classico "Chiabrera"), Giorgio Amico (ex Preside), Wilma Filisetti (insegnante, CGIL Scuola), Rosaria Regalo (insegnante), Gianluca Paciucci (insegnante Liceo "A. Issel" – Finale), Monica Colombo (insegnante), Rosanna Lavagna (insegnante), Maurizia Nichelatti (insegnante), Valeria Ghis o (insegnante), Maria Veropalumbo (insegnante), Lucia Bernasconi (insegnante), Anna Bossi (insegnante), Angelo Gavarone (insegnante), Piera Moscino (insegnante), Mario Lugaro (insegnante), Tiziana Poggi (insegnante), Carlotta Pozzato (consigliera comunale Albisola S.), Federico Larosa (capogruppo PdCI consiglio com.le Savona), Bruno Larice (Presidente III Circoscrizione Savona), Nadia Ottonello (consigliera comunale Quiliano), Milvia Pastorino (capogruppo PRC consiglio com. Savona), Sergio Lugaro (consigliere com. Savona), Franco Zunino (assessore reg.le ambiente), Enrico Vesco (assessore reg.le pol. sociali).


10 luglio 2009 - Giornale di Treviglio

«Violata la privacy dei dipendenti»
di Laura Crespi

Romano - Schedari con indirizzi e numeri di telefono dei dipendenti asportati dagli uffici e portati a casa di alcuni addetti. Questa l'ipotesi di violazione della Privacy denunciata nei giorni scorsi da un sindacalista dell'ospedale cittadino al Garante.
Nell'occhio del ciclone gli operatori dell'ufficio infermieristico, in particolare quelli del reparto di Riabilitazione.«Anzichè organizzare le eventuali sostituzioni dall'ufficio, gli addetti dell'ufficio "Sitra" si portano a casa loro gli schedari con i turni e i recapiti degli infermieri reperibili, cosicchè, qualora ricevessero richieste di sostituzione, non sarebbe necessario per loro raggiungere gli uffici in ospedale, ma sarebbero in grado di organizzare la sostituzione da casa loro. Il fenomeno accade dopo le 17 e nei fine settimana - ha raccontato Roberto Cortesi , rappresentante sindacale dell'Rdb-Cub - Questo sistema va avanti sistematicamente da molto tempo, nonostante le rimostranze di molti infermieri».Stanco di protestare inutilmente Cortesi ha preso carta e penna e si è rivolto al Garante della Privacy. Nella denuncia Cortesi solleva il problema della protezione dei dati sensibili: «Se per esempio accadesse un furto in casa di queste persone, come potrebbero essere tutelati i nostri dati? Chi è responsabile di questa violazione?».Informata della denuncia, la direzione dell'Azienda ospedaliera Treviglio-Caravaggio ha commentato: «Tale nota sottopone un quesito, articolato in tre parti, circa l'utilizzo dei dati personali dei dipendenti da parte dell'Ufficio Sitra al fine di garantire i turni di attività infermieristica dei reparti. Data la peculiarità del tema, si ritiene opportuno attendere la risposta dell'Ente competente a formulare il parere in materia».


9 luglio 2009 - Ansa

G8: DOMANI MARCIA NO GLOBAL ALL'AQUILA

(ANSA) - L'AQUILA, 9 LUG - Domani, all'Aquila, alla annunciata marcia, i no global saranno tra 5 mila alle 6 mila: sono gli stessi comitati aquilani a fare il conto dei presenti. La manifestazione prenderà il via domani alle 13 dalla stazione di Paganica fino alla Villa comunale. Alla vigilia dell'evento no global è Stefano Frezza, rappresentante del comitato Epicentro Solidale, l'unico tra i comitati cittadini ad aderire alla manifestazione, a fare il punto della situazione. «Pullman sono attesi da tutta Italia; ne arriveranno da Siracusa, Catania, Milano, Bologna, Piacenza, Ferrara, Latina, Rieti e 15 sono annunciati ad oggi da Roma - spiega Frezza - » che lancia un appello affinchè l'evento organizzato dal Patto di base, Cobas, Rdb e Sdl, sia pacifico e corretto. «Raccomandiamo comportamenti incentrati sulla massima tranquillità - continua Frezza -, non ci dovranno essere momenti di tensione. La riuscita della manifestazione dipende dalla tranquillità con cui si manifesterà». Frezza ha sottolineato che tutti gli aquilani che hanno aderito hanno anche fatto presente che, alla prima scaramuccia e al primo accenno di disordine, lasceranno il corteo«. Intanto è stato deciso l'itinerario: alle 12 è previsto il concentramento alla stazione di Paganica, alle 13 il corteo partirà passando per la statale 17 e poi salirà per il circuito di Collemaggio per arrivare quindi alla Villa, stimano gli organizzatori, intorno alle 17 - 17.30.


9 luglio 2009 - Apcom

G8; Domani marcia 'pacifica' dei no-global. Prefetto:Siamo pronti
Corteo vicino luoghi del sisma, Gabrielli: Scontri? Imprevedibili

Roma, 9 lug. (Apcom) - Partirà domani alle 14 dalla stazione di Paganica la marcia anti G8 dei no global, organizzata dal Patto di Base (Cub-Cobas-SdL) alla quale parteciperanno numerose sigle delle forze sociali. Otto i chilometri di percorso, in cui saranno toccati i luoghi simbolo del terremoto: Onna, Tempera, San Gregorio e Sant'Elia. Punto d'arrivo è il centro dell'Aquila, proprio all'ingresso del centro storico. Dovrà essere una "marcia per la pace" sottolineano gli organizzatori. Il ritrovo dei manifestanti è previsto alle 12 alla stazione di Paganica, nei pressi della statale 17. In molti arriveranno con auto e furgoni propri. Gli organizzatori stanno ancora raccogliendo le adesioni dei numerosi bus che partono dal quartiere San Lorenzo a Roma, da dove i mezzi partiranno alle 9.30. Previsti i primi arrivi dei manifestanti da stasera. Cinque quadri di protesta campeggeranno lungo tutto il percorso. Il loro contenuto è per ora top secret. Al passaggio del corteo nei pressi delle tendopoli, i manifestanti inviteranno gli sfollati ad unirsi al corteo. all'iniziativa parteciperà ufficialmente una sola sigla aquilana, Epicentro solidale. Gli altri comitati cittadini non aderiscono ma possono partecipare singolarmente alla manifestazione, secondo quanto emerso nella riunione organizzativa di oggi. I centri di Paganica e Onna sono stati scelti come tappe di partenza proprio perché sono stati i luoghi più danneggiati dalla scossa del 6 aprile. La manifestazione vuole essere, a detta degli organizzatori, la "scossa per un nuovo mondo e per la ricostruzione del territorio". La marcia cercherà di raggiungere il centro storico. La parola d'ordine è non cercare lo scontro e non provocare. I Cobas della sede romana, che raccolgono le adesioni in queste ore, riferiscono che ma l'aumento degli arresti in questi giorni, in concomitanza con il G8, ha provocato in qualche maniera una reazione a catena che si sta concretizzando in un aumento delle iscrizioni. Per garantire immediata assistenza su eventuali arresti di manifestanti da parte delle forze di polizia, in marcia, con un particolare segno distintivo in bianco, sarà presente anche un team di legali. Si sta lavorando anche per fare entrare in Italia i gruppi no global che vogliono partecipare alla manifestazione. Intanto il prefetto della città Franco Gabrielli ha sottolineato che in vista della manifestazione non ci sarà un rafforzamento particolare delle misure di sicurezza: "Le misure di sicurezza sono sufficienti così come sono state predisposte. Non sarà di certo una manifestazione qualsiasi visto che il G8 non è un evento qualsiasi: non possiamo che gestirla con cautela e con molta attenzione. E' sicuro che faremo rispettare la legge - ha detto - ma con l'atteggiamento proprio del caso di manifestazioni come questa in cui si cerca un dialogo e una intesa". Quanto all'ipotesi di scontri e tensioni con le forze dell'ordine, secondo Gabrielli è "difficilmente prevedibile. Le tensioni possono scaturire talvolta da circostanze anche banali. Ma da parte delle forze di polizia, secondo le precise direttive del capo della polizia Manganelli saranno non dico concilianti, ma non saranno rigide".


9 luglio 2009 - Julie news

Dalla Torino del Sud alla desertificazione industriale
Salerno: contestazione RDB per i 90 anni di Confidunstria

Decenni e decenni di saccheggio dei grandi padroni del nord e di multinazionali senza scrupoli, hanno lasciato ai padroncini salernitani solo rovine e miseria sociale attraverso vecchi e nuovi fallimenti, vecchie e nuove ristrutturazioni e delocalizzazioni.
La festa la fate ogni volta ai lavoratori che accompagnate verso la disoccupazione senza reddito con la cassa integrazione a termine nonostante i miliardi di euro che gli stessi lavoratori hanno versato per la CIG per anni e anni … all’orizzonte i soliti provvedimenti, nuove e peggiori relazioni sindacali, nuovo e peggiore modello contrattuale per precarizzare e diminuire il costo del lavoro anche con gabbie salariali territoriali in nome di un federalismo economico che fa arretrare i lavoratori di oltre 50 anni. Mentre arrivano i soliti aiuti milionari alle imprese con sgravi, detassazione e leve fiscali … viene ridotta la lotta all’evasione fiscale e contributiva, aumenta la disoccupazione, aumenta il lavoro nero, aumenta l’insicurezza e le stragi delle morti bianche. Marzotto, D’Agostino, Etheco, Brollo, Ideal Standard, Velcarta, Metallurgica, Alcatel, Ideal Clima, Peroni, Ideal Standard, Cotoniere Meridionali, Finmek, Finmatica, Coelin, Fosso Imperatore … eppoi lo smantellamento e privatizzazione dei servizi pubblici dalla sanità alla giustizia, dalla scuola all’università, dai servizi sociali locali alla ricerca … tagli, e super tagli da decenni per ridurre la spesa pubblica che invece cresce portando alle stelle gli interessi che ogni anno vanno pagati a chi specula sul debito pubblico italiano accumulando ricchezza e potere … a pagare sempre e solo i lavoratori e i pensionati che vedono spegnersi il futuro per i loro figli … vergognatevi. Tutti a festeggiare, dalle rappresentanze politiche ed istituzionali a quelle confederali dei sindacati collaborazionisti alla corte dei grossi grassi padroni che nella crisi trovano nuove sintonie nei processi che impongono perdita di diritti, di salario, di occupazione e repressione del conflitto sociale.


9 luglio 2009 - Omniroma

RI.REI, RDB-CUB: «CONTINUA OCCUPAZIONE PISANA»

(OMNIROMA) Roma, 09 lug - «I lavoratori del consorzio Ri.Rei ed i familiari degli assistiti dell'associazione 'Genitori e Utenti Onlus' che da ieri mattina, insieme alla RdB-CUB, hanno occupato la Sala degli Etruschi del Consiglio regionale del Lazio, hanno passato la notte alla Pisana. Non è ancora arrivata la convocazione urgente richiesta dagli occupanti, che sollecitano chiarimenti riguardo alla marcia indietro sull'affidamento del servizio alle Asl precedentemente annunciato alle organizzazioni sindacali dal vice presidente Esterino Montino». Così in una nota RdB-CUB. «La RdB-CUB, preso atto del perpetuarsi dell'illecito affidamento dei servizi assistenziali e riabilitativi concessi provvisoriamente al consorzio di cooperative Ri.Rei (OSA, Unisan, Nuova Sair); alla luce degli innumerevoli incontri e accordi sottoscritti ma sempre disattesi; tenuto conto che la Giunta regionale ha dimostrato di anteporre la difesa degli interessi del consorzio e delle centrali cooperativistiche alla salvaguardia del servizio pubblico, alla tutela degli utenti, dei familiari e degli stessi lavoratori; vista la gravità della situazione in atto nei centri, richiede con urgenza una convocazione congiunta davanti al Prefetto di Roma - prosegue la nota sindacale - I lavoratori in assemblea permanente, esasperati dall'atteggiamento irresponsabile assunto dalle istituzioni, hanno deliberato lo stato di agitazione ad oltranza, consapevoli del disagio che ricadrà sugli utenti e sulle famiglie, ma determinati a sostenere le azioni di lotta necessarie a garantire un futuro dignitoso per il servizio, nel rispetto dei diritti degli utenti, delle loro famiglie e dei lavoratori stessi».

RI.REI,RDB: SOSPESA OCCUPAZIONE PISANA,DOMANI PROTESTA IN GIUNTA

(OMNIROMA) Roma, 09 lug - «L'assemblea dei lavoratori del consorzio Ri.Rei e dei familiari degli assistiti dell'associazione 'Genitori e Utenti Onlus', riunita nella sala degli Etruschi al consiglio regionale del Lazio, ha deliberato di sospendere l'occupazione attuata da ieri insieme alla RdB-Cub e di proseguire nella mobilitazione, dando appuntamento a domani, davanti alla giunta regionale del Lazio, in occasione della riunione fra la giunta ed i rappresentanti del consorzio Ri.Rei. prevista per le ore 14». È quanto si legge in una nota di Rdb Cub. «L'assemblea - prosegue il testo - ha ribadito lo stato di agitazione ad oltranza e le richieste già avanzate: incontro urgente e congiunto con Governo regionale e Prefettura; affidamento del servizio alle Asl di competenza e pagamento delle mensilità arretrate».


9 luglio 2009 - Dire

SANITÀ. RI.REI, RDB: CONTINUA OCCUPAZIONE ALLA PISANA
NOTTE IN SALA ETRUSCHI CON FAMILIARI ASSISTITI E SINDACATI

(DIRE) Roma, 9 lug. - "Continua l'occupazione alla Pisana da parte dei lavorati del consorzio Ri.Rei., dei familiari degli assistiti dell'associazione 'Genitori e Utenti Onlus' e dei sindacati Rdb-Cub". Lo fa sapere una nota dello stesso sindacato, che precisa: "Dopo il pernottamento nella sala degli Etruschi viene ribadita la richiesta di una convocazione immediata da parte del governo regionale e viene dichiarato lo stato di agitazione permanente. Gli occupanti sollecitano chiarimenti riguardo alla marcia indietro sull'affidamento del servizio alle Asl precedentemente annunciato alle organizzazioni sindacali, dal vice presidente della Regione Lazio, Esterino Montino". La Rdb-Cub, da parte sua, "vista la gravita' della situazione in atto nei centri, richiede con urgenza una convocazione congiunta davanti al prefetto di Roma".

SANITÀ. RI.REI, RDB: STOP OCCUPAZIONE MA BATTAGLIA PROSEGUE
"DOMANI APPUNTAMENTO DAVANTI ALLA GIUNTA REGIONALE"

(DIRE) Roma, 9 lug. - "L'assemblea dei lavoratori del consorzio Ri.Rei e dei familiari degli assistiti dell'associazione 'Genitori e Utenti Onlus', riunita nella sala degli Etruschi al Consiglio regionale del Lazio, ha deliberato di sospendere l'occupazione attuata da ieri insieme alla Rdb-Cub e di proseguire nella mobilitazione, dando appuntamento a domani, davanti alla Giunta regionale del Lazio, in occasione della riunione fra la Giunta ed i rappresentanti del consorzio Ri.Rei. prevista per le ore 14.00". Lo fa sapere in una nota lo stesso sindacato, aggiungendo che "l'assemblea ha ribadito lo stato di agitazione ad oltranza e le richieste gia' avanzate: incontro urgente e congiunto con governo regionale e Prefettura; affidamento del servizio alle Asl di competenza e pagamento delle mensilita' arretrate".

SANITÀ. RI.REI, CIOCCHETTI: MARRAZZO RISPONDA A DIPENDENTI
"REGIONE METTE A RISCHIO SERVIZIO PER 1.200 DISABILI"

(DIRE) Roma, 9 lug. - "Mi unisco al coro dei dipendenti del consorzio Ri.Rei chiedendo, in questa fase delicata, al presidente della Regione Lazio Marrazzo chiarimenti sull'affidamento del servizio alle Asl ma soprattutto serieta' e rispetto per i lavoratori e per un servizio importante per i suoi utenti". Lo afferma il segretario regionale dell'Udc, Luciano Ciocchetti. "La Regione Lazio non pagando il Consorzio Ri.Rei, chiaramente in condizione economiche drammatiche- aggiunge- mette a rischio il servizio che da sempre viene prestato ai 1.200 utenti disabili. La soluzione prospettata in questi giorni dal vicepresidente Montino di pagare direttamente solo i 500 lavoratori, non permettera' di salvare la tragica situazione". Secondo Ciocchetti "per garantire la giusta funzionalita' del servizio e' necessario regolarizzare il pagamento delle rette e ristabilire definitivamente la struttura del consorzio".


9 luglio 2009 - Iris

LAZIO: RI.REI, CONTINUA L'OCCUPAZIONE DELLA PISANA CON RDB

(IRIS) - ROMA, 9 LUG - Dopo aver pernottato nella Sala degli Etruschi ribadiscono la richiesta di una convocazione immediata da parte del Governo regionale. Dichiarato stato di agitazione permanente. I lavoratori del consorzio Ri.Rei ed i familiari degli assistiti dell’ associazione "Genitori e Utenti Onlus" che da ieri mattina, insieme alla RdB-CUB, hanno occupato la Sala degli Etruschi del Consiglio regionale del Lazio, hanno passato la notte alla Pisana. Non è ancora arrivata la convocazione urgente richiesta dagli occupanti, che sollecitano chiarimenti riguardo alla marcia indietro sull’affidamento del servizio alle ASL precedentemente annunciato alle organizzazioni sindacali dal Vice Presidente Esterino Montino.La RdB-CUB, preso atto del perpetuarsi dell’illecito affidamento dei servizi assistenziali e riabilitativi concessi provvisoriamente al consorzio di cooperative Ri.Rei (OSA, Unisan, Nuova Sair); alla luce degli innumerevoli incontri e accordi sottoscritti ma sempre disattesi; tenuto conto che la Giunta regionale ha dimostrato di anteporre la difesa degli interessi del consorzio e delle centrali cooperativistiche alla salvaguardia del servizio pubblico, alla tutela degli utenti, dei familiari e degli stessi lavoratori; vista la gravità della situazione in atto nei centri, richiede con urgenza una convocazione congiunta davanti al Prefetto di Roma.I lavoratori in assemblea permanente, esasperati dall’atteggiamento irresponsabile assunto dalle istituzioni, hanno deliberato lo stato di agitazione ad oltranza, consapevoli del disagio che ricadrà sugli utenti e sulle famiglie, ma determinati a sostenere le azioni di lotta necessarie a garantire un futuro dignitoso per il servizio, nel rispetto dei diritti degli utenti, delle loro famiglie e dei lavoratori stessi.


9 luglio 2009 - Asca

G8: BERNOCCHI (COBAS), DOMANI TUTTI A L'AQUILA PER MARCIA CONTRO VERTICE

(ASCA) - Roma, 9 lug - ''Voi G8 siete il terremoto noi siamo tutti aquilani/e'': questo striscione aprira' la Marcia contro il G8 e per la ricostruzione sociale al 100% della citta', che -promossa dalla Rete Nazionale Contro il G8- si svolgera' domani a L'Aquila, partendo dalla stazione di Paganica (ore 12) fino ai Giardini Comunali. Ne da' notizia Piero Bernocchi, portavoce nazionale COBAS, con un comunicato in cui spiega il senso della marcia. ''Gli aquilani/e apriranno il corteo, con i lavoratori del Patto di Base (Cobas, Cub, SdL), con gli insegnanti che nelle tendopoli hanno continuato la didattica, con i vigili del fuoco che tanto hanno aiutato le popolazioni, con i giovani di Epicentro Solidale e Spazio 51, con i cittadini che osteggiano il G8, responsabile della crisi globale, e esigono la ricostruzione al 100%. Marceranno insieme a loro -spiega Bernocchi- migliaia di persone di tutta Italia (da Roma almeno 10 pullman partiranno alle 10 dallo Scalo S.Lorenzo) in opposizione al G8, in sostegno alla lotta aquilana per una vera ricostruzione e contro le iniziative repressive di questi giorni nei confronti del movimento altermondialista (''noglobal''). E' un movimento forte a livello mondiale di migliaia di reti, strutture sindacali, sociali, pacifiste, ambientaliste, antirazziste, femministe, che organizzano centinaia di milioni di persone e che, da almeno un decennio, contestano il dominio del profitto e della mercificazione globale, responsabile di una crisi mondiale che e' economica e finanziaria, ma anche ambientale, climatica, energetica, alimentare e bellica''. ''Non vogliamo essere noi a pagare la crisi causata dai padroni del globo: percio' abbiamo proposto, da Belem ad Atene, da Londra a Strasburgo, fino alle citta' italiane contro i G8 tematici dal 28 marzo in poi, un programma alternativo di uscita dalla crisi, egualitario, solidale, pacifico, ecologico, a favore dei popoli, dei lavoratori, dei piu' deboli e indifesi. Contro questa mobilitazione -aggiunge Bernocchi- si e' scagliata una stolida e bipartisan repressione, culminata nell'ignobile procedimento della magistratura torinese con i 21 arresti di militanti del movimento e nel violento attacco ai giovani che il 7 a Roma cercavano di bloccare il traffico, conclusosi con 36 fermi o arresti. La sorprendente alleanza tra il magistrato 'eccellente' Caselli (da sempre in 'quota' centrosinistra) e Maroni sembra riesumare (e' la 'assunzione di responsabilita'' che D'Alema richiede al PD, in vista di 'forti scosse' politiche?) il vecchio compromesso storico DC-PCI sulla pelle dei movimenti. Perche' altrimenti un assurdo procedimento come quello di Torino? Perche' 48 ore prima delle manifestazioni antiG8? Perche' dipingere come 'violento' un movimento che subisce 36 arresti senza che alcun poliziotto abbia il minimo danno? Perche' nessuna protesta da parte del centrosinistra? Ci vogliono spingere a scelte autolesioniste, ma non abbocchiamo: la Marcia a L'Aquila evitera' zone rosse e altre trappole, puntera' pacificamente verso il centro di L'Aquila per riconsegnarlo simbolicamente ai suoi cittadini della campagna 100%. Ad essi chiediamo di aprire la Marcia e di condurla con noi fino ai Giardini Comunali dove le vittime del terremoto prenderanno la parola per rilanciare le proprie proposte''.


9 luglio 2009 - Radio Città Aperta

CONTINUA OCCUPAZIONE ALLA PISANA
DI LAVORATORI E FAMILIARI RI.REI CON RDB

Roma - I lavoratori del consorzio Ri.Rei ed i familiari degli assistiti dell' associazione "Genitori e Utenti Onlus" che da ieri mattina, insieme alla RdB-CUB, hanno occupato la Sala degli Etruschi del Consiglio regionale del Lazio, hanno passato la notte alla Pisana. Non è ancora arrivata la convocazione urgente richiesta dagli occupanti, che sollecitano chiarimenti riguardo alla marcia indietro sull'affidamento del servizio alle ASL precedentemente annunciato alle organizzazioni sindacali dal Vice Presidente Esterino Montino. La RdB-CUB, preso atto del perpetuarsi dell'illecito affidamento dei servizi assistenziali e riabilitativi concessi provvisoriamente al consorzio di cooperative Ri.Rei (OSA, Unisan, Nuova Sair); alla luce degli innumerevoli incontri e accordi sottoscritti ma sempre disattesi; tenuto conto che la Giunta regionale ha dimostrato di anteporre la difesa degli interessi del consorzio e delle centrali cooperativistiche alla salvaguardia del servizio pubblico, alla tutela degli utenti, dei familiari e degli stessi lavoratori; vista la gravità della situazione in atto nei centri, richiede con urgenza una convocazione congiunta davanti al Prefetto di Roma. I lavoratori in assemblea permanente, esasperati dall'atteggiamento irresponsabile assunto dalle istituzioni, hanno deliberato lo stato di agitazione ad oltranza, consapevoli del disagio che ricadrà sugli utenti e sulle famiglie, ma determinati a sostenere le azioni di lotta necessarie a garantire un futuro dignitoso per il servizio, nel rispetto dei diritti degli utenti, delle loro famiglie e dei lavoratori stessi.


9 luglio 2009 - La Nuova Sardegna

Le richieste dell’Rdb al vertice in prefettura.
Presto un incontro con Area e Comune
«Basta sfratti: è un problema sociale»
di Valeria Gianoglio

NUORO. «Sospenda tutto perché questo, ormai, è un problema sociale con possibili risvolti nell’ordine pubblico». Alle 10 di ieri mattina, seduto davanti al prefetto Franca Cocco, il coordinatore regionale dell’Rdb-Cub, Enrico Rubiu, non si perde decisamente in chiacchiere.
Gentile ma fermo, davanti a una delegazione di sfrattati, lo chiede più volte al rappresentante del governo, che gli sgomberi annunciati degli abusivi nuoresi devono essere bloccati. Perché il diritto alla casa, spiega, dovrebbe essere un diritto di tutti. E perché, in fondo, secondo Rubiu, «è più illegale chi non assicura questo diritto a tutti, rispetto all’illegalità di chi occupa le case». «Sospendete tutto - ha chiesto, dunque, Rubiu insieme a Federico Carboni, dell’Rdb-Cub - noi comunque staremo sempre dalla parte degli occupanti. E soprattutto chiederemo un incontro in Regione per discutere della sanatoria».
Il prefetto Franca Cocco, dal canto suo, di fronte alla delegazione che ha ricevuto in prefettura, è stata altrettanto chiara. Dopo aver ascoltato le posizioni di tutti, ha ricordato che esiste una legge precisa e va rispettata. E che l’occupazione di una casa è un reato. Ma ha garantito, comunque, che da lì a poco avrebbe organizzato un incontro tra sindacato Rdb, Comune e Area. Per quanto riguarda la richiesta di sospendere gli sfratti, però, dalla prefettura non è arrivata una risposta. Anche gli sfrattati, ieri, hanno avuto occasione di dire la loro. Di raccontare che, pur avendo commesso un reato, hanno sempre cercato di pagare la tassa di occupazione. E che comunque molti hanno occupato case che pochi sarebbero disposti ad accettare. Fuori dalla prefettura, mentre si svolgeva l’incontro, i militanti di A Manca pro s’indipendentzia, che sin dall’inizio hanno sostenuto gli sfrattati, hanno fatto un piccolo sit in e distribuito volantini.


9 luglio 2009 - Corriere del Veneto

La vertenza Il sindacato autonomo protesta per Imob e i turni in laguna e terraferma
Sciopero di 24 ore al Redentore. La sfida di Rdb-Cub all’Actv
L’azienda si rivolge alla commissione di garanzia
di Paola Vescovi

VENEZIA – Rdb Cub «sfida » Actv e proclama per il prossimo 18 luglio, sabato del Redentore, uno sciopero di 24 ore. Fra azienda e sindacato però è già scontro e la questione finisce a Roma alla commissione di garanzia. Le conseguenze di un simile sciopero, in una giornata che ogni anno riversa in città migliaia di persone, sarebbero pesantissime per l'intera mobilità. Rdb Cub, che ha aperta da mesi con Actv una vertenza e già due procedure di raffreddamento, lancia intenzionalmente la provocazione «per non sottostare più ai continui ricatti dell'azienda», spiega Danilo Scattolin. L'azienda, dal canto suo, giudica illegittima la proclamazione dello sciopero; già ieri, una volta pervenuta la comunicazione ufficiale del sindacato, l'ufficio del personale di Actv ha inviato in risposta una lettera che ricorda l'impossibilità di azioni di protesta nel giorno del Redentore secondo gli accordi sottoscritti con tutte le sigle sindacali. Rdb Cub, però, rilancia: «Per quanto ci riguarda la giornata del Redentore propriamente cade di domenica, siamo pertanto dentro le regole – aggiunge Scattolin – In ogni caso giudichi pure la commissione di garanzia. Quel che deve essere chiaro è che non siamo più disposti ad accettare l'assoluto atteggiamento di chiusura dell'azienda nei confronti delle problematiche che andiamo evidenziando. In questi termini non è più possibile continuare». La vertenza di Rdb Cub riguarda in particolare i nodi del sistema Imob («le cui falle determinano un forte calo di introiti», rincara il sindacato), così come la situazione contrattuale dei lavoratori della navigazione e i turni del comparto automobilistico. Il braccio di ferro va avanti da mesi fra vertenze, scioperi e minacce di nuove azioni di protesta. L'ultimo, nazionale, è stato messo in atto appena due giorni fa (per tre ore soltanto) senza causare in realtà alcun disagio.
E' evidente però che una astensione di ventiquattro ore il sabato del Redentore potrà mettere in serie difficoltà gli spostamenti del centro storico e i collegamenti con la terraferma. Una provocazione, insomma, che rischia di agitare le acque e attirarsi gli strali di residenti ed operatori economici. Oggi lo scontro è più che mai alla resa dei conti, ma Actv non ci sta. «Per quanto riguarda, il nostro servizio – fa sapere l'azienda – si svolge tutto al sabato, che è la giornata dei fuochi. Al sabato paghiamo i turni straordinari ai nostri dipendenti e sempre al sabato apportiamo tutte le misure necessarie. Esiste del resto un accordo preciso fra le parti che stabilisce tutto questo. I servizi del Redentore storicamente partono al sabato». In attesa di conoscere il verdetto della commissione di garanzia, Rdb Cub lancia il sasso ma allo stesso tempo si dice disposta a scendere a patti: «Noi possiamo anche tornare sui nostri passi – conclude Scattolin - se Actv decide di convocarci e di riprendere con noi il dialogo verso il quale ha sempre mostrato un atteggiamento impositivo». Dall'azienda, al momento, non arriva alcun segnale in questo senso: «Da qui al 18 staremo a vedere».


9 luglio 2009 - Corriere di Novara

PREOCCUPATI SUL FUTURO
I RAPPRESENTANTI DEL MIGLIAIO DI EXTRACOMUNITARI PRESENTI IN CITTA'
Pacchetto Sicurezza, «un dazio alla Lega»
«Norme che vanificano gli sforzi fatti negli anni verso l'accoglienza e l'integrazione»
di Cario Panizza

Borgomanero - Il "pacchetto sicurezza" approvato qualche giorno fa dal Parlamento, e che tra le altre cose prevede anche l'introduzione del "reato di clandestinità" per gli extracomunitari che entrano e soggiornano in Italia senza permesso di soggiorno, ha tenuto banco sabato pomeriggio a Villa Marazza in un incontro pubblico promosso dall'associazione di volontariato "Donne per l'immigrazione" in collaborazione con le Federazioni provinciale e regionale delle "Rappresentanze sindacali di base" Nella sala della fonoteca l'ex assessore comunale ai Servizi sociali Sergio Vercelli, che per il suo impegno nel volontariato (da tempo è referente di zona dell'Associazione II Giardino delle rose blu) alcuni anni fa ricevette il "premio borgomanerese della bontà", senza tanti giri di parole è andato subito al nocciolo della questione stigmatizzando il provvedimento voluto dal Governo in carica. «Come cittadino – ha detto – mi chiedo se ci troviamo in una situazione tale da giustificare l'adozione di simili misure che sembrano piuttosto essere state prese dal Governo solo per pagare il dazio a Lega nord. Come cittadino italiano – ha aggiunto – sono indignato nel vedere approvate norme che offendono la dignità umana e vanno a vanificare gli sforzi fatti da tante associazioni che in questi anni si sono occupate di accoglienza e integrazione. Che ne sarà di tutte quelle ragazze che, proprio da queste associazioni, sono state tolte dal marciapiede dove erano costrette a prostituirsi da gente senza scrupoli? Per ribadire questi concetti – ha preannunciato Vercelli – il 9 e 10 ottobre organizzeremo proprio qui a Borgomanero la giornata della festa dei popoli». Secondo Aboubakar Soumahoro, ivoriano, 29 anni, da dieci operaio in una fabbrica di Torino nonché responsabile nazionale per l'immigrazione delle Rappresentanze Sindacali di base, «il pacchetto sicurezza contrasta con i principi fondamentali della Costituzione italiana e in modo particolare con l'articolo 3 laddove viene sancito che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge senza distinzione di sesso, razza, lingua e religione». «In Italia su un milione di irregolari sono almeno 650.000 le donne immigrate senza permesso di soggiorno – ha affermato Khady M'Backe, trentenne di origine senegalese che in città ha fondato l'associazione "Donne per l'immigrazione" – e la stragrande maggioranza di loro sono impegnate in campo socio-assistenziale per accudire soprattutto persone anziane, spesso disabili. Sono persone che sono qui in Italia da anni e che lavorando si sono integrate nella società. Cosa succederà ora a queste donne e ai loro figli, molti dei quali, pur essendo nati in Italia, diventeranno anche loro clandestini? Non potranno più accedere ai servizi sanitari ne tanto meno iscriverei loro figli ad una scuola». L'approvazione del "pacchetto sicurezza" ha indubbiamente allarmato gli extracomunitari (più di mille tra regolari e clandestini, in prevalenza donne) presenti in città. Diversi di loro hanno chiesto assistenza proprio all'associazione "Donne per l'immigrazione" che da alcuni mesi ha aperto un ufficio in corso Roma 136 operativo il il lunedì e giovedì dalle 17 alle 19.


9 luglio 2009 - Left

Vendo la ricerca. Agli amici
Duecento precari licenziati all'Ispra, ente ambientale, oggi gestito da un ex poliziotto. Il ministro Prestigiacomo preferisce avvalersi di una società più malleabile. Messa nelle mani di un avvocato siracusano
di Serena Salucci

In processione il 3 luglio, giornata dello sciopero generale del pubblico impiego indetto dai sindacati di base, accanto al tradizionale san Precario debutta in grande stile "beata Assunta" protettrice dei precari stabilizzati e degli stabilizzandi. A portare in trionfo l'icona, due ex precari della ricerca, testimoni del lungo travaglio di chi ce l'ha fatta a strappare quel contratto a tempo indeterminato che la beata reca in mano con aria incredula e tormentata. L'attenzione però vogliamo rivolgerla a quelli che né beati né assunti lo sono stati, perché la scadenza del 30 giugno, la dead line che il ministro Brunetta avrebbe voluto imporre a decine di migliaia di "precari di Stato", benché sfumata all'ultimo minuto nelle lungaggini parlamentari è rimasta nero su bianco sui contratti mai rinnovati. È il caso di 200 co.co.co. e lavoratori a tempo determinato dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), ricercatori, tecnici e amministrativi che da martedì, quindi, sono "fuori", senza contratto, licenziati. Per altri 230 c'è speranza fino al 31 dicembre, la seconda tranche di scadenze contrattuali a rischio. La scorsa settimana i dipendenti dell'Ispra hanno occupato la sede romana dell'Istituto. I vigilantes, per tutta risposta, hanno sequestrato agli ormai ex dipendenti dell'ente i tesserini di riconoscimento del ministero dell'Ambiente. Non sono serviti mesi di lotta dura, di manifestazioni, di presidi e occupazioni delle sedi di lavoro, di blitz con striscioni nei convegni. «Lo Stato ammazza la ricerca», dicono i precari: il messaggio è inequivocabile in uno spot che i ricercatori hanno girato nel cortile della sede centrale di Roma, dove un cecchino in giacca e cravatta armato di fucile fa fuori uno a uno la schiera di ricercatori mascherati in camice bianco: un'esecuzione fredda e calcolata. «La copertura economica per assumere questi lavoratori c'è» afferma Claudio Argentini, delegato nazionale delle Rdb-Cub Ricerca «ma il governo non vuole sentire ragioni. Ci sono decine di contratti a tempo determinato scaduti, nonostante siano finanziati da progetti di ricerca ancora in corso». Ma se i soldi potrebbero non essere il problema, allora di che morte muore la ricerca? Una risposta si può cercare nella vicenda dell'Ispra, nato a giugno 2008 dalla fusione tra Apat, Icram e Infs, gli enti deputati alla ricerca e al controllo ambientale, del mare e della fauna selvatica. Ad appena un mese dall'insediamento (le] nuovo governo, il ministro dell Ambiente Stefania Prestigiacomo «per rispondere all'esigenza di riduzione dei componenti dei cda, con il conseguimento di risparmi» decide di accorpare i tre enti, inserendo la norma, a sorpresa, nel corso della conversione del decreto sull'emergenza rifiuti a Napoli. Vengono così spazzati via in un sol colpo i vertici (lei tre enti insediati da Pecoraro Scanso. A capo del nuovo istituto la ministra nomina un commissario, l'ex vice capo della polizia, Vincenzo Grimaldi. E' la prima volta di un prefetto in un ente di ricerca: nel suo curriculum l'unica esperienza vicina è la gestione dell G8 dell'Ambiente nel marzo 2001. Grimaldi è però esperto di sicurezza (è lui che ha firmato con Cofferati il primo Patto per la sicurezza e di pubblica amministrazione (dal 2008 è alto commissario per la prevenzione e il contrasto della corruzione e delle altre forme di illecito nella p.a.). Potrebbe essere la persona giusta per gestire con mano ferma il ridimensionamento della neonata Ispra. Il campanello d'allarme tra i lavoratori (lei tre istituti suona nell'estate 2008. Il nome che circola insistentemente è quello della Sogesid, la società del ministero dell'Economia, nata nel 1994 con il compito di realizzare infrastrutture idriche, in seguito trasformata, con un emendamento della Finanziaria 2007, in società strumentale del ministero dell'Ambiente (dunque il dicastero può affidare alla Sogesid le sue commesse senza passare da bandi digara).Il dubbio che ci possa essere una sovrapposizione o peggio un travaso di competenze tra Ispra e Sogesid è oggetto di tre interrogazioni parlamentari. Il 9 luglio 2008 il deputato Pdl Ugo Lisi chiede al ministro dell'Ambiente «di mettere in liquidazione la Sogesid spa o, in alternativa, di porre in essere azioni per ridefinire il piano industriale della stessa, in modo da evitare possibili sovrapposizioni». Tocca poi al Pd, con Roberto Della Seta al Senato il primo ottobre, e Alessandro Bratti alla Camera il 21 ottobre, chiedere la soppressione o quantomeno il ridimensionamento della Sogesid. Risponde in aula il sottosegretario all'Ambiente Roberto Mensa che esclude la liquidazione della società: la Sogesid non fa concorrenza all'Ispra «per la diversità di ruoli e di funzioni». Nel frattempo Prestigiacomo ha provveduto a soddisfare le richieste di Lisi, e del Pdl, operando una drastica revisione del Ma della società, attraverso una modifica statutaria che attribuisce al ministero dell'Ambiente il potere di nomina del presidente e amministratore delegato della Sogesid spa. Poltrona che viene riservata a un concittadino del ministro, l'avvocato siracusano Vincenzo Assenza, ex mastelliano passato al Pdl. La strada è aperta: «il piano industriale di Sogesid è in fase di predisposizione da parte dell'attuale consiglio» recita la risposta scritta del sottosegretario Menia all'interrogazione di Lisi. «La Sogesid si qualifica dunque come società in house providing, ( ... ) strumentale al ministero dell'Ambiente per il perseguimento degli obiettivi istituzionali del suddetto dicastero che ( ... ) esercita il potere di indirizzo e di controllo sull'operatività della stessa». Nel nuovo statuto, sostiene il sottosegretario, «le nuove attività della Sogesid» sono «pensate come applicabili trasversalmente a tutte le filiere produttive» del ministero dell'Ambiente. Senza alcuno "spreco" di personale: «La Sogesid con una struttura organizzativa molto snella, composta da 44 unità [ ... ] realizza le attività affidate» utilizzando «di volta in volta collaborazioni esterne per la durata necessaria ad assicurare il buon esito delle commesse». Nella Sogesid, insomma, la precarietà è qualcosa di assolutamente normale: «La Sogesid si avvale del contributo di risorse esterne non perseguendo, quindi, criteri di stabilità in materia di personale che, unitamente a un aggravio del conto economico, connoterebbe la società di strutturale rigidità». Al posto dell'Ispra, ente autonomo deputato a seguire i frequenti problemi ambientali del Paese, si sostituisce una società sotto il totale controllo del ministero. Problema non da poco, dato i delicatissimi compiti svolti dall'Ispra: «Supporto e l'assistenza tecnica specialistica in materia di gestione integrata dei rifiuti urbani e dei rifiuti speciali, programmazione ed attuazione degli interventi di bonifica finalizzati al risanamento ambientale, il supporto tecnico allo svolgimento di attività internazionali di competenza e la costante assistenza tecnica al comitato per la vigilanza sull'uso delle risorse idriche». Compiti gestiti sulla base di due principi cardine: precarietà e risparmio. Ma quanto entra nelle casse della Sogesid? Risponde ancora il documento di Menia: «La Sogesid ha in portafoglio 71 commesse per un importo complessivo di lavori di 52,5 milioni di curo». Gli strumenti ci sono tutti per "ammazzare" la ricerca pubblica: una società che può all'occorrenza fare tutto ciò di cui il ministero ha bisogno e un prefetto alla guida dell'Ispra, confermato commissario fino alla fine del 2009, giusto per cacciare ancora altri precari e tenere in stallo le stabilizzazioni. Ai precari dell'Ispra non rimane altro che affidarsi alla "beata Assunta", perché Stefania, la "beata ministra", sembra avere tutt'altre altre intenzioni.

SINDACATI DI BASE
Beata assunta in corteo

Tornano a protestare i sindacati di base, Cobas, Sdl ed Rdb-Cub. Ma questa volta il loro simbolo non sará più san Precario, bensì beata Assunta. La statua della nuova santa sarà portata in processione per le strade di Roma il 3 luglio, giornata dello sciopero generale del pubblico Impiego, si fermerà a palazzo Vidoni, sede del ministero guidato da Renato Brunetta. li quale, nonostante i propositi rivoluzionari e la fama da killer infallibile, ha già dovuto fare alcuni importanti passi indietro. saltato il cosiddetto "decreto ammazza precari", che avrebbe costretto al licenziamento decine di migliaia di lavoratori atipici, senza i quali molte pubbliche amministrazioni sarebbero state condannate all'inattività: sono state alleggerite le regole sui controlli fiscali peri lavoratori in malattia. Ma rimane inalterato l'impianto del cosiddetto "piano industriale della pubblica amministrazione", voluto dal ministro e approvato dai governo. II cui obiettivo, secondo i sindacati di base che hanno organizzato decine di iniziative di protesta in tutto il Paese, è lo «smantellamento della pubblica amministrazione. Insieme a un «pesante attacco al salario dei lavoratori pubblici». Infatti le retribuzioni, spiega l'Rdb-Cub, saranno in parte legate all'andamento dei conti delle amministrazioni locali, «introducendo così una grave disparità fra territori». Mentre per la parte variabile «sarà sempre più dipendente dalla relazione cori il dirigente e (la valutazioni esterne e senza controllo». Infine, spiega l'Rdb-Cub, «viene introdotto un codice di disciplina simile a un regolamento militare, con lo scopo di intimidire i lavoratori, che potranno essere licenziati per "scarso rendimento"».(m.b.)


9 luglio 2009 - Il Messaggero

Roma. Nessun affidamento provvisorio alle Asl dei centri per disabili ex Anni Verdi...
di MONICA MARTINI

Roma - Nessun affidamento provvisorio alle Asl dei centri per disabili ex Anni Verdi che per ora seguiteranno ad essere gestiti dal consorzio Ri.Rei. Questo l'esito della riunione della commissione sanità che si è svolta ieri mattina. Una decisione che ha provocato reazioni contrastanti, ma che è stata accolta favorevolmente dai vertici del consorzio. «La delibera di Giunta regionale, così come è stata emendata, rappresenta un tassello importante nel percorso verso la stabilizzazione del consorzio Ri.Rei». E' stato il commento delle cooperative che dal 2006 svolgono il servizio nelle strutture di S.Severa e Roma che in una nota stampa hanno precisato: «Attendiamo con cautela e senza abbassare la guardia i prossimi sviluppi, perché la strada della concertazione è ancora lunga e molti aspetti dovranno essere discussi. Quella di oggi rappresenta per noi una piccola vittoria, conquistata con determinazione insieme alle associazioni più rappresentative delle famiglie degli utenti». Di parere diametralmente opposto l'associazione familiari utenti disabili del centro di Santa Severa ed i sindacati di categoria Fials e Rdb Cub. «Ancora una volta, a causa del voltafaccia della Giunta regionale- ha dichiarato Pio Congi responsabile Rd.cub - con alcuni genitori abbiamo occupato una sala del Consiglio regionale. Non ci può essere trattativa libera se si subiscono i ricatti delle cooperative che pretendono l'affidamento definitivo e tagli preventivi al personale». Per Angela Contona, dell'associazione utenti disabili ormai è chiaro che la Regione è ostaggio delle cooperative. Solo parzialmente soddisfatto il consigliere regionale Enrico Luciani che seguita a chiedere una gestione pubblica delle strutture per disabili di Roma e Santa Severa.


9 luglio 2009 - Il Manifesto

CANTIERI SOCIALI
Ci dichiariamo clandestini
di Pierluigi Sullo

Dal giorno dell'approvazione del cosiddetto «pacchetto sicurezza», insomma le leggi razziali, sta accadendo, qui nella redazione di Carta, qualcosa di non proprio inatteso ma certo sorprendente per dimensione: persone telefonano, vengono qui o visitano il sito bottega.carta.org per assicurarsi una o più magliette «Clandestino». Un nostro amico e abbonato che ho incontrato all'Aquila, al Forum sulla ricostruzione sociale, persona molto seria e mite che aveva sfidato la sorveglianza occhiuta della città del G8 circolando con la nostra maglietta, mi ha raccontato che il sabato prima, alla manifestazione di Vicenza, aveva incrociato molti altri che si «dichiaravano clandestini», come dice il nostro invito a comprarla: «E poi - ha aggiunto il nostro lettore - subito si stabiliva una complicità, tra noi 'clandestini'». Un altro nostro socio dice che vuole lanciare nella sua regione, il Molise, una campagna simile a quella delle bandiere della pace, a suo tempo: una bandiera «Clandestino» ai balconi e alle finestre di casa (ebbene sì, abbiamo prodotto anche le bandiere). Il responsabile del settore immigrazione della Cub, sindacato di base, ci scrive invece che dirsi «clandestino» è minoritario, molto meglio dire «siamo tutti cittadini». Gli ho risposto che le due cose non si escludono, e ho citato l'episodio caro al nostro amico Mario Pezzella, docente a Pisa: quando ad Auguste Blanqui, rivoluzionario francese processato per sovversione nell'Ottocento, il giudice chiese di declinare la sua professione, lui rispose: «Proletario». All'epoca la parola non significava altro che «proprietario solo di figli», cioè poveraccio, ma il fatto che Blanqui fosse riuscito a formalizzare su un atto processuale quella condizione, fino ad allora negativa, ne rovesciò il senso: quello che era quasi un insulto, divenne una nuova identità, da cui il celebre «proletari di tutto il mondo unitevi». Senza voler essere immodesti, abbiamo l'impressione che «clandestino» funzioni in modo simile, dato che la si indossa non solo per denunciare pubblicamente la legge razzista, ma anche in quanto cittadini (come dice il compagno della Cub) i cui diritti vengono calpestati, come a Vicenza o all'Aquila. Fatto sta che una maglietta escogitata lo scorso anno, e già diffusa in sei o settemila esemplari, oggi conosce una nuova, grande ondata di richieste (che per la verità non si era mai spenta, anche se era ridotta a uno sgocciolio quotidiano).
Non solo: all'Aquila c'era anche un'amica napoletana che indossava con fierezza professionale la maglietta «Clandestino Doc», inventata e prodotta in mille esemplari da un gruppo di medici dell'ospedale Gemelli di Roma: il «Doc» sta per dottore, infatti, e alle lettere è intrecciato uno stetoscopio. Quando ce lo dissero, noi dichiarammo la nostra contentezza per aver stimolato la loro creatività. «Io sono neonatologa - mi ha spiegato la compagna di Napoli - e lo sai cosa significa quella legge per i bambini dei migranti?». Purtroppo lo so: la paura di partorire in ospedale e di portarci il bambino. Un effetto talmente inumano, tra molti altri, che questa faccenda della maglietta è solo un pallido indizio di quel che sta succedendo nei piani di sotto della società, quella su cui quel tipo di leggi cadono come pietre. La si potrebbe chiamare ribellione civile, disobbedienza, auto-aiuto, o ancora moto di indignazione che tenta di organizzare da sé quel che lo Stato ha deciso di non fornire più, ossia la protezione sociale, la buona relazione tra abitanti, la salute pubblica, la tutela del diritto (quello della Costituzione, secondo la quale tutti gli esseri umani sono uguali, non solo quelli dotati di passaporto italiano). «Io ospito i clandestini. E tu?», è la sfida che il parroco di Bonefro, in provincia di Campobasso, ha trasformato in uno striscione appeso all'ingresso della chiesa di San Nicola. Manifestazioni e sit in sono annunciati in varie città, a Cecina si tiene l'annuale Meeting antirazzista e ad Oristano il festival promosso dall'associazione Dromos, il cui titolo è - guarda un po' - «Clandestino». Moltiplicate per centinaia, per migliaia, le reti e associazioni e parrocchie che si stanno dando da fare per violare una legge inaccettabile per l'etica civile e per quella cristiana, e forse Maroni vi apparirà per quel che è: un mediocre investitore alla borsa dell'odio. La bolla speculativa del razzismo potrebbe scoppiare presto.


9 luglio 2009 - Il Sole 24 Ore

Giustizia. Avvocati, magistrati e personale amministrativo sottoscrivono un patto comune
Circoscrizioni da ridisegnare
Tra gli obiettivi una migliore distribuzione dei tribunali
di Giovanni Negri

MILANO - Una nuova geografia giudiziaria per una riforma della giustizia all'insegna dell'efficienza. A mettere nero su bianco la necessità di ridisegnare le circoscrizioni giudiziarie, fornendo un assist al ministro della Giustizia Angelino Alfano, qualora intendesse intervenire in una materia a elevato tasso di conflittualità, è il «Patto per la giustizia e per i cittadini » che sarà sottoscritto domani, ed è un inedito, da un ampio fronte di operatori della giustizia (che il 5 maggio aveva dato vita alla Giornata nazionale della giustizia) che va dagli avvocati (Oua) ai magistrati (Anm), passando per le associazioni dei dirigenti della giustizia, e sindacali del personale amministrativo (Cgil, Uil e RdB-Cub, tra gli altri).
Nel documento si fissano 9 punti-cardine per fare ripartire la macchina della giustizia. Con un presupposto indispensabile: nessun intervento può essere misurato in termini di risultato se mancano le risorse necessarie a farlo procedere. L'emergenza, riconoscono gli operatori, è una realtà ormai da anni e la priorità dovrebbe essere, prima di arrivare a un punto di non ritorno, quella di fornire l'amministrazione innanzitutto di risorse aggiuntive rispetto a un esistente drammatico. Aggravato dal fatto che i provvedimenti varati di recente sono stati caratterizzati da una scarsa attenzione alle compatibilità economiche e organizzative.
Così, l'avvocatura chiede di procedere a una riforma dell'ordinamento forense in grado di riconoscere ai legali quel ruolo in linea con la funzione prevista dalla Costituzione. Sul tavolo delle richieste si mette poi l'istituzione di una magistratura «non togata», che deve essere resa uniforme e selezionata con rigore al momento dell'accesso, assicurandole però dignità e un adeguato trattamento retributivo- previdenziale. «È molto importante – spiega il documento – prevedere un sistema di incompatibilità assoluta tra la funzione giudiziaria e la libera professione, nonché una formazione adeguata ed efficienti strutture logistico organizzative».
Nel Patto si sottolinea poi l'esigenza dell'ammodernamento del sistema giustizia ricorrendo a nuove norme in grado di snellire le procedure, come di recente è stato fatto per la giustizia amministrativa, ma soprattutto agli uffici dovrà essere fornita una quantità di personale adeguata e le professionalità necessarie al funzionamento. Per restare alle rivendicazioni del personale il Patto avanza la richiesta di un percorso di riqualificazione e di nuove assunzioni programmate nel tempo in modo da assicurare sia il turn over sia la trasmissione delle conoscenze. Spazio poi per un adeguato progetto di formazione informatica e per la riconduzione all'interno del personale dell'amministrazione del servizio di verbalizzazione delle udienze.
Per Maurizio de Tilla, presidente dell'Oua, «l'avvocatura, è stata a torto indicata come una delle responsabili delle lungaggini dei processi. Nella maggior parte dei casi l'avvocato chiede la pronta istruttoria del giudizio e la sollecita definizione della causa». Nel Patto per la giustizia l'Oua ha inserito la riforma dell'ordinamento forense. «Occorre una legge moderna e adeguata ai tempi ma, soprattutto - ricorda de Tilla – modificare la Costituzione che già riconosce la parità di ruolo tra magistratura e avvocatura nel processo, senza però citare quest'ultima esplicitamente».


9 luglio 2009 - Italia Oggi

Oggi la firma dell'accordo fra le associazioni e i sindacati
Un patto per la giustizia tra giudici e avvocati

Procedure più snelle e organizzazione più efficiente. Stop ai tagli di personale e migliore qualificazione dei lavoratori, maggiori risorse finanziarie e realizzazione del processo telematico, sempre annunciato ma esistente solo... «sulla carta». Ruolo più attivo per l'avvocatura e riforma forense, in linea con la funzione costituzionale. Nuovo assetto e tutela previdenziale della magistratura non togata, razionalizzazione della geografia giudiziaria.Sono i punti più significativi del Patto per la giustizia e per i cittadini che verrà firmato oggi nell'aula magna della Corte di cassazione fra le associazioni di tutte le magistrature (a cominciare dall'Anm), l'Organismo unitario dell'avvocatura e le maggiori sigle sindacali dei lavoratori (Fp-Cgil, Uilpa-Uidag, Flp, Rdb-Cub) e dei dirigenti della giustizia. Più che le proposte concrete rivolte al governo, la maggiore novità sta proprio nell'ampiezza dei sottoscrittori: tutto il mondo della giustizia, non di rado con interessi contrapposti, pur nell'unicità dell'obiettivo (la funzionalità della giustizia), ha saputo convergere su un «pacchetto» di proposte concrete e chiede al governo «un progetto condiviso, capace di far funzionare la giustizia in un paese civile».Ad avviare il processo, giusto un anno fa, ricorda il presidente dell'Anm, Luca Palamara, fu il taglio di risorse e organici del settore pubblico, giustizia compresa, compiuto dal dl 112/2008, quindi l'Appello per la giustizia del 21 luglio 2008 e poi la Giornata nazionale del 5 maggio scorso, alla quale intervennero anche il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, e il segretario generale Cgil, Guglielmo Epifani: «L'obiettivo», spiega il presidente dell'Associazione magistrati, «è garantire ai cittadini la ragionevole durata dei processi. L'inefficienza non è un risparmio, ma un costo e uno spreco di risorse». Per Maurizio de Tilla, presidente dell'Oua, «l'ammodernamento del sistema-giustizia deve essere accompagnato dallo stanziamento adeguato di risorse umane e strutturali. Oggi non si fornisce ai cittadini un servizio efficiente e negli ultimi anni, con governi di ogni colore, abbiamo assistito a tagli indiscriminati alle risorse. È ora di invertire questa tendenza, specie in una fase di crisi economica. Non possiamo che ribadire, infine, l'urgenza di una riforma dell'ordinamento forense, per garantire all'avvocatura un ruolo in linea con la funzione costituzionale e la necessità di un serio intervento di razionalizzazione e valorizzazione della magistratura onoraria».


9 luglio 2009 - Il Bologna

Protesta ad Atc
Corte Conti bacchetta e impiegati scioperano

Bologna - Un'altra bacchettata dalla Corte dei Conti, dopo la multa da 3 milioni di euro, e uno sciopero improvviso al servizio rilascio contrassegni (consegnano pass per l’accesso al centro storico). Insomma giornata pesante all'Atc dove i dipendenti hanno scioperato perchè hanno paura di perdere il lavoro visto che una nuova ditta si è aggiudicata l'appalto del servizio. Filcams-Cgil e Rdb da un mese hanno segnalato all’azienda i problemi nel bando di gara ma «Atc ha rifiutato ogni richiesta di parte sindacale», fanno sapere Simone Vecchi (Filcams) e Cristina Rizzinelli (Rdb). L' Atc replica e parla di una clausola sociale (nel bando) che salva il posto di lavoro ai dipendenti e verificherà che: «sia rispettata da parte dell’azienda risultata aggiudicataria». Invece i giudici la Corte dei Conti chiedono alla Procura contabile di continuare a indagare su Atc e il Comune viene invitato a nominare un commissario per la compilazione dei conti giudiziali. Tegola su tegola.


9 luglio 2009 - Inviato Speciale

Pompieri: "né militari né manovali"
Dal suo insediamento il governo ha dichiarato la sua grande sensibilità per i Vigili del Fuoco:
tutte parole al vento. Un articolo per "Tu Inviato"

In più occasioni il governo si è speso pubblicamente sostenendo di voler intervenire per migliorare le condizioni di lavoro ed economiche dei Vigili del Fuoco. Dopo l’ennesima calamità nel Paese, avvenuta in Abruzzo, si è dimostrato che non si può pensare di soccorrere la popolazione senza l’impiego del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, e che farlo significherebbe pagare un tributo, in vite umane, troppo alto. Ciò anche in considerazione delle condizioni in cui è stato lasciato il Paese dai nostri governanti centrali e periferici, vista l’incuria del territorio, la mancanza di una cultura preventiva e la scarsità di specialisti del soccorso pronti ad intervenire immediatamente. Eppure i Vigili del Fuoco si trovano nelle seguenti condizioni: senza contratto di lavoro, scaduto da un anno e mezzo; con carenti mezzi di soccorso e quelli esistenti sono per lo più obsoleti e inefficienti; senza attrezzature tecnologiche all’avanguardia per migliorare la qualità del soccorso tecnico urgente alla popolazione; senza nessuna specializzazione riconosciuta o valorizzata quali ad esempio il Soccorso Speleo Fluviale, il Nucleo Batteriologico e Radioattivo, i Sommozzatori, gli Elicotteristi, i Portuali, gli Autisti di mezzi speciali; senza un organico adeguato secondo parametri europei 15,000 unità in meno; senza riconoscimento di lavoro particolarmente usurante in quanto spesso si è a contatto con materiali pericolosi, chimici e velenosi; senza una collocazione nell’ambito della Protezione Civile come struttura portante, e non un ruolo di manovalanza; senza nessun trattamento di missione o trasferta. In compenso siamo obbligati ad orari straordinari per far fronte alle calamità; a vigilanze nei locali pubblici fuori dall’orario ordinario e straordinario; a trattenerci in servizio per carenza di organico; a far fronte alla Campagna Antincendio Estiva fuori dall’orario di lavoro; a recarci nelle zone terremotate o permanere nei Comandi per attività "istituzionali"; a svolgere lavoro straordinario senza remunerazione che finirà a recupero ore; a restare in un comparto pubblicistico e patrimonio militaresco. Questa è la nostra "qualità della vita", ed è ora di dire basta. Perché i Vigili del Fuoco hanno una loro dignità, sono prima uomini e lavoratori e solo dopo tecnici e responsabili del soccorso nel Paese. Il governo ci vuole militari e manovali e noi non possiamo accettarlo.
Sindacato Rdb Vigili del Fuoco


9 luglio 2009 - La Provincia di Cremona

RdB, consulenza nella nuova sede

CREMONA — La sede sindacale della RdB di Cremona (piazza Antonella 13), apre nei mercoledì 15-22-29 luglio, e 18-26 agosto dalle 17 alle 19, in attesa di farlo definitivamente a settembre. Fornisce gratuitamente agli interessati assistenza per le dichiarazioni Isee, Iseu, Red, Ici, 730, Unico ed Irap; nonchè consulenza in materia tributaria e di assistenza ai precari. La RdB ricorda anche che è attivo il numero verde ‘Telefono precario’ (800 03 42 35), autogestito dal comitato dei precari del sindacalismo di base nazionale.


9 luglio 2009 - Milano Finanza

Crisi: Cub, domani assemblea lavoratori presso Esab Mesero

MILANO (MF-DJ)--Per domattina, 10 luglio, dalle 9h30 circa, organizzata dalla Confederazione Unitaria di Base, e' prevista all'interno della Esab Saldature di Mesero, vicino Magenta (Milano), un'assemblea sindacale aperta a cui parteciperanno i senatori Massimo Garavaglia e Mario Mantovani, i rappresentanti delle istituzioni, sindacali e i delegati delle industrie della zona attualmente in crisi. L'assemblea, si legge in una nota della Cub, e' finalizzata alla ricerca di una soluzione per 85 lavoratori, posti in mobilita', su un totale di 143 dipendenti, con conseguente dismissione della linea produttiva e del magazzino. Lo stesso destino potrebbe interessare le sedi di Gothenburg in Svezia, e di Dalsbruk in Finlandia, relegati a presidi commerciali.


9 luglio 2009 - Tempo Stretto

Atm. I sindacati denunciano nuovi ritardi nel pagamento degli stipendi. Amarcord?
Per i sindacati solo la punta dell’iceberg di un sistema fatto di paradossi, omissioni e disorganizzazioni croniche. Richiesto un incontro ad istituzioni e vertici aziendali, in caso di mancata risposta lavoratori pronti a nuove forme di protesta
di Elena De Pasquale

Messina - Non vi stiamo riproponendo un articolo di qualche mese fa, uno dei tanti scritti in occasione delle due settimane di sciopero selvaggio da parte dei dipendenti dell’Atm in attesa del pagamento degli stipendi arretrati. Nessun errore, perché il problema a distanza di qualche mese, così come denunciano le organizzazioni sindacali è di nuovo il medesimo: mancata corresponsione degli stipendi, ancora non inoltrate le spettanze di giugno. Un ritardo temporalmente più ridotto rispetto a quello che nel dicembre scorso ha scatenato la rabbia dei lavoratori, ma che tuttavia per le organizzazioni sindacali OrSa, Ugl, Cub/ T, Cildi, Cisas, Rsu/Rls, nonostante le rassicurazioni del commissario La Corte, non può non rappresentare un nuovo campanello d’allarme. Ogni giorno che passa, affermano i segretari dei sindacati, cresce l’esasperazione dei lavoratori per lo stato di incertezza che sembra non voler abbandonare le sorti dell’Azienda di Via La Farina. E ciò soprattutto perché, come denunciano, il ritardo accumulato nella corresponsione degli stipendi «rappresenta solo la punta dell’iceberg di un sistema che non riesce a produrre e continua a indebitarsi». Considerazioni e riflessioni fatte, sostengono le organizzazioni sindacali, sulla base di dati oggettivi: «Gli autobus usati, ordinati dalla vecchia gestione commissariale – affermano - non sono stati ritirati e neanche pagati, non ci è dato sapere se l’inversione di rotta sia stata decisa dal Comune o dall’ATM ma sta di fatto che l’azienda con cui si era stato stipulato il contratto di acquisto pretende il rimborso economico attraverso decreto ingiuntivo». Solo 5 i tram in linea sui 15 teoricamente a disposizione: solo 40 gli autobus in una città che dovrebbe garantirne almeno 150: preoccupazioni che, nonostante le dichiarazioni di La Corte (vedi articolo allegato), non tranquillizzano i rappresentanti dei lavoratori che aggiungono: « A complicare la messa in servizio dei mezzi sembra aggiungersi la mancanza di autisti; vicenda paradossale in un’azienda che denuncia esuberi». Un elenco abbastanza lungo quello stilato dai sindacati in merito alle criticità riconducibili all’azienda trasporti che non dimenticano certo di ricordare la situazione degli ausiliari del traffico ex-Lsu, la vicenda del capolinea sud del tram. Problematiche non nuove né ai lavoratori né ai cittadini e che per i sindacati non sono altro che il risultato di «paradossi, omissioni e disorganizzazioni croniche che hanno trasformato un’azienda potenzialmente produttiva in un fardello sul groppone dei cittadini. Vivacchiare su anticipi e prestiti della Regione servirà solo a ritardare l’annunciato fallimento, l’ATM ha urgente necessità di ripartire da zero per riorganizzare il sistema produttivo». Con queste premesse le organizzazioni sindacali chiedono alle istituzioni ed ai vertici aziendali un incontro per poter analizzare insieme la situazione ma avvertono: «In assenza di riscontro, annunciamo sin d’ora prossime azioni di lotta».


9 luglio 2009 - Varese news

Ahlstrom, salvi i dipendenti gallaratesi
Sedici su venti dipendenti della multinazionale finlandese dello stabilimento di via XXIV Maggio spostati a Cressa e Mozzate. L'accordo firmato nella giornata di mercoledì 8 luglio

Gallarate - La vicenda dei lavoratori della Ahlstrom di Gallarate, azienda multinazionale finlandese produttrice leader a livello mondiale nella produzione di tessuto medico, si è conclusa positivamente. L’azienda che aveva deciso per la chiusura dello stabilimento gallaratese e per il licenziamento di una settantina dipendenti delle ditte di Cressa, Mozzate e Gallarate è scesa a patti con i sindacati, trovando l’accordo inseguito per ben sei mesi. In 55 hanno lasciato volontariamente il lavoro con l’incentivo di 26 mila euro lordi, mentre per 16 dei 20 lavoratori di Gallarate è stato trovato un posto negli stabilimenti di Cressa e Mozzate (due anno scelto di lasciare volontariamente il posto e due sono andati in pensione anticipatamente). L’accordo era stato messo in serio dubbio lo scorso 20 giugno, quando al Ministero del Welfare dopo 13 ore di discussioni, il tavolo era saltato e la trattativa sembrava rotta: ieri, mercoledì 8 luglio, la svolta con l’accordo sulla buonuscita e la possibilità di trasferimento per i lavoratori gallaratesi. Già oggi, giovedì 9 luglio, i sedici sono tornati al lavoro: dovranno essere trovate soluzioni per quanto riguarda i trasferimenti e i turni, ma per i dettagli c’è tempo. Soddisfatti i lavoratori e soddisfatti i sindacati, AlCobas Cub in testa: «A fronte dello spettro della chiusura e del licenziamento di tutti, siamo riusciti a salvare buona parte dei posti – spiega Antonio Ferrari, sindacalista che ha seguito i lavoratori dell’Ahlstrom per questi sei mesi di lotta -. Questa esperienza in un momento così difficile può diventare un esempio, un unto di riferimento per altre aziende del territorio. In tanti sono venuti a chiedere, a dare solidarietà e appoggio». Il presidio permanente davanti ai cancelli di via XXIV Maggio verrà tolto con una manifestazione pubblica nei prossimi giorni.


8 luglio 2009 - Omniroma

RI.REI, RDB CUB: «LAVORATORI E FAMILIARI OCCUPANO SALA PISANA»

(OMNIROMA) Roma, 08 lug - «Circa venti fra lavoratori del consorzio Ri.Rei e familiari degli assistiti hanno occupato insieme alla RdB-CUB la Sala degli Etruschi alla Pisana. La protesta è nata dopo che il Vice Presidente Esterino Montino, riferendo questa mattina in Commissione Sanità, ha reso note soluzioni diverse da quelle comunicate al tavolo che si è svolto con tutte le organizzazioni sindacali lo scorso venerdì 3 luglio. In particolare Montino aveva annunciato l'affido del servizio alle ASL di competenza per 60 giorni, in attesa della definizione di soluzioni concordate con i soggetti coinvolti. Gli occupanti chiedono un incontro urgente con il Vice Presidente e spiegazioni su una marcia indietro che crea allarme e nuova incertezza per lavoratori e familiari». Lo comunica Rdb Cub.

RI.REI, RDB: REGIONE POSTICIPI APPUNTAMENTO CON CONSORZIO

(OMNIROMA) Roma, 08 lug - «Se la Regione non potrà riceverci ufficialmente prima dell'incontro con Ri.Rei allora chiediamo che venga posticipato l'incontro del consorzio a martedì, così da poter parlare noi lunedì, come da appuntamento concordato. Intanto questa notte resteremo qui in una quindicina». È quanto dichiara Pio Congi (Rdb Cub) che sta partecipando alla protesta dei lavoratori Ri.Rei in consiglio regionale. I manifestanti hanno occupato la «Sala Nuova» da questo pomeriggio. «Resteremo qui fino a quando non ci saranno novità sulla convocazione - ha aggiunto - Se non arriveranno organizzeremo ulteriori iniziative di protesta, coinvolgendo la Prefettura».


8 luglio 2009 - Adnkronos

SANITA': LAZIO, 'RDB' E LAVORATORI RI.REI OCCUPANO SALA DELLA PISANA

Roma, 8 lug. - (Adnkronos) - Circa venti fra lavoratori del consorzio Ri.Rei e familiari degli assistiti hanno occupato insieme alla RdB-Cub (Rappresentanze Sindacali di Base) la Sala degli Etruschi alla Pisana. La protesta e' nata dopo che il vicepresidente Esterino Montino, riferendo questa mattina in Commissione Sanita', ha reso note soluzioni diverse da quelle comunicate al tavolo che si e' svolto con tutte le organizzazioni sindacali lo scorso venerdi' 3 luglio. Lo comunica in una nota la Rdb-Cub. In particolare Montino, continua la nota, aveva annunciato l'affido del servizio alle Asl di competenza per 60 giorni, in attesa della definizione di soluzioni concordate con i soggetti coinvolti. Gli occupanti chiedono un incontro urgente con il vicepresidente e spiegazioni su una marcia indietro, conclude Rdb-Cub, che crea allarme e nuova incertezza per lavoratori e familiari.


8 luglio 2009 - Liberazione

«No ad un'altra strage» Trasporti, sciopero dei Cobas per la sicurezza
di Beatrice Macchia

No ad altre vittime, sì alla sicurezza. E' stato su queste parole d'ordine che il Patto di Base - Cub, Confederazione Cobas e SdL intercategoriale ha indetto lo sciopero di ieri nei trasporti. Sciopero proclamato non a caso nel giorno delle esequie della terribile tragedia di Viareggio. Il fermo ha interessato tutti i settori del Trasporto, da quello ferroviario a quello pubblico locale e trasporto merci e logistica. Fino al trasporto aereo e marittimo. «La nostra - sottolineano la Cub e Sdl intercategoriale in una nota -
- vuole essere un'azione di lotta contro questa strage e contro la mancanza di reali e concreti controlli nell'ambito della sicurezza dei lavoratori e degli utenti».
Per il Patto di Base, del resto, la tragedia di Viareggio, quelle del trasporto aereo degli ultimi mesi, i frequenti "incidenti" nel trasporto marittimo ed in quello su strada, dimostrano che anche in questo settore le liberalizzazioni e le privatizzazioni hanno prodotto un maggiore sfruttamento dei lavoratori e dei mezzi, determinando un aumento degli incidenti e delle morti sul lavoro. Tutto ciò accompagnato da una parte da maggiori profitti e dall'altra da un servizio sempre meno attento ai passeggeri. Il Patto di Base rivendica inoltre che, alla necessaria repressione nei confronti di chi non rispetta le regole sulla sicurezza ed agli indispensabili controlli sui mezzi e sulle condizioni di lavoro, debbano sommarsi nuove regole, più stringenti e meno permeabili dagli interessi delle aziende e del profitto.
E' così che ieri si è protestato. Soprattutto contro una strage che doveva poteva essere evitata. Si è protestato nel giorno del dolore. In quello delle lacrime e del lutto. A Viareggio hanno risuonato tante voci e tante denunce. Persino Napolitano è intervenuto invocando quella «chiarezza necessaria prima ancora - ha sottolineato il presidente della Repubblica - di verificare se ci sono delle responsabilità. Chiarezza su quello che è accaduto per poter trarre delle conclusioni anche per ciò che riguarda le nuove norme di sicurezza». Sono soprattutto queste ad essere prese di mira dai sindacati, dal mondo dei lavoratori del trasporto ferroviario che hanno da sempre denunciato quanto siano proprio le liberalizzazioni delle merci ad aver posto "un freno" alla sicurezza. Si aspetta settembre, anche perché è per allora che è stato convocato il prossimo incontro europeo sulla sicurezza nei trasporti e proprio per dirimere le tante ombre su normative blande, spesso disattese. Come per la Direttiva europea che torna ad essere al centro della discussione legislativa. Proprio questa prevede infatti solo l'obbligo di autocertificazione per chi affitta i cargo come è stato per l'azienda che aveva appunto affittato il fatidico vagone che si è sganciato dal corpo del treno a causa della ruggine e poi, per fatalità o colpa, è finito su un picchetto perforandosi e facendo fuoriuscire nell'aria quel gas che ha causato quella che da tutti ormai è ricordata come "l'ultima Pompei". La speranza è proprio che tutto questo non si ripeta. Ma - denunciano i Cobas - affinché avvenga dovranno essere formulate nuove regole per la sicurezza che privilegino le persone e non, certamente, il profitto.

Sessantasei fermi in due giorni
di Daniele Nalbone

Sessantasei fermi in due giorni. «Numeri che in Italia non si registravano dal 1977» ha commentato ieri pomeriggio da piazza Barberini, nel cuore di Roma, Piero Bernocchi, portavoce dei Cobas. Uno sfogo durissimo a margine di una giornata che ha definitivamente mostrato, se mai ce ne fosse bisogno, come in Italia «sia vigente un vero e proprio stato di polizia, rappresentato dalle gabbie innalzate a difendere via Veneto e l'ambasciata americana e dalla repressione messa in atto dalle forze dell'ordine a Roma e Torino».
Mentre cinquanta attivisti della Rete No G8 con un blitz bloccavano, con un finto campeggio, l'accesso all'autostrada Roma-L'Aquila e in piazza del Popolo la Coalizione italiana contro la povertà mostrava il suo dissenso al summit manifestando con piccole piscine gonfiabili sul cui fondo erano rappresentate le caricature del ministro Berlusconi e degli altri grandi della terra schiacciati dalla scritta "Press the 8", intorno all'università Roma 3, tra la Piramide Cestia e Testaccio, era caccia all'uomo.
Centocinquanta persone si sono mosse in corteo dalla facoltà di architettura, dietro lo striscione "V-strategy contro i G8 da Roma guardando a L'Aquila e al mondo", per tentare di bloccare il traffico su via Ostiense, in prossimità della metro Piramide e della ferrovia Roma-Lido. Lì hanno trovato ad accoglierli centinaia di forze dell'ordine, carabinieri, polizia, finanza e gli agenti della Digos, che immediatamente hanno iniziato a marciare minacciosi contro il corteo. «Temevano che potessimo tentare di fare irruzione nella metropolitana e fermare il servizio» raccontano gli "scampati" alla repressione dello stato. Così è iniziato un vero e proprio inseguimento con i ragazzi che tentavano di ripiegare verso la facoltà. In zona mattatoio è iniziata la caccia all'uomo: i blindati dei carabinieri che sfrecciano fra i manifestanti, gli agenti della Digos travestiti da manifestanti che bloccano le persone e le forze dell'ordine che li caricano sui cellulari. Alla fine saranno 37 i fermati.
Intanto dai vertici della Digos iniziano a piovere minacce contro quelli che sono ritenuti i responsabili della protesta: «O venite tutti in questura spontaneamente o fra poche ore Acrobax (il centro sociale del quadrante cittadino, ndr) non esisterà più». E così, in nome del G8, è pronta ad abbattersi la scure dello sgombero su uno dei centri di aggregazione e cultura più importante della città. Mentre Liberazione va in stampa i militanti di Acrobax stanno ancora presidiando il centro sociale, e lo faranno per tutta la notte, mentre i movimenti, cittadini e non, si stringono intorno ai ragazzi arrestati: dodici, di cui un francese, un tedesco, un polacco e otto italiani. Una di loro, minorenne, è stata rilasciata a piede libero mentre per gli altri si procederà al processo per direttissima.
Tantissimi attestati di solidarietà sono giunti agli arrestati e a tutti i fermati da sindacati di base e partiti di sinistra: Fabio De Nardis, responsabile università e ricerca del Prc, si è scagliato «contro chi pensa che la strada per far tacere il dissenso di un popolo esausto sia la repressione» e ha confermato «tutto l'impegno del partito al fianco degli arrestati, sia dal punto di vista politico che legale».
Proprio mentre venivano confermati i fermi dei dodici compagni, cinquecento persone hanno presidiato piazza Barberini, ingabbiati letteralmente dai blindati della polizia e circondati da Finanza e Carabinieri, rigorosamente in tenuta antisommossa.
Per qualche minuto, appena arrivati in piazza e ammirati gli apparati militari schierati dal Governo contro i suoi stessi cittadini, si è pensato di annullare il sit in e chiedere un incontro al prefetto di Roma per fornire spiegazioni di tale militarizzazione.
Agli occhi del mondo, davanti a televisioni di tutti i paesi, del G8 e non, l'Italia è apparsa un paese che ingabbia chi manifesta, li circonda in una piazza, impedisce il minimo dissenso e arresta quanti tentino di manifestare contro la propria classe dirigente.
Ma alla fine si è deciso di resistere, «ieri, come oggi, come domani». Non sarà la repressione in nome del G8, tanto meno la sua fine tra poche ore, a fermare questo nuovo movimento «che è stanco di sentirsi chiamato No Global» hanno spiegato al megafono prima Paolo di Vetta di Asia Rdb, poi Bartolo Mancuso di Action.
«Noi non siamo quelli dei controvertice» spiega Di Vetta. «Siamo quelli che ogni giorno resistono nei propri territori, che ogni giorno beffano le forze dell'ordine manifestando in barba ai protocolli firmati da sindaci, prefetti e sindacati».
Quindi tutti in corteo, rigorosamente non autorizzato, per portare solidarietà ai compagni arrestati. Arrivati a piazza della Repubblica, una delegazione di 12 persone è andata a incontrare il Questore. Oggi si ricomincia. E si ricomincia dall'Abruzzo: alle 10, infatti, da Aglioni, piccolo centro del comune di Capitignano, due allevatori della zona, travestiti da Don Chisciotte e Sancho Panza, in groppa a un cavallo e a un asino, tenteranno di violare la zona rossa verso Paganica e quindi in direzione Coppito per protestare «contro chi tiene in ostaggio un' intera città, interi paesi, per mostrare al mondo di saper scendere dai ricchi transatlantici in mezzo ai poveri delle tendopoli».


8 luglio 2009 - Fidest

Statali e produttività

Nel protocollo del 30 ottobre 2008 siglato fra Governo e sindacati, non sottoscritto dalla RdB-CUB Pubblico Impiego, il Governo si impegnava, entro il 30 giugno 2009, a restituire i tagli operati al salario accessorio dei dipendenti pubblici con la Legge 133/08. Riduzioni che vanno dal 10% dei Fondo Unico di Amministrazione alla totale eliminazione, per l’anno 2009, dei finanziamenti previsti dalle leggi speciali. Questa restituzione ad oggi non è ancora avvenuta. E’ avvenuto invece che il 2 luglio scorso il Ministro Tremonti, di concerto con il Ministro Brunettta, abbia emanato un DPCM in cui non vi è alcun impegno alla restituzione totale di quanto decurtato con la Legge 133, ma si stabilisce che le amministrazioni potranno, nel caso abbiano potuto operare maggiori risparmi di quelli previsti nei recenti provvedimenti economico-finanziari, utilizzare parte di tali risparmi per recuperare le somme decurtate dai fondi di produttività. Commenta Fabio Morabito, del Coordinamento nazionale RdB-CUB P.I.: "Ci risiamo con l’ennesima messa in scena del Governo e dei sindacati concertativi che, in evidente difficoltà a giustificare il mancato rispetto delle promesse fatte, concordano decreti quali quelli del 2 luglio che di fatto mantengono il furto perpetrato ai danni del salario dei dipendenti pubblici attraverso la legge 133". "La RdB P.I. spiegò da subito che difficilmente il Governo avrebbe dato con una mano quello che con l’altra aveva sfilato dalle tasche dei lavoratori – prosegue Morabito – tanto più che il Ministro Tremonti, al contrario del Ministro Brunetta, non aveva controfirmato l’accordo dell’ottobre 2008. Di certo, grazie ai provvedimenti emanati ed ai contratti stipulati, i redditi per il 2009 dei dipendenti pubblici saranno inferiori a quelli del 2008. Non solo, ma questi provvedimenti produrranno un peggioramento dei servizi pubblici e della condizione di lavoro e di vita dei dipendenti; così come non risolveranno il grave problema del precariato, che anzi avrà risvolti tragici con il licenziamento di migliaia di lavoratori. Per questo dovranno continuare le iniziative dei lavoratori pubblici per contrastare le politiche del Governo", conclude il rappresentante RdB P.I.


8 luglio 2009 - L'Unità

Roma blindata per il sit-in a piazza Barberini
Dieci arresti e 38 fermi per blocco stradale e per l’incendio. di pneumatici e cassonetti. La protesta dell’Onda negli atenei. Un gruppo si stacca dal corteo e occupa un binario a Termini
di JOLANDA BUFALINI

Roma - Via del Tritone sbarrata all’altezza del Traforo con una fila di blindati, poi la terra di nessuno dove circola spaesata qualche mamma con il passeggino, qualche turista con macchina fotografica, qualche raro cercatore di saldi. I negozi aperti sono l’indice di una città che non percepisce pericoli. Più in alto, all’imbocco della piazza, di nuovo blindati come si fosse in guerra, e cordoni di polizia e della finanza. A piazza Barberini i manifestanti si confondono con i turisti e, qualche volta, sono effettivamente manifestanti-turisti, come un gruppetto di ragazze e ragazzi spagnoli che si avvicinano al furgone "siamo tutti aquilani" ad abbracciare i compagni italiani.
Qualche centinaio di persone in piazza sotto le bandiere delle RdB Cobas, lo striscione di Action e il media camper dove si distribuisce il materiale della protesta in molte lingue, c’è l’infopoint legale e il vademecum anti-repressione.
Il sit in di accoglienza ai "grandi del G8" si è arricchito della protesta contro gli arresti e i fermi della mattina a Roma, del giorno prima a Torino. Anche i cortei alla Sapienza e l’occupazione dei rettorati alla Sapienza e a Roma 3 sono per gli arresti di Torino. Per loro, arrestati per gli incidenti del 19 maggio in occasione del G8 delle università, il Pm ha ravvisato il rischio di "reiterazione del reato". I ragazzi respingono le accuse: «È arresto preventivo, non siamo violenti». A Torino l’Onda occupa la sede Rai, a Parma il rettorato, a Padova c’è un sit in davanti al carcere.
In piazza Barberini una ragazza scrive in terra con lo spray bianco "liberi/e tutti/e". Edoardo, cinquantenne, medico, spiega: «Sono qui perché è l’unica iniziativa. Possibile che né l’Arci né la Cgil né la Fiom abbiano fatto nulla?». I volti sono scoperti, l’atmosfera pacifica. Per questo fa tanto più impressione lo sbarramento verso via Veneto, verso l’ambasciata Usa: due grate in ferro chiudono la strada insieme ai blindati e alle guardie. Tutte chiuse anche le vie laterali con uno spiegamento di forze che appare spropositato.
L’unica via aperta è quella verso piazza della Repubblica, in quella direzione si muove il corteo intorno alle 19. Non riesce ad arrivare alla questura in via San Vitale, anche su via Nazionale lo schieramento "antisommossa" è imponente ma la sommossa non c’è. Va una delegazione che viene ricevuta dal Questore, chiedendo la liberazione dei dieci arrestati nel quartiere Ostiense, durante uno dei cortei della mattina. Denunciata anche una ragazza di 17 anni. A loro carico il blocco stradale e l’incendio di alcuni cassonetti e pneumatici. Sequestrati gli striscioni viola del corteo, qualche pietra e qualche bottiglia vuota.
Da piazza Esedra si stacca - in polemica con il resto del corteo - un gruppo di poche decine di persone, verso la stazione Termini, occupa i binari 16 e 17, all’intervento delle forze dell’ordine rispondono con un lancio di sassi che colpisce anche alcuni fotografi. Due i fermi: un tedesco e uno spagnolo. Oggi l’appuntamento romano della protesta è al Cie di Ponte Galeria.


8 luglio 2009 - Il Messaggero Veneto

Scioperi
Stop trasporti Cub-Cobas-Sdl, disagi in Fvg

TRIESTE. Ritardi nei voli aerei, cancellazioni di treni e altri disagi: questo il quadro in estrema sintesi provocato ieri, in Friuli Venezia Giulia, dallo sciopero generale dei trasporti, proclamato dai tre maggiori sindacati di base - Cub, Confederazione Cobas e SdL intercategoriale. Tra l’altro, lo sciopero in molte aziende si è concluso solo in serata.
«Lo sciopero, che è stato indetto nella giornata delle esequie delle vittime di Viareggio – sottolineano, in una nota, gli stessi sindacati – è un’azione di lotta contro questa strage e contro la mancanza di reali e concreti controlli nell’ambito della sicurezza dei lavoratori e degli utenti».
Nel pomeriggio - secondo quanto reso ancora noto dai sindacati - l’astensione dal lavoro in regione ha provocato, in particolare, il ritardo di numerosi voli in transito all’aeroporto di Ronchi dei Legionari e disagi al servizio di trasporto su gomma nella provincia di Pordenone. Si sono avuti inoltre il 30% di adesioni allo sciopero e la cancellazione del 10% dei convogli ferroviari della rete regionale di Trenitalia. Ulteriori disagi si sono registrati in serata in serata nella province di Udine e di Gorizia, dove lo sciopero si è concluso alle 21.30.


8 luglio 2009 - Il Piccolo

TRIESTE TRASPORTI: «È PRESTO PER LE VALUTAZIONI»
Linea 36 affollata, non si cambia

Trieste Trasporti continua nella politica di annuale rinnovo della sua flotta. Entro il giugno del 2010, la società che gestisce il servizio di trasporto pubblico locale, avrà a disposizione 29 nuovi autobus. Di questi, 21 saranno i mezzi cosiddetti normali, due gli snodati mentre quattro quelli corti. «Per contratto di gara - spiega il direttore generale di Trieste trasporti, Piergiorgio Luccarini - ogni anno dobbiamo comprare 33 nuovi autobus. Quattro sono stati già ordinati, per gli altri 29 è stata indetta una gara per l’assegnazione della fornitura. Ne consegue che altrettanti, fra quelli già in possesso, verranno ceduti».
Mentre la spa guarda anche al futuro, continua a tenere banco la questione inerente la linea 36, recentemente prolungata fino a largo Giardino e potenziata con un autobus in più in servizio nel corso della giornata (quattro in tutto). Varie sono state le segnalazioni relative a corse affollate, specie nel weekend. Qualcuno già chiede un ulteriore aumento del numero dei mezzi dedicati alla sola 36. Ipotesi che, per ora, non rientra nei piani di Trieste trasporti: «È ancora presto per poter effettuare una valutazione del genere», taglia corto Luccarini.
Nel frattempo, si è scatenato il solito balletto delle cifre in relazione allo sciopero dei trasporti pubblici locali indetto domenica scorsa per quattro ore, dalle 17.30 alle 21.30. Secondo l’azienda l’adesione si è fermata al 28 per cento, per le Rdb «alle 18.30 erano rientrati nei depositi il 49 per cento degli autobus in servizio pomeridiano». I dipendenti di Trieste trasporti sono in tutto 830 e, di questi, 123 risultano iscritti alle Rdb. Il loro statuto, però, assicura la possibilità del doppio tesseramento.(m.u.)


8 luglio 2009 - La Nuova Venezia

LO SCIOPERO Actv, saltata una corsa di ferry-boat

VENEZIA - Tra i lavoratori di Actv ha raccolto solo tra il 9 (in terraferma) e il 10 per cento di adesioni (in navigazione) lo sciopero di tre ore, indetto per ieri dai Cub autoferrotranvieri, in segno di solidarietà con le vittime dell’incidente di Viareggio e per chiedere sicurezza per i lavoratori e i passeggeri dei trasporti.
Qualche ritardo tra i bus Actv e 9 corse saltate in navigazione: questo il bilancio dei disagi per gli utenti.
I soli a risentire dello sciopero sono stati i passeggeri della corsa di ferry boat delle 10.50 tra Lido e Tronchetto, rimasti a terra, per un anticipo dell’agitazione - prevista tra le 12 e le 15 - da parte dell’equipaggio, onde evitare di ricadere nell’ora di punta e sfollamento del mercato dal Lido.


8 luglio 2009 - Il Gazzettino

Disagi al minimo per lo sciopero dei Cub

Venezia - Bassa adesione dei lavoratori Actv allo sciopero indetto dalla Cub ieri mattina. I dipendenti aderenti alla Confederazione di base avevano indetto l’astensione dal lavoro per protestare contro i pericoli nel settore trasporti all’indomani della strage alla stazione ferroviaria di Viareggio con l’esplosione di un treno merci carico di Gpl. Per quel che riguarda lo sciopero, Actv ha informato che l’adesione è stata di circa il 9 per cento degli addetti nel settore dell’automobilistico, e leggermente più alta nella navigazione (10 per cento). L’azienda, comunque, segnala che non vi sono stati particolari disagi: solo dieci le corse nella navigazione che sono "saltate". Praticamente invariati, infine, i collegamenti tra centro storico e terraferma. Nulle anche le difficoltà nel servizio per quel che riguarda l’ambito urbano di Mestre e del suo hinterland.


8 luglio 2009 - Corriere di Bologna

Rdb contro Ausl
Protesta al Cup, sciopero di un’ora contro le sanzioni agli impiegati

Bologna - Prenotazioni errate, pazienti mandati a fare esami negli ambulatori sbagliati e assenze ingiustificate dal lavoro.
Sono alcune delle inefficienze per le quali l’Azienda sanitaria bolognese ha deciso di sanzionare alcuni dipendenti del Cup, il centro unico di prenotazione per le prestazioni sanitarie.
Alcuni di loro hanno subito provvedimenti disciplinari: richiami scritti o multe (due o tre ore in meno di stipendio) e sospensioni nei casi più gravi. Ma i lavoratori lamentano «un atteggiamento vessatorio e estremamente fiscale da parte dell’azienda». Contro il giro di vite, hanno scioperato ieri mattina durante la prima ora di apertura degli sportelli. La responsabile risorse umane del Cup, Claudia Bellotti, riferisce di un’adesione limitata alla protesta: solo venti persone si sarebbero astenute dal lavoro.
Smentisce anche l’ipotesi di un inasprimento dei provvedimenti disciplinari nell’ultimo periodo. «Ci sono stati dei casi gravi— spiega — che hanno richiesto un intervento severo». Il peggiore è capitato a una donna in gravidanza che, per un errore al momento della prenotazione, non ha potuto effettuare un esame di diagnostica prenatale irripetibile. «Uno sbaglio che ha messo in serio pericolo la salute del bambino». Per Valentina Delussu delle Rdb, che hanno indetto la protesta, però, «l’azienda non tiene conto delle condizioni in cui lavoriamo. C’è un grosso afflusso allo sportello, le prenotazioni vengono fatte nel rumore e nella confusione, possono nascere incomprensioni. Il nostro carico di lavoro aumenta sempre di più e abbiamo sempre più servizi da gestire».


8 luglio 2009 - Il Resto del Carlino

Bologna. DISGUIDI organizzativi, prenotazioni errate...

Bologna - DISGUIDI organizzativi, prenotazioni errate, pazienti spediti a fare visite nel posto sbagliato, esami (talvolta importanti e irripetibili) dimenticati nella ricetta. Sono alcune delle sviste capitate ai dipendenti di Cup 2000 di Bologna. Dimenticanze che però l'Ausl non è disposta a lasciar correre: e con un deciso giro di vite alcuni dipendenti del Cup sono stati sanzionati: dal richiamo scritto alla multa (due o tre ore in meno di stipendio) fino alla sospensione. Ma per le Rdb l'Ausl «non tiene conto delle difficili condizioni in cui si trovano a operare e del carico di lavoro sempre crescente», spiega Valentina Delussu. Così ieri per protesta, il sindacato di base ha indetto uno sciopero di un'ora con volantinaggio. Risultato: nella prima ora di turno degli operatori, gli sportelli Cup ai poliambulatori Mengoli e Carpaccio non hanno funzionato, al Mazzacurati era chiuso uno sportello su tre. Per l'Ausl invece l'attenzione verso i comportamenti dei lavoratori è costante e quest'anno ci sarebbero stati «un paio di casi gravi» fra cui quello di una donna in gravidanza che non ha potuto effettuare un esame di diagnostica prenatale. L'operatore del Cup che ha sbagliato è stato sospeso.


8 luglio 2009 - CorriereAl

Il sindacato dei Vigili del Fuoco:
"con le medaglie non ci paghiamo le bollette"

Alessandria - E’ una "guerra" quotidiana quella che combattono i Vigili del Fuoco, non solo al "fronte". Sono in prima linea in Abruzzo o a Viareggio, località dove si sono consumate due delle più grandi tragedie dell’ultimo decennio, ma anche all’interno delle loro caserme. Carenza cronica d’organico e mancanza di risorse mettono a dura prova il lavoro ma anche i nervi degli angeli custodi della nazione. "Al Comando di Alessandria siamo passati recentemente da una carenza di 50 unità operative alle attuali -30! Mancano i capi turno, il personale è stanco e demotivato e alla prima occasione va in pensione", denuncia il sindacato di base dei vigili, offrendo uno spaccato di vita da caserma che all’esterno non traspare. Martedì scorso una delegazione sindacale è partita da Alessandria per manifestare con i colleghi davanti alla sede del Viminale, dove ha sede il ministero degli Interni. "I Vigili del Fuoco sono stanchi delle belle promesse e non sappiamo più dove mettere tutte le medaglie che ci conferiscono; con le medaglie non ci paghiamo mica l'affitto o le rate del dentista! Belle parole dopo il tragico sisma in Abruzzo, belle parole dopo i soccorsi a Viareggio, belle parole dopo l'ultimo Consiglio dei Ministri dell'altro giorno; ma restano sempre le bollette da pagare ..!" dice senza mezzi termini Vladimiro Alpa, referente per Rdb. Alla situazione alessandrina ormai quasi "cronica", si aggiunge ora quella contingente, del trasferimento del comandante provinciale Marco Cavriani: "come sindacato di base ci siamo da subito attivati appena ci è stata comunicata la notizia che il dirigente di Alessandria è stato trasferito ad altro incarico. Si volta pagina e si ricomincia. Abbiamo chiesto l'apertura di un tavolo di confronto presso il Comando per impostare la nuova rotta, abbiamo sollecitato il Capo del Corpo Ingegner Gambardella e il direttore per il Piemonte al fine di una celere assegnazione di un nuovo dirigente, e nel frattempo abbiamo sollecitato una consona reggenza, manifestando con fermezza inaccettabili forme di compromesso". In attesa della nuova nomina ai vertici del corpo alessandrino, che conta circa 335 uomini, Alpa ricorda quelle che sono le maggiori criticità di un corpo che, tuttavia, non si sottrae mai ai propri doveri, dal recente incendio alla Comital all’intervento in Abruzzo che ha visto la delegazione Alessandrina tra le prime a partire subito dopo la devastante scossa di terremoto. "Un nuovo autorevole dirigente è necessario in quanto siamo, come tutte le strutture pubbliche in un mare di debiti, le bollette si pagano a fatica e il personale viene autorizzato a fare straordinario per coprire il soccorso ma non vi sono fondi certi per poi poterlo liquidare. Si rischia di lavorare in straordinario e poi dover recuperare queste ore, ferie non pagare! Le nostre sedi di Alessandria Casale Novi Acqui Ovada e Tortona necessitano di manutenzione e di adeguamenti secondo le normative vigenti (dl.81/08); necessitano tutte di adeguamenti strutturali per accogliere il personale femminile, al fine di evitare spiacevole discriminazioni". Quasi 6 mila gli interventi effettuati in un anno dagli uomini del Comando provinciale, con una media di 18 interventi al giorno, che vanno dal recupero di persone bloccate in ascensore, agli incidenti stradali e, naturalmente, agli incendi.


8 luglio 2009 - Leggimi

'Rete Nazionale Contro il G8':manifestazione pacifica a L'Aquila il 10 luglio

Una manifestazione pacifica contro il G8 e' stata organizzata per il 10 luglio, alle ore 12, a L'Aquila, dalla 'Rete Nazionale Contro il G8', alla quale aderiscono Rdb, Cobas e Sdl. Si partira' dalla stazione di Paganica e si arrivera' ai giardini comunali, al centro della citta', ha annunciato stamani Mario Frittelli (Rdb). Per queste sigle il G8 'e' illegittimo, fiera di vanita'' e gli unici obiettivi sono 'dettare ai popoli del pianeta le politiche basate su esclusione, guerra, sfruttamento, devastazione ambientale, precarizzazione del lavoro'. Il G8 a L'Aquila, poi, desta preoccupazioni ancora maggiori. 'Il governo Berlusconi - sostengono i promotori della manifestazione - usa il terremoto e le disgrazie della popolazione aquilana per tentare di impedire le legittime proteste contro il G8 e contro la gigantesca truffa della ricostruzione affaristica. Si vuole usare il G8, poi, per deprimere la crescente protesta degli aquilani', che hanno gia' manifestato in piazza. Polemico anche Ettore D'Incecco (Cobas), il quale ha parlato in particolare della 'questione ambientale, che sara' un problema grosso, in Abruzzo', e della ricostruzione post terremoto per la quale si chiede 'la moratoria del debito regionale'.


8 luglio 2009 - Inviato Speciale

Contestazioni e scontri in vista del G8

Mentre ieri le delegazioni si preparavano alla trasferta dell’Aquila per dare il via ufficiale al G8, nella capitale si respirava una dura aria di tensione. Roma è stata messa in stato d’assedio e le forze dell’ordine controllavano il centro ed alcune aree calde della città. Nella tarda mattinata alcuni dimostranti, circa 150, in una zona diversa della città, nel quartiere Testaccio, vicino all’Università Roma3 hanno cercato di organizzare un corteo, ma dopo essere stati intercettati dalla polizia hanno dato vita a scontri durante i quali 36 persone sono state fermate. Alcuni di loro sventolavano bandiere nere con al centro una V viola ad indicare una qualche appartenenza a gruppi anarchici e portavano un carrello pieno di sassi, fumogeni e bottiglie. Tutto materiale sequestrato insieme ad alcune mazze di legno e candelotti. Intanto a San Giovanni, in via Cilicia, un altro gruppo di manifestanti ha incendiato i pneumatici al centro della strada. I fermati sono 27 italiani, un cittadino polacco, un francese, due tedeschi, quattro svedesi e uno svizzero. Verso le undici un gruppetto di attivisti della Rete No G8 ha bloccato per alcuni minuti lo svincolo per l’imbocco dell’autostrada Roma-L’Aquila in zona San Lorenzo, a Roma. Dopo aver disposto alcune transenne sulla strada e degli striscioni con le facce dei capi di Stato che parteciperanno al vertice i manifestanti hanno gridato slogan contro Berlusconi e contro gli altri partecipanti al summmit. Dopo alcuni minuti si sono allontanati e gli automobilisti hanno spostato le transenne per permettere la ripresa della circolazione. Il blitz è durato in tutto 15 minuti ed aveva lo scopo di "difendere gli aquilani dall’invasione del G8». I dimostranti indossavano caschi gialli e bandierine arancioni con la scritta "crisi in corso". Una manifestazione degli studenti dell’Onda ha attraversato i viali delle principale università di Roma, La Sapienza, per protestare contro gli arresti ordinati dalla Procura di Torinno per gli incidenti del G8 dell’università che si sono svolti nel capoluogo piemontese. Alcuni hanno cercato di uscire dall’Ateneo ed in piazza Aldo Moro, dove c’è l’entrata principale dell’ateneo capitolino, alcune camionette della Guardia di Finanza hanno sbarrato loro la strada. Uno dei mezzi ha tamponato un’altro e i manifestanti, alcuni con caschi e il volto coperto, hanno preso d’assalto una camionetta con calci, pugni e rompendo anche un vetro. A piazza del Popolo la Coalizione italiana contro povertà (un intergruppo che coinvolge più di 70 associazioni) ha giocato con dei gonfiabili rappresentanti le caricature di un Berlusconi sotto torchio e degli altri capi di stato e di governo in procinto di riunirsi all’Aquila. Uno striscione di 15 metri anti G8 è stato appeso sul palazzo dell’Ina Assitalia di piazza di Cinecittà coprendo lo ’storico’ orologio che sovrasta la piazza. La scritta recitava "Banche, governi, assicurazioni: solo crisi e illusioni. No al G8?. Nel pomeriggio si è svolto in piazza Barberini, a qualche centinaio di metri dall’ambasciata Usa, un presidio contro il G8. Non più di duecento manifestanti si sono riuniti intorno ad uno striscione con la scritta "Basta morire uccisi dal lavoro e dall’indifferenza". La piazza era completamente presidiata dalle forze dell’ordine e tutte le strade erano d’accesso bloccate Tra gli striscioni esposti anche le bandiere rosse dei Cobas e delle RdB, una decina di busti di cartone a forma di uomo, con le scritte: "Voi G8, noi uccisi dal lavoro e dalla precarietà" e "Gli assassini vestono sempre di bianco e restano impuniti: basta morti sul lavoro". Sulla fontana al centro della piazza è stato posizionato lo striscione :«Viareggio + morti lavoro: stragi di stato". Un "vademecum antirepressione" è stato distribuito ai manifestanti nella mattinata "Le forze dell’ordine in Italia sono note per la loro violenza - si leggeva nel documento sequestrato dalla polizia e firmato Legal Team Italia - C’è una fase in cui forse ti troverai solo a contatto con le guardie. Cerca di proteggerti sempre la testa e chiuderti a uovo il più possibile finchè non sei sicuro che vogliano solo trascinarti e caricarti sul camioncino". A Torino nel pomeriggio presidio dell’Onda Anomala. Gli studenti si sono ritrovati nell’atrio di Palazzo Nuovo, sede delle facoltà umanistiche, per chiedere la liberazione dei loro compagni. "L’Onda non si arresta la repressione non ci fermerà: liberi tutti!", si leggeva su uno striscione. "A essere stati arrestati sono i nostri compagni di corso e di sala studio - hanno scritto i manifestanti in un volantino - di occupazione e di mobilitazione". Studenti che "credono in un’altra università" e che - hanno aggiunto mentre altoparlanti diffondevano le note hip hop degli Assalti frontali - "restano oppositori consapevoli e riflessivi anche quando, di fronte all’arroganza del potere, decidono di calarsi un fazzoletto sul volto". Sempre nel pomeriggio, alla sede Rai di Torino, una cinquantina di manifestanti, tra i quali anarchici e studenti dell’Onda Anomala, hanno chiesto di essere intervistati. "Vogliamo dire la nostra - hanno affermato - sugli arresti per gli scontri del G8 delle Università". "Fino a quando non ci verrà concessa la possibilità di dire la nostra, non lasceremo gli uffici della Rai", hanno fatto sapere i giovani, che hanno anche esposto uno striscione al primo piano degli uffici di via Verdi. "Il 19 maggio, G8, io c’ero - si leggeva - e ora arrestateci tutti". "Abbiamo scelto di venire alla Rai - ha fatto sapere una portavoce del movimento - perchè è il simbolo per eccellenza dell’informazione". Gli studenti dell’Onda perugina hanno presidiato ieri mattina, insieme al "commonslab-noblogs", il rettorato dell’Università di Perugia "per esprimere solidarietà agli attivisti arrestati - hanno spiegato i manifestanti in una nota - e per chiedere al rettore una presa di posizione sulla vicenda". "Questa presa di posizione non c’è stata - proseguiva la nota - e il rettore, Francesco Bistoni, si è rifiutato di continuare il dialogo con noi", affidando questo compito ad un collaboratore. I manifestanti si sono poi spostati nella facoltà di Lettere dove hanno distribuito volantini e appeso uno striscione, infine hanno terminato il percorso alla mensa dove con il volantinaggio e attraverso un megafono, hanno illustrato ai presenti i motivi della protesta. "Rifiutiamo gli argomenti paternalistici - era spiegato nella nota - del procuratore Giancarlo Caselli che afferma di aver arrestato 300 violenti per tutelare l’Onda". "Non accettiamo il clima di terrore che si sta creando attorno all’Onda da una parte con la repressione di piazza e dall’altra con arresti e processi che hanno anche la finalità di derubricare la nostra protesta dall’ambito dell’istruzione e della questione sociale a un semplice problema di ordine pubblico. Riteniamo assurda anche solo l’idea di arresti preventivi". A Palermo una cinquantina di studenti dell’Onda hanno occupato ieri mattina alcuni uffici del rettorato di Palermo, a Palazzo Steri. I giovani protestavano contro contro gli arresti e le perquisizioni di Torino. Gli universitari hanno chiesto di incontrare il rettore Roberto Lagalla con l’obiettivo di ottenere una sua presa di posizione contro i fatti torinesi. A Padova una delegazione del movimento dell’Onda si è incontrata ieri con il rettore e il prorettore dell’Università patavina, Vincenzo Milanesi e Guido Scutari, per affrontare le questioni legate alla situazione studentesca. L’incontro era stato chiesto dopo gli arresti disposti dalla magistratura torinese per gli incidenti avvenuti in occasione del G8 dell’Università. Mentre sul fronte delle indagini mancano sempre all’appello due dei destinatari padovani dei provvedimenti - uno risulta irreperibile, mentre l’altro risulta partito alcuni giorni fa per l’Iran, sua terra d’origine - nel tardo pomeriggio si è svolto un sit-in di protesta davanti al carcere. A Padova, secondo quanto risulta, dovrebbe essere ancora trattenuto Massimiliano Gallob, detto Max, leader del centro sociale patavino ‘Pedro’, arrestato dalla Digos in esecuzione di uno dei provvedimenti emessi dal Gip di Torino. L’associazione giuristi democratici di Napoli ha dichiarato: "Gli arresti di 21 studenti e attivisti per le manifestazioni del G8 dell’Università di Torino è un evidente meccanismo di repressione a orologeria in vista del G8 dell’Aquila". Nel comunicato dei giuristo si legge ancora: "È la prima volta in Italia che si arresta per resistenza e lesioni per una manifestazione svoltasi oltre due mesi fa quindi senza la caratteristica della flagranza e con una motivazione di prevenzione (la reiterazione del reato). In sostanza almeno uno degli studenti, Egidio Giordano, attivista e studente di Scienze Politiche a Napoli è stato arrestato dopo aver partecipato alla fiaccolata dei cittadini dell’Aquila che, dopo tre mesi, rientravano nel centro storico della città. È chiaro che l’affermazione che gli arrestati o taluni di essi fossero "pericolosi socialmente" per aver partecipato ad altre manifestazioni è inquietante. In particolare la pericolosità sociale di Egidio gli viene attribuita per aver partecipato alle manifestazioni contro la discarica di Chiaiano. La pericolosità di Egidio è dunque quella di essere nato a Napoli-Nord". A l’Aquila Enrico Ciccozzi, esponente di ‘Epicentro solidale’, ha annunciato una manifestazione definendola "una marcia che include, coinvolge le persone". L’iniziativa è organizzata da varie sigle del movimento No Global e si svolgerà venerdì da Paganica a L’Aquila. E, soprattutto, sarà "un’iniziativa di apertura al territorio, ai movimenti, alla popolazione, per rispondere a chi in questi giorni ha creato terrorismo dipingendoci come dei provocatori". Cicozzi ha sottolineato che "da parte dei promotori della manifestazione non c’è alcuna volontà di provocare e di creare il benchè minimo problema. Ci rendiamo conto del contesto in cui ci muoviamo, a noi - ha spiegato - interessa soltanto incontrare le realtà sul territorio e sensibilizzare su diritti come lavoro e la casa. La stessa scelta del percorso - lungo la statale, fuori dal centro cittadino, lontano dalla zona rossa - è la riprova delle nostre intenzioni". Rdb-Cub, Cobas e Sdl Intercategoriale, aderendo all’iniziativa di ‘Epicentro solidale’ hanno sostenuto che il governo "cerca di trasformare la tragedia degli aquilani in una gigantesca speculazione edilizia". "Per noi - hanno dichiarato Mario Frittelli (Rdb-Cub) ed Ettore D’Incecco (Cobas) - la marcia, assolutamente pacifica, ha un significato particolare, in quanto riconnette le problematiche locali alla crisi più generale e alle scelte scellerate prese dai Paesi del G8?. Secondo i sindacati, il G8 nel capoluogo abruzzese è "un tentativo del governo Berlusconi di usare il terremoto e le disgrazie della popolazione aquilana per tentare di impedire le legittime proteste contro il vertice e contro la gigantesca truffa della ricostruzione affaristica", oltre a essere un modo "per deprimere la crescente protesta degli aquilani". I promotori dell’iniziativa vogliono sottolineare "l’opposizione alle logiche del G8, che poi sono le stesse che hanno ispirato la ricostruzione all’Aquila: scelte verticistiche e imposte alla popolazione, con soldi impiegati in opere inutili". Per le strade del capoluogo abruzzese, sempre ieri, un uomo di nazionalità giapponese con indosso un kimono ha attraversato da solo e a piedi le vie della città al suono di un piccolo tamburo. L’uomo portava con sè uno striscione in stoffa caratterizzato da alcuni ricami e con le scritte in inglese e in italiano: "Pace fraternità e armonia Summit 2009 l’Aquila".


8 luglio 2009 - La Gazzetta dello Sport

IL ROGO DELLA STAZIONE
FUNERALI PER 15 DELLE 22 VITTIME DAVANTI A OLTRE 25 MILA PERSONE
Viareggio, lo stadio del dolore
Napolitano visita il piccolo Leonardo: «Fare chiarezza» Bocelli canta Mozart

Viareggio - Leonardo ha ricevuto in ospedale la visita di un nonno speciale e gli ha consegnato un disegno: campeggia un cielo, e su due nuvolette ci sono due bambini. Quel nonno si chiama Giorgio Napolitano, che dice: «Leonardo ancora non sa esattamente di aver perso la madre e i due fratellini e che il padre è gravemente ustionato, però... ha capito». Leonardo è il superstite e allo stesso tempo la vittima dell’incidente alla stazione ferroviaria di Viareggio, avvenuto nella notte tra il 29 e il 30 giugno. Ieri la città toscana ha dato l’ultimo saluto a 15 delle 22 persone che non ce l’hanno fatta, sopraffatte dalle fiamme.
Monito e speranza In 25 mila hanno assistito ai funerali officiati allo stadio dei Pini, alla presenza del capo dello Stato e dei presidenti di Senato e Camera, Schifani e Fini . Chi non ha trovato posto all’interno dell’impianto, si è radunato davanti ai maxischermi posti fuori. Le parole dell’arcivescovo di Lucca, monsignor Italo Castellani , nell’omelia, sono state ora un monito («È da tempo venuto il momento che la nostra terra diventi madre sicura ») ora un inno all’ottimismo («Viareggio, risorgi più bella», riprendendo uno striscione lasciato sul luogo della tragedia). Una tragedia nella quale c’è ancora un disperso, Andrea Falorni, e 21 feriti, di cui 3 gravissimi e 4 gravi.
Brividi La voce maestosa di Andrea Bocelli che canta Mozart e Franck, quelle file di bare distese sull’erba del campo di calcio, il dolore di parenti e amici, la vicinanza con la comunità musulmana, suggellata dalla presenza dell’imam Wahid El Fihri . È stato un commiato da brividi, con l’urlo finale di un uomo dalle gradinate: «Non vi dimenticheremo». Ma c’è un’inchiesta che va avanti, alla ricerca dei responsabili del deragliamento del treno e del conseguente scoppio di una cisterna. Napolitano vuole che si faccia «chiarezza su quello che è accaduto per poter trarre delle conclusioni, anche per quello che riguarda nuove norme di sicurezza». Non a caso, nella giornata dei funerali, è andato in scena lo sciopero generale dei trasporti proclamato dai sindacati del Patto di Base, Cub, Confederazione Cobas e Sdl Intercategoriale. Ma non ci sono stati disagi per chi ha viaggiato in treno o in aereo.(m.i.)


8 luglio 2009 - La Nazione

In ballo il business del trasporto pubblico urbano
I DATI I BUS ARRANCANO, GLI UTENTI MANCANO MA GLI ENTI SBORSANO MILIONI
di ANNA PUCCI

MASSA CARRARA NEW CO., business plan... «Ci si riempie la bocca con termini inglesi ma la sostanza è poca», parola di sindacati in guerra dopo aver appreso dal nostro articolo dell'1 luglio dell'esistenza di un business plan della così detta new company che Cat spa costituirà con Ctt srl e Atc spa per gestire il trasporto pubblico urbano nella nostra provincia per i prossimi 4 anni. Rsu Cat, Filt Cgil, Fit Cisl, Uil Trasporti e Cub affidano a un comunicato i loro malumori: «Più volte spiegano la Rsu ha chiesto copia del piano industriale della nuova società» ma le informazioni i sindacati le hanno avute solo dal nostro giornale. «Il cda di Cat riferiscono afferma che quanto apparso sulla stampa non rappresenta il contenuto del piano industriale ma alla richiesta di una smentita ufficiale si è dichiarato indisponibile». Insomma: i dati da noi riferiti sono ciò con cui i sindacati possono misurarsi. E dunque quei dati commentano, con una premessa: i piani industriali del Cat si sono sempre rivelati «libri dei sogni» e «il risanamento dell'azienda da sempre è stato effettuato sulla pelle degli utenti... e non solo». PRIMO DATO del business plan della New Co.: Cat ha "un livello particolarmente basso di passeggeri". I sindacati ironizzano sull'acume di chi si accorge che manca utenza: «Ma da cosa pensano che possa dipendere?», chiedono. E rispondono: tagli ai servizi, servizi non capillari, frequenze e orari non consoni alle esigenze di mobilità dei cittadini e mancanza di efficienza, affidabilità e sicurezza del servizio, causata anche dalla «distruzione della precedente organizzazione del lavoro». Una situazione utile solo a giustificare «la riduzione di organico (meno lavoro, meno personale) e il massiccio ricorso al precariato e allo straordinario», pratica che anche la New.Co. sembra voler utilizzare. Nel business plan si nota che «il costo medio del personale Cat è basso (32mila euro annui) e scrivono i sindacati il numero degli addetti è di conseguenza insufficiente, visto il tipo di contratti a termine esclusivamente part time». Eppure «si dichiara che esistono ancora "margini per l'incremento della produttività" con il taglio di 18 dipendenti, la nuova riorganizzazione dei turni di lavoro, l'incentivazione degli straordinari e un ancor più pressante ricorso ai contratti a termine». La nuova società sarà formata da Cat, Ctt (che raggruppa Cap, Copit, Clap, Atp e Atl) e Atc : «Non potrebbe chiedono i sindacati prefigurarsi un attacco alle maestranze non del Cat, già duramente provate da risanamenti non contrastati, ma ai diritti dei lavoratori di tutte le altre aziende consociate?». Quanto all'efficienza del servizio che sarà erogato dalla New Co., secondo i sindacati la gara precedente (quella vinta dal solo Cat che poi rescisse il contratto) «con un valore economico inferiore all'attuale offriva un numero di servizi superiore. Oggi si prevedono tagli ai servizi e agli organici, oltre all'azzeramento dei diritti dei lavoratori, e aumento delle tariffe: qualcuno spiegherà come si potrà raggiungere l'aumento dei 2% dei passeggeri previsto per il primo anno della New Co.». I SINDACATI chiudono con una valutazione sul bilancio Cat, da poco approvato: «Non sono previste entrate, se non quelle dovute. Le uniche voci attive sono date da taglio dei posti in organico e contrazione delle spese di manutenzione, mentre aumentano le uscite per il costo dell'apparato dirigente». Questo in attesa che venga nominato il cda della nuova società, che avrà 5 membri oltre al collegio dei revisori, mentre, ovviamente, resteranno gli amministratori di Cat spa.


8 luglio 2009 - Varese news

"La lotta paga". Dopo 30 giorni di protesta in sei riammessi al lavoro
Gli operai del magazzino automatizzato che lavorano all'interno dello stabilimento Agusta Westland, dopo presidi, scioperi e proteste, sono stati riammessi al lavoro dopo un nuovo accordo sindacale
di tommaso guidotti

Vergiate - I sei lavoratori della cooperativa Auto Mot Service ce l’hanno fatta. La loro lotta e le proteste sono durate trenta giorni, ma alla fine la cooperativa che lavora per conto dell’Agusta Westland ed il Consorzio Gam hanno firmato l’accordo, ritirando licenziamenti e trasferimenti, riconoscono il livello adeguato alle mansioni svolte, rispetto delle norme sulla sicurezza, differenze retributive arretrate e rimborso delle giornate in sciopero. Una "vittoria" ottenuta dopo un mese di presidi costanti, sotto il sole e con la pioggia, per chiedere più che altro sicurezza e rispetto delle regole: Luca Papasergio, Marco Da Cengio, Massimo Palazzo, Antonio De Mare, Alberto Vanetti e Alessio Lentini, operai tra i 23 e i 42 anni, soci lavoratori della Auto Mot Service che preparano kit per Agusta e per altre ditte esterne, possono tornare a lavorare nel reparto magazzino automatizzato dello stabilimento di Vergiate. Le aziende coinvolte hanno alla fine deciso di attivare una seria trattativa con il sindacato Cub che ha definito con accordo sindacale, la risoluzione dei problemi sull’appalto e l’accoglimento delle loro giuste rivendicazioni. «I 6 eroi di Vergiate hanno dimostrato che la lotta paga – spiegano i rappresentanti sindacali del Cub -, non si sono arresi davanti ai trasferimenti forzati, non si sono arresi davanti ai licenziamenti, non si sono arresi davanti alle minacce di denuncia per occupazione di suolo privato, hanno reso evidente la loro condizione di precari usa e getta volantinando e raccogliendo solidarietà da tutti, fino alla vittoria. Hanno resistito e reso dignitose le loro condizioni di lavoro, nulla gli è stato regalato ma hanno dovuto conquistarsi il rispetto dovuto, dimostrando con la tenacia il valore delle proprie rivendicazioni. Vogliamo quindi ringraziare tutti coloro che hanno dimostrato la propria solidarietà: colleghi, cittadini di Vergiate, militanti della Cub e tutti coloro che hanno dato sostegno alla loro lotta, anche soltanto fermandosi a parlare e sostenere i lavoratori durante il presidio. Auspichiamo che in futuro anche i sindacati confederali solidarizzino e sostengano le lotte dei lavoratori considerando il merito delle questioni, senza considerare l’adesione al sindacalismo di base motivo di emarginazione».


8 luglio 2009 - L'Eco del Chisone

Accordo su chiusura Tekel

Roletto - È stato raggiunto l'accordo tra sindacati e la società Tekel Instruments Srl di Roletto sul trattamento economico della trentina circa di lavoratori dell'azienda messa in liquidazione il mese scorso. Secondo quanto stabilito nel documento, sottoscritto dai rappresentanti sindacali di Fim-Cisl Enrico Tron e Giovanni Zungrone della Flmu-Cub, i lavoratori riceveranno dall'azienda 5.600 euro quale acconto all'integrazione del Tfr e a transazione generale per la rinuncia ad impugnare la risoluzione del rapporto di lavoro. Inoltre i dipendenti verranno collocati per un anno in cassa integrazione straordinaria.


7 luglio 2009 - Adnkronos

TRASPORTI: CUB-SDL, SCIOPERO E' AZIONE LOTTA PER SICUREZZA LAVORATORI

Roma, 7 lug.(Adnkronos) - "Lo sciopero, indetto nella giornata delle esequie delle vittime di Viareggio, e' un'azione di lotta contro questa strage e contro la mancanza di reali e concreti controlli nell'ambito della sicurezza dei lavoratori e degli utenti". Cosi' Cub e Sdl intercategoriale spiegano i motivi dello sciopero generale dei Trasporti proclamato per oggi. "La tragedia di Viareggio, quelle del trasporto aereo degli ultimi mesi, i frequenti ''incidenti'' nel trasporto marittimo ed in quello su strada, dimostrano che anche in questo settore le liberalizzazioni e le privatizzazioni hanno prodotto un maggiore sfruttamento dei lavoratori e dei mezzi, determinando un aumento degli incidenti e delle morti sul lavoro. Tutto cio' accompagnato da una parte da maggiori profitti e dall'altra da un servizio sempre meno attento ai passeggeri", spiegano i sindacati che sollecita "la necessaria repressione nei confronti di non rispetta le regole sulla sicurezza e gli indispensabili controlli sui mezzi e sulle condizioni di lavoro" da sommarsi a nuove regole, piu' stringenti "e meno permeabili dagli interessi delle aziende e del profitto". La protesta di oggi prevedeva, per il trasporto ferroviario, 4 ore di sciopero dalle 10.00 alle 14.00; per il trasporto pubblico locale e trasporto merci e logistica, 4 ore nel rispetto delle fasce protette localmente definite; per il trasporto aereo, 1 ora di sciopero dalle ore 10.00 alle ore 11.00; per il Trasporto Marittimo, 1 ora di sciopero all'inizio di ogni partenza.

BOLOGNA: GIORNATA DI MOBILITAZIONE E SCIOPERO
DEI LAVORATORI DEL CUP 2000

Bologna, 7 lug. - (Adnkronos) - Giornata di mobilitazione con sciopero e volantinaggio all'utenza in tutti i punti di prenotazione del Cup 2000 di Bologna. Questa mattina, con replica nel primo pomeriggio, i lavoratori del Cup 2000 incrociano le braccia per una ora. All'origine dell'iniziativa la decisione del sindacato Rdb/Cub di sostenere la richiesta dell'assemblea dei lavoratori di una «giornata di denuncia delle politiche del personale e per protestare contro le numerose azioni disciplinari che l'azienda ha attuato nei confronti di parecchi operatori Cup». «Questa giornata - ricorda Luigi Marinelli di Rdb/Cub - si inserisce nella più generale vertenza sul riconoscimento di migliori condizioni contrattuali e migliori condizioni di lavoro». La Rdb/Cub fanno anche sapere di avere inviato una richiesta di incontro ai soci pubblici tra i quali il neo sindaco Flavio Delbono.

LAZIO: COTRAL, OGGI SCIOPERO DI 4 ORE PERSONALE DI MOVIMENTO

Roma, 7 lug. - (Adnkronos) - "A seguito dell"adesione della segreteria provinciale Sdl allo sciopero indetto dalle OO.SS. Nazionali Cub Trasporti, Sdl intercategoriale e Confederazione Cobas, oggi il personale di Movimento si asterra' dalle prestazioni lavorative dalle ore 20,30 alle ore 00,30". Lo comunica la Cotral in una nota . "I bus extraurbani - riferisce - sospenderanno le corse dai capolinea dalle ore 20,30 alle ore 00,30 per riprendere il lavoro al termine dello sciopero con partenze dei bus dalle rimesse di appartenenza. Il personale addetto alla verifica - sottolinea Cotral - sospendera' il servizio alle ore 20,30 a fine turno. Per tutti i lavoratori degli uffici, degli impianti fissi e per tutto il personale non indicato, lo sciopero avverra' per tre ore di fine turno". "Sono esclusi dallo sciopero - conclude la nota - gli addetti ai centralini telefonici ed ai servizi di sicurezza, i guardiani, gli addetti alla portineria, gli ingegneri centrali, i capi tecnici centrali e i capi movimento centrali".


7 luglio 2009 - Omniroma

G8, A PIAZZA BARBERINI STRISCIONI E BUSTI DI CARTONE

(OMNIROMA) Roma, 07 lug - «Basta morire uccisi dal lavoro e dall'indifferenza». Questo lo striscione centrale utilizzato nel presidio contro il G8 organizzato a piazza Barberini. I manifestanti si vanno radunando sulla piazza completamente presidiata dalle forze dell'ordine. Tutte le strade d'accesso alla piazza sono bloccate, da via Nazionale a via Veneto, ad eccezione di via Barberini al momento ancora aperta alla circolazione. Tra gli striscioni esposti dai manifestanti, oltre a bandiere rosse dei Cobas e delle RdB, una decina di busti di cartone a forma di uomo, con le scritte: «Voi G8, noi uccisi dal lavoro e dalla precarietà» e «Gli assassini vestono sempre di bianco e restano impuniti: basta morti sul lavoro». Sulla fontana al centro della piazza è stato posizionato lo striscione :«Viareggio + morti lavoro: stragi di stato».


7 luglio 2009 - Ansa

G8: COBAS; MARCIA 10/7,NO SPECULAZIONE EDILIZIA SU TERREMOTO

(ANSA) - PESCARA, 7 LUG - Il governo «cerca di trasformare la tragedia degli aquilani in una gigantesca speculazione edilizia». Lo pensano Rdb-Cub, Cobas e Sdl Intercategoriale che, insieme all'associazione Abruzzo Solidale, hanno organizzato per il prossimo 10 luglio una marcia, all'Aquila, per esprimere contrarietà al G8 e manifestare solidarietà alle popolazioni aquilane colpite dal sisma del 6 aprile. Il corteo partirà alle 14 dalla stazione della frazione aquilana di Paganica per concludersi ai giardini comunali dell'Aquila. «Per noi - dichiarano Mario Frittelli (Rdb-Cub) ed Ettore D'Incecco (Cobas) - la marcia, assolutamente pacifica, ha un significato particolare, in quanto riconnette le problematiche locali alla crisi più generale e alle scelte scellerate prese dai Paesi del G8». Secondo i sindacati, il G8 nel capoluogo abruzzese è «un tentativo del governo Berlusconi di usare il terremoto e le disgrazie della popolazione aquilana per tentare di impedire le legittime proteste contro il vertice e contro la gigantesca truffa della ricostruzione affaristica», oltre a essere un modo «per deprimere la crescente protesta degli aquilani».

SCIOPERI: FS; SU TRENI NO DISAGI, HA ADERITO 0,3% FERROVIERI

(ANSA) - ROMA, 7 LUG - È stata «bassissima» l'adesione dei ferrovieri allo sciopero proclamato oggi dai sindacati di base (SdL, CUB Trasporti e Cobas) adducendo questioni relative alla sicurezza ferroviaria. Lo rende noto Ferrovie dello Stato. «Lo sciopero - afferma Fs - ha infatti registrato solo la partecipazione dello 0,3% del personale non comportando, come previsto e annunciato dall'azienda, alcuna ripercussione sulla circolazione dei treni».

SCIOPERI: STOP TRASPORTI CUB-COBAS-SDL; VOLI OK A FIUMICINO

(ANSA) - FIUMICINO (ROMA), 7 LUG - Lo sciopero generale dei trasporti indetto per oggi dai sindacati del Patto di Base, Cub, Confederazione Cobas e Sdl Intergategoriale per protestare contro la strage di Viareggio e soprattutto contro la mancanza di reali e concreti controlli nell'ambito della sicurezza dei lavoratori e degli utenti, non ha provocato particolari disagi nell'aeroporto di Fiumicino. Le modalità dello sciopero prevedevano un'ora di stop, dalle 10 alle 11, nel trasporto aereo. Nella fascia oraria interessata dall'agitazione, al Leonardo da Vinci partenze e arrivi si sono svolti in modo pressochè regolare.


7 luglio 2009 - Asca

G8: 27 FERMI A ROMA DOPO INCIDENTI. MANIFESTAZIONE A LA SAPIENZA

(ASCA) - Roma, 7 lug - Vengono confermati dalla Questura di Roma i 27 fermi di Polizia avvenuti nella tarda mattinata di oggi dopo che alcune persone, in zona Ostiense, hanno messo in atto ''azioni dimostrative'' dando fuoco ad alcuni pneumatici e cassonetti della spazzatura. Tutto questo mentre a L'Universita' La Sapienza di Roma e' in corso un corteo interno che si sta spostando nelle varie facolta' per terminare al Rettorato ancora occupato dagli studenti dell'Onda dopo i 21 arresti di ieri per i disordini scoppiati durante il G8 dell'Universita' a Torino nel maggio scorso. Il movimento No G8 che si ritrovera', insieme alle sigle dei Cub e dei Cobas, questo pomeriggio in piazza Barberini, promette, intanto, ancora ''azioni di protesta fulminea'' in varie zone della capitale contro l'arrivo delle delegazioni straniere. ''Si tratta - dice all'ASCA uno dei responsabili dell'Onda - per lo piu' di azioni improvvise e non annunciate come il blocco, per quindici minuti dell'A24 (l'autostrada che unisce Roma a L'Aquila), o di arterie stradali di Roma''.


7 luglio 2009 - Apcom

Apc-Trasporti/ Sdl, Cobas e Cub: In corso sciopero per la sicurezza
Stop indetto il giorno delle esequie vittime tragedia Viareggio

Roma, 7 lug. (Apcom) - E' in corso lo sciopero generale dei Trasporti a difesa di lavoratori e cittadini proclamato dai sindacati del Patto di Base-Cub, Confederazione Cobas e SdL intercategoriale. Lo sciopero, si legge in una nota, è stato indetto nella giornata delle esequie delle vittime di Viareggio, ed è un'azione di lotta contro questa strage e contro la mancanza di reali e concreti controlli nell'ambito della sicurezza dei lavoratori e degli utenti. Per il Patto di Base la tragedia di Viareggio, quelle del trasporto aereo degli ultimi mesi, i frequenti 'incidenti' nel trasporto marittimo ed in quello su strada, dimostrano che anche in questo settore le liberalizzazioni e le privatizzazioni hanno prodotto un maggiore sfruttamento dei lavoratori e dei mezzi, determinando un aumento degli incidenti e delle morti sul lavoro. Tutto ciò accompagnato da una parte da maggiori profitti e dall'altra da un servizio sempre meno attento ai passeggeri. Il Patto di Base, si legge ancora, rivendica che, alla necessaria repressione nei confronti di non rispetta le regole sulla sicurezza ed agli indispensabili controlli sui mezzi e sulle condizioni di lavoro, debbano sommarsi nuove regole, più stringenti e meno permeabili dagli interessi delle aziende e del profitto. Queste le modalità dello sciopero: nel trasporto ferroviario: 4 ore di sciopero dalle ore 10 alle ore 14; nel trasporto pubblico locale e trasporto merci e logistica: 4 ore nel rispetto delle fasce protette localmente definite; nel trasporto aereo: un'ora di sciopero dalle ore 10 alle ore 11; nel trasporto marittimo: un'ora di sciopero all'inizio di ogni partenza.

Trasporti; Oggi sciopero per la sicurezza, 4 ore per i treni
Un'ora di astensione per aerei e traghetti

Previsti disagi oggi nel settore dei trasporti per lo sciopero generale indetto dai sindacati del Patto di Base, Cub, Confederazione Cobas e SdL intercategoriale, per, si legge in una nota, "protestare contro la strage di Viareggio e soprattutto contro la mancanza di reali e concreti controlli nell'ambito della sicurezza dei lavoratori e degli utenti. E' quindi un'azione di lotta che intende tutelare sia i lavoratori, sia gli utenti". Queste le modalità dello sciopero: trasporto ferroviario: quattro ore dalle ore 10 alle ore 14; trasporto pubblico locale e trasporto merci e logistica: quattro ore nel rispetto delle fasce protette localmente definite, che saranno comunicate singolarmente. trasporto aereo: un'ora di sciopero dalle 10 alle 11; trasporto marittimo: un'ora all'inizio di ogni partenza. Secondo i sindacati, "la tragedia di Viareggio, quelle del trasporto aereo degli ultimi mesi, i frequenti incidenti nel trasporto marittimo, in quello su strada e nel trasporto pubblico locale, dimostrano che anche in questo settore le liberalizzazioni e le privatizzazioni hanno prodotto un maggiore sfruttamento dei lavoratori e dei mezzi e che ciò sta producendo un aumento degli incidenti e delle morti sul lavoro". "Tutto ciò - prosegue la nota - accompagnato da una parte da maggiori profitti e dall'altra da un servizio sempre meno attento ai passeggeri. Se accadono ripetutamente e costantemente tragedie di questo tipo vuol dire che o le norme esistenti non vengono fatte rispettare, o che le norme europee e quelle nazionali sulla tutela della sicurezza evidentemente non sono sufficienti ed adeguate. A noi - sostengono le varie sigle - sembra più plausibile che tali ipotesi si sommino e che alla necessaria repressione su chi non rispetta le regole sulla sicurezza, agli indispensabili controlli su mezzi e sulle condizioni di lavoro, debbano sommarsi nuove regole, più stringenti e meno permeabili dagli interessi delle aziende e del profitto".


7 luglio 2009 - Radio Città Aperta

Roma: blocchi stradali e manifestazioni contro il G8 e la repressione.
Botte della polizia e decine di arresti
di Marco Santopadre

Dopo l'occupazione del rettorato de La Sapienza a partire da mezzogiorno di ieri, gli studenti e le studentesse dell'Onda hanno deciso ieri sera di rimanere all’interno dell’aula del senato accademico per tutto la notte e questa mattina hanno sfilato in centinaia in corteo per la cittadella universitaria, chiedendo la libertà per gli arrestati. Nonostante la fortissima militarizzazione della Sapienza gli studenti non hanno rinunciato alla loro manifestazione e poco dopo le 12 sono usciti dalla Città universitaria bloccando Via de Lollis. Ma quando i manifestanti, arrivati da via de Lollis, stavano tentando di arrivare a piazzale Aldo Moro, dove c'è l'entrata principale dell'ateneo capitolino, delle camionette della Guardia di Finanza sono piombate a folle velocità sui ragazzi nel tentativo di sbarrar loro la strada. Uno dei mezzi ne avrebbe tamponato un altro e i manifestanti secondo le autorità avrebbero colpito una camionetta con calci e pugni. Mentre piazzale Aldo Moro è presidiato da polizia e carabinieri in assetto antisommossa il corteo composto è rientrato alla Sapienza. Dalle 15 mentre studenti e attivisti raggiungono la città universitaria dalle varie zone della città si sta tenendo una conferenza stampa alla Sapienza sui fatti gravissimi di questa mattina.
La mattina di lotta era cominciata intorno alle 10 quando un gruppo di attivisti della Rete Romana contro il G8 ha effettuato il primo blitz sulla tangenziale all’ingresso dell’autostrada Roma-L’Aquila A-24. In circa cinquanta hanno bloccato la tangenziale per una decina di minuti, installando le tende sull’asfalto e indossando famosi caschi gialli, che compaiono in tutti i cortei degli aquilani. I manifestanti hanno messo transenne e srotolato striscioni con la scritta «Terremotiamo il G8. Siamo tutti aquilani» e piazzato sulla strada alcune gigantografie che raffiguravano i grandi della terra, "responsabili di una crisi economica che hanno creato loro e che ora vorrebbero far pagare ai popoli e ai lavoratori". L’intento era di bloccare simbolicamente, in quella che è stata ribattezzata la giornata dell’accoglienza, la mobilità nella città per rappresentare un blocco ideale dei convogli delle delegazioni in arrivo a Roma per partecipare al summit in programma da domani. Blocchi della mobilità a rappresentare l’indignazione della città occupata militarmente da un dispositivo militare che da giorni ha sospeso le libertà dei suoi cittadini e ha ridisegnato anche la mobilità ad uso e consumo degli interessi dei poteri forti. Nonostante il carattere simbolico della protesta sulla Roma L’Aquila dopo lo scioglimento del blocco è arrivata la notizia del fermo di tre attivisti, poi per fortuna rilasciati.
E’ andata peggio agli studenti dell’Università Roma 3 e agli attivisti di alcune reti sociali che ieri intorno alle 15 avevano occupato un edificio abbandonato di proprietà della facoltà di Architettura, in via Manuzio a Testaccio, con l’intenzione di allestire un Info Point a disposizione delle mobilitazioni contro il G8. Questa mattina circa centocinquanta persone che sventolavano una bandiera con la lettera 'V'si è diretta in corteo da Roma 3 a Piazzale Ostiense, realizzando un breve blocco stradale nei pressi di Piramide. Sciolto il blocco, una cinquantina di studenti che aveva intenzione di raggiungere la manifestazione già in corso alla Sapienza si è avviata verso la vicina stazione della metropolitana, ma a quel punto un reparto della Guardia di Finanza in assetto antisommossa ha caricato a freddo il gruppo di studenti ed ha iniziato una vera e propria caccia all’uomo che è proseguita fin dentro la Facoltà di Architettura a Testaccio, sul Lungotevere e a Trastevere. Per cercare di difendersi dalle cariche alcuni manifestanti hanno incendiato alcuni cassonetti e lanciato sassi. Per ora i fermi realizzati nella mattinata sono stati ben 36. Fra i fermati ci sarebbero otto cittadini stranieri (un polacco, un francese, due tedeschi, quattro svedesi e uno svizzero). Circa cento persone si sono invece rifugiate all'interno dell'Ateneo Roma 3 all'Ostiense tuttora fortemente presidiato da blindati della Polizia e dei Carabinieri. Intorno alle 14 gli inquirenti hanno informato la stampa del fatto che sono 10 gli arresti effettuati finora dagli agenti della Polizia di Stato tra i 36 manifestanti fermati questa mattina a Roma. Gli arrestati dovranno rispondere per gli incendi a cassonetti e pneumatici, del possesso di oggetti contundenti e atti ad offendere oltre che del blocco stradale.
In tarda mattinata un forte schieramento di Polizia ha cominciato ad assediare il Centro Sociale Acrobax in zona Marconi, verso il quale hanno cominciato ad affluire molti manifestanti e alcuni componenti del Legal Team per evitare un’incursione all’interno della struttura delle cosiddette "forze dell’ordine".
L’intenzione dei diversi collettivi che compongono la Rete Romana contro il G8 è di confluire a Piazza Barberini a partire dalle ore 17 per dal vita ad una manifestazione popolare e pacifica contro i ‘grandi della terra’. A questo appuntamento parteciperanno anche i sindacati del patto di base – Cub, Cobas e Sdl – impegnati tra l’altro nella giornata di oggi in uno sciopero generale del trasporto pubblico contro le responsabilità dell’azienda FS e del governo nella strage di Viareggio della scorsa settimana.


7 luglio 2009 - Il Foglietto Usi RdB Ricerca

E' DISPONIBILE, su www.usirdbricerca.it , IL NUMERO 25 - Anno VI
DEL SETTIMANALE on line DI INFORMAZIONE SINDACALE DAL MONDO DELLA RICERCA

In questo numero:

* Uso illecito della carta di credito Enea, dura condanna della Corte dei conti
* La parola d'onore dopo 30 anni scade
* L'asta va deserta. E' salvo per ora l'ex Osservatorio
* La tassa sulle malattie abolita solo per pochi
* Il ministro Brunetta riscrive la statistica
* Newsletter dell'Anpri, notizie in differita
* Il Cnr non c'entra con la pubblica sicurezza
* Atti amministrativi, ridotti i tempi di emanazione


7 luglio 2009 - EPolis

I SINDACATI DI BASE
Trasporti, oggi stop per Viareggio

Uno stop dei trasporti, oggi, per lo sciopero generale indetto dai sindacati del Patto di Base, Cub, Confederazione Cobas e Sdl. I motivi della protesta del sindacato riguardano lo spaventoso incidente di Viareggio e la mancanza di concreti controlli della sicurezza. «La tragedia di Viareggio, quelle del trasporto aereo, i frequenti incidenti nel trasporto marittimo e su strada dimostrano purtroppo che anche in questo settore le liberalizzazioni e le privatizzazioni hanno prodotto un maggiore sfruttamento dei lavoratori e dei mezzi», dicono i sindacati.


7 luglio 2009 - Leggo

Trasporti: le organizzazioni sindacali Cobas, Sdl e Cub/Rdb...

Trasporti: le organizzazioni sindacali Cobas, Sdl e Cub/Rdb hanno indetto uno sciopero generale "sulla strage di Viareggio".
Il servizio di trasporto si fermerà dalle ore 21 fino alla fine del servizio.


7 luglio 2009 - Il Messaggero Veneto

TRASPORTI
Tragedia di Viareggio: protestano i sindacati di base

I sindacati di base hanno proclamato per oggi lo sciopero generale dei trasporti. Orari e modalità diverse a seconda del settore, in questa occasione, con 4 ore per il settore ferroviario, dalle 10 alle 14; una per quello aereo, dalle 10 alle 11; una per quello marittimo, da effettuarsi all’inizio di ogni partenza. Le tre maggiori organizzazioni sindacali di base, Cub, Sdl e Cobas, hanno indetto lo sciopero dopo la tragedia di Viareggio «a difesa della sicurezza e dell’incolumità dei lavoratori e dei cittadini utenti che non possono rischiare o perdere la vita» per ragioni che attengono la sicurezza.

I sindacati: poco personale e treni usurati
Oggi sciopero in Fvg

UDINE - Riduzione del personale, mezzi di trasporto usurati e precarie condizioni di sicurezza. L’allarme, anche dopo i fatti di Viareggio, lo lanciano le sigle di sindacali di base Cub, Cobas e SdL Intercategoriale, indicendo oggi uno sciopero generale dei trasporti in Friuli Venezia Giulia. Per alcune ore i principali mezzi di trasporto (ferrovie, aerei, navi, mezzi urbani) saranno fermi. Lo sciopero – ha spiegato Willy Puglia, coordinatore regionale della Cub-Rdb Trasporti, «è indetto a difesa della sicurezza e dell’incolumità dei lavoratori e dei cittadini utenti dei trasporti che non possono rischiare o perdere la vita per motivazioni che hanno a che vedere con la mancanza o la carenza di controlli e di misure atte a rendere massima la tutela della sicurezza». Nel dettaglio il settore ferroviario sciopererà 4 ore dalle 10 alle 14; il trasporto aereo 1 ora di sciopero dalle 10 alle 11; il trasporto marittimo 1 ora di sciopero all’inizio di ogni partenza. Il trasporto pubblico locale e il trasporto merci e logistica 4 ore nel rispetto delle fasce protette. A Udine il servizio urbano e extraurbano sarà fermo dalle 17.30 alle 21.30; a Pordenone il servizio urbano dalle 9 alle 13 e quello extraurbano dalle 8.30 alle 12.30; A Gorizia il servizio urbano e quello extraurbano si fermeranno dalle 17.30 alle 21.30. Il personale interno sciopererà nelle ultime 4 ore di servizio. Il Gruppo Ferrovie dello Stato – ha evidenziato Puglia – sta portando avanti «un’opera di ristrutturazione aziendale volta a diminuire i costi e aumentare i ricavi al fine supremo di ottenere degli utili». Puglia ha criticato aspramente «l’introduzione dell’agente solo», ovvero di un solo macchinista, che «oltre a non garantire il soccorso in caso di malore al personale, creerebbe le condizioni per ledere fortemente anche la salute dei viaggiatori e degli altri dipendenti di Trenitalia presenti a bordo del treno». Puglia fa un esempio: «In caso di malore del solo agente di guida, infatti, da regolamento è previsto che il capotreno presente sul convoglio provveda nel minor tempo possibile ad immobilizzare il convoglio e allo stesso tempo a staccare l’alimentazione del treno stesso, cose che comporterebbero come primissimo effetto lo spegnimento istantaneo della climatizzazione a bordo, e successivamente la perdita del controllo della chiusura delle porte». Ma in questo modo, ha sottolineato Puglia, «i viaggiatori sarebbero sequestrati sul materiale rotabile, fermo chissà dove e chissà per quanto tempo, privi della climatizzazione e liberi di uscire dalle porte scendendo sui binari con i rischi che è facile intuire». Puglia lancia anche un altro dato allarmante: circa il 20% dei sistemi blocco-porte dei treni in circolazione in regione sarebbero in avaria «mettendo a rischio l’incolumità dei passeggeri».(s.s.)


7 luglio 2009 - La Nuova Venezia

ACTV Oggi tre ore di sciopero

Venezia - Possibili disagi, oggi, per i passeggeri Actv, a causa di uno sciopero di 3 ore proclamato dal sindacato Cub Trasporti, in segno di solidarietà con le vittime dell’incidente ferroviario di Viareggio e per chiedere sicurezza per l’incolumità di lavoratori e utenti dei trasporti. Per quanto riguarda vaporetti ed autobus, l’agitazione si svolgerà tra le 12 e le 15, mentre il personale di uffici e biglietterie si asterrà nelle ultime tre ore del turno.


7 luglio 2009 - Il Resto del Carlino

TRASPORTI
Oggi bus fermi per quattro ore: sciopero nazionale per la tragedia di Viareggio

Bologna - Oggi sciopero di quattro ore del personale Atc. La protesta è stata proclamata a livello nazionale da Cub, Cobas e Sdl a seguito della tragedia ferroviaria di Viareggio, e per il personale viaggiante di Atc, si svolgerà dalle 12.30 alle 16.30. In questa fascia oraria, i servizi di trasporto pubblico urbano, suburbano ed extraurbano non saranno garantiti. Funzioneranno invece le attività di rilascio di contrassegni e vetrofanie per la Ztl nei consueti orari di apertura degli sportelli.


7 luglio 2009 - La Gazzetta di Reggio

Cub in sciopero, fermi treni e bus
Oggi 4 ore di protesta per le carenze delle ferrovie

Reggio E. - Oggi sarà problematico usare i mezzi pubblici a causa dello sciopero di quattro ore indetto dai sindacati dei trasporti della Confederazione unitaria di base per protesta contro le carenze del sistema ferroviario che hanno reso possibile il disastroso incidente avvenuto nei pressi della stazione di Viareggio. L’agitazione riguarda tutti i collegamenti con modalità diverse. Nella nostra provincia il personale viaggiante degli autobus e dei treni del trasporto pubblico locale è invitato a fermarsi dalle 17,30 alle 21,30. Subiranno soppressioni, quindi, le linee su gomma di Autolinee dell’Emilia, Trasporti Integrati e Logistica e ex-Orfeo, nonchè i convogli delle Ferrovie dell’Emilia-Romagna sulle linee Reggio-Sassuolo, Reggio-Ciano, Reggio Guastalla e Parma Suzzara. Lo sciopero avverrà invece nelle ultime quattro ore del turno di lavoro per agli addetti agli impianti fissi (uffici ed officina) di Ae, Til, Act e Fer (Dinazzano Po). La direzione dell’Act comunica che, per esigenze organizzative, si potranno avere ripercussioni anche sulle corse immediatamente precedenti o successive. In quanto alle Ferrovie dello Stato, lo sciopero è previsto dalle ore 10 alle 14.
«L’azione di lotta - comunica la Cub-trasporti - è indetta a difesa della incolumità dei lavoratori e dei viaggiatori, che non devono rischiare di perdere la vita per la mancanza di controlli e di misure atte a rendere massima la sicurezza».(l.s.)


7 luglio 2009 - La Nuova Ferrara

Oggi sciopero di 4 ore nel settore trasporti

Ferrara - E’ stato proclamato per la giornata odierna uno sciopero a livello nazionale di 4 ore da parte delle organizzazione sindacali Cub Cobas, Sdl dalle 12.30 alle 16.30 nel settore dei trasporti che rigurada in particolare i bus. Per tutta la durata dello sciopero di potranno verificare dei disagi per l’utenza sui servizi urbani ed extraurbani del bacino di Ferrara. I motivi dello sciopero sono legati alla strage di Viareggio per rivendicare maggiore sicurezza nei trasporti.


7 luglio 2009 - La Nazione

Firenze. UNA nuova giornata rovente sul fronte Ataf...
di Monica Pieraccini

Firenze - UNA nuova giornata rovente sul fronte Ataf. L'assessore comunale alle partecipate, Angelo Falchetti, incontrerà il direttore generale Filippo Allegra, per discutere di licenziamento, buonuscita e premi ai dirigenti. Il faccia a faccia potrebbe trasformarsi anche in uno scontro. Da una parte Allegra, che, oltre al risarcimento per essere stato liquidato anzitempo, chiederà i danni di immagine. Dall'altra il neoassessore, che cercherà in tutti i modi di elargire meno soldi possibile a chi ha gestito fino ad oggi un'azienda che ha chiuso il bilancio 2008 con un deficit sui 3 milioni di euro. Un'altra patata bollente è quella che tiene tra le mani Matteo Renzi. Oggi proverà a placare gli animi degli otto Comuni soci di minoranza di Ataf, che non hanno gradito il suo decisionismo. Avvertiti dell'azzeramento dei vertici solo a cose fatte, hanno chiesto e già ottenuto la contropartita. I due membri del cda, che affiancheranno Filippo Bonaccorsi, destinato alla presidenza di Ataf ma anche ad accentrare su di sé tutte le deleghe in possesso dell'attuale direttore generale, saranno espressione dei Comuni di Scandicci e Sesto. L'ufficializzazione del nuovo cda è prevista per venerdì 10 luglio, al termine dell'assemblea dei soci. Nel frattempo, proprio per arrivare all'appuntamento con le idee chiare, Renzi incontrerà i sindaci degli altri Comuni. Le polemiche in Ataf non sembrano destinate ad esaurirsi in breve tempo. Mirko Dormentoni, neoconsigliere comunale e responsabile unico di procedimento, del bando di gara per l'affidamento del servizio del tpl, si scrolla di dosso ogni ipotesi di incompatibilità. «Non capisco che incompatibilità ci possa essere», dichiara. «Quando si tratterà di trasporto pubblico locale in consiglio, io non parteciperò a discussioni e votazioni in merito». Contro Dormentoni la sinistra di opposizione, che ieri ha incontrato i sindacati, continua, invece, a puntare il dito. «La riorganizzazione del tpl non è affare esclusivo di sindaci e presidenti» polemizzano Andrea Calò, capogruppo di Rifondazione Comunista in Provincia e Tommaso Grassi, consigliere comunale Verdi-Lista Spini, riferendosi al sindaco Renzi e al presidente della Provincia Andrea Barducci e promettendo, al più presto, di presentare in merito un ordine del giorno nei rispettivi consigli. Intanto, i cittadini dovranno oggi fare i conti con un altro sciopero degli autobus e venire a capo delle deviazioni di alcune linee. Stasera, dalle 21 e fino al termine di servizio, la circolazione dei mezzi Ataf non è garantita a causa dello sciopero generale dei trasporti proclamato da Cobas, Sdl, Rdb-Cub, a fronte «dei gravissimi fatti avvenuti a Viareggio». Per consentire l'esecuzione dei lavori di manutenzione del lastrico di piazza Duomo, che dureranno circa due mesi, le linee 14, 23 e 71 subiranno deviazioni a partire dalle 9 di stamani. Coinvolta anche la linea turistica CitySightseeing, che sarà deviata sull'itinerario della linea 14.


7 luglio 2009 - Il Gazzettino

Niente bus e vaporetti per lo sciopero dei Cub oggi dalle 12 alle 15

Venezia - Giornata di passione per i pendolari. L’organizzazione sindacale Cub Trasporti ha comunicato la proclamazione di uno sciopero generale della durata di tre ore per oggi, martedì 7, per la difesa e l’incolumità dei lavoratori e dei cittadini utenti dei trasporti, a fronte dei gravissimi fatti avvenuti a Viareggio.
Lo sciopero si attuerà con le seguenti modalità: dalle 12 alle 15 personale di movimento e manutenzione turnista; ultime tre ore impiegati, ausiliari negli uffici, personale impianti fissi (non turnista) e distaccato presso Ve.La. Spa.
Per questo l'attività di vendita presso alcuni sportelli Hellovenezia potrebbe essere irregolare o non garantita nell'arco della giornata.
Inoltre la Cub ha annunciato 4 ore di sciopero, dalle 10 alle 14 in tutto il settore ferroviario.


7 luglio 2009 - La Repubblica

Quattro ore di sciopero nei trasporti possibili stop e disagi per l´utenza

Torino - Quattro ore di possibili stop e disagi nei trasporti pubblici - oggi, giornata dei funerali di Stato per la strage ferroviaria di Viareggio - per lo sciopero generale indetto da Patto di base, Cub, Confederazione Cobas e SdL intercategoriale. A Torino, informa Gtt, per il servizio urbano e suburbano (escluse le linee 43, 46b e 19) e per la metropolitana la fascia oraria interessata va dalle 17.45 e alle 21.45. Per i bus extraurbani, per le linee 43, 46b e 19 e per le ferrovie lo sciopero è in programma dalle 10.30 alle 14.30. Sarà assicurato, fa sapere sempre l´azienda trasporti, il completamento delle corse in partenza entro l´orario di inizio dell´agitazione. Nel settore aereo, servizi di terra, l´astensione dal lavoro sarà di un´ora.

Viareggio, sotto accusa anche le altre cisterne
I periti: oltre all´asse rotto, boccole incomplete e un patchwork di pezzi diversi Il procuratore di Lucca dice di "comprendere questa grande preoccupazione"
di FRANCA SELVATICI

VIAREGGIO - I tecnici che hanno lavorato sulla scena del disastro ferroviario avvenuto il 29 giugno alla stazione di Viareggio non hanno trovato solo la vasta fenditura, o cricca, che ha determinato la rottura dell´asse del primo carrello della prima cisterna del convoglio, provocandone il deragliamento, ma anche alcune magagne in altri carrelli del treno. Problemi meno gravi, qualche elemento non essenziale mancante all´interno di altre boccole, un patchwork di parti di provenienza diversa assemblate fra loro. Segnali, comunque, di carenza di manutenzione. Segnali che, dopo la fuoruscita del gpl e l´esplosione che ha fatto strage, allarmano l´opinione pubblica, che teme il ripetersi di altri incidenti. «Una grande preoccupazione», che il procuratore di Lucca Aldo Cicala ben comprende. Un allarme-sicurezza più volte lanciato dai lavoratori. Oggi, in coincidenza con i funerali delle vittime di Viareggio, i sindacati di base Cub, Cobas e Sdl hanno proclamato uno sciopero di alcune ore in tutti i settori del trasporto.
«Se la fase di manutenzione avesse funzionato, se fosse stata ben programmata, se i controlli fossero stati frequenti, quella frattura nell´asse avrebbe avuto un´altissima probabilità di essere individuata», dichiara il professor Paolo Toni, docente di meccanica applicata all´Università di Firenze e consulente della procura di Lucca, che ha repertato e «messo sotto chiave» tutti gli elementi del treno deragliato che dovranno essere esaminati. «La frattura - spiega - è un fenomeno articolato che inizia da un difetto superficiale e si propaga con una velocità che dipende da vari fattori, finché la sezione resistente diventa talmente sottile da provocare la rottura. Però il test agli ultrasuoni dice la verità: magari una volta può non rilevare la frattura, ma alla lunga la individua». Per questo gli ultrasuoni devono essere eseguiti a intervalli frequenti. Capire che cosa sia accaduto all´asse che si è spezzato, però, è un´impresa impervia, perché si intrecciano passaggi e competenze fra fabbricante, proprietario, noleggiatore, officine italiane e straniere, in un garbuglio apparentemente inestricabile. «Però in Italia la manutenzione deve essere tracciabile», spiega il professore. Perciò il primo obiettivo è rintracciare in mezza Europa tutta la storia manutentiva di quell´asse. «Io spero che la normativa europea garantisca la tracciabilità. E se non troveremo delle carte, sarà già un elemento di colpa». Una volta completata la raccolta dei documenti e circoscritte le responsabilità con l´aiuto di un esperto come l´ingegner Enrico Mengozzi, dirigente Fs in pensione noto per la sua indipendenza, partiranno gli accertamenti con l´ausilio di un ingegnere dei vigili del fuoco e di due docenti dell´Università di Pisa. «Io - conclude il professor Toni - sarò un po´ il coordinatore del team. Sono stato consulente delle Ferrovie ma il mio unico padrone è la mia coscienza. Ho 65 anni, ho fama di persona corretta e la voglio conservare. Un evento come quello accaduto a Viareggio non può concludersi senza responsabilità».

E ora l´Aquila teme l´invasione antagonista
Paura per le manifestazioni del 10 luglio. Negozi chiusi e tendopoli blindate "Nei giorni scorsi sono arrivati strani volontari". E intanto la terra trema ancora
di JENNER MELETTI

L´AQUILA - Sul cancello, una bandiera rossa della Cgil. Altre due sventolano alte nel prato oltre le tende. «Basta guardare queste bandiere per capire perché dobbiamo stare in campana. Non vorremmo che qualcuno pensasse: ecco la tendopoli giusta per andare a fare provocazioni». Una radio trasmittente nel giubbotto, occhi attenti ad ogni movimento. Sandro Gambellini, 49 anni, dirigente nazionale dello Spi Cgil, è alla tendopoli di Coppito per gestire questi «giorni particolari».
«Questa, per tutti, è la tendopoli della Cgil. - dice - E allora dobbiamo stare molto attenti. Anche perché sono arrivati qui volontari strani, che si sono presentati proprio nei giorni di vigilia del G8 e noi li abbiamo mandati via. Siamo in una posizione delicata, a poche decine di metri dall´inizio della zona rossa e a poche centinaia di metri dalla sede del G8. Qualcuno potrebbe pensare che questo è un buon posto per darsi da fare, per organizzare proteste contro il summit mondiale. È per questo che stiamo in campana. Noi di provocazioni non ne vogliamo davvero».
Ieri verso sera, per «dare una mano», sono arrivati una cinquantina di «compagni del Nord», che resteranno fino alla fine del G8. «Molti occhi vedono meglio di pochi occhi. Parlerei di attenzione, più che di vigilanza. Certo, in questo campo persone non gradite non entreranno». Basta dire "No global" per incutere timore. Più timore delle scosse che ancora scuotono la città, solo ieri altre quattro. Voci circolano da giorni, sui violenti che scenderebbero dalle città del Nord per devastare ciò che è stato risparmiato dal terremoto. C´è chi ci crede e allora chiude il bar - come in piazza Rustici a Coppito - anche se non è in zona rossa, e lo blinda con una lastra di ferro avvitata al muro. Negozi come i Battistelli (hanno un bar, un self service, un´edicola) per i giorni del G8 hanno annunciato una chiusura che nessuno aveva imposto. «Dicono che succederanno cose strane, che arriveranno gli scatenati di mezza Italia».
La decisione fa impressione perché i Battistelli furono i primi ad aprire bar e edicola, già all´alba del 6 aprile. Altri commercianti hanno annunciato un «breve periodo di ferie». Insegne di multinazionali sono state coperte. Le notizie che arrivano dai Tg non incoraggiano. Uno dei giovani arrestati, Egidio Giordano del collettivo Insurgencia di Napoli, è stato bloccato proprio qui, dopo avere partecipato a una fiaccolata che ha visto più di duemila persone unite nel ricordo delle vittime di tre mesi fa. Il Gip di Torino, secondo il quale gli arresti sono stati eseguiti per «evitare la reiterazione dei reati all´Aquila», aggiunge altra paura. Ci sono incidenti e tensioni in mezza Italia e l´appuntamento del 10 luglio (ultimo giorno di G8, con il corteo organizzato da Cobas, Cub-Rdb e Sdl qui all´Aquila), potrebbe essere l´occasione di una mobilitazione eccezionale. «La nostra - aveva detto Enrico Ciccozzi del Patto di base delle realtà sindacali, presentando l´iniziativa a Roma - sarà una marcia bella e pacifica, con corteo da Paganica alle Fontane luminose, dall´altra parte della città rispetto al G8». Ma ancora non c´era stata l´alba degli arresti. I primi "No global" sono arrivati per partecipare alla fiaccolata notturna. Delegazioni dal "No dal Molin" e dai collettivi di Napoli si sono uniti ai ragazzi e alle famiglie dei Comitati che chiedevano "Verità e giustizia" e un futuro dell´Aquila in mano agli aquilani. «Se i "No global" erano qui - dice Marco Sebastiani del comitato 3,32 (l´ora del sisma) - quasi non ce ne siamo accorti. Hanno sfilato in silenzio e correttamente». Ma poi c´è stato l´arresto del giovane napoletano, che dormiva in quello che è stato chiamato il "centro sociale" della città. «All´Aquila - dice Claudia Pajewski, anche lei del comitato 3,32 - non c´è nessun centro sociale. Ci sono i comitati come il nostro e assieme cerchiamo di organizzare una vita migliore per noi terremotati. Non vogliamo vivere in tendopoli militarizzate e allora noi del 3,32 abbiamo aperto una cucina, abbiamo messo qualche tenda in un parco e qualche computer, per vivere assieme e progettare il nostro futuro. Tutto qui. Noi crediamo che gli arresti siano stati fatti per alzare la tensione ma noi non cadiamo in trappola. Non andremo al corteo "No Global", anche se condividiamo i valori di questa protesta. Ma dobbiamo batterci per la nostra città, chiedendo il 100% di trasparenza e di partecipazione. Vogliamo la nostra città uguale a prima. Per ora non possiamo interessarci ai problemi del mondo».


7 luglio 2009 - La Nuova Sardegna

Il popolo degli sfrattati si mobilita
Picchetto in viale Costituzione: sospeso lo sgombero della donna incinta
di Valeria Gianoglio

NUORO - C’è chi arriva dal Nuraghe, chi dalle case di via Gonario Pinna, chi dagli ex parcheggi di viale Costituzione: il popolo degli sfrattati raduna le proprie forze e insieme al sindacato Rdb-Cub promuove un picchetto anti-sgombero che comincia alle 7.45 di ieri. Ma del temutissimo ufficiale giudiziario, per tutto il giorno, nei mini appartamenti occupati da tempo in modo abusivo in viale Costituzione, non si vede neppure l’ombra.
Un po’ perché la mobilitazione degli ultimi giorni ha portato i suoi frutti, un po’ perché allo sgombero in questione mancava ancora l’ultimo atto per diventare esecutivo. La mamma incinta pronta a lasciare il bilocale, insomma, tira un piccolo sospiro di sollievo. Tutto rinviato di settimane, forse mesi. Ma nel frattempo, il caso-case, registra una nuova importante puntata. L’Rdb-Cub, infatti, anche ieri mattina, ricorda di aver presentato via fax in prefettura una richiesta di incontro per discutere della situazione. La prefettura, interpellata a proposito, precisa che quel fax non lo ha mai ricevuto ma che comunque si rende disponibile per farlo, quell’incontro tanto atteso. E spiegare così il quadro di leggi all’interno del quale sono inseriti i diciassette avvisi di sfratto per gli abusivi che sono partiti nelle ultime settimane. Il Comune, dal canto suo, nei giorni scorsi si era mobilitato per evitare il trasloco della mamma e per ricordare agli abusivi, nel corso di un’assemblea convocata dall’Rdb-Cub, che comunque esiste una legge e va rispettata.
«Siamo intervenuti nel caso della mamma - spiega l’assessore ai Servizi sociali, Graziano Pintori - perché si tratta di un caso umano molto delicato. Ma non vogliamo che si scateni una guerra tra poveri: bisogna capire che per noi c’è abusivo e abusivo. C’è chi è veramente povero, non ha lavoro, ha diverse bocche da sfamare, insomma, è effettivamente indigente, e chi, invece, ha case da altre parti, ha uno stipendio dignitoso o una pensione che gli consente di vivere bene. È su questi che noi come Comune vorremmo che si sia severi. Come Comune faremo controlli incrociati telematici, per appurare se effettivamente le condizioni di chi occupa queste case siano di indigenza oppure no. Ma mi piacerebbe che ognuno, in questa vicenda, faccia la propria parte. A cominciare dalla Regione con la sanatoria. Il Comune di Nuoro, dal canto suo, ha in programma la costruzione di 44 nuovi alloggi a Sa ’e Sulis».


7 luglio 2009 - Corriere della Sera

MOBILITA' DIFFICILE NELLA CAPITALE
Non solo G8, capitale nel caos per divieti e sciopero dei trasporti
Giornata di passione a Roma: ai blitz degli antagonisti si sommano treni e metro a rischio e «zone rosse»

Roma - Giornata difficile oggi per i trasporti a Roma e nel centro Italia, a causa delle manifestazioni anti-G8, delle misure di sicurezza per il vertice e della possibile adesione dei conducenti di mezzi pubblici allo sciopero generale dei trasporto indetto dai sindacati del Patto di Base, Cub, Confederazione Cobas e SdL intercategoriale, per protestare contro la strage di Viareggio e contro la mancanza di sicurezza per lavoratori e utenti. Sui viaggiatori pende anche il rischio di uno sciopero dei distributori di carburante (dalle 19.30 del 7 alle 07.00 del 10 luglio), che tuttavia potrebbe essere revocato dopo l'accordo raggiunto ieri tra governo e gestori.
TRAM, BUS, METRO, TRENI - Nella Capitale tram, bus e soprattutto i servizi di collegamento delle metropolitane potrebbero subire blocchi e ritardi a causa dell'agitazione dei lavoratori del trasporto pubblico «contro lo sfruttamento dei lavoratori e dei mezzi che sta producendo un aumento degli incidenti e delle morti sul lavoro» e contro «tragedie come quella di Viareggio» che sottolineano come «le norme esistenti non vengono fatte rispettare, le norme europee e quelle nazionali sulla tutela della sicurezza non sono sufficienti ed adeguate». Si fermano, martedì 7 anche i treni: 4 ore dalle 10 alle 14. E gli aerei: 1 ora, dalle 10 alle 11. Ritardi anche nei porti: le navi effettueranno 1 ora di sciopero all'inizio di ogni partenza.
CORTEI E ZONE ROSSE - Difficoltà per chi si muove in auto a causa delle numerose manifestazioni degli antagonisti, con blitz improvvisati e un sit-in alle 16 davanti all'ambasciata Usa. Controlli di sicurezza e deviazioni obbligatorie nelle zone più sensibili per il transito delle rappresentanze diplomatiche, vicino a hotel e ambasciate, in via Veneto, intorno a Villa Taverna, ai Parioli, dove si trova l'ambasciata americana presso la quale dormirá Michelle Obama.
FIRST LADIES IN VATICANO - Blindata mercoledì mattina la zona del Vaticano e piazza San Pietro, dove le first ladies saranno ricevute da Papa Benedetto XVI, per poi spostarsi in Campidoglio, dove verranno accolte dal sindaco di Roma Gianni Alemanno con la moglie Isabella Rauti per il pranzo nella Terrazza Caffarelli. Blocchi alla circolazione stradale e deviazioni anche nell'area intorno a piazza Venezia. A partire dalle 8 di mercoledì mattina, verranno sgombrati tutti gli autoveicoli presenti sul Colle. Dalle 11 alle 17 sarà interdetto l'ingresso sul Colle Capitolino, sia dalla Cordonata e via delle Tre Pile che dagli altri accessi al Campidoglio di via di S. Pietro in Carcere, via di Monte Caprino e via di Monte Tarpeo, a tutte le persone non autorizzate. Sempre per motivi di sicurezza, i Musei Capitolini rimarranno chiusi per l'intera giornata e il Foro Romano sarà chiuso al pubblico dalle 12 alle 20. Altra zona «rossa» quella del Quirinale, dove il Capo di Stato Giorgio Napolitano riceverà i leader internazionali. Dopo la visita di Hu Jintao, mercoledì sarà la volta di Barack Obama.
DIVIETI IN ABRUZZO PER I CAMION - Non bastasse, anche gli autotrasportatori dovranno affrontare disagi se diretti in Abruzzo: in occasione del G8 a L'Aquila, dalle 24 di mercoledì 8 fino alle 22 di venerdì prossimo sarà vietata la circolazione dei mezzi per il trasporto di cose e animali, di massa superiore a 7,5 tonnellate lungo l'A24, dal km 11,372 (innesto A1) sino al Km 44, 696 Comune di Oricola. Lo rende noto il Prefetto di Roma. Dal divieto sono esclusi i mezzi delle forze di polizia, delle forze armate, del soccorso pubblico per interventi urgenti e di emergenza o che trasportano materiali ed attrezzi a tali fini, come vigili del fuoco e protezione civile. Potranno circolare, inoltre, «ulteriori veicoli - è spiegato nella nota - per i quali viene segnalata la necessità al transito, anche dal dipartimento della Protezione Civile, alla Prefettura di Roma, che autorizzerà il passaggio dei medesimi mezzi previo parere del Compartimento Polizia Stradale del Lazio - Sezione di Roma».
NIENTE CARBURANTE - Per il momento è confermato anche lo sciopero dei distributori di carburante dell'8 e 9 luglio: una serrata nazionale dei gestori degli impianti proclamata da Faib, Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc Confcommercio. Sulla rete ordinaria le pompe di benzina saranno ferme dalle 19.30 del 7 luglio, fino alle 07.00 del mattino del 10 luglio, mentre sulle autostrade lo stop inizierà alle 22 del 7 per concludersi alle 22.00 del 9 luglio. Sarà esclusa la provincia de L'Aquila. Ma il ministro dello sviluppo economico Scajola avverte: «Risolto il problema del bonus fiscale per i benzinai che aveva provocato la proclamazione dello sciopero (ndr. 23 milioni di euro la copertura del bonus), sarebbe incomprensibile il mantenimento dello sciopero. Mi auguro venga revocato».

Varese Manifestazione e messaggio al ministro dell’Interno
«Mancano cinquemila uomini» La protesta dei vigili del fuoco
Protesta. «Tante promesse e pochi fatti» è la denuncia dei vigili del fuoco lombardi che ieri si sono riuniti davanti alla prefettura di Varese
di Roberto Rotondo

VARESE — «Siamo gli angeli dell’Abruzzo, d’accordo, ma gli straordinari chi ce li paga?». I vigili del fuoco sono in subbuglio perché — spiegano — in fase di conversione in legge del decreto Abruzzo sono state ritirate le risorse stanziate per uomini e mezzi. E i sindacati lombardi hanno deciso di andare a manifestare a Varese, nella città del ministro Maroni, provenienti da diverse province della Lombardia, principalmente la stessa Varese, Bergamo e Milano. I pompieri si sono incontrati con il viceprefetto, spalleggiati dall’onorevole Daniele Marantelli del Pd. E intanto raccontano un lavoro quotidiano con molte falle. I vigili del fuoco di Varese, ad esempio, spiegano che stanno ancora aspettando gli straordinari dei Mondiali di ciclismo del 2008. Mezzi e strutture appaiono non sempre a puntino. Ferdinando Mattei, vigile del fuoco di Malpensa del sindacato Rdb è caustico: «La divisa che porto in questo momento ha un mese di vita ma è già rotta in diversi punti — racconta — inoltre, negli ultimi anni abbiamo ricevuto diversi mezzi difettosi, a partire dai generatori. A Malpensa, ad esempio, abbiamo due elicotteri che non possono essere utilizzati».
Secondo le cinque sigle sindacali (Cgil, Cisl, Uil, Rdb e Confsal) la Lombardia ha 2.500 vigili del fuoco ma ne servirebbero circa 5.000 per coprire tutte le esigenze. «Ci avevano promesso 300 nuovi uomini in Lombardia — spiega Omar Battilocchio della Cgil di Varese — ma non aggiungono niente, perché si limitano a fare da ricambio per il turnover».


7 luglio 2009 - Bari live

Da questa mattina le forze dell'ordine stanno cercando di eseguire
un'ordinanza del Comune di Modugno
Sgombero del centro accoglienza al San Paolo, in 15 si chiudono all'interno
Settanta persone potrebbero rimanere senza un tetto da questa notte
di Danilo Calabrese e Gianpietro Occhiofino

Si sono rinchiusi nel centro di accoglienza Caps del San Paolo per opporsi allo sgombero. E’ ancora in corso la pacifica protesta di una quindicina di ospiti della struttura gestita dallo Sportello dei diritti Rdb-Cub di Bari. Questa mattina carabinieri e vigili urbani del Comune di Modugno (il centro si trova in Zona Cecilia di competenza del paese limitrofo al capoluogo pugliese) sono giunti sul posto per eseguire un’ordinanza di sgombero della sede. Davanti a loro l’opposizione assolutamente pacata di una parte dei quaranta utenti, in buona parte composta da migranti, che si è rinchiusa all’interno dei locali in segno di protesta. L’iter amministrativo dello sgombero, nato in seguito alla richiesta partita dal condominio sovrastante i locali di via Toscana, ha avuto il suo inizio a maggio. Con l’avvicinarsi della data di oggi, però, c’erano già stati contatti tra l’associazione gestore del centro e la Prefettura di Bari. "Venerdì 3 luglio", ci racconta Walter Di Nunzio, presidente dello Sportello dei diritti, che in quasi tre anni ha ospitato più di 1200 homeless in quel centro, "ho avuto modo di incontrare il dott. Latorre, in qualità di rappresentante del vice prefetto Bellomo, proprio per trovare un accordo su questa faccenda incresciosa". Di lì è partita la richiesta di un colloquio anche con il Comune di Bari, proprietario dei locali dati in concessione al Caps, che a sua volta li ha ceduti in comodato d’uso gratuito all’associazione dell’Rdb-Cub Bari dal 30 ottobre del 2006. "Il capo di gabinetto Vito Leccese", prosegue Di Nunzio, "ha esplicitamente chiesto il rinvio dell’esecuzione dello sgombero per motivi di ordine pubblico, dato che quaranta persone, più altre trenta cui abbiamo firmato dichiarazione di ospitalità, si sarebbero trovate da un giorno all’altro per strada". Quindi, l’intoppo o la dimenticanza burocratica. Da parte del Comune di Modugno non è partita alcuna richiesta di proroga alle forze dell’ordine, che questa mattina si sono presentate sul posto per portare a termine un compito ingrato quanto legittimo. "Noi chiediamo la sospensione di questa ordinanza", ha concluso Walter Di Nunzio, "anche solo per il semplice fatto che sono già cento le persone che la sera vanno a dormire a Piazza Umberto. E non vorremmo che se ne aggiungessero altre settanta".


7 luglio 2009 - Liberal

QUEL "PINOCCHIO" DI MARONI

Il 1 Luglio insieme ad altri colleghi del consiglio nazionale del sindacato di base anche qualche alessandrino ha partecipato e dato vita ad una colorita improvvisata manifestazione di protesta "i pompieri in bicicletta al Viminale"! La consegna di un pinocchio di pezza al Ministro Maroni è stato il top dell’iniziativa. Tutto questo non perché siamo "goliardici" pompieri ma perché questi governanti hanno bisogno di qualche scossone ogni tanto! I Vigili del Fuoco sono stanchi delle belle promesse e non sappiamo piu dove mettere tutte le medaglie che ci conferiscono; con le medaglie non ci paghiamo mica l’affitto o le rate del dentista! Belle parole dopo il tragico sisma in Abruzzo, belle parole dopo i soccorsi a Viareggio, belle parole dopo l’ultimo Consiglio dei Ministri dell’altro giorno; ma restano sempre le bollette da pagare ..! Come RdB non siamo scesi in piazza solo per rivendicare stipendio e contratto ma anche per rivendicare un piano di ammodernamento delle nostre attrezzature partendo da quelle di colonna mobile. Abbiamo automezzi del 1980 e con tutta la buona volontà e non poca perizia è dura arrivare con queste attrezzature in tempi rapidi da tutta Italia in Abruzzo; rivendichiamo convenzioni con gli enti locali per tenere in aria, è proprio il caso di dire, i nostri elicotteri VF; convenzioni simili a quella della Liguria con il 118! E non come accade oggi che gli elicotteri VF sono solo a disposizione di Ministri e Sottosegretari e varie autorità per sorvolare l’evento tragico del momento. A Viareggio così ci è stato segnalato che erano parcheggiati 4 elicotteri dei Vigili del Fuoco e nessuno di questi era impegnato nelle operazioni di soccorso. Un elicottero AB412 costa 3000?uro l’ora quando è in volo! Crediamo che i contribuenti sarebbero lieti di pagare queste cifre per un soccorso ma anche meno lieti di pagare queste cifre per i vari politici di turno che ne usufruiscono. I Vigili del Fuoco di Alessandria sono molto attivi nella politica sindacale del Corpo! Come sindacato di Base ci siamo da subito attivati appena ci è stata comunicata la notizia che il Dirigente di Alessandria è stato trasferito ad altro incarico. Si volta pagina e si ricomincia. Abbiamo chiesto l’apertura di un tavolo di confronto presso il Comando per impostare la nuova rotta, abbiamo sollecitato il Capo del Corpo Ing. Gambardella e il Direttore per il Piemonte al fine di una celere assegnazione di un nuovo Dirigente e nel frattempo abbiamo sollecitato una consona reggenza, manifestando con fermezza inaccettabili forme di compromesso. L’organico della sede di Alessandria conta una drammatica carenza di personale operativo e di funzionari e non ce la passiamo neppure benissimo con il settore amministrativo demansionato, come tutti, dalla riforma del rapporto di lavoro introdotta con la l.252/04 ed attuata con il dl.271/05 in parole povere con il passaggio contrattuale da un regime privatistico (dove eravamo dignitosamente collocati prima) all’attuale pubblicistico alla stregua dei poliziotti e delle guardie carcerarie.
Vladimiro Alpa


7 luglio 2009 - DNews

VIGILI DEL FUOCO
IL NO ALL’EMENDAMENTO SULLE ASSUNZIONI METTE A NUDO LA CRISI DEL CORPO CHE NEL 2009, DALL’AQUILA A VIAREGGIO ALL’EMERGENZA INCENDI È STATO "SPREMUTO "TROPPO
Il lento collasso dei nuovi eroi italiani
Mancano 6mila pompieri, i sindacati «Incolumità a rischio». Arriva il G8 ed è di nuovo emergenza Il caso delle vetture rotte sulla strada per l’Abruzzo.
di Valerio Albensi

Roma - Organici ridotti all’osso, mezzi di soccorso inviati in Abruzzo che si sono fermati a metà strada. E poi turni settimanali che sfiorano le cento ore di lavoro e straordinari mai pagati. I rappresentanti sindacali dei vigili del fuoco non usano mezzi termini per raccontare la crisi che colpisce l’intero corpo nazionale: «Siamo stanchi di ricevere pacche sulle spalle - dicono i segretari di Cgil, Cisl e Uil, le sigle più rappresentative - l’emergenza terremoto ha reso ancora più evidenti quelli che sono i problemi strutturali ormai noti da almeno quindici anni. Servono uomini e mezzi per garantire la sicurezza dei pompieri e quella dei cittadini». Il rischio è concreto: «Viareggio ha già messo a dura prova la tenuta della macchina organizzativa. Difficilmente i vigili del fuoco sarebbero in grado di garantire un soccorso adeguato se accadesse un fatto drammatico come quello di L’Aquila, specie considerato il G8, e l’estate è iniziata, siamo in pieno allarme incendi boschivi».
Stato di agitazione
A fare scattare lo stato di agitazione è stata la mancata approvazione di un emendamento al decreto per l’emergenza in Abruzzo: prevedeva prime assunzioni e dotazioni di nuovi mezzi. «È stato bloccato - spiega Pompeo Mannone, segretario generale della Federazione Nazionale Sicurezza Cisl - perché mancava la necessaria copertura finanziaria. La situazione è pesantissima. Abbiamo incontrato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, che ci ha dato delle prime rassicurazioni. Se non ci saranno sviluppi a breve, andremo avanti con lo stato di agitazione». I problemi partono da lontano: «Dovremmo essere 34mila - dice Michele D’Ambrogio, segretario nazionale della Fp Vigili del fuoco Cgil - e invece siamo poco più di 28mila. E la pianta organica da rispettare è comunque al di sotto degli standard europei. Questo significa che, con mille uomini in Abruzzo, nei vari comandi provinciali d’Italia si fanno i salti mortali per tappare i buchi. Sappiamo bene che il nostro lavoro è quello di dare risposte immediate a chi sta vivendo situazioni drammatiche, però lavorare in questo modo mette a rischio la nostra stessa incolumità». Garantire l’ordinario, il normale lavoro quotidiano, si fa sempre più difficile: «I turni sono assolutamente fuori controllo - continua D’Ambrogio - i colleghi sono chiamati agli straordinari per sostituire chi è in Abruzzo o in ferie. Così il personale nei comandi provinciali è sempre meno numeroso e sempre più stanco. La mancanza di lucidità, in situazioni delicate, potrebbe metterea repentaglio l’incolumità del vigile del fuoco come delle persone soccorse». «Tenete presente - continua Mannone - che nel periodo estivo, oltre agli incendi boschivi, aumenta in generale il numero degli interventi. Questo vuol dire arrivare sul luogo di un incidente e fare l’accertamento dei danni, altro che soccorso». Domani inizierà il G8 di L’Aquila, una nuova emergenza da fronteggiare. «Avevamo chiesto un incontro con l’amministrazione - spiega D’Ambrogio - per fare chiarezza sull’impiego dei vigili del fuoco durante questi tre giorni: la nostra richiesta è stata ignorata, non abbiamo comunicazioni ufficiali sui compiti dei colleghi durante il G8».
Rappresentanze di base
Sul piede di guerra, infine, ci sono anche i sindacati di base, che mercoledì scorso avevano organizzato una passeggiata in bicicletta per le vie di Roma per protestare contro le decisioni del governo. «Abbiamo mezzi vecchi di 25 o 30 anni che sono partiti per L’Aquila da tutte le zone d’Italia e molto spesso si sono fermati a metà strada - dice Antonio Jiritano, della direzione nazionale -. Mezzi a bordo dei quali viaggiavano anche sei persone. Gli "ang eli" del soccorso, gli "eroi"del terremoto, come sono stati definiti dai politici, vogliono risposte concrete: si lavora ventiquattrore su ventiquattro mettendo a rischio la propria sicurezza, non ci sono fondi per pagare gli straordinari. Siamo arrivati a una nuova emergenza incendi con mezzi desueti e organici ridotti al limite».


7 luglio 2009 - Agorà

Comune di Roma
Vertenza della RdB Comune di Roma

Roma - Dopo la sottoscrizione avvenuta il 1° Luglio del protocollo d’intesa tra il Ministro Brunetta e il sindaco Alemanno per il miglioramento dei servizi del Comune di Roma, RdB commenta negativamente i contenuti dell’accordo e prosegue nel presidio in piazza S. Marco iniziato il 1 luglio mattina, ancora per tutta la giornata del 2 Luglio. "E’ straordinaria la sintonia tra governo centrale e governo locale nel sistematico disinteresse dei servizi rivolti ai cittadini, in particolare le utenze più deboli" dichiara Roberto Betti rappresentante RdB del Comune di Roma. "Ci sembra una dimenticanza voluta quella dei servizi sociali - tra cui gli asili nido - e la casa che non sono stati previsti tra i servizi oggetto di miglioramento all’interno del protocollo" prosegue il rappresentante sindacale. "Viceversa vi compaiono temi quali gli Affari Esteri sui quali non ci risulta che il Comune esercita una competenza diretta o delegata" continua Betti "Anzichè sottoscrivere protocolli inutili avremmo gradito che il Sindaco si fosse adoperato per pagare la produttività di tutto il personale comunale - pari a 18 Milioni di Euro - che doveva essere liquidata alla fine di Giugno, cosi’ come le differenze di straordinario, dovute ai rinnovi contrattuali, che dovevano essere pagate già dallo scorso anno da Alemanno in veste di Commissario per il risanamento del bilancio, o, ancora, che avesse dato impulso alla chiusura del negoziato per il ripristino dell’unità di organico in più in ogni asilo nido. Se poi si degnasse di dimostrarci come sia possibile pranzare con un buono pasto da 5,25 Euro - il più basso in assoluto tra tutti gli enti pubblici a Roma - gliene saremmo grati" conclude il rappresentante sindacale della RdB. Nel pomeriggio del 2 luglio una delegazione di Lavoratori ha proposto l’adozione di una specifica mozione sulle questioni sollevate.
Roberto Betti - RdB Comune di Roma


7 luglio 2009 - La Provincia di Varese

Varese, la grande protesta dei vigili del fuoco
di Piero Orlando

VARESE - Hanno scelto Varese, città del ministro dell’Interno, i sindacati regionali dei vigili del fuoco per protestare contro la carenza di «uomini, strutture e mezzi», denunciare le «promesse mancate del Governo» e chiedere provvedimenti urgenti. Ieri mattina, un centinaio di pompieri provenienti da tutta la Lombardia ha dato vita a un presidio davanti a Villa Recalcati, prima di essere accolti dal vice prefetto Annunziato Vardè, che ha dato disponibilità a inviare le istanze presentate al ministro. Una mobilitazione unitaria di Cgil, Cisl, Uil, Rdb e Confsal Lombardia per denunciare come «dopo la retorica dei "pompieri brava gente" o "angeli del terremoto" la realtà ha dimostrato che non esiste un vero interesse nell’aiutare la categoria – recita il volantino di rivendicazione - anche nel cosiddetto "decreto Abruzzo" non si è concretizzato alcuno degli impegni assunti». «Il Governo era partito bene, ma poi in parlamento sono stati bloccati i 600 emendamenti attesi – dice Mauro Gianotti della segreteria nazionale Confsal – Letta ci ha annunciato un decreto ad hoc, su cui sollecitiamo il ministro Maroni, ricordandogli che quando si parla di sicurezza globale, non ci si può dimenticare dei vigili del fuoco». I pompieri denunciano il mancato rinnovo del contratto di categoria (scaduto da un anno e mezzo) e gravi carenze di organico (15mila unità in meno in Italia), assunzioni insufficienti, niente passaggi di qualifica e precariato: «Tra prepensionamenti e ferie, oggi i pompieri lombardi sono in grave carenza – prosegue Gianotti - servirebbero almeno il doppio dei 2300 in servizio».
TURN OVER FERMO
Troppi sono i precari, chiamati in sostituzione per periodi di 20 giorni alla volta, senza possibilità di stabilizzazione – dice Massimo Ferrari, della Cgil Lombardia – I 1350 assunti il primo aprile sono merito del Governo precedente, questo non ha fatto nulla». «Diciamo a Maroni di smetterla con gli spot pubblicitari – dice Ciro De Gregorio, segretario Uil Lombardia - perché i 300 inseriti in Lombardia non bastano nemmeno a soddisfare il turnover». Poi ci sono gli straordinari non pagati, comprese le grandi emergenze come a L’Aquila o Viareggio. E i mezzi vecchi e inefficienti: «Oggi abbiamo mezzi inadeguati, senza soldi per la manutenzione, e comunque insufficienti come numero – riferisce Giovanni Pace, segretario regionale aggiunto Cisl – in Abruzzo siamo andati con alcuni mezzi di vent’anni, rimasti fermi in mancanza della revisione». E anche il caso del "Super dragon" di Malpensa, un mezzo perforante (per sfondare in caso di emergenza la carlinga di un aereo) da 1,2 milioni di euro. «Inutilizzabile, perché non a norma, in quanto troppo lento» denuncia Angelo Carella, segretario Confsal Varese, ricordando che i pompieri presenti all’aeroporto «sono pesantemente sotto organico». Nel comando provinciale (450 unità) «mancano 50 tra capisquadra e capireparto», «c’è carenza di istruttori» e intanto gli straordinari per i Mondiali di ciclismo «non ce li hanno ancora pagati», mentre il distaccamento del Ccr di Ispra «è stato decretato ma mai aperto». Era presente il deputato Pd Daniele Marantelli, che ha manifestato solidarietà ai vigili del fuoco.


7 luglio 2009 - Corriere del Veneto

Sciopero A rischio anche gli aerei e i collegamenti ferroviari
Bus e vaporetti fermi tre ore
di Giuliano Gargano

VENEZIA — Tre ore di blocco per vaporetti, autobus, ma disagi anche per chi si sposta in treno o in aereo. È il giorno dello sciopero generale dei trasporti proclamato da Cobas, Cub e Sdl, per la difesa e l’incolumità dei lavoratori e dei cittadini, nel giorno in cui si svolgono i funerali delle persone morte nella tragedia di Viareggio.
Per quanto riguarda Actv, lo sciopero si attua con le seguenti moda-- lità: dalle 12 alle 15 personale di movimento e manutenzione turnista; ultime tre ore impiegati, ausiliari negli uffici, personale impianti fissi (non turnista) e distaccato presso le biglietterie Vela. Le principali ultime corse prima dello sciopero sono: linea 1, dal Lido (10.36), da San Zaccaria (10.51), da Accademia (11.03), da San Tomà (11.08), da Rialto (11.15), da Piazzale Roma (10.51). Linea 2, da Piazzale Roma (10.47), da Lido (11.00), da Rialto (11.21), da San Zaccaria (10.59), da Sacca Fisola (11.19), da Tronchetto (11.17). Per quanto riguarda le «giracittà», l’ultima partenza dal Lido della linea 51 è alle 10.20, da piazzale Roma alle 11.28. L’ultima corsa della linea 52 dal Lido è alle 10.12, da piazzale Roma alle 11.06. Previsti grossi disagi anche per il servizio automobilistico, sia urbano che extraurbano. Per il settore aereo lo sciopero riguarda la fascia oraria 10-11: agli aeroporti di Venezia e Treviso potrebbero verificarsi rallentamenti nelle consuete procedure di assistenza ai passeggeri ed agli aeromobili. Il settore ferroviario, infine, si ferma per quattro ore, dalle 10 alle 14, mentre è prevista un’ora di ritardo ad ogni partenza di navi passeggeri dal porto di Venezia. Secondo i sindacati di base, il caso di Viareggio non è isolato, e proprio in Veneto qualche giorno fa un altro incidente aveva fornito l’ennesima dimostrazione «dello stato in cui sono state ridotte le nostre ferrovie». «Proprio la settimana scorsa i treni sono rimasti fermi per ore a Padova e Mestre per la caduta della linea aerea — dicono —. E si registrano casi simili in giro per il Veneto e per l’Italia: ogni giorno un incidente o un disservizio grave che viene minimizzato e presentato all’opinione pubblica come fatto isolato o casuale. Scioperiamo perché le persone non possono rischiare l’incolumità o perdere la vita per motivazioni che hanno a che vedere con la mancanza o la carenza di controlli».

A Zevio
Licenziati dalla padrona «Trattati come schiavi»
di Alberto Menini

VERONA — Chi ieri pomeriggio transitava in via Sant’Antonio, a Zevio, si poteva imbattere in sette stranieri che, in cerca di un angolo d’ombra, si facevano spazio tra valigie, coperte, scarpe e capi di abbigliamento. Non si trovavano davanti a una casa qualsiasi, ma quella della titolare dell’azienda agricola in cui hanno lavorato fino a pochi giorni fa, con un regolare contratto stagionale. Qualche ora prima, intorno alle 10, gli stranieri erano stati sfrattati dalla proprietaria, Cristina Vignola, aiutata da alcuni familiari che, stando al racconto dei marocchini, li hanno mandati fuori con la forza e hanno gettato i loro averi in mezzo alla strada dopo l’intervento dei carabinieri.
Sarebbero stati rei di essersi rivolti al segretario del sindacato cobas Adl (Associazione Difesa Lavoratori) Khaled Benammar e al legale del sindacato Roberto Malesani per denunciare le «condizioni di schiavitù» in cui erano costretti a lavorare, alcuni mesi con una busta paga di soli 35 euro. «Venivano impiegati anche quattordici ore al giorno, poi dormivano in un vecchio pollaio. E, nonostante il tipo di contratto costringesse il datore di lavoro a garantire l’alloggio, la titolare dell’azienda agricola scalava l’affitto e le spese del gas e dell’acqua dalla loro mensilità, che era irrisoria», spiega l’avvocato Malesani, che annuncia l’intenzione di presentare un esposto denuncia alla procura.


7 luglio 2009 - Il Giorno

I pompieri protestano Chiedono soldi e uomini
VILLA RECALCATI PRESIDIO SINDACALE

Varese - CARENZE nell'organico, automezzi e attrezzature obsolete, straordinari non pagati e un contratto di lavoro scaduto da un anno e mezzo. I Vigili del fuoco provenienti da tutta la Lombardia e aderenti alle organizzazioni sindacali Cgil, Cisl, Uil, RdB e Confsal, si sono ritrovati ieri mattina a Varese. Circa duecento pompieri hanno protestato davanti a Villa Recalcati, chiedendo a gran voce «migliori condizioni di lavoro e stipendi adeguati». «Al comando provinciale varesino spiega Mauro Gianotti, segretario generale Confsal mancano 50 graduati. I pompieri fanno tanti sacrifici considerando anche la questione Malpensa dove giornalmente servono 25 unità. Nei distaccamenti ci sono grossi problemi organizzativi». Gli fa eco Angelo Carella, della segretaria Confsal. «LA SITUAZIONE è critica - dice a Varese abbiamo un turn over continuo di giovani. Ogni sei mesi ne arrivano di nuovi, che devono essere formati, e se ne vanno quelli che hanno già una preparazione. Con l'ultimo corso ne sono arrivati 130 e ne sono andati via 80. Arrivano senza qualifica e non sono pronti, ad esempio, per essere operativi in ambito aeroportuale. Infine c'è la questione del distaccamento di Ispra. Nessuno ci fa sapere quando aprirà». Dello stesso parere Ferdinando Mattei, della Rdb Varese. «La situazione al comando varesino è drammatica», Per Rosario Galizia, responsabile provinciale della Uil:«Con il decreto il Governo non ha mantenuto le promesse fatte». I Vigili del fuoco faranno sentire ancora la propria voce.(E.Ma.)


7 luglio 2009 - Varese news

Cub, contro gli orari "anormali" consegnate 160 firme
Dopo il presidio al terminal 2, che ha visto la presenza di decine di lavoratori e lavoratrici dell’area 1 di Sea handling di Malpensa, ieri sono state trasmesse alla direzione aziendale ben 160 firme

Malpensa - Dopo il presidio al terminal 2, che ha visto la presenza di decine di lavoratori e lavoratrici dell’area 1 di Sea handling di Malpensa, ieri sono state trasmesse alla direzione aziendale ben 160 firme che chiedono: ritorno alle precedenti presenze della turnazione notturna consistente aumento incentivo economico regolarizzazione del volontariato e delle strisce settimanali ritiro dei provvedimenti disciplinari. Considerato che ben oltre la metà dell’organico del check-in di Malpensa ha firmato, la stragrande maggioranza delle lavoratrici e lavoratori, non sono più disponibili a sopportare i turni con inizio 4, 4-30 e 5.
I ripetuti comunicati sindacali che in questi giorni si sono succeduti, stanno a dimostrare la fondatezza delle rivendicazioni dei lavoratori.


7 luglio 2009 - Il Giornale

Scioperi: fermi treni, mezzi pubblici e benzinai
Quattro ore di stop per treni e mezzi pubblici, un'ora per aerei e trasporto maritmo: dopo la strage di Viareggio protestano i sindacati contro la mancanza di controlli nell'ambito della sicurezza. Incrociano le braccia anche i benzinai su strade e autostrade

Milano- Molti i disagi previsti per oggi nel settore dei trasporti: si fermeranno per quattro ore i treni (dalle ore 10 alle ore 14), il trasporto pubblico locale, il trasporto merci e logistica (quattro ore nel rispetto delle fasce protette localmente definite). Un’ora di stop anche per il trasporto aereo (dalle 10 alle 11) e per il trasporto marittimo, che posticiperà di sessanta minuti ogni partenza. La protesta è indetta dai sindacati del Patto di Base, Cub, Confederazione Cobas e SdL intercategoriale che manifestano contro la strage di Viareggio e soprattutto contro la mancanza di controlli nell’ambito della sicurezza dei lavoratori e degli utenti.
Chiusi anche i benzinai Incrociano le braccia anche gli addetti ai distributori di benzina a partire da stasera e per due giorni (8 e 9 luglio) sia sulla rete stradale sia sulle autostrade. Scatta infatti lo sciopero proclamato dai sindacati dei gestori - Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc Confcommercio - per protestare contro le compagnie petrolifere che non rinnovano accordi e margini fermi da oltre due anni, e contro il governo che non rispetta gli impegni assunti per mettere mano alle regole del settore. Secondo il programma delle sciopero le pompe di benzina rimarranno chiuse sulla rete stradale a partire dalle 19.30 fino alle 7.00 del mattino di venerdì, mentre sulle autostrade lo stop inizierà alle 22.00 per concludersi alle 22.00 di giovedì. Sarà esclusa dalla protesta la provincia de L’Aquila, sede del G8. Sale intanto l’allarme dei consumatori. Il Codacons denuncia il rischio che si verifichino speculazioni sui prezzi alla pompa poco prima dell’inizio dello sciopero e chiede alle Fiamme gialle e a Mr Prezzi di vigilare.Adusbef e Federconsumatori, sottolineando che la benzina aumenta nonostante il calo delle quotazioni,accusano le compagnie di "una vera e propria speculazione di almeno 8 centesimi al litro", che costa all’automobilista 96 euro l’anno in più. L’Adiconsum critica le royalties che il consumatore paga sulla benzina o sul caffè acquistato in autostrada: basterebbe ridurne il peso - sostiene - per rispondere positivamente alle richieste dei gestori.

Ecco chi prepara la guerra contro il vertice dei Grandi
L’allarme in un rapporto dei Ros: pronti a muoversi centri sociali, no global, sindacalisti di base e anarco-insurrezionalisti provenienti da tutta Europa
di Gian Marco Chiocci ha collaborato Luca Rocca

L’Aquila - La retata di ieri mattina dei no-global di Torino si sarebbe forse potuta rimandare di qualche giorno, vista la coincindenza dell’evento planetario. A seguito dell’arresto di ventuno «antagonisti» per gli incidenti avvenuti il 19 maggio scorso durante il G8 University Summit (uno di loro è stato preso proprio a l’Aquila), l’ala dura e pura del movimento ha infatti ripreso fiato e soprattutto spunto per invitare i compagni dei centri sociali più radicali e le frange anarchiche più «disobbedienti» a una risposta forte contro la «repressione dello Stato». In parallelo l’ala politica del movimento, sotto la sigla Patto di Base (Cobas, Sdl, Cub) ha ufficializzato il ricompattamento esprimendo solidarietà ai teppisti ammanettati e accusando il governo di «intimidire il movimento» e di «creare un clima di forte tensione per scoraggiare la partecipazione alla manifestazione nazionale del 10 luglio e introdurre elementi di provocazione tesi a giustificare eventuali inaccettabili aggressioni delle forze dell’ordine al corteo anti-G8».
C’è nuova e insistente fibrillazione nell’area di riferimento dei «movimenti» e fra i cani sciolti che indossano le felpe nere. Aria insalubre che potrebbe sfociare in contestazioni «mordi e fuggi» in occasione del G8, ma che da mesi viene respirata come ossigeno rigenerante per nuove e diversificate forme di contestazione. Nell’ultimo dossier dei carabinieri del Ros non a caso si fa riferimento all’«assemblea del Global Meeting Network tenutosi a Bologna l’8 febbraio 2009 cui hanno partecipato 150 ex disobbedienti in rappresentanza dei principali centri sociali». Fra i temi sul tavolo non tanto, e non solo, l’«adozione da parte del movimento della denominazione No-Logo per esprimere al meglio la volontà di sfuggire alla "chiusura identitaria e di rappresentanza" del passato» quanto piuttosto il via libera «per una "piena libertà di azione" ai militanti». I quali dovranno «autonomamente ricercare nel proprio territorio "gli aspetti peculiari di conflitto" e gli interventi più adeguati». Il tutto, ovviamente, finalizzato all’instaurazione di un «nuovo soggetto politico», da organizzare «secondo una logica federativa» con a capo i maggiori centri sociali «essenziali per il loro radicamento nel territorio dove va intercettato il conflitto». Per farsi pubblicità e per misurare le proprie potenzialità, il «nuovo» movimento ha in mente da tempo svariate strategie coincidenti con l’appuntamento dell’Aquila: non ultime «azioni di elevato impatto mediatico - insiste il Ros - con il concorso delle realtà del lavoro identificabili nel sindacalismo di base». Le prove generali, da Torino a Vicenza, non si contano.
A tutt’altro progetto politico, seppur ispirato a un’idea federativa, si rifà la componente più radicale del movimento intenzionata a creare problemi nei prossimi giorni: quella anarchico-insurrezionalista, protagonista di numerosi attentati, sempre più spesso alleata ai no-global negli scontri con le forze dell’ordine. A una delle undici sigle che compongono la «Fai» (Federazione anarchica informale) sarebbero in qualche modo collegati i due presunti bombaroli fermati per il sabotaggio sulla ferrovia tra Orte e Ancona, e alcuni «personaggi di rilievo» monitorati prima e dopo i tafferugli del 4 luglio a Vicenza. Proprio per la delicatezza dell’imminente summit dei grandi della Terra, il Ros ha dovuto aggiornare il monitoraggio in quest’area eversiva (nel quale sono confluite anche le intercettazioni tra il brigatista Fallico e il ferroviere sassarese Bellomonte a proposito di un attentato al G8: «Bisogna fare qualcosa di grosso...»).
In cima alla black-list c’è il centro sociale «Gramigna» di Padova, famoso per alcuni dei suoi componenti arrestati e condannati quali appartenenti alle nuove Br, ma anche per le successive manifestazioni di solidarietà organizzate, non a caso, all’Aquila, nel cui carcere era detenuta Nadia Desdemona Lioce, killer di Biagi e D’Antona. Lo stesso dicasi per il centro sociale milanese «Panetteria Okkupata» a causa di presunti legami col famigerato «Partito comunista politico-militare». A seguire ecco gli attivisti dell’«Insurgencia» (di cui fa parte uno degli arrestati di ieri) protagonisti delle proteste contro l’apertura della discarica di Chiaiano.
Occhi puntati dei carabinieri su ben sette «realtà» romane, quattro piemontesi, cinque venete, otto toscane, sei liguri, tre napoletane, quattro abruzzesi (su tutti «Spazio Libero 51» dell’Aquila che potrebbe fungere da base per l’attività dei centri sociali) e una decina sparse ovunque nel meridione. Fra queste ultime particolare attenzione viene riservata al «giro» che ruota attorno agli ex della «Rete meridionale del Sud ribelle» sotto inchiesta per banda armata a Cosenza, e poi assolti. In queste ore si rivedono i filmati dei fiancheggiatori del centro sociale occupato «Crash» (13 indagati dopo lo sgombero forzato) di Bologna, città recentemente presa di mira dagli squatter anarchici con più attentati ai bancomat.
Si approfondiscono i segnali legati all’iperattivismo antagonista registrato in Umbria, dove solo a Spoleto in cinque sono finiti al fresco per aver costituito la cellula «Coop-Fai». E si cerca di capire cosa sta succedendo a Pisa, con gli anarco-insurrezionalisti alle prese con riunioni «carbonare» di proselitismo fino a Livorno che sfociano in blitz alle sedi del lavoro interinale Adecco. Sono oltre 85 le organizzazioni tenute sott’osservazione in queste ore ma una particolare attenzione meritano quei gruppi «senza fissa dimora» in stretto contatto con un migliaio di attivisti appartenenti alle frange anarchiche in arrivo dalla Germania, dalla Francia, dalla Spagna, e quel che più fa paura, dalla Grecia. Dove i black bloc da mesi colpiscono caserme dell’esercito, commissariati di polizia, ministeri, banche, scuole, supermercati, giornali. Il terrore in sessanta sigle: una è pure dedicata al ragazzo morto a Genova: «Brigata Carlo Giuliani» l’hanno chiamata.


6 luglio 2009 - Ansa

Scioperi: domani stop trasporti Cub-Cobas-Sdl per sicurezza

(ANSA) - ROMA, 6 LUG - Stop dei trasporti domani per lo sciopero generale indetto dai sindacati del Patto di Base, Cub, Confederazione Cobas e Sdl. La protesta riguarda Viareggio e la mancanza di concreti controlli della sicurezza. 'La tragedia di Viareggio, quelle del trasporto aereo, i frequenti incidenti nel trasporto marittimo e su strada dimostrano che anche in questo settore le liberalizzazioni e le privatizzazioni hanno prodotto un maggiore sfruttamento dei lavoratori e dei mezzi'. 'Il che sta producendo un aumento degli incidenti e delle morti sul lavoro. Tutto cio' accompagnato da una parte da maggiori profitti e dall'altra da un servizio sempre meno attento ai passeggeri', scrivono i sindacati di base. 'Se accadono ripetutamente e costantemente tragedie di questo tipo vuol dire che o le norme esistenti non vengono fatte rispettare, o che le norme europee e quelle nazionali sulla tutela della sicurezza non sono sufficienti e adeguate', proseguono, indicando la necessita' di 'nuove regole, piu' stringenti e meno permeabili dagli interessi delle aziende e del profitto'.


6 luglio 2009 - Adnkronos

G8: CUB COBAS E SDL, GOVERNO CERCA DI CREARE CLIMA DI FORTE TENSIONE

Roma, 6 lug. - (Adnkronos) - «Con gli arresti attuati questa mattina nei confronti di attivisti e giovani del movimento degli studenti che ha dato vita alle giornate di contrasto al G8 dell'Università, il Governo Berlusconi cerca non solo di intimidire, a scoppio ritardato, il movimento contro la riforma della scuola e dell'università ma anche, a poche ore dal G8 dell'Aquila, di creare un clima di forte tensione per scoraggiare la partecipazione alla manifestazione nazionale del 10 luglio ed introdurre elementi di provocazione tesi a giustificare eventuali inaccettabili aggressioni delle forze dell'ordine al corteo anti-G8». Ad affermarlo in una nota congiunta sono i Cub, i Cobas e l'Sdl commentando gli arresti di questa mattina. Il Patto di Base che ha voluto con forza la manifestazione de L'Aquila, si legge nella nota, «esprime piena e totale solidarietà ai giovani compagni arrestati, ne chiede l'immediata scarcerazione e l'annullamento di ogni ipotesi di reato». Il Patto di Base, conclude la nota, «conferma comunque la propria decisione contribuire a costruire una forte, partecipata e pacifica manifestazione nazionale a L'Aquila».

TRASPORTO LOCALE: TORINO, DOMANI MEZZI PUBBLICI FERMI PER 4 ORE PER SCIOPERO CUB

Torino, 6 lug. - (Adnkronos) - Sciopero di quattro ore domani di tutti i servizi di trasporto gestiti da Gtt, il Gruppo torinese trasporti, indetto Cub-Rdb. La metropolitana e il servizio urbano e suburbano di Torino si fermeranno dalle 17.45 alle 21.45, le autolinee extraurbane e le ferrovie Torino-Ceres e Canavesana dalle 10.30 alle 14.30. Gtt comunica che sarà assicurato il completamento delle corse in partenza entro l'orario di inizio dello sciopero.


6 luglio 2009 - Apcom

G8; Forum, cortei e blitz a sorpresa: proteste entrano nel vivo
Domani sit-in Roma, il 10 grande corteo: pronta "rivolta generale"

Roma, 6 lug. (Apcom) - Mercoledì inizia il G8 all'Aquila e nelle prossime ore a Roma arrivano i 'grandi della terra' con le loro delegazioni, ma da settimane comitati, collettivi, associazioni, centri sociali e no global vari stanno organizzando le proteste contro il vertice. Il programma delle iniziative viaggia da giorni su internet, tramite un tam-tam mediatico tra i vari siti 'dissidenti'. La manifestazione 'no Dal Molin' a Vicenza di sabato scorso è stata una sorta di "prova generale", da oggi però si entra nel vivo. La notte passata a L'Aquila in 4 mila hanno partecipato alla fiaccolata per "chiedere giustizia a nome delle vittime del terremoto", che si è simbolicamente conclusa alle 3.32, l'ora della scossa del 6 aprile; ma il clou delle proteste inizia domani, a Roma, con la 'giornata dell'accoglienza': alle 17 un sit-in dei no global a piazza Barberini, a poche centinaia di metri dall'ambasciata Usa di Via Veneto. Obama non ci sarà (arriva in Italia mercoledì), ma i comitati vogliono comunque organizzare una "iniziativa nazionale che possa consentire a tutti di portare più vicino possibile ai luoghi del disastro e del vertice del G8 la nostra indignazione contro i responsabili della crisi globale e gli sciacalli speculatori del terremoto". Ancora domani, ma all'Aquila, nel parco Unicef di via Strinella (ribattezzato 'parco 3 e 32') i comitati locali hanno organizzato un forum sociale sulla ricostruzione aperto ad associazioni e collettivi. La mattina (10-13) si discuterà di 'Emergenza e Democrazia', il pomeriggio (14-18) di 'Crisi ed Emergenza, quale ricostruzione?'. Partecipano tra gli altri padre Alex Zanotelli, rappresentanti di Fiom-Cgil, No Dal Molin, No Tav. I collettivi abruzzesi si riuniranno di nuovo l'8 e il 9 luglio prima a Roio (periferia dell'Aquila), quindi nella villa comunale del capoluogo per comporre con i corpi allineati la grande scritta 'Noi non ce ne andremo'. Sempre per mercoledì e giovedì, il 'cuore' del G8, i manifestanti promettono on-line una poco precisata "rivolta generale" con manifestazioni e azioni 'a sorpresa': probabilmente soprattutto nella capitale, dove la rete NoG8 di Roma ha pronti blitz e incursioni improvvise in strada. Il 9, poi, nuovo sit-in, questa volta davanti il Centro identificazione ed espulsione di Ponte Galeria nella periferia Roma. Venerdì 10, invece, il popolo no global si ritroverà all'Aquila per il grande corteo conclusivo, chiamato la "marcia della rinascita": l'appuntamento è alle 12 alla stazione di Paganica, poi la manifestazione costeggerà alcuni luoghi simbolo della distruzione del sisma (paesi crollati, tendopoli) lungo la statale 17, in aperta campagna e lontano da 'obiettivi sensibili' (banche, agenzie interinali, sedi di governo). Rispetto alla città il percorso è esattamente dalla parte opposta della 'zona rossa', la caserma della Guardia di Finanza di Coppito che ospiterà i grandi della terra. La manifestazione sarà quasi una marcia Perugia-Assisi ed è promossa dal 'patto di base' Cub-Cobas-Sdl: partecipano rappresentanti dei partiti di sinistra, centri sociali, antagonisti, sindacati e molti no global provenienti anche dall'estero. Tranne Epicentro Solidale e Spazio libero 51, centro sociale storico dell'Aquila, i comitati locali non hanno però aderito, anche se appoggeranno dall'esterno l'iniziativa: questi, infine, brinderanno la sera del 10 alla conclusione del vertice con una 'Festa liberatoria' nel parco Unicef-3 e 32 all'Aquila.


6 luglio 2009 - Asca

G8: ROMA SI PREPARA A VIVERE L'ALTRA FACCIA DEL VERTICE DEI GRANDI

(ASCA) - Roma, 6 lug - Roma si appresta a vivere ''l'altro G8''. Ad una manciata di ore dall'apertura del Vertice dei Grandi che si aprira' mercoledi' 8 all'Aquila, nella Capitale ha preso il via con l'arrivo del presidente cinese Hu Jintao, giunto nel primo pomeriggio di ieri all'aeroporto di Fiumicino, una settimana che si consumera' tra visite ufficiali, pranzi esclusivi, zone off limits, senza dimenticare cortei e contestazioni. E i romani si apprestano a vivere una settimana di limitazioni alla circolazione che, inevitabilmente, subira' dei contraccolpi. Tra le zone nevralgiche, l'area intorno a Villa Taverna, sede della residenza dell'ambasciatore americano e, ovviamente, in via Veneto, indirizzo dell'ambasciata statunitense. Il Presidente Usa Barack Obama fara' tappa a Roma l'8 luglio per un incontro in mattinata al Quirinale con il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, per poi recarsi all'Aquila per il G8. Il suo ritorno nella Capitale e' per venerdi' 10 quando incontrera' Papa Benedetto XVI. Limitazioni e divieti riguarderanno naturalmente anche le altre ambasciate coinvolte nel vertice e gli hotel piu' importanti, ma a tenere alta l'attenzione sono anche le gia' annunciate contestazioni.
In particolare la ''Rete NoG8'' ha preparato una serie di proteste. Centri sociali, movimenti di lotta per la casa, blocchi di precari e associazioni di migranti hanno annunciato iniziative di blocco della circolazione e della mobilita' diffuse nella Capitale e una manifestazione in piazza Barberini per domani, giorno di arrivo delle delegazioni dei capi di Stato. Alle contestazioni previste martedi' si aggiungeranno, nello stesso giorno a Roma, lo sciopero dei trasporti indetto dai sindacati del Patto di Base ''alla luce dei gravi fatti della tragedia di Viareggio e per la sicurezza'' e un sit-in alle 16 davanti al Ministero del Lavoro. Mercoledi' la ''Rete NoG8'' tornera' a manifestare con azioni a sorpresa nella Capitale. Giovedi' dalle 16.30, invece, e' previsto un presidio con un ''assedio sonoro'' davanti al Centro di Identificazione ed Espulsione di Ponte Galeria.

G8: CENTRI SOCIALI PREPARANO IL CONTRO SUMMIT

(ASCA) - Roma, 6 lug - ''Siamo contrari al G8 e lo abbiamo dimostrato in questi mesi, con il sostegno e l'approvazione del Forum Sociale Mondiale di Belem e di quello Europeo di Malmoe, a partire dalla manifestazione nazionale del 28 marzo a Roma, e poi con quelle di Siracusa, Torino, ancora Roma, Lecce e Vicenza no-Dal Molin, protestando contro i G8 tematici gestiti da coloro che hanno provocato la crisi globale e che vorrebbero continuare a guidare il mondo sulla stessa catastrofica china''. E' l'appello della Rete Nazionale Contro il G8, costituita da decine di strutture sociali, sindacali, politiche e associative, tra le quali i sindacati alternativi COBAS, CUB e SdL (coordinati nel Patto di Base), centri sociali e di lotta per la casa come Acrobax e i Blocchi precari metropolitani, reti regionali contro il G8 come quella campana e siciliana, organizzazioni politiche come il PRC, Sinistra Critica e Rete dei Comunisti, associazioni storiche noglobal come Attac. ''Siamo in particolare contrari al G8 a L'Aquila - proseguono le associazioni -. Al meschino tentativo del governo Berlusconi di usare il terremoto e le disgrazie della popolazione aquilana per tentare di impedire le legittime proteste contro il G8 e contro la gigantesca truffa della ricostruzione affaristica, imposta con la gestione proconsolare e militare delle tendopoli da parte della Protezione Civile, che utilizza di nuovo l'emergenza come dispositivo di controllo autoritario dei territori. Il governo cerca di trasformare la tragedia degli aquilani in una gigantesca speculazione edilizia vedi il decreto capestro sul terremoto 39/2009 trasformato in legge rigettando ogni emendamento - che ridisegni il territorio a favore di lorsignori, che cerchi di mascherare la piu' generale crisi economica della provincia e della regione, imponendo condizioni di vita drammatiche agli sfollati, azzerando ogni tentativo di partecipazione e ricostruzione dal basso, sociale e solidale, impedendo persino assemblee e riunioni nei campi e la diffusione di materiale informativo''.


6 luglio 2009 - La Nuova Sardegna

Dal pomeriggio a mercoledì la pineta di Baddimana ospita gli antagonisti
«Cuntra a su G8» a Sassari

SASSARI - Oggi si apre a Sassari, nella pineta di Baddimanna, il «Cuntra a su G8», pacifico controvertice che impegnerà gli organizzatori per tre giornate. Una mobilitazione non intaccata dal fatto che il summit dei Grandi della Terra sia stato trasferito all’Aquila e fortemente voluta, con temi di dibattito importanti ad impegnare gli antagonisti. Si discuterà di servitù militari, guerra e autodeterminazione. E poi di autosufficienza energetica, rifiuto del nucleare, e sovranità militare, E ancora di diritti di cittadinanza e repressione sociale.
«In Sardegna restano i problemi economici, lavorativi, dei diritti e interpersonali», ha detto Antonio Canu, uno dei leader presentando l’iniziativa. Decine di associazioni hanno lavorato al contro-summit dallo scorso anno. Lo scopo è far sentire la propria voce, non restare ai margini delle decisioni globali. Perchè, è la convinzione, «è possibile proporre un modello di sviluppo alternativo all’esistente». Sennò c’è il rischio che a pagare la crisi siano le fasce più poveri e i paesi più arretrati.
Saranno tante le associazioni coinvolte: Arci Sardegna, Sinistra unita e plurale, Cagliari social forum, Cantiere sociale de l’Alguer, Cobas scuola, Confederazione Cobas, Festa dei popoli in lotta (Tula), Gettiamo le Basi, Irs, La città di Ar, Manifesto sardo, Mos, Pdci Sardegna, Prc (circolo Ilaria Alpi Sassari), Prc (federazione di Cagliari e Sassari), Rdb Cub, Rete 28 aprile, Sindacadu Natzione Sarda, Sinistra critica.
Dibattito a più voci, quindi, e alla fine della tre giorni verrà redatto un documento comune. Impegno politico ma anche relax: a fine serata ci si diverte con la musica al «Cuntrabar».


6 luglio 2009 - Il Giorno

LOMBARDIA VIGILI DEL FUOCO IN AGITAZIONE
«Siamo pochi e mal pagati»
Presidio stamattina davanti alla Prefettura di Varese
di ROSELLA FORMENTI

VARESE - PROTESTANO i Vigili del fuoco della Lombardia per il mancato rinnovo del contratto, per la carenza di organico e di finanziamenti. I coordinamenti regionali di Cgil, Cisl, Uil, RdB, Confsal hanno organizzato per questa mattina dalle 11 alle 13 un presidio davanti alla Prefettura di Varese, in quanto «città di riferimento del nostro Ministro onorevole Maroni», spiegano in un comunicato. All'esterno della sede prefettizia a Villa Recalcati. i Vigili del fuoco, che hanno chiesto anche un incontro al Prefetto di Varese, effettueranno un volantinaggio tra i cittadini per far conoscere le condizioni in cui in tutta la Regione sono costretti a lavorare, svolgendo tra mille difficoltà e carenze un servizio indispensabile. «Dopo la retorica dei pompieri "brava gente" o "angeli del terremoto" e gli elogi più o meno sinceri di politici ben rappresentanti di varie istituzioni - scrivono i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl, Uil, Rdb e Confsal - la realtà ha dimostrato che non esiste un vero interesse nell'aiutare la categoria dei Vigili del fuoco. QUINDI NIENTE contratto, niente finanziamenti, niente assunzioni (15 mila unità in meno), niente rinnovo parco mezzi, niente passaggi di qualifica, niente nuove attrezzature, niente trattamento di trasferta o missione, in compenso si effettuano una marea di straordinari che non si sa se e quando saranno pagati. Nonostante tutto il personale della nostra Regione continua ad andare nelle zone terremotate, con un impegno insostenibile di personale e di mezzi, mettendo il crisi il soccorso tecnico urgente e molti altri importanti compiti istituzionali in regione». Per questo gli «angeli» dicono basta e si mobilitano per dimostrare il loro dissenso e per rivendicare condizioni di lavoro e retributive migliori. Stamane quindi ,dalle 11 alle 13, la prima iniziativa di lotta con un presidio dimostrativo davanti alla Prefettura di Varese. In questo modo, il messaggio giungerà ancor più velocemente alle orecchie del ministro dell'interno, Roberto Maroni, che ha casa nella vicina Lozza. Per la verità, in alcuni suoi interventi , nei mesi scorsi, Maroni aveva promesso degli interventi a favore dei pompieri, ma la situazione del Corpo è ormai al collasso: in alcune caserme, come ad esempio, Saronno, spesso mancano gli uomini per i servizi e la struttura deve chiudere. Le altre caserme sono aperte ma con un organico ridotto all'osso. La parte economica poi è nel «vuoto pneumatico».


6 luglio 2009 - La Repubblica

Vertice dei Grandi a L´Aquila, anche per la capitale una settimana di passione
L´8 luglio pranzo sulla Terrazza Caffarelli con le first lady
G8, in città la sfida dei no global
Domani sit-in con l´Onda a piazza Barberini, poi i blitz per bloccare le strade
di LAURA MARI

Otto anni dopo Genova, le proteste contro il G8 de L´Aquila partiranno da Roma. Se lo slogan dei no-global nel 2001 era «Not in my name», i manifestanti di adesso faranno sentire l´urlo «Noi la crisi non la paghiamo».
Per rallentare gli spostamenti delle delegazioni (tra oggi e domani arriveranno 29 capi di Stato e 40 delegazioni) la rete anti-G8 ha annunciato per la giornata di domani e di mercoledì «iniziative di blocco della circolazione e della mobilità in tutte le strade della capitale». Martedì gli studenti dell´Onda e i centri sociali daranno vita a una prima serie di blitz. Sempre domani, alle 17, a piazza Barberini, a pochi metri di distanza dall´ambasciata Usa di via Veneto e dagli alberghi in cui saranno ospitate le delegazioni, ci sarà un sit-in di protesta con centri sociali, movimenti di lotta per la casa, precari, studenti dell´Onda e migranti.
Alle 16, invece, manifestazione davanti al ministero del Lavoro. I sindacati del Patto di Base hanno indetto lo sciopero del trasporto pubblico. Deviazioni e chiusure stradali intorno a via Veneto, ma anche ai Parioli nelle vicinanze di Villa Taverna (residenza dell´ambasciatore americano) e nei pressi del Vaticano, dove le first-lady mercoledì mattina saranno ricevute da Papa Benedetto XVI. Mercoledì alle 13.30, le first-lady saranno accolte dal sindaco Gianni Alemanno e dalla moglie Isabella Rauti nella Terrazza Caffarelli per un pranzo preparato da Heinz Beck. Sicura la presenza di Michelle Obama. Giovedì alle 16 «assedio sonoro di protesta» davanti al Cie di Ponte Galeria.


6 luglio 2009 - Affari Italiani

L'Aquila e Palazzo Grazioli blindati. Il corteo anti-G8 fa tremare Roma
La residenza romana del premier Silvio Berlusconi, Palazzo Grazioli, ed altre sedi ritenute possibili obiettivi di azioni di protesta anti-G8 sono state ulteriormente presidiate dalle forze dell'ordine

L'ANTI-G8 SI SPOSTA A ROMA. Otto anni dopo Genova, le proteste contro il G8 de L´Aquila partiranno da Roma. Se lo slogan dei no-global nel 2001 era "Not in my name", i manifestanti di adesso faranno sentire l´urlo "Noi la crisi non la paghiamo". La residenza romana del premier Silvio Berlusconi, Palazzo Grazioli, ed altre sedi ritenute possibili obiettivi di azioni di protesta anti-G8 sono state ulteriormente presidiate dalle forze dell'ordine. Per rallentare gli spostamenti delle delegazioni (tra lunedì e martedì arriveranno 29 capi di Stato e 40 delegazioni) la rete anti-G8 ha annunciato per la giornata di martedì e di mercoledì "iniziative di blocco della circolazione e della mobilità in tutte le strade della capitale". Martedì gli studenti dell´Onda e i centri sociali daranno vita a una prima serie di blitz. Sempre domani, alle 17, a piazza Barberini, a pochi metri di distanza dall´ambasciata Usa di via Veneto e dagli alberghi in cui saranno ospitate le delegazioni, ci sarà un sit-in di protesta con centri sociali, movimenti di lotta per la casa, precari, studenti dell´Onda e migranti. Alle 16, invece, manifestazione davanti al ministero del Lavoro. I sindacati del Patto di Base hanno indetto lo sciopero del trasporto pubblico. Deviazioni e chiusure stradali intorno a via Veneto, ma anche ai Parioli nelle vicinanze di Villa Taverna (residenza dell´ambasciatore americano) e nei pressi del Vaticano, dove le first-lady mercoledì mattina saranno ricevute da Papa Benedetto XVI. Mercoledì alle 13.30, le first-lady saranno accolte dal sindaco Gianni Alemanno e dalla moglie Isabella Rauti nella Terrazza Caffarelli per un pranzo preparato da Heinz Beck. Sicura la presenza di Michelle Obama. Giovedì alle 16 "assedio sonoro di protesta" davanti al Cie di Ponte Galeria. L'Istituto superiore di Polizia potrebbe ospitare il summit in caso di scosse importanti nell'aquilano.


6 luglio 2009 - Satelio news

Scatta la protesta dei vigili del fuoco
I pompieri della Lombardia si mobilitano.
In duecento hanno manifestato a Varese, città del ministro Maroni
di Eleonora Mantica

VARESE - Duecento Vigili del fuoco provenienti da tutta la Lombardia e aderenti alle organizzazioni sindacali di Cgil, Cisl, Uil, RdB e Confsal hanno protestato questa mattina a Varese davanti a Villa Recalcati, sede della Provincia e della Prefettura, chiedendo a gran voce "migliori condizioni di lavoro e stipendi adeguati". Un presidio organizzato per far sentire la propria voce nella città del ministro dell’Interno, il varesino Roberto Maroni. "Ci vorrebbe un Vigile del fuoco ogni 1500 abitanti - hanno detto in coro i pompieri – ma in tutta la Lombardia siamo solo 2400". E così, la protesta è scesa in strada. "Dopo la retorica dei pompieri "brava gente" o "angeli del terremoto" – si legge nel volantino distribuito dai vigili del fuoco ad automobilisti e passanti – e gli elogi più o meno sinceri di politici e rappresentanti di varie istituzioni, la realtà ha dimostrato che non esiste un vero interesse nel difendere la categoria. Per questi motivi è stata organizzata una prima iniziativa di lotta, con un presidio informativo davanti alla Prefettura di Varese, città di riferimento del ministro degli Interno, Roberto Maroni". La situazione è delicata anche in provincia di Varese. "Al comando provinciale varesino – spiega Mauro Gianotti, segretario generale Confsal – mancano 50 graduati. I pompieri fanno un grande lavoro, tanti sacrifici considerando anche la questione Malpensa dove giornalmente servono 25 unità. Nei distaccamenti ci sono dei grossi problemi dal punto di vista organizzativo". Gli fa eco Angelo Carella, della segretaria Confsal: "A Varese la situazione è critica - dice – abbiamo un turn over continuo di giovani. Ogni sei mesi ne arrivano di nuovi che devono essere formati e se ne vanno quelli che hanno già avuto una preparazione. Con l’ultimo corso ne sono arrivati 130 e ne sono andati via 80. Arrivano senza qualifica e non sono pronti, ad esempio, per essere operativi in ambito aeroportuale. C’è anche da dire che i mezzi sono obsoleti e che c’è carenza di istruttori". Dello stesso parere Ferdinando Mattei, della Rdb Varese. "La situazione al comando varesino – precisa - è drammatica. In questi anni è andata peggiorando". Per spiega Rosario Galizia, della Uil provinciale: "Con il decreto il Governo non ha mantenuto le promesse fatte. Il momento è delicato, ma la sicurezza arriva prima di tutto". Intorno alle 13, una delegazione sindacale è stata accolta dal vice prefetto vicario di Varese Annunziato Vardè che ha ascoltato le richieste dei Vigili del fuoco promettendo loro di farsi portavoce delle istanze al Governo. Se non arriveranno risposte concreti i pompieri torneranno a far sentire la propria voce.


6 luglio 2009 - Varese news

A Varese la protesta dei vigili del fuoco della Lombardia
Hanno deciso di radunarsi in presidio nella città di riferimento del "loro" ministro per chiedere il pagamento degli straordinari arretrati, un po' di mezzi nuovi per lavorare e organico in più: "Promesse mai mantenute"
di Stefania Radman

Varese - Tante promesse e pochi fatti: è questo che hanno denunciato i Vigili del Fuoco che si sono riuniti davanti alla prefettura di Varese, nel presidio a livello regionale organizzato appositamente lunedì 6 luglio 2009 "in casa" del loro ministro di riferimento, Roberto Maroni. Dopo la delusione del decreto Abruzzo, che non ha dato alcuna soluzione per loro nè riguardo ai contratti, nè ai pagamenti di straordinari e nemmeno al recupero di mezzi nuovi, e in attesa del decreto ad hoc per loro promesso da Letta, i pompieri lombardi di Cgil, Cisl, Uil, RdB, Confsal si sono riuniti per manifestare e per ricordare che loro saranno sì "gli angeli del terremoto" ma devono pur mangiare. «Questo Governo sembrava partito bene, ed è finito male – Spiega Mauro Gianotti, segretario nazionale della Confsal – Il decreto Abruzzo è stato una cocente delusione per noi. Ora, dopo la prima manifestazione di Roma di qualche giorno fa, abbiamo ricevuto da Letta la promessa di un dereto ad Hoc per noi. Ma nel frattempo manifestiamo, per sensibilizzare il nostro ministro, Roberto Maroni». Un ministro di riferimento al quale i vigili in manifestazione imputano una serie di promesse non mantenute: «innanzitutto i 300 vigili promessi in Lombardia non aggiungono niente all'organico, si limitano a rimpiazzare dei fuoriusciti» spiega Omar Battilocchio, della Cgil Vigili del Fuoco di Varese. Poi la caserma di Ispra «Già deliberata ma mai resa concreta», le strutture di Malpensa «Che sono pesantemente sottorganico». Ma anche le ore straordinarie fatte dai Vigili del Fuoco in occasione dei mondiali di ciclismo nel 2008:«Non ce li hanno ancora pagate». Senza contare che la loro professione va sempre più deteriorandosi, per vari motivi: utilizzo di volontari meno preparati dei vigili "ordinari", vigili del fuoco giovani sbattuti su e giù per l'Italia, senza che siano in grado di "prendere coscienza" del territorio in cui lavorano. Mentre, al contrario, chi vive nelle caserme assiste a quelli che non esitano a definire sprechi: «Comandi che ricevono barche che non servono, generatori assordanti e inutilizzabili, divise costosissime che durano pochi giorni» denuncia Ferdinando Mattei, di RdB. E un paio di chicche anche a Malpensa: la prima è un super dragon con un braccio perforante, che potrebbe sfondare in emergenza la carlinga di un aereo, costato un milione e 200 mila euro. «Non lo possiamo usare però, perchè non è a norma. Va troppo piano» spiegano i pompieri di stanza all'aeroporto. La seconda è il nucleo di Elicotteri all'aeorporto, nessuno dei quali è adeguato per spegnere un incendio «Il modello che dicono essere assegnato al nostro aeroporto, in realtà sta a Torino» spiega Giuseppe La Rosa, rappresentante Uil e elicotterista a Malpensa. La speranza è nel decreto "aggiustatutto", ma è una speranza flebile: «Uno dei più grossi dispiaceri è non essere ricevuti dal prefetto questa mattina, ma dal viceprefetto – spiegano – E non è una questione di gerarchia: Simonetta Vaccaro era un nostro dirigente, prima di fare il prefetto a Varese». Tra chi ha dato sostegno ai Vigili del fuoco, anche il deputato Daniele Marantelli, che ha innanzitutto manifestato Sorpresa per i mancati impegni del governo. « Un incontro in commissione ambiente, della quale faccio parte, con il comandante nazionale dei vigili del fuoco Gambardella aveva dato molte speranze a tutti. Ma stando alla situazione, sembra siano state disattese.


6 luglio 2009 - Peace Reporter

In movimento contro la legge sicurezza
La testimonianza di una migrante al corteo di Verona contro le nuove norme sull'immigrazione
di Giacomo Corticelli

Verona - I migranti stanno organizzando manifestazioni in tutta Italia per dissentire dalle nuove norme in materia di sicurezza e immigrazione. Intervista a Felicity F. una giovane di origini ghanesi da 20 anni in Italia, alla testa del movimento. Si è svolta sabato 4 luglio, nella roccaforte leghista del sindaco Tosi, la prima protesta organizzata dal popolo migrante contro la legge 733B, approvata definitivamente dal Senato lo scorso giovedì. I manifestanti reclamano diritti, dignità e rispetto. Pochissimi gli 'italiani' presenti all'iniziativa organizzata dal Coordinamento migranti e da Rdb-Cub (rappresentanze sindacali di base). Il gruppo di più di 200 lavoratori migranti che ha sfilato per le vie del centro, ha dimostrato di conoscere la propria condizione gridando alla necessità di 'giustizia sociale per tutti, italiani e non'. Le richieste erano indirizzate direttamente alla cittadinanza, a 'quelli che magari non sapevano niente e che guardavano dai balconi'. Le voci e gli slogan del corteo dicono 'basta alle speculazioni politico-economiche sulla pelle degli immigrati', contro 'un governo che sta trasformando l'Italia in uno dei paesi più reazionari e razzisti d'Europa'. I lavoratori stranieri vogliono diritti concreti quali cittadinanza e voto, oltre alla sicurezza del lavoro, della scolarizzazione per i propri figli 'non in classi separate dagli italiani' ed il diritto d'accesso incondizionato al sistema sanitario. 'Come migrante mi sentivo il dovere di esserci'. Felicity F. è stata una delle voci più applaudite dal corteo. E' nata in Ghana 24 anni fa, festeggiò il suo quinto compleanno in Italia. Dopo gli studi è diventata impiegata commerciale presso un'azienda della Valpolicella. Se perdesse il posto di lavoro, date le attuali leggi italiane, dopo 6 mesi riceverebbe l'ordine d'espulsione e dovrebbe tornare nel 'suo' paese. Intervistata a fine giornata è 'molto stanca ma oggi, molto eccitata, non sentivo neanche la stanchezza che è arrivata dopo, pensavo a comunicare quello che avevo dentro a quelli che non sapevano'.
Sfogliando i quotidiani locali e le pagine web, non si è quasi trovata traccia di quello che è successo oggi per le vie del centro. Quali le richieste e i messaggi inviati dal corteo?
Chiedevo un esame di coscienza alla gente che vota. Molti non danno importanza a questi avvenimenti, pensano che siamo piccoli gruppi, però è importante che la gente di passaggio ci abbia sentito, a noi interessava arrivare a loro, oltre che alle persone importanti: inutile parlare con i politici di destra o di sinistra che siano. Domandavo se sia giusto che gli immigrati che sono qui in Italia che lavorano pagando i contributi, le pensioni, le strade per questo paese, siano uguali quando si tratta di pagare ma non abbiamo gli stessi diritti degli altri cittadini. Io non lavoro per il Ghana, ma per far crescere questo paese. Parlavo in particolar modo per quelli come me che sono qui da anni e continuamente devono rinnovare il permesso di soggiorno, che ha una breve durata, che costerà ora fino a 200 euro più marche da bollo ecc. e arriva spesso quasi in scadenza. E allora devi ricominciare da capo. Spendiamo moltissimo tempo e denaro per un diritto che dovremmo avere. Quelli che erano in piazza oggi sono lavoratori, non delinquenti. Abbiamo il diritto di lavorare in pace perché siamo qui per costruirci un futuro migliore.
In questi tempi di crisi i primi a rimetterci sono spesso i giovani e i migranti, gli ultimi arrivati, come se la crisi fosse colpa loro.
Infatti, anche sentendo i telegiornali, sembra che la crisi sia scoppiata per colpa degli stranieri e poi ti senti dire 'torna al tuo paese così noi qui stiamo meglio', invece la crisi è globale, nei 'nostri paesi' più che qui, ma non siamo certo noi che l'abbiamo procurata. Siamo lavoratori uguali a tutti gli altri e la crisi colpisce tutti, anche noi facciamo fatica ad arrivare a fine mese. Non vogliamo essere discriminati perchè immigrati. Contribuiamo anche più degli altri con tutte le tasse per il soggiorno. Dimostriamo il valore della costituzione, che tra l'altro è basata sulla famiglia: noi, ad esempio, non possiamo neanche portare dai nostri paesi i nostri cari.
Come hai vissuto la tua esperienza di migrante in Italia?
Ho lottato coi denti da quando sono qui. Nei miei primi anni di scuola ho avuto una pessima esperienza, negli anni novanta non si vedevano molte persone di colore. Ricordo che alle superiori entrando a scuola mi sentivo urlare 'uh uh uh', come se fossi una scimmia. Ora vedo l'evoluzione della società, le cose sono cambiate, ma c'è ancora del razzismo. In azienda quando parlo al telefono con la gente è tutto ok, poi molti arrivano in ufficio e chiedono 'ma al telefono eri tu, posso parlare con il tuo superiore?' quando sarei io a dover verificare se sia il caso di passare il cliente al superiore. Come per dire, tu non sei degna di essere qua.


6 luglio 2009 - Targato CN

Cuneo: straordinari non pagati. Vigili del fuoco scioperano

Cuneo - Saranno le sirene dei mezzi di soccorso la voce della protesta dei vigili del fuoco che anche a Cuneo aderiranno alla 'Giornata della Vergogna' promossa a livello regionale dalle sigle di categoria CGIL, CISL, UIL, RdB e Confsal. L’agitazione è stata dichiarata dalle 10 alle 14 di oggi e sarà accompagnata da non meno di 4 manifestazioni di protesta al mese in cui ogni 2 ore, dalle 8 alle 22, le sirene dei mezzi antincendio suoneranno per un minuto in qualunque luogo si trovino. "Lo scopo è di far sentire la proteta dei lavoratori ad una classe politica e dirigente sorda" – scrivono i sindacati. Oggetto del contendere è il ritardo con il quale il Dipartimento corrisponde ai lavoratori impegnati nelle attività istituzionali e di soccorso tecnico urgente gli oneri per le prestazioni straordinarie. I sindacati ritengono "largamente insufficienti le risorse finanziarie e di organici promesse dal Governo che nonostante la concreta maggioranza detenuta in Parlamento non ha trasformato gli atti in leggi." Tra i motivi dell’agitazione anche l’ammontare degli stanziamenti destinati a far fronte all’emergenza terremoto in Abruzzo rispetto alla quale vengono avanzate critiche per le strategie che avrebbero privilegiato i beni culturali a discapito dell’esigenze della popolazione dell’Aquila. I vigili del fuoco di Cuneo hanno partecipato attivamente e con grandi risultati ai soccorsi portati in Abruzzo.(P.L.)


6 luglio 2009 - Officina 21

Anche i Vigili del Fuoco di Alessandria erano a Roma per protestare
di Marco Piattelli

Riceviamo e pubblichiamo - Il 1 Luglio insieme ad altri colleghi del consiglio nazionale del sindacato di base anche qualche alessandrino ha partecipato e dato vita ad una colorita improvvisata manifestazione di protesta "i pompieri in bicicletta al Viminale"! La consegna di un pinocchio di pezza al Ministro Maroni è stato il top dell’iniziativa. Tutto questo non perché siamo "goliardici" pompieri ma perché questi governanti hanno bisogno di qualche scossone ogni tanto! I Vigili del Fuoco sono stanchi delle belle promesse e non sappiamo piu dove mettere tutte le medaglie che ci conferiscono; con le medaglie non ci paghiamo mica l’affitto o le rate del dentista! Belle parole dopo il tragico sisma in Abruzzo, belle parole dopo i soccorsi a Viareggio, belle parole dopo l’ultimo Consiglio dei Ministri dell’altro giorno; ma restano sempre le bollette da pagare ..! Come RdB non siamo scesi in piazza solo per rivendicare stipendio e contratto ma anche per rivendicare un piano di ammodernamento delle nostre attrezzature partendo da quelle di colonna mobile. Abbiamo automezzi del 1980 e con tutta la buona volontà e non poca perizia è dura arrivare con queste attrezzature in tempi rapidi da tutta Italia in Abruzzo; rivendichiamo convenzioni con gli enti locali per tenere in aria, è proprio il caso di dire, i nostri elicotteri VF; convenzioni simili a quella della Liguria con il 118! E non come accade oggi che gli elicotteri VF sono solo a disposizione di Ministri e Sottosegretari e varie autorità per sorvolare l’evento tragico del momento. A Viareggio così ci è stato segnalato che erano parcheggiati 4 elicotteri dei Vigili del Fuoco e nessuno di questi era impegnato nelle operazioni di soccorso. Un elicottero AB412 costa 3000?uro l’ora quando è in volo! Crediamo che i contribuenti sarebbero lieti di pagare queste cifre per un soccorso ma anche meno lieti di pagare queste cifre per i vari politici di turno che ne usufruiscono. I Vigili del Fuoco di Alessandria sono molto attivi nella politica sindacale del Corpo! Come sindacato di Base ci siamo da subito attivati appena ci è stata comunicata la notizia che il Dirigente di Alessandria è stato trasferito ad altro incarico. Si volta pagina e si ricomincia. Abbiamo chiesto l’apertura di un tavolo di confronto presso il Comando per impostare la nuova rotta, abbiamo sollecitato il Capo del Corpo Ing. Gambardella e il Direttore per il Piemonte al fine di una celere assegnazione di un nuovo Dirigente e nel frattempo abbiamo sollecitato una consona reggenza, manifestando con fermezza inaccettabili forme di compromesso. L’organico della sede di Alessandria conta una drammatica carenza di personale operativo e di funzionari e non ce la passiamo neppure benissimo con il settore amministrativo demansionato, come tutti, dalla riforma del rapporto di lavoro introdotta con la l.252/04 ed attuata con il dl.271/05 in parole povere con il passaggio contrattuale da un regime privatistico (dove eravamo dignitosamente collocati prima) all’attuale pubblicistico alla stregua dei poliziotti e delle guardie carcerarie. Al Comando di Alessandria siamo passati recentemente da una carenza di -50unità operative alle attuali -30! Mancano i capi turno, il personale è stanco e demotivato e alla prima occasione va in pensione. Un nuovo autorevole Dirigente è necessario in quanto siamo, come tutte le strutture pubbliche in un mare di debiti, le bollette si pagano a fatica e il personale viene autorizzato a fare straordinario per coprire il soccorso ma non vi sono fondi certi per poi poterlo liquidare. Si rischia di lavorare in straordinario e poi dover recuperare queste ore, ferie non pagare! Le nostre sedi di Alessandria Casale Novi Acqui Ovada e Tortona necessitano di manutenzione e di adeguamenti secondo le normative vigenti (dl.81/08); necessitano tutte di adeguamenti strutturali per accogliere il personale femminile, al fine di evitare spiacevole discriminazioni. L’Abruzzo è stata una bella esperienza, ma ha messo a dura prova tutto il personale, sia per il lavoro che siamo stati chiamati a fare che per le ore di lavoro svolte. Se questo, come qualunque altro governo non dedicherà risorse ai Vigili del Fuoco saremo destinati a diminuire, ad essere sempre meno! Ci chiediamo se l’opinione pubblica è cosciente di tutto questo, tutti ad applaudire al lavoro svolto da questi "angeli del soccorso" ma in queste condizioni non saremo in grado di garantire tutto questo. A livello locale l’incendio a Spinetta della Comital ne è un esempio! di quelle 7squadre di pompieri impegnate per prestare soccorso quanti colleghi erano in straordinario? O sono stati richiamati da casa? E se contemporaneamente succedeva qualche altro incendio? La politica ci deve dare queste risposte e i cittadini hanno diritto di riceverle.
Vladimiro Alpa