«Con Dpcm 30 ottobre 2023, n. 196 è stato adottato il regolamento di organizzazione del Ministero della salute, che prevede un nuovo assetto organizzativo strutturato in quattro dipartimenti, 12 Direzioni generali e l’Unità di Missione per l’attuazione degli interventi del Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza. Nelle more del completamento del processo di riorganizzazione è stato adottato il decreto ministeriale 3 gennaio 2024, al fine di assicurare la continuità dell'azione amministrativa degli Uffici del Ministero della salute. Il 21 febbraio 2024, sono stati nominati tre Capi Dipartimento del Ministero della salute, di cui uno con incarico ad interim sul quarto Dipartimento. Dalla medesima data decorrono gli incarichi di direzione delle nuove strutture dipartimentali che divengono così effettivamente operative. Successivamente, il processo di riorganizzazione sarà completato mediante conferimento degli incarichi dei Direttori generali, adozione del decreto ministeriale di individuazione degli uffici dirigenziali di livello non generale, nonché il conferimento dei relativi incarichi dirigenziali.»
In premessa quanto sopra testualmente trascritto sia visualizzabile ed illustrato sul portale internet alla voce “ORGANIGRAMMA” in merito a tutte le fasi per l’introduzione a regime del nuovo assetto organizzativo del Ministero della Salute e la sua nuova articolazione, si pone in evidenza che il perdurarsi di questo periodo di stasi sta generando nient’altro che una confusione nelle competenze esercitate delle attuali ex Direzioni generali e delle incertezze per quelle che già svolgono i quattro Dipartimenti.
Dal momento che ben tre ex Direzioni Generali (DGSAF, DGPOB, DGRIC) risultano tutt’ora “sede vacante”, non si comprende come sia stato formulato un interpello, prima del conferimento degli stessi incarichi dirigenziali da parte del Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro della Salute, per una manifestazione di interesse presso la nuova Direzione Generale della Salute Animale, peraltro dopo oltre quattro mesi dalla cessazione dell’incarico ricoperto presso la ex Direzione.
Appare strano come il Ministro della Salute, la massima carica dell’organo centrale del SSN che vigila sulle nomine dei direttori generali del SSN e di numerosi altri enti, non sia ancora in grado di nominare i vertici generali del proprio Dicastero o almeno sceglierli.
Eppure il legislatore aveva optato, per una più celere conclusione di tutte le fasi del processo di riorganizzazione, nel procedere con un provvedimento iniziale del governo, quindi con il DPCM n.196/2023, in vigore dal 3 gennaio 2024, anziché con un D.P.R. a firma del Capo dello Stato che avrebbe, invece, dato più garanzia allo stesso provvedimento.
Entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore del suddetto DPCM si sarebbe dovuto provvedere all'individuazione degli uffici di livello dirigenziale non generale del Ministero, nonché alla definizione dei relativi compiti, così come previsto dall’articolo 23 dello stesso regolamento ministeriale, ma tutto ciò non è stato fatto poiché dovrebbe avvenire solo dopo la nomina dei Direttori Generali.
Nel frattempo il Consiglio dei Ministri, nella riunione del 26 febbraio 2024, approva un provvedimento (contenuto nel nuovo decreto legge PNRR) che incrementa la dotazione organica del Ministero della Salute, di un ulteriore posto di funzione dirigenziale di livello generale nell’ambito dell’Ufficio di Gabinetto del Ministro a decorrere dal 1° giugno 2024.
Diversamente, nonostante sia stato approvato nella riunione del Consiglio dei Ministri del 26 marzo u.s. il DDL “semplificazioni” che all’art.25 prevede una minima autorizzazione di spesa (per sol 21 mesi) riguardo la possibilità di reintegro (fino ad un massimo di tre anni) del personale con contratto di lavoro a tempo determinato (15 TPALL e 3 Medici) in servizio fino al 31/12/2023, inspiegabilmente di questo DDL non vi è più nessuna traccia.
Tuttavia vengono banditi recentemente due concorsi pubblici per dirigenti, per un numero complessivo di posti di 51 dirigenti (31 medici e 20 veterinari), ed un concorso riservato ai disabili per un numero di posti di 11 assistenti amministrativi. Ciò dimostra e conferma come sia sempre più sproporzionato il rapporto tra il numero di dirigenti e le unità del comparto in servizio e da assumere.
«Nelle more del decreto ministeriale di individuazione degli uffici dirigenziali di livello non generale» con Decreto Ministeriale 3 aprile 2024 (in corso di registrazione e di pubblicazione in G.U.) viene istituito l’USMAF Albania ai sensi della Legge del 21/02/2024 n. 14 che ratifica il Protocollo tra il Governo della Repubblica Italiana e il Consiglio dei Ministri della Repubblica di Albania per il rafforzamento della collaborazione in materia migratoria.
Si sottolinea, da quanto appreso dai media, che ammonterebbero a 225 milioni di euro i costi per le trasferte in Albania dei funzionari del Ministero dell’Interno, del Ministero della Giustizia e del Ministero della Salute. Una cifra enorme, circa 138mila euro al giorno, è infatti necessaria a pagare viaggi, diarie, vitto e alloggio del personale interforze, dei funzionari prefettizi, dei funzionari del DAP, del personale sanitario USMAF e del personale dell’Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti.
Queste scelte politiche, con l'aumento delle spese militari, il taglio delle spese sanitarie, la netta diminuzione dei salari, il boicottaggio della legge sul salario minimo, aggiunte all'ingresso dell'Italia sugli scenari di guerra, rendono sempre più precaria la vita nel Paese.
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