In tutto il caos che già esisteva nel Paese, con egoismi che la stanno facendo da padrone da troppo tempo, si è inserito anche il tragico evento bellico Russia-Ucraina che non aiuta certamente il già atavico problema delle pensioni che si è acuito con la Legge Fornero, creando disparità tra generazioni ed a cui la USB PENSIONATI ha dato già una forte risposta con la proposta di riforma già resa nota ai Tavoli decisionali.
Nel valutare vari punti di vista durante l’attività sindacale, facciamo ora il punto della situazione, anche da indiscrezioni mediante le quali potremo fare un’ipotesi, solo quella, sulle reali intenzioni di questo Governo.
Innanzitutto se la riforma ci sarà, essa non sembrerebbe essere prevista per il 2022, ma entrerebbe in vigore dal 2023, nel mentre incombe un ritorno alla Fornero, sic et simpliciter, nel 2025 (67 anni per TUTTI !!!).
Quindi, augurandoci che si possa ritornare alla normalità ed alla pace nel più breve tempo possibile, si potrebbe vedere la definizione, si spera non “pannicello caldo” ma riforma strutturale in cui si prenda in seria considerazione anche la nostra organica riforma, nel 2023.
Come sappiamo vi sono stati degli interventi, da Quota 100 a Quota 102, per consentire il “GIUSTO” e “DOVEROSO” pensionamento “ANTICIPATO”, oltre all’allagamento dell’APE SOCIALE e della penalizzante “opzione donna”, tutte opzioni che dovrebbero tener conto di una vita di lavoro e dei corrispondenti versamenti di migliaia di euro per la contribuzione, in un contesto nel quale vi sono scelte inopinate per la gestione dei soldi versati da tutti i Cittadini e dai Lavoratori che non vengono “giustamente” comprese da chi “tira il carro” (vedi vitalizi degli onorevoli e pensioni d’oro, per esempio).
Comunque, sembrerebbero farsi strada due ipotesi:
La prima che tiene conto dei contributi e la seconda che tiene conto dell’età, ma soprattutto si dovrà arrivare ad una riforma che renda inoffensiva la famigerata Legge Fornero.
Una proposta del Governo basata sulla flessibilità in uscita, tra i 62 ed i 64 anni, conterrebbe delle restrizioni che penalizzerebbero l’assegno pensionistico con il calcolo previsto basato sul solo sistema contributivo e tagli, su cui certamente non siamo d’accordo.
Per ciò che riguarda, invece, l’ipotesi contributiva, si parla di Quota 41, ora riservata solo ai lavoratori precoci o a coloro che rientrano tra i possibili fruitori dell’Ape Sociale, senza limiti di età. La nostra proposta USB va ben oltre, prevedendo dei tetti al trattamento massimo, che porterebbero un significativo risparmio, ed una quota della pensione a carico della fiscalità generale con la restante quota calcolata sulla base dei contributi versati con un importo minimo non inferiore a 1000€, minimo vitale.
© Vincenzo Bottiglieri - Coordinamento USB PENSIONATI SALERNO