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DOCUMENTI

RASSEGNA STAMPA 3 MAGGIO: IL BPM OCCUPA UN PALAZZO DI CALTAGIRONE

Roma,

Corriere della Sera

Casa, la mossa dei centri sociali

Stabile occupato: messaggio per Alemanno

I Blocchi precari metropolitani: «Pronta una lista di edifici abbandonati o sfitti da presentare al prefetto»

di Rinaldo Frignani

Parte con il «censimento dal basso» la nuova stagione delle occupazioni. Immobili sfitti, abbandonati, semplicemente vuoti: sono gli obiettivi dei Blocchi precari metropolitani che stanno preparando una lista di edifici da sottoporre all’attenzione del prefetto Carlo Mosca per trovare una soluzione all’emergenza abitativa. Il primo atto giovedì scorso a viale Castrense, a due passi dal concerto del Primo Maggio di piazza San Giovanni: circa duecento senza casa, guidati dai leader del Bpm, hanno occupato simbolicamente l’ex sede de «Il Messaggero», e negli anni passati redazione di altri quotidiani, fra cui anche il «Corriere della Sera», a ridosso della Tangenziale Est.

L’iniziativa è durata tutta la mattinata, senza momenti di tensione o incidenti, concludendosi con fumogeni e un breve corteo fino a San Giovanni seguito da poliziotti e carabinieri in borghese.

«Avevamo organizzato tutto prima delle elezioni – ha spiegato Luca Blasi, un responsabile dei Blocchi – e in risposta all’arresto di nove esponenti del movimento a piazza Venezia di qualche settimana fa dopo l’occupazione degli appartamenti alla Bufalotta. Siamo contenti di essere stati invitati dal prefetto a discutere la situazione, insieme all’Abi e ai costruttori, ma non vogliamo un confronto che non porti a nulla: vogliamo invece aprire un dibattito reale, che finora è mancato, perché a Roma ci sono migliaia di famiglie che non ce la fanno a pagare il mutuo a tasso variabile e centinaia di immobili in disuso che potrebbero essere utilizzati per ospitare chi è senza casa».

L’occupazione di viale Castrense è stata organizzata anche dall’Asia, l’Associazione degli inquilini assegnatari. Sul palazzo sono stati stesi numerosi striscioni (fra questi «Affitti da rapina, mutui insostenibili, salari da fame: questa è la sicurezza e la legalità che ci offrono», «Roma libera dal controllo: reddito, casa, diritti per tutti», «Contro le rendite dei grandi costruttori sì al diritto alla casa e al reddito»). Un picchetto per cominciare una «campagna cittadina», come l’hanno definita, «alla quale sono invitati a partecipare tutti segnalando, quartiere per quartiere, gli edifici non abitati che potrebbero essere sfruttati a favore di chi non ha la possibilità di avere una casa e quindi non può nemmeno avere una famiglia», ha sottolineato Michelangelo Giglio dell’Asia. I Bpm, che radunano attualmente circa 250 famiglie, ha lanciato un messaggio anche al neo sindaco Gianni Alemanno: «Se la sua politica sarà quella degli sgomberi – ha aggiunto Blasi- noi rilanceremo con altre occupazioni e con i blocchi stradali». Anche Guido Lutrario, altro leader dei Blocchi, l’iniziativa di giovedì «è il primo atto del censimento che faremo dei palazzi tenuti sfitti dalla grande proprietà immobiliare, che porteremo al tavolo in prefettura. Ma intendiamo sollecitare anche Alemanno e la sua giunta a sedersi con noi».

 

Primo maggio a San Giovanni Diritto a casa e reddito contro le rendite dei grandi costruttori
di Valeria Morando

Roma - È il primo maggio. È la giornata dei lavoratori e di coloro che sul posto di lavoro hanno perso la vita. È il giorno in cui i sindacati confederali, in parte complici di politiche incapaci di difendere i diritti acquisiti dei lavoratori e la loro sicurezza, organizzano la rituale kermesse musicale.
È il giorno dei precari, dei migranti, dei senza casa che hanno simbolicamente occupato l'ex palazzo del Messaggero in viale Castrense. Stabile in disuso proprietà di Gaetano Caltagirone, fortemente agevolato dalla scorsa amministrazione capitolina in barba all'emergenza abitativa che attanaglia la città di Roma. La firma dell'azione è dei Blocchi Precari Metropolitani (Bpm) composti da A.S.I.A-Rdb e dai centri sociali Horus e Collatino Underground. Lo scopo dell'azione è quello di avviare una campagna cittadina per allargare ai grandi costruttori il tavolo proposto dal prefetto e verificare se il neo sindaco manterrà le promesse fatte in campagna elettorale o mostrerà la stessa verve del predecessore agevolando i poteri forti della città. «Bpm è uno spazio aperto che ha attivato un percorso di mobilitazione iniziato il 6 aprile scorso con il presidio dei palazzi del costruttore Santarelli- spiega Luca dell' Horus.- Dopo i fatti di piazza San Marco e il successivo sgombero, è stato aperto un tavolo in prefettura. Quella di oggi è un'azione simbolica, un "picchetto metropolitano" volto a censire dal basso gli immobili sfitti, vuoti e abbandonati che verranno presentati direttamente al prefetto Mosca. Il primo maggio rappresenta una giornata di lotta in connessione con la MayDay europea di Aquisgrana ma è anche un messaggio per Gianni Alemanno. Ordine e sicurezza non devono essere una risposta alle lotte di movimento, perché se così sarà noi continueremo a rilanciare. Per ogni sgombero una nuova occupazione».
Intanto i 250 nuclei, composti da famiglie romane e straniere che insieme a Bpm hanno iniziato questo percorso, aspettano una soluzione dignitosa e definitiva.

Il Manifesto

Il «Blocco Precario» occupa uno stabile

di Andrea Tornago

 

Dalle torri del suono di piazza San Giovanni giungono a sprazzi le note del sound check fino a viale Castrense. È la mattina del Primo maggio e come ogni anno va in scena il concerto dei sindacati confederali, mentre a poche centinaia di metri in linea d'aria il Blocco Precario Metropolitano mette a segno l'occupazione di un grande palazzo abbandonato. Per i movimenti è un Primo maggio di lotta, non di concerto. In cima allo stabile occupato da più di trecento persone troneggia l'insegna de «il Messaggero», che in quelle stanze aveva la sua tipografia, anche se sulle porte scardinate dei locali interni si trovano solo adesivi e targhe delle Ferrovie, l'ente che l'aveva in affitto. Il palazzo fa parte del patrimonio immobiliare di Francesco Gaetano Caltagirone, proprietario tra l'altro proprio del Messaggero e del Mattino di Napoli. L'insegna del suo quotidiano è presto coperta da uno striscione che ricorda: «Caltagirone, la tua rendita è la nostra precarietà». E con questa occupazione, che il movimento dichiara subito «simbolica e a termine», si rilancia il tema della casa e degli immobili vuoti e sfitti della città di Roma. Caltagirone, secondo il Blocco Precario, ne tiene in questo stato «una quantità innumerevole» in tutta la città, in attesa di poterne ricavare l'enorme capitale dall'affitto. «Questo è un Primo maggio di lotta, di ripresa di parola», attacca così in conferenza stampa Luca Blasi, del Blocco Precario. «Non ci sentiamo gli sconfitti della sinistra. Le elezioni passano ma le questioni sociali restano vive, quale che sia la giunta in Campidoglio. Questa, ci tengo a dirlo, è un'azione ideata in tempi non sospetti. Ma vuol essere anche un segnale per Gianni Alemanno, che non pensi che la frontiera dell'ordine e della sicurezza possa rappresentare una risposta alle lotte sociali. Noi rilanceremo sempre, lo diciamo fin da subito: più sgomberi portano solo più occupazioni e più mobilitazione». Con il movimento ci sono anche alcune delle 250 famiglie che hanno subito lo sfratto perché non erano più in grado di pagare il mutuo a tasso variabile. Il Blocco Precario lancia poi un messaggio al prefetto di Roma, Carlo Mosca, rispetto al «tavolo» di discussione in cui si dovrebbero sedere i movimenti, gli immobiliaristi e l'agenzia bancaria dei mutui (Abi), per censire insieme gli stabili sfitti della città: «i proprietari ci stanno davvero dentro la trattativa?». Il sound system del furgone spara «Liberi tutti», dei Subsonica, e comincia a girare la voce che forse passerà qualche artista a dare il suo appoggio. Ma non passerà nessuno. Il palco confederale «di concerto» è davvero lontano, quasi in un'altra città.

 

Agenzia fotografica Eidon

di Vincenzo Tersigni

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