Ieri 1 Marzo si è consumata l’ennesima “bravata” del sindaco Alemanno, che ha pensato bene di sostituire la sua presenza al dibattito sul “Piano Casa” con una folta schiera di polizia e carabinieri.
Il consiglio che ieri ha approvato la delibera di indirizzo predisposta dalla giunta si è svolto sin dalle prime ore, infatti, in un clima di blindatura ed intimidazione con una piazza circondata da oltre duecento uomini delle “forze dell’ordine” schierati in maniera da bloccare qualunque via d’uscita, con molti agenti in borghese presenti fin dentro palazzo senatorio.
La delegazione che rappresentava gli oltre duemila manifestanti che assediavano il Campidoglio (a cui si sono unite molte persone provenienti dal corteo dello sciopero del Primo Marzo) già dalle ore 15.00, ha ripetutamente chiesto all’assessore alla casa Antoniozzi ed al rappresentante del sindaco Lucarelli di essere ricevuta prima del voto per affrontare con il dialogo il nodo delle misure necessarie a contrastare l’emergenza abitativa della città.
Solo dopo essersi visti ancora una volta sbarrare le porte in faccia dall’amministrazione, è scoppiata nell’Aula Giulio Cesare la legittima protesta e la rabbia dei senza casa già da giorni arrampicati sulla cupola di Madonna di Loreto e sul Colosseo.
Ancora una volta sull’ascolto, la politica e le responsabilità di governo, ha rischiato di prevalere la politica del manganello con decine di agenti in borghese ed agenti antisommossa (in divisa), arrivati praticamente sulla soglia dell’aula Giulio Cesare: una scena mai vista prima a Roma che riporta direttamente alle immagini del ventennio fascista.
Alla fine, il risultato non solo dalla manifestazione di ieri (1 Marzo), ma di mesi di mobilitazione dei movimenti, si è concretizzato nei 6000 alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica sovvenzionata, nell’utilizzo delle caserme e del patrimonio demaniale in dismissione, nelle misure di tutela dell’inquilinato inserite in extremis nel piano.
Un risultato importante ma non sufficiente a cui si aggiunge l’impegno preso dalla giunta e dai capigruppo, proprio con una mediazione raggiunta “sull’orlo del precipizio” ribadita in aula dall’assessore alla casa, che dovrà portare all’approvazione , giovedì prossimo, di un ordine del giorno collegato al piano che avvierà un censimento delle emergenze da affrontare e risolvere.
Nonostante le conquiste dei movimenti il Piano approvato ieri rimane un provvedimento fumoso e inadeguato, cucito su misura degli interessi forti dei costruttori privati piuttosto che sulle necessità delle fasce sociali colpite dalla crisi. Per queste ragioni, e per affermare ora e subito, a partire dalla situazione dei nuclei familiari sgomberati dalla ex scuola Tommaso Grossi a Centocelle, che nessuno può rimanere senzatetto e senzacasa, riteniamo di dover proseguire con la forma di protesta scelta sulla cupola di Madonna di Loreto e sul Colosseo.
Movimenti per il diritto all’abitare