La subalternità dell'Unione europea agli Stati Uniti, plasticamente rappresentata dall'immagine sottomessa della Von der Leyen al cospetto di Trump, approda ad un accordo (se cosi può chiamarsi) che segna la totale resa dell'economia europea alle élites americane
Al livellamento dei dazi al 15 percento per quasi tutte le esportazioni europee (per l'acciaio e l'alluminio l'aliquota imposta a livello globale dagli Usa resta al 50 percento, mentre resterebbe aperta la partita sul settore farmaceutico) si aggiunge l'impegno UE ad acquistare armi statunitensi per la quasi totalitá del progetto "Rearm Europe", ad acquistare per 750 miliardi gas e petrolio da Washington e ad investire negli States fino a 600 miliardi di dollari.
Ulteriori dettagli saranno chiari nelle prossime ore ma non vi ê dubbio che siamo in presenza di una vera e propria resa alla volontà di Trump.
Verrebbe da dire problemi loro e di chi ha osannato le politiche dell'Unione europee tutte centrate sulla compressione salariale e sul più ottuso mercantilismo tedesco, ma non occorre la sfera di cristallo per capire che i costi di questa sottomissione al capitalismo targato a stelle e striscie, verrá fatto ricadere sulle masse popolari.
Il patetico tentativo della premier Meloni di edulcorare la situazione si infrange contro quella che si presenta come una vera e propria tempesta perfetta dove alla resa sui dazi si accompagna l'accordo Nato che innalza le spese militari al 5 percento del Pil e la svalutazione del dollaro.
Una condizione devastante e di proporzioni gigantesche all'interno della quale occorre rafforzare il legame tra l'opposizione alla guerra nelle sue varie declinazioni e la prosecuzione della battaglia per il salario e il rilancio dello Stato sociale.
Questo ê ciò che ci attende per l'autunno affinché questo accordo così come tutte le politiche guerrafondaie e anti sociali diventino "dazi" del governo e dell'Unione europea.
USB Nazionale