Le precedenti ondate epidemiche, se hanno determinato più consapevolezza e maggiore reattività fra il personale sanitario oramai abituato a rispondere con prontezza alle continue fasi emergenziali, non hanno però mutato le politiche che hanno avvilito, precarizzato e mercantilizzato la sanità pubblica e il diritto alla salute.
La nuova, e ampiamente prevista, recrudescenza del contagio ha riportato a galla la distanza tra le chiacchiere della politica e delle élite economiche e la realtà di sostanziale ulteriore indebolimento del servizio sanitario pubblico, unica realtà in grado di fronteggiare l’emergenza, garantendo tutti. Gli utenti pagano, ancora sulla loro pelle, le conseguenze di scelte politiche volte solo a rafforzare gli interessi dei privati, a fare della salute una “opportunità” di profitto e a considerare il diritto alla salute come un costo insostenibile, scegliendo di dirottare le risorse solo a sostegno del parassitismo imprenditoriale.
La conseguenza è che ancora una volta si riducono le prestazioni, si riducono i posti letto e si chiudono reparti, si perdono professionalità e si degrada la qualità dell’assistenza, aumentano i tempi di attesa. Inoltre l'ennesima ondata di Covid 19, segno tangibile del fallimento delle politiche di contenimento del virus basate esclusivamente sui vaccini, sommata alla cronica e drammatica carenza di personale che la Regione Toscana con il vergognoso blocco delle assunzioni continua ad aggravare, ha abbassato ulteriormente lo standard di sicurezza per gli operatori sanitari e socio sanitari.
Il risultato è che, a oggi, sono quasi 300 le lavoratrici e i lavoratori contagiati nella Azienda Ospedaliera di Careggi e non c'è alcun dubbio che il numero sia destinato a crescere e a condizionare pesantemente il prossimo futuro con il rischio concreto di non riuscire a garantire le cure ai malati.
Non sarà certo con il ricorso all’imposizione dello straordinario e ai rientri coatti e neanche profittando del docile senso di responsabilità dimostrato fino ad oggi dal personale, che si può pensare di supplire ad una condizione di emergenza.
E non saranno neanche i bei discorsi demagocici della politica mercantile né tantomeno le poche assunzioni in programma di operatori sanitari con contratti precari di somministrazione, spesso e volentieri buttati allo sbaraglio senza un minimo di formazine, che permetteranno di uscirne senza la solita scia di dolore e di lutti.
Il Governo dei “migliori” (compresa la sua appendice meloniana) continua e perpetua le disastrose politiche sanitarie di quelli precedenti e la Regione Toscana si adegua con una differenza solo di linguaggio ma non di sostanza e le lavoratrici ed i lavoratori della sanità pubblica continuano così ad essere mandati al massacro e la cittadinza a non avere servizi accessibili e di qualità.
Gli operatori sanitari e i dipendenti tutti della AOU di Careggi pretendono rispetto per il ruolo che svolgono nel contrasto alla pandemia e questo è possibile solamente con assunzioni immediate, sicurezza e tutela della salute.
Unione sindacale di base (USB) A.O.U. Careggi