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Radiotelevisione // Sciopero generale

USB RAI: il 22 settembre data storica, non saremo semplici strumenti per la propaganda. Il sindacalismo di base organizza le lavoratrici e i lavoratori, le soluzioni conciliative hanno fallito dentro e fuori i luoghi di lavoro

Roma,

Il successo dello sciopero generale del 22 settembre è indubbio: le foto delle piazze piene, dei cortei partecipati, dei porti paralizzati e degli snodi fondamentali di tutte le città occupate dai manifestanti contrasta nettamente con la narrazione della stampa di regime, che vorrebbe ridurre una giornata storica a una semplice questione di ordine pubblico.

Tra le centinaia di migliaia di persone che hanno partecipato alle oltre ottanta piazze in tutta Italia, le lavoratrici e i lavoratori della RAI hanno orgogliosamente fatto la loro parte, astenendosi dal lavoro e partecipando alle manifestazioni. I centri di produzione di Torino, Milano, Roma e Napoli, insieme a molte sedi regionali (tra le varie Valle d’Aosta, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Puglia, Basilicata e Sicilia) sono stati interessati dallo sciopero, causando la cancellazione di diverse trasmissioni sulle reti televisive e radiofoniche e ostacolando la registrazione delle puntate dei programmi.

Dalla giornata del 22 settembre emerge una chiara consapevolezza da parte di noi lavoratrici e lavoratori Rai del nostro ruolo in un momento così delicato non solo per la Palestina, ma per questo Paese e per tutta l’umanità: il Governo che vorrebbe fare di noi un mero strumento della sua propaganda bellicista ha trovato persone consapevoli, determinate a opporsi con ogni mezzo al genocidio del popolo palestinese da parte dello stato sionista e alla corsa agli armamenti di questo governo che stanzia 800 miliardi per arricchire i mercanti d’armi, togliendo diritti e stato sociale.

Come USB Rai sosteniamo con forza il risveglio delle coscienze dentro e fuori l’azienda. Noi, lavoratrici e lavoratori del servizio pubblico radiotelevisivo, nonostante i molti tentativi di spaccare il movimento e indebolire la nostra forza anche da parte di chi ci aspetteremmo essere più dalla nostra parte, abbiamo dimostrato che uniti e organizzati possiamo prendere e ottenere quello che il potere e i suoi servi vogliono toglierci: pace, diritti, libertà.

Siamo consapevoli che la svolta di portata storica del 22 settembre è un passo di molti che vanno fatti per sostenere il popolo palestinese e tenere alta l’attenzione sulle nostre sorelle e i nostri fratelli della Global Sumud Flotilla, che ancora rischiano la vita nella loro impresa umanitaria e ancora stanotte vittime di attacchi terroristici da parte di Israele, che ha attaccato le navi con i droni.

Ma abbiamo imparato che i risultati, dentro e fuori dai luoghi di lavoro, si portano avanti con lotte serrate, con lavoratrici e lavoratori organizzati dal basso, non con blande politiche conciliative e centriste alle quali siamo fin troppo abituati.

L'empatia dimostrata dai manifestanti verso il popolo palestinese, una lotta per le libertà e per i diritti, per la giustizia e la verità ci trova compatti, uniti e pronti a lottare nel prossimo futuro per le nostre iniziative sindacali.

L'USB è una realtà diversa, un sindacato di classe e militante, una forza organizzata e compatta in grado di bloccare le piazze e le industrie, e per questo rivolgiamo il nostro saluto e il nostro ringraziamento a tutte le realtà politiche, sindacali e sociali che hanno aderito agli scioperi e alle manifestazioni, andando oltre gli interessi di sigla e di bandiera, uniti per un obiettivo più grande.

Per questo, come USB RAI e come lavoratrici e lavoratori RAI, siamo determinati a portare avanti le nostre azioni di boicottaggio della propaganda sionista, ribadendo l’impegno preso dalla piazza di Roma: l’Italia segua l’esempio della Spagna, dell’Irlanda e degli altri Paesi che non parteciperanno all’Eurovision Song Contest 2026 se sarà presente la delegazione israeliana; accogliamo pertanto con estremo piacere l’iniziativa di tre consiglieri d’amministrazione RAI di fare pressione affinché questo avvenga, consapevoli che servirà ogni lavoratrice e lavoratore per ottenere questo risultato.

Organizziamoci, ampliamo il fronte della lotta.

Per la Palestina! Per la Pace!

Abbassate le armi, alziamo i salari!

Coordinamento USB Rai