Icona Facebook Icona Twitter Icona Instagram Icona Telegram Icona Youtube Icona Rss

Sciopero generale // Scuola

USB scuola in piazza il 22: fermiamo il genocidio del popolo Palestinese

Nazionale,

Nonostante l'evidente ostruzionismo del Ministero, degli Uffici scolastici regionali, dei Dirigenti scolastici, con l'involontario contributo anche delle segreterie di tante scuole in perenne carenza organica, un misto di censura, lentezza pachidermica, rimpallo di responsabilità sui ritardi nell'uscita di una circolare che in troppe scuole ancora manca, e ancora sottovalutazione del momento, nonostante tutto questo e molto altro, le scuole italiane saranno protagoniste dello sciopero indetto da USB per il 22 settembre, e migliaia di lavoratrici e lavoratori della scuola saranno in piazza insieme agli studenti, a tutto il mondo del lavoro, ai sostenitori della causa palestinese.

Lo faranno perché ormai la menzogna del diritto alla difesa dello Stato terrorista di Israele ha superato i limiti della più becera propaganda, e sta sommergendo chi sta compiendo il genocidio e chi, non potendolo più negare, lo racconta come se fosse ineluttabile e inevitabile come un fenomeno naturale.

C'è un moto profondo delle coscienze di tante e tanti, che questo sciopero ha colto, nel silenzio della maggior parte delle organizzazioni sindacali (rappresentative di un egoismo corporativo che è la loro vera cifra), nella solita e ormai prevedibile e inutilmente compassata presa di posizione della CGIL, che nella scuola non farà neanche mezz'ora di sciopero, nel silenzio di un mondo, quello Cobas, che a parte alcune eccezioni territoriali, da anni esprime letture e posizioni sulla questione palestinese a dir poco rivoltanti.

Tutto questo per dire che siamo di fronte a un passaggio importante, quello in cui la scuola piegata a riforme antistudentesche, a svilimento costante dei saperi, a riproduttore di consolanti rituali di commemorazioni del passato, oggi vive in presa diretta una tragedia epocale ed è scossa da un imperativo che abbiamo il compito di fare diventare generale: quello di dire la verità, di dirla a se stessa e di dirla ai suoi studenti e studentesse.

Sappiamo che tutto questo dovrà collegarsi sempre più al lavoro sindacale per salari degni, per la democrazia dentro le scuole, per la critica della scuola di Valditara, della riduzione a 4 anni dell'istruzione tecnica, a tutte le diavolerie burocratiche che ormai soffocano la vita dei docenti, o i carichi di lavoro in carenza strutturale di organici che costringono il personale ATA ad un lavoro sempre più pesante.

Ma intanto lunedì si scende in piazza, per la Palestina, con la consapevolezza che chi vuole una scuola diversa non può che trovare in USB la giusta collocazione. Lo diciamo a tante e tanti colleghi che militano in FLC, alcuni dei quali saranno con noi in piazza lunedì: c'è un limite oltre il quale il tentativo di trasformare dall'interno o di accontentarsi del meno peggio, diventa connivenza o pigra accettazione del presente, un presente ormai inaccettabile e talmente oscuro da chiedere a tutti un passo avanti. Noi stiamo cercando di farlo.