L’USB ha ascoltato con interesse il progetto di recupero industriale per lo stabilimento Wärtsilä di Trieste, presentato oggi a Roma dal gruppo MSC alla presenza di Confindustria Trieste e dell’Advisor Doolite .
Una piena valutazione potremmo darla una volta che saranno superati i passaggi delicati legati al finanziamento , alle agevolazioni fiscali, doganali e normative che sostanziano la fattibilità del piano industriale di MSC.
Il piano industriale di MSC si pone l’obiettivo di coprire la domanda crescente di carri e carrelli per la logistica delle merci che viaggiano su rotaia , in accordo con il libro bianco sulla mobilità dell’UE, che prevede il progressivo passaggio su rotaia del 30% delle merci entro il 2030 e del 50 % entro il 2050.
L’obiettivo di MSC è produrre annualmente 1000 carri ferroviari, 3000 carrelli di cui 2000 per la domanda interna e 1000 per l’esportazione. Alla produzione si aggiungerebbe l’attività di manutenzione di 1000 carrelli e logistica quest’ultime attività sarebbero coperte da aziende controllate dal gruppo MSC.
In totale a pieno regime gli occupati, supereranno i 300 addetti, inclusi i circa 280 Wartsila attualmente in CIG.
La progressione del progetto sarà coperta dagli ammortizzatori sociali e il rientro in produzione vedrà un primo gruppo di rientri legato alla progettazione pari al 5% a luglio 2024, un secondo gruppo del 15% a gennaio 2026 (18 mesi) , un terzo rientro del 40% a settembre 2026 (24 mesi) e un quarto gruppo pari al 40% a luglio 2027 (36 mesi).
Queste fasi sono gioco forza condizionate da fattori esterni, anche se l’azienda ha dichiarato di lavorare per ridurre al massimo i tempi e arrivare all’avvio della produzione prima dei 36 mesi.
Seguiamo con attenzione l’agenda degli incontri che MSC avrà nei prossimi giorni con il MEF per la parte fiscale, MMIT e Invitalia per definire la quota parte finanziata per l’innovazione tecnologica e il basso impatto ambientale dichiarati per la produzione di carri e carrelli ferroviari per il trasporto merci su rotaia.
Il punto franco è un altro nodo che pesa moltissimo sul futuro e sull’impatto del progetto industriale, ora la palla è nel campo di MSC, Autorità portuale e MMIT e MEF, importante sarà il rispetto dei tempi.
La CIG scade il 30 giugno 2024 e questo, è uno degli elementi che scandisce il tempo.
A MSC abbiamo ribadito che al centro del progetto industriale per l’USB ci sono:
- la garanzia occupazionale e quindi la fuoriuscita positiva dagli ammortizzatori sociali in tempi brevi
- la tutela del salario sia attraverso meccanismi di rotazione della CIG non appena inizia la prima fase di attività e sia attraverso un’integrazione della CIG da parte dell’azienda
- riconoscere la storia professionale e il salario costruito dalla contrattazione dei lavoratori
- la tutela e la sicurezza dei lavoratori nella nuova produzione
Se MSC si pone l’obiettivo di realizzare uno stabilimento innovativo, con quota di fondi pubblici, agevolazioni fiscali e normative deve investire e riconoscere il valore dei lavoratori di Wartsila.
L’accordo di programma firmato dalle istituzioni e dalle parti datoriali, non può essere disgiunto da un accordo sindacale che garantisca e riconosca salario, inquadramento e tutele.
MSC ha calendarizzato i prossimi incontri per il 9 e 28 maggio a Trieste, quello di Roma ha visto Fim, Fiom e Uilm imporre una gestione separata degli incontri, un inutile e dannosa liturgia che non aiuta i lavoratori.