Se il buongiorno si vede dal curriculum, non è una buona giornata. Il nuovo ministro della Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, i cui meriti politici rimangono ignoti ai più, vanta nel proprio curriculum una lunga esperienza da manager di imprese private legate al metalmeccanico, sempre nel ruolo di capo del personale. Già l’esordio non è stato tra i più brillanti considerata la nonchalance con la quale si dichiarava pronto a guidare il ministero della Transizione Ecologica (ora rinominato dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica), attribuitogli per errore.
La PA non è un’impresa privata ma welfare e servizi essenziali che i dipendenti pubblici erogano alla cittadinanza. Un pezzo fondamentale della funzione dello Stato, un argine alle crescenti disuguaglianze in questo Paese.
La nuova nomina arriva in piena crisi energetica e con il carovita alle stelle, con notevole ripercussione anche sui salari dei dipendenti pubblici, i cui contratti 2019/2021, quindi già scaduti, sono per la maggioranza ancora in attesa di rinnovo; solo Funzioni Centrali e Sanità sono stati rinnovati, già scaduti da 10 mesi.
I contratti rinnovati, sulla base dell’IPCA depurato dei costi energetici, non coprono minimamente il costo della vita con un’inflazione che si avvicina alla doppia cifra. Il valore del buono pasto, laddove viene garantito, è fermo da oltre 10 anni, la 14sima mensilità assente. Nessuna possibilità di recuperare potere d’acquisto attraverso il salario diretto o indiretto che sia.
Nella PA mancano all’appello un milione di lavoratori e lavoratrici senza i quali la qualità dei servizi pubblici erogati alla cittadinanza diventa sempre più scadente e i carichi di lavoro insopportabili, mentre i posti messi a concorso non vengono totalmente coperti a causa dei bassi salari e della precarietà del contratto di lavoro.
Una precarietà che sta diventando un elemento strutturale della PA nonostante l’aumento della povertà in questo paese richiederebbe l’incremento dei servizi per le fasce meno abbienti, tra le quali milioni di minori.
L’elenco sarebbe lungo, ma il concetto è chiaro: la PA, oggi più che mai, deve essere al servizio dei cittadini!
Come sempre, misureremo le intenzioni del ministro dai fatti concreti ma, certo, non ci sentiamo rassicurati dalla presenza di un manager, capo del personale, alla guida di un ministero tanto delicato per i bisogni dei cittadini.
In attesa dell’insediamento di Zangrillo, al quale siamo ansiosi di rappresentare le istanze delle lavoratrici e dei lavoratori del Pubblico Impiego - a partire dal rinnovo dei contratti - il 26 ottobre daremo il benvenuto al ministro con una giornata di mobilitazione contro il carovita nei luoghi di lavoro:
- Rinnovo immediato dei contratti;
- Aumenti salariali adeguati al reale costo della vita;
- Aumento del valore del buono pasto;
- Indennizzo spese energetiche e buono pasto per lavoratrici e lavoratori in smart working;
- 14sima mensilità inserita stabilmente nella retribuzione.
USB Pubblico Impiego