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Cub

Le notizie CUB della settimana 16 - 22 marzo 2009

Nazionale,

Le notizie pubblicate dai media sulla CUB e sulle organizzazioni della CUB

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22 marzo 2009 - Il Manifesto

Mille attivisti disobbediscono allo stop ai cortei in centro. Il questore: un caos, meglio farli sfilare
Sfida al divieto. Giocando con la polizia al gatto col topo
di Giusi Marcante

BOLOGNA - Ci possono essere tanti modi di violare un divieto. A Bologna ieri è andata in scena una partita a scacchi tra i manifestanti e la polizia. Quasi il gioco del gatto che rincorre il topo, dove il gatto è vestito di scuro e tiene in mano un manganello e il topo manifesta a mani nude ma col sorriso sulle labbra. Il risultato finale è stato un corteo di mille persone che ha attraversato buona parte della zona interessata dalla nuova direttiva prefettizia che sotto le due Torri ha vietato alcune piazze e vie del centro storico per cortei, presidi e banchetti. Brevissimi momenti di tensione ad un certo punto quando, durante un contatto tra i carabinieri in assetto antisommossa e un gruppo di manifestanti che stava provando a forzare il blocco, sono volate alcune manganellate. Ma il senso della giornata per il coordinatore cittadino delle Rdb Massimo Betti, uno dei sindacati del Patto di Base che ha promosso la manifestazione, è che «l'ordinanza del Prefetto è stata demolita e questa è una vittoria simbolica e politica molto importante». Per il questore di Bologna Luigi Merolla la decisione di far concludere il corteo nella zona universitaria facendolo passare per un pezzo della zona rossa era «la più logica possibile per il nostro obiettivo che è quello dell'ordine pubblico».
Il pomeriggio è iniziato verso le 15.30 quando circa 300 persone si sono radunate in piazza del Nettuno (una di quelle off limits secondo la direttiva prefettizia che applica quella del ministro dell'Interno Roberto Maroni); agli organizzatori era stato proposto durante la settimana di far partire il corteo da un'altra piazza del centro e farlo sfilare per una via secondaria. Una prescrizione rifiutata dai sindacati di base che hanno provato (senza successo) a chiedere una sospensiva al Tar. La scelta della Questura è stata comunque quella di non chiudere l'accesso a piazza del Nettuno dove era consentito il passaggio a chiunque ed era presente un consistente schieramento di carabinieri e polizia del reparto mobile. Da lì in poi è andata in scena una gustosa rincorsa con i manifestanti che con ironia e intelligenza hanno iniziato a spostarsi per la piazza cercando ripetutamente di uscire dai limiti imposti dalla polizia. Ad un certo punto un gruppo di alcune decine è riuscito ad aggirare la polizia e a sbucare all'incrocio con via Indipendenza dove il traffico ha iniziato ad andare in tilt.
Insomma un girotondo prolungato che ha spiazzato le forze dell'ordine tanto che ad un certo punto un funzionario della Questura al cellulare doveva ammettere che la situazione era diventata «un caos». La colonna sonora dei tamburi dei ragazzi del "Blocco Giallo" ha accompagnato tutti gli atti di un pomeriggio che ha raccolto, oltre ai sindacati di base, i centri sociali, gli studenti dell'Onda, l'Assemblea antifascista permanente e diversi esponenti della lista Bologna Città Libera. Una presenza che è cresciuta durante il pomeriggio arrivando ad un migliaio di persone durante il corteo.


22 marzo 2009 - Corriere di Bologna

Faccia a faccia Polizia e carabinieri fronteggiano i dimostranti. Nel tondo, il corteo in via Rizzoli. Esultano gli organizzatori. Imposta la democrazia alle autorità di Bologna. Avanti fino al ritiro di questa ordinanza
Caos al corteo anti-prefetto Forzato il divieto di sfilare
Mille alla manifestazione delle Rdb. Centro in tilt. Tensione tra i dimostranti e le forze dell'ordine, manganellate in via Rizzoli. Poi viene permesso il passaggio nelle vie vietate
di Alessandro Mantovani Silvia Saracino

Bologna - La prova di forza è riuscita, i manifestanti non hanno sfondato i cordoni di polizia e carabinieri ma hanno fatto il corteo nelle strade proibite, scavalcando la direttiva Maroni e l'ordinanza del prefetto. Era questo l'obiettivo delle Rdb, dei Cobas e della sinistra antagonista e radicale, da «Bologna città libera» a Crash e agli altri centri sociali, dai ragazzotti in nero dietro lo striscione dell'Assemblea antifascista a quelli rumorosissimi in giallo della Terroni band, che hanno fatto impazzire la polizia spuntando sempre alle sue spalle. Dopo due ore e mezzo di fronteggiamenti in piazza del Nettuno e qualche manganellata in via Rizzoli, hanno sfilato contenti e soddisfatti fino alle Due Torri e in via Zamboni, per sciogliersi in piazza Verdi. Erano un migliaio, 2000 per gli organizzatori e 7-800 per la Questura. Mettevano in conto anche le denunce che ora arriveranno, come sono arrivate a Valerio Monteventi e agli altri di «Bologna città libera» che da due settimane protestano di sabato in piazza Maggiore contro l'ordinanza prefettizia. E ora attendono il Tar, davanti al quale hanno impugnato il provvedimento.
Alle 15.30 al Nettuno erano in trecento, il vicequestore vicario Sergio Bracco ha chiesto subito di sgomberare e Massimo Betti, leader Rdb, ha risposto picche. «Non abbiamo paura», diceva al megafono il responsabile dei sindacati di base che avevano promosso l'iniziativa «per le libertà democratiche» con un appello firmato da cento lavoratori. Poi è cominciato il giochino dei fronteggiamenti con la polizia, guidato e gestito dallo stesso Betti con Monteventi, Serafino D'Onofrio e ad altri volti noti, come l'ex segretario del Prc Tiziano Loreti oggi candidato in Provincia per «Terre libere» e il consigliere provinciale Sergio Spina, tutti intenzionati — come la polizia — a evitare scontri. Le forze dell'ordine li hanno bloccati per due volte, prima su via Rizzoli e poi verso piazza Maggiore. Alle 17 il nuovo tentativo, pacifico, di passare. E mentre il grosso dei manifestanti era faccia a faccia con la polizia, piccoli gruppi sono spuntati in via Rizzoli passando da Sala Borsa e da Palazzo Re Enzo: in testa i rumorosi giovani con i tamburi, le magliette gialle e la scritta «100% terrone». La situazione è diventata ingestibile, i vigili hanno chiuso al traffico la «T» paralizzando le strade attorno. A quel punto è volata qualche manganellata: i carabinieri hanno respinto uno dei ragazzi in giallo, un gruppo di manifestanti ha temuto il peggio e si è mosso come per attaccare, ma i militari hanno retto. Gli agenti erano costretti a rincorrere gruppi di manifestanti che partivano in tutte le direzioni. «È il caos», dicevano per radio i funzionari della Questura. Cori contro Sergio Cofferati e la polizia. Poi il via libera fino alla zona universitaria, la polizia ha chiesto di occupare solo una corsia di via Rizzoli e Betti ci ha provato, ma invano: «Tutti a sinistra, la destra lasciamola al Pd».
Monteventi è raggiante: «Ce l'abbiamo fatta — dichiara —. È stata anche un'iniziativa di comunicazione alla città sull'ordinanza, avanti fino al suo ritiro ». Betti: «Abbiamo imposto la democrazia e la libertà al prefetto, a Cofferati e alla Draghetti ». D'Onofrio: «Per il divieto non si indignano gli intellettuali ma i lavoratori sì». Loreti: «Bologna non è solo il Pd e il centrodestra».


22 marzo 2009 - Il Resto del Carlino

Il corteo proibito
In mille vìolano l'ordinanza
di ENRICO BARBETTI

Bologna - DUE ORE di caos nel cuore della città e un migliaio di manifestanti che sfilano per via Rizzoli. Esulta l'antagonismo bolognese perché, alla prova della piazza, la contestata ordinanza che limita cortei e presidi in centro nel fine settimana è stata violata. E, di fronte alla prospettiva di dover sciogliere l'adunata con l'uso della forza e conseguenze imprevedibili, i responsabili dell'ordine pubblico hanno imboccato la strada della trattativa e del buon senso, dopo lunghi minuti di tensione e un tafferuglio senza feriti all'incrocio tra via Rizzoli e via Indipendenza. Per il corteo indetto dai sindacati di base, a cui hanno aderito centri sociali e collettivi, si è aperta infine la strada per piazza Verdi dove, poco dopo le 18, si è conclusa un'altra giornata di passione. Organizzatori, promotori e principali protagonisti della manifestazione clandestina' saranno denunciati per avere violato le prescrizioni della Questura, che nei giorni scorsi aveva offerto ai contestatori un percorso alternativo da piazza San Francesco a piazza Roosevelt, ovvero quella della Prefettura. L'indicazione, peraltro, era stata confermata dal Tar, con la bocciatura del ricorso d'urgenza dei sindacati di base per sospendere il provvedimento del questore. ALLE 15.30, orario d'inizio della disfida, il vicario della questura Sergio Bracco e il dirigente della Digos Vincenzo Ciarambino intimano a Massimo Betti delle Rdb di sciogliere il presidio. A quel punto in piazza Nettuno ci sono circa 300 persone; sui lati di via Rizzoli e piazza Maggiore sono schierati i cordoni di polizia e carabinieri per evitare che si formi un corteo. FRA I MANIFESTANTI spiccano attivisti di Crash, Tpo, Xm24, Vag61, Assemblea antifascita permanente, studenti dell'Onda che distribuiscono adesivi: Oggi io manifesto'; tra i politici sono presenti il candidato sindaco di Bologna città libera' Valerio Monteventi, Tiziano Loreti, Sergio Spina e Serafino D'Onofrio. La tensione sale poco dopo le 16 quando, raccolti dietro lo striscione Libertà di lotta', i rappresentanti delle Rdb marciano verso l'esterno della piazza, fronteggiando per circa mezz'ora le forze dell'ordine su tutti i lati del Nettuno, intonando cori contro la polizia e, come di consueto, contro Cofferati. La situazione sembra tornare entro i limiti di guardia ma, alle 17, lo striscione dei sindacati di base, che viene fatto passare attraverso la Sala Borsa per aggirare il cordone, ricompare in via Rizzoli con un'avanguardia dei manifestanti che organizza un mini-blocco del traffico. Altri antagonisti escono alla spicciolata e la polizia municipale è costretta a chiudere il traffico in tutta la T. Si formano mini cortei che tentato di imboccare via Rizzoli e via Indipendenza; il gruppo dell'Assemblea antifascista si scontra coi carabinieri. Vola qualche manganellata ma nulla più. Le forze dell'ordine riescono infine a riformare due cordoni tra piazza Re Enzo e via Indipendenza, contenendo i manifestanti che nel frattempo sono diventati quasi un migliaio. Il blocco dura circa mezz'ora. Nel frattempo si trova l'accordo per evitare che la situazione degeneri: la Questura concende il deflusso del corteo verso piazza Verdi, dove si giunge dopo un quarto d'ora di marcia. I manifestanti gridano libertà'. PER VALERIO Monteventi «è stata una bellissima giornata di lotta e mobilitazione: vogliamo andare avanti dice finché l'ordinanza non verrà ritirata». Per Serafino D'Onofrio l'accaduto «conferma che il divieto è stupido e inutile». Canta vittoria Massimo Betti, promotore dell'iniziativa: «Abbiamo imposto democrazia e libertà al prefetto, a Cofferati e alla Draghetti. Siamo molto soddisfatti per la grandissima partecipazione che stimiamo in 2.000 persone. E' stata una disobbedienza di massa che non può essere ignorata dalle forze politiche».


22 marzo 2009 - Gazzetta di Modena/Nuova Ferrara

Tensione in centro a Bologna contro il divieto di cortei
Monteventi: se divento sindaco preservativi a tutti i diciottenni e prevenzione Aids

BOLOGNA - Preservativi gratis (anche a scuola) nei primi 100 giorni di mandato. E un milione di condom distribuiti gratuitamente ogni anno in città. E’ la promessa di Valerio Monteventi, consigliere comunale e candidato sindaco della lista Bologna città libera, che critica aspramente le parole di papa Benedetto XVI sull’uso dei profilattici per combattere l’Aids, nel corso della sua visita pastorale in Africa. «Quello del Vaticano - attacca - è un comportamento che contraddice la sua sbandierata difesa della vita».
E ieri pomeriggio c’è stata tensione nel centro di Bologna per una manifestazione annunciata da giorni proprio contro la direttiva del Ministero dell’Interno, seguita da un’ordinanza prefettizia, che vieta i cortei nel fine settimana in pieno centro. Non ci sono stati scontri ma le forze dell’ordine hanno dovuto fronteggiare il tentativo di formare un corteo dalla zona di piazza Nettuno. Alcuni manifestanti hanno cercato di imboccare via Ugo Bassi e lì c’è stato un contatto con i carabinieri. Poi le forze dell’ordine si sono ritrovate alle spalle quelli che, mischiandosi alle molte persone in centro per lo shopping o la passeggiata, hanno aggirato lo schieramento. La situazione è stata gestita da una parte e dall’altra senza eccessi e i manifestanti sono poi defluiti, con alcuni striscioni, verso la zona universitaria. «In migliaia hanno smontato il divieto di manifestare nel centro di Bologna», ha commentato in serata la Rdb/Cub che aveva promosso l’iniziativa assieme alla lista ‘Bologna città Libera’, a cento lavoratrici e lavoratori che avevano lanciato un appello a «non chinare la testa» e a componenti del movimento studentesco. Secondo la Questura, i manifestanti erano circa 300 nel primo pomeriggio e sono poi aumentati fino a 800-900. Anche nei due sabati precedenti in centro c’erano state manifestazioni di protesta.


22 marzo 2009 - Liberazione

«Libertà di manifestare» Bologna in piazza contro i divieti del prefetto
di Benedetta Aledda

Bologna - In migliaia ieri a Bologna hanno infranto il divieto di manifestare nelle principali piazze del centro nel fine settimana. In tanti hanno risposto all'appello dei sindacati di base, riassunto dallo striscione: «Libertà di lotta». A lungo i manifestanti sono rimasti in piazza Nettuno, dentro alla "zona rossa" tracciata dall'ordinanza con cui il prefetto di Bologna vieta le manifestazioni dal sabato pomeriggio alla domenica, in base alla direttiva del ministro degli Interni. «Io violo il divieto di manifestare e manifestamente manifesto», ribadivano lapalissiani i cartelli che i manifestanti portavano addosso. Oltre alle bandiere di Rdb, Cobas e Sdl c'erano anche quelle del Pcl e gli striscioni dei centri sociali. Gli esponenti di Bologna Città Libera, alcuni già denunciati per aver manifestato sabato 8 marzo in piazza Maggiore, distribuivano volantini che spiegavano: «In piazza per la libertà di manifestare. Non ci possono togliere le piazze e le strade».
Verso le 16,30 si è formato un corteo, ma si è mosso solo all'interno della piazza, chiusa da due cordoni di agenti. Chiusa ma non troppo, visto che il presidio era continuamente attraversato dal viavai delle compere e dai visitatori che entravano e uscivano da Sala Borsa e da Palazzo Re Enzo, ai lati della piazza. Mezz'ora più tardi alcune decine di manifestanti, approfittando di qualche falla nel cordone della polizia o sbucando dagli ingressi laterali di Sala Borsa, sono uscite da piazza Nettuno e gridando «Li-ber-tà, li-ber-tà!» hanno occupato per qualche minuto una parte di via Rizzoli. Con loro anche alcuni percussionisti del "Blocco giallo", vestiti, appunto, di giallo. Per qualche minuto sono rimasti separati dagli altri manifestanti, perché, nel frattempo, il cordone di agenti è stato rafforzato. L'unico momento di tensione si è verificato quando un gruppo, stando dietro a uno striscione, ha cercato di uscire dal presidio lanciandosi più rapidamente degli altri verso la strada. I poliziotti hanno fatto muro con gli scudi e il parapiglia è culminato in qualche secondo di manganellate.
A poco a poco, i manifestanti sono riusciti ad allontanarsi da piazza Nettuno, fino a riversarsi tutti in via Rizzoli, dove sono rimasti bloccati a lungo fra due cordoni di agenti. C'è voluta quasi un'ora perché potessero mettersi in marcia in direzione delle due torri, fino a svoltare a sinistra in via Zamboni. Da qui hanno raggiunto piazza Verdi, dove sono rimasti fino alle 18,30, quando i promotori, dichiarandosi soddisfatti, hanno arrotolato le bandiere.
RdB, Cobas e Sdl avevano annunciato un corteo da piazza Nettuno fino alla Prefettura, passando per via Ugo Bassi, ma la Questura l'aveva vietato, indicando un percorso alternativo. I promotori hanno fatto ricorso al Tar in via urgente, ma il tribunale l'ha respinto. È ancora attesa, invece, la pronuncia sulla richiesta di sospendere l'ordinanza del prefetto, che i sindacati di base hanno da subito definito «incostituzionale».

A 10 anni dalle bombe su Belgrado un meeting prepara la protesta anti Nato
A Vicenza per fermare le "guerre umanitarie"
di Checchino Antonini

Vicenza - Che a Vicenza ci sia Camp Ederle lo sanno tutti da cinquant'anni. Meno noto che da lì, è il comando Usa per il Sud Europa, partivano gli ordini per far decollare gli F16 da Aviano verso la Jugoslavia. E poi da Ederle si sarebbe mossa la 173ma brigata aviotrasportata Usa, quella del fosforo su Falluja. La prima e la seconda guerra umanitaria sono state ordinate da questa città che tenta di evitare l'ennesima base Usa sul suo territorio. Intanto, da pochi giorni, la targa sulla caserma Usa avverte che tra qui e Napoli si divide Africom, il comando Usa per le operazioni in Africa. La guerra umanitaria al Sudan pare ancora più vicina. E poi Vicenza è anche il posto con la più numerosa comunità di lavoratori serbi. Lavorano nel tessile e nelle fabbriche metalmeccaniche dell'Alto vicentino. Ecco perché la loro presenza si notava, ieri, tra i partecipanti a "Target", il meeting internazionale nel decimo anniversario dei bombardamenti Nato promosso dalle reti Disarmiamoli, Sempre contro la guerra, Rdb e Coordinamento nazionale per la Jugoslavia, una onlus che raccoglie quell'opinione contraria allo smembramento della repubblica federale di Jugoslavia. Una due giorni, con attivisti serbi e croati, che serve anche a lanciare la partecipazione italiana alla mobilitazione europea indetta dal Fse contro i festeggiamenti per il sessantesimo della Nato proclamati per il 4 aprile a Strasburgo.
«C'è una rimozione generale sulle responsabilità italiane nel sistema guerra», avverte Nella Ginatempo (Sempre contro la guerra). Dieci anni dopo, era il 24 marzo del '99, la Jugoslavia è devastata, la Nato si appresta a rilanciare il suo ruolo: lo scudo spaziale, l'Afghanistan, l'allargamento a Est, l'accerchiamento della Russia, la cooperazione con Israele. «Il contesto politico è difficilissimo», segnala Roberto Luchetti, (Disarmiamoli). Sarà perché c'è una strisciante riabilitazione di D'Alema,il primo premier ex Pci che lanciò la nostra aviazione, seconda solo a quella Usa, nei 78 giorni di guerra aerea che seminarono 23mila bombe e missili all'uranio impoverito su città e campagne con lo scopo di lanciare l'Italia nella nobile cerchia dei Grandi. Il 10 giugno del '99 lo stesso D'Alema si complimentò coi piloti per la loro esperienza «professionale e umana». Avvenne, quella esperienza, dopo una campagna di bugie che preparò la guerra, evitò accordi di pace, fece fallire l'Onu e lanciò le parole d'ordine di una guerra umanitaria e pulita, come ha spiegato il giornalista tedesco Juergen Elsaesser autore di una sorta di enciclopedia delle menzogne su quell'aggressione. In contemporanea con eventi analoghi, a Salonicco e Montreal, gli interventi (tra gli altri di Domenico Gallo, Andrea Catone, Manlio Dinucci, Giulietto Chiesa, la statunitense Diana Johnstone) hanno osservato sotto ogni punto di vista la prima guerra dopo la fine del Patto di Varsavia, la prima "out of area" della Nato, contro un paese che non aveva aggredito nessuno, e tantomeno un membro dell'Alleanza militare che traina i tre quarti della spesa militare mondiale. Gilberto Vlaic e Riccardo Pilato, quel 24 marzo, scesero in piazza, uno a Trieste, l'altro a Brescia. Subito dopo iniziò la loro opera di solidarietà con le popolazioni colpite. Ricordano a Liberazione l'impulso decisivo delle camere del lavoro e delle Rsu per attivare forme di aiuto tra lavoratori che continuano da dieci anni. La più significativa, probabilmente, è l'affido a distanza per 1800 figli degli operai della Zastava, la più grande fabbrica dei Balcani, a Kragujevac, 150 km a sud di Belgrado. «Città multietnica dove i lavoratori non si sono mai sparati tra loro», ricorda con orgoglio Rajka Veljovic, di Samostalni, il maggior sindacato serbo. Dell'uranio impoverito non si sa ancora nulla di ufficiale, spiega la sindacalista, tutto è coperto. Ma già sono evidenti i danni del disastro ambientale dei bombardamenti su fabbriche e depositi chimici. «Bombardare Pancevo è stato come bombardare Porto Marghera», esemplifica Vlaic. L'embargo, le privatizzazioni, le bombe, e lo "spezzatino" hanno ridotto la Zastava da 36mila dipendenti (nel 99 erano in cassa integrazione) ai 3mila attuali della fabbrica più grande del gruppo, altri 700 lavorano nella Zastava camion e 2000 nella fabbrica di armi leggere. In dieci anni la cooperazione tra lavoratori ha seminato studi dentistici, ambulatori, palestre, mense, un centro per ragazzi down, un altro per invalidi civili, tentando di intervenire sui bisogni reali. Ma il paese è in svendita. E la Fiat s'è appena comprata la Zastava, con un accordo firmato strategicamente alla vigilia delle elezioni di un anno fa. Dicono a Kragujevac che sia la multinazionale torinese ad avere vinto le elezioni. Poi la crisi ha gelato tutto, la Fiat non ha ancora cacciato un euro. E i nostri salari somigliano sempre più a quelli dell'Est, avverte Germano Raniero, della Cub vicentina: «Se l'arretratezza ci accomuna, sarà possibile che i lavoratori si mobilitino tutti insieme?».


22 marzo 2009 - La Repubblica

Un migliaio per il diritto a manifestare, scontri in piazza
Pomeriggio di tensione con slogan, striscioni e manganellate. Il questore: ha prevalso il buon senso
In mille all´assalto della zona rossa alla fine il corteo conquista piazza Verdi
di ALESSANDRO CORI

Bologna - I manifestanti giocano a scacchi con la polizia tutto il pomeriggio e, come dicono loro, "demoliscono l'ordinanza del prefetto" che vieta di fare cortei in centro nel week-end. Presidiano prima il Nettuno, nonostante l'invito della Questura ad abbandonare la piazza, poi bloccano per un paio d'ore via Rizzoli, con le forze dell'ordine che cercano invano di arginarli. Vola anche qualche manganellata. E alla fine, dopo momenti di tensione, cortei improvvisati e una lunga trattativa con le forze dell´ordine il serpentone di contestatori, un migliaio (con in testa le Rdb) raggiunge piazza Verdi e canta vittoria. L´ordinanza prefettizia, frutto della direttiva Maroni, ieri sembra non aver tenuto. «Abbiamo fatto prevalere il buonsenso, l´ordine pubblico è sempre una cosa molto delicata - dice il questore Luigi Merolla - e ci si deve adattare alle circostanze che si creano sul campo. Questo per il bene di tutti. Dei cittadini, degli operatori di polizia e anche dei manifestanti».
Alle 15,30 quando sotto al Nettuno ci sono circa 300 persone, tra cui i rappresentanti di "Bologna città Libera", i ragazzi dei centri sociali e dell´Onda, le forze dell´ordine presidiano tutti gli ingressi. I manifestanti da lì, in corteo, non si possono muovere. Anche se, di fatto, l´accesso alla piazza non è stato impedito e chiunque può entrare e uscire. La Questura intima agli organizzatori di sciogliere il presidio ma senza successo. Massimo Betti, segretario delle Rdb, annuncia: «Proveremo a raggiungere la Prefettura». La gente aumenta, si forma un corteo. I manifestanti girano intorno al Nettuno con polizia, Digos e carabinieri che di volta in volta li bloccano. La tensione sale. Una quindicina di persone, passando dalla Sala Borsa, sbuca alle spalle del cordone di agenti che protegge il lato davanti all´incrocio della "T", gridando «Vi abbiamo circondato, disperdetevi». I contestatori, uno alla volta, lasciano il Nettuno e piombano in via Rizzoli. Il traffico va in tilt. Polizia e carabinieri cercano di contenere i gruppetti che improvvisano cortei. Davanti al negozio della "Tre" la prima fila dei manifestanti prova a raggiungere via Indipendenza e qui partono le manganellate dei carabinieri. Pochi secondi, nessuno si fa male. Il corteo cambia direzione e punta le Due Torri. Valerio Monteventi e Betti trattano con i funzionari della Questura per arrivare in piazza Verdi. Il «si», alla fine, c´è. «Lotteremo finché l´ordinanza non sarà ritirata», dice Monteventi. L´appuntamento è per il prossimo sabato.

Amia, guerra ai volantini
L'Amia denuncerà chi fa volantinaggio in città senza autorizzazione. Ad annunciarlo è il presidente della collegata Amia Essemme, Filippo Cucina, alle prese con uno sciopero a oltranza dei 900 operai addetti allo spazzamento delle strade e allo svuotamento dei cestini. «Abbiamo il dovere di limitare i danni provocati da questa astensione anomala dal lavoro»

Palermo - Una querela contro chi fa volantinaggio in città senza alcuna autorizzazione. La richiesta al prefetto della precettazione dei lavoratori non appena «sarà rilevato nei quartieri il rischio per l´igiene pubblica». La costituzione di una task force con i vigili urbani per avviare controlli contro chi getta i rifiuti in strada. Sono queste le iniziative messe in capo dalla direzione di Amia Essemme per far fronte all´emergenza spazzatura che sta travolgendo la città a causa dello sciopero dei 900 dipendenti che si occupano dello spazzamento delle strade e dello svuotamento dei cestini. «Abbiamo il dovere di limitare i danni provocati da questa astensione anomala dal lavoro», dice il presidente di Amia Essemme, Filippo Cucina. Da sabato scorso i sindacati Rdb e Alba hanno avviato lo stato di agitazione e gli operai scesi in sciopero per chiedere «garanzie sul futuro dell´azienda», messo a rischio dalla crisi finanziaria che colpisce la capogruppo Amia. «Mancano inoltre guanti, tute e palette, i lavoratori vanno in servizio rischiando la loro incolumità», dicono Paolo Di Gaetano dell´Rdb e Maurizio Bongiovanni dell´Alba. Nonostante l´appello del sindaco Diego Cammarata, che ha chiesto agli operai di tornare al lavoro minacciando l´avvio della precettazione, i sindacati non hanno fatto alcun passo indietro. Risultato? Se le strade del centro sono state pulite da operai dell´Amia, in periferia ormai da quasi una settimana si accumulano cartacce, lattine e bottiglie di plastica, con i residenti costretti spesso a spazzare di propria iniziativa i marciapiedi. Da Mondello a Brancaccio, passando per Vergine Maria, Bonagia, Borgo Nuovo o Falsomiele, ormai per tenere pulite le strade i residenti si sono armati di scope e palette. «Ho chiesto all´Amia di aumentare le squadre per la pulizia delle strade - dice Cucina - Questi lavoratori saranno pagati attraverso il fondo per lo straordinario dedicato agli operai di Amia Essemme». Una delle iniziative messe in campo dalla direzione aziendale è anche quella denunciare chi «fa in città volantinaggio abusivo in spregio alle regole che tutelano l´igiene ambientale cittadine e la salute pubblica in generale, contribuendo ad arrecare danno al decoro della città». Il presidente Cucina ha chiesto anche una collaborazione alla Gesip per aumentare la pulizia «di parchi, ville, giardini e aiuole». Inoltre la polizia municipale avvierà attraverso il reparto di Igiene urbana controlli in strada per denunciare chi getta rifiuti ingombranti.(a.fras.)


22 marzo 2009 - L'Espresso

CNR La consulenza è una scienza

La scienza della consulenza. Perché i contratti esterni assegnati dal Consiglio nazionale delle ricerche aumentano a vista d'occhio? Il sindacato Usi-Rdb li ha analizzati, evidenziando un salto impressionante: 167 nel 2006, 638 nel 2007 e 3.250 nello scorso ano. Lo studio dei dati pubblicati sul sito del Cnr mostra altre anomalie: a partire dfalla spesa, passata in un biennio da 1,6 a 25,641 milioni. Significativo il parziale atttribuito alla nuova presidenza di Luciano Maiani: dal 15 marzo 2008, data della sua nomina, sono stati contati 2.581 incarichi esteri con una spesa di 19,7 miloni. G.D.F.


22 marzo 2009 - La Sicilia

Appello della rappresentanza sindacale di Cgil, Cisl e RdB
I vigili del fuoco «chiedono aiuto» «La Provincia ci ripari la caserma»

Agrigento - Per i vigili del fuoco del comando provinciale, la sede di Villaseta non è il massimo della vita. Anzi, la faccenda è diametralmente agli antipodi. Lavorare con accanto i secchi di plastica per raccogliere l’acqua che sgorga dal tetto è uno scandalo che vede i vigili dei sindacati sul piede di guerra contro chi è il padrone della struttura: la Provincia regionale. Calogero Sanzo della Cgil, Mario Aversa della Cisl e Carlo Vitello della Rappresentanza di Base dei vigili del fuoco hanno scritto una lettera al capo del direttivo provinciale, Eugenio D’Orsi invitandolo a recarsi quando vorrà nella caserma. «La nostra è una situazione estremamente precaria - scrivono i sindacalisti - ed è la conseguenza di una lenta e lunga usura che la sede soffre fin dal 1995, data di consegna dei locali. Oggi appare necessario un intervento di ristrutturazione e ammodernamento. E’ paradossale che i vigili del fuoco, preposti al soccorso tecnico e urgente delle persone e delle cose, nonché alla messa in sicurezza degli stabili, utilizzino una sede che non offre più gli standard necessari a garantire un’adeguata serenità al personale, indispensabile al delicato ruolo di operatori del soccorso e di servizio al cittadino». Già nei giorni scorsi, una rappresentanza di tecnici della Provincia si è recata in caserma per fare il punto della situazione. Tanta disponibilità, espressa senza perdere tempo, ma pochi soldi in cassa per intervenire. In sintesi è questa la sintesi del momento. Intanto, continua a piovere in caserma. Ma i vigili del fuoco sono già sul posto.(F.D.M.)


22 marzo 2009 - Il Messaggero

Ausiliari del traffico

NETTUNO - Contatti fra il sindaco di Nettuno, Alessio Chiavetta, e i sindacati Confail e Flaica sul problema degli ausiliari del traffico che rischiano il licenziamento per il mancato rinnovo dell'appalto. Chiavetta afferma di lavorare ad una soluzione e chiede al PdL «di evitare prese di posizione che mettono in imbarazzo i sindacalisti e l'esponente PdL che sta partecipando agli incontri».


21 marzo 2009 - Dire

BOLOGNA. DIRETTIVA MARONI, SCONTRI POLIZIA-MANIFESTANTI
TENSIONE E QUALCHE MANGANELLATA IN PIAZZA NETTUNO

(DIRE) Bologna, 21 mar. - Momenti di tensione e qualche manganellata oggi pomeriggio in pieno centro, a Bologna, per la manifestazione organizzata da sindacati di base e centri sociali contro l'ordinanza della Prefettura e la direttiva Maroni che nel fine settimana vietano presidi e cortei in alcune parti del centro della citta'. Circa 500 persone (300 secondo la Questura) hanno violato il divieto occupando Piazza Del Nettuno, che dal primo pomeriggio era presidiata su ogni lato da un notevole schieramento di Forze dell'ordine. Anche se, di fatto, l'accesso alla piazza non e' stato impedito. Circa tre quarti d'ora dopo le 15 si e' formato un corteo che cercava di uscire da Piazza Del Nettuno dirigendosi verso la "T". Un cordone di Polizia ha bloccato il tentativo e i manifestanti si sono diretti verso via d'Azeglio, bloccati anche in questo caso all'altezza della fontana del Nettuno: prima sul lato destro poi quello sinistro. Gli incidenti si sono verificati quando un gruppetto armato di striscione si e' lanciato piu' rapidamente del solito verso via Indipendenza. Li' la Polizia ha fatto muro con gli scudi, e il parapiglia e' culminato in qualche secondo di manganellate. Momenti piu' ilari in precedenza, quando una quindicina di persone, passando dagli interni di Sala Borsa, erano sbucate alle spalle della polizia nel pieno dell'incrocio della "T" gridando "Vi abbiamo circondato, disperdetevi". Ritornata la calma il grosso dei manifestanti, nel frattempo le presenze erano salite a 2000 secondo i manifestanti (7-800 per la Questura) si e' poi diretta in corteo verso Piazza Verdi. Nelle prime file del corteo il candidato sindaco di Bologna citta' libera Valerio Monteventi, il suo collega a Palazzo D'Accurio Serafino D'Onofrio, il consigliere provinciale Sergio Spina e il candidato alla presidenza della provincia, ex segretario del Prc, Tiziano Loreti. Il segretario del sindacato Rdb Massimo Betti ha promesso che le proteste contro la direttiva Maroni proseguiranno per i prossimi fine settimana.


21 marzo 2009 - Omniroma

ACEA, MOVIMENTI: «ACQUA BENE CHE DEVE RESTARE PUBBLICO»

(OMNIROMA) Roma, 21 mar - No all'ulteriore e definitiva privatizzazione di Acea e chiarire quale saranno il futuro e le strategie dell'azienda. Lo chiedono movimenti e cittadini fra i quali Action, Rdb Energia, Articolo 3 e tanti altri che questa mattina si sono ritrovati nella Sala Gonzaga. I movimenti denunciano come «una serie di operazioni finanziarie hanno portato l'Acea ad avere un surplus di personale e una carenza e un peggioramento dell'erogazione dei servizi». Un altro elemento negativo è il continuo aumento delle tariffe per quanto riguarda Acea, tutte problematiche riscontrate nel settore acqua, «bene primario e pubblico» come ricordano i partecipanti all'assemblea. Ecco perché resta fondamentale che la percentuale di proprietà del Comune deve rimanere del 51% e «non deve diminuire».


21 marzo 2009 - Ansa

TENSIONE A BOLOGNA PER TENTATIVO CORTEO CONTRO DIVIETO

(ANSA) - BOLOGNA, 21 MAR - Tensione pomeridiana nel centro di Bologna per una manifestazione annunciata da giorni proprio contro la direttiva del Ministero dell'Interno, seguita da un'ordinanza prefettizia, che vieta i cortei nel fine settimana in alcune zone delle citta'. Non ci sono stati scontri ma le forze dell'ordine hanno dovuto fronteggiare il tentativo di formare un corteo dalla zona della centralissima piazza Nettuno. Alcuni manifestanti hanno cercato di imboccare via Ugo Bassi e li' c'e' stato un contatto con i carabinieri, ma senza problemi gravi. Poi le forze dell'ordine si sono ritrovate alle spalle quelli che, mischiandosi alle molte persone in centro per lo shopping o la passeggiata, hanno aggirato lo schieramento. La situazione e' stata comunque gestita da una parte e dall'altra senza eccessi e i manifestanti sono poi defluiti, con alcuni striscioni, verso la zona universitaria. ''In migliaia hanno smontato il divieto di manifestare nel centro di Bologna'', ha commentato in serata la Rdb/Cub che aveva promosso l'iniziativa assieme alla lista 'Bologna citta' Libera', a cento lavoratrici e lavoratori che avevano lanciato un appello a ''non chinare la testa'' e a componenti del movimento studentesco e della sinistra. Secondo la Questura, i manifestanti erano circa 300 nel primo pomeriggio e sono poi aumentati fino a 800-900. Anche nei due sabati precedenti in centro c'erano state manifestazioni di protesta.

TLC: COMDATA; LUNEDÌ SCIOPERO NAZIONALE E PRESIDI

(ANSA) - TORINO, 21 MAR - I lavoratori del gruppo Comdata, il call center che occupa più di 3.500 persone con committenti come Vodafone, Telecom e le banche, sciopereranno otto ore, lunedì, contro « il progetto di riduzione dei livelli occupazionali e per il rispetto degli accordi di secondo livello». A Torino è previsto un presidio organizzato dalla Flm Uniti-Cub, dalle 7,30 in via Carlo Alberto 22 e, dalle 10,30, davanti alla sede della Regione Piemonte, in piazza Castello. Altri presidi, ai quali parteciperanno anche i sindacati confederali di categoria, sono previsti ad Asti, Ivrea, la Spezia. Lo sciopero nazionale è stato indetto in tutte le sedi del gruppo (Milano, Torino, Ivrea, Asti, La Spezia, Olbia, Lecce) perchè l'azienda sostiene di non essere in grado di garantire che, come è previsto da accordi sindacali, sia assunta una parte dei 1.000-1.500 giovani attualmente con contratto a termine e perchè non è stato pagato il premio di risultato. La causa sarebbe una contrazione dei ricavi, attribuita in gran parte alla riduzione della commessa Telecom, ma anche l'intenzione della stessa Telecom di aprire un call center a Ivrea per assorbire ex dipendenti Olivetti.


21 marzo 2009 - Liberazione

Ieri manifestazione delle scuole per il tempo pieno
Bologna, sindacati di base in strada contro i divieti
di Benedetta Aledda

Bologna - In 5 mila a Bologna per dire: «No ai tagli. Difendiamo la scuola pubblica». C'era scritto questo, a caratteri cubitali, sullo striscione lungo 200 metri e largo 3 che, visto dall'alto, doveva sembrare proprio un serpentone, specialmente quando è arrivato in piazza Malpighi e ha fatto la curva per tornare indietro. Verso le 17,30 centinaia di mani di genitori, insegnanti e alunni avevano iniziato a srotolarlo sotto le due torri. Poi l'hanno sollevato e gli hanno fatto percorre quel tratto di via Emilia che passa nel cuore della città, prendendo i nomi di via Rizzoli e via Ugo Bassi. All'incrocio con piazza Malpighi, la testa ha fatto retromarcia e, a metà del percorso a ritroso, lo striscione gigante si è infilato in piazza Nettuno, ha raggiunto piazza Maggiore e qui si è disteso per terra, diventando un campo di giochi per i bambini, che ci sono rotolati sopra fino a dopo le 19. Lungo il percorso, ogni tanto, veniva posato a terra, per dare modo alle penne di scriverci un nome o un motto. «Io sono una guerrigliera», ha scritto qualcuna, mentre intorno si fischiava, si lanciavano palloncini, la banda suonava e si scandivano sglogan come «siamo la scuola di qualità ed è per questo che siamo qua». Sono più di 18mila le firme contro il maestro unico e il tempo corto raccolte dall'assemblea genitori e insegnanti delle scuole di Bologna e provincia. Oggi una delegazione, insieme a quelle di tante altre città italiane, le porta a Roma, al ministero della Pubblica istruzione.
Un'altra manifestazione è prevista oggi alle 15,30, sempre sotto la statua del Nettuno, nella piazza che, però, dal sabato pomeriggio alla domenica rientra nella "zona rossa" vietata dal prefetto. In questo caso sono i sindacati di base a dare appuntamento. Rivendicano il diritto a manifestare nelle principali piazze e vie della città. Contestano l'ordinanza entrata in vigore un mese fa applicando «in via sperimentale» la direttiva che il ministro degli Interni emanò dopo le preghiere musulmane nei cortei contro i bombardamenti in Palestina.
RdB, Cobas e Sdl non rinunciano al percorso originario, vietato dalla Questura in base all'ordinanza. Hanno fatto ricorso al Tar in via urgente, ma il tribunale ha respinto la richiesta di sospendere le prescrizioni della Questura per il 21 marzo. Ancora attesa, invece, la pronuncia sulla richiesta di sospendere l'ordinanza del prefetto.
Se la Questura dovesse chiudere preventivamente la piazza, «staremo intorno al cordone e comunicheremo con la citta», ha detto Valerio Monteventi. Il candidato sindaco di Bologna Città Libera, che parteciperà alla manifestazione a titolo personale, e che è già stato denunciato, insieme ad altre 4 persone, per aver manifestato in piazza Maggiore l'8 marzo.
In città si sta formando un collegio di difesa gratuito per assistere chi dovesse essere denunciato per infrazioni alla direttiva Maroni.

Target, nel decimo anniversario dei bombardamenti Nato in Jugoslavia

Oggi e domani a Vicenza , nella Sala della Circoscrizione IV in via Turra 70 (al Parco Città) "Target", il meeting internazionale nel X anniversario dei bombardamenti della Nato sulla Repubblica federale di Jugoslavia a cura di Coordinamento nazionale per la Jugoslavia onlus, Rdb-Cub, Rete nazionale Disarmiamoli, Forum Belgrado Italia e Rete Semprecontrolaguerra. Oggi alle 14.45 con Andrea Martocchia di Cnj, il giornalista Juergen Elsaesser, Andrea Catone, la saggista Diana Johnstone autrice de "La crociata dei pazzi", Luciano Vasapollo di Cestes Proteo, Manlio Dinucci, Cinzia Della Porta, Roberto Luchetti di Disarmiamoli, Alberto Tarozzi dell'Università del Molise, il medico epidemiologo Valerio Gennaro, il magistrato Domenico Gallo e Enrico Vigna del Forum di Belgrado Italia discutiamo di "Propaganda di guerra" (tra disinformazione deriva politico culturale), "Le nuove crociate" (crisi economica e politiche militari), "Ecocidio" (gli effetti della guerra). E poi documentazione video e alle 20.30 cena di finanziamento e serata musicale con i Giovani strumentisti Milenkovich, l'Orchestra serba di Vicenza e NeMaProbleMa. Domani alle 9.30 "Rovesciare il Target è possibile?" Il movimento contro la guerra, le basi militari e la Nato. La solidarietà e la condizione dei lavoratori in Italia, nei Balcani e in Europa . Con Germano Raniero di Rdb-Cub, Zoran Mihailovic presidente del Samostalni Sindikat, Zastava Auto, Kragujevac, e vice-presidente del settore metalmeccanici Samostalni Sindikat della Serbia, Nereo Turati di Rdb-Cub Migranti, Giorgio Cremaschi di Fiom Cgil, Vlaic, Alessandro Di Meo di Un Ponte per..., Riccardo Pilato dell'associazione Zastava, Raija Veljovic, la scrittrice Slobodanka Ciric, Nella Ginatempo di Semprecontrolaguerra, Vladimir Kapuralin del Partito socialista operaio della Croazia, Paolo Consolaro e Walter Lorenzi di Disarmiamoli. Infine, dibattito dalle 12.30 alle 14.30. Info: www.disarmiamoli.org.


21 marzo 2009 - Corriere di Siena

Caserma dei vigili del fuoco. La vicenda finisce in procura
I sindacati dei pompieri hanno presentato un esposto al magistrato

SIENA - L’annosa vicenda relativa al completamento della nuova caserma dei vigili del fuoco a Ruffolo finisce per diventare materia di indagine da parte della procura della repubblica. Dopo dodici anni di attesa infatti i sindacati dei vigili del fuoco, Cgil, Cisl, Uil e Rdb, hanno deciso di interessare la magistratura di un percorso di edificazione che nasconderebbe qualcosa, a detta dei denuncianti. L’esposto è giustificato - sostengono i sindacati dei pompieri - dal disagio che il personale subisce all’interno della vecchia caserma di viale Cavour non più idonea al servizio, ma anche i cittadini e gli utenti sono penalizzati da questo vergognoso ritardo che mortifica e penalizza il servizio di soccorso, per tanti motivi, a comiunciare dalla funzionalità delle macchine che non hanno un ricovero adeguato. Oltre alla situazione contingente che reca danno a tutta la comunità, i sindacati dei vigili del fuoco sospettano che in questi dodici anni di ritardo possano ravvisarsi delle responsabilità o comunque dei passaggi di tipo istituzionale-burocratico poco corretti e per questo girano la domanda alla magistratura. Sarà dunque la procura a stabilire e accertare se l’iter seguito per i lavori fino ad oggi sia stato corretto oppure se le cose non sono andate come avrebbero dovuto.


21 marzo 2009 - Corriere del Mezzogiorno

L'incontro «Abbiamo sentito solo parole»
Le associazioni di immigrati criticano il sindaco «Così rischi di razzismo»

BARI — «I politici, primo tra tutti il sindaco Michele Emiliano, con le loro affermazioni non fanno altro che aumentare il clima di discriminazione e di razzismo nei confronti degli immigrati». Chouaib Chtiwi è uno dei rappresentanti dello sportello immigrati della Rdb Cub.
Ieri ha partecipato insieme ad altri delegati di associazioni del territorio alla riunione convocata dall'assessore all'Accoglienza Pasquale Martino per comunicare le decisioni del prefetto Carlo Schilardi.
«Questo non è un problema di ordine pubblico - prosegue Chouaib - non si può risolvere con decisioni prese dalle forze dell'ordine. E' una questione sociale e devono essere contattate le associazioni che ogni giorno sono a contatto con gli immigrati. In questa maniera invece non si fa altro che contribuire alla creazione di una Lega Sud a Bari».
Chouaib non nasconde la sua delusione per l'incontro di ieri pomeriggio. «Solo parole - conclude - ma non abbiamo visto nessun fatto. Abbiamo bisogno che si contrasti questo atteggiamento di discriminazione che sta diventando sempre più grande ». Dello stesso parere anche Tesfai Zenariam, responsabile del dipartimento immigrazione della Cgil. «Questi argomenti - aggiunge - sono delicati e vanno affrontati con attenzione. I politici devono lavorare più con i fatti che con le parole». Ieri l'assessore Martino ha annunciato l'avvio di una campagna di comunicazione per sensibilizzare i cittadini ai temi dell'accoglienza e dell'inclusione sociale. «L'incontro è stato importante anche per chiarire la questione dei patrocini gratuiti - continua Martino - abbiamo invitato infatti un rappresentante dell'ordine degli avvocati che ha spiegato come funziona l'intero sistema. Anche se io reputo scandaloso e inaccettabile il fatto che un immigrato, debole e che non ha la conoscenza della lingua, debba versare degli euro per il minimo delle spese legali».


21 marzo 2009 - Il Giornale di Vicenza

OGGI E DOMANI
Un convegno sulla guerra nei territori ex Jugoslavia

Vicenza - Un convegno contro le armi per ricordare i bombardamenti Nato in ex Jugoslavia di 10 anni fa. Si terrà oggi e domani nella sala della circoscrizione 4, in via Turra, il meeting internazionale "Target", organizzato da Rete Disarmiamoli, Rdb-Cub, Coordinamento nazionale per la Jugoslavia (Cnj), Forum di Belgrado Italia e Rete Semprecontrolaguerra. Una due-giorni di discussione, presentata ieri da Paolo Consolaro di "Disarmiamoli" e Germano Raniero, di Rdb-Cub.
«Il Cnj - spiega il primo - ci ha chiesto di organizzare questo incontro, visto che Vicenza è una città simbolo, dalla quale all’epoca partirono i militari per le missioni definite di pace, che per noi sono di occupazione militare, e dove adesso si vuole costruire un’altra base militare con compiti simili. L’intervento militare in Jugoslavia è stato finalizzato allo smembramento di uno Stato multinazionale. Quel dramma non è stato causato da tensioni interne, che potevano essere gestite, ma dall’intervento delle potenze imperialiste, Russia inclusa, interessate alla spartizione territoriale e del potere. Noi abbiamo accettato, perché siamo contro gli armamenti, le guerre e la Nato».
Il meeting inizierà oggi alle 14.45, con tre sessioni dedicate a "propaganda di guerra", a "nuove crociate: crisi economica e politiche militari", e a "ecocidio, gli effetti della guerra", alle quali parteciperanno, tra gli altri, Andrea Martocchia, segretario nazionale del Cnj, Giulietto Chiesa, e Mario Dinucci, giornalista del Manifesto e esperto in armamenti e basi Usa in Italia. Alle 20.30 cena, alcuni momenti musicali a tema e l’atto scenico tratto da "Target-Belgrado 1999" di e con Mario Mantilli.
Domani, dalle 9.30 alle 12.30 si discuterà su "Rovesciare il target è possibile? Il movimento contro la guerra, le basi militari e la Nato", con, tra gli altri, Raniero, Consolaro, Giorgio Cremaschi, segretario nazionale Fiom, e sindacalisti dei Paesi dell’ex Jugoslavia.(M.E.B.)


21 marzo 2009 - La Repubblica

Il presidente della collegata Essemme scrive al prefetto.
Task force per vigilare su chi butta l´immondizia
L´Amia dichiara guerra al volantinaggio "Denuncia per chi è senza autorizzazione"

Palermo - Una querela contro chi fa volantinaggio in città senza alcuna autorizzazione. La richiesta al prefetto della precettazione dei lavoratori non appena «sarà rilevato nei quartieri il rischio per l´igiene pubblica». La costituzione di una task force con i vigili urbani per avviare controlli contro chi getta i rifiuti in strada. Sono queste le iniziative messe in capo dalla direzione di Amia Essemme per far fronte all´emergenza spazzatura che sta travolgendo la città a causa dello sciopero dei 900 dipendenti che si occupano dello spazzamento delle strade e dello svuotamento dei cestini. «Abbiamo il dovere di limitare i danni provocati da questa astensione anomala dal lavoro», dice il presidente di Amia Essemme, Filippo Cucina.
Da sabato scorso i sindacati Rdb e Alba hanno avviato lo stato di agitazione e gli operai scesi in sciopero per chiedere «garanzie sul futuro dell´azienda», messo a rischio dalla crisi finanziaria che colpisce la capogruppo Amia. «Mancano inoltre guanti, tute e palette, i lavoratori vanno in servizio rischiando la loro incolumità», dicono Paolo Di Gaetano dell´Rdb e Maurizio Bongiovanni dell´Alba. Nonostante l´appello del sindaco Diego Cammarata, che ha chiesto agli operai di tornare al lavoro minacciando l´avvio della precettazione, i sindacati non hanno fatto alcun passo indietro. Risultato? Se le strade del centro sono state pulite da operai dell´Amia, in periferia ormai da quasi una settimana si accumulano cartacce, lattine e bottiglie di plastica, con i residenti costretti spesso a spazzare di propria iniziativa i marciapiedi. Da Mondello a Brancaccio, passando per Vergine Maria, Bonagia, Borgo Nuovo o Falsomiele, ormai per tenere pulite le strade i residenti si sono armati di scope e palette. «Ho chiesto all´Amia di aumentare le squadre per la pulizia delle strade - dice Cucina - Questi lavoratori saranno pagati attraverso il fondo per lo straordinario dedicato agli operai di Amia Essemme». Una delle iniziative messe in campo dalla direzione aziendale è anche quella denunciare chi «fa in città volantinaggio abusivo in spregio alle regole che tutelano l´igiene ambientale cittadine e la salute pubblica in generale, contribuendo ad arrecare danno al decoro della città».
Il presidente Cucina ha chiesto anche una collaborazione alla Gesip per aumentare la pulizia «di parchi, ville, giardini e aiuole». Inoltre la polizia municipale avvierà attraverso il reparto di Igiene urbana controlli in strada per denunciare chi getta rifiuti ingombranti.(a.fras.)


21 marzo 2009 - Il Messaggero Veneto

«Il pestaggio al gay non è stato isolato»
Ieri il presidio di associazioni, studenti e immigrati in piazzetta Cavour
di Martina Milia

Pordenone - Hanno sfidato il freddo per far sentire la loro voce contro l’odio e l’intolleranza. Per non far calare il silenzio su un episodio che è solo un campanello d’allarme. I ragazzi del collettivo studentesco "Aut", il coordinamento donne, l’associazione immigrati, il circolo Zapata, Iniziativa Libertaria, Cobas scuola, Rdb – Cub, Comitato per il 25 aprile e Giovani Comunisti, l’associazione Arcigay e lesbiche di Udine, sono scesi in piazzetta Cavour per esprimere solidarietà al ragazzo disabile e omosessuale aggredito a fine gennaio in pieno centro a Pordenone. L’episodio «non può essere considerato disgiunto – hanno scritto i promotori in un volantino unitario consegnato ai passanti – da altre aggressioni che da anni avvengono a Pordenone, per la stessa matrice culturale che le sostiene».
I manifestanti hanno citato l’aggressione a tre marocchini avvenuta in un autogrill di Bolzano – per cui sono stati indagati e prosciolti tre naziskin di Pordenone – e il pesaggio di tre ragazzi dopo una festa al Parareit di Cordenons. «Aggressioni ripetute e continue mai denunciate per paura o sfiducia nei confronti della magistratura. Negli ultimi due anni – si legge nel volantino – tra Pordenone e Udine queste aggressioni razziste e politiche si sono moltiplicate». Tutto questo secondo le associazioni è più pericoloso in tempo di crisi, «ma sappiamo altrettanto bene come questo avvenga se c’è un retroterra comune che canalizza questo disagio contro qualcuno: immigrati, gay, alternativi, barboni e "diversi" in genere».
I ragazzi del collettivo "Aut" hanno quindi letto un volantino – dal titolo "Silenzio assenso? Non ci stiamo" - che ieri mattina hanno distribuito all’uscita delle scuole chiedendo ai ragazzi di partecipare al sit-in per dimostrare «lo schifo provato di fronte a questo tipo di notizie, a questo tipo di idee». Da parte del movimento gay e lesbiche è arrivato l’invito a denunciare casi di violenza e discriminazione, ad agire con coraggio perché «tutelare i diritti degli omosessuali significa tutelare i diritti di tutti, per poter vivere in una società più umana». Il presidio di ieri pomeriggio «è stato un primo segnale – hanno detto gli organizzatori –, organizzato in fretta, ma con l’idea che episodi come questi non possano essere commentati solo da amministrazione comunale e polizia».


21 marzo 2009 - Il Cittadino

Numerosi gli operai al presidio: «Tutti uniti per salvare il posto»

Sempre più agguerriti e sempre più rumorosi. Impossibile non sentire la protesta dei lavoratori e delle lavoratrici Unilever, che per l’ennesima volta si sono dati appuntamento sotto agli uffici di Assolodi. Qualche piano più su, sindacalisti e delegati si trovavano al tavolo con l’azienda per cercare di portare avanti una difficile trattativa. «Tutti uniti per lottare e salvare il nostro posto di lavoro», grida un giovane all’altoparlante, a pochi passi di distanza campeggia l’ormai storico striscione bianco con la scritta "No ai licenziamenti". Nei paraggi, per sorvegliare la manifestazione, ecco i carabinieri e gli agenti della questura.Tra tamburi e fischietti tutti hanno dato il loro contributo, questa volta c’era persino una chitarra, mentre la volta scorsa un violino. Come al solito, i più scatenati avevano i tappi nelle orecchie. Il "nocciolo duro" della protesta è partito con l’intenzione di fermarsi fino alla fine dell’incontro fra sindacati e azienda, nella speranza di ricevere notizie positive il più presto possibile: «Non sappiamo se sarà quello risolutivo - dice un lavoratore -, forse l’azienda la tirerà fino alla fine. La cosa per noi più importante è il salvataggio dei posti di lavoro». A rischio, infatti, ci sono 209 persone.«Speriamo che si riesca a entrare nel concreto dei numeri - aggiunge un collega -, vogliamo delle garanzie sugli investimenti che Unilever metterà in campo a Casale. È possibile che tutto si giochi nel prossimo incontro, settimana prossima». Tra i partecipanti al picchetto c’è anche Vittorio Susani, segretario Cub che lavora da 21 anni nella multinazionale: «È vero che siamo una minoranza all’interno della fabbrica - dice -, in ogni caso noi siamo per l’occupazione della fabbrica e dei cancelli, per fermare la merce. Se vogliamo risolvere qualcosa, ci vuole la lotta dura, una linea che invece è stata un po’ spenta da alcuni sindacalisti. Se si aspettano le istituzioni, non si va da nessuna parte».I lavoratori, insieme ai rappresentanti sindacali, in questi giorni si sono confrontati più volte all’interno dell’azienda. Un confronto per decidere quale strada seguire, sia nel corso della trattativa sia per quanto riguarda le iniziative da intraprendere sul territorio: è prevalsa una linea diversa. I delegati hanno intenzione di appendere il loro striscione fuori dai comuni più grandi del Lodigiano (Casale, Codogno e Lodi) e fuori dalla provincia, per questo stanno prendendo contatto con le diverse amministrazioni.(Gr.Bo.)


21 marzo 2009 - Cronaca Qui

Il sindacato impegnato nel dibattito congressuale lancia nuove proposte
per far fronte ad una vera e propria emergenza
Oltre duemila cassaintegrati nell'Altomilanese: l'allarme della Cisl

CORBETTA - E' una situazione davvero allarmante quella che si è creata da un po' di tempo a questa parte nel mondo del lavoro nell'Altomilanese e nel Magentino. Sono infatti oltre duemila i cassainegrati e, nei soli mesi di gennaio e febbraio, si è aperta la procedura di mobilità per ben 530 persone. E di queste, ben 365 non possono disporre di un'indennità economica, poichè provenienti da piccole imprese con meno di 15 dipendenti. Il tema ha tenuto banco nel dibattito congressuale conclusosi ieri all'Hotel Diamante di Corbetta dall'Ust Cisl Legnano-Magenta . "Purtroppo anche nel nostro territorio - ha sottolineato il segretario generale Giuseppe Oliva - si sta delineando una situazione sempre più pesante con un numero di aziende in difficoltà davvero rilevante". Solo per citare qualche nome la Novaceta di Magenta, gli ultimi casi di aziende manifatturiere del Castanese, la Bruno Romeo sempre a Magenta per la quale è stata aperta la procedura di concordato preventivo. Ma anche situazioni in cui lavoratrici assunte da una cooperativa sono a casa da tre mesi. E' quanto sta accadendo nel polo logistico della Lindt di Magenta dove nei prossimi giorni i Cub (Confederazione Unitaria di Base) organizzeranno un presidio. Il segretario Oliva apprezza i provvedimenti adottati in queste ultime settimane da alcuni istituti bancari, in particolare la disponibilità della BCC di Busto Garolfo e Buguggiate di coprire la cassa integrazione per 400 lavoratori al mese di aziende medio piccole del territorio e l'accordo Abi (Associazione Bancaria italiana) sugli anticipi di cassa. Ma ha colto l'occasione per avanzare una serie di proposte: "Una di queste potrebbe essere di rivedere le fasce Isee non sulla base della situazione delle famiglie relativa al 2008, bensì sulla scorta del quadro economico attuale". Altra idea, secondo Oliva, riguarda la moratoria dei mutui: "Ottenere dalle banche la sospensione dei pagamenti a carico dei lavoratori che sono stati messi in cassa integrazione in questo periodo - spiega -. E' un'esperienza che ha già trovato concretezza nel Comasco e che dovrebbe essere attuata anche nel Bresciano". Insomma, secondo la Cisl il problema si deve affrontare con provvedimenti decisi e non con "spot di facciata". Assumendo provvedimenti in grado di mantenere la vocazione produttiva del territorio, tenendo conto delle sue peculiarità. Puntando sull'elettromecanica e sul manifatturiero per quanto riguarda l'area dell'Altomilanese e promovendo il filone agricolo alimentare per tutta la zona del Magentino-Abbiatense.


21 marzo 2009 - Il Resto del Carlino

GONGOLANO. «Che spettacolo»...

GONGOLANO - «Che spettacolo». I rappresentanti dell'Assemblea genitori e insegnanti delle scuole di Bologna e provincia commentano la manifestazione di ieri pomeriggio, che ha portato per le strade del centro storico secondo la loro stima oltre 5.000 persone. Dopo la lunga maratona per via Rizzoli, Ugo Bassi, piazza Malpighi e ritorno, il gigantesco striscione (lungo 200 metri), sorretto da migliaia di mani, giunto in piazza Maggiore, è diventato una pista di corsa dove bambini e ragazzi si sono sfidati in gare di velocità. Il percorso dell'Assemblea genitori e insegnanti, però, non si ferma. Oggi infatti una mamma ed un insegnante porteranno a Roma le schede integrative di iscrizione o riconferma che in queste settimane sono state raccolte in tutte le scuole della regione. Solo a Bologna e provincia ne sono state compilate 23.000 (su 38.000 iscritti totali). La settimana prossima una delegazione bolognese porterà la copie delle iscrizioni integrative anche all'Ufficio scolastico regionale dell'Emilia-Romagna. «Dietro la raccolta di quelle firme c'è il lavoro di almeno 1.000 mamme e papà, non sono state raccolte davanti ad un supermercato, ma classe per classe», spiega l'insegnante Mirco Pieralisi, portavoce dell'Assemblea. In piazza con genitori, docenti, alunni e artisti anche due presidi, Stefano Mari delle XXI Aprile e Daniela Turci delle Fortuzzi. Tra i politici c'erano i componenti della lista "Bologna città libera", con il candidato sindaco Valerio Monteventi, Roberto Panzacchi e Serafino D'Onofrio, la candidata sindaco per la lista "Altra città", Giuseppina Tedde, il capogruppo del Prc a Palazzo d'Accursio, Roberto Sconciaforni, e gli ex Prc Tiziano Loreti, candidato alla presidenza della Provincia, Lorenzo Grandi e Sergio Spina. Per il Pd erano presenti il segretario provinciale, Andrea De Maria, e i consiglieri Sergio Lo Giudice e Giovanni Mazzanti. In piazza con i manifestanti anche Sandra Soster, segretario generale Flc Cgil Bologna e Francesco Bonfini, della Cub Scuola, l'assessore all'Istruzione di Palazzo Malvezzi, Paolo Rebaudengo, e le parlamentari del Pd Sandra Zampa e Donata Lenzi. Duro il deputato Fabio Garagnani (Pdl) che preannuncia una interrogazione parlamentare protestando contro quella che definisce una «ignobile strumentalizzazione di bambini usati per fini politici nelle strade di bologna per protestare contro una riforma legittimamente votata».


20 marzo 2009 - Adnkronos

RICERCA: USI RDB, 100 GIORNI DI LOTTA
PER 4 MILA CERVELLI A RISCHIO LICENZIAMENTI
800 PRECARI SOLO ALL'ISS, EVITARE CHE SI ABBATTA SCURE PROVVEDIMENTI BRUNETTA
OGGI PRECARI ISS ACCOLTI DA DELEGAZIONE FAZIO PER PRESENTARE LE LORO PROPOSTE

Roma, 20 mar. (Adnkronos/Adnkronos Salute) - Cento giorni di lotta per salvare circa 4 mila ricercatori italiani dalla «scure avviata dai provvedimenti presentati dal ministro della Pubblica amministrazione e innovazione, Renato Brunetta». Tanti sono i giorni che mancano all'attuazione dei provvedimenti, che «cadranno sui diritti di migliaia di precari degli enti di ricerca, vanificando anni di lotte e i diritti che ne sono derivati». Ad avviare il count-down, promettendo battaglia nei prossimi tre mesi, è il Sindacato nazionale lavoratori della ricerca dell'Unione sindacale italiana (Usi) affiliato alle Rappresentanze sindacali di base (Rdb). Già oggi si è svolta una prima protesta, con 200 precari dell'Istituto superiore di sanità che hanno manifestato davanti alla sede dell'ex ministero della Salute, fino a quando una delegazione non è stata accolta dal sottosegretario al Welfare, Ferruccio Fazio. «Se le norme fossero applicate correttamente - ricorda una nota del sindacato - solo a Roma si determinerebbero circa 4.000 licenziamenti: più di 800 all'Istituto superiore di sanità (Iss), 250 all'Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori (Isfol), 150 all'Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione (Inran) e all'Istituto nazionale di economia agraria (Inea), 300 al Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (Cra), 400 all'Ente per le nuove tecnologie, l'energia e l'ambiente (Enea), 500 all'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), 500 all'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), circa 1.000 tra Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) e Istituto nazionale di astrofisica (Inaf)». Del problema ha preso atto anche l'assessorato al lavoro del Comune di Roma, che ha concordato con l'Usi-Rdb ricerca di attivare la sede conciliativa per eventuali licenziamenti, già avvenuti all'Ispra e al Cra. «Non lasceremo trascorrere questi cento giorni nell'indifferenza - annuncia Claudio Argentini, della segreteria nazionale Usi-Rdb ricerca - ma lanciamo una serie di iniziative di lotta per denunciare il depauperamento della ricerca pubblica italiana, attuato anche attraverso la mancata assunzione di un'intera generazione di ricercatori e tecnici di altissimo livello».Oggi si è svolta la prima iniziativa, con 200 precari dell'Iss che hanno manifestato davanti all'ex ministero della Salute, ottenendo un incontro con una delegazione inviata dal sottosegretario al Welfare, Ferruccio Fazio. «Ne è scaturito un impegno a livello ministeriale - spiega Argentini - per studiare una norma che permetta il completamento delle stabilizzazioni e per valutare un incremento dei fondi destinati al personale. Incremento che permetterebbe l'emersione di tutte quelle forme contrattuali molto vicine al lavoro nero, le quali per tanti anni hanno nascosto l'esistenza dei precari». La proposta del sindacato, assicura Argentini, «è semplice: chiediamo investimenti per allargare le piante organiche degli enti e avviarci verso numeri di assunti paragonabili a quella dei Paesi europei, che sono circa 3 volte quelli italiani. Chiediamo che sparisca il lavoro nero rappresentato da falsi contratti di collaborazione e assegni di ricerca, e che tutti i lavoratori siano avviati all'assunzione a tempo indeterminato, senza utilizzare strumenti clientelari come i concorsi ma verificando l'attività svolta, un metodo sicuramente più certo per assicurare all'Italia un futuro di sviluppo». «Le nostre lotte convergono con quelle del sindacalismo di base - conclude il sindacalista - e parteciperemo alla manifestazione nazionale del 28 marzo a Roma, perchè la ricerca pubblica e i suoi lavoratori la crisi non la vogliono pagare».


20 marzo 2009 - Dire

BOLOGNA. APPUNTAMENTI DI SABATO 21 MARZO

(DIRE) Bologna, 20 mar. - Questi gli appuntamenti a Bologna e Provincia:...
15.30- Bologna (P.zza Nettuno)- Giornata di mobilitazione contro il divieto di manifestazione nel centro di Bologna promossa da Bologna Citta' Libera con Cobas e Rdb-Cub.


20 marzo 2009 - Apcom

Ricerca/ Usi Rdb: "Cento giorni di lotta per salvare i cervelli"
"Da Brunetta". Sindacati di base: 'Solo a Roma 4mila licenziati'

Milano, 20 mar. (Apcom) - L'Usi Rdb lancia lo sprint: cento giorni di lotta per "salvare i cervelli" della ricerca dalla scure Brunetta. "Tra cento giorni la mannaia dei provvedimenti presentati dal ministro Brunetta cadrà sui diritti di migliaia di precari degli enti di ricerca, vanificando anni di lotte ed i diritti che ne sono derivati" denunciano le Rappresentanze sindacali di base pubblico impiego della Confederazione unitaria di base, spiegando che "solo a Roma, se le norme fossero applicate correttamente, si determinerebbero circa 4mila licenziamenti: più di 800 all'Iss, 250 all'Isfol, 150 all'Inran e all'Inea, 300 al Cra, 400 all'Enea, 500 all'Ispra, 500 all'Ingv, circa mille tra Cnr, Infn e Inaf". "Di questo problema ha preso atto anche l'assessorato al Lavoro del Comune di Roma - prosegue la nota sindacale - che ha concordato con Usi Rdb di attivare la sede conciliativa per eventuali licenziamenti, già avvenuti all'Ispra e al Cra". "Non lasceremo trascorrere questi cento giorni nell'indifferenza ma lanciamo una serie di iniziative di lotta per denunciare il depauperamento della ricerca pubblica italiana, attuato anche attraverso la mancata assunzione di un'intera generazione di ricercatori e tecnici di altissimo livello" annuncia Claudio Argentini della Segreteria nazionale Usi-Rdb Ricerca, comunicando che "oggi si è svolta la prima iniziativa significativa, con 200 precari dell'Istituto superiore di sanità che hanno manifestato davanti all'ex Ministero della Salute ottenendo un incontro con una delegazione inviata dal Sottosegretario Fazio". "Ne è scaturito un impegno a livello ministeriale per studiare una norma che permetta il completamento delle stabilizzazioni - continua Argentini - e per valutare un incremento dei fondi destinati al personale. Incremento che permetterebbe l'emersione di tutte quelle forme contrattuali molto vicine al lavoro nero, le quali per tanti anni hanno nascosto l'esistenza dei precari". Le proposte dell'Usi-Rdb Ricerca sono due "investimenti per allargare le piante organiche degli enti (e avviarci verso numeri di assunti paragonabili a quella dei paesi europei, che sono circa tre volte quelli italiani)" e l'eliminazione "del lavoro nero rappresentato da falsi contratti di collaborazione e assegni di ricerca" con la conseguente "assunzione a tempo indeterminato verificando l'attività svolta" dai ricercatori. "Le nostre lotte convergono con quelle del sindacalismo di base - conclude Argentini - e parteciperemo alla manifestazione nazionale del 28 marzo a Roma, perché la ricerca pubblica e i suoi lavoratori la crisi non la vogliono pagare".


20 marzo 2009 - Ansa

AGGREDITO DISABILE GAY: MANIFESTAZIONE A PORDENONE

(ANSA) - PORDENONE, 20 MAR - Contrastare la politica dell'odio e dell'intolleranza in ogni piccolo gesto della quotidianità: è la richiesta al centro della manifestazione che si è svolta in serata, a Pordenone, come forma di solidarietà al disabile-gay aggredito alcune settimane fa. Secondo i manifestanti (una cinquantina, secondo le forze dell'ordine) quello accaduto al trentenne invalido e semi cieco non è l'unico episodio recente, ma nelle vittime prevale ancora la paura di denunciare gli aggressori. Alla manifestazione hanno partecipato i rappresentanti di Coordinamento donne, Associazione Immigrati, Arcigay, Iniziativa Libertaria, Circolo Zapata, Collettivo studentesco Aut, Cobas Scuola Rdb e Cub, Comitato per il 25 aprile e Giovani comunisti.


20 marzo 2009 - Ami

LA MANIFESTAZIONE IN PROGRAMMA DAVANTI ALL'EX MINISTERO DELLA SALUTE
Sanità, precari in piazza a Roma
I lavoratori dell'Istituto superiore di sanità manifestano contro la norma ammazza-precari
di alessio aymone

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Roma - I lavoratori precari dell'Istituto superiore di sanità si sono dati appuntamento questa mattina a Roma davanti all'ex ministero della salute per dire no ad anni di lavoro precario e contestare gli effetti della norma ammazza-precari del ministro Brunetta. Argentini, della segreteria nazionale Usi-Rdb Ricerca: «Portiamo in piazza il danno che i cittadini avranno se le centinaia di precari dell'Istituto saranno cacciati». Vogliono dire basta ad anni di lavoro precario, resi oggi ancora più instabili dai provvedimenti del ministro per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta. Per questa ragione i lavoratori precari dell’Istituto superiore di sanità (Iss) manifesteranno questa mattina alle 10.30 a Roma davanti all’ex ministero della Salute. L’annuncio era stato dato ieri da Claudio Argentini, della segreteria nazionale Usi-Rdb Ricerca, che ha voluto far coincidere la protesta con una data simbolica: il 20 marzo «mancheranno infatti 100 giorni al 30 giugno 2009, data a partire dalla quale, secondo le norme delineate dal ministro Brunetta nel provvedimento ammazza-precari attualmente in Senato, saranno licenziati i precari del pubblico impiego e perderanno i diritti alle stabilizzazioni ottenuti con le mobilitazioni dei lavoratori». Argentini mette sul tavolo le cifre: l’Istituto superiore di sanità conta al momento 800 precari, fra cui 200 a tempo determinato in stabilizzazione, 150 a tempo determinato non in stabilizzazione, 250 con contratti a progetto e altri 200 circa con varie forme contrattuali pagate da enti esterni. La norma ammazza-precari voluta dal ministro della Funzione pubblica assesterebbe loro un duro colpo. «A bloccarsi – spiega Argentini – saranno attività che direttamente coinvolgono in Paese, come i controlli su vaccini e farmaci, sugli alimenti, sull’ambiente, sui presidi medico-sanitari. E ancora, gli albi su malattie rare e genetiche, la sorveglianza sulle malattie infettive, su quelle cardiovascolari, sulla tossicodipendenza. Colpita anche la ricerca pubblica sanitaria in generale, come quella sulle cellule staminali o sulla farmaco resistenza, o ambientale». Per evitare questa prospettiva negativa i lavoratori precari chiedono al governo azioni precise e interventi di sostegno: «Un investimento sul futuro per assumere a tempo indeterminato chi è in stabilizzazione e un ulteriore fondo di 5 milioni di euro per convertire a tempo determinato gli attuali Co.co.co.». La manifestazione di oggi è dunque anche l’occasione per chiedere che «il ministro e i sottosegretari diano le risposte utili al Paese».


20 marzo 2009 - Namir.it

Intervista a G.Greggi RdB CUB Pubblico Impiego
sulla ControRiforma "Brunetta" della P.A.
Clicca qui
(Mp3, 25 minuti, 17 Mb)


20 marzo 2009 - Left

Difesa spa, che business
Edifici di valore storico, depositi e terreni del ministero in bella mostra al Mipim di Cannes. Il motivo? La Russa batte cassa per coprire il buco dovuto ai tagli del collega Tremonti
di Manuele Bonaccorsi

Che ci fa un rude uomo d’armi come Ignazio La Russa nella suadente Cannes? Tranquilli, il sorridente ministro della Difesa non ha sfilato alla Croisette e il cinema non c’entra nulla. È solo una questione di affari, una partita da qualche miliardo di euro che potrà servire a rimpinguare le casse del ministero, impoverite dai tagli di Tremonti per 831,1 milioni di euro, il 4 per cento dell’intero bilancio. Per coprire il buco La Russa dismette la mimetica e indossa i panni dell’uomo d’affari, aprendo uno stand, affidato al sottosegretario forzitaliota Guido Crosetto, al più grande salone internazionale del real estate, il Mipim di Cannes in programma dal 16 al 19 marzo. Qui il governo italiano ha messo in mostra mille immobili, ex caserme e depositi dal grande valore architettonico. Tra cui, per citare solo il più famoso, l’Arsenale di Venezia. Parola d’ordine: vendere, o quanto meno affittare, ai privati. Per farlo, senza dover chiedere permesso a colleghi ministri guastafeste, La Russa sta preparando la costituzione di una società privata, la Servizi difesa spa. Che farà da agente immobiliare e da general contractor per armi e approvvigionamenti dell’esercito, superando intoppi burocratici e intromissioni mal sopportate: un giro d’affari che il sindacato Rdb-Cub quantifica in 4-5 miliardi l’anno. Non solo: la nascente Servizi difesa spa, nel prossimo futuro potrà anche «affidare in concessione o in locazione», infrastrutture utili a «installare impianti energetici», come prevede il ddl 1195 in discussione al Senato. Quello, per intenderci, il cui articolo 15 è titolato: "Energia nucleare".
Il ddl 1373 per ora è in sosta al Senato. Lo ha presentato lo stesso ministro La Russa, insieme ai colleghi Tremonti e Scajola. Quando la legge sarà approvata, si prevede entro l’estate, il dicastero potrà creare una nuova società per azioni sotto il suo totale controllo, i cui manager saranno di stretta nomina ministeriale, che avrà il compito di provvedere alle esigenze di approvvigionamento dell’esercito e di mettere a profitto l’immenso patrimonio della Difesa, il cui valore stimato è di 4 miliardi di euro: un vero e proprio "centro di committenza", un grande contractor che, sul modello dell’esercito americano, gestirà in totale autonomia i rapporti con l’industria delle armi e dei servizi legati all’esercito. «Si tratta di un preciso progetto di privatizzazione dell’intero reparto della Difesa», accusa Massimo Solferini, sindacalista dell’Rdb-Cub e dipendente del ministero. «Secondo la legge, il ministero potrà cedere alla spa anche tutto il suo personale civile, si tratta di circa 30mila dipendenti, che passerebbero da un contratto di tipo pubblico a uno privato. Non solo, mentre oggi il dicastero agisce con criteri trasparenti, ha le sue direzioni generali che indicono appalti secondo precise regole, domani tutte le commesse saranno gestite dalla nuova spa. Un accentramento di funzioni che a nostro parere rappresenta una sottrazione di democrazia», spiega Solferini.
Ma la partita più succosa è quella immobiliare. Anche il governo Prodi aveva provato a far cassa con caserme e terreni della Difesa. Con la Finanziaria del 2007 il ministero allora guidato da Arturo Parisi aveva "girato" all’Agenzia del demanio, diretto da Elisabetta Spitz, la gestione di numerosi immobili di pregio, per promuovere, «alla ricerca del migliore equilibrio fra ispirazione pubblica e strumenti di tipo privatistico», la valorizzazione dei beni. Dei quattro pacchetti previsti va in porto solo il primo, 201 immobili (36 in Veneto, 28 in Emilia Romagna, 26 in Piemonte, 25 in Lombardia). Il demanio e i Comuni interessati propongono ai privati una concessione cinquantennale, vagliano progetti che trasformano in aree residenziali, commerciali o pubbliche gli spazi. Nel piano si inserisce anche il ministero delle Politiche sociali, che in quei mesi stava mettendo a punto il "piano casa" da 550 milioni, poi bloccato dal governo Berlusconi appena insediato. «Una parte degli immobili avrebbe dovuto avere funzione abitativa, tramite lo strumento del social housing. Il nostro piano prevedeva il passaggi da casa a casa per le persone sotto sfratto, tramite l’uso del patrimonio edilizio già esistente, finanziando il recupero e l’uso di 12mila appartamenti, in parte case popolari non utilizzate. In parte immobili della Difesa», spiega Massimo Pasquini, ex dirigente del ministero allora guidato da Paolo Ferrero. «Purtroppo le Regioni decisero di utilizzare gli immobili per operazioni puramente commerciali », aggiunge Pasquini, che oggi è un dirigente del sindacato Unione inquilini. Da qui parte La Russa. In estate, con la legge 133, la manovra estiva, viene concessa al ministero la possibilità di dismettere direttamente i propri immobili, anche col sostegno di società pubbliche. I proventi delle vendite potranno essere incamerati direttamente dalla Difesa, ma solo col beneplacet del presidente del Consiglio e di viale XX Settembre. Per questo, il ministero della Difesa, per ora, preferisce discutere coi privati in termini di baratto, più che di denaro sonante: in cambio della concessione di un bene ai privati, il dicastero chiederà lavori di ammodernamento o costruzione di altri immobili, in modo da non lasciare spazio alle pretese del vampiro Tremonti. Quando ci sarà la Servizi difesa spa, la musica cambierà: la società potrà prendere in gestione direttamente i beni, venderli e incamerare i profitti. Dal progetto sparisce ogni ipotesi di utilizzo sociale degli immobili: potranno essere venduti o affittati "al miglior offerente", come afferma lo stesso ministero nella brochure presentata a Cannes. In collaborazione, ovviamente, coi Comuni, a cui chiedere, tramite un "accordo di programma" il cambio di destinazione d’uso del bene: da caserma a grande albergo o residenza di lusso, il passo è breve. Anche perché questi immobili sono spesso di grande pregio, in molti casi veri e propri monumenti. Non è un caso, dunque, la preoccupazione di Italia nostra. «Qualsiasi vendita deve essere approvata dalle direzioni regionali del ministero dei Beni Culturali, che deve valutare se quell’immobile rappresenta un "documento della storia" del Paese. Rientrano in questa categoria anche le caserme. In caso di concessione, inoltre, il ministero dei Beni culturali deve controllare che l’immobile sia correttamente restaurato e che non sia sottratto al godimento pubblico», spiega Giovanni Lo Savio, presidente di Italia nostra. «È molto difficile che gli immobili messi in mostra a Cannes dal governo possano superare questi limiti. Eppure La Russa ha fatto finta di niente, né il ministro dei Beni culturali è intervenuto».
Un’ultima chicca sull’affaire Difesa spa. Il ddl 1195, quello che all’articolo 15 dà il via libera alla centrali nucleari, prevede la possibilità di utilizzare aree di proprietà del ministero della Difesa per impianti energetici «destinati al miglioramento del quadro di approvvigionamento strategico dell’energia», anche tramite «accordi con imprese a partecipazione pubblica o privata». In era di ritorno al nucleare, di turbogas, rigassificatori e termovalorizzatori, non è roba da poco. La Russa, il manager in tuta mimetica, farà affari anche in questo campo?


20 marzo 2009 - L'Unità

Casa, botte al sit-in in Campidoglio
Poi delegazione viene ricevuta

Roma - Tensione tra polizia e carabinieri e manifestanti, separati dalle transenne: i manganelli volano sopra la barriera, che resta ferma tra le parti in causa: «Fateci passare, fateci passare», urla chi spinge per entrare: pochi secondi di manganellate e torna la calma. Non è La Sapienza: lo sgombero del sit-in non autorizzato, non arriva. Una delegazione dei movimenti (tra questi Action, Asia Rdb, Bpm, centri sociali) alla fine viene ricevuta e incontra i capigruppo, assessore e delegato del sindaco. Chiedono fondi per le politiche della casa: 100 milioni subito. Escono insoddisfatti, i movimenti: «Solo aperture generiche», dice Luca Faggiano del coordinamento di lotta per la casa. Mercoledì alle 17 incontro col sindaco ma intanto la prova di forza sul protocollo-cortei è vinta: «Siamo venuti lo stesso anche se qui non si può più manifestare perché non è un luogo qualunque, questo, ma piazza del Campidoglio e è nostro diritto manifestarci per un diritto essenziale come la casa - dice Danilo del coordinamento cittadino - Avevamo annunciato questo sit-in dal 12 marzo, l’autorizzazione non è mai arrivata ma siamo venuti ancora più convinti dopo gli scontri di ieri de La Sapienza», aggiunge. «Il protocollo-cortei da oggi è carta straccia», bolla Andrea Alzetta (Rc). «Prefettura e comune si mettano d’accordo - coglie l’occasione Francesco Storace de la Destra - la prefettura vieta il sit-in poi il Comune riceve i manifestanti».(G.S.)


20 marzo 2009 - Il Manifesto

Cortei vietati, la sfida di piazza dei movimenti
di Giusi Marcante

BOLOGNA - Un corteo per difendere il diritto di sciopero e di manifestazione. E' quello che i sindacati di base, i centri sociali e la lista Bologna Città Libera stanno preparando per il pomeriggio del primo sabato di primavera. La manifestazione di domani sarà anche un tentativo di rompere il silenzio che circonda la direttiva del prefetto Angelo Tranfaglia che sotto le due Torri ha vietato cortei, presidi e banchetti politici nella maggior parte delle piazze e in alcune vie del centro storico; il Prefetto ha spiegato che si tratta di un esperimento che non coinvolgerà le manifestazioni elettorale. Il Tar dell'Emilia Romagna ha respinto intanto la prima mossa legale dei sindacati di base, Rdb e Cobas, che avevano chiesto la sospensione in sede cautelare della direttiva. «Andremo avanti dal punto di vista legale» hanno spiegato ieri alcuni fra i 100 lavoratori e lavoratrici che hanno promosso l'appello per la manifestazione.
Per ora quindi la notizia è che un ampio fronte che ha raccolto anche gli studenti dell'Onda è pronto a scendere in piazza con il pensiero rivolto a quello che è successo a Roma dove il protocollo entrato in vigore il 10 marzo ha giustificato le cariche sugli studenti che volevano uscire dall'università. L'appuntamento è per le 15,30 in piazza del Nettuno, una di quelle dichiarate off dalla Prefettura che ha applicato la direttiva emanata a fine gennaio dal ministro dell'Interno Maroni. Quello che succederà prova a spiegarlo Valerio Monteventi. Il consigliere comunale che si è candidato sindaco con la lista di Bologna Città Libera ha già infranto il divieto per due sabati consecutivi rimediando una denuncia assieme ad altre persone. «Se entriamo in piazza e ci circondano per non farci uscire - spiega - staremo lì». Se invece la Questura dovesse chiudere preventivamente la piazza, «staremo intorno al cordone e comunicheremo con la città perché ci sono moltissime persone che non sanno ancora di questa ordinanza».
Anche a Bologna come a Roma la direttiva è stata emanata dal prefetto dopo un ampio giro di consultazioni con le forze politiche e sociali, dai partiti ai sindacati. Non si sono viste in città particolari prese di posizione tranne quelle di chi ha deciso di scendere in piazza e anche in consiglio comunale i dubbi del Pd sulla direttiva si sono risolti trovando il colpevole nel ministro Maroni ma assolvendo l'operato del prefetto bolognese. La Questura aveva proposto agli organizzatori un itinerario alternativo: il corteo sarebbe dovuto passare per una piccola via del centro che è una parallela di via Ugo Bassi, una di quelle per cui non si può passare ma che si percorre sempre in tutte le manifestazioni. «Ci hanno proposto una strada secondaria per non farci vedere nel salotto buono della città» ha riflettuto ieri Alessandra Cozzo, lavoratrice e delegata sindacale dell'Azienda dei trasporti bolognese. Dopo la manifestazione di sabato è pronto a scendere in campo anche un gruppo di avvocati che ha deciso di costituire un collegio di difesa gratuito per le persone che verranno denunciate per aver violato la direttiva.

Agenda

PISTOIA - PRESIDIO SINDACALE Domani alle 10 in piazza Duomo i sindacati di base Cub, Cobas e Sdl organizzano un presidio davanti alla prefettura, per protestare contro il governo che in accordo con la Confi ndustria sta procedendo nel disegno di cancellare le libertà e i diritti sindacali costituzionalmente tutelati.


20 marzo 2009 - Corriere di Bologna

MANIFESTAZIONE DI SABATO
Stop ai cortei in centro, il Tar boccia Cobas e Rdb

Bologna - Il Tar dell'Emilia-Romagna dice «no» ai sindacati di base. Il tribunale ha respinto la richiesta di bloccare le prescrizioni date dalla Questura di Bologna al percorso proposto per il corteo di sabato (piazza San Francesco-via Portanova invece di piazza Nettuno-via ugo Bassi), una protesta contro il divieto del Prefetto di manifestare in alcune zone del centro storico nel week end. La richiesta di sospensiva sui divieti, invece sarà discussa dal Tar l'8 aprile. I sindacati hanno già annunciato che violeranno la «zona rossa».


20 marzo 2009 - Leggo

Roma. Manifestanti in rotta con il Campidoglio:
ormai è scontro sui cortei non autorizzati...
di Giulia Parini

Roma - Manifestanti in rotta con il Campidoglio: ormai è scontro sui cortei non autorizzati. Ieri la Capitale ha vissuto una nuova giornata di forte tensione, manifestanti e forze dell’ordine sono venuti a contatto. Ancora manganellate, come è successo negli incidenti di mercoledì scorso alla Sapienza, dove gli studenti si sono scontrati con la polizia tentando di uscire in corteo dalla Città universitaria senza permesso. E ieri, durante la seduta del consiglio comunale, circa 300 manifestanti tra sindacati e centri sociali ed Action - il movimento romano di lotta per la casa - pur non avendone l’autorizzazione hanno organizzato un sit-in sotto il Campidoglio e al grido di "Casa subito" hanno chiesto l’introduzione nella discussione sul bilancio di nuovi provvedimenti per l'edilizia popolare: La tensione con le forze dell’ordine è esplosa quando i manifestanti hanno tentato di superare le transenne per entrare nel palazzo senatorio. L’intervento della polizia, a colpi di manganello e lacrimogeni, è stato inevitabile proprio secondo quanto previsto dal recente protocollo sulla regolamentazione dei cortei nella Capitale. «Siamo andati in piazza - hanno riferito i manifestanti di Action, che raccontano di aver riportato alcune ferite - anche se dalla questura ci avevano fatto sapere che non avevamo l'autorizzazione, perché avremmo dovuto firmare un permesso: un atto che prima non ci veniva chiesto». Immediata anche la condanna da parte del sindacato Cub: «La protesta in Campidoglio attuata dal movimento per la casa dimostra che non è possibile imbrigliare con protocolli liberticidi il sacrosanto diritto a manifestare. Repressione e manganellate non possono essere la risposta alle lotte sociali da parte di uno stato democratico». Calma in serata: il Sindaco ha ricevuto i manifestanti. (ass)

Roma. L’Ares 118 va in emergenza...

Roma - L’Ares 118 va in emergenza: perde 46 infermieri precari e rischia il blocco dell’attività. L’allarme arriva dal sindacato Rdb sanità: «La direzione generale ha reso noto di dover interrompere il rapporto di lavoro con 46 infermieri con contratto a tempo determinato, in assenza della prescritta autorizzazione dalla Regione. Senza quei lavoratori si mette a rischio il servizio di emergenza».

Bologna. Proprio ieri il Tar ha rigettato la loro richiesta...
di Angelo Fortini

Bologna - Proprio ieri il Tar ha rigettato la loro richiesta di annullare con urgenza l’ordinanza che proibisce cortei e manifestazioni nei centri storici delle città durante i weekend. Ciononostante i sindacati Rdb, Cobas e Sdl non demordono. E annunciano che il corteo di protesta contro la direttiva del Ministero, in programma domani, violerà ugualmente la "zona rossa". «L’alternativa indicata dalla Questura passava per via Portanova dicono polemici gli organizzatori per tagliarci fuori dal "salotto" della città. Ma noi nel salotto vogliamo entrarci lo stesso». Alla manifestazione aderiranno anche i ragazzi dei centri sociali Vag61 e Crash, i collettivi universitari e il movimento dell’Onda, oltre a gruppi della sinistra "antagonista".
Per quanto riguarda il Tar, in attesa del giudizio sulla sospensione vera e propria del divieto (l’udienza è fissata per l’8 aprile) i giudici amministrativi ieri hanno intanto ritenuto che le prescrizioni della Questura non creino all’organizzazione sindacale inconvenienti tali da giustificarne l’annullamento. E quindi, rispettato o no, il provvedimento per ora resta in vigore.


20 marzo 2009 - City

In piazza contro il divieto di piazza
Domani Rdb e centri sociali scenderanno in piazza domani per sfidare il divieto alle manifestazioni in centro imposto nei fine settimana

Bologna - Il Tar ha respinto la richiesta dei sindacati di base di sospendere le prescrizioni imposte dalla Questura, ma gli organizzatori del corteo in programma domani non indietreggiano di un passo: appuntamento confermato per le 15,30 in piazza del Nettuno e poi corteo lungo via Ugo Bassi fino alla Prefettura."No a Maroni"Una manifestazione "in difesa del diritto di sciopero e di manifestazione", che prende di mira la direttiva Maroni e l’ordinanza della Prefettura che nei fine settimana vietano le manifestazioni in alcune parti del centro. Intanto, ad alzare la tensione ci pensano gli scontri di Roma, dove la polizia ha caricato gli studenti dell’Onda che volevano uscire dalla Sapienza violando il protocollo sui cortei appena varato nella capitale. A Bologna, però, si rassicura: nessuno scontro in vista.La sfidaSe l’alternativa indicata dalla Questura passa per via Portanova, "ci hanno proposto una strada secondaria per non farci vedere nel salotto buono della città", accusano le Rdb. Nel salotto, però, ci si vuole entrare lo stesso. "Ci auguriamo che in nessun ambito istituzionale si vogliano fare delle forzature - mandano a dire gli organizzatori - noi intendiamo di manifestare pacificamente senza alcuno scontro". Gli scenari ipotizzati da Valerio Monteventi, candidato sindaco della lista Bologna Città Libera sono due: "Se entriamo in piazza e ci circondano per non farci uscire- spiega- staremo lì". Se invece la Questura dovesse chiudere preventivamente la piazza, "staremo intorno al cordone e comunicheremo con la città", perché "ci sono ancora moltissime persone che non sano ancora di questa ordinanza". Per Beppe, del laboratorio Crash, "se si arriverà alla militarizzazione completa del centro la responsabilità sarà in capo a chi gestisce l’ordine pubblico".


20 marzo 2009 - Il Tirreno

Sindacati di base domani in piazza contro il governo

PISTOIA - Domani a partire dalle 10 in piazza Duomo si terrà, davanti alla prefettura, un presidio di Cobas, Cub e Sdl per protestare contro il governo.
«In accordo con la Confindustria e con l’assenso di Cisl, Uil e Ugl - si legge in un comunicato - (il governo) sta procedendo nel disegno di cancellare le libertà e i diritti sindacali costituzionalmente tutelati. Dietro il dichiarato intervento per il settore trasporti, già da solo inaccettabile ed assolutamente illegittimo, il governo vuole predisporre una legislazione autoritaria per gestire la fase attuale e futura di grave crisi economica e per poter meglio reprimere le risposte dei lavoratori al tentativo di farne pagare a loro il costo. Lo scopo del governo è quindi quello di imporre per legge la pace sociale, vietando e criminalizzando il diritto di sciopero».
«Anche per difendere il diritto di sciopero e la democrazia sindacale - continua la nota - il sindacalismo di base ha promosso una manifestazione nazionale a Roma il 28 marzo - quando si riuniranno i ministri del lavoro e delle politiche sociali del G14 per far pagare la crisi ai salariati e ai settori popolari - e un grande sciopero generale per il 23 aprile».


20 marzo 2009 - Uno Notizie

CON IL WELFARE A ROMA UNA MANIFESTAZIONE NAZIONALE PER LAVORO, PENSIONI, CASA, SERVIZI PUBBLICI

ROMA (UNONOTIZIE.IT) - Sono migliaia le aziende che chiudono e centinaia di migliaia i licenziamenti. I lavoratori sono lasciati in balia della crisi, i contratti non vengono rinnovati, la cassa integrazione copre in minima parte, e solo per alcuni, la perdita di salario, centinaia di migliaia di precari vengono mandati a casa senza alcun reddito, si vorrebbe rimettere mano alle pensioni e portare l’età pensionabile delle donne a 65 anni, crescono gli sfratti, si fomenta il razzismo contro gli immigrati e per impedire che i lavoratori e i cittadini si organizzino per difendere salario e diritti, il Governo vorrebbe vietare gli scioperi e le manifestazioni conflittuali.
DIFENDIAMO OGNI POSTO DI LAVORO E IL DIRITTO DI SCIOPERO
MOBILITIAMOCI A SOSTEGNO DELLA PIATTAFORMA DEL PATTO DI BASE:
• Blocco dei licenziamenti
• Riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario
• Aumenti consistenti di salari e pensioni, reddito minimo garantito per chi non ha lavoro
• Aggancio dei salari e pensioni al reale costo della vita
• Cassa integrazione almeno all’80% del salario per tutti i lavoratori/trici, precari compresi, continuità del reddito per i lavoratori "atipici", con mantenimento del permesso di soggiorno per gli immigrati/e
• Nuova occupazione mediante un Piano straordinario per lo sviluppo di energie rinnovabili ed ecocompatibili, promuovendo il risparmio energetico e il riassetto idrogeologico del territorio, rifiutando il nucleare e diminuendo le emissioni di CO2
• Piano di massicci investimenti per la messa in sicurezza dei luoghi di lavoro e delle scuole, sanzioni penali per gli omicidi sul lavoro e gli infortuni gravi
• Assunzione a tempo indeterminato dei precari e re internalizzazione dei servizi
• Piano straordinario di investimenti pubblici per il reperimento di un milione di alloggi popolari, tramite utilizzo di case sfitte e mediante recupero, ristrutturazione e requisizioni del patrimonio immobiliare esistente; blocco degli sfratti, canone sociale per i bassi redditi
• Diritto di uscita immediata per gli iscritti/e ai fondi-pensione chiusi.
CUB – CONFEDERAZIONE COBAS – SdL Intercategoriale


20 marzo 2009 - Italia Sera

Denuncia Fials: "All’Ares 118 sono partiti i licenziamenti dei precari"

Roma - "Malgrado le rassicurazioni sul futuro dei precari del 118, giunte sia dal direttore generale dell'Ares che dal Presidente della Regione Lazio Marrazzo, 46 infermieri con contratto a tempo determinato stanno ricevendo
le lettere di licenziamento che scatterà dal prossimo 31 marzo. I 46 lavoratori non solo hanno maturato i requisiti per la stabilizzazione, ma hanno anche superato un concorso pubblico e sono in graduatoria per l'assunzione, ma la direzione generale dell'Ares ha reso noto di dover interrompere il rapporto di lavoro 'in assenza della prescritta autorizzazione regionale'". Così in una nota dell'RdB-CUB.
"Questo provvedimento - dichiara Maria Teresa Pascucci del Coordinamento Regionale RdB-CUB Sanità - rappresenta chiaramente
l'inconsistenza della dirigenza dell'Ares 118, che esprime la sua autonomia dirigenziale, anche violando le norme,
per reprimere vessare il personale, ma non ha il coraggio delle sue responsabilità quando deve onorare impegni e atti dovuti". "Ciò dimostra anche una certa incompetenza - continua la sindacalista - perché l'avvio dei processi di stabilizzazione è demandato proprio ai Direttori Generali delle aziende da ben due Finanziarie nazionali e da una Delibera di giunta regionale. Fra l'altro la stabilizzazione dei Tempi Determinati non comporta aumenti di spesa del personale, vero motivo del blocco delle assunzioni del piano di rientro dal deficit". Conclude la sindacalista: "Consideriamo gravissimo e ingiustificato che l'Ares 118 non abbia perlomeno prorogato i contratti in attesa della stabilizzazione. La RdB-CUB continuerà a mettere in atto tutte le iniziative necessarie per garantire il diritto al lavoro dei precari".


20 marzo 2009 - Corriere di Viterbo

Bandi Fse, Rdb non molla la presa
Lino Rocchi ancora all’attacco: "Nonostante la denuncia, la scadenza è rimasta uguale". "Non è trasparente la gestione dei precari da parte della Provincia".

Viterbo - Il bando pubblicato dalla Provincia per reperire personale da utilizzare nel cosiddetto Fondo sociale europeo ancora al centro di un intervento di Lino Rocchi, sindacalista delle Rappresentanze di base. "Corre voce che dopo il comunicato di Rdb (che ha fatto squillare più di un telefono), il bando pubblico fantasma sia stato prorogato di altri 8 giorni - attacca Rocchi -. Sarebbe stato un buon segnale e invece, controllando il sito della Provincia, la data di scadenza è rimasta fissata al 18 marzo. Delle due l’una: o abbiamo sbagliato noi (e allora qualcuno dica perché), oppure avevamo ragione e allora fermatevi". "Frugando dentro il sito però escono fuori svariati bandi di selezione riservati esclusivamente al personale che ha già svolto attività di co.co.co. presso la Provincia per almeno tre anni - sottolinea ancora l’esponente di Rdb -. Ebbene tale riserva è esplicitata salvo ribadire la validità del comma 560 della legge 296/06 di cui però non si spiegano i contenuti. Tale comma prevede il diritto a partecipare ai soggetti che hanno stipulato uno o più contratti di co.co.co. per almeno un anno alla data del 26 settembre 2006. Siamo proprio malpensanti, ma ci chiediamo perché il requisito del triennio viene esplicitato in modo tale da apparire essenziale mentre il comma 560 che attenua la precedente prescrizione viene solo citato quasi fosse ininfluente?". E ancora: "Non si capisce, tra l’altro, perché per alcuni concorsi le selezioni avverranno sui curricula mentre su altri si procederà a prove teoriche e pratiche. Il precariato non ha colore o bandiera, difendiamo il diritto di quanti, sulla base di normative a nostro giudizio incivili, da anni vivono sotto ‘il ricatto’ della politica e dei datori di lavoro. A fronte di quanto stiamo verificando, non riteniamo trasparente la gestione di questi bandi, tra errori di pubblicazione e formulazioni criptiche. Una gestione a nostro giudizio non idonea anche sul piano dell’organizzazione del lavoro perché innesta figure professionali senza aver discusso con i lavoratori o con le loro rappresentanze un efficace modello organizzativo e funzionale". "Invitiamo pertanto - è la conclusione di Rocchi - tutti i lavoratori precari che hanno svolto almeno un anno di lavoro negli ultimi 5 anni a fare immediatamente domanda di ammissione, in caso di esclusione questa federazione offrirà il patrocinio gratuito a quanti vorranno lottare insieme a noi per i loro diritti".


20 marzo 2009 - Dagospia

CNR, LA CONSULENZA È UNA SCIENZA...

La scienza della consulenza. Perché i contratti esterni assegnati dal Consiglio nazionale delle ricerche aumentano a vista d'occhio? Il sindacato Usi-Rdb li ha analizzati, evidenziando un salto impressionante: 167 nel 2006, 638 nel 2007 e 3.250 nello scorso anno. Lo studio dei dati pubblicati sul sito del Cnr mostra altre anomalie: a partire dalla spesa, passata in un biennio da 1,6 a 25,641 milioni. Significativo il parziale attribuito alla nuova presidenza di Luciano Maiani: dal 15 marzo 2008, data della sua nomina, sono stati contati 2.581 incarichi esterni con una spesa di 19,7 milioni.(G.D.F.)


20 marzo 2009 - Varese news

In ventitrè, iscritti a Sdl, Cobas e Cub, per la maggior parte stranieri, sono stati lasciati a casa lo scorso 30 novembre da ServiGest, cooperativa che lavora in appalto per la Lsg SkyChefs
I lavoratori licenziati dalla cooperativa tornano a protestare

Malpensa - Nuova protesta dei lavoratori licenziati dalla cooperativa ServiGest a Malpensa. In ventitrè, iscritti a Sdl, Cobas e Cub, per la maggior parte stranieri, sono stati lasciati a casa lo scorso 30 novembre dalla cooperativa che lavora in appalto per la Lsg SkyChefs, società leader nel comparto catering. La motivazione del licenziamento è stata spiegata con il passaggio dalla cooperativa "Archimede Logistica e packaging" alla ServiGest: non una novità dato che prima a gestire una parte del servizio c’era la Cis, poi la Archimede e infine la ServiGest, tutte cooperative riconducibili alla stessa proprietà, che ogni due/tre anni cambia nome e ragione sociale e lascia a casa parte dei dipendenti non ottemperando al pagamento di contributi e Tfr. Un problema vecchio e mai risolto a Malpensa, quello del ricorso all’affidamento in appalto a cooperative di servizi che si muovono in maniera più che disinvolta tra le pieghe delle normative che regolano i rapporti di lavoro. Inoltre chi è stato licenziato, come spesso accade nel grigio mondo delle cooperative di servizi che operano nello scalo varesino, era assunto come "socio lavoratore": a molti dei cittadini stranieri provenienti da mezzo mondo non sono state pagate le spettanze del Tfr, né i contributi pagati, né è stata restituita la quota sociale pagata all’inizio del rapporto di lavoro (circa 1000 euro a testa). Dopo la protesta dello scorso 18 febbraio, i lavoratori e i rappresentanti dei sindacati si sono ritrovati questa mattina, 20 marzo, davanti alla sede della Lsg SkyChef al terminal 2, ritenuta responsabile a pieno titolo della situazione. I sindacati chiedono che tutti i dipendenti licenziati siano reintegrati sul posto di lavoro, il pagamento delle mensilità arretrate, il pagamento del Tfr e il diritto riconosciuto di organizzarsi con il sindacato. Da novembre però, nonostante due manifestazioni di protesta, non è cambiato nulla.


20 marzo 2009 - L'Arena

L’ingresso del policlinico presidiato dagli infermieri aderenti al Cub,
che chiedono rinforzi almeno di notte
«Al Pronto soccorso c’è poco personale»

Verona - Un presidio civile, «per garantire l’accesso all’ospedale», foriero di ulteriori, clamorose proteste. Gli infermieri aderenti al Cub - rappresentanze sindacali di base, i più battaglieri in questo periodo, hanno mantenuto la promessa e ieri mattina, puntuali alle 10, hanno presidiato l’ingresso del policlinico Rossi per lanciare un preciso messaggio al direttore generale dell’Azienda ospedaliera, Sandro Caffi. «Siamo stanchi di essere messi nelle condizioni di non garantire al meglio l’assistenza ai veronesi in un reparto cruciale come il Pronto soccorso», sbotta il responsabile veneto dei Cub, Federico Martelletto, «la carenza di personale infermieristico e di operatori sociosanitari si fa ogni giorno più pesante e la direzione aziendale ne è al corrente. Rispondere alle nostre osservazioni con comunicati di facciata è facile, ma davanti al prefetto - al tavolo di conciliazione sindacale da noi richiesto - i due delegati dell’Azienda ospedaliera hanno ammesso l’esistenza dei problemi da noi segnalati. Perchè fanno il doppio gioco? Non ci stiamo».
Martelletto informa che più volte ha «cercato di parlare al telefono col direttore Caffi, ma si è sempre negato. L’altro giorno gli ho chiesto formalmente un incontro via email: se non ci convocherà in tempi brevi, la settimana prossima occuperemo il suo studio. E denunceremo tutte le problematiche esistenti al Pronto soccorso, a partire dalla mancanza di un servizio igienico a disposizione degli utenti».
Le rappresentanze sindacali chiedono il potenziamento di un’unità infermieristica nei tre turni e di un operatore sociosanitario nel turno notturno, «per porre rimedio per lo meno alle continue emergenze che si verificano all’interno del reparto».
«I numeri sono dalla nostra parte», conclude il sindacalista, «il Pronto soccorso dell’ospedale di Vicenza, assimilabile al nostro, registra 70mila accessi l’anno e conta 12 infermieri. Da noi si verificano altrettanti accessi, ma gli infermieri sono 6: perchè questa disparità? A rimetterci è il cittadino e noi non ci stiamo».


20 marzo 2009 - Il Bologna

La manifestazione. Sindacati di base e centro sociali
contro il divieto di protestare in centro nel week-end
I Cobas forzano la zona "rossa" "Ci vediamo in piazza Nettuno"
Monteventi: se l'area verrà chiusa staremo intorno al cordone. Non ci faremo intimidire

Bologna - Non mollano i sindacati di base e i centri sociali, organizzatori del corteo in programma domani. Nonostante le prescrizioni della Questura di Bologna, che vieta manifestazioni nel fine settimana in alcune parti del centro, confermano l’appuntamento in piazza del Nettuno per le 15,30 e lanciano un appello firmato da 100 lavoratori "per la mobilitazione in difesa delle libertà democratiche". Il Tar, si è saputo solo ieri, ha respinto la richiesta dei sindacati di base di sospendere le prescrizioni imposte dalla Questura ma, non per questo, rinunceranno ad «una corteo in difesa del diritto di sciopero e di manifestazione», contro la direttiva Maroni e l’ordinanza della Prefettura. «Si vuole nascondere la protesta di chi subisce la crisi - attacca Alessandra Cozzo, una dei delegati che ha firmato l’appello». La Questura ha indicato come strada alternativa per il percorso del corteo via Portauova. «Ci hanno proposto una strada secondaria - commenta Cozzo - per non farci vedere nel salotto buono della città». Ma cosa potrebbe succedere sabato, quando i manifestanti contravverranno all’ordine della Questura, riversandosi in Piazza del Nettuno? Gli scenari ipotizzati da Valerio Monteventi, candidato sindaco per "Bologna città libera" che aderisce a livello personale al corteo, sono 2. «Se entriamo in piazza e ci circondano per non farci uscire - spiega - staremo lì. Se invece la Questura dovesse chiudere preventivamente la piazza, staremo intorno al cordone e comunicheremo con la città, perché ci sono ancora moltissime persone che non conoscono questa ordinanza». Beppe, del laboratorio Crash, chiarisce che quello di sabato «sarà solo il primo passo di una mobilitazione che si articolerà anche successivamente». Al fianco dei sindacati di base e delle altre realtà decise a violare l’ordinanza, intanto, scende in campo un gruppo di avvocati che ha deciso di costituire un collegio di difesa gratuito per coloro che dovessero essere denunciati per aver infranto la direttiva Maroni.(P.B.M.)


20 marzo 2009 - La Repubblica

La cerimonia Il sindaco aveva chiesto agli spazzini di interrompere la protesta.
I sindacati insistono Aeroporto civile a Boccadifalco
Appelli a vuoto, lo sciopero continua
Cammarata minaccia anche la richiesta di precettazione
di ANTONIO FRASCHILLA

Palermo - «Continuiamo l´astensione dal lavoro fino a quando non avremo certezze sul nostro futuro». I lavoratori di Amia Essemme non tornano a spazzare le strade e ripulire i cestini della città. Nonostante l´intervento del sindaco Diego Cammarata, che ieri ha annunciato la richiesta al prefetto Giancarlo Trevisone di precettazione degli operai, i sindacati non demordono. «Chiediamo che l´Amia finanzi subito la sua controllata per dare ai lavoratori tutti i mezzi e i dispositivi di sicurezza che mancano - dicono Paolo Di Gaetano dell´Rdb e Maurizio Bongiovanni dell´Alba - Continueremo l´astensione dal lavoro almeno fino a sabato (domani, ndr)».
È andato a vuoto, quindi, l´appello del sindaco che ieri aveva annunciato il sostegno pieno «all´eventuale richiesta di precettazione da parte dei dirigenti di Amia Essemme nei confronti del personale che, entrato in agitazione, da martedì scorso non raccoglie i rifiuti nelle strade, col conseguente accumulo della spazzatura». Secondo il sindaco Cammarata i lavoratori «nascondendosi dietro l´agitazione, mettono in atto forme di sciopero che stanno causando alla città e ai cittadini gravissimi disagi». «È incredibile - dice - che non ci si renda conto di come questa agitazione, che sta riducendo la città a un ignobile bivacco, sia inaccettabile. È impensabile che questo stato di cose duri fino a sabato. Se il presidente di Amia Essemme, Filippo Cucina, deciderà di chiedere la precettazione sarò al suo fianco».
Il presidente Cucina, però, prima di chiedere al prefetto la precettazione ha cercato un´ulteriore mediazione con i sindacati: «Ho inviato una lettera ai rappresentanti dei lavoratori, chiediamo un loro passo indetto e che revochino subito lo stato di agitazione, perché l´azienda si è già impegnata a nuovi investimenti per la sicurezza nel lavoro».

Sostegno all´economia proposta Cgil al prefetto

Milano - Cinque proposte anticrisi, dalla Cgil, al prefetto Gian Valerio Lombardi: un fondo speciale in project financing per insediare sull´area ex Alfa Romeo un polo di ricerca sulle energie rinnovabili; l´obbligo per i grandi enti pubblici di pagare i propri fornitori; garanzia del trasferimento da parte dello Stato, entro aprile, del parziale rimborso dell´Ici (39 milioni di euro); utilizzo delle risorse provenienti dai beni pubblici da immettere nel circuito produttivo (circa 125 milioni di euro); immediata costituzione di un tavolo interistituzionale per il coordinamento delle politiche regionali e locali sulla crisi. Ieri, intanto, si è tenuta l´assemblea contro il licenziamento di 13 dei 19 dipendenti della filiale italiana della Bang & Olufsen, il noto marchio di audio e video di design, sostenuti dalla Cub e dalla Cgil. E la Provincia è pronta a far fare gli straordinari ai propri dipendenti, che lavoreranno anche sabato e domenica, per accelerare le pratiche di liquidazione dei fornitori dell´amministrazione. Palazzo Isimbardi già oggi garantisce, alle piccole e medie imprese che erogano servizi, il pagamento dopo 60 o 90 giorni dall´emissione della fattura. L´obiettivo è pagare i fornitori al massimo entro 30 giorni. Ogni mese verrà garantito un volume di 16 milioni di euro sul pagamento di spesa corrente.


20 marzo 2009 - Il Padova

Sindacati. Una ventina i mezzi fermi, tra quelli della Municipale e dei messi
«Fondi a Polizia e Carabinieri e auto del Comune fuori uso»
Sotto accusa anche le spese di Aps Holding per i vigilantes: «Scoraggia l'uso degli autobus»

Padova - Fondi dal Comune a Polizia e Carabinieri, vigili urbani e messi comunali con le auto in panne. La denuncia viene dal sindacalista Adl Cobas Stefano Pieretti. Che punta il dito contro la donazione da parte del Comune di Padova di quattro auto all'Arma (valore: 70mila euro) e di altri 70mila euro alla Questura per la riparazione di 37 vetture. «I vigili urbani hanno una decina di auto ferme perché mancano i soldi per ripararle, mentre i messi comunali si muovono su mezzi del 1990 di cui almeno una decina hanno problemi di vario genere» spiega Pieretti. Sotto accusa anche l'indicazione contenuta nelle direttive destinate ai vigili urbani: «Viene detto di utilizzare gomme ricoperte invece di sostituire gli pneumatici» spiega Pieretti. Contro gli sprechi i sindacalisti Adl attaccano anche Aps Holding e l'iniziativa di dotare le corse di vigilantes privati a fianco dei controllori. «Il servizio costa 8mila euro solo per questo periodo sperimentale di 20 giorni (dal 24 marzo al 18 aprile) in cui un vigilante affianca un controllore» spiega Maurizio Magrin di Adl Cobas. Dubbia anche l'efficacia del servizio, dal momento che «la fascia di attività rispecchia quella di servizio delle guardie giurate e quindi non copre tutti i turni dei controllori». Secondo i sindacalisti di Adl «il provvedimento non otterrà né l'obiettivo di ridurre l'evasione né quello di garantire maggiore sicurezza, al contrario scoraggerà l'uso del mezzo pubblico» sostiene Pieretti. L'accusa sottolinea in particolare «l'impatto di una simile spesa sul bilancio della spa, appena giunta al pareggio di bilancio». Secondo la legge il risultato positivo viene "premiato" con l'aumento dei compensi dei dirigenti. Sul tema i sindacalisti promettono battaglia.(SIL.FA.)


20 marzo 2009 - Il Mattino di Padova

Adl Cobas «Vigilantes? Uno spreco»

Padova - «Una spesa assurda per un’azienda che finalmente quest’anno ha raggiunto il pareggio di bilancio». Non piace a Adl Cobas l’iniziativa dei vigilantes privati su bus e tram. «Quegli ottomila euro che potevano essere spesi meglio - spiega Maurizio Magrin - fra l’altro queste guardie non danno garanzie per quanto riguarda il recupero dell’evasione nel pagamento dei biglietti». Meglio sarebbe aumentare il numero dei controllori, soprattutto la sera e nei festivi, fasce con meno controlli. «Grazie agli accordi con Aps, che prevedevano il controllo dei tagliandi da parte dei conducenti, abbiamo già ridotto il numero dei portoghesi».(e.a.)


20 marzo 2009 - Il Messaggero Veneto

Disabile gay aggredito in centro. Oggi pomeriggio dalle 18 il sit-in di studenti, associazioni e immigrati

Pordenone - Si terrà dalle 18 di oggi a Pordenone in piazzetta Cavour il sit-in in risposta all’aggressione, avvenuta la scorsa settimana, ai danni di un disabile gay.
Parteciperanno all’iniziativa il Coordinamento donne, l’assoimmigrati, Iniziativa Libertaria, il circolo Zapata, il Collettivo studentesco Aut, i Cobas scuola, Rdb-Cub, il Comitato per il 25 aprile, un esponente dell’Arcigay-lesbica di Pordenone e numerose persone a titolo personale. Troppe ancora, secondo gli aderenti, le aggressioni che restano sotto silenzio per la paura delle vittime.


20 marzo 2009 - Avvisatore.it

Tutte le notizie da Palazzo Madama
Prosegue indagine sull'attività di ufficiale giudiziario in 2a Commissione

Questa mattina la Commissione Giustizia ha portato avanti l'indagine conoscitiva sulla disciplina dell'attività di ufficiale giudiziario con il seguito dell'audizione dell'Associazione ufficiali giudiziari in Europa, della UIL - Libero sindacato ufficiali giudiziari, dell'Associazione nazionale istituti vendite giudiziarie e audizione di rappresentanti di CGIL, CISL, UNSA-SAG, FLP, RDB e UIL-PA e UIUG.


20 marzo 2009 - Cronaca Qui

Lavoratrici assunte da una cooperativa a casa ormai da tre mesi
Lindt di Magenta: grande polo logistico, ma pochi i posti di lavoro

MAGENTA - Il mercato del lavoro sta passando giorni infelici in tutto il Magentino. Una boccata di ossigeno doveva arrivare dal nuovo polo logistico della Lindt di strada Boffalora capace di portare circa 260 posti di lavoro e far tornare il sorriso sulla bocca delle famiglie. A conti fatti però, non sta garantendo quello che molti speravano. Ecco allora che ci si ritrova con persone che da tre mesi non percepiscono lo stipendio e che vedono il futuro sempre più nero visto che la cooperativa per la quale lavoravano il 31 marzo potrebbe lasciare Magenta. Non c’è ancora nulla di certo, ma il commento di parecchie donne è unanime. Come stanno effettivamente le cose è ancora presto per dirlo. Solo una decina sono i dipendenti della Lindt veri e propri perché gli altri sono stati assunti dalle due cooperative alle quali la nota azienda che si occupa di cioccolato ha appaltato i settori "imballaggi" e quello di "carico e scarico". "L’ultimo stipendio che ho percepito risale al 10 dicembre e riguardava il mese di novembre", ha commentato una lavoratrice di una delle due cooperative. Un dato di fatto che per molti vuol dire crisi nera. Tanto più che parecchi spiegano di essere stati assunti con contratto a tempo indeterminato. "Ciò che è stato fatto in termini di assunzioni non riguarda direttamente la Lindt – spiegano dall’ufficio comunicazione dell’azienda di Induno Olona – In ogni caso teniamo a precisare che il polo di Magenta rimarrà il cuore strategico dell’azienda, fondamentale non solo per il mercato italiano, ma anche per quello europeo in generale. E’ impensabile investire in maniera così decisa e pensare di abbandonare tutto dopo due anni. La Lindt rimarrà". Basta passare davanti all’imponente polo di strada Boffalora per notare il via vai di mezzi pesanti che trasportano cioccolato. Pochissime le auto in sosta nel cortile interno. Dal 31 marzo in avanti potrebbe accadere che un’altra cooperativa rilevi l’attività di quella precedente. Ma le lavoratrici esigono chiarezza. Per l’altra cooperativa che si occupa di scarico e carico lavorano tra le 40 e le 70 persone. "Variano a seconda dei periodi stagionali – continuano dalla Lindt – con picchi nelle alte stagioni". E c’è addirittura una cooperativa che per entrare alla Lindt aveva a suo tempo assunto alcune persone. Ma non ottenne l’appalto e per gli assunti fu la fine di un’illusione. Quindi da un lato la Lindt assicura che il polo magentino sarà il core business dell’azienda, dall’altro c’è la preoccupazione delle lavoratrici. E la prossima settimana la Cub (Confederazione Unitaria di Base) di Magenta organizzerà un presidio. Un volantinaggio fuori dalla Lindt per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla situazione.


20 marzo 2009 - Il Giorno

ARESE, RIPRENDE LA PROTESTA
Gli operai Alfa tornano in piazza
Anche ad aprile due settimane di «cassa» per 445 lavoratori
di ROBERTA RAMPINI

ARESE - TORNANO le barriere del sindacato e gli striscioni di protesta sotto il Biscione dell'Alfa Romeo di Arese. Dopo mesi di polemiche solo a suon di manifesti, i dipendenti dello stabilimento automobilistico aresino, la prossima settimana tornano in piazza per far sentire la loro voce. «Nonostante le chiacchiere e gli annunci eclatanti, i lavoratori stanno pagando pesantemente la crisi con cassa integrazione, licenziamenti, perdita di salario - spiega Carlo Pariani della FlmUniti Cub - anche ad aprile ci saranno due settimane di cassa integrazione, dal 6 al 19, per 455 lavoratori della sperimentazione, progettazione, stile e commerciale. La cosa è preoccupante perché significa bloccare tutti i progetti futuri». Le tre iniziative di lotta organizzate dal sindacato saranno rivolte alla Regione Lombardia, alla Fiat e al Governo. Primo appuntamento martedì 24 marzo sotto il Pirellone, «in Lombardia nel primo bimestre 2009 il ricorso alla cassa integrazione è aumentato del 243% rispetto allo scorso anno. CHIEDIAMO alla Regione Lombardia di adottare misure anticrisi a favore di cassintegrati, precari e pensionati», spiegano. Trasferta a Torino venerdì 27 marzo, in occasione dell'assemblea degli azionisti Fiat, gli alfisti aresini faranno una manifestazione davanti al Lingotto e alcuni di loro, in qualità di azionisti, faranno un intervento in aula. «Chiederemo alla Fiat di mantenere tutti gli stabilimenti italiani, di integrare la cassa integrazione fino all'80 % del salario e di riportare una parte della produzione in Italia - continua Pariani - denunceremo lo scempio di Arese, la distruzione del marchio Alfa e chiederemo di dare un futuro stabile a tutti i lavoratori Fiat, Powertrain e delle aziende collegate presenti ad Arese». Infine sabato 28 marzo anche i lavoratori dell'Alfa Romeo di Arese parteciperanno alla manifestazione nazionale organizzata a Roma per chiedere lavoro, reddito, casa e pensione. Protesta anche dello Slai Cobas in difesa dell'attività produttiva e dei posti di lavoro sotto il Biscione. Il sindacato di base punta il dito contro la Fiat, rea di mettere in cassa integrazione e mobilità i lavoratori e di spostare le produzioni in uno stabilimento a pochi chilometri da quello aresino. «E' stata commissionata a un'officina di Caronno Pertusella la produzione dei complementi di alcuni particolari per circa mille vetture Alfa Romeo da assegnare alla Polizia - spiega Corrado Delle Donne, dei Cobas - fino a due mesi fa queste lavorazioni si facevano nelle officine dell'Alfa Romeo di Arese. La Fiat ha lasciato a casa gli operai e ha dato il lavoro ad altri. E' assurdo».


20 marzo 2009 - Settegiorni

Riunisce alcuni dipendenti del Magentino che rischiano il posto e lo stipendio
SI È COSTITUITO IL «GRUPPO DEI PRECARI AUTORGANIZZATI»

Magenta - Uniti contro la precarietà lavorativa. Potrebbe essere questo il motto che lega la decina di persone che, su iniziativa del sindacato di base Cub Magenta, nella serata di giovedì 21 hanno dato vita al «Gruppo dei precari autorganizzati del Magentino» a conclusione dell'assemblea pubblica organizzata all'Idea'l dalla medesima unità sindacale. «La nascita del gruppo è scaturita da una triste necessità – premette Massimo Lettieri del Cub di Magenta – in zona sempre più lavoratori hanno perso la loro occupazione e altrettanti rischiano di trovarsi in una situazione di questo genere. Uno degli esempi è dato dai dipendenti della Novaceta. Nonostante il 15 marzo fosse la data limite per definire i rapporti di cessione aziendale con eventuali nuovi partners, l'acquirente non è ancora saltato fuori. Ad oggi la strada da prendere sembra dunque essere quella del tavolo tecnico. I dipendenti della Bruno Romeo sono ancora in attesa della pronuncia giudiziaria sull'accoglimento del concordato preventivo, al fine di scongiurare il fallimento e quindi il licenziamento dei lavoratori. A Boffalora la Cantoni ha messo in cassa integrazione ordinaria il 90% degli operai. A rimetterci sono i lavoratori – prosegue il sindacalista – per questo ci stiamo organizzando per avvicinare a noi quanta più gente possibile. A tal fine stiamo pensando attraverso il gruppo di fare volantinaggio al mercato, di portare i nostri problemi, i problemi cioè dei lavoratori, in consiglio comunale e di pianificare uscite pubbliche a sostegno di quanti rischiano il proprio posto di lavoro».

Problemi con i turni di lavoro e assoluta incertezza per il futuro
IL DISAGIO DEI LAVORATORI DELLA LINDT:
PRESTO SARÀ ORGANIZZATO UN PRESIDIO

Magenta - All'annuncio dell'apertura della sede magentina dell'industria dolciaria Lindt, si parlava di alcune centinaia di nuovi posti di lavoro che l'attività avrebbe creato nel Magentino. Si parlò di 250 nuovi posti di lavoro. A circa un anno dall'entrata in attività del capannone la situazione occupazionale che i lavoratori hanno fatto emergere appare diversa dal disegno e dalle aspettative originarie. In molti ci hanno contattato sostenendo che al suo interno i turni di lavoro sono pressoché inesistenti, così come il pagamento degli stipendi non sarebbe regolare. Tesi queste avvalorate dalle testimonianze giunte al sindacato di Base Cub di Magenta. Nessuno di questi lavoratori ha tuttavia voluto uscire allo scoperto. La quasi totalità di loro appare di fatto operante in condizione di estrema precarietà. Il timore, facendo dichiarazioni ufficiali, di perdere quel poco che si ha è quindi alto. Settegiorni, recandosi sul posto ad intervistare alcuni dei dipendenti che lavorano alla Lindt, ha cercato di fare chiarezza sulla loro situazione lavorativa con l'aiuto dello stesso Cub di Magenta. Ciò che è emerso è innanzitutto il fatto che in azienda si assiste ad un turnover di circa 120 dipendenti operanti per due diverse cooperative. La prima, magentina, raggruppa circa 40 lavoratori, gran parte dei quali sono donne. Ad esse è affidato il confezionamento del prodotto. Il contratto di assunzione prevede una base di 40 ore settimanali che tuttavia possono diminuire o aumentare a seconda del fabbisogno aziendale. Risultato? Sono le lavoratrici ad affermare che in concomitanza a feste particolari come il Natale o la Pasqua si lavora a pieno ritmo ma che non appena il periodo prefestivo volge al termine, l'attività lavorativa si blocca. C'è addirittura chi riferisce di orari di lavoro costituiti da due o tre ore spalmate sull'arco di un'intera giornata. È poi salito in superficie il problema degli stipendi. Sembra infatti che il corretto pagamento dei corrispettivi mensili si sia inceppato dallo scorso dicembre e che per tale motivo l'attività della cooperativa alla Lindt sarà interrotta entro la fine del mese di marzo. Ancora oggi resta ignoto il nominativo della ditta o della cooperativa che vi subentrerà. Ciò che è certo è che al posto di quella uscente e prima del suo ingresso alla Lindt, in lizza c'era un'altra cooperativa la quale, contando di vincere l'appalto, aveva già assunto del personale da far entrare nell'industria magentina. Sfumato invece il buon esito della gara, a farne le spese sono stati i lavoratori di quest'ultima che si sono ritrovati senza occupazione. Ad operare a pieno ritmo sono invece i 70 dipendenti di un'ulteriore cooperativa specializzata nei trasporti. La stessa ha tuttavia scelto di impiegare quasi tutti lavoratori stranieri residenti nel Milanese, che ogni mattina si dirigono a Magenta per prendere servizio. Storie di ordinario precariato. A difesa dei lavoratori coinvolti nel «caso Lindt» si è schierato il sindacato di Base Cub Magenta che sta organizzando per i prossimi giorni un presidio davanti alla sede magentina dell'azienda dolciaria per manifestare il disagio di chi vi lavora.

Venerdì 27 gli operai dell'ex Alfa parteciperanno all'assemblea degli azionisti
A TORINO A PROTESTARE ALLA FIAT
Mentre i dipendenti sono in cassa integrazione o mobilità, alcuni lavori vengono dati all'esterno

Arese - La Fiat ha messo in Cassa integrazione gli operai, ma nello stesso tempo dà del lavoro da eseguire a una ditta esterna. E' la protesta sollevata dai sindacalisti dello Slai Cobas di Arese nei giorni scorsi. Infatti hanno chiesto chiarimenti alla direzione della Fiat perché alcune lavorazioni attribuite al reparto officina non vengono effettuate nello stabilimento aresino, mentre gli operai rimangono in Cassa integrazione. «Nei giorni scorsi siamo venuti a conoscenza che in maniera molto provocatoria – scrivono i rappresentanti dello Slai Cobas – la Fiat ha disposto e commissionato dei completamenti di alcuni particolari su circa mille vetture Alfa Romeo appartenenti alla Polizia presso una carrozzeria che si trova a Caronno, nei pressi del nostro stabilimento. Vi chiediamo spiegazioni del perché Fiat ha privato le nostre officine i tali lavorazioni che venivano svolte nello stabilimento da svariati anni. Chiediamo come mai invece di impiegare i lavoratori i lavoratori in Cassa integrazione o in mobilità in tali lavorazioni la Fiat ha commissionato il tutto alla carrozzeria di Caronno Pertusella». Nel frattempo la Flm Uniti, Cub di Arese ha programmato una serie di manifestazioni di protesta per i prossimi giorni. «Per noi dell'Alfa - scrivono Flm Uniti Cub - la più importante è senza dubbio la manifestazione che faremo venerdì 27 marzo a Torino in occasione della assemblea degli azionisti. In quella sede, oltre che della Fiat parleremo dell'Alfa di Arese. Come sempre faremo un intervento anche all'interno dell'assemblea come azionisti. Martedì 24 andremo davanti al Pirellone per sollecitare Formigoni a darsi una mossa. In particolare gli ricorderemo che, mentre la regione Campania ha deciso di dare 350 euro al mese ai lavoratori in Cassa integrazione, la Regione Lombardia fa solo annunci ma non tira fuori niente. Inoltre sabato 28 ci sarà una manifestazione nazionale a Roma di tutti i sindacati di base per rivendicare un intervento serio del governo in difesa dei posti di lavoro e salari». Per la manifestazione di venerdì 27 a Torino i lavoratori partiranno da Arese al mattino alle 7,30 e torneranno nel primo pomeriggio.


19 marzo 2009 - Apcom

Sanità/ Usi-Rdb Ricerca: Precari Iss manifestano domani a Roma
Davanti a sede ex min.Salute contro "mannaia" ministro Brunetta

Roma, 19 mar. (Apcom) - L'Usi-RdB Ricerca ha indetto per domani una mobilitazione dei lavoratori dell'Istituto superiore di sanità davanti all'ex ministero della Salute sul Lungotevere Ripa a Roma. "Mancano cento giorni al 30 giugno 2009 - si legge in una nota -, data a partire dalla quale secondo le norme delineate dal ministro Brunetta nel provvedimento 'ammazza-precari' attualmente in Senato, saranno licenziati i precari del pubblico impiego e perderanno i diritti alle stabilizzazioni ottenuti con le mobilitazioni dei lavoratori". "Anche solo non stabilizzando questi lavoratori - dice il sindacato - perderemo professionalità con anni di anzianità alle spalle ed il Servizio sanitario nazionale, le Regioni, le decine di associazioni di pazienti che giornalmente collaborano con l'Istituto ne verranno menomati". Il sindacato chiede un "investimento sul futuro per assumere a tempo indeterminato chi è in stabilizzazione e un ulteriore fondo di 5 milioni di euro per convertire a tempo determinato gli attuali Co.co.co. Tutto in un provvedimento legislativo sulla fattispecie di quello fatto per l'Aifa dallo stesso ministero del Lavoro. Investire su questo personale significa - conclude il sindacato - investire oltre la crisi e non farla solo pagare a lavoratori e cittadini. Chiediamo che il ministro e i sottosegretari diano le risposte utili al Paese, a cominciare da quelle a favore dell'assunzione dei precari Iss". L'Istituto superiore di sanità, con oltre 800 precari (200 tempo determinato in stabilizzazione, 150 tempo determinato non in stabilizzazione, 250 Co.co.co e altri 200 circa con varie forme di contratto pagate da enti esterni) sarà "duramente colpito dalla mannaia del ministro della Funzione pubblica".

Roma, Cub: Oggi in Campidoglio imbrigliato protocollo cortei
"Si valuti se è meglio gestire pacifiche invasioni che tensioni"

Roma, 19 mar. (Apcom) - "La protesta attuata oggi a Roma, davanti al Campidoglio, dal movimento per la casa dimostra che non è possibile imbrigliare con protocolli liberticidi il sacrosanto diritto a manifestare: repressione e manganellate non possono essere la risposta alle lotte sociali da parte di uno stato democratico". Così in una nota il sindacato di base Cub. "La Cub invita pertanto il sindaco Alemanno, il prefetto e quanti hanno la responsabilità dell'ordine pubblico nella città di Roma, a valutare se non sia più gestibile la pacifica invasione dei manifestanti piuttosto - conclude il comunicato - che fronteggiare quotidianamente situazioni di tensione come quella verificatasi ieri all'Università".

Lazio/ Rdb-Cub: Ares licenzia 46 infermieri,servizio 118 a rischio
Malgrado rassicurazioni direzione generale e presidente Marrazzo

Roma, 19 mar. (Apcom) - Quarantasei infermieri dll'Ares 118 con contratto a tempo determinato "stanno ricevendo le lettere di licenziamento che scatterà dal prossimo 31 marzo". Lo scrive in una nota Rdb-Cub che definisce "grave" il fatto che non ci sia stata la proroga dei contratti in attesa della stabilizzazione. "Il provvedimento mette a rischio il servizio di emergenza". I licenziamenti arrivano "malgrado le rassicurazioni sul futuro dei precari del 118, giunte sia dal direttore generale dell'Ares che dal presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo". I lavoratori "non solo hanno maturato i requisiti per la stabilizzazione, ma hanno anche superato un concorso pubblico e sono in graduatoria per l'assunzione - scrivono i rappresentanti dei lavoratori - ma la direzione generale dell'Ares ha reso noto di dover interrompere il rapporto di lavoro 'in assenza della prescritta autorizzazione regionale'. L'avvio dei processi di stabilizzazione "è demandato - sottolinea il sindacato - proprio ai direttori generali delle aziende da ben due finanziarie nazionali e da una delibera di giunta regionale. Fra l'altro la stabilizzazione dei tempi determinati non comporta aumenti di spesa del personale, vero motivo del blocco delle assunzioni del piano di rientro dal deficit". Del problema "investiremo il prefetto di Roma".


19 marzo 2009 - Agi

CASA: LE ASSOCIAZIONI IN CAMPIDOGLIO, IL SINDACO CI INCONTRI

(AGI) - Roma, 19 mar. - Circa 500 persone, appartenenti alle associazioni di inquilini e di lotta per l'edilizia popolare, stanno manifestando sulla piazza del Campidoglio sulle misure in tema di alloggi popolari messe in cantiere dall'amministrazione comunale. "Abbiamo convocato questa manifestazione - spiega Paolo Divetta dell'Asia-Rdb - dopo la rottura con l'assessore per la casa Antoniozzi e in occasione dell'avvio della discussione sul bilancio. Il piano del Comune per la casa e' irresponsabile perche' prevede la vendita agli inquilini di 8 mila alloggi da cui si ricaverebbero 100 milioni di euro da reinvestire nella costruzione di altre case. Una cifra che viene messa a bilancio prima di essere incassata e quindi senza alcuna certezza di incamerarla. Chiediamo di incontrare oggi stesso i capigruppo al Consiglio comunale. Il sindaco Alemanno avrebbe dato la sua disponibilita' ad incontrarci il 25 marzo prossimo, ma non ne abbiamo ancora la certezza".


19 marzo 2009 - Dire

CORTEI. CUB: IN CAMPIDOGLIO VIOLATO PROTOCOLLO LIBERTICIDA

(DIRE) Roma, 19 mar. - "La protesta attuata oggi in Campidoglio dal movimento per la casa dimostra che non e' possibile imbrigliare con protocolli liberticidi il sacrosanto diritto a manifestare. Repressione e manganellate non possono essere la risposta alle lotte sociali da parte di uno stato democratico". Lo scrivono in una nota i sindacati della Confederazione unitaria di base, che invitano "pertanto il sindaco Alemanno, il prefetto e quanti hanno la responsabilita' dell'ordine pubblico nella citta' di Roma, a valutare se non sia piu' gestibile la pacifica invasione dei manifestanti piuttosto che fronteggiare quotidianamente situazioni di tensione come quella verificatasi ieri all'Universita'".

SANITÀ. RDB: GRAVE LICENZIAMENTO INFERMIERI PRECARI ARES 118

(DIRE) Roma, 19 mar. - "Malgrado le rassicurazioni sul futuro dei precari del 118, giunte sia dal direttore generale dell'Ares che dal presidente della Regione, Marrazzo, 46 infermieri con contratto a tempo determinato stanno ricevendo le lettere di licenziamento che scattera' dal prossimo 31 marzo. I 46 lavoratori hanno maturato i requisiti per la stabilizzazione e anche superato un concorso pubblico e sono in graduatoria per l'assunzione, ma la direzione generale dell'Ares ha reso noto di dover interrompere il rapporto di lavoro 'in assenza della prescritta autorizzazione regionale'". Lo dichiara Maria Teresa Pascucci del coordinamento regionale Rdb-Cub Sanita'. "Questo provvedimento- si legge in una nota- rappresenta chiaramente l'inconsistenza della dirigenza dell'Ares 118, che esprime la sua autonomia dirigenziale, anche violando le norme, per reprime e vessare il personale, ma non ha il coraggio delle sue responsabilita' quando deve onorare impegni e atti dovuti. Cio' dimostra anche una certa incompetenza- continua la sindacalista- perche' l'avvio dei processi di stabilizzazione e' demandato proprio ai Direttori Generali delle aziende da ben due Finanziarie nazionali e da una Delibera di giunta regionale. Fra l'altro la stabilizzazione dei Tempi Determinati non comporta aumenti di spesa del personale, vero motivo del blocco delle assunzioni del piano di rientro dal deficit". L'Rdb-Cub considera "gravissimo e ingiustificato che l'Ares 118 non abbia perlomeno prorogato i contratti in attesa della stabilizzazione. Continueremo a mettere in atto tutte le iniziative necessarie per garantire il diritto al lavoro dei precari del 118, cosi' come a tutti i precari della Sanita' del Lazio. Dato che il licenziamento dei precari del 118 potrebbe mettere a rischio la garanzia del servizio di emergenza, abbiamo deciso di investire del problema anche il Prefetto di Roma".

BOLOGNA. TAR BOCCIA IL RICORSO CONTRO LIMITAZIONI AI CORTEI
RDB-COBAS-SDL VOLEVANO MANIFESTARE SABATO NEL CENTRO CITTADINO

(DIRE) Bologna, 19 mar. - Il Tar dell'Emilia-Romagna dice "no" ai sindacati di base e respinge la loro richiesta di bloccare le prescrizioni data dalla Questura di Bologna al percorso proposto per il corteo di sabato, di protesta contro il divieto del Prefetto di manifestare in alcune zone del centro storico nel weekend. Rdb, Cobas e Sdl avevano chiesto di partire da piazza Nettuno, sfilare in via Ugo Bassi e poi arrivare davanti alla Prefettura, per protestare contro la direttiva Maroni che pone limiti alle manifestazioni pubbliche e contro l'ordinanza del Prefetto Angelo Tranfaglia, che ha reso le restrizioni attive in citta'. Dopo le prescrizioni dettate da piazza Galilei, che ha vietato il loro percorso proponendo un'alternativa (piazza San Francesco, piazza Malpighi, via Portanova, via IV Novembre fino alla Prefettura), i sindacati di base avevano tentato la strada del ricorso al Tar, presentato in via di urgenza. La decisione dei giudici e' arrivata ieri ed e' stata notificata questa mattina alla Questura: si tratta di una primissima valutazione urgente, che viene ancora prima della pronuncia sospensiva. Il Tar non ritiene che le prescrizioni della Questura creino all'organizzazione sindacale "inconvenienti" tali da giustificarne l'annullamento. Si tratta della valutazione di una misura cautelare urgente, a proposito della quale i giudici amministrativi devono stabilire se ci sono profili di danno, arrecati ai ricorrenti, tali da giustifcare il blocco del provvedimento contro cui si ricorre. La richiesta di sospensiva, invece, sara' discussa dal Tar l'8 aprile. Dopo il rigetto del Tar, le prescrizioni della Questura rimangono dunque valide. I sindacati hanno gia' annunciato che violeranno la "zona rossa".


19 marzo 2009 - Ansa

CORTEI ROMA: CUB, VIOLATO PROTOCOLLO LIBERTICIDA

(ANSA) - ROMA, 19 MAR - «La protesta attuata oggi in Campidoglio dal movimento per la casa dimostra che non è possibile imbrigliare con protocolli liberticidi il sacrosanto diritto a manifestare. Repressione e manganellate non possono essere la risposta alle lotte sociali da parte di uno stato democratico». Lo dichiara CUB in un comunicato. «Il Sindaco Alemanno, il Prefetto e quanti hanno la responsabilità dell'ordine pubblico nella città di Roma, valutino se non sia più gestibile la pacifica invasione dei manifestanti piuttosto che fronteggiare quotidianamente situazioni di tensione come quella verificatasi ieri all'Università», conclude la nota.

SANITÀ: RDB-CUB, LICENZIATI 46 PRECARI DEL 118

(ANSA) - ROMA, 19 MAR - Malgrado le assicurazioni del presidente della Regione Piero Marrazzo e del direttore generale dell'Ares, 46 infermieri del 118 con contratto a Tempo Determinato stanno ricevendo le lettere di licenziamento che scatterà dal prossimo 31 marzo. Lo ha reso noto, in un comunicato, la RdB-Cub sottolineando che i lavoratori non hanno maturato i requisiti per la stabilizzazione, e hanno anche superato un concorso pubblico e sono in graduatoria per l'assunzione, ma la Direzione Generale dell'Ares ha reso noto di dover interrompere il rapporto di lavoro «in assenza della prescritta autorizzazione regionale». Secondo il sindacato è «gravissimo e ingiustificato che l'Ares 118 non abbia perlomeno prorogato i contratti in attesa della stabilizzazione». A giudizio di RdB-Cub il licenziamento dei precari del 118 «potrebbe mettere a rischio la garanzia del servizio di emergenza».

SANIITÀ:ARES 118,PUNTIAMO ALL'ASSUNZIONE DEI 46 INFERMIERI

(ANSA) - ROMA, 19 MAR - «L'azienda sta lavorando, insieme con la Regione Lazio, per l'assunzione del personale in questione ormai da diverse settimane. Nelle lettere inviate, abbiamo comunicato ai diretti interessati che rientreranno nelle procedure di assunzione attraverso una modifica del contratto e della tipologia di rapporto di lavoro: da tempo determinato a tempo indeterminato».Lo afferma in una nota l'Ares 118 in relazione alla denuncia fatta delle Rdb su un presunto lincenziamento di 46 infermieri. «Abbiamo specificato ai lavoratori - si legge - che queste procedure sono comunque soggette all'autorizzazione da parte della Regione Lazio». Ares ribadisce il proprio impegno «nel voler continuare ad avvalersi della professionalità del personale in questione ed in tal senso sta portando avanti tutti gli atti necessari al raggiungimento di questo risultato».

UNIVERSITA': CUB A BRUNETTA, NON HA IDEA DI DEMOCRAZIA

(ANSA) - MILANO, 19 MAR - Il ministro della funzione pubblica Renato Brunetta ''non ha uno straccio di idea di democrazia''. Lo sostiene il coordinatore nazionale della Cub Piergiorgio Tiboni, che ha replicato al ministro secondo il quale gli studenti dell'onda sono ''dei guerriglieri''. ''Le affermazioni demenziali di Brunetta - spiega Tiboni - sono la dimostrazione che di fronte all'aggravarsi della crisi si vogliono resuscitare fantasmi del passato pur di restare a galla, criminalizzando ogni forma di lotta pacifica''. Secondo il sindacalista di base infatti ''la guerriglia esiste solo nella confusione mentale di un immaturo che non ha uno straccio di idea di democrazia''.

LAVORO: CUB, NO A LICENZIAMENTI A BANG & OLUFSEN

(ANSA) - MILANO, 19 MAR - La Confederazione di base, Cub, contesta il licenziamento di 13 dei 19 dipendenti della filiale italiana della Bang & Olufsen, il famoso marchio danese di dispositivi elettronici audio e video di alto livello tecnologico Dopo lo sciopero di otto ore di ieri oggi si è svolta un'assemblea in cui i lavoratori - viene spiegato in una nota - hanno proseguito l'astensione dal lavoro fino alla fine dei turni e hanno attuato un presidio davanti alla sede di Milano, in via San Vito. L'agitazione è sostenuta anche dalla Filcams-Cgil. Il sindacato di base teme che «il prossimo passo sia la definitiva chiusura della filiale».


19 marzo 2009 - Adnkronos

SANITA': RDB CUB, A FINE MESE 46 INFERMIERI ARES 118 LAZIO LICENZIATI
PROVVEDIMENTO GRAVE, ORA SARA' INFORMATO IL PREFETTO DI ROMA

Roma, 19 mar. (Adnkronos/Adnkronos Salute) - Futuro incerto per 46 infermieri precari dell'Ares 118 con contratto a termine, che stanno ricevendo le lettere di licenziamento che scattera' dal prossimo 31 marzo. Tutto questo "malgrado le rassicurazioni sul loro futuro giunte sia dal direttore generale dell'Ares 118, Marinella D'Innocenzo, che dal presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo". A denunciare la situazione dei 46 lavoratori e' la Rdb-Cub (Rappresentanze di base - Confederazione unitaria di base), che ora rendera' noto il fatto anche al Prefetto di Roma. I 46 infermieri - sostiene la Rdb-Cub - non solo hanno maturato i requisiti per la stabilizzazione, ma hanno anche superato un concorso pubblico e sono in graduatoria per l'assunzione. Eppure la direzione generale dell'Ares ha reso noto 'di dover interrompere il rapporto di lavoro in assenza della prescritta autorizzazione regionale'. "Questo provvedimento - replica Maria Teresa Pascucci, del Coordinamento regionale Rdb Cub sanita' - rappresenta chiaramente l'inconsistenza della dirigenza dell'Ares 118, che esprime la sua autonomia dirigenziale, anche violando le norme, per reprimere e vessare il personale, ma non ha il coraggio delle sue responsabilita' quando deve onorare impegni e atti dovuti". "Cio' dimostra anche una certa incompetenza - continua la sindacalista - perche' l'avvio dei processi di stabilizzazione e' demandato proprio ai direttori generali delle aziende da ben due Finanziarie nazionali e da una delibera di Giunta regionale. Fra l'altro la stabilizzazione dei tempi determinati non comporta aumenti di spesa del personale, vero motivo del blocco delle assunzioni del piano di rientro dal deficit". Secondo la Pascucci, quanto sta avvenendo e' un fatto "gravissimo e ingiustificato. La Rdb-Cub continuera' a mettere in atto tutte le iniziative necessarie per garantire il diritto al lavoro dei precari del 118, cosi' come a tutti i precari della sanita' del Lazio. E dato che il licenziamento dei precari del 118 potrebbe mettere a rischio la garanzia del servizio di emergenza - conclude - abbiamo deciso di investire del problema anche il Prefetto di Roma".

RICERCA: ROMA, DOMANI PRECARI ISS IN PIAZZA CONTRO BRUNETTA
PROTESTA INDETTA DA USI-RDB

Roma, 19 mar. (Adnkronos/Adnkronos Salute) - Domani a Roma manifestazioni dei lavoratori precari dell'Istituto superiore di sanita' (Iss). Ad annunciarlo e' Claudio Argentini, della segreteria nazionale Usi-Rdb ricerca, che ha voluto far coincidere la protesta con una data simbolica: "Domani mancheranno infatti 100 giorni al 30 giugno 2009, data a partire dalla quale, secondo le norme delineate dal ministro Brunetta nel provvedimento 'ammazza-precari' attualmente in Senato, saranno licenziati i precari del pubblico impiego e perderanno i diritti alle stabilizzazioni ottenuti con le mobilitazioni dei lavoratori". Per Argentini, "l'Iss, con oltre 800 precari (200 tempo determinato in stabilizzazione, 150 tempo determinato non in stabilizzazione, 250 Co.co.co e altri 200 circa con varie forme di contratto pagate da enti esterni), sara' duramente colpito dalla mannaia del ministro della Funzione Pubblica. A bloccarsi saranno attivita' che direttamente coinvolgono il Paese, come i controlli su vaccini e farmaci, sugli alimenti, sull'ambiente, sui presidi medico-sanitari. E ancora, gli albi su malattie rare e genetiche, la sorveglianza sulle malattie infettive, su quelle cardiovascolari, sulla tossicodipendenza. Colpita anche la ricerca pubblica sanitaria in generale, come quella sulle cellule staminali o sulla farmaco resistenza, o ambientale", aggiunge. "Noi - sottolinea Argentini in una nota - chiediamo poche cose precise: un investimento sul futuro per assumere a tempo indeterminato chi e' in stabilizzazione e un ulteriore fondo di 5 milioni di euro per convertire a tempo determinato gli attuali Co.co.co. Tutto in un provvedimento legislativo sulla fattispecie di quello fatto per l'Agenzia italiana del farmaco dal ministero del Lavoro. Investire su questo personale - precisa - significa investire oltre la crisi e non farla solo pagare a lavoratori e cittadini. Chiediamo - conclude Argentini - che il ministro e i sottosegretari diano le risposte utili al Paese, a cominciare da quelle a favore dell'assunzione dei precari Iss".

SCUOLA: BERNOCCHI (COBAS), IL PROVOCATORE BRUNETTA COLPISCE ANCORA

Roma, 19 mar. - (Adnkronos) - «Il provocatore Brunetta colpisce ancora. Sappiamo che, parlandone, assecondiamo la megalomania del ministro Brunetta, che usa la provocazione come metodo politico di visibilità personale. Ma che gli studenti dell'Università di Roma, vittime inermi della brutale aggressione poliziesca di ieri, vengano descritti addirittura come 'guerriglieri che come tali vanno trattatì, supera qualsiasi livello di sopportabilità». È quanto afferma il portavoce nazionale dei Cobas, Piero Bernocchi commentando le affermazioni del ministro per la Pubblica Amministrazione e l'Innovazione. «Brunetta - sottolinea Bernocchi - assai probabilmente non ha mai incontrato guerriglieri e ne ha una ben strana idea: di certo negli ultimi anni gli studenti universitari romani sono stati permanentemente vittime della violenza poliziesca nonchè di quella di squadracce fasciste, mentre non risulta , nel campo delle 'forze del disordinè in divisa neanche un ferito negli ultimi anni di repressione all'Università. Va notato che Brunetta faceva le sue farneticanti dichiarazioni insieme alla ministra Gelmini che annunciava un ulteriore taglio di posti per i precari della scuola di 18 mila unità (precari che non verranno riconfermati il prossimo anno) e del 20% all'Università». Secondo Bernocchi «sono queste decisioni, così come il più generale aggravarsi della crisi economica, che spiegano l'allucinante Protocollo liberticida che vorrebbe impedire ogni forma di manifestazione verso le 'contropartì dei movimenti, e che è all'origine dei divieti nei confronti degli studenti di Roma. Protocollo - sottolinea ancora il portavoce Cobas - la cui responsabilità, però, ricade anche sulle opposizioni parlamentari (in primis Pd e IdV) e sui sindacati concertativi (in primis Cgil) che lo hanno firmato e reso possibile. I Cobas - conclude Bernocchi - insieme alle altre forze del Patto di Base (Cub e SdL), si sono già rifiutati di accettare i diktat polizieschi in occasione delle manifestazioni dei lavoratori Telecom e di quelli dei Trasporti: e continueranno così, a partire dalla manifestazione nazionale convocata per il 28 marzo, per far saltare l'ignobile Protocollo e riconquistare subito il diritto di manifestare liberamente per tutti/e».


19 marzo 2009 - Omniroma

CASA, CUB: «VIOLATO PROTOCOLLO LIBERTICIDA»

(OMNIROMA) Roma, 19 mar - «La protesta attuata oggi in Campidoglio dal movimento per la casa dimostra che non è possibile imbrigliare con protocolli liberticidi il sacrosanto diritto a manifestare. Repressione e manganellate non possono essere la risposta alle lotte sociali da parte di uno stato democratico. La Cub invita pertanto il sindaco Alemanno, il prefetto e quanti hanno la responsabilità dell'ordine pubblico nella città di Roma, a valutare se non sia più gestibile la pacifica invasione dei manifestanti piuttosto che fronteggiare quotidianamente situazioni di tensione come quella verificatasi ieri all'università». Così, in una nota Cub.

CASA, IN CAMPIDOGLIO IN CORSO PRESIDIO COMITATI

(OMNIROMA) Roma, 19 mar - La scalinata davanti a palazzo Senatorio è già piena di manifestanti: nonostante il divieto giunto in maniera informale ieri sera di tenere il presidio in Campidoglio i comitati di lotta per la casa sono venuti lo stesso e adesso in piazza ci sono diverse centinaia di persone, da Action al Comitato di via Pincherle, dal Coordinamento cittadino di lotta per la casa ai Blocchi precari metropolitani al Comitato popolare di lotta per la casa, Comitato obiettivo casa Asia Rdb. Sotto la statua della lupa polizia e carabinieri presidiano dietro le transenne l'accesso in campidoglio. «La prefettura ha fatto marcia e indietro sul divieto quando è intervenuto il gabinetto del sindaco - ha detto Andrea Alzetta consigliere comunale SA - peraltro era già in programma per oggi un incontro con i capigruppo capitolini mentre un altro è già fissato con il sindaco Alemanno per il 25 marzo alle 17 per discutere di emergenza abitativa». «Noi però oggi chiediamo garanzie su questo incontro - ha detto Luca del Coordinamento - non ci fidiamo perché i tavoli di discussione aperti fino ad oggi non hanno portato a nulla. Questa amministrazione non ha stanziato neppure un euro sulla casa, gli unici soldi sono quelli dei finanziamenti regionali o provenienti dalla svendita del patrimonio pubblico. A Roma servono soldi veri per un piano che preveda il recupero di immobili pubblici come le caserme dismessi e senza distruggere altro territorio, ci vorrebbero almeno 20-30 mila case e invece questa amministrazione come le precedenti ne costruirà al massimo 6/700 l'anno». La piazza già piena di striscioni dei comitati, sta continuando a riempirsi di manifestanti che gridano slogan sul diritto alla casa. Al momento la situazione è tranquilla.

ARES 118, RDB-CUB: «LICENZIATI INFERMIERI PRECARI»

(OMNIROMA) Roma, 19 mar - «Malgrado le rassicurazioni sul futuro dei precari del 118, giunte sia dal direttore generale dell'Ares che dal Presidente della Regione Lazio Marrazzo, 46 infermieri con contratto a tempo determinato stanno ricevendo le lettere di licenziamento che scatterà dal prossimo 31 marzo. I 46 lavoratori non solo hanno maturato i requisiti per la stabilizzazione, ma hanno anche superato un concorso pubblico e sono in graduatoria per l'assunzione, ma la direzione generale dell'Ares ha reso noto di dover interrompere il rapporto di lavoro 'in assenza della prescritta autorizzazione regionalè». Così in una nota dell'RdB-CUB. «Questo provvedimento - dichiara Maria Teresa Pascucci del Coordinamento Regionale RdB-CUB Sanità - rappresenta chiaramente l'inconsistenza della dirigenza dell'Ares 118, che esprime la sua autonomia dirigenziale, anche violando le norme, per reprime e vessare il personale, ma non ha il coraggio delle sue responsabilità quando deve onorare impegni e atti dovuti». «Ciò dimostra anche una certa incompetenza - continua la sindacalista - perché l'avvio dei processi di stabilizzazione è demandato proprio ai Direttori Generali delle aziende da ben due Finanziarie nazionali e da una Delibera di giunta regionale. Fra l'altro la stabilizzazione dei Tempi Determinati non comporta aumenti di spesa del personale, vero motivo del blocco delle assunzioni del piano di rientro dal deficit». Conclude la sindacalista: «Consideriamo gravissimo e ingiustificato che l'Ares 118 non abbia perlomeno prorogato i contratti in attesa della stabilizzazione. La RdB-CUB continuerà a mettere in atto tutte le iniziative necessarie per garantire il diritto al lavoro dei precari del 118, così come a tutti i precari della Sanità del Lazio. Inoltre, dato che il licenziamento dei precari del 118 potrebbe mettere a rischio la garanzia del servizio di emergenza, abbiamo deciso di investire del problema anche il Prefetto di Roma».

ARES 118, AZIENDA: «DA TEMPO A LAVORO PER ASSUNZION PERSONALE»

(OMNIROMA) Roma, 19 mar - «In relazione al comunicato di Rdb relativo al presunto licenziamento di 46 infermieri», Ares 118 dichiara in una nota che «l'azienda sta lavorando, insieme con la Regione Lazio, per l'assunzione del personale in questione ormai da diverse settimane. Nelle lettere inviate, abbiamo infatti comunicato ai diretti interessati che rientreranno nelle procedure di assunzione attraverso una modificazione del contratto e della tipologia di rapporto di lavoro: da tempo determinato a tempo indeterminato. Abbiamo inoltre specificato ai 46 lavoratori che queste procedure sono comunque soggette all'autorizzazione da parte della Regione Lazio». L'Azienda «coglie l'occasione per ribadire il proprio impegno nel voler continuare ad avvalersi della professionalità del personale in questione ed in tal senso sta portando avanti tutti gli atti necessari al raggiungimento di questo risultato». Ares 118 «si riserva inoltre di adire alle vie legali nei confronti della signora Pascucci per le affermazioni infondate e gravemente lesive dell'immagine e dell'operato aziendali».


19 marzo 2009 - Reuters

Studenti contro Brunetta che li chiama "guerriglieri"

ROMA (Reuters) - Le dichiarazioni del ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, che oggi ha definito "guerriglieri" gli studenti dell'Onda che ieri si sono scontrati con la polizia in un'università romana, vanno intese come un monito affinché la dimostrazione del dissenso non trascenda nella violenza. Lo ha detto oggi il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini in un comunicato, dopo le dure reazioni degli studenti suscitate dalle parole di Brunetta. Anche se "a volte usa toni forti e provocatori", ha detto Gelmini, "il ministro Brunetta condivide certamente l'auspicio che l'università sia sempre il luogo del dialogo e non della violenza". Stamani a margine di una conferenza stampa congiunta con il ministro Gelmini, Brunetta ha detto che gli studenti dell'Onda sono "guerriglieri e verranno trattati come guerriglieri", secondo quanto riferito dai media. "Le dichiarazioni del ministro Brunetta di questa mattina sono sconcertanti. Il ministro afferma che il movimento è composto da guerriglieri e che non è rappresentato nelle elezioni", ha detto in una nota la Rete degli studenti medi. Gli scontri di ieri alla Sapienza sono avvenuti mentre un gruppo di studenti stava cercando di unirsi a una manifestazione in occasione dello sciopero indetto dalla Cgil per i lavoratori dei comparti pubblici e privati di scuola, università e accademie contro i tagli del governo al mondo dell'istruzione. "Mi auguro vivamente che gli episodi di ieri della Sapienza non si ripetano più", ha detto il ministro Gelmini. "Il diritto di manifestare va sempre rispettato ma la democratica dimostrazione del dissenso non può mai trascendere nella violenza, che non può mai essere accettata. In questo senso credo vadano interpretate anche le dichiarazioni del ministro Brunetta", ha aggiunto. L'Unione degli universitari ha definito le parole di Brunetta "fuori dalla realtà", invitando il ministro a non alimentare un "clima di tensione contro chi dissente" in modo pacifico contro il governo. "Che gli studenti dell'Università di Roma, vittime inermi della brutale aggressione poliziesca di ieri, vengano descritti addirittura come 'guerriglieri che come tali vanno trattati', supera qualsiasi livello di sopportabilità", scrive Pietro Bernocchi dei Cobas, annunciando una manifestazione con Cub e Sdl il 28 marzo contro il protocollo sugli scioperi.


19 marzo 2009 - Iris

UNIVERSITA': TIBONI (UCB), BRUNETTA SENZA UNO STRACCIO DI IDEA DI DEMOCRAZIA

(IRIS) - ROMA, 19 MAR - Il ministro della funzione pubblica Renato Brunetta ''non ha uno straccio di idea di democrazia''. Lo sostiene il coordinatore nazionale della Cub Piergiorgio Tiboni, che ha replicato al ministro secondo il quale gli studenti dell'onda sono ''dei guerriglieri''. ''Le affermazioni demenziali di Brunetta - spiega Tiboni - sono la dimostrazione che di fronte all'aggravarsi della crisi si vogliono resuscitare fantasmi del passato pur di restare a galla, criminalizzando ogni forma di lotta pacifica''. Secondo il sindacalista di base infatti ''la guerriglia esiste solo nella confusione mentale di un immaturo che non ha uno straccio di idea di democrazia''.

P.A.: I PRECARI DELL’ISTITUTO SUPERIORE DI SANITA’ MANIFESTANO

(IRIS) – ROMA, 19 MAR - Mancano 100 giorni al 30 giugno 2009, data a partire dalla quale secondo le norme delineate dal Ministro Brunetta nel provvedimento "ammazza-precari" attualmente in Senato (A.S. 1167) saranno licenziati i precari del Pubblico Impiego e perderanno i diritti alle stabilizzazioni ottenuti con le mobilitazioni dei lavoratori. L’Istituto Superiore di Sanità, con oltre 800 precari (200 tempo determinato in stabilizzazione, 150 tempo determinato non in stabilizzazione, 250 Co.co.co e altri 200 circa con varie forme di contratto pagate da enti esterni) sarà duramente colpito dalla mannaia del Ministro della Funzione Pubblica. Per queste ragioni, l’Usi-RdB Ricerca ha indetto per domani, 20 marzo (Lungotevere Ripa 2; ore 10.30) una mobilitazione dei lavoratori dell’ISS: "Domani non saremo a festeggiare i 100 giorni agli esami, ma a portare in piazza il danno che i cittadini avranno se le centinaia di precari dell’Istituto Superiore di Sanità saranno cacciati il 30 giugno", avverte Claudio Argentini, della Segreteria Nazionale USI-RdB Ricerca.

PRECARI: 46 INFERMIERI LICENZIATI

(IRIS) - ROMA, 19 MAR - Come reso noto dall' Ufficio stampa Rdb-CUB, malgrado le rassicurazioni sul futuro dei precari del 118, giunte sia dal Direttore Generale dell’ARES che dal Presidente della Regione Lazio Marrazzo, 46 infermieri con contratto a Tempo Determinato stanno ricevendo le lettere di licenziamento che scatterà dal prossimo 31 marzo. I 46 lavoratori non solo hanno maturato i requisiti per la stabilizzazione, ma hanno anche superato un concorso pubblico e sono in graduatoria per l’assunzione, ma la Direzione Generale dell’ARES ha reso noto di dover interrompere il rapporto di lavoro "in assenza della prescritta autorizzazione regionale". "Questo provvedimento - dichiara Maria Teresa Pascucci del Coordinamento Regionale RdB-CUB Sanità - rappresenta chiaramente l’inconsistenza della dirigenza dell’Ares 118, che esprime la sua autonomia dirigenziale, anche violando le norme, per reprime e vessare il personale, ma non ha il coraggio delle sue responsabilità quando deve onorare impegni e atti dovuti". "Ciò dimostra anche una certa incompetenza - continua la sindacalista - perché l’avvio dei processi di stabilizzazione è demandato proprio ai Direttori Generali delle aziende da ben due Finanziarie nazionali e da una Delibera di giunta regionale. Fra l’altro la stabilizzazione dei Tempi Determinati non comporta aumenti di spesa del personale, vero motivo del blocco delle assunzioni del piano di rientro dal deficit". Conclude la sindacalista: "Consideriamo gravissimo e ingiustificato che l’ARES 118 non abbia perlomeno prorogato i contratti in attesa della stabilizzazione. La RdB-CUB continuerà a mettere in atto tutte le iniziative necessarie per garantire il diritto al lavoro dei precari del 118, così come a tutti i precari della Sanità del Lazio. Inoltre, dato che il licenziamento dei precari del 118 potrebbe mettere a rischio la garanzia del servizio di emergenza, abbiamo deciso di investire del problema anche il Prefetto di Roma".


19 marzo 2009 - Roma Today

Ares 118: licenziati 46 lavoratori con contratto a tempo determinato
La denuncia è del sindacato Rdb-CUB che ha deciso di investire del problema anche il prefetto, essendo il servizio di emergenza a rischio

Roma - Nonostante le rassicurazioni sul futuro dei precari del 118, giunte nei mesi sia dal direttore generale dell’ARES che dal Presidente della Regione Lazio Marrazzo, 46 infermieri con contratto a tempo determinato stanno ricevendo le lettere di licenziamento che scatterà dal prossimo 31 marzo. La denuncia è del sindacato Rdb-Cub che è pronta a rivolgersi al Prefetto "perchè con questi licenziamenti il servizio d'emergenza è a rischio". I 46 lavoratori che stanno per essere licenziati non solo hanno maturato i requisiti per la stabilizzazione, ma hanno anche superato un concorso pubblico e sono in graduatoria per l’assunzione. Secondo Rdb Cub però "la direzione generale dell’Ares ha reso noto di dover interrompere il rapporto di lavoro "in assenza della prescritta autorizzazione regionale". "Questo provvedimento", ha dichiarato Maria Teresa Pascucci del Coordinamento Regionale RdB-CUB Sanità, "rappresenta chiaramente l’inconsistenza della dirigenza dell’Ares 118, che esprime la sua autonomia dirigenziale, anche violando le norme, per reprimere e vessare il personale, ma non ha il coraggio delle sue responsabilità quando deve onorare impegni e atti dovuti". Secondo la sindacalista "ciò dimostra anche una certa incompetenza perché l’avvio dei processi di stabilizzazione è demandato proprio ai Direttori Generali delle aziende da ben due Finanziarie nazionali e da una Delibera di giunta regionale. Fra l’altro la stabilizzazione dei Tempi Determinati non comporta aumenti di spesa del personale, vero motivo del blocco delle assunzioni del piano di rientro dal deficit". "Consideriamo gravissimo e ingiustificato", conclude la Pascucci "che l’ARES 118 non abbia perlomeno prorogato i contratti in attesa della stabilizzazione". Il sindacato RdB-CUB è convinta che il licenziamento di questi 46 precari mette a rischio la garanzia del servizio di emergenza. Anche per questo nei prossimi giorni si è deciso di investire del problema il Prefetto.


19 marzo 2009 - Unonotizie

TUSCIA, VITERBO: RDB E IL MISTERO DEI BANDI PUBBLICI FANTASMA

VITERBO (UNONOTIZIE.IT) - Corre voce che dopo il comunicato stampa di RdB, (che ha fatto squillare più di un telefono), il bando pubblico fantasma sia stato prorogato di altri 8 giorni, dichiara Lino ROCCHI della Rdb VT, sarebbe stato un buon segnale, invece, controllando il sito della Provincia, la data di scadenza è rimasta il 18/03/09; delle due o abbiamo sbagliato noi, ( diteci perché), oppure avevamo ragione e allora fermatevi!!!!!! Frugando dentro il sito però escono fuori svariati bandi di selezione riservato esclusivamente al personale che ha già svolto attività di COCOCO presso la Provincia per almeno tre anni. Ebbene tale riserva è esplicitata salvo ribadire la validità del comma 560 della legge 296/06 di cui però non si spiegano i contenuti. Tale comma prevede il diritto a partecipare ai soggetti che hanno stipulato uno o più contratti di COCOCO per almeno un anno alla data del 26/09/06. Siamo proprio mal pensanti, prosegue ROCCHI, ma ci chiediamo perché il requisito del triennio viene esplicitato tale da apparire requisito essenziale mentre il comma 560 che attenua la precedente prescrizione viene solo citato quasi fosse ininfluente? Non capiamo tra l’altro perché per alcuni concorsi le selezioni avverranno sui curricula mentre su altri si procederà a prove teoriche e pratiche. Il precariato non ha colore o bandiera, difendiamo il diritto di quanti,sulla base di normative a nostro giudizio incivili, da anni vivono sotto "l ricatto" della politica e dei datori di lavoro. A fronte di quanto stiamo verificando, non riteniamo trasparente la gestione di questi bandi, errori di pubblicazione e formulazioni criptiche. Una gestione a nostro giudizio, conclude Lino ROCCHI, non idonea anche sul piano dell’organizzazione del lavoro perché innesta figure professionali senza aver discusso con i lavoratori o con le loro rappresentanze un efficace modello organizzativo e funzionale. Invitiamo tutti i Lavoratori percari che hanno svolto almeno un anno di lavoro negli ultimi 5 anni a fare immediatamente domanda di ammissione, in caso di esclusione questa Federazione offrirà il patrocinio gratuito a quanti vorranno lottare insieme a noi per i loro diritti.


19 marzo 2009 - Liberazione

Impedito un corteo che avanzava a mani alzate. L'Onda: la Cgil ritiri la firma dal protocollo che limita le manifestazioni Roma, cariche alla Sapienza
La polizia assedia l'università
di Checchino Antonini

Roma - Verso mezzogiorno sembravano quasi fraternizzare, i caschi verdi al di là dei cancelli della Sapienza, gli studenti al di qua. E un finanziere in assetto di guerra filtrava le persone in coda come in un check point per entrare e uscire dall'ateneo. Come da copione i suoi colleghi commentavano il culo delle ragazze mentre uno studente di fisica provava a spiegare loro che avrebbero solo voluto parlare al quartiere, ai lavoraori del policlinico. Solo un'ora prima, da quelle parti, è stato l'inferno con carabinieri e poliziotti a dare addosso senza preavviso a un corteo di studenti che tentava a mani alzate di forzare il protocollo che limita il diritto a manifestare con la risibile scusa del traffico. Il centro di Roma è quasi tutto a traffico limitato o pedonalizzato.
Tre-quattrocento gli studenti, un po' di meno gli assedianti che bloccavano ogni accesso alla città universitaria coi loro caschi verdi, azzurri e blu. In quattro su un ragazzo e i manganelli impugnati al contrario e gli sputi secondo la professionalità impeccabile esibita dagli uomini di Via Genova nelle battute di caccia allo studente o al rumeno.
In piazzale Aldo Moro la formazione è a ferro di cavallo. Gli studenti avanzano di tre metri, poi le manganellate proseguiranno fin dentro il recinto dell'unversità, con la compiacenza del rettore. La reazione degli studenti è il lancio di vecchie scarpe e ciabatte. Dovevano servire per il ministero dell'Economia, sull'esempio degli studenti francesi. Il corteo prova a tornare sui suoi passi, lungo le strade della città universitaria da dove era venuto dopo aver interrotto le lezioni per comunicare con gli altri studenti sui temi dello sciopero di tutto il mondo della conoscenza. Si prova a uscire da un altro lato. Sul viale Regina Elena le polizie sono disposte a testuggine. Stavolta c'è qualche corpo a corpo. Uno dei responsabili dell'ordine viene travolto dalla professionale foga dei suoi uomini. Qualcuno si farà refertare, così diranno le veline. Gli studenti feriti trovano un po' di sollievo sulle scale del rettorato dove si improvvisa un primo megafonaggio. «Spuntavano e manavano», dicono i feriti, lievi per fortuna, mostrando schiene, teste e braccia segnate. ll numero degli studenti è salito. Così si decide di prendersi l'aula 1 di Lettere per una conferenza stampa-assemblea che coglie immediatamente il nodo. E' la notte della democrazia. «Quello che è successo oggi parla degli attacchi del governo al contratto nazionale, al diritto di sciopero, della militarizzazione delle città, dei protocolli per limitare i cortei imposti dai sindaci ma firmati anche dai confederali. Nessuno può rimanere in silenzio», dice Giorgio Sestili di Fisica. «Se la Cgil ha scelto il conflitto lo deve dire chiaramente, quello che è accaduto qui è un'interruzione del diritto di sciopero», aveva detto anche Francesco Raparelli, ricercatore. «Da questo momento quel protocollo non serve più!», strilla Franco Gallerano, presidente del direttivo regionale della Flc Cgil. Fabio De Nardis, responsabile università del Prc, coglie il «filo nero» tra le cariche di un'ora prima e le aggressioni fasciste delle ultime ore negli altri due atenei della Capitale.
Da Palermo, il leader nazionale della Flc, Mimmo Pantaleo condanna l'accaduto e invita l'Onda a continuare «sapendo che la Cgil è e sarà sempre un presidio di democrazia e libertà». Ma l'imbarazzo in casa Cgil per quella firma è tangibile. Il segretario confederale del Lazio prova a puntare i piedi: «Nessuno si nasconda dietro il protocollo per colpire il diritto di sciopero, nè tantomeno per disattivare le forme di collaborazione che da sempre sono state agite da parte delle forze dell'ordine nella nostra città». Ma perché non ritirare quella firma? Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione, coglie nel segno: «Le cariche sono il primo frutto avvelenato del protocollo che noi non abbiamo voluto firmare». Prima di ieri era stata vietata la piazza ai cobas e alle associazioni di consumatori ma ancora non erano volate manganellate. Ieri agli studenti, domani a chiunque. «Quello che serve ora è rendersi conto della situazione e unire al massimo tutte le energie: studenti, sindacati di base, la stessa Cgil, le forze della sinistra non possono più stare ognuno nel proprio recinto ma occorre un salto di qualità nella costruzione di Comitati anti-crisi e anti-repressione», fa sapere Salvatore Cannavò, di Sinistra critica, nel dibattito a distanza amplificato dai lanci di agenzie. «Da giorni la Questura sta cercando di farci spostare il percorso del corteo nazionale di sabato 28 marzo promosso dal Patto di Base in occasione della riunione dei Ministri del Welfare del G14. Si tenta di ridurre al silenzio il conflitto proprio in concomitanza con la fase acuta della crisi», spiega il coordinatore delle Rdb Cub, Pierpaolo Leonardi. «Gli strumenti politici per l'aggressione sono stati forniti anche da tutti i partiti della opposizione parlamentare (Pd in prima fila), nonchè dai sindacati concertativi, che hanno sottoscritto un dittatoriale Protocollo: non si potrebbe protestare davanti a ministeri, uffici pubblici, sedi aziendali o padronali, Parlamento e sedi politiche: insomma, non si potrebbe portare il conflitto
davanti alle sedi delle controparti», aggiunge il portavoce dei Cobas scuola, Piero Bernocchi.
Intanto, Ivano Peduzzi, capogruppo in Regione e il segretario Prc romano Giuseppe Carroccia, chiedono un incontro urgente al prefetto. Protestano il Pdci, l'Uds, l'Udu, perfino gli studenti di Forza nuova. Da Milano, Retescuole, precari e collettivi chiedono alla Cgil di uscire dall'ambiguità. Solo i ragazzotti di An, sodali con quelli molto maneschi che a Roma III conservavano spranghe e poster nazisti nell'armadietto, se la prendono con la presunta violenza dei collettivi. Da Napoli, arrivano le foto di un gruppo di squadristi con lame, mazze e caschi che aspettava l'Onda fuori da giurisprudenza.

Il Comune discuterà il bilancio. Presenti anche gli inquilini di via Pincherle
Roma, oggi la manifestazione per il diritto all'abitare
di Daniele Nalbone

Roma - Un cambio di passo nella politica delle dismissioni. Questo il richiamo di AS.I.A. Rdb «alle forze politiche in generale, e all'Udc in particolare, perché non basta mostrare solidarietà nelle intenzioni se non si interviene sulle cause che generano il disagio abitativo di migliaia famiglie in tutta Italia». Solidarietà, e qualche chiarimento, che il segretario romano Udc Luciano Ciocchetti ha portato, ieri mattina, agli inquilini di via Pincherle 153-169, a ridosso dell'università di Roma Tre, nell'incontro che si è svolto nei locali occupati del palazzo, sede simbolica del Comitato. «Ribadisco l'estraneità del mio partito alle operazioni di compravendita dei 116 alloggi in dismissione, a partire dal consigliere comunale di S.Gregorio Magno, Frunzi, che non è mai stato un iscritto dell'Udc» ha spiegato Ciocchetti davanti alle telecamere e ad una cinquantina di inquilini che il giorno prima avevano occupato la sede nazionale dell'Udc. «Invierò una lettera di richiesta di intervento urgente al sindaco di Roma e presenteremo una mozione in Consiglio comunale, in Regione Lazio e alla Camera. Sono inoltre disponibile a organizzare un incontro tra gli inquilini e il consigliere municipale dell'Udc Francesco Capoccia» indicato dai suoi condomini come il "manovratore" delle vendite degli immobili inoptati a politici campani e romani.
«Prendiamo atto delle parole di Ciocchetti» commenta Angelo Fascetti di AS.I.A. Rdb a margine dell'incontro «ma continuiamo a sollevare la necessità di indagare la connessione tra politica e dismissioni visto che è un dato di fatto come cinque appartamenti su cinque siano stati venduti da Fata Assicurazioni a personaggi politici di area democristiana e chiediamo al prefetto di Roma di prendere in considerazione l'idea di requisire i 116 alloggi inoptati». Intanto anche gli "Inquilini Resistenti" di via Pincherle saranno presenti alla manifestazione indetta per oggi in Campidoglio alle 16 dalla Rete dei movimenti per il diritto all'abitare in occasione della discussione in Consiglio comunale del bilancio 2009-2011.
«Durante la campagna elettorale Alemanno ha promesso la realizzazione di 25mila nuovi alloggi per affrontare l'emergenza casa» ricordano i movimenti. «Dopo un anno di governo gli annunci, come l'acquisto in pochi mesi di case da assegnare alle persone con dieci punti in graduatoria, non si sono concretizzati. Molte persone in emergenza abitativa hanno atteso inutilmente e inutilmente attenderanno visto che per gli anni 2009-2011 il bilancio non prevede alcuno stanziamento per la realizzazione di case popolari e gli unici fondi a disposizione saranno quelli che dovrebbero giungere dalla vendita di 8mila case popolari per realizzarne solo 2mila».


19 marzo 2009 - Corriere della Sera

Scontri all'ateneo La replica del sindacato:
«Nessuno colpisca il diritto di sciopero e la libertà di manifestare»
Sapienza, gli studenti contro la Cgil
Polemica sull'accordo per i cortei. A sorpresa la solidarietà di Forza Nuova.
In un giorno di tensione e di scontri la Cgil finisce sul «banco degli imputati» alla Sapienza per l'accordo firmato sui limiti ai cortei
di Paolo Brogi

Roma - Sulla graticola, dentro l'Aula Uno della Sapienza che ha registrato ieri la lunga requisitioria sulle cariche delle forze dell'ordine nei confronti degli studenti della Sapienza, alla fine c'è soprattutto la Cgil. Ad accendere i riflettori ci pensa in mattinata il professor Franco Gallerano del direttivo della Flc-Cgil (la federazione dei lavoratori della conoscenza). Gallerano ripudia il protocollo sulle manifestazioni, firmato dal segretario della Cgil di Roma e Lazio Claudio Di Berardino.
Dice Gallerano, prof d'Idraulica a Ingegneria: «Ora dobbiamo chiedere a tutta la Cgil di condannare le cariche, ma anche di rivedere la sua posizione su questo strumento liberticida ». Poi però passano i minuti e bisogna arrivare al pomeriggio, a ridosso della nuova assemblea cittadina indetta sempre nell'aula uno, per registrare il comunicato della Cgil. Dichiara Di Berardino: «Il diritto da parte degli studenti di esprimere il dissenso sulla politica di tagli alla scuola e di attacco al suo ruolo pubblico contenuti nei provvedimenti del Governo è indiscutibile ». E poi: «Non si faccia dunque un uso improprio del protocollo sui cortei, le norme hanno il compito preciso di regolamentare i cortei e non quello di vietarli. Nessuno si nasconda dietro il protocollo per colpire il diritto di sciopero e la libertà di manifestare». Ma in aula Uno queste parole non sembrano convincere granché. A farsene interprete, in modo decisamente negativo («hanno una lingua biforcuta »), è soprattutto Piero Bernocchi venuto a portare solidarietà e ad illustrare la manifestazione del 28 marzo sul welfare. «È una buona cosa che la polizia vi abbia caricato - spiega con un parodosso -. Quel patto è stato firmato proprio da Di Berardino, la Cgil è il principale sponsor del patto. Il loro comunicato non vale un fico secco...».
Stessi toni anche dal portavoce di Rdb. «Quel protocollo, firmato dalla Cgil, viene dopo le norme del ministro Sacconi antisciopero. Come si fa poi a stupirsi se le norme vengono usate per impedire il diritto di manifestare?».
Insomma lo stato d'accusa, nei confronti della Cgil, è tutt'altro che rientrato. Come mugugna Luca, di Scienze Politiche: «Siamo stanchi di sentire parole che vanno da una parte e fatti che procedono nella direzione opposta. Vorrei proprio sapere come possono, per la Cgil, manifestare gli studenti d'ora in poi?».
A sorpresa è Blocco Studentesco, l'organizzazione di Forza Nuova nelle scuole, a schierarsi con gli studenti dell'Onda. «Non è ammissibile - hanno dichiarato - che ad una pacifica contestazione studentesca si risponda con la violenza ».

Sapienza, corteo vietato Carica sugli studenti
Sei contusi. «Volevamo aderire allo sciopero Cgil». La manifestazione impedita dalla nuova regolamentazione varata dalla prefettura di Roma
di Paolo Brogi

ROMA — Hanno provato a fare come in Francia, lanciando pantofole sulle forze dell'ordine che li caricavano. Trenta paia di De Fonseca multicolori, da 3 euro, comprate dagli studenti dell'Onda con una colletta il giorno prima. Poi però alla terza carica, nel corso dell'ultimo tentativo di uscire dalla Sapienza interamente bloccata ieri da un grosso dispositivo di polizia, i 400 manifestanti hanno aggiunto sassi e pezzi d'asfalto. Niente da fare. Il corteo previsto per partecipare allo sciopero della Cgil è rimasto bloccato dentro l'ateneo. A impedirlo la nuova regolamentazione sulle manifestazioni a Roma appena varata dalla prefettura. Sei gli studenti alla fine contusi, due di loro ricorsi alle cure ospedaliere: Gianni di Lettere sottoposto a Tac per una lieve commozione cerebrale, Luca di Scienze politiche con un braccio ingessato e 25 giorni di prognosi.
Il rettore dell'ateneo Luigi Frati commenta: «Ci sono disposizioni, non si può fare come si vuole». Critica la Cgil di Roma che ha denunciato «un uso improprio del protocollo sui cortei, nato per regolamentarli e non per impedirli ». Gli studenti volevano disubbidire alle nuove disposizioni appena varate dal prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro, col consenso di un ampio arco di partiti e sindacati, per regolamentare le manifestazioni in città. Tra i sei luoghi permessi per i cortei non figura però la Sapienza. «L'Onda manifesta come vuole», così era stata convocata sul piazzale della Minerva alle 9.30 la manifestazione per raggiungere il ministero dell'Economia in via XX Settembre. Un modo con cui gli studenti dell'Onda pensavano di partecipare alla giornata di sciopero indetta dalla Cgil sulla scuola.
«Siamo usciti sul piazzale Aldo Moro alzando le mani di fronte a polizia e carabinieri racconta un manifestante -. Senza preavviso ci hanno caricato ». Emanuele, uno dei contusi, aggiunge: «Mi sono ritrovato per terra e mi hanno menato in quattro, col manganello girato dalla parte rigida...». Poi la stessa scena si è ripetuta anche ai varchi di via de Lollis e di viale Regina Elena. Più tardi è stata la vecchia Aula Uno di Lettere a registrare in un paio di assemblee la requisitoria contro le nuove disposizioni e a lanciare un nuovo appuntamento.
«Ci rivediamo il 28 marzo...». Ammaccati, ma decisi a manifestare. Ieri non ci sono riusciti, ci riproveranno a fine mese per la manifestazione sul G14 indetta da Cobas, Rdb e Sdl su lavoro e welfare.
«La Questura ci vorrebbe fare cambiare percorso - ha rivelato Piero Bernocchi dei Cobas -. Ma la nostra manifestazione resta da piazza della Repubblica a piazza Navona». Molte le critiche alla Cgil che come hanno ricordato polemicamente i Cobas ha controfirmato le misure: «La Cgil è il principale sponsor dell'accordo, il suo comunicato di solidarietà con gli studenti è una presa in giro».
«Pacta sunt servanda, ho firmato il protocollo - ha ricordato Gianni Sammarco, commissario di Forza Italia a Roma -. Se dopo solo otto giorni fosse stato consentito a qualche centinaio di persone di violare le regole sarebbe già carta straccia ». Il sindaco Gianni Alemanno ha rivolto un invito alla calma e «a disarmare qualsiasi tendenza alla violenza politica ». Aggiungendo poi: «Non possiamo ricominciare con cortei di due o trecento persone che si muovono per la città». Seccato il rettore Frati: «È stato comunque antipatico per chi voleva uscire a piedi o in auto dall'ateneo. Per un po' di tempo non si poteva transitare».


19 marzo 2009 - La Stampa

SI MOLTIPLICANO IN TUTTA ITALIA GLI INCIDENTI
Studenti-polizia. Torna la violenza all’Università

ROMA - Incidenti all’università La Sapienza di Roma tra forze dell’ordine e studenti universitari. Botte a Napoli, all’esterno dell’ateneo Federico II, dove gli studenti dell’Onda, tornando in facoltà, hanno trovato Giurisprudenza presidiata da un gruppo di studenti di estrema destra, «alcuni dei quali - dicono - erano armati di mazze e avevano dei caschi». Conferma la polizia che i due gruppi si sono fronteggiati e ne sono nati degli scontri. Manifestazioni pacifiche a Milano e Palermo. Tensioni a Roma Tre, invece, dove un paio di giorni fa erano volate le botte.
L’episodio più clamoroso è quello di Roma: alcune centinaia di studenti che intendevano dirigersi in corteo verso un sit-in della Cgil, nel centro città, si sono scontrati con la polizia. Gli agenti avevano bloccato le uscite della Città universitaria in tenuta antisommossa per far rispettare un recente protocollo sulle manifestazioni nella Capitale. I tafferugli sono culminati con il lancio di ciabatte a imitazione di quanto hanno fatto gli studenti francesi. Rientrati dentro la Sapienza, gli universitari hanno provato a uscire, ma inutilmente, dagli accessi secondari dell’università. Bloccati anche lì. Alla fine si sono contati decine di studenti contusi. E ora è polemica.
«Le cariche contro gli studenti - dice il segretario di Rifondazione comunista, Paolo Ferrero - rappresentano un gesto sbagliato, ingiusto e inaccettabile contro il quale protesto con forza. Si tratta del primo frutto avvelenato del protocollo sui cortei voluto dal sindaco di Roma, protocollo che Rifondazione non ha firmato». «Dopo i picchiatori fascisti di Roma Tre oggi abbiamo assistito ad un altro scempio che fa rabbrividire il concetto stesso della parola democrazia», sostiene la Fgci, organizzazione giovanile del partito comunista di Oliviero Diliberto.
Gli studenti, per parte loro, se la prendono con il Protocollo firmato tra prefetto e sindaco Alemanno, ma soprattutto con Guglielmo Epifani: «La Cgil deve prendere posizione, difenderci, attaccare pubblicamente con un comunicato le forze dell’ordine. Il protocollo sui cortei è stato un flop». Protocollo che invece il sindaco di Roma Gianni Alemanno, che l’ha voluto, difende convintamente: «Faccio ovviamente un invito alla calma e a disarmare qualsiasi tendenza alla violenza politica. Ma non possiamo ricominciare con manifestazioni di 3-400 persone che si muovono per la città. C’è un impegno di tutti ad avere una disciplina dei cortei. Noi rispettiamo il diritto di manifestare purché lo si faccia all’interno delle regole». E precisa la Cgil: «Quel protocollo ha il compito preciso di regolamentare i cortei e non di vietarli. Nessuno si nasconda dietro il protocollo per colpire il diritto di sciopero e la libertà di manifestare».
Sta diventando un motivo di scontro il protocollo stesso, dunque. E’ in vista una manifestazione dei sindacati di base-Cub. «Da giorni la Questura sta cercando, in ossequio alla nuova normativa scaturita dal Protocollo, di farci spostare il percorso del corteo nazionale di sabato 28 marzo. E’ evidente il tentativo di ridurre al silenzio il conflitto proprio in concomitanza con la fase acuta della crisi economica», dice Pierpaolo Leonardi, coordinatore nazionale.
«Noi non accetteremo di subordinare il nostro diritto a manifestare alla sbandierata esigenza di mobilità dei cittadini o alle richieste di ordine dei commercianti del centro. Quel protocollo è da stracciare».


19 marzo 2009 - Il Salvagente

LE REAZIONI ALLA NUOVA DISCIPLINA
Da consumatori e sindacati dubbi ma anche consensi
DOPO L'OPINIONE DI ANTONIO LONGO LE ASSOCIAZIONI DI UTENTI SI INTERROGANO. E ANCHE DAI PILOTI..

Le reazioni di consumatori e lavoratori dei trasporti al disegno di legge del governo sono meno prevedibili di quello che ci si sarebbe aspettati. Se da parte dei lavoratori, oltre alla rabbia per delle proposte ritenute ingiuste, c'è anche la consapevolezza che una regolamentazione più equilibrata è necessaria, i consumatori non si limitano ad esultare per un disegno di legge che promette di ridurre i disagi per viaggiatori e pendolari, ma avanzano anche dubbi sul merito e sul metodo della stretta agli scioperi.
I CONSUMATORI RIFLETTONO.
La provocazione, la scorsa settimana, l'aveva lanciata proprio dalle nostre colonne, il "Parliamone" di Antonio Longo. Pur partendo dal presupposto che lo sciopero è diritto sancito dalla Costituzione, il presidente del Movimento difesa del cittadino (Mdc) aveva scritto: "Non può essere demonizzata una nuova regolamentazione dello sciopero dei trasporti pubblici che garantisca il diritto alle agitazioni sindacali se decise da sigle effettivamente rappresentative". Diversa la linea di Rosario Trefiletti, presidente di Federconsu ma tori, associazione storicamente legata alla Cgil: "Innanzitutto - ci dice - andrebbero chiarite le regole per stabilire la rappresentatività degli organi sindacali. E in ogni caso, qualsiasi decisione - anche lo sciopero virtuale - va concordata con i sindacati. Altrimenti il rischio è di passare dalla padella alla brace, scatenando con leggi inefficaci il fenomeno degli scioperi selvaggi". Paolo Landi di Adiconsum, associazione dei consumatori fondata dalla Cisl, è più cauto e meno negativo sulla proposta del governo: "Abbiamo sempre denunciato le situazioni di abuso del diritto di sciopero, in cui un piccolo gruppo di lavoratori è in grado di vessare il diritto di spostarsi di migliaia e migliaia di altre persone. In fondo, non è un caso se la proposta di legge riguarda il settore del trasporto pubblico, perché è l'unico in cui poche persone possono scatenare il caos cori uno sciopero". Landi riconosce, però, che l'articolo che obbliga il lavoratore a indicare preventivamente l'adesione individuale allo sciopero "è fuori dalla Costituzione".
PILOTI DIVISI.
Anche dall'altra parte della "barricata", le ammissioni e i distinguo non mancano. Fabio Berti, presidente dell'Anpac, il sindacato dei piloti che insieme ad altre sigle di settore poco prima delle vacanze di Natale ha paralizzato Fiumicino durante il passaggio di Alitalia alla nuova gestione Cai, commenta inaspettatamente: "La legge, che va a regolamentare la normativa sullo sciopero, può certamente essere un'opportunità. Non tanto per limitare gli scioperi selvaggi, che di per sé sono fuori dalle regole, ma per ottimizzare una legge ormai obsoleta". Berti precisa, però, che già oggi in Italia scioperare non è affatto semplice, e nota che "con la soglia del 50% si rischia di impedire di fatto qualsiasi protesta, in un categoria dove ci sono sindacati che rappresentano settori molto specifici". Santo Di Santo, della Filt Cgil, pone invece l'accento sulla questione della rappresentatività: "Chi decide e come quale sindacato è rappresentativo? Per il settore del pubblico impiego hanno fatto una legge che dice chi è titolato ad andare a sedersi al tavolo delle contrattazioni. Perché nei trasporti, la rappresentatività dovrebbe misurarsi solo al momento dello sciopero?". Secondo Pierpaolo Leonardi, coordinatore nazionale della Confederazione unitaria di base (Cub), insieme a Cobas e Sdl tra i sindacati autonomi più agguerriti nel settore dei trasporti, "non c'era bisogno di una proposta del genere. Del resto, la stessa Commissione garante degli scioperi in una sua recente relazione ha dichiarato che nel 2008 gli scioperi non sono aumentati rispetto all'anno precedente". A Leonardi non va giù la lettura strabica della questione scioperi: "Nessuno dice che spesso le nostre proteste sono portate avanti per aver rinnovati contratti scaduti da anni, o per difendere la sicurezza dei lavoratori dopo l'ennesima morte di un collega".
TUTTI CONTRO IL VIRTUALE.
Al di là delle differenze di posizione, dovute anche al tipo di organizzazione a cui appartengono, i rappresentanti sindacali convergono tutti nel bocciare lo sciopero virtuale. Per Berti, "non funziona se non si applicano ripercussioni economiche molto pesanti per le aziende". Per Di Santo, "lo sciopero virtuale non può sostituire quello normale, al massimo può essere un primo passo per evitare l'inasprimento della vertenza". Per Leonardi, infine, lo sciopero virtuale "è uno sciopero inesistente. Figuriamoci cosa importa a un'azienda come Alitalia di pagare una multa, quando decolla con l'aereo carico di passeggeri".


19 marzo 2009 - Zero 321

La Federazione Provinciale RdB CUB di Novara
alla manifestazione nazionale di Roma
di CUB – CONFEDERAZIONE COBAS – SdL Intercategoriale

Novara - La Federazione Provinciale RdB CUB di Novara organizza la partecipazione alla grande manifestazione nazionale in occasione della riunione dei Ministri del Welfare del G14 che si terrà a Roma dal 28 al 31 marzo 2009, assieme a tutte le forze sociali e di movimento che si battono per non pagare la crisi. Sono migliaia le aziende che chiudono e centinaia di migliaia i licenziamenti, ma il governo foraggia, con i soldi di tutti i cittadini, banchieri e bancarottieri che sono i veri responsabili della più grande crisi economica del dopoguerra. I lavoratori sono lasciati in balia della crisi, i contratti non vengono rinnovati, la cassa integrazione copre in minima parte, e solo per alcuni, la perdita di salario, centinaia di migliaia di precari vengono mandati a casa senza alcun reddito, si vorrebbe rimettere mano alle pensioni e portare l’età pensionabile delle donne a 65 anni, crescono gli sfratti, si fomenta il razzismo contro gli immigrati e per impedire che i lavoratori e i cittadini si organizzino per difendere salario e diritti, il Governo vorrebbe vietare gli scioperi e le manifestazioni conflittuali.
LA PIATTAFORMA DEL PATTO DI BASE:
1. Blocco dei licenziamenti
2. Riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario
3. Aumenti consistenti di salari e pensioni, reddito minimo garantito per chi non ha lavoro
4. Aggancio dei salari e pensioni al reale costo della vita
5. Cassa integrazione almeno all’80% del salario per tutti i lavoratori/trici, precari compresi, continuità del reddito per i lavoratori "atipici", con mantenimento del permesso di soggiorno per gli immigrati/e
6. Nuova occupazione mediante un Piano straordinario per lo sviluppo di energie rinnovabili ed ecocompatibili, promuovendo il risparmio energetico e il riassetto idrogeologico del territorio, rifiutando il nucleare e diminuendo le emissioni di CO2
7. Piano di massicci investimenti per la messa in sicurezza dei luoghi di lavoro e delle scuole, sanzioni penali per gli omicidi sul lavoro e gli infortuni gravi
8. Assunzione a tempo indeterminato dei precari e re internalizzazione dei servizi
9. Piano straordinario di investimenti pubblici per il reperimento di un milione di alloggi popolari, tramite utilizzo di case sfitte e mediante recupero, ristrutturazione e requisizioni del patrimonio immobiliare esistente; blocco degli sfratti, canone sociale per i bassi redditi
10. Diritto di uscita immediata per gli iscritti/e ai fondi-pensione chiusi.
Per informazioni e prenotazioni contattare la fed.ne a Novara in Via Cernaia n. 13
Tel e fax 0321/620179 e-mail: info@novara.rdbcub.it
cell.Lanni 3382689431 cell. Cavalli 3298057670


19 marzo 2009 - Tuscia web

Provincia - Ne dà notizia Lino Rocchi (Rdb)
Prorogato il bando Fse

Riceviamo e pubblichiamo - Corre voce che dopo il comunicato stampa di Rdb, (che ha fatto squillare più di un telefono), il bando pubblico fantasma sia stato prorogato di altri 8 giorni, sarebbe stato un buon segnale , invece, controllando il sito della Provincia, la data di scadenza è rimasta il 18/03/09; delle due o abbiamo sbagliato noi, (diteci perché), oppure avevamo ragione e allora fermatevi. Frugando dentro il sito però escono fuori svariati bandi di selezione riservato esclusivamente al personale che ha già svolto attività di Co.co.co. presso la Provincia per almeno tre anni. Ebbene tale riserva è esplicitata salvo ribadire la validità del comma 560 della legge 296/06 di cui però non si spiegano i contenuti. Tale comma prevede il diritto a partecipare ai soggetti che hanno stipulato uno o più contratti di Co.co.co. per almeno un anno alla data del 26/09/06. Siamo proprio mal pensanti ma ci chiediamo perché il requisito del triennio viene esplicitato tale da apparire requisito essenziale mentre il comma 560 che attenua la precedente prescrizione viene solo citato quasi fosse ininfluente? Non capiamo tra l’altro perché per alcuni concorsi le selezioni avverranno sui curricula mentre su altri si procederà a prove teoriche e pratiche. Il precariato non ha colore o bandiera, difendiamo il diritto di quanti,sulla base di normative a nostro giudizio incivili, da anni vivono sotto "l ricatto" della politica e dei datori di lavoro . A fronte di quanto stiamo verificando, non riteniamo trasparente la gestione di questi bandi, errori di pubblicazione e formulazioni criptiche. Una gestione a nostro giudizio non idonea anche sul piano dell’organizzazione del lavoro perché innesta figure professionali senza aver discusso con i lavoratori o con le loro rappresentanze un efficace modello organizzativo e funzionale. Invitiamo tutti i Lavoratori percari che hanno svolto almeno un anno di lavoro negli ultimi 5 anni a fare immediatamente domanda di ammissione, in caso di esclusione questa Federazione offrirà il patrocinio gratuito a quanti vorranno lottare insieme a noi per i loro diritti.
Lino Rocchi - Federazione Rdb


19 marzo 2009 - EPolis Roma

Via Pincherle
L'impegno di Ciocchetti che scrive al sindaco

Roma - Una mozione in Regione, una in Comune e una parlamentare. Oltre a una lettera inviata ieri pomeriggio ad Alemanno per chiedere un intervento. Questa la risposta che Luciano Ciocchetti, segretario regionale e commissario romano dell'Udc ha dato agli inquilini di via Pincherle e con i quali ha avuto un confronto dopo la vicenda uscita su un quotidiano che ha visto protagonista il consigliere municipale del suo partito, Francesco Capoccia. «La nostra azione sarà quella di difendere tutte le famiglie coinvolte» ma «ci chiediamo - conclude Ciocchetti - dove sono le Istituzioni competenti?». Da parte sua, l'Asia Rdb chiede ancora una volta che si fermi la politica delle dismissioni: «Perché non basta mostrare solidarietà nelle intenzioni se non si interviene sulle cause che generano il disagio abitativo di centinaia di migliaia di persone». Oggi, intanto, è convocata una manifestazione di tutti gi inquilini in difficoltà di Roma in Campidoglio.(M.R.)


19 marzo 2009 - Il Tirreno

«Le bighe Sea? Solo immagine» La protesta del sindacato Rdb

VIAREGGIO - Il costo di acquisto delle bighe che Sea ambiente ha rimesso in funzione - spiegano i rappresentanti sindaci delle Rdb - «è stato, alcuni anni fa, di alcune migliaia di euro. Furono però subito accantonate in quanto non efficienti né efficaci. Oggi si intende rimetterle in uso. Intanto si è dovuto procedere a cambiare tutte le batterie, anche questa volta spendendo altre migliaia di euro, poi si stanno formando alcune operatrici, non operatori, affinché imparino ad usarle. Inoltre, la capacità di carico - continua il sindacato autonomo - è irrisoria: non appena si svuota un cestino si deve andare a scaricare il mezzo altrimenti non serve più a niente. Ad oggi, tra l’altro, il servizio viene regolarmente svolto da un camioncino con il motore elettrico, in tutta sicurezza ed efficienza dato che prima di riempirlo si possono svuotare decine e decine di cestini. Questa, a noi, pare la solita operazione di marketing, di fatto costosa e per nulla utile». Con tanto di «operatrici-immagine».


19 marzo 2009 - Il Messaggero

«Basta con gli attacchi contro i lavoratori di Etruria»...
di GIULIA AMATO

«Basta con gli attacchi contro i lavoratori di Etruria». Dopo i due casi di incendio dei compattatori per la raccolta dei rifiuti, avvenuti nei giorni scorsi, e che hanno visto due dipendenti della spa finire in ospedale con ustioni al volto, l'Rdb scende in campo per difendere i lavoratori. «Il nostro sindacato - si legge nella nota stampa - è stufo dei continui e ripetuti attacchi ai lavoratori di Etruria Servizi. Il lavoratore di Etruria fa notizia solo quando viene sorpreso a fare altro. Ma non quando, invece, paga le conseguenze del suo lavoro. Gli operatori iniziano il loro turno alle 4,30 del mattino e svuotano regolarmente dai 150 ai 160 cassonetti, effettuano la pulizia stradale e fanno manutenzione alla segnaletica. E' increscioso che il cattivo andamento della spa venga addossato ai lavoratori che sono solo meri esecutori». Nel comunicato sottoscritto da Giancarlo Ricci si usano parole dure anche nei confronti dell'attuale amministratore unico e la sua gestione della spa. Infine Ricci dà voce ai reali problemi a cui i lavoratori devono far fronte quotidianamente. «Su un totale di 220 dipendenti - si legge nel comunicato - solo 70 sono operatori ecologici e di questi solo 20 hanno un contratto a tempo indeterminato. I fatti di questi giorni poi hanno messo in luce la scarsa sicurezza in cui operano. Oltre ai due lavoratori che sabato mattina sono rimasti feriti dallo scoppio di una bombola, ad altri due sono stati dati 6 giorni di prognosi per aver inalato sostanze altamente tossiche. Ecco in che condizioni lavorano».


19 marzo 2009 - Il Giorno

NUOVO OSPEDALE
L'organizzazione dei reparti resta un dilemma
di Silvia Vignati

LEGNANO - «AVREMO UNA FERRARI, ma mancano i guidatori e, soprattutto, i meccanici». Le Rappresentanze di base e il sindacato dei lavoratori così si esprimono sul nuovo ospedale che sta sorgendo a San Paolo. La preoccupazione si concentra sull'«intensità di cura» e sulla formazione che interesserà non solo i sanitari. «Tra un anno si traslocherà nella nuova struttura, ma come infermieri non si è ancora capito come verranno organizzate le "intensità di cure" - ha spiegato un paramedico - Pare che ogni piano del nuovo ospedale verrà dedicato a un'"intensità" differente (bassa, media, alta) e che infermieri e medici dovranno essere "eclettici". Ma come verranno gestiti i percorsi per i pazienti più critici, ad esempio quelli che hanno contratto infezioni varie per un trauma della strada? Saranno ricoverati accanto a chi ha contratto un'infezione in ospedale? E non si è capito nemmeno che fine faranno le medicine visto che il nuovo ospedale sarà per i pazienti in fase acuta». «L'infermiere onniscente non esiste, vogliamo mantenere le specializzazioni - ha continuato un collega - Si faranno corsi di formazione, ma con quali incentivi economici?». «Nel nuovo ospedale non ci saranno più i singoli reparti - ha replicato il direttore generale, Carla Dotti - Si lavorerà per intensità di cure, al pari di tutti i nuovi ospedali in Italia e in Europa. Per questo va creata una classe medica ed infermieristica che vada in questa direzione. Si sta organizzando un corso di formazione "sul campo", e verranno coinvolte tutte le figure professionali».


19 marzo 2009 - Taranto Sera

Sanità, oggi l’assemblea. "No alle gare d’appalto"
di Giovanni Di Meo

TARANTO - Bandi di gara che risalgono al 1994 e annunciati propositi di internalizzazione, sulla cui fattibilità però c’è ancora più di un aspetto da chiarire. Torna sotto i riflettori il tema degli appalti nella sanità. Oggi pomeriggio, nell’auditorium del Padigione Vinci, assemblea dei lavoratori delle ditte esterne della Asl, convocata da Cobas ed RdB Cub. Si farà il punto della situazione dopo l’incontro tenuto a Bari nei giorni scorsi, quando l’assessore Fiore ha rilanciato l’intenzione di internalizzare i servizi. I sindacati di base hanno, da parte loro, ribadito il "giudizio positivo sulla volontà della Regione Puglia di chiudere un ciclo di esternalizzazione dei servizi pubblici" evidenziando però che "bisogna garantire tutti i lavoratori, senza lasciare a casa nessuno". La questione, comunque, è complessa. Perchè da tutelare c’è il fondamentale principio della trasparenza, oltre ai diritti di chi si guadagna da vivere lavorando nella galassia dell’appalto Asl. «Così non si può andare avanti - dice Filippo Turi della Cisl. E’ come se fossimo in un limbo: ma bisogna capire cosa si vuole fare davvero, se si intende procedere all’internalizzazione non è il caso di aspettare ancora». Nel frattempo, si va avanti a colpi di proroga. «Per mensa e pulizie gli ultimi bandi risalgono al ‘94. Per il servizio mensa, nel 2007 c’è stata una gara "ad invito" : l’appalto avrebbe dovuto durare per soli sei mesi. Invece va ancora avanti». A ballare, in questo caso, è il destino di 170 lavoratori. Seicento, invece, sono quelli impiegati nel settore delle pulizie. «Anche in questo caso, continua Filippo Turi, la gara risale al ‘94, con scadenza dell’appalto quattro anni dopo. Quindi è arrivata la proroga. Sempre nel 2007, è subentrata una srl al posto della cooperativa che gestiva precedentemente il servizio. L’unica gara espletata è quella per la vigilanza, cinque mesi fa. A vincere è stata l’azienda che gestiva il tutto da dieci anni».


19 marzo 2009 - Il Gazzettino

STRANIERI
di Roberto Cervellin

Vicenza - Il prossimo 21 marzo? Si entrerà nell'anno persiano 1388. Gli iraniani si apprestano a festeggiare il Capodanno, chiamato "Nouruz", letteralmente "nuovo giorno". Un evento che sarà celebrato anche nel Vicentino che, nonostante conti poco più di una cinquantina di stranieri di origine iraniana, ospita una folta rappresentanza di fedeli e simpatizzanti. L'appuntamento è per il 21 marzo alle 20 a Vicenza, al Centro Capta onlus di strada Padana superiore verso Verona, al civico 137, dove è in programma una festa con cena e musiche tradizionali. Quello persiano è un anno solare i 365 giorni (366 nell'anno bistestile) come l'anno cristiano, ma a differenza di questo è fondato sui ritmi delle stagioni: il Capodanno persiano coincide con l'equinozio di primavera. Nell'anno persiano l'inizio dell'era corrisponde al 622 d.C., l'anno dell'Egira, cioè della migrazione di Maometto, il profeta dell'Islam, dalla Mecca a Medina. Quindi, per i persiani, il 21 marzo si festeggia il 1388. I 12 mesi in cui l'anno è suddiviso portano i nomi arcaici che ricordano quelli degli angeli dell'antica religione zoroastriana, diffusa nell'altopiano iranico (cioè dell'antico Iran) prima dell'avvento dell'Islam. I primi sei mesi contano 31 giorni, i successivi cinque sono composti da 30 giorni, mentre l'ultimo ne ha 29 (30 nell'anno bisestile). Questo calendario tradizionale ha origini antiche, preislamiche, e viene utilizzato tuttora anche dalle altre popolazioni di origine iranica (Kurdi, Afgani, Tagiki). «Sarà una festa persiana, non religiosa - spiega Morteza Nirou, iraniano di origine e vicentino di adozione, sindacalista delle Rappresentanze sindacali di base Rdb-Cub - Gli iraniani a Vicenza sono pochi perché giungono per motivi politici o di studio, non per lavoro». In Iran la festa del Nouruz è fonte di molte usanze popolari, alcune delle quali si trovano in varie culture e tradizioni legate all'inizio della primavera. L'ultimo mercoledì, «ciaharshanbè», si usa propiziare l'anno nuovo con il salto del falò. Il momento dell'equinozio è salutato da una grande festa. Sulla tavola non devono mancare gli «haft sin», 7 oggetti il cui nome inizia con la lettera persiana «sin» (s) e che vengono scelti tra: sabzè (semi di grano lasciati germogliare per 14 giorni), samanù (crema dolce ottenuta cuocendo a lungo germogli di grano e riso), serkè (aceto), senjed (giuggiole, simbolo dell'amore), sib (mela, simbolo di salute), sir (aglio, per cacciare gli spiriti maligni), somaq (somacco, spezia rossa), siahdunè (capelvenere), sombol (giacinto). Al centro della tavola, due pesciolini rossi nuotano in un vaso circondato da piatti di uova sode. Il Nouruz è la festa del rinnovamento: si gettano le cose vecchie e si indossano abiti nuovi. I festeggiamenti si protraggono per 12 giorni, in cui si scambiano visite e auguri, e scuole ed uffici chiudono. Il tredicesimo giorno, sizdehbedar, si va in campagna portando i vassoi di germogli che vengono gettati nei torrenti, perché si crede che l'acqua esorcizzi gli spiriti maligni dalla casa e dalla famiglia.


18 marzo 2009 - Apcom

Università/ Cub: Solidali con studenti Sapienza, sconcertati
Stracciare il 'protocollo ammazza-cortei'

Roma, 18 mar. (Apcom) - "Non possiamo assistere indifferenti all'utilizzo della Polizia e dei carabinieri nei confronti di chi esercita il diritto di manifestare: siamo sconcertati dall'utilizzo massiccio di forze dell'ordine che viene impiegato per impedire le manifestazioni. Se questo è l'effetto del protocollo 'ammazza-cortei' siglato nei giorni scorsi, allora è evidente che deve essere stracciato". Così Pierpaolo Leonardi, coordinatore nazionale CUB, interviene sulle tensioni di oggi all'università La Sapienza di Roma. "Da giorni la Questura di Roma sta cercando, in ossequio alla nuova normativa scaturita dal Protocollo, di farci spostare il percorso del corteo nazionale di sabato 28 marzo promosso dal Patto di Base in occasione della riunione dei Ministri del Welfare del G14: è evidente - prosegue Leonardi - il tentativo di ridurre al silenzio il conflitto proprio in concomitanza con la fase acuta della crisi economica". "Noi non accetteremo di subordinare il nostro diritto a manifestare contro il tentativo di scaricare i costi della crisi sui lavoratori, alla sbandierata esigenza di mobilità dei cittadini o alle richieste di ordine dei commercianti del centro di Roma, e ci auguriamo che la Prefettura e la Questura non intendano trasformare anche quella giornata in un problema di ordine pubblico", conclude il coordinatore CUB.


18 marzo 2009 - Ansa

SCUOLA: CUB, SOLIDARIETÀ A STUDENTI SAPIENZA

(ANSA) - ROMA, 18 MAR - «Non possiamo assistere indifferenti all'utilizzo della Polizia e dei Carabinieri nei confronti di chi esercita il diritto di manifestare» e «'se questo è l'effetto del protocollo ammazzacortei siglato nei giorni scorsi, allora è evidente che deve essere stracciato». Pierpaolo Leonardi, Coordinatore nazionale Cub, esprime solidarietà agli studenti della Sapienza caricati dalla polizia. «Da giorni la Questura di Roma sta cercando, in ossequio alla nuova normativa scaturita dal Protocollo, di farci spostare il percorso del corteo nazionale di sabato 28 marzo promosso dal Patto di Base in occasione della riunione dei Ministri del Welfare del G14. È evidente - prosegue Leonardi - il tentativo di ridurre al silenzio il conflitto proprio in concomitanza con la fase acuta della crisi economica. Noi non accetteremo di subordinare il nostro diritto a manifestare contro il tentativo di scaricare i costi della crisi sui lavoratori, alla sbandierata esigenza di mobilità dei cittadini o alle richieste di ordine dei commercianti del centro di Roma, e ci auguriamo che la Prefettura e la Questura non intendano trasformare anche quella giornata in un problema di ordine pubblico».

DOMANI NEL LAZIO

(ANSA) - ROMA, 18 MAR - ....16.00 - Roma, Itis E. Fermi, via Trionfale, 8737(Monte Mario) Assemblea pubblica di protesta contro l'innalzamento dell'età pensionabile per le donne nel pubblico impiego, richiedere l'assunzione a tempo indeterminato di tutti i precari e contro le discriminazioni delle donne nei luoghi di lavoro, organizzata da Cub scuola e dalle donne del patto di base (Cub-Cobas- Sdl)....


18 marzo 2009 - Omniroma

LA SAPIENZA, CUB: STRACCIARE PROTOCOLLO 'AMMAZZACORTEI'

(OMNIROMA) Roma, 18 mar - «Non possiamo assistere indifferenti all'utilizzo della polizia e dei carabinieri nei confronti di chi esercita il diritto di manifestare. Siamo sconcertati dall'utilizzo massiccio di forze dell'ordine che viene impiegato per impedire le manifestazioni. Se questo è l'effetto del protocollo ammazzacortei siglato nei giorni scorsi, allora è evidente che deve essere stracciato». Lo dice, in una nota, Pierpaolo Leonardi, coordinatore nazionale Cub, interviene in solidarietà con gli studenti dell'università romana caricati dalla polizia. «Da giorni la questura di Roma sta cercando, in ossequio alla nuova normativa scaturita dal Protocollo, di farci spostare il percorso del corteo nazionale di sabato 28 marzo promosso dal Patto di Base in occasione della riunione dei ministri del welfare del G14. È evidente - prosegue Leonardi - il tentativo di ridurre al silenzio il conflitto proprio in concomitanza con la fase acuta della crisi economica. Noi non accetteremo di subordinare il nostro diritto a manifestare contro il tentativo di scaricare i costi della crisi sui lavoratori, alla sbandierata esigenza di mobilità dei cittadini o alle richieste di ordine dei commercianti del centro di Roma, e ci auguriamo che la prefettura e la questura non intendano trasformare anche quella giornata in un problema di ordine pubblico», conclude il coordinatore Cub«.

VIA PINCHERLE, ASIA: «FERMARE POLITICA DISMISSIONI»

(OMNIROMA) Roma, 18 mar - «Come annunciato ieri in seguito all'occupazione della sede nazionale dell'Udc da parte degli inquilini, questa mattina il segretario romano Luciano Ciocchetti si è recato a via Pincherle 153/169 per ribadire l'estraneità del suo partito alle operazioni di compravendita dei 116 alloggi in dismissione, difendendo l'operato del consigliere Francesco Capoccia. Ciocchetti si è detto inoltre disponibile a presentare interrogazioni, mozioni e quant'altro sia nelle sue possibilità per sostenere una soluzione per gli inquilini di via Pincherle. L' Asia RdB ha sollevato, in continuità con l'iniziativa di ieri a via dei Due Macelli, la necessità di indagare la connessione tra politica e dismissioni, perché è innegabile che queste ultime hanno rappresentato, non solo nel caso di via Pincherle, uno strumento che ha consentito ai professionisti della politica di ottenere vantaggi personali, speculando e facendo affari a danno dei cittadini». Lo comunica, in una nora. L'Asia-Rdb. «L'Asia. RdB chiede un cambio di passo nella politica delle dismissioni e richiama l'Udc e le forze politiche tutte su questo tema, perché non basta mostrare solidarietà nelle intenzioni se non si interviene sulle cause che generano il disagio abitativo di centinaia di migliaia di persone - prosegue la nota - Così come chiesto a Ciocchetti questa mattina, l'Asia RdB sostiene la necessità del blocco immediato delle vendite a terzi degli appartamenti di via Pincherle, anche con atti clamorosi. Chiediamo al prefetto di Roma, che ha convocato un tavolo su via Pincherle per il 27 marzo, di prendere in considerazione anche l'idea di requisire gli alloggi in questione per garantire il diritto all'abitare delle 116 famiglie di via Pincherle 153/169».

VIA PINCHERLE, CIOCCHETTI: MOZIONE IN COMUNE PROVINCIA E REGIONE

(OMNIROMA) Roma, 18 mar - «Sulla vicenda degli immobili di via Pincherle è giusto fare chiarezza, per questo invierò direttamente una lettera di richiesta intervento urgente al sindaco di Roma, Gianni Alemanno e presenteremo con urgenza una mozione congiunta in Consiglio comunale, in Regione Lazio e alla Camera». È quanto dichiara, in una nota, il segretario regionale dell'Udc Luciano Ciocchetti durante l'incontro con i residenti di via Pincherle e l'Asia Rdb. «Chiediamo che tutte le istituzioni intervengano direttamente sulla vicenda di via Pincherle, la nostra azione sarà quella di difendere tutte le famiglie coinvolte e aiutare tutti i residenti a rimanere negli alloggi. Da tempo viene denunciata una situazione di forte disagio sociale sia in via Pincherle che in altre zone di Roma; per questo ci chiediamo - conclude Ciocchetti - dove sono le Istituzioni competenti?».


18 marzo 2009 - Dire

CASA. VIA PINCHERLE, ASIA-RDB: PREFETTO REQUISISCA ALLOGGI
"QUESTA MATTINA INCONTRO FRA INQUILINI E CIOCCHETTI"

(DIRE) Roma, 18 mar. - "Come annunciato ieri in seguito all'occupazione della sede nazionale dell'Udc da parte degli inquilini, questa mattina il segretario romano Luciano Ciocchetti si e' recato a via Pincherle 153/169 per ribadire l'estraneita' del suo partito alle operazioni di compra-vendita dei 116 alloggi in dismissione, difendendo l'operato del consigliere Francesco Capoccia". Lo rende noto un comunicato di Asia-Rdb, precisando che "Ciocchetti si e' detto inoltre disponibile a presentare interrogazioni, mozioni e quant'altro sia nelle sue possibilita' per sostenere una soluzione per gli inquilini di via Pincherle". L'Asia-Rdb "ha sollevato -in continuita' con l'iniziativa di ieri a via dei Due Macelli- la necessita' di indagare la connessione tra politica e dismissioni, perche' e' innegabile che queste ultime hanno rappresentato- non solo nel caso di via Pincherle- uno strumento che ha consentito ai professionisti della politica di ottenere vantaggi personali, speculando e facendo affari a danno dei cittadini". L'Asia-Rdb "chiede un cambio di passo nella politica delle dismissioni e richiama l'Udc e le forze politiche tutte su questo tema, perche' non basta mostrare solidarieta' nelle intenzioni se non si interviene sulle cause che generano il disagio abitativo di centinaia di migliaia di persone. Cosi' come chiesto a Ciocchetti questa mattina, l'Asia-Rdb sostiene la necessita' del blocco immediato delle vendite a terzi degli appartamenti di via Pincherle, anche con atti clamorosi". "Chiediamo al Prefetto di Roma, che ha convocato un tavolo su via Pincherle per il 27 marzo, di prendere in considerazione anche l'idea di requisire gli alloggi in questione- conclude la nota- per garantire il diritto all'abitare delle 116 famiglie di via Pincherle 153/169".

CASA. VIA PINCHERLE, CIOCCHETTI: INTERVENGA SUBITO ALEMANNO
UDC PRESENTA MOZIONE CONGIUNTA A COMUNE, REGIONE E CAMERA

(DIRE) Roma, 18 mar. - "Sulla vicenda degli immobili di via Pincherle e' giusto fare chiarezza, per questo inviero' direttamente una lettera di richiesta intervento urgente al sindaco di Roma, Gianni Alemanno e presenteremo con urgenza una mozione congiunta in Consiglio comunale, alla Regione Lazio e alla Camera". È quanto dichiara il segretario regionale dell'Udc, Luciano Ciocchetti, durante l'incontro con i residenti di via Pincherle e l'Asia Rdb. "Chiediamo che tutte le istituzioni intervengano direttamente sulla vicenda di via Pincherle- insiste Ciocchetti- la nostra azione sara' quella di difendere tutte le famiglie coinvolte e aiutare tutti i residenti a rimanere negli alloggi. Da tempo viene denunciata una situazione di forte disagio sociale sia in via Pincherle che in altre zone di Roma; per questo ci chiediamo- conclude Ciocchetti- dove sono le istituzioni competenti?".


18 marzo 2009 - Adnkronos

ROMA: CIOCCHETTI (UDC) CHIAMA ALEMANNO,
INTERVENTO URGENTE PER VIA PINCHERLE
MOZIONE CONGIUNTA A COMUNE REGIONE E CAMERA

Roma, 18 mar. - (Adnkronos) - «Sulla vicenda degli immobili di via Pincherle è giusto fare chiarezza, per questo invierò direttamente una lettera di richiesta intervento urgente al sindaco di Roma, Gianni Alemanno e presenteremo con urgenza una mozione congiunta in consiglio comunale, in Regione Lazio e alla Camera». Lo dichiara il segretario Regionale dell'Udc del Lazio, Luciano Ciocchetti durante l'incontro con i residenti di via Pincherle e l'Asia Rdb. «Chiediamo che tutte le istituzioni intervengano direttamente sulla vicenda di via Pincherle, la nostra azione sarà quella di difendere tutte le famiglie coinvolte e aiutare tutti i residenti a rimanere negli alloggi. Da tempo viene denunciata una situazione di forte disagio sociale sia in via Pincherle che in altre zone di Roma; per questo ci chiediamo - conclude Ciocchetti - dove sono le Istituzioni competenti?».


18 marzo 2009 - Carta

Difesa Real Estate
L'Arsenale di Venezia, il castello aragonese di Brindisi, e caserme, edifici storici, palazzi in tutta Italia: grazie alla nuova società Difesa Servizi spa, il patrimonio immobiliare delle forze armate sarà venduto. Per finanziare le spese militari.
di Enzo Mangini

CHE CI FA IL MINISTERO DELLA DIFESA italiano all'edizione 2009 del Mipim? Come mai nel principale forum mondiale del mercato immobiliare, chiuso venerdì 13 a Cannes, c'era uno stand istituzionale delle forze armate, con tanto di sottosegretario Guido Corsetto? Lo ha spiegato in una conferenza stampa il ministro della difesa Ignazio La Russa, affiancato per l'occasione dal generale Vincenzo Camporini, capo di stato maggiore della Difesa, e da Ivan Resce, generale di corpo d'armata nonché, anzi soprattutto, direttore generale dei lavori e del demanio militare. La Russa esegue gli ordini e precorre i tempi. Gli ordini sono quelli contenuti nel decretone economico estivo di Giulio Tremonti, convertito con la famigerata legge 133 dell'8 agosto 2008. Lì il ministro delle cartolarizzazioni e della finanza creativa prevedeva la «valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico»: il ministero della difesa ne ha una fetta molto consistente, per quantità e qualità degli immobili e dei terreni. I tempi da precorrere, invece, sono quelli del disegno di legge 1373, presentato al senato il 18 febbraio e attualmente all'esame della commissione difesa. Il Ddl 1373 è composto da due articoli. Il primo prevede norme per la tutela dei marchi e dei simboli delle forze armate. Quello importante è il secondo, che crea la Società Difesa Servizi spa. Il sito del ministero spiega che nello stand al Mipim «sarà possibile prendere visione delle tipologie d'immobili in uso alle Forze Armate e presentare alcune importanti novità procedurali, con un approccio prettamente imprenditoriale, inerenti alla compravendita, permuta e usufrutto degli immobili che saranno alienati dalla Difesa». Per questo, continua il mininistro «è stato già avviato il processo di individuazione di tutti i possedimenti demaniali che, in relazione alle loro caratteristiche strutturali, di posizione e di possibile utilizzazione commerciale potrebbero essere posti sul mercato. Si tratta in particolare di costruzioni riconvertibili ad usi civili in specifici settori di interesse, quali quello propriamente residenziale o professionale (come lo Stabilimento Genio Pavia), quello industriale (l'Arsenale Militare di Taranto) e quello turistico-alberghiero (il Palazzo Brasimi di Taranto e il Castello Aragonese di Brindisi)». Lo strumento per avviare questa colossale operazione immobiliare-commerciale appunto la Società Difesa Servizi spa. La relazione che accompagna il disegno di legge è molto esplicita. Negli obiettivi della nuova società, al punto A c'è proprio la "valorizzazione del patrimonio immobiliare" secondo quanto previsto a suo tempo da Tremonti. Lo stand al Mipim indica la difesa ha fretta di procedere. Quindi, l'iter della legge sarà molto spedito. Secondo alcune fonti parlamentari, si potrebbe arrivare a conclusione entro l'estate. Per evitare, anche, la prevedibile opposizione. Non quella della Pd, che anzi si Prepara ad approvare tutta la grande manovra, ma quella dei sindacati di base Rdb-Cub del comparto difesa, i primi e finora gli unici a lanciare l'allarme. "Siamo preoccupati innanzi tutto per gli effetti occupazionali della manovra avviata dal governo –dice Massimo Solferino, dell'Rdb Difesa– Ma anche per la ricaduta sociale di un'operazione immobiliare cosi grande che sottrae aree comunque pubbliche, anche se militari, e le consegna al mercato". Le preoccupazioni di Solferino sembrano fondate. I commi 9 e 10 dei ddl 1373 prevedono che alla nuova Società possano essere trasferiti i dipendenti civili e militari del ministero, grazie al «rapporto interorganico» che sussisterà tra la Difesa Servizi spa e il ministero stesso, che avrà il 100 per cento del capitale. Nel passaggio dal ministero alla società. però, cambia la natura del contratto: il comma 9 dice esplicitamente che il rapporto di lavoro sarà di natura privatistica. Un cambiamento che non è mai stato discusso con i sindacati dei 35 mila dipendenti civili della difesa. La nuova Società non si limiterà a «valorizzare» il patrimonio. Tra i compiti previsti nel ddl 1373 c'è anche quello di regolare il "procurement", cioè la fornitura di beni e servizi, per le attività "non operative" del ministero. Quali siano queste attività, lo deciderà il ministro La Russa con un decreto ministeriale e lo stesso La Russa, di concerto con il ministro delle finanze, nominerà il consiglio di amministrazione e anche il collegio dei sindaci della nuova Società. Azionista, controllore e controllato coincidono perfettamente, tanto più che il disegno, di legge prevede che del cda possano far parte anche militari in servizio attivo. Il modello implicito di riferimento sono i programmi di "snellimento" introdotti dal Pentagno nella seconda metà degli anni ottanta, quando sotto Reagan si avviò la privatizzazione di alcuni servizi per le forze armate. Fu l'avvio dell'uso dei contractors privati che dalle lavanderie e dalle mense sono arrivati in meno di venti anni ai servizi di scorta e al campo di battaglia. Perché tutto ciò? La ragione immediata è economica. le forze armate prevedono tagli ai loro bilanci e, come indica la relazione tecnica al ddl 1373, cercando di dotarsi di uno strumento di «autofinanziamento» per gravare il meno possibile sul bilancio dello stato. La ragione di lungo periodo, però, potrebbe essere un'altra. Se e quando i programmi di integrazione delle forze armate europee dovessero andare avanti come si deve, l'Italia come tutti gli altri paesi dell'Unione, si troverà a dover tagliare pesantemente l'organico delle proprie forze armate. Si parla già di esuberi per 30-40 mila militari, soprattutto dei ranghi intermedi (sottufficiali e marescialli). Il ridimensionamento avrebbe come conseguenza naturale altri tagli ai bilanci, con riduzione dei contratti con le industrie della difesa. Soprattutto, sarà difficile in futuro giustificare politicamente bilanci della difesa nell'ordine dei 24 miliardi di euro se non ci sono gli uomini e le donne in divisa. Il meccanismo di autofinanziamento potrebbe salvare industrie e generali, facendo quasi coincidere l'interesse delle prime con quello dei secondi, e senza, apparentemente, pesare sul bilancio dello stato. Apparentemente: perché come dice la brochure ministeriale portata al Mipim, «le operazioni immobiliari che il Ministero della Difesa italiano si appresta ad avviare riguarderanno installazioni di più rilevante valore commerciale, quelle cioè che sono in grado di offrire un ventaglio di maggiori possibilità di riconversione ad uso civile e di nuova costruzione, singoli edifici di particolare pregio architettonico o grandi strutture, quali comandi e caserme, che si trovano ormai inglobati nel centro cittadino o, comunque, nel tessuto urbano delle più importanti città d'Italia». Aree quindi che potrebbero essere restituite a un uso veramente pubblico o magari trasferite agli enti locali e alle regioni. I profitti della grande manovra immobiliare, invece, andranno interamente al ministero della difesa ed eventuali nuovi interventi nelle aree alienate saranno in deroga ai piani regolatori. Ma perché si dovrebbe comprare una caserma o un arsenale? Il ministero risponde che la Difesa Servizi spa «consentirà di snellire le procedure attualmente in vigore in materia di compravendita, permuta e impiego industriale delle aree di interesse per la produzione di energia». Energia? Una delle ipotesi per l'Arsenale di Taranto, per esempio, è che nell'area in dismissione si potesse piazzare un inceneritore per rifiuti. Tutto ciò è di là da venire, anche se dietro l'angolo. Per ora, il ministro La Russa si limita ad eseguire gli ordini e a giocare d'anticipo. L'Agenzia ancora non esiste, ma è come se lo fosse. Almeno così allo stand di Cannes si presenta il governo: «Le Forze Armate d'Italia vantano un retaggio di storia e di tradizioni fra le più antiche d'Europa se non del mondo. Per questo, il patrimonio immobiliare del Ministero della Difesa, una volta reso accessibile alla fruizione dell'imprenditoria del settore, si rivelerà una novità di assoluto e variegato interesse poiché la gran parte delle installazioni militari in Italia rappresentano ed offrono una consistenza storica, architettonica e paesaggistica di inestimabile retaggio tradizionale. Una eredità nazionale di grande valore». Perciò bisogna venderla.


18 marzo 2009 - La Nazione

Ipercoop, sindacati battuti dalle rappresentanze di base
Crollo dei confederali, Rdb raggiunge la Cgil

Sarzana - I COMITATI di base entrano a «gamba tesa» all'Ipercoop e sbaragliano i sindacati confederali. Le elezioni venerdì e sabato scorsi dopo 17 anni hanno cambiato la mappa della Rsu aziendale «bocciando» i Cgil, Cisl e Uil che hanno registrato una notevole perdita di consensi. Le elezioni, che hanno visto votare due terzi del personale di Ipercoop, hanno visto la Rdb/Cub raggiungere la Cgil come numero di preferenze (82 entrambi) ma è dei comitati di base la delegata più votata. Roberta Ceccarelli infatti ha conquistato 27 preferenze, contro le 21 di Lorenza Baudone (prima della lista Cgil), i 13 di Valentina Manfredini della Uil. Solo sei voti per Sabrina Pinza della Cisl, gli unici voti raccolti dalla sua lista. ELEZIONI attese da oltre un anno. Tanto ci è voluto infatti per il rinnovo della Rsu scaduta circa dodici mesi fa dopo i tre anni regolari di mandato. A «salvare» i sindacati confederali ci hanno pensato le regole di nomina della Rsu nel settore privato che su 12 posti ne assegnano 4 fissi, indipendentemente dai voti, a Cgil, Cisl e Uil. Così la Cgil, malgrado abbia ottenuto lo stesso numero di voti della Rdb/Cub, avrà due delegati in più. Sono tutti scelti dagli 82 dei circa 300 lavoratori di Ipercoop che l'hanno votati i tre rappresentanti dei Comitati di base nati a novembre che si presentavano per la prima volta in 17 anni dall'apertura dell'ipermercato sarzanese. Eletti dunque Roberta Ceccarelli (27 voti), Claudio Antonelli (21), Monica Franceschini (20). Per la Cgil, che ha perso il 30 per cento passando da 110 circa a 82 voti, tre i rappresentanti eletti dal lavoratori e 2 in più concessi dalle norme. Sono Lorenza Baudone (21 voti), Maria Pia Pozzi (16), Andrea Bianchi (14), ai quali si aggiungono Cinzia Marianetti (12), Juri Bologna (9). Dimezzate le preferenze per Uil, passata da 92 a 46 voti, e Cisl. La Uil ha eletto Valentina Manfredini (13 voti) e Andrea Ginesi (10), ai quali si aggiunge Catia Roscelli (8). Uno solo il rappresentante di diritto della Cisl per i 6 voti raccolti da Sabrina Pinza. GRANDE soddisfazione per il Comitato di base che in pochi mesi ha raccolto l'insoddisfazione di molti verso i sindacati confederali e ottenuto fiducia. Un risultato ottenuto non senza difficoltà, e cercando di contrastare le azioni di boicotaggio registrate. Il sindacato autonomo, che ora ha tra i primi obiettivi la nomina dei rappresentanti per la sicurezza, ha già organizzato per stasera alle 21 al circolo Arci di Battifollo l'incontro con il delegato nazionale e rappresentante regionale Luigi Casali, aperto a tutti i lavoratori dell'ipermercato per gettare le basi del lavoro futuro.


18 marzo 2009 - EPolis Roma

Via Pincherle. Gli inquilini contro il consigliere municipale: «Ha manovrato le vendite»
Occupata la sede dell'Udc. Capoccia: "Sono sereno"
Oggi previsto l'incontro con Ciocchetti: «Non ci sia speculazione politica sul partito»

Roma - «Sono sereno e consapevole di aver fatto il massimo nel tutelare tutte le famiglie che a maggio del 2008 hanno ricevuto la lettera di opzione di acquisto da parte della proprietà Fata Generali per gli immobili siti in via Pincherle 153 e 169»: risponde così Francesco Capoccia, consigliere municipale dell'XI al termine di una lunga giornata che lo ha visto protagonista nella vicenda di via Pincherle. Perchè, secondo quanto scritto da un quotidiano, ci sarebbe la sua mano dietro la vendita degli appartamenti occupati e no, della palazzina al centro di un braccio di ferro tra la proprietà (le Generali assicurazioni) e la Regione Lazio che con l'Ater aveva fatto un'offerta per comprare gli appartamenti. «Aver avvisato le molte famiglie sulla difficoltà di realizzazione di quanto promesso, ha attirato su di me il livore politico di chi, politicamente avversario, sapeva di illudere con false promesse. Mai alcun agente immobiliare è stato da me portato a vedere appartamenti liberi o occupati, mai ho conosciuto o avuto rapporti con i personaggi politici che dicono aver comprato degli appartamenti occupati in zona», prosegue l'esponente dell'Udc. Intanto, questa mattina, il segretario regionale dell'Unione di centro, Luciano Ciocchetti va a via Pincherle per parlare con gli inquilini.
Inquilini che ieri, dalla mattina fino al pomeriggio, hanno occupato la sede nazionale dell'Udc in via Due Macelli con l'Asia Rdb. «Respingiamo con forza la speculazione politica fatta in queste ore - spiega Ciocchetti al termine dell'incontro con gli inquilini avvenuto con l'intervento di Lorenzo Cesa -. La nostra azione sarà quella di difendere e aiutare tutti i residenti a rimanere negli alloggi. Chiarito questo mi chiedo come mai si specula politicamente sull'Udc invece di chiedere alla Regione Lazio e al Comune di Roma, che hanno gli strumenti, soluzioni in merito. Per il momento tutto tace e nessuno li ha chiamati in causa». «Se fossero confermati, si tratterebbe di episodi condannabili ed esecrabili che mi auguro possano trovare pronta smentita da parte degli esponenti del partito politico coinvolto - dice Giovanni Carapella, presidente della commissione regionale Politiche per la casa -. Come Regione Lazio - conclude Carapella - seguiamo fin dall’inizio la vicenda in cui sono coinvolti gli inquilini di via Pincherle e siamo preoccupati per quanto denunciato. Ci aspettiamo sia fatta chiarezza quanto prima».(M.R.)

La Vicenda

Francesco Capoccia, secondo il "Riformista" sarebbe il manovratore delle vendite degli appartamenti. Avrebbe ricevuto per primo la notizia della vendita per via del lavoro del padre alla Fata e avrebbe favorito l'acquisto degli appartamenti da parte di esponenti politici e amministratori del suo partito.


18 marzo 2009 - La Repubblica

Il caso Università, il rettore firma con i Cobas

Genova - Il rettore dell´Università di Genova firma un documento dei sindacati di base, Rdb-Cub. Un gesto quantomeno inusuale, se non clamoroso, quello che Giacomo Deferrari ha voluto compiere per dimostrare (e forse secondo un altro punto di vista ostentare un po´) il suo totale disaccordo sul processo di trasformazione delle Università italiane in Fondazioni. E dunque, anche di quella genovese.
Tema che è stato più volte contestato, proprio al rettore Deferrari, da parte degli studenti dell´Onda e dai comitati dei precari nei mesi scorsi nel corso delle ripetute manifestazioni di protesta andate in piazza.
Deferrari, nell´ultima seduta che si è svolta nel senato accademico, ha dunque messo la sua firma a una mozione proposta da Rdb-Cub, e già siglata da milletrecento lavoratori dell´ateneo, in cui esprime la "propria contrarietà all´ipotesi fondazione".
Un gesto particolare che non poteva passare inosservato.(m.b.)

In base ai fondi stanziati, per ogni operaio ci sono a disposizione circa 500 euro
Ventimila in cassa integrazione il governo dà solo dieci milioni

Bari - Cinquecento euro ad operaio. Mezzo mese di stipendio. A tanto ammontano i fondi per gli ammortizzatori sociali messi a disposizione dal governo Berlusconi. Per fronteggiare la crisi economica più grave dal secondo dopoguerra, da Roma sono stati messi a disposizione dei lavoratori pugliesi solo 10 milioni di euro per quasi ventimila lavoratori in cassa integrazione. «Briciole - taglia corto l´assessore regionale al Lavoro, Marco Barbieri - prima della crisi avevamo chiesto 70 milioni di euro. Adesso che la situazione si sta aggravando, sarebbe insufficienti anche quelli. Eppure da Roma i soldi sono arrivati con il conta gocce. E, per un mese, non abbiamo potuto neanche sfiorarli».
Il decreto del ministero del Welfare è stato siglato a Roma lo scorso 19 febbraio. Ma la Regione Puglia, sino a questo momento non ha potuto utilizzare neanche questa piccola somma. Il via libera, in deroga all´attuale normativa, è arrivato solo venerdì della scorsa settimana. Per questo l´assessore Barbieri ieri ha convocato le parti sociali e ha intavolato la discussione con l´Inps, chiedendo all´ente di previdenza di tradurre in persone, lo spaventoso monte ore di cassa integrazione richiesta dalle imprese pugliesi. A febbraio si era già superata quota un milione e mezzo di ore di Cig.
Barbieri si trova alle prese con una torta troppo piccola che dovrà sfamare troppe bocche. Il primo problema riguarda l´esiguità delle risorse spendibili subito. Nella migliore delle ipotesi, alla Puglia spetteranno complessivamente 50 milioni di euro. Gli stessi soldi dello scorso anno, ma a disposizione di una platea ben più ampia. Il ricorso alla cassa integrazione e alla mobilità, infatti, nei primi mesi del 2009 ha subito una brusca impennata. Le stime di Confindustria, non sono lontane dalle più fosche previsioni della Cgil. Le aziende pugliesi hanno fatto pervenire alla Regione richieste per un milione e mezzo di ore di cassa integrazione. Una stima giudicata eccessiva dall´assessore, Marco Barbieri ma che preoccupa molto le organizzazioni sindacali.
«A fronte di una situazione così drammatica - ha detto ieri Sabino De Razza, consigliere comunale di Rifondazione e rappresentante della Rdb Cub - la Regione farebbe bene a rivedere i propri interventi. Basta ai finanziamenti alle aziende, che hanno già avuto troppo senza smettere di licenziare. Adesso la politica deve subito mettere a disposizione quei soldi a sostegno del reddito dei lavoratori in difficoltà e dei precari lasciati a casa».
Ieri anche la Uil regionale è intervenuta sulla crisi: «Solo l´apertura di mille piccoli cantieri che mettano in moto economia e occupazione nella nostra regione potrebbe scongiurare il picco più alto della crisi economica, che ci aspetta nei prossimi mesi». ha detto ieri il segretario della Uil Puglia, Aldo Pugliese, nella riunione della Direzione regionale. Secondo la Uil, si aggravano sempre più le crisi industriali con pesanti conseguenze occupazionali, così come sono in calo gli investimenti nell´industria, in particolare nell´innovazione e nella ricerca. «I dati - ha spiegato Pugliese - dicono che l´occupazione sta crollando ad altissimo ritmo senza escludere nessuno».(p.rus.)

Netturbini in sciopero, città sporca, il crac Amia irrompe nelle strade
"Azienda verso il baratro". Bloccato il servizio di spazzamento
di ANTONIO FRASCHILLA

Palermo - Una città sommersa dalle cartacce e con i cestini stracolmi di rifiuti. È quella che ieri mattina si sono trovati davanti tutti i palermitani. Il motivo di questa ennesima emergenza rifiuti? Lo sciopero indetto da due sigle sindacali autonome per i lavoratori di Amia Essemme, la società partecipata di Amia dove nel 2006 sono stati stabilizzati 900 Lsu e che si dovrebbe occupare dello spazzamento delle strade e dello svuotamento dei cestini. «Abbiamo indetto lo sciopero, che durerà anche nei prossimi giorni, perché chiediamo investimenti dell´Amia per garantire la sicurezza degli operai, costretti a lavorare con mezzi vecchi e senza alcun dispositivo di protezione, come guanti e scarpe», dice Paolo Di Gaetano della Rdb che ieri mattina, insieme al sindacato Alba, ha organizzato un corteo che si è snodato per le vie del centro facendo andare il traffico in tilt. «Abbiamo incontrato Salvatore Cianciolo, responsabile della task force regionale perché del nostro problema si deve occupare il governatore Raffaele Lombardo - continua Di Gaetano - L´Amia è al dissesto e temiamo per il futuro dei lavoratori di Amia Essemme».
La città anche oggi sarà sporca: ieri dal centro alla periferia non c´era marciapiede che non si presentasse sporco, pieno di cartacce per terra e con i cestini colmi di rifiuti. Da via Principe di Belmonte a via Libertà, ma anche nelle vie di Brancaccio, Bonagia, Borgo Nuovo e Cep le strade erano molto sporche. «Continueremo lo stato di agitazione e l´astensione dal lavoro fino a quando non avremo la certezza di un intervento da parte della Regione, perché chiediamo di transitare nella società che gestirà l´Ato rifiuti provinciale, l´Amia è al fallimento», dicono i sindacati. Il presidente appena nominato alla guida di Amia Essemme, Filippo Cucina, allarga le braccia: «Tutti i lavoratori, anche quelli appena assunti, hanno in dotazione divise e scarpe aziendali - dice Cucina - Non capisco le motivazioni di questo sciopero, indetto in un momento delicato per tutta l´azienda. Chiamo gli operai al senso di responsabilità, non escludo di chiedere un intervento del prefetto per garantire la pulizia delle strade cittadine».
Intanto, mentre scoppia il caso Amia Essemme e l´amministrazione comunale cerca una soluzione per salvare dal crac l´Amia, continua la polemica sulla mancata querela da parte del sindaco Diego Cammarata dell´ex cda dell´Amia indagato per falso in bilancio. Oggi l´opposizione chiederà al Consiglio comunale di prelevare una mozione che indichi il presidente Marcello Caruso come soggetto che deve sporgere querela contro gli ex amministratori dell´Amia: «La nostra battaglia per fare luce sulla passata gestione dell´azienda continua - dicono il capogruppo del Pd Davide Faraone e il consigliere Maurizio Pellegrino - Caruso ha ancora una settimana di tempo per presentare la querela prima che l´indagine venga archiviata».

La protesta "Case, favori a politici" sit-in sotto la sede Udc

Roma - Una ventina di inquilini di via Pincherle ha occupato la sede Udc di via dei due Macelli per chiedere l´espulsione dal partito di un consigliere municipale. Quest´ultimo «avrebbe fatto comprare ad amici e conoscenti del suo e di altri partiti» ha detto Paolo Di Vetta del sindacato Rdb «una decina di appartamenti». Replica Luciano Ciocchetti, segretario romano Udc: «No a speculazioni politiche, oggi vedo gli inquilini».


18 marzo 2009 - Liberazione

Mentre gli abitanti cercavano di non perdere gli appartamenti,
deputati e consiglieri spingevano amici e colleghi a comprare
Roma, via Pincherle feudo politico, case a parenti e non agli inquilini
di Daniele Nalbone

Roma - Dobbiamo risalire all'aprile dello stesso anno, esattamente al giorno 9. Perché in quella data il consigliere dell'XI Municipio, Francesco Capoccia (Udc), residente proprio nello stabile in questione, invia ai suoi condomini una lettera avente come oggetto "Vendita degli immobili via Salvatore Pincherle 153 e 169". «Evidentemente» denunciano gli inquilini «papà Leopoldo, che per Fata lavorava da anni, aveva notizie di primo pelo da passare al figlio che potevano risultare comode in fase di campagna elettorale» visto che da li a pochi giorni si sarebbe votato per la carica di Presidente di Municipio, alla quale Francesco partecipa, perdendo, come rivale di Andrea Catarci. «Vista la concreta possibilità» si legge nella lettera «della vendita da parte della Fata degli immobili, la cooperativa Sant'Egidio Srl ha presentato una proposta libera di acquisto avente ad oggetto gli stessi per poi trasferire a ciascun inquilino la proprietà esclusiva dell'immobile». In fondo alla lettera il suo telefono per raccogliere eventuali adesioni. Un atteggiamento molto premuroso se non fosse che «si trattava di una presa in giro, visto che la promessa dietro la quale firmammo la delega a trattare per noi era su una cifra di 1500-1800 euro al metro quadro» denuncia una condomina del sig.Capoccia «quando invece il mio appartamento è stato valutato 3300 euro». A luglio intanto iniziano le ufficiali manovre da parte della Fata per la vendita degli immobili: chi non riesce a trovare i soldi per portare a termine l'operazione annunciata da Capoccia mesi prima si organizza in un comitato e chiede l'intervento delle istituzioni. Inizia così una trattativa-farsa fra la Regione Lazio e l'Ater da una parte e Area Mestre dall'altra, una società partecipata della Giacomazzi che il 22 dicembre rileva i 116 immobili inoptati dalla Fata: prima di questa compravendita, però, la compagnia assicurativa aveva pensato bene, fra il 19 e il 22 dicembre, di vendere cinque immobili - nonostante la parola data in sede di trattativa alle istituzioni che non si sarebbero alienate unità immobiliari a terzi - a parenti stretti dei politici salernitani Antonio Frunzi, (Udc, che rileva 2 appartamenti) ex sindaco e attuale consigliere comunale di San Gregorio Magno, Gaetano Pascarella, (area Ds, adesso Pd) ex sottosegretario alla Pubblica Istruzione nell'ultimo governo Prodi, e Marzio De Nardo, (area dc) eletto in lista civica consigliere del comune di Bracigliano. Intanto riprendono le trattative per gli immobili inoptati, ora rimasti 111. Si spera, stavolta, in una vera trattativa ma anche questa volta sparisce dal tavolo una altro appartamento, acquistato in data 7 gennaio da Ganino Caterina, residente a Buccino (Salerno), con conto corrente bancario presso la MPS di S.Gregorio Magno e uno stretto parente impegnato in politica, l'ex sindaco di Sora Francesco Ganino, ex Udc ora Pdl. «L'iter è chiaro - commentano dal comitato inquilini - mentre delle "teste di legno" di Fata prima e Giacomazzi poi trattano con le istituzioni, il consigliere Capoccia riceve visite da parte di agenti immobiliari per mostrar loro appartamenti vuoti o, purtroppo, ancora locati. Anche ben oltre l'ora di cena, quasi di nascosto». Mentre raccogliamo la denuncia dei condomini, arriva di corsa un'altra "inquilina resistente" che ci porta una lettera, datata 5 marzo, che ha dell'assurdo: è di una "prossima acquirente" di una porzione del suo immobile (visto che questo è composto da due unità) che vorrebbe formularle, tramite lo studio legale associato Rbs&Adt Law, «una proposta economica (leggasi buonuscita) per la liberazione dell'appartamento». Ovviamente con opere murarie di divisione a carico della nuova proprietà. Intanto gli inquilini continuano nella loro lotta e, mentre lo studio associato compila la lettera, in Prefettura si tiene un incontro in cui Giacomazzi ribadisce il rifiuto dell'offerta della Regione Lazio per l'acquisto degli immobili per una cifra superiore del 10 per cento rispetto a quanto speso da Area Mestre appena due mesi prima. Quindi viene comunicato che sono in fase avanzata di vendita 98 appartamenti e che nessuno di essi sarà venduto agli attuali inquilini, peraltro non al corrente dell'operazione. Mentre l'avvocato Perticaro, messo a disposizione delle famiglie di via Pincherle da AS.I.A. RdB, presenta denuncia presso la Procura della Repubblica «per vederci chiaro sull'ormai palese intento speculativo messo in moto da Fata prima e Area Mestre ora e sui legami di queste con le banche popolari di Lodi e Novara, ree di aver concesso prestiti per 43 milioni a una società (Area Mestre) che nasce nel 2007 con una perdita in bilancio di 27mila euro e un capitale sociale di appena 115mila, la farsa continua: il 6 marzo due coniugi di Portici (Napoli) stipulano un contratto di compravendita con Area Mestre per un appartamento al secondo piano. E ora? Dopo l'occupazione della sede delle Generali di piazza Venezia di giovedì scorso e il partecipato corteo di venerdì, che ha visto in piazza l'intera Rete romana per il diritto all'abitare, gli "inquilini resistenti" sono riusciti a strappare un tavolo convocato dal Prefetto di Roma per il 27 marzo - in realtà in programma oggi ma spostato da Giacomazzi - tra la proprietà attuale, la Fata Assicurazioni, le Generali, la Regione Lazio, il Comune di Roma e il Municipio XI: «Il problema è che da qui a venerdì 27 chissà quanti rogiti toglieranno casa a inquilini ultrasessantacinquenni. E' inconcepibile che le vendite continuino nonostante un prefetto contrario e delle istituzioni pronte a risolvere la situazione. Questa è la prova di come le amministrazioni non possano far nulla per fermare il mostro delle speculazioni immobiliari». Intanto, però, politici campani democristiani stanno "colonizzando" via Pincherle.


18 marzo 2009 - L'Unità

Precari pubblici
Brunetta come il mago Otelma

Il ministro Brunetta ha presentato il suo monitoraggio sui «lavoratori atipici» nella Pubblica amministrazione. I dati sono attendibili quanto una previsione del mago Otelma. Si tratta di un 10 per cento sul totale delle amministrazioni (7 provincie su 110, ad esempio). Emerge che i precari sarebbero solo 3 mila di cui i «regolarizzabili» (concorso vinto e tre anni di contratto) solo 1.125 (di questi gli enti chiedono l’assunzione di 787). «Se sono così pochi perché non li assume tutti?», ha replicato Podda (Cgil). Qualche notizia Brunetta però l’ha data. Per esempio «sembra che i vincitori di concorso non siano pochissimi» e che negli enti di ricerca «le regolarizzazioni ci sono già state» con «2mila co.co.co. già a casa». Poi ha ribadito «l’invito a diretti interessati a segnalare la loro presenza negli enti». Rdb e Cgil l’hanno raccolto: sta partendo l’autodenuncia.(M.FR.)


18 marzo 2009 - Il Padova

La Protesta. Ieri il sit-in per non dover denunciare i clandestini
I medici in prefettura contro le segnalazioni
Una cinquantina fra sanitari e esponenti di 14 associazioni: da Caritas a Emergency e Msf

Padova - Una cinquantina di persone tra medici e appartenenti a 14 associazioni si sono incontrati ieri sotto la prefettura per dire no all'obbligo di segnalazione dei cittadini extracomunitari sprovvisti di permesso di soggiorno. In una lettera indirizzata al prefetto Michele Lepri Gallerano l'associazione promotrice Razzismo Stop chiede la bocciatura dell'emendamento all'articolo 35 del Testo Unico in materia di Sicurezza che dovrebbe introdurre le modifiche in materia. Secondo recenti dati il calo dell'accesso agli ambulatori medici in Veneto dopo l'annuncio del provvedimento è stato in alcuni casi del 20 per cento. Alcuni infermieri denunciano il rischio che prendano piede sistemi di cura "paralleli" e non controllati. "Dedichiamo questa giornata a Joy, una ragazza nigeriana che a Bari ha preferito morire di Tbc piuttosto che farsi curare e rischiare la denuncia" spiega il protavoce Luca Bertolino. Alla protesta hanno preso parte anche medici e sanitari, nonché rappresentanti di Caritas, Emergency, Medici Senza Frontiere, Adl, Rdb Sanità e Associazione Mimosa. Da alcune settimane nella sede di Razzismo Stop in via Gradenigo è attivo uno sportello di consulenza per medici e volontari che lavorano nel settore. Lo sportello risponde al numero 800 680 893.(SIL.FA.)


18 marzo 2009 - Il Centro

Sanità, altro presidio dei sindacati
Chiedono d’incontrare l’assessore. Il manager Asl: pianta organica pronta

PESCARA - La pianta organica della Asl è pronta per essere deliberata. Sulla base di questo strumento si discuterà nelle prossime settimane anche del destino dei precari. Sono queste le risposte che Rdb, Cobas e Comitato precari sono riusciti a ottenere ieri dal manager della Asl Claudio D’Amario, dopo un presidio di protesta all’esterno e poi all’interno degli uffici della direzione generale. Le tre sigle ritengono che non ci sia tempo da perdere e annunciano per domani un altro presidio, nei locali della Regione.
«Da tempo sollecitiamo l’approvazione immediata della pianta organica della Asl», dice Mario Frittelli (Rdb), «perché partendo da questa base potremo discutere delle necessità di personale dell’azienda e quindi del futuro dei precari», per i quali nelle scorse settimane sono state annunciate due possibili alternative, e cioè la stabilizzazione o la promozione di nuovi concorsi. Ieri mattina D’Amario ha annunciato ai precari e agli ex lavoratori precari, il cui contratto è scaduto di recente che «la delibera della pianta organica, così come concertata in passato, vedrà la luce venerdì e non ha aggiunto molto altro», spiega Frittelli. «Adesso, quindi, va attivato un tavolo con la Regione, la Asl e il commissario della Sanità, Gino Redigolo, per trovare delle soluzioni senza aspettare troppo. Il tavolo», ricorda Frittelli, «era stato promesso nelle scorse settimane dall’assessore regionale alla Sanità, Lanfranco Venturoni, e ora è arrivato il momento di convocarlo».
Proprio per questo domani il presidio di protesta raggiungerà via Conte di Ruvo dove si trovano gli uffici regionali della Sanità. «Non ce ne andremo da lì fino a quando non ci saranno comunicati giorno e ora dell’incontro», assicura il sindacalista. «Aspettiamo che la Regione dia il via libera alla pianta organica della Asl, che fissa dei tetti di spesa per il personale ben precisi. Dopodiché andrà valutato questo strumento per capire il destino dei precari e a tal proposito vogliamo avere delle risposte esaustive sulla stabilizzazione o sui possibili concorsi per far entrare i precari alla Asl. Non è possibile perdere altro tempo, però, perché la normativa impone il termine di giugno».
Non si esclude un altro sciopero regionale, magari a fine mese, dopo quello organizzato di recente a seguito del licenziamento dei precari Edp, mentre a breve si annunciano delle manifestazioni di protesta nazionali a cui parteciperanno anche i precari di Pescara. Nello stesso tempo ci tengono a farsi sentire anche coloro che hanno già partecipato ai concorsi in passato e sono entrati in graduatoria. Ritengono di essere i primi ad aver diritto a un posto di lavoro e scartano l’ipotesi di altri concorsi, perché le graduatorie sono ancora valide.(f.b.)


18 marzo 2009 - Il Messaggero

Pescara. Picchetto di precari davanti la sede della direzione generale della Asl...

Pescara - Picchetto di precari davanti la sede della direzione generale della Asl. Anzi di ex precari oggi disoccupati. Un sit-in che è iniziato alle nove di ieri mattina per terminare a mezzogiorno. La manifestazione è stata organizzata da Rdb-Cobas che sta cercando una soluzione per i circa 700 precari della sanità abruzzese che hanno perso il posto di lavoro. «Purtroppo - spiega Mario Frittelli di Rdb - al momento non ci sono ancora soluzioni concrete e la nostra protesta serve a tenere alta l’attenzione sulle vicende umane di settecento famiglie che devono fare i conti con mutui, figli e spesa quotidiana». Una buona notizia, al termine della mattinata, invece, sembra provenire dalla direzione generale; pare che entro venerdì il direttore generale Claudio D’Amario approverà la delibera che riguarda la pianta organica. Quello sarà il momento della verità: si conosceranno i bisogni di personale per ogni singolo ufficio e dipartimento ed anche i precari potranno sapere, finalmente, cosa li aspetta. Tra le prime indiscrezioni filtrate, una riguarda gli infermieri a tempo determinato dei reparti di pediatria, chirurgia pediatrica, nido e neonatologia. In servizio ne sono otto, in pianta organica ne sarebbero previsti uno o al massimo due. Difficile, dunque, far quadrare i conti.(L.Tr.)


18 marzo 2009 - Il Napoli

«Immigrati esasperati e lasciati in strada»

Napoli - "Un'aggressione non ha mai alcuna giustificazione ma bisogna dire che gli ambulanti immigrati a Napoli sono davvero esasperati". Aboubakar Soumahoro, responsabile dell’ufficio immigrazione del RdB Cub è ad un seminario a Milano sul nuovo pacchetto sicurezza e cita una nuovissima circolare del Ministro Sacconi per spiegare ciò che stra accadendo a Napoli. "Il ministro ha chiesto agli ispettori dell'Inps di aumentare i controlli sulle imprese etniche". E dice: "Denuncio un clima culture pesante che si respira nel paese e si riverbera localmente". "Esprimo solidarietà ai vigili aggrediti ma è inutile nascondere che nessun assessore del comunale negli anni ha voluto allestire i mercatini etnici". Soumahoro fa un esempio: "Il mercatino delle rampe Filangieri sembrava dovesse aprire gli operatori immigrati versarono anche le tasse poi il nulla". "Le leggi vanno sempre rispettate - conclude - ma sarebbe opportuno evitare di fare furbe generalizzazioni".(AR.CA.)


18 marzo 2009 - La Sicilia

Palermo. I dipendenti dell'Amia non ci stanno...
di Michele Guccione

Palermo - I dipendenti dell'Amia non ci stanno. Dionisio Giordano, segretario della Fit-Cisl, annuncia che sarà sciopero se Amia e Comune tarderanno ancora il varo del nuovo piano industriale col conseguente aumento del contratto di servizio. Senza mezzi e con stipendi al contagocce, gli addetti alla raccolta assicurano il servizio e subiscono le conseguenze della stabilizzazione di 900 Lsu all'Amia Essemme, addetti allo spazzamento. É accaduto, ad esempio, che denunce per assenteismo fatte da cittadini contro spazzini si siano tramutate in avvisi di garanzia che coinvolgono pure addetti alla raccolta. Il deficit dell'azienda ha diviso il fronte, fra dipendenti Amia e sindacati confederali con cui è schierata parte degli spazzini, contro dipendenti Essemme e sindacati autonomi. Il clima è pesante, si sussurra di episodi di intimidazioni.
Il Comune, secondo indiscrezioni, potrebbe varare il piano industriale dell'Amia con un aumento del contratto di servizio di 36 milioni, più 50 milioni per tamponare le pretese dei creditori, che avanzano 150 milioni. E potrebbe riconoscere il contributo «post mortem» per gestire le vasche esaurite della discarica di Bellolampo. L'orientamento favorevole di Palazzo delle Aquile non giustifica il silenzio dei vertici Amia che indispettisce i sindacati. I quali ricordano di avere dato tempo fino al 31 marzo per avere risposte sul piano industriale e sul puntuale pagamento degli stipendi.
Finora i confederali hanno tenuto un comportamento responsabile. Il nuovo Cda tenta di risanare il deficit e di portare rigore nelle spese. Il presidente Marcello Caruso ha assicurato che non un solo posto di lavoro sarà a rischio. E infatti, malgrado all'Amia ci sia carenza di presidi di sicurezza per gli addetti alla raccolta, il servizio prosegue, come quello degli spazzini di Essemme iscritti a Cgil, Cisl e Uil. Invece gli spazzini iscritti a RdB e Alba ieri hanno scioperato. La protesta, di un centinaio di lavoratori, che però ha paralizzato mezza città, è anche per i timori occupazionali, ma cozza con l'invito del Cda, presieduto da Filippo Cucina, ad un maggiore senso di responsabilità. Come se non bastasse, la task force per l'occupazione della Regione ha convocato per sabato una riunione sui «problemi di Amia Essemme».


18 marzo 2009 - Il Messaggero Veneto

L’INIZIATIVA
Seminario di studio sulla crisi economica

Gorizia - Sabato la sezione provinciale di Gorizia del partito di Alternativa comunista organizza per i propri iscritti, e in collaborazione con l’associazione Nostro tempo, un seminario di studio sulla crisi economica del capitalismo mondiale e i suoi effetti socio-politici. Si parlerà di come la finanziarizzazione dell’economia e l’enorme massa di capitali speculativi «abbiano intensificato – si legge in una nota – lo sfruttamento dei lavoratori e, a fronte di una crescita enorme della massa di dividendi e rendite, abbiano condotto verso una nuova crisi di sovrapproduzione di merci, preceduta dalla crisi finanziaria dei subprime americani, crisi che l’oligarchia capitalistica e i suoi governi vogliono far pagare alla stessa classe lavoratrice».
Si parlerà degli effetti di questa situazione in Italia sulla legislazione del lavoro, delle ricadute nella Cgil e nel sindacalismo di base. Una sessione sarà dedicata alla cosiddetta sinistra radicale di governo, la quale, «dopo aver sostenuto le politiche antioperaie del governo Prodi-Ferrero, palesa ora il suo volto opportunista con spaccature interne ed esperimenti elettorali protési alla ricerca di una nuova alleanza con un Pd a guida Bersani». Il partito di Alternativa comunista, che aderisce alla Lega internazionale dei lavoratori-Quarta internazionale, rilancia la necessità di una mobilitazione politica del movimento operaio, «per l’immediata cacciata di Berlusconi, per un programma di transizione verso un governo dei lavoratori negli interessi dei lavoratori, contrapposto al capitalismo bipolare Pd-Pdl». Fra gli interventi iniziali, la relazione introduttiva di Fulvio Zorzenon del direttivo provinciale di Alternativa comunista, Aldo Moresco, del Pdac, il dottor Alessandro Caliaro, esperto di giuslavorismo, Paolo Trotti vicepresidente dell’associazione Nostro tempo. Sono previsti interventi di lavoratori attivi nella Cgil e nella Cub. L’inizio dei lavori, che si terranno nella sede di Monfalcone dell’associazione Nostro tempo, è fissato per le 15.30.


18 marzo 2009 - Città Oggi web

Lavoratrici assunte da una cooperativa che non percepiscono lo stipendio da 3 mesi
Illusione Lindt: grande polo logistico, ma pochi posti di lavoro
di Graziano Masperi

Magenta - Il mercato del lavoro sta passando giorni infelici in tutto il Magentino. Una boccata di ossigeno doveva arrivare dal nuovo polo logistico della Lindt di strada Boffalora capace di portare circa 260 posti di lavoro e far tornare il sorriso sulla bocca delle famiglie. A conti fatti però, non sta garantendo quello che molti speravano. Ecco allora che ci si ritrova con persone che da tre mesi non percepiscono lo stipendio e che vedono il futuro sempre più nero visto che la cooperativa per la quale lavoravano il 31 marzo potrebbe lasciare Magenta. Non c’è ancora nulla di certo, ma il commento di parecchie donne è unanime. Come stanno effettivamente le cose è ancora presto per dirlo. Solo una decina sono i dipendenti della Lindt veri e propri perché gli altri sono stati assunti dalle due cooperative alle quali la nota azienda che si occupa di cioccolato ha appaltato i settori "imballaggi" e quello di "carico e scarico". "L’ultimo stipendio che ho percepito risale al 10 dicembre e riguardava il mese di novembre", ha commentato una lavoratrice di una delle due cooperative. Un dato di fatto che per molti vuol dire crisi nera. Tanto più che parecchi spiegano di essere stati assunti con contratto a tempo indeterminato. "Ciò che è stato fatto in termini di assunzioni non riguarda direttamente la Lindt – spiegano dall’ufficio comunicazione dell’azienda di Induno Olona – In ogni caso teniamo a precisare che il polo di Magenta rimarrà il cuore strategico dell’azienda, fondamentale non solo per il mercato italiano, ma anche per quello europeo in generale. E’ impensabile investire in maniera così decisa e pensare di abbandonare tutto dopo due anni. La Lindt rimarrà". Basta passare davanti all’imponente polo di strada Boffalora per notare il via vai di mezzi pesanti che trasportano cioccolato. Pochissime le auto in sosta nel cortile interno. Dal 31 marzo in avanti potrebbe accadere che un’altra cooperativa rilevi l’attività di quella precedente. Ma le lavoratrici esigono chiarezza. Per l’altra cooperativa che si occupa di scarico e carico lavorano tra le 40 e le 70 persone. "Variano a seconda dei periodi stagionali – continuano dalla Lindt – con picchi nelle alte stagioni". E c’è addirittura una cooperativa che per entrare alla Lindt aveva a suo tempo assunto alcune persone. Ma non ottenne l’appalto e per gli assunti fu la fine di un’illusione. Quindi da un lato la Lindt assicura che il polo magentino sarà il core business dell’azienda, dall’altro c’è la preoccupazione delle lavoratrici. E la prossima settimana la Cub (Confederazione Unitaria di Base) di Magenta organizzerà un presidio. Un volantinaggio fuori dalla Lindt per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla situazione.


18 marzo 2009 - Il Giornale di Vicenza

SCUOLA
OGGI SCIOPERO SOLIDARIETÀ DAL PS

Vicenza - Oggi gli insegnanti e il personale Ata della scuola aderiranno allo sciopero proclamato da Flc-Cgil, Gilda, Cobas e Cub scuola, per la salvaguardia della scuola pubblica, dell’università e della ricerca. Il Partito socialista vicentino esprime la solidarietà a questo sciopero.


17 marzo 2009 - Agi

ROMA: INQUILINI DI VIA PINCHERLE OCCUPANO SEDE NAZIONALE UDC

(AGI) - Roma, 17 mar. - Gli inquilini di via Pincherle 153/169 stanno occupando la sede nazionale dell'Udc in via Due Macelli a Roma, per denunciare il coinvolgimento di alcuni esponenti del partito nella vendita dei 116 alloggi inoptati dagli inquilini nell'ambito della dismissione del patrimonio immobiliare di Fata/Generali, ceduto ad Area Mestre/Giacomazzi lo scorso dicembre. "Nella gestione della vendita degli appartamenti a terzi - si legge in una nota firmata Rdb-Cub - risulta infatti coinvolto il consigliere del Municipio XI Francesco Capoccia (Udc), residente nello stabile in questione, che avrebbe favorito l'acquisto degli appartamenti da parte di esponenti politici e amministratori del suo partito, ma non solo". Alle 12.30 e' convocata una conferenza stampa in via Due Macelli.


17 marzo 2009 - Apcom

Casa/ Inquilini via Pincherle occupano sede nazionale Udc a Roma
Cesa garantisce incontro con Ciocchetti

Roma, 17 mar. (Apcom) - E' in corso l'occupazione della sede nazionale dell'Udc in via Due Macelli a Roma da parte degli inquilini di via Pincherle 153/169 per denunciare il coinvolgimento di alcuni esponenti del partito nella vendita dei 116 alloggi inoptati dagli inquilini nell`ambito della dismissione del patrimonio immobiliare di Fata/Generali, ceduto ad Area Mestre/Giacomazzi lo scorso dicembre. Lo rende noto un comunicato Asia-Rdb. Gli inquilini hanno ricevuto garanzie dal segretario nazionale dell'Udc, Lorenzo Cesa, su un incontro con Luciano Ciocchetti alle 14. "Stanchi di tante promesse - si legge nella nota - hanno però deciso di rimanere all`interno della sede Udc, mentre fuori altri continuano il volantinaggio di protesta, alla presenza delle forze di polizia giunte sul posto".


17 marzo 2009 - Ansa

P.A: RDB-CUB, AUTODENUNCIA COME TUTELA DA CONTROLLI PRECARI

ROMA - (ANSA) - ROMA, 17 MAR - In segno di protesta contro il monitoraggio dei contratti di lavoro atipici avviato dal ministro Renato Brunetta nella pubblica amministrazione i sindacati di base invitano i precari pubblici ad autodenunciarsi e a partecipare alla manifestazione nazionale del 28 marzo. "Il ministro ha poco da contare se il fine è quello di licenziare", afferma in una nota Carmela Bonvino, della federazione nazionale Rdb-Cub. "Invitiamo - spiega - tutti i precari pubblici ad autodenunciarsi al ministro come forma di autotutela e di protesta, utilizzando il modulo che è scaricabile dal nostro sito". La federazione Rdb-Cub considera il controllo sui contratti atipici promosso da Brunetta, "in applicazione di quello che è ancora un disegno di legge (Atto Senato 1167)", "l'ennesimo atto della campagna di cattiva informazione intrapresa dal ministro contro i precari e il lavoro pubblico". Sempre secondo i sindacati di base si tratta di "operazioni che comporteranno la reale perdita di posti di lavoro e di futuro per alcune centinaia di lavoratori precari storici, non stabilizzati o stabilizzabili".

CASA: VIA PINCHERLE; DOMANI CIOCCHETTI INCONTRERÀ INQUILINI

(ANSA) - ROMA, 17 MAR - «Sulla vicenda degli immobili di via Pincherle respingiamo con forza la speculazione politica fatta in queste ore e convochiamo per domani mattina alle 10, proprio a via Pincherle, un incontro con gli inquilini per chiarire definitivamente la posizioni dell'Udc». Lo afferma in una nota il segretario regionale dell'Udc Luciano Ciocchetti, dopo l'occupazione della sede nazionale dell'Udc in via Due Macelli da parte degli inquilini di via Pincherle 153/169 avvenuta stamani. Dopo aver incontrato Ciocchetti, l'Asia Rdb ha sottolineato che «nel corso dell'incontro il segretario ha affermato l'estraneità dell'Udc a operazioni di compravendita immobiliare e ha difeso l'operato del consigliere municipale Capoccia». Da parte sua Ciocchetti ha ribadito che «la nostra azione sarà quella di difendere e aiutare tutti i residenti a rimanere negli alloggi. Chiarito questo mi chiedo come mai si specula politicamente sull'Udc invece di chiedere alla Regione Lazio e al Comune di Roma, che hanno gli strumenti, soluzioni in merito. Per il momento - conclude - tutto tace e nessuno li ha chiamati in causa».


17 marzo 2009 - Dire

BOLOGNA. SINDACATI: VIOLEREMO 'ZONA ROSSA', QUESTURA TOLLERI
BETTI: "NO AL TERRORISMO PSICOLOGICO"; DEPOSITATO RICORSO AL TAR

(DIRE) Bologna, 17 mar. - La Questura di Bologna ha vietato il percorso proposto dai sindacati di base per il corteo di sabato pomeriggio -di protesta contro il divieto del Prefetto di manifestare nel weekend- ma loro danno ugualmente appuntamento alle 15.30 in piazza Nettuno. L'intenzione, scrivono Rdb, Cobas e Sdl in una nota, e' violare la 'zona rossa' il divieto e far sfilare il corteo con lo stesso percorso che era stato chiesto (Rizzoli, Ugo Bassi, Prefettura), nonostante piazza Galilei abbia dato prescrizioni e suggerito agli organizzatori un tragitto alternativo (piazza San Francesco, piazza Malpighi, via IV Novembre, Prefettura). "Ci auguriamo che prevalga il buonsenso e che la Questura permetta una manifestazione pacifica di lavoratori", manda a dire Massimo Betti delle Rdb, che accusa Questura e Prefettura di Bologna di mettere in atto "forme di terrorismo psicologico", a causa delle quali, probabilmente, le fila dei lavoratori in piazza sabato si assottiglieranno. Intanto, questa mattina i sindacati di base, come annunciato, hanno presentato ricorso al Tar contro le prescrizioni ricevute dalla Questura e contro l'ordinanza prefettizia e il decreto Maroni che ne e' stato origine. Per i sindacati di base sono norme "incostituzionali, in contrasto con l'articolo 17 della Costituzione". Se la speranza e' che i giudici amministrativi dell'Emilia-Romagna possano affrontare la questione in via urgente e pronunciarsi sulla sospensiva prima di sabato, i sindacati di base annunciano una guerra lunga. "Andremo anche al Consiglio di Stato se necessario". E Betti rilancia fin da ora la manifestazione nazionale del 28 a Roma. Intanto, arrivano altre adesioni al corteo di sabato. Dopo i collettivi universitari e centri sociali Vag 61 e Crash, anche il Partito comunista dei lavoratori assicura la propria presenza. Nell'aderire alla manifestazione indetta dai sindacati di base, il Partito comunista dei lavoratori in una nota si scaglia contro "il governo piu' reazionario del dopoguerra". Quello che si sta instaurando e' un "regime autoritario" con il quale "si proibiscono le manifestazioni nei centri cittadini e si comprime il diritto di sciopero". Per il Pcl e' un "tentativo di tutelarsi anticipatamente dalla possibilita' di un'autentica esplosione sociale tra i lavoratori e le classi popolari, le cui condizioni di vita vengono messe in discussione dalla drammatica crisi dell'economia capitalista". A tutto questo il Pcl dice "no" e invita alla lotta "tutte le organizzazioni della classe operaia e tutte le formazioni della sinistra politica". Allo stesso tempo, il Pcl si scaglia contro i "sindacati 'complici' del Governo Berlusconi (Cisl, Uil e Ugl), che hanno firmato l'accordo separato senza il mandato dei lavoratori" e contro "il tentativo della Cgil di contenere la protesta sociale con scioperi limitati e manifestazioni una tantum al fine di rimettere in piedi il tavolo concertativo". Il fronte dei centri sociali bolognesi, intanto, si rincontrera' domani sera in vista della giornata di sabato. Tra le idee al vaglio di Vag 61 c'e' anche quella di effettuare volantinaggi o presidi nelle ore precedenti il corteo.

CASA. VIA PINCHERLE, INQUILINI OCCUPANO SEDE NAZIONALE UDC

(DIRE) Roma, 17 mar. - "Gli inquilini di via Pincherle 153/169 stanno occupando la sede nazionale dell'Udc in via Due Macelli a Roma, per denunciare il coinvolgimento di alcuni esponenti del partito nella vendita dei 116 alloggi inoptati dagli inquilini nell'ambito della dismissione del patrimonio immobiliare di Fata/Generali, ceduto ad Area Mestre/Giacomazzi lo scorso dicembre". Lo rende noto un comunicato di Asia-Rdb. "Nella gestione della vendita degli appartamenti a terzi risulta infatti coinvolto il consigliere del Municipio XI Francesco Capoccia (Udc), residente nello stabile in questione, che avrebbe favorito l'acquisto degli appartamenti da parte di esponenti politici e amministratori del suo partito, ma non solo- prosegue la nota- Alle 12.30 e' convocata una conferenza stampa in via Due Macelli".

CASA. VIA PINCHERLE, CESA GARANTISCE INCONTRO CON CIOCCHETTI

(DIRE) Roma, 17 mar. - "E' in corso l'occupazione della sede nazionale dell'Udc in via Due Macelli a Roma da parte degli inquilini di via Pincherle 153/169 per denunciare il coinvolgimento di alcuni esponenti del partito nella vendita dei 116 alloggi inoptati dagli inquilini nell'ambito della dismissione del patrimonio immobiliare di Fata/Generali, ceduto ad Area Mestre/Giacomazzi lo scorso dicembre". Lo ricorda una nota di Asia-Rdb. "Gli inquilini- prosegue la nota- hanno ricevuto garanzie da Cesa su un incontro con Ciocchetti alle 14. Stanchi di tante promesse, hanno pero' deciso di rimanere all'interno della sede Udc, mentre fuori altri continuano il volantinaggio di protesta, alla presenza delle forze di polizia giunte sul posto".

CASA. VIA PINCHERLE, CIOCCHETTI INCONTRA GLI INQUILINI

(DIRE) Roma, 17 mar. - "Si e' conclusa l'occupazione della sede nazionale dell'Udc in via Due Macelli a Roma da parte degli inquilini di via Pincherle 153/169, dopo che una delegazione ha incontrato il deputato e segretario regionale del Lazio dell'Udc, Luciano Ciocchetti". Lo fa sapere una nota di Asia-Rdb. "Nel corso dell'incontro, Ciocchetti ha affermato l'estraneita' dell'Udc a operazioni di compravendita immobiliare e ha difeso l'operato del consigliere municipale Capoccia- prosegue la nota- Per ulteriori chiarimenti, Ciocchetti si rechera' domani mattina, alle 10, a via Pincherle, dove incontrera' tutti gli inquilini".

FOCUS/PARLAMENTO. SENATO, ITER DELLE LEGGI IN COMMISSIONE

(DIRE) Roma, 17 mar. - In commissione GIUSTIZIA...
Giovedi', alle 8.30, per l'indagine conoscitiva sull'attivita' di ufficiale giudiziario, audizione dell'Associazione ufficiali giudiziari in Europa, Uil - Libero sindacato ufficiali giudiziari, Associazione nazionale istituti vendite giudiziarie e rappresentanti di Cgil, Cisl, Unsa-Sag, Flp, Rdb, Uil-Pa....


17 marzo 2009 - Omniroma

VIA DUE MACELLI, ASIA: INQUILINI VIA PINCHERLE OCCUPANO SEDE UDC

(OMNIROMA) Roma, 17 mar - «Gli inquilini di via Pincherle 153/169 stanno occupando la sede nazionale dell'Udc in via Due Macelli a Roma, per denunciare il coinvolgimento di alcuni esponenti del partito nella vendita dei 116 alloggi inoptati dagli inquilini nell'ambito della dismissione del patrimonio immobiliare di Fata/Generali, ceduto ad Area Mestre/Giacomazzi lo scorso dicembre». È quanto si legge in una nota Asia Rdb. Alle ore 12.30 è convocata una conferenza stampa in via Due Macelli.

VIA PINCHERLE, INQUILINI OCCUPANO SEDE UDC CONTRO CONSIGLIERE

(OMNIROMA) Roma, 17 mar - Una ventina di aderenti al comitato inquilini di via Pincherle ha occupato la sede dell'Udc di via dei due Macelli e chiede l'espulsione dal partito del consigliere del municipio XI, Francesco Capoccia. Quest'ultimo, secondo quanto sostengono gli inquilini di via Pincherle, «avrebbe fatto comprare ad amici e conoscenti del suo partito e di altri partiti - ha detto Paolo Di Vetta, del sindacato Rdb - oltre una decina di appartamenti dello stabile di via Pincherle. Amici e conoscenti, grazie all'aiuto dell'improvvisato e abile agente immobiliare, hanno comprato questi appartamenti a un prezzo di favore, quello che la Fata assicurazioni, proprietaria degli immobili, aveva proposto agli inquilini, ovvero meno di 3000 euro a metro quadro». «Ora - prosegue Di Vetta - gli amici di Capoccia hanno fatto un affare ad insaputa degli inquilini di via Pincherle che sono stati raggiunti da lettere che comunicavano che la loro casa era stata acquistata. Il dramma è che questi inquilini, molti dei quali anziani residenti a via Pincherle da 50 anni, non sanno che fine faranno: i nuovi proprietari, infatti, potrebbero sfrattarli oppure alzare il prezzo dell'affitto a livelli inaccettabili per qualsiasi pensionato». «Casa - si legge in uno striscione esposto sotto la sede dell'Udc - la rendita parassitaria sta strangolando la nostra città». Gli inquilini di via Pincherle, alcuni di loro hanno raggiunto via dei due Macelli con delle sedie pieghevoli, hanno fatto sapere che rimarranno sotto la sede dell'Udc «finchè Capoccia non sarà espulso dal partito e finchè l'Udc non prenderà una posizione a favore degli inquilini».


17 marzo 2009 - Adnkronos

ROMA: ASIA RDB, INQUILINI DI VIA PINCHERLE OCCUPANO SEDE UDC

Roma, 17 mar. (Adnkronos) - Gli inquilini di via Pincherle 153/169 hanno occupato la sede nazionale dell'Udc in via Due Macelli a Roma, ''per denunciare il coinvolgimento di alcuni esponenti del partito nella vendita dei 116 alloggi inoptati dagli inquilini nell'ambito della dismissione del patrimonio immobiliare di Fata/Generali, ceduto ad Area Mestre/Giacomazzi lo scorso dicembre''. Lo comunica in una nota Asia Rdb. ''Gli inquilini - prosegue Asia Rdb - hanno ricevuto garanzie da Cesa su un incontro con Ciocchetti alle ore 14. Stanchi di tante promesse, hanno pero' deciso di rimanere all'interno della sede Udc, mentre fuori altri continuano il volantinaggio di protesta, alla presenza delle forze di polizia giunte sul posto''.


17 marzo 2009 - Iris

ROMA: INQUILINI DI VIA PINCHERLE OCCUPANO SEDE NAZIONALE UDC

(IRIS) - ROMA, 17 MAR - Gli inquilini di via Pincherle 153/169 stanno occupando la sede nazionale dell'Udc in via Due Macelli a Roma, per denunciare il coinvolgimento di alcuni esponenti del partito nella vendita dei 116 alloggi inoptati dagli inquilini nell'ambito della dismissione del patrimonio immobiliare di Fata/Generali, ceduto ad Area Mestre/Giacomazzi lo scorso dicembre. "Nella gestione della vendita degli appartamenti a terzi - si legge in una nota firmata Rdb-Cub - risulta infatti coinvolto il consigliere del Municipio XI Francesco Capoccia (Udc), residente nello stabile in questione, che avrebbe favorito l'acquisto degli appartamenti da parte di esponenti politici e amministratori del suo partito, ma non solo". Alle 12.30 è convocata una conferenza stampa in via Due Macelli.


17 marzo 2009 - Asca

ROMA/CASA: CARAPELLA, SUBITO CHIAREZZA SU IMMOBILI DI VIA PINCHERLE

(ASCA) - Roma, 17 mar - ''Se fossero confermati, si tratterebbe di episodi condannabili ed esecrabili che mi auguro possano trovare pronta smentita da parte degli esponenti del partito politico coinvolto''. E' quanto dichiara il Presidente della Commissione Lavori Pubblici e Politiche per la Casa del Lazio, Giovanni Carapella, in merito alle rivelazioni stampa su presunte interferenze di esponenti dell'Udc nella vicenda degli immobili di Via Pincherle, a Roma, oggetto di contenzioso fra gli inquilini ed il gruppo assicurativo Fata-Generali. ''Come Regione Lazio - aggiunge Carapella - seguiamo fin dall'inizio la vicenda in cui sono coinvolti gli inquilini di via Pincherle e siamo pertanto enormemente preoccupati per quanto denunciato. Ci aspettiamo sia fatta chiarezza quanto prima perche' non e' in alcun modo ammissibile speculare sulla pelle di tante famiglie in lotta per il diritto alla casa''.


17 marzo 2009 - Il Foglietto Usi RdB Ricerca

E' DISPONIBILE, su www.usirdbricerca.it , IL NUMERO 10 - Anno VI
DEL SETTIMANALE on line DI INFORMAZIONE SINDACALE DAL MONDO DELLA RICERCA

In questo numero:

* Maiani ha spento la prima candelina ma non è riuscito a nominare un dg
* Anche per i contratti è stagione di saldi
* "I siti nucleari? Un esercizio tra amici"
* Per le deleghe "scippate" passa il 2° biennio ricerca
* Guerra della ramazza, Lotito contro Istat
* Il direttore generale Enea si dimette, saluta e se ne va
* Brunetta in 10 giorni farà censimento precari
* Per una "striscia" di Ciociaria, l'Italia rischia


17 marzo 2009 - Il Resto del Carlino

La Questura dice no al corteo delle Rdb per sabato
«Pronti a ricorrere al Tar. Violeremo il divieto»

Bologna - Dopo le denunce di Bologna città libera' per aver violato il divieto, la Questura dice no anche ai sindacati di base sul percorso proposto per sabato contro l'ordinanza del Prefetto che vieta le manifestazioni nel centro storico nel weekend. Rdb, Cobas e Sdl avevano chiesto di partire da piazza Nettuno, via Ugo Bassi e arrivare alla Prefettura. La controproposta è partire da piazza San Francesco, via Portanova e Prefettura. Le Rdb annunciano: «Pronto il ricorso al Tar, ma al 99% sabato violeremo il divieto».


17 marzo 2009 - Corriere di Bologna

SABATO IN CENTRO
Corteo Rdb contro i divieti. La Questura mette i paletti

Bologna - La Questura mette i paletti al corteo di sindacati di base e centri sociali di sabato prossimo contro l'ordinanza del Prefetto che vieta le manifestazioni in alcune piazze e vie del centro nel weekend. Rdb, Cobas e Sdl avevano chiesto di partire da piazza Nettuno, percorrere via Ugo Bassi per arrivare sotto la Prefettura, ma la polizia gli ha imposto di evitare piazza Maggiore e via Ugo Bassi, proponendo un percorso «parallelo». «Faremo ricorso al Tar e violeremo il divieto», annuncia Massimo Betti delle Rdb.


17 marzo 2009 - Liberazione

Mentre gli abitanti cercavano di non perdere gli appartamenti,
deputati e consiglieri spingevano amici e colleghi a comprare
Roma, via Pincherle feudo politico, case a parenti e non agli inquilini
di Daniele Nalbone

Roma - Dobbiamo risalire all'aprile dello stesso anno, esattamente al giorno 9. Perché in quella data il consigliere dell'XI Municipio, Francesco Capoccia (Udc), residente proprio nello stabile in questione, invia ai suoi condomini una lettera avente come oggetto "Vendita degli immobili via Salvatore Pincherle 153 e 169". «Evidentemente» denunciano gli inquilini «papà Leopoldo, che per Fata lavorava da anni, aveva notizie di primo pelo da passare al figlio che potevano risultare comode in fase di campagna elettorale» visto che da li a pochi giorni si sarebbe votato per la carica di Presidente di Municipio, alla quale Francesco partecipa, perdendo, come rivale di Andrea Catarci.
«Vista la concreta possibilità» si legge nella lettera «della vendita da parte della Fata degli immobili, la cooperativa Sant'Egidio Srl ha presentato una proposta libera di acquisto avente ad oggetto gli stessi per poi trasferire a ciascun inquilino la proprietà esclusiva dell'immobile». In fondo alla lettera il suo telefono per raccogliere eventuali adesioni. Un atteggiamento molto premuroso se non fosse che «si trattava di una presa in giro, visto che la promessa dietro la quale firmammo la delega a trattare per noi era su una cifra di 1500-1800 euro al metro quadro» denuncia una condomina del sig.Capoccia «quando invece il mio appartamento è stato valutato 3300 euro». A luglio intanto iniziano le ufficiali manovre da parte della Fata per la vendita degli immobili: chi non riesce a trovare i soldi per portare a termine l'operazione annunciata da Capoccia mesi prima si organizza in un comitato e chiede l'intervento delle istituzioni.
Inizia così una trattativa-farsa fra la Regione Lazio e l'Ater da una parte e Area Mestre dall'altra, una società partecipata della Giacomazzi che il 22 dicembre rileva i 116 immobili inoptati dalla Fata: prima di questa compravendita, però, la compagnia assicurativa aveva pensato bene, fra il 19 e il 22 dicembre, di vendere cinque immobili - nonostante la parola data in sede di trattativa alle istituzioni che non si sarebbero alienate unità immobiliari a terzi - a parenti stretti dei politici salernitani Antonio Frunzi, (Udc, che rileva 2 appartamenti) ex sindaco e attuale consigliere comunale di San Gregorio Magno, Gaetano Pascarella, (area Ds, adesso Pd) ex sottosegretario alla Pubblica Istruzione nell'ultimo governo Prodi, e Marzio De Nardo, (area dc) eletto in lista civica consigliere del comune di Bracigliano.
Intanto riprendono le trattative per gli immobili inoptati, ora rimasti 111. Si spera, stavolta, in una vera trattativa ma anche questa volta sparisce dal tavolo una altro appartamento, acquistato in data 7 gennaio da Ganino Caterina, residente a Buccino (Salerno), con conto corrente bancario presso la MPS di S.Gregorio Magno e uno stretto parente impegnato in politica, l'ex sindaco di Sora Francesco Ganino, ex Udc ora Pdl.
«L'iter è chiaro - commentano dal comitato inquilini - mentre delle "teste di legno" di Fata prima e Giacomazzi poi trattano con le istituzioni, il consigliere Capoccia riceve visite da parte di agenti immobiliari per mostrar loro appartamenti vuoti o, purtroppo, ancora locati. Anche ben oltre l'ora di cena, quasi di nascosto». Mentre raccogliamo la denuncia dei condomini, arriva di corsa un'altra "inquilina resistente" che ci porta una lettera, datata 5 marzo, che ha dell'assurdo: è di una "prossima acquirente" di una porzione del suo immobile (visto che questo è composto da due unità) che vorrebbe formularle, tramite lo studio legale associato Rbs&Adt Law, «una proposta economica (leggasi buonuscita) per la liberazione dell'appartamento». Ovviamente con opere murarie di divisione a carico della nuova proprietà. Intanto gli inquilini continuano nella loro lotta e, mentre lo studio associato compila la lettera, in Prefettura si tiene un incontro in cui Giacomazzi ribadisce il rifiuto dell'offerta della Regione Lazio per l'acquisto degli immobili per una cifra superiore del 10 per cento rispetto a quanto speso da Area Mestre appena due mesi prima. Quindi viene comunicato che sono in fase avanzata di vendita 98 appartamenti e che nessuno di essi sarà venduto agli attuali inquilini, peraltro non al corrente dell'operazione.
Mentre l'avvocato Perticaro, messo a disposizione delle famiglie di via Pincherle da AS.I.A. RdB, presenta denuncia presso la Procura della Repubblica «per vederci chiaro sull'ormai palese intento speculativo messo in moto da Fata prima e Area Mestre ora e sui legami di queste con le banche popolari di Lodi e Novara, ree di aver concesso prestiti per 43 milioni a una società (Area Mestre) che nasce nel 2007 con una perdita in bilancio di 27mila euro e un capitale sociale di appena 115mila, la farsa continua: il 6 marzo due coniugi di Portici (Napoli) stipulano un contratto di compravendita con Area Mestre per un appartamento al secondo piano.
E ora? Dopo l'occupazione della sede delle Generali di piazza Venezia di giovedì scorso e il partecipato corteo di venerdì, che ha visto in piazza l'intera Rete romana per il diritto all'abitare, gli "inquilini resistenti" sono riusciti a strappare un tavolo convocato dal Prefetto di Roma per il 27 marzo - in realtà in programma oggi ma spostato da Giacomazzi - tra la proprietà attuale, la Fata Assicurazioni, le Generali, la Regione Lazio, il Comune di Roma e il Municipio XI: «Il problema è che da qui a venerdì 27 chissà quanti rogiti toglieranno casa a inquilini ultrasessantacinquenni. E' inconcepibile che le vendite continuino nonostante un prefetto contrario e delle istituzioni pronte a risolvere la situazione. Questa è la prova di come le amministrazioni non possano far nulla per fermare il mostro delle speculazioni immobiliari». Intanto, però, politici campani democristiani stanno "colonizzando" via Pincherle.


17 marzo 2009 - Il Centro

Cup, file interminabili Senza i precari è caos

PESCARA - Le file al Centro unico di prenotazione sono interminabili. Chi prova a mettersi in contatto telefonicamente con l’ufficio non ottiene alcuna risposta e il personale in servizio rischia di scoppiare, tant’è che l’orario al pubblico è stato ridotto. La situazione è precipitata da quando sono stati licenziati i precari (Edp): i pochi dipendenti della Asl che hanno accettato di sostituirli non ce la fanno a stare dietro alla gran mole di lavoro e alcuni sono in malattia.
Insomma i problemi sono «grandissimi», commenta Massimo Petrini, della Cgil Funzione Pubblica, che già nei giorni scorsi aveva contestato le sostituzioni di personale effettuate dalla Asl dopo i licenziamenti perché «sarebbe stato necessario mandare al Cup gli ultimi Edp che sono stati assunti dall’azienda con concorso, ma non è stato così».
Potrebbe andare meglio nelle prossime settimane, visto che il 23 sono state convocate a colloquio dieci persone, scelte tra le categorie protette. Si tratta di unità lavorative già in graduatoria che dovranno coprire l’incarico di coadiutore amministrativo e andranno proprio al Cup. Nel frattempo, però, chi risponde al telefono per le prenotazioni riesce a fare «il 20 per cento di quello che si faceva prima», dice Petrini, «e il Cup ha tagliato l’orario di lavoro, per cui è aperto al pubblico mezz’ora in meno sia la mattina sia il pomeriggio. Insomma l’allarme continua e noi denunciamo questo stato di cose perché i cittadini devono subire gravi disfunzioni. Qui aumentano le tasse e i ticket, ma i servizi sono scarsi». A essere insoddisfatti, sono anche gli ex precari che da fine febbraio sono senza lavoro: attendevano risposte dalla Asl e dalla Regione sul loro futuro, ma non sono arrivate. Questa mattina quindi, coordinati da Rdb, Cobas e Comitato precari, si presenteranno in direzione generale, alla Asl, per chiedere di incontrare il manager D’Amario e sapere se si procederà alla stabilizzazione e se ci saranno nuovi concorsi. Nello stesso tempo, però, chi ha già superato un concorso ed è in graduatoria si chiede quando arriverà il suo turno e sottolinea che non servono altri concorsi perché esistono delle graduatorie ancora valide, seppur datate. Con tutto il rispetto per i precari.(f.b.)


17 marzo 2009 - TRC Giornale

"Su Etm ed Etruria Servizi un clima vergognoso"

Civitavecchia - Difesa e contrattacco. Flavio Zeppa per le Rdb/Cub e Gabriella Rossi per Ambiente e Lavoro intervengono su Etm ed Etruria Servizi, rispondendo colpo su colpo agli attacchi subiti in questi giorni dalle due aziende. "Tornando indietro nel tempo - scrivono in una nota Zeppa e Rossi - rileviamo la assenza di tutte queste voci sulle due aziende partecipate. Dove erano nel lontano 2005 quando fu costituita l'Etm e gli fu assegnato illegittimamente il Trasporto Pubblico dall'allora Commissario Di Caprio? Dove è finita la ristrutturazione del Trasporto Pubblico effettuata nel 2000 dall'allora sindaco Tidei per evitare il fallimento e la famosa gara europea? Forse in un cassetto di un dirigente compiacente alla sternalizzazione dei servizi fatta dall'allora assessore Renda? Forse si parla troppo e forse per interesse? Ricordiamo - continuano Zeppa e Rossi - che gli esposti per la Etm furono quattro (due della Rdb/Cub e due di Ambiente e Lavoro) e furono fatti anche per la totale indifferenza di tutti i partiti politici menefreghisti e non interessati a far luce. Ora che il problema è divenuto politico, tutti a parlare e scrivere articoli secondo noi finalizzati solo alla propaganda elettorale in vista di elezioni. In tempi non sospetti soltanto noi abbiamo chiesto l'allontanamento ed il licenziamento dei dirigenti Etm e dell'amministratore unico, che, oltretutto, è anche amministratore di Etruria Servizi. Aggiungeremmo anche il commissario Di Caprio, che ha dato il via a questa situazione illegittima, consegnando il trasporto pubblico a chi non aveva i titoli e che poi ha gestito in maniera privata il servizio ed il denaro pubblico. La parola d'ordine è interesse, di qualsiasi genere, ed allora tutti a parlare e sparlare. Noi non stiamo in questo gioco - concludono Zeppa e Rossi - siamo liberi ed indipendenti da poteri politici ed economici. Invitiamo tutti a rimanere in silenzio, visto che non si conoscono le realtà precise dei misfatti, ed attendere gli esiti amministrativi, finanziari e penali".


17 marzo 2009 - Gazzetta di Modena/Nuova Ferrara

Per protestare sotto la prefettura
Ai sindacati di base la questura nega il corteo in centro

BOLOGNA - Dopo le denunce degli attivisti di Bologna città libera per aver violato il divieto, la Questura nega ai sindacati di base il percorso proposto per la manifestazione di sabato contro l’ordinanza del Prefetto che vieta le manifestazioni in alcune piazze e vie del centro storico nel weekend. Rdb, Cobas e Sdl avevano chiesto di partire da piazza Nettuno, percorrere via Ugo Bassi e arrivare fin sotto le finestre della Prefettura, per gridare il loro "no" alla direttiva Maroni che ha posto limiti alle manifestazioni e all’applicazione "bolognese" della direttiva con cui il Prefetto Angelo Tranfaglia ha reso "out", al sabato pomeriggio e di domenica, piazza Maggiore, piazza Nettuno, piazza Re Enzo, piazza Santo Stefano e le vie ricomprese nella cosiddetta T.
La Questura, che nei giorni scorsi ha denunciato Valerio Monteventi e altri 4 attivisti di Bologna città libera per il presidio di protesta in piazza Maggiore, tiene la linea dura. Il diniego è motivato con il fatto che nel percorso rientravano piazza Maggiore e via Ugo Bassi. La controproposta è partire da piazza San Francesco e percorrere via Portanova fino alla Prefettura. «Abbiamo pronto il ricorso al Tar da presentare in via urgente» spiega Massimo Betti delle Rdb annunciando che «al 99% sabato violeremo il divieto e faremo il nostro percorso».


17 marzo 2009 - Il Messaggero

Flavio Zeppa e Gabriella Rossi (Rdb e Ael) attaccano Lombardi, Iarlori
e anche l’amministrazione comunale
«Sul caso Etm sono tutti conniventi»
Allarme per i posti di lavoro: ora 15 autisti rischiano il licenziamento
di GIULIA AMATO

Civitavecchia - «Renda non può diventare il capro espiatorio, Iarlori e Lombardi erano conniventi».
Dopo il licenziamento di Renda dall’Etm, l’esponente locale dell’Rdb, Flavio Zeppa, e Gabriella Rossi, di Ambiente e lavoro, tornano a parlare del caso Etm, non risparmiando nessuno. Nel corso di una conferenza stampa, tenutasi ieri pomeriggio nella sede dell’Rdb, i due hanno precisato che «dietro a tutto non c’è solo Renda. Lombardi - ha spiegato Gabriella Rossi- è ancora l’amministratore unico della società e non può certo ritenersi immune. Non solo. In data 25 ottobre 2007 inviammo tutta la documentazione sulla situazione Etm, al neo amministratore unico chiedendogli un incontro. Nella documentazione avevamo allegato anche gli esposti che Rdb e AeL avevano presentato in Procura. Non può dire di esserne allo scuro».
La pioggia di critiche ha colpito anche partiti e consiglieri.
«E’ dal 2005 - ha dichiarato Flavio Zeppa - che cerchiamo di portare all’attenzione di tutti la malagestione dell’Etm. Nessuno ha mai parlato. Perché oggi, invece, molti stanno cavalcando l’onda del caso Renda? Vorrei solo ricordare che sia la Corte dei Conti, sia la magistratura, sia la Guardia di Finanza, stanno ancora conducendo indagini che a breve chiariranno la situazione e mi sembra oggi prematuro schierarsi in difesa di uno piuttosto che di un altro, rischiando di erigersi paladini di personaggi che potrebbero risultare colpevoli».
In conclusione i due hanno poi spostato l’attenzione sui 15 autisti, che svolgevano il "servizio a chiamata" e che rischiano il licenziamento, chiarendo che seppur fondamentale è il diritto al lavoro «non si può certo mandare in gara europea il nostro Tpl per assorbire il personale in esubero, personale assunto in via clientelare dai dirigenti che hanno portato alla bancarotta questa società».


17 marzo 2009 - Il Quaderno

Pepe, Miceli e Castiello al 'Depistaggio'
per un dibattito sul Piano Urbanistico di Benevento

Benevento - Venerdì 20 marzo, alle 18 presso il Centro Sociale Depistaggio, si terrà un dibattito pubblico sul nuovo Piano Urbanistico Comunale di Benevento a cui parteciperanno il sindaco Fausto Pepe e gli assessori Angelo Miceli ed Enrico Castiello. Prenderanno la parola anche Piero Mancini della Rdb Ambiente, Camillo Campolongo di Benevento ecosolidale, Marcello Stefanucci della Lipu, Alessio Masone della Rete Arcobaleno, Rito Martignetti del Gruppo Isidea e Giuseppe Falzarano del Sunia. L'iniziativa è organizzata dal Centro Depistaggio e dalle federazioni provinciali del sindacato RdB/Cub e del Partito della Rifondazione Comunista.


16 marzo 2009 - Dire

BOLOGNA. QUESTURA NEGA ALLE RDB PERCORSO CHIESTO PER SABATO
SI' A P.ZZA SAN FRANCESCO E V.PORTANOVA; BETTI: PRONTI PER IL TAR

(DIRE) Bologna, 16 mar. - Dopo le denunce degli attivisti di Bologna citta' libera per aver violato il divieto, la Questura nega ai sindacati di base il percorso proposto per la manifestazione di sabato contro l'ordinanza del Prefetto che vieta le manifestazioni in alcune piazze e vie del centro storico nel weekend. Rdb, Cobas e Sdl avevano chiesto di partire da piazza Nettuno, percorrere via Ugo Bassi e arrivare fin sotto le finestre della Prefettura, per gridare il loro "no" alla direttiva Maroni che ha posto limiti alle manifestazioni e all'applicazione "bolognese" della direttiva con cui il Prefetto Angelo Tranfaglia ha reso "out", al sabato pomeriggio e di domenica, piazza Maggiore, piazza Nettuno, piazza Re Enzo, piazza Santo Stefano e le vie ricomprese nella cosiddetta "T". La Questura, che nei giorni scorsi ha denunciato Valerio Monteventi e altri quattro attivisti di Bologna citta' libera per il presidio di protesta in piazza Maggiore, tiene la linea dura e dice "no" al percorso chiesto dai sindacati di base. Il diniego e' motivato per il fatto che nel percorso rientravano piazza Maggiore e via Ugo Bassi. La controproposta fatta da piazza Galilei e' partire da piazza San Francesco e percorrere via Portanova fino alla Prefettura. "Abbiamo pronto il ricorso al Tar e siamo pronti a presentarlo domattina in via urgente- spiega Massimo Betti delle Rdb- stasera ci troveremo con gli altri sindacati del 'Patto di base' per decidere il da farsi, ma al 99% sabato violeremo il divieto e faremo il nostro percorso. Ci negano via Rizzoli ma ci autorizzano una parallela, e' assurdo". A fianco dei 100 lavoratori che hanno chiesto di manifestare e dei sindacati di base, sabato in piazza ci saranno i centri sociali Vag 61 e Crash e gli studenti dell'Onda.

CASA. VIA PINCHERLE, ASIA-RDB: CONTINUA VENDITA A TERZI

(DIRE) Roma, 16 mar. - "Non sono per nulla positive le notizie che trapelano sul Tavolo interistituzionale sulla dismissione degli alloggi di via Pincherle 153/169 che avrebbe dovuto riunirsi entro domani, alla presenza anche di Giacomazzi/Area Mestre. Nonostante l'impegno assunto dalla Prefettura di Roma giovedi' scorso durante l'occupazione della sede delle Assicurazioni Generali a piazza Venezia, pare che il Tavolo non verra' convocato prima del 27 marzo". E' quanto afferma in una nota Asia-Rdb, che prosegue: "Tutto questo mentre continuano ad arrivare a via Pincherle visite di potenziali acquirenti (l'ultima in ordine di tempo si e' verificata ieri) e raccomandate, alcune delle quali provenienti dalla citta' di Salerno, da parte di nuovi proprietari che comunicano agli inquilini l'avvenuto acquisto del loro appartamento". "Intanto venerdi' scorso, l'avvocato Vincenzo Perticaro ha provveduto a depositare un atto di denuncia-querela con richiesta di sequestro, in merito alla contestata dismissione che ha riguardato gli immobili di proprieta' di Fata Assicurazioni Spa- sottolinea Asia-Rdb- Oltre alla causa penale intrapresa, il comitato di via Pincherle iniziera' un'ulteriore causa civile finalizzata ad ottenere l'annullamento del contratto di vendita tra Fata Assicurazioni Spa e Area Mestre Srl, nonche' il risarcimento per i danni patiti dagli inquilini nel corso degli ultimi mesi. Per quel che riguarda gli immobili commerciali, si ricorrera' al giudice civile per richiedere il riconoscimento del diritto di prelazione, violato dall'accordo precedente tra le due societa' suindicate". "Dopo l'occupazione della sede delle Generali e la manifestazione che si e' svolta lo scorso 13 marzo per le strade del Municipio XI, dove piu' di un migliaio di persone insieme ai movimenti per il diritto all'abitare ha portato solidarieta' attiva a via Pincherle- prosegue la nota- oggi pomeriggio gli inquilini e Asia-Rdb, ritenendo inaccettabile un rinvio 'sine die' del Tavolo in Prefettura, decideranno quali iniziative mettere in campo". "E' evidente, infatti, che non si sta tenendo conto delle necessita' dei cittadini, perche' mentre si rinvia la soluzione del problema gli appartamenti di via Pincherle continuano a essere venduti a personaggi quantomeno sospetti- conclude Asia-Rdb- qualcuno dovrebbe iniziare a indagare sulla filiera degli acquirenti salernitani e sul ruolo sporco giocato da qualche personaggio che ha fatto della politica uno strumento per curare i propri affari".

NUCLEARE. RICERCATORE CNR: HO TROVATO SITI, MA E' MODELLO FALLITO
SCREENING PRELIMINARE, MA RISULTATI NON TROPPO DISTANTI DA VERO

(DIRE) Roma, 16 mar. - Una lista di siti individuata per "un esercizio tra amici", per di piu' "di area ambientalista", una lista fittizia, quindi, ma non troppo lontano da quella 'vera', visto che le caratteristiche necessarie a realizzare una centrale nucleare son quelle. E' la lista che solleva proteste in ognuna delle 14 localita' individuate come potenziale sede di una centrale nucleare, lista redatta da Francesco Meneguzzo, scienziato del Cnr, esperto di energia e innovazione, che lavora presso l'Ibimet di Firenze che lo 'confessa' al 'Foglietto' di Usi/Rdb Ricerca, il sindacato di base dei lavoratori della ricerca, on line domani. Ma Meneguzzo sul nucleare ha le idee chiare: "si tratta di un modello energetico fallimentare" Insomma, da quasi un anno, il suo studio sulle 14 localita' (Monfalcone, Chioggia, Ravenna, Caorso, Trino, Fossano, Scarlino, San Benedetto del Tronto, Latina, Termoli, Garigliano, Mola di Bari, Scanzano Ionico, Palma e Oristano) che avrebbero i requisiti per ospitare centrali nucleari, crea aspre polemiche, riesplose nei giorni scorsi dopo l'accordo tra Silvio Berlusconi e Nicolas Sarkozy per realizzarne 4 in Italia. Meneguzzo, raggiunto dal 'Foglietto', ha accettato di rispondere ad alcune domande. Dello studio si dichiara "coautore, a dire la verita', con altri amici anche piu' esperti della materia". Si e' trattato di "un esercizio tra amici, di area ambientalista. Io sono iscritto ai Verdi- aggiunge- ma non posso dire che l'esercizio sia stato commissionato da loro". Lo studio "può essere considerato uno 'screening preliminare'- aggiunge lo scienziato del Cnr all’Ibimet di Firenze- probabilmente non tutti i criteri sono stati tenuti in considerazione, ma scommetterei di non essere andato troppo lontano dai risultati di un eventuale studio più rigoroso. Del resto, da qualche parte queste centrali andranno pure installate". Il 'Foglietto' chiede a Meneguzzi se non sarebbe più utile uno studio per l'individuazione di siti dove investire in fonti alternative al nucleare. "Ovviamente sì- risponde- anche non avendo niente contro il nucleare, non si può sorvolare sul fatto che l'uranio 235 estratto oggi non è sufficiente a coprire il fabbisogno delle centrali esistenti, e non si vede come ne possa essere estratto di più in futuro".


16 marzo 2009 - Ansa

SICUREZZA: SINDACATI VV.FF. BARI, PIÙ ORGANICO AL S.NICOLA

(ANSA) - BARI, 16 MAR - Le organizzazioni sindacali Confsal e RdB Cub dei vigili del fuoco di Bari chiedono in una nota ai vertici dei vigili, al prefetto e al sindaco di Bari che in occasione delle partite di calcio al San Nicola di Bari sia rafforzata la prsenza del personale. «Nei mesi scorsi - è detto nella nota - grazie anche al supporto del nostro Comando, facente parte della commissione di pubblico spettacolo, il numero dei vigili del fuoco che espletano il servizio di vigilanza all'interno dello stadio San Nicola fu ridotto notevolmente, tale riduzione fu richiesta direttamente dalla Società Calcio Bari alla commissione di Vigilanza e pubblico spettacolo causa 'riduzione di tifosi allo stadio». La richiesta fu subito allolta dalla commissione, ma oggi - affermano le due organizzazioni sindacali - le cose sono cambiate: «La partecipazione di pubblico nelle partite giocate in casa dall'A.S.Bari è aumentata in modo considerevole, circa 30.000 spettatori. Quindi si chiede, con la stessa solerzia, di ripristinare il numero dei Vigili del Fuoco a ricoprire tale servizio di vigilanza così da ricostituire la normale e sicura attività di prevenzione e soccorso».


16 marzo 2009 - Uno notizie

TUSCIA, LA RDB DENUNCIA:
''LA PROVINCIA DI VITERBO FA BANDI SEMICLANDESTINI''
Varato un bando in data 12/03/09 scadente il 18/03/09 per il reperimento di 5 collaboratori esperti in materia di politiche del lavoro FSE (Fondo Sociale Europeo)

VITERBO - Qualche giorno fa la RdB denunciò sui giornali come la giunta della Provincia di Viterbo si apprestava in splendida e arrogante solitudine a gestire il denaro del Fondo sociale Europeo senza condividere obbiettivi e metodi con lavoratori e cittadini. "Scopriamo oggi - dichiara Sergio De Paola della Federazione RdB CUB VT - a conferma di quanto sopra, che il settore politiche del lavoro ha varato un bando in data 12/03/09 scadente il 18/03/09 per il reperimento di 5 collaboratori esperti in materia di politiche del lavoro FSE, (Fondo Sociale Europeo), per una durata triennale. Così come denunciammo, qualche anno fa, la ASL che bandiva i concorsi il 23 dicembre con scadenza il 27 dicembre, così non possiamo tacere un bando che sembra essere semiclandestino, che per i tempi e le modalità sembra voler restringere al massimo il numero dei partecipanti. Quale urgenza si è creata tale da superare l’art. 4 del regolamento della provincia adottato un anno fa, (con deliberazione n.42 del 19/02/08) che prevede 15 gg di pubblicazione? Quale urgenza vi era tale per cui, essendo previsti, in questo caso, solo 7gg di pubblicazione, far risultare formalmente la pubblicazione il 12/03/09 ma in realtà inserirla sul sito il 13/03/09? Il sospetto che risponderanno a questo bando meno di 10 persone - prosegue De Paola -è quanto mai legittimo, ma di sicuro lascia l’amaro in bocca, in primis per come viene gestita la res pubblica, poi per come, in un momento di crisi in cui i nostri giovani si disperano nella ricerca di una qualche pur minima occupazione vengono calpestate le regole, se non contrattuali o legislative, quanto meno quelle che devono essere dettate dal buon senso e dalla dignità. A Dicembre dell’anno scorso polemizzammo lungamente sul tentativo di stabilizzazione solo di alcuni consulenti a fronte delle decine di collaboratori; la storia si ripete!!!" Probabilmente neanche questa nostra denuncia - conclude Sergio De Paola -, ne la nostra indignazione riuscirà a fermare una deriva irresponsabile che offre ragioni a chi sostiene l’assenza di trasparenza nella gestione della cosa pubblica. I contratti atipici, la loro flessibilità sui requisiti e modalità di stipula si sa ormai sono come la cioccolata per ogni politico di turno, una tentazione a cui è difficile dire di no!!!!!!


16 marzo 2009 - City

Una settimana per la casa

Bologna - Il sindacato Asia-Rdb Cub lancia una settimana di mobilitazione per reclamare il diritto alla casa e per la riappropriazione degli alloggi pubblici vuoti. Primo appuntamento oggi pomeriggio in piazza Maggiore per un presidio contro gli sfratti e per il rilancio dell’edilizia pubblica. Mercoledì è in programma invece una biciclettata con partenza dal centro sociale Vag61 di via Paolo Fabbri e giovedì sarà la volta della presentazione della campagna "Censimento dal basso degli edifici e delle case sfitte e abbandonate". "A Bologna - denuncia il sindacato - c’è un aumento delle domande di case popolari (più di 7000) e un incremento degli sfratti per morosità.


16 marzo 2009 - Repubblica.it

Dirigenti in viaggio premio mentre l'azienda licenzia
Quattro giorni in beauty-farm regalati da Ibm Italia a una cinquantina di suoi manager: un premio che la base dei lavoratori non ha gradito
di Ilaria Carra

Un viaggio termale a spese dell’azienda. Al Grotta Giusti di Monsummano terme in Toscana. Centro benessere a quattro stelle dove per una doppia è dura cavarsela con meno di 260 euro al giorno. Quattro giorni in beauty-farm regalati da Ibm Italia a una cinquantina di suoi manager, un premio che la base dei lavoratori non ha gradito: con la crisi che corre, non era il caso. Di qui la protesta: «Il nostro aumento è andato a farsi il bagno alle terme», ironizza in una lettera mandata alla direzione il nuovo sindacato di base Flm-Uniti-Cub, il sindacato 2.0 che per farsi sentire ricorre spesso e volentieri a proteste virtuali su Second life e Facebook. E che proprio contro «privilegi e sprechi dei manager» ha lanciato la sua campagna: «In un momento di pesante crisi economica e con il recente taglio di cinquemila posti di lavoro negli Stati Uniti e forte preoccupazione anche qui da noi — si legge nella petizione online — la scelta di regalare a manager e famiglie una vacanza premio alle terme è vergognosa». Vacanza che, secondo il sindacato, sarebbe costata tra i 50 e i 100 mila euro alle casse di Ibm Italia. L’azienda non smentisce, ma preferisce non rilasciare commenti ufficiali. Il sindacato è molto critico e chiede: «Perché gli ottimi risultati dell’azienda non vengono ripartiti tra tutti?». In più la beffa: «Ci sono lavoratori che da anni attendono modestissimi aumenti e invece ottengono tagli a corsi di formazione».