Alla manovra economica del governo, approvata in via definitiva a tempo di record con l’aiuto dell’opposizione, l’USB ha risposto con la convocazione dello sciopero generale del pubblico impiego, che all’INPS ha registrato una partecipazione complessiva sopra la media delle precedenti iniziative, con punte molto significative.
Dati ancora parziali forniti dall’Ufficio Relazioni Sindacali indicano la partecipazione media oltre il 26%, dato rapportato al personale presente in servizio. Tra ferie e sciopero, ben oltre la metà dei lavoratori dell’INPS il 15 luglio non è andata a lavorare. Diverse le Sedi chiuse al pubblico. Tra quelle segnalateci ci sono: Taranto, Foggia, Reggio Calabria, Rimini, Lodi, Vicenza, Trieste, Padova, Mestre, Battipaglia, ma siamo sicuri che molte altre sono sfuggite ad una prima ricognizione. Grandi disagi nelle Agenzie, dove la partecipazione allo sciopero è stata altissima, come a Merate (Como) e Orbassate (Torino) con il 55% di media.
Ecco un primo elenco di Sedi che hanno fatto registrare una partecipazione sopra la media nazionale provvisoria: Reggio Calabria (51%); Caserta (47%); Enna (38%); Trieste (41,5%); Padova (27,3%); Brindisi (29,1%); Vicenza (39%); Napoli (36,8%); Aosta (58,1%); Verona (36,4%); Cosenza (34,5%); Ferrara (37,8%); Pinerolo (72,5%); Lodi (46,4%). In Sardegna la media degli scioperanti è stata del 55,5%: Sede Regionale (64%); Cagliari (41,7%). Attendiamo ora i dati definitivi ma possiamo affermare che all’indomani dell’iniziativa nazionale del 22 giugno, organizzata unitariamente con Cgil e Cisal, i lavoratori dell’Inps hanno nuovamente manifestato una grande volontà e disponibilità a mobilitarsi.
Di fronte ad una manovra economica che ripristina i tickets sanitari per visite specialistiche ed esami, che aumenta ancora l’età pensionabile e riduce la rivalutazione delle pensioni, che toglie risorse agli enti locali obbligandoli ad aumentare le tasse o a cancellare i servizi, che blocca il rinnovo dei contratti dei lavoratori pubblici fino al 2017 e proroga il parziale blocco del turn over, lo sciopero dell’USB ha rappresentato una prima, forte risposta a caldo, che dovrà trovare continuità nelle iniziative d’autunno. Già a settembre è prevista una grande assemblea dell’USB con le altre organizzazioni di base, con i movimenti di lotta per l’abitare e per la difesa dei servizi pubblici, con i settori che hanno animato la fase referendaria in difesa dell’acqua bene comune e contro il nucleare, per organizzare una grande risposta popolare ad un’iniqua manovra economica che colpisce dipendenti e pensionati.