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Comunicati Stampa

Ancora uccisi sul lavoro nei cantieri ferroviari di RFI

Nazionale,

Nella notte tra il 26 e il 27 novembre scorsi Iurii Kulba, dipendente della impresa ferroviaria SALCEF Group, appaltatrice di RFI, è rimasto ferito in modo gravissimo sul cantiere di rinnovamento binari tra Civitavecchia e Tarquinia; nella serata dello stesso 27 novembre giunge, confermata, la notizia che il lavoratore è deceduto a seguito delle ferite riportate.

Dalle scarsissime notizie pubbliche a ora disponibili risulta che Iurii aveva 35 anni e un figlio di 8.

Esprimiamo a nome di tutta la nostra organizzazione la più piena solidarietà ai familiari e ai colleghi di Iurii Kulba, verso i quali dichiariamo la piena disponibilità della nostra organizzazione per ogni necessità di assistenza in questo difficile momento. 

Da informazioni dirette ci risulta che Iurii Kulba sia stato colpito da un pesante componente di un mezzo d’opera, accidentalmente sganciatosi dalla sua sede, mentre cercava di ripristinare il corretto funzionamento del macchinario che si era inceppato; potremmo dire che tanto ci basta per avere una idea precisa di come, banalmente, è successo che Iurii Kulba, di 35 anni, nel pieno del frenetico affaccendarsi di un “risanamento-rinnovamento” da iniziare e finire, con più centinaia di metri possibile, nel giro di 4 ore in piena notte, quando la “risantrice” a un certo momento si inceppa, si cala sotto il telaio del mezzo d’opera con l’incarico, soprattutto, di far ripartire presto la macchina.

Soprattutto fare presto è lindicazione, indispensabile, di produzione che tocca ai lavoratori delle imprese private di appalto per la manutenzione e il rinnovo dell’infrastruttura di RFI.

Fare presto perché il tempo è denaro, il denaro è il profitto: dal profitto il salario, dal salario la vita.

Iurii, un operaio di 35 anni, come le altre notti, in quella tra il 26 e 27 scorsi, stava facendo presto quello che, allo stesso modo, gli è stato ordinato di fare tutte le altre volte.

Il resto è ancora attenzione imprenditoriale al profitto ricavato dalla bassa occupazione, dall’incremento degli orari di lavoro, dalla riduzione dei riposi, dai bassi salari e dai mancati riconoscimenti professionali.

RFI è destinataria delle più ingenti risorse statali di investimento in opere pubbliche e responsabile dell’impiego di queste risorse nello svolgimento delle attività commissionate verso gli obiettivi di impresa sociale a cui deve ottemperare: tra questi vi è anche la salute e la sicurezza dei lavoratori all’opera nei mille e più cantieri aperti sull’infrastruttura ferroviaria italiana.

Ma è la stessa RFI che è imbrigliata nella più nera crisi organizzativa in cui è stata precipitata dalle più spregiudicate pretese organizzative manageriali degli ultimi venti anni che, favorite ancora una volta dalla collaboratività delle OOSS firmatarie con l’accordo di riorganizzazione del settore manutenzione infrastrutture del 10 gennaio 2024, hanno prodotto, anche nei ranghi ferroviari, ampie carenze di personale e di professionalità, incrementi degli orari di lavoro e del lavoro notturno, riduzione dei salari e monetizzazione di riposi e tempo libero, incremento dei rischi per la salute e la sicurezza dei ferrovieri e dei lavoratori tutti del settore; incapacità stessa di controllo sullo svolgimento delle attività.

In attesa degli accertamenti giudiziari su questo ennesimo omicio sul lavoro nei cantieri ferroviari, abbiamo richiesto un urgente incontro ai vertici di RFI per le prime informative.

Nel frattempo, in queste ore è in corso lo sciopero generale, indetto dalla nostra e da altre organizzazioni sindacali di base contro le politiche antisociali, antipopolari e guerrafondaie del governo; dedichiamo

l’adesione dei ferrovieri a questo sciopero alla memoria di Iurii Kulba, operaio ferroviario di 35 anni, ucciso sul lavoro per un salario da guadagnarsi in lunghe notti di fretta e fatica.