A centinaia di lavoratori, che operano nella regione negli appalti dell'igiene ambientale di HERA ambiente non viene applicato, da troppi anni, il contratto di settore FISE/UTILITALIA ma altri più sfavorevoli. Una differenza, come abbiamo già denunciato più volte, che si traduce in centinaia di euro in meno al mese, niente quattordicesima e minori contributi INPS.
Nella gestione degli appalti il comportamento di HERA denota un deficit di trasparenza: lo si evince anche dalle delibere a conclusione dell'indagine compiuta dall'autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) sul servizio integrato rifiuti, che coinvolge anche ATERSIR, con particolare riguardo agli affidamenti e sub affidamenti ad altre imprese. Sono state riscontrate una serie di procedure irregolari, secondo l'ANAC, trasmesse con un esposto alla Procura della Repubblica di Bologna e alla Procura regionale della Corte dei Conti per l’Emilia-Romagna.
È in questo contesto che si colloca la recente sentenza del Tribunale del Lavoro di Bologna (dell'8 Gennaio 2019) che ha dato ragione a un lavoratore di una coop sociale che chiedeva il riconoscimento del contratto FISE e non di quello delle coop sociali, condannando anche HERA SPA. Una sentenza esemplare che di fatto conferma quello che da anni la USB denuncia su salari e contratti differenziati illegittimi nell'igiene ambientale.
Una denuncia che si è infranta in tutti questi anni contro il muro di gomma delle amministrazioni comunali che hanno sempre cercato di "giustificare", con motivazioni pretestuose, una situazione di palese sfruttamento e discriminazione nei confronti dei lavoratori coinvolti. Tutto questo nonostante i cittadini dei vari Comuni interessati versino una quota prevista nella Tassa Rifiuti per la copertura degli stipendi dei lavoratori con i livelli contrattuali del FISE! Tutto questo nonostante le clausole inserite nei capitolati d'appalto di HERA impongano alle imprese appaltatrici l'applicazione dei contratti appropriati.
Tutto questo mentre CGIL-CISL-UIL continuano con un atteggiamento che ha di fatto avallato questa situazione per non urtare le centrali cooperative, HERA e le amministrazioni comunali, pur avendo firmato dei protocolli d'intesa anni fa con ATERSIR.
L'esperienza di HERA così come tutto l'impianto normativo nazionale e regionale sulle privatizzazioni dei servizi dimostra, a fronte di "utili" e fatturati in continua crescita per le imprese, un calo della redditività sociale, mancanza di controllo e ben poca trasparenza.
I servizi pubblici locali sono un settore strategico e sono questioni essenziali per le amministrazioni e i cittadini. Il gioco delle "scatole cinesi", con le Associazioni Temporanee d'impresa, i sub-appalti, le proroghe illegittime che colpiscono indistintamente utenti e lavoratori, deve finire.
L'USB si impegna a rilanciare una battaglia per ripubblicizzarer/rimunicipalizzare tali servizi dove uno dei punti più qualificanti è il ripristino di condizioni contrattuali dignitose che riconoscano la funzione socialmente utile dei lavoratori del settore e dei rischi a cui sono esposti.
L'USB presenterà in questi giorni esposti agli Ispettorati Provinciali del Lavoro per segnalare le mancate inadempienze contrattuali nei confronti dei lavoratori delle cooperative sociali impiegati nell'igiene ambientale per conto di HERA ambiente. Affinché fin da subito sia reso esecutivo questo adempimento. Copia dell'esposto verrà inviata anche all'ANAC e al Ministero del lavoro.
Bologna 23/01/2019
USB Lavoro Privato