Dopo i questionari autogestiti sulle richieste di miglioramento delle condizioni di lavoro, compilate da 3000 macchinisti e capitreno.
Dopo le prime assemblee nazionali che ne hanno approvato il percorso dal basso e individuato un gruppo di lavoro che traduca in piattaforma quelle risultanze.
Dopo un’assemblea nazionale con circa 200 partecipanti e a cui sono state invitate tutte le OOSS che ha stabilito la prosecuzione del lavoro con l’apporto delle sigle di base che hanno dichiarato di sostenere quella piattaforma (CUB, SGB, USB).
La piattaforma scaturita sta per essere pubblicata e ratificata in una nuova assemblea nazionale che darà inizio alla vertenza, cui tutti i macchinisti e i capitreno potranno riconoscersi.
Stavolta, anziché subire le richieste aziendali, andremo incontro ad un rinnovo contrattuale in cui:
- avremo una lista di precise rivendicazioni,
- si pretenderà a un miglioramento reale delle condizioni di lavoro,
- ma soprattutto si avrà un metodo di lavoro dal basso (elaborazione e controllo dalle assemblee) che dovrà essere artefice di tutto il negoziato: cosa chiedere, cosa accettare, come rispondere alla controparte, come proseguire la lotta, etc.
Nell’invitare tutti settori ferroviari, in tutte le imprese, ad intraprendere un analogo percorso di maturazione delle richieste contrattuali, i ferrovieri degli equipaggi riuniti in assemblee aperte osservano che questo percorso, ancora prima che la vertenza cominci, sta già dando i suoi primi frutti.
Le adesioni agli scioperi intercorsi da questa primavera registrano alte percentuali, a segno di un malcontento che attende di trovare rappresentate le giuste e proprie rivendicazioni.
Registriamo anche l’imbarazzo dei sindacati firmatari di contratto (che hanno disertato l’invito all’Assemblea Nazionale del 9 ottobre) che escono con continui comunicati: prima con linee guida per un rinnovo del CCNL del tutto vaghe e riempite di fumose espressioni tipo “la conciliazione dei tempi di vita e lavoro” che in nulla intaccano gli elementi contrattuali di orario di lavoro, poi con la proliferazione di gruppi tecnici/dichiarazioni di intenti/documenti territoriali etc. sempre distanti dalla base dei lavoratori e infine con mosse distrattive su welfare e buoni pasto (ma all’interno di accordi che mascherano la sostituzione progressiva dei capitreno con personale di assistenza).
Mai si erano visti tutti questi sforzi, leggibili chiaramente nei comunicati, a rassicurare la platea dei ferrovieri circa il loro impegno a recepire le istanze sollevate.
Non deleghiamo. Non facciamoci scippare subendo ancora una volta il rinnovo contrattuale deciso da altri. Entriamo nella vertenza con una piattaforma seria e incisiva sulla difesa dei salari e dei fondamentali diritti a partire dalla salute e sicurezza.
Sosteniamo con la lotta le nostre rivendicazioni.
L’Assemblea Nazionale PdM/PdB, CUB, SGB, USB