Due anni di pandemia hanno mostrato l'ipocrisia della Grande distribuzione che, mentre faceva lavorare i dipendenti senza protezioni dal rischio Covid e senza le dovute pause, produceva video rassicuranti e sorridenti, ringraziando il personale per gli sforzi compiuti.
Oggi, con lo stato di emergenza ancora in vigore, gli stessi dipendenti vengono ceduti insieme ai punti vendita, alla stregua delle mura e della merce.
Di pochi giorni fa l'annuncio di Carrefour che per fare fronte ai propri errori gestionali e non rinunciare ai profitti, decide di puntare sul franchising, cedendo, dietro pagamento, il marchio ad un privato, continuando a vendere i propri prodotti. La quinta ristrutturazione in neanche dieci anni, 1800 esuberi annunciati, cioè una riduzione del 10% del personale in forza.
Pam ha adottato la stessa strategia, il personale viene venduto insieme al negozio, con particolare scelta di quello sindacalizzato e con contratti più vecchi, pre Jobs Act, con ancora la tutela della reintegra sul posto di lavoro.
Così anche Coop, che dimentica dei valori cooperativi che la fondano, annuncia l'ennesima cessione, questa volta in Sicilia. 256 esuberi, ma l'azienda aumenta i propri guadagni grazie al sistema del franchising e della vendita dei prodotti a marchio.
Sono false le scuse di perdita di guadagni e ristrutturazioni necessarie, da decenni denunciamo le follie gestionali della Grande Distribuzione, incapace a leggere la realtà e a rispettare i diritti dei propri dipendenti.
Il governo deve intervenire in un settore ormai fuori controllo, che non può essere lasciato in mano alle speculazioni delle aziende, pagate con i salari e la stabilità dei lavoratori.
Franchising infatti vuol dire per lo più negozi ceduti senza alcun controllo né garanzia, in cui vengono applicati contratti nazionali al ribasso.
Non siamo disposti a cedere alcun diritto, anzi ci battiamo per migliorare le nostre condizioni in termini di orario, sicurezza, carichi e salario.
I negozi appartengono a noi che ogni giorno li portiamo avanti, accogliamo la clientela e permettiamo che le vendite avvengano.
Senza garanzie ce li prendiamo.
Invitiamo tutti i lavoratori coinvolti a contattare la sede USB più vicina per procedere insieme in un percorso di lotta sindacale e legale fino al riconoscimento di tutti i nostri diritti.
Verso lo Sciopero Generale dell’11 Ottobre
Usb Commercio