In questo momento di lotta sindacale, mentre i rappresentanti delle OO.SS. RDB/USB, CGIL, UIL e CISAL stanno occupando gli uffici del Direttore Generale per rivendicare i diritti dei lavoratori, riteniamo fondamentale riassumere di seguito i motivi del NO alla riorganizzazione per apportare convinti il nostro contributo di solidarietà a questa iniziativa:
1. Il progetto è stato elaborato e viene interamente governato da una multinazionale privata che non si occupa di previdenza, la KPMG, il cui cachè comprensivo di altre gestioni interne, ammonta a circa € 17.355.000, una cifra equivalente al reddito annuale lordo di circa 680 lavoratori;
2. Il nuovo modello organizzativo mira a parcellizzare il lavoro in flussi costituendo un sistema di frammentazione delle fasi lavorative da vendere poi all’esterno con maggiore semplicità;
3. ridimensiona la presenza dell’Ente Previdenziale sul territorio chiudendo e declassando sedi e agenzie;
4. incentiva il “commercio” con le Agenzie interinali che sfruttano i lavoratori precari privandoli di ogni diritto;
5. privatizza interi servizi dell’Ente;
6. prevede l’istituzione di nuove figure di responsabilità i cui compensi graveranno sulle risorse contrattuali di tutti i lavoratori riducendo conseguentemente il fondo di produttività.
A nostro parere all’INPS non occorrono riorganizzazioni da 17.000.000 milioni di euro: l’unica cosa di cui ha bisogno l’Ente, dopo 15 anni di blocco del turn-over, è di assunzioni di personale con contratti dignitosi.
Se qualcuno, nonostante ciò, pensa che la riorganizzazione sia una panacea, andiamo a vedere cosa succede nelle sedi sperimentali già avviate:
· la nuova procedura dei Flussi standardizzati di processo consente di smaltire mediamente, a parità di tempo, circa il 60% di quanto si era abituati a produrre con le procedure ordinarie e l’unico suo pregio sembra quello di poter essere utilizzata senza particolari conoscenze professionali (e non per semplificare il lavoro ai dipendenti…).
· Le cosiddette attività di “Front Office”, che dovevano essere ridimensionate a vantaggio di quelle del ”Back Office”, sono invece aumentate e il personale si trova, oggi, a dover gestire un numero maggiore di sportelli rispetto a quelli già esistenti prima della fase di sperimentazione.
· La contestuale riforma sull’invalidità civile sommata all’innovazione del nuovo assetto organizzativo ha mandato in tilt l’intero sistema. Di conseguenza l’utenza e i dipendenti coinvolti ne stanno pagando le conseguenze.
A nostro parere anche a Viterbo i primi segnali di una riorganizzazione strisciante, non ancora ufficializzata, si cominciano a vedere:
ü appalto privato del servizio posta con conseguente spesa per l’Ente e riduzione del servizio;
ü ridimensionamento del servizio legale con conseguente spostamento delle competenze decisionali in altra sede per mancata nomina del coordinatore;
ü prossima chiusura della sede di Montefiascone dopo una lenta e non casuale agonia;
ü chiusura dei gabinetti sanitari di Montefiascone e Civita Castellana;
ü declassamento del Centro Sanitario da unità complessa ad unità semplice con conseguente ridimensionamento del personale medico in un contesto drammatico per la situazione già di per sé difficile dell’invalidità civile;
Respingiamo fermamente questo progetto palesemente strumentale alla privatizzazione di interi pezzi del servizio pubblico, che creerà nei lavoratori nuove lotte tra poveri e peggiorerà i servizi all’utenza. Un progetto deleterio per tutti il cui enorme costo grava sulla collettività ignara di quanto succede.
Non restiamo immobili al corso degli eventi!
L’INPS E’ UN BENE COMUNE
E COME TALE VA DIFESO DA TUTTI
Per queste ragioni esprimiamo la nostra solidarietà ai rappresentanti sindacali impegnati in questa lotta facendo presente che siamo pronti a condividere le iniziative che si renderanno necessarie.
Coordinamento RdB-USB INPS Viterbo